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Autore: GiuliCare94    07/03/2017    0 recensioni
In un mondo fatto di streghe, di stregonerie, creature fantastiche e dell’orrore, la reincarnazione certo non è l’ultimo dei problemi improbabili possibili. Specialmente quando a reincarnarsi è la progenie di una delle streghe più potenti mai esistite.
DAL PROLOGO
Improvvisamente si sentì pervadere da una calma irreale, i suoi occhi si ammantarono diventando completamente neri come quelli di un demone, si sentì improvvisamente potente sentiva di poter distruggere con un solo sguardo la più antica e stabile delle civiltà e si rese conto – con il voltastomaco – di averlo già fatto, più volte, cancellando intere generazioni dalla faccia della terra. Quasi in automatico alzò entrambe le mani a palmo aperto rivolto verso il proprio fratello che era circondato da una bolla di energia bianca, era come andare in bicicletta, ricordava perfettamente cosa doveva fare pur non avendo più sfiorato la propria magia da secoli, da vite; con un solo rapido scatto del polso reclinò le mani verso il basso stringendole a pugno, due fasci di energia nera come la pece colpirono suo fratello in pieno petto, distraendolo, impendendo che l’incantesimo si consumasse.
Due titani si scontravano. Nuovamente. Come era già avvenuto.
Genere: Fantasy, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la mia prima storia originale, sto scrivendo anche una fanfiction su Harry Potter sotto richiesta della mia sorellina, ma questa è un'idea completamente mia che mi girava in testa da un po', quindi fatemi sapere cosa ne pensate :) Grazie. Buona (si spera) lettura :)

