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Autore: Mew_vale    08/03/2017    1 recensioni
Prima di leggere questa storia, vi consiglio di dare un’ occhiata ad “Alternative Story”, dato che questa FanFiction si collega a quella storia.
Abbiamo lasciato Beatrice in procinto di partorire, un Armando ansioso ma anche spaventato dalla prospettiva di diventare padre (come chiunque diventi genitore per la prima volta) Marcella che, dopo aver lasciato l’ Ecomoda, ha presenziato a qualche consiglio di amministrazione dopo di che è sparita. Di Mario nessuno ha più avuto notizie… Mentre Patrizia e Daniele sono convolati a nozze.
Nel frattempo, sono passati 27 anni: alla fine di “Alternative Story” vi ho regalato una chicca in cui Camilla Mendoza, primogenita di Armando e Betty, attraversava la navata in abito bianco; Ad attenderla all’ altare David Valencia, primogenito di Daniele e Patrizia. Ma si saranno sposati? Anzi, si sposeranno? Perché ebbene sì, la nostra storia inizia da prima delle nozze. All’ Ecomoda, entrano nuovi personaggi tra cui la prole dei Mendoza, dei Valencia e della famiglia Mora. Può accadere di tutto!
Genere: Commedia, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Store di Ecomoda'
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CAPITOLO 53
 
 
 
[Patrizia]
Quando apro gli occhi trovo la sorpresa del buon giorno, mia figlia mi sta chiamando!
<< Amore di mamma! >> Esordisco.
<< Buongiorno mamma. Mi dispiace per aver raccolto le mie cose tanto in fretta ed essermela svignata! Papà come l’ha presa? >> Mi domanda.
<< Papà sta cercando di scoprire dove tu sia andata. A proposito, dove sei? >> Le chiedo. Esita davanti alla mia richiesta.
<< Ieri sera l’ho sbattuto fuori, non gli dirò dove sei! >> Mi affretto a chiarire, di fronte alla sua esitazione.
<< Cioè hai cacciato di casa papà? >> Domanda.
<< No, fuori dalla nostra camera. Ha dormito nella camera degli ospiti. >> Preciso.
<< Ho passato la notte a casa di Massimiliano, ma oggi stesso cercheremo un posto tutto nostro perché a casa di Jimmy Fuentes Contreras non c’è posto per un terzo inquilino. >> Mi spiega.
<< Perciò andrai a vivere con lui? >> Chiedo leggermente spaventata. L’unica delle mie due figlie femmine che ho cresciuto, con cui condividevo il tetto, serate di gossip sul divano, confidenze e i cosmetici ha abbandonato il nido!
<< Sì, è ovvio. >>
<< E’ la cosa giusta, amore? Non te lo chiedo perché metto in dubbio il vostro rapporto ma perché vi conoscete da poco e spero il tuo gesto non sia solo una ripicca verso tuo padre. >>
<< Non è una ripicca. Volevo andarmene da casa da prima, se ben ricordi. >> Mi fa notare.
<< Ok. Mi avvertirai quando avrai trovato una dimora? >> Le domando.
<< Certo. Non dire niente a papà, ok? Un bacio. >> Mi chiede per poi salutarmi.
<< Certo amore. Un bacio a te. >> La saluto. Stringo il cellulare al petto e mi scappa qualche lacrima. I miei figli se ne sono andati, sono rimasta sola in questa casa. Sì, sono sola perché l’uomo che convive con me non lo sento più come un marito!
 
 
[Camilla Senior]
I mobili  e le pareti di questa stanza girano attorno a me, quando apro gli occhi. Sono costretta a richiuderli e riaprili più volte per abituarmi alla luce del giorno che trapassa le tende, se pur accostante. Sono vittima di un capogiro perché mi siedo sul letto troppo velocemente.
<< Quanto cavolo ho bevuto? >> Rifletto ad alta voce portandomi una mano alla testa. Ieri sera non ho solo bevuto ma ho anche combinato una cazzata colossale!
<< Oh mio Dio… >> Esclamo. Ho baciato Daniele. L’ho baciato e gli ho detto una marea di stronzate! Spero solo che non sia stato così cretino da andare a confessarlo alla moglie. Un momento, sto parlando di Daniele, “Mr. Macchinazioni”!  E’ impossibile che abbia riportato l’avvenimento a Patrizia. Mio marito bussa leggermente alla porta prima di entrare con una tazza in mano.
<< Caffè nero! Come ti senti? >> Mi domanda, posando la tazza sul comodino.
<< Grazie. Mi sento male, come devo sentirmi? >> Gli chiedo sprezzante.
<< Ho preparato la colazione. >> Afferma, ignorando la mia ironia.
<< No, grazie. >> Declino. Se mangio qualcosa vomito! Lui si siede sul letto.
<< Cami… Ciò che è successo ieri sera mi ha fatto riflettere, è la prova lampante di quanto io ti abbia fatto soffrire… >> Interviene. Tossisco poiché il caffè mi va di traverso.
<< A-a cosa ti riferisci? >> Chiedo. Che mi abbia seguita e vista mentre baciavo Daniele?
<< Alla tua sbronza, anzi alle tue sbronze di questi giorni. Farò tutto quello che vuoi Camilla, te lo devo. >> Asserisce arrendevole come un agnellino. Raschio la tazza con le mie unghie curate.
<< Questa notte, durante il breve sonno agitato, ho sognato la nostra cerimonia di nozze. >> Ammetto, continuando a tormentare la tazza.
<< Quando le cose sembravano tanto semplici… >>
<< Erano semplici, Kristoff! Eravamo una ragazza e un ragazzo molto innamorati, fino a che non hai rovinato tutto. Fino a che non hai smesso di essere l’uomo di cui mi sono innamorata, un uomo umile ed onesto! >> Gli rimprovero.
<< Credi che per me fosse facile sentirmi