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Autore: kamy    07/03/2017    1 recensioni
Raccolta di flashfic sulle divinità greche.
Scritto per San Valentino.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio anche solo chi legge.
Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=AHW2guCSOlc&index=2&list=TLGGIrHcK1Mh8ZgwNzAzMjAxNw.
Scritta per
 Never_Something.
Era/Zeus.

Cap.5 Non essere gelosa

“Non ti va di fare pace?” domandò Zeus. Era incrociò le braccia sotto al seno prosperoso e inarcò un sopracciglio.

“Non vedo proprio perché dovremmo” disse gelida. Zeus si passò le dita nella barba. Era accomodato sul triclino, la sua virilità era coperta da un drappo di stoffa candida.

“Sei la divinità della maternità e del matrimonio. Tra i tuoi doveri coniugali, non c’è perdonare questo marito e fratello minore un po’ scapestrato?” domandò. Era si deterse le labbra piene con la lingua. Appoggiò una mano sul fianco e sospirò pesantemente.

“Sarei anche la divinità della fedeltà coniugale” ricordò. Zeus piegò di lato il capo, facendo ondeggiare i ricci grigi.

“E hai rispettato perfettamente ogni tuo dovere. Non mi hai mai tradito” disse. Era ticchettò con il piede sul pavimento polveroso.

“Lo so, io sì, ma tu sei stata sempre meravigliosa a perdonarmi. Spesso ti sei occupata persino dei figli di quelle unioni”. Cercò di scusarsi Zeus.

Era si appoggiò le mani sui fianchi.

“Unioni che spesso hai portato avanti con inganni, sotterfugi, prendendo sembianze animali. Tanto per ricordare che in quei momenti, in te, resta molto poco di umano” ricordo. Zeus alzò il capo e osservò il soffitto. Dalla cesta metallico al suo fianco, ricolma di folgori, venivano dei crepitii elettrici.

“Non negherò niente di tutto questo. Semplicemente ti ricordo che io non sono mai umano. Non soltanto perché siamo divinità, ma perché la mia vera forma è inguardabile e intoccabile. Mi sento solo a pensarci” gemette. Era corrugò la fronte e lo raggiunse. La veste blu scuro che indossava, scivolava lungo il pavimento di marmo. Le code di pavone con cui era decorata ondeggiavano, solleticandole la pelle nuda delle spalle.

“Io sono veramente felice solo quando sono con te. Solo che sei sempre così dura e la mia carne è debole” piagnucolò Zeus.

Era gli afferrò il mento e gli fece alzare il capo.

“Ricordati che in questa dimora comando io e fuori da essa, potrò anche chiudere un occhio. Non voglio veder piagnucolare il padre degli dei” disse secca. Zeus le sorrise. Era chiuse gli occhi e la baciò. Il suo sposo ricambiò il bacio.

“In questa dimora, sarai più temuta di me e dei nostri fratelli Poseidone e Ade” giurò.

  
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