Prologo
«Come hai potuto fare una cosa del genere?! – esclamò Nike, calde lacrime lasciavano scie incancellabili sul suo viso – non ti riconosco più!» questo sembrò, per un momento fermare sui suoi passi lo stregone, anche se l’energia ancora lo circondava vibrando minacciosa, lui voltò i suoi occhi bianchi, apparentemente ciechi sulla sorella «Sei un mostro!» urlò lei, serrando le mani a pugno, tanto che le nocche divennero bianche per lo sforzo di trattenersi. La frase sembrò gelare sul posto lo stregone, i cui occhi tornarono di quel castano scuro che Nike ricordava, la fissava con tanto dispiacere e dolore nello sguardo che per un momento Nike pensò che avrebbe potuto vedere un futuro per suo fratello:
«Se solo mi lasciassi spiegare…» sussurrò con voce metallica lui, disperato, allungando una mano verso la sorella.
«Lasciarti spiegare cosa esattamente? Che sono secoli che compi sacrifici umani per riportare in vita nostra madre spedendomi di vita in vita per evitare che ti fermassi?» urlò oltraggiata Nike, i suoi occhi che bruciavano a furia di piangere.
«Se solo tu ricordassi… - fece lo stregone – eravamo così felici insieme quando nostra madre governava sugli umani… »
«Vuoi dire forse quando nostra madre schiavizzava gli umani? Trattandoli come se fossero peggio di scarafaggi?»
«Sono una specie inferiore, Nike – le disse lui, gentilmente come un genitore amorevole che rammenta a un bambino qualcosa che dovrebbe sapere, Nike poteva sentire la bile salirle alla bocca – questo non lo hai mai accettato, ma lo capirai.» questo non poteva essere lo stesso Sebastian che l’aveva praticamente cresciuta quando sua madre era morta, non poteva essere quello che andava agli incontri coi professori quando era al liceo e che aveva esultato quando si era laureata; non poteva essere il suo fratellone, non lo riconosceva neanche. Si sentiva tremare.
«Vedrai, quando nostra madre risorgerà dalle ceneri tutto tornerà come prima e noi saremo di nuovo felici insieme» le promise, sorridendole un sorriso pieno di speranza e attesa.
«Quando sei caduto così in basso? – domandò retorica – dov’è finito mio fratello? Quello che difendeva i deboli dai bulli e non sopportava le ingiustizie? Il ragazzo che si è preso cura di una mezza sorella che neanche conosceva quando la compagna del padre è morta? Quando sei diventato questa cosa
«Sorellina…» tentò lui «Vedrai che quando sarà tutto finito mi ringrazierai. Potremo vivere di nuovo, felici nel nostro piccolo mondo senza doverci preoccupare degli umani. Saremo venerati come una volta!» proclamò, mentre l’energia ricominciava a vibrare e i suoi occhi tornavano di nuovo di quel bianco inquietante. A Nike sembrò di vederla per un momento: una pittura rupestre che rappresentava una piramide a gradoni con la folla alla base, due figure una più piccola e una più grande (il Sole e la Luna) i due fratelli-amanti venerati assieme all’enorme figura che stava all’apice della piramide la Volta Celeste. Le sembrava quasi di sentire i canti di preghiera, di essere ancora inebriata dai fumi dei sacrifici che venivano compiuti in loro nome, sentì un nodo alla stomaco ricordando di come li aveva graditi in un primo momento godendo della venerazione che gli umani provavano verso di loro.
Fu risvegliata sentendo l’elettricità volteggiarle intorno, alzò lo sguardo trovandosi di fronte un piumaggio corvino, voltò il viso incrociando lo sguardo dell’alato, la osservava preoccupato, i suoi occhi verdi si inchiodarono ai suoi scuri domandole se stava bene: l’aveva salvata, di nuovo, aveva esteso una delle sue possenti e piumate ali, avvolgendola un abbraccio caldo che le faceva il solletico, proteggendola dal lampo che l’avrebbe sicuramente colpita.
«Stai bene?» domandò, il suo tono solitamente impassibile sembrava carico di preoccupazione, ed era una novità, per un momento le sembrò di annegare i quei due pozzi di acqua cristallina che erano i suoi occhi, poi annuì lentamente, i suoi occhi erano improvvisamente asciutti e sentiva solo la rabbia crescere dentro di lei, devastarla, squarciare la sua via dai più lontani recessi della sua anima, fu come se un muro improvvisamente fosse stato abbattuto e che cadendo avesse lasciato uscire tutto insieme il potere che era stato confinato dietro di esso. Improvvisamente si sentì pervadere da una calma irreale, i suoi occhi si ammantarono diventando completamente neri come quelli di un demone, si sentì improvvisamente potente sentiva di poter distruggere con un solo sguardo la più antica e stabile delle civiltà e si rese conto – con il voltastomaco – di averlo già fatto, più volte, cancellando intere generazioni dalla faccia della terra.
Sentì la sua pelle bruciare, come se i suoi tatuaggi brillassero come di fuoco proveniente dall’interno, si sentì come una fiamma, incontrollabile e spaventosamente bollente. Voltò il suo sguardo sul fratello che sembrava aver perso ogni controllo, lei invece si sentiva stranamente controllata. Quasi in automatico alzò entrambe le mani a palmo aperto rivolto verso il proprio fratello che era circondato da una bolla di energia bianca, era come andare in bicicletta, ricordava perfettamente cosa doveva fare pur non avendo più sfiorato la propria magia da secoli, da vite; con un solo rapido scatto del polso reclinò le mani verso il basso stringendole a pugno, due fasci di energia nera come la pece colpirono suo fratello in pieno petto, distraendolo, impendendo che l’incantesimo si consumasse.
Due titani si scontravano. Nuovamente. Come era già avvenuto.
«Sorella – parlò con voce metallica, aliena, suo fratello in un idioma antico che entrambi conoscevano perfettamente – osi contrastarmi, ancora? Dimentichi che vinco sempre io?» domandò furibondo, facendo un passo in avanti minaccioso verso di lei, solo perché l’alato spalancasse entrambe le ali estraendo le proprie spade dai loro foderi, Nike allungò un braccio fermandolo prima che prendesse il volo, lui si voltò verso di lei interrogativo:
«E’ una cosa tra me e mio fratello – disse con voce metallica – finiresti solo nel bel mezzo del fuoco incrociato» non gli piaceva restare inerme, ma guardandola si rese conto che si fidava del suo giudizio quindi annuì, rinfoderando le spade, ma tenendo le mani pronte sulle else ai suoi fianchi, non disposto a lasciare nulla al caso.
«Si, pennuto – si intromise lo stregone – stanne fuori. È una cosa di famiglia»
«L’ultima volta che ci siamo scontrati, fratello, sei morto» gli ricordò acida Nike, parlando fluentemente lo stesso idioma dello stregone.
«L’ultima volta che ci siamo scontrati, sorella – le fece eco – sei morta, e hai portato un’intera civiltà con te» Nike serrò gli occhi. Ricordava. Creta. Tutta quella gente. L’avevano accolta, ospitata e accettata e lei li aveva ricambiati provocando la distruzione della loro civiltà.
Senza pensarci oltre attaccò, accecata dalla rabbia e dal dolore improvvisamente conscia di tutte quelle perdite. 
Ricordava solo le loro energie che si scontravano, poi divenne tutto oscuro. 

Eccoci alla fine del prologo... lo so è un po' corto, ma è una prova. Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacio
   
 
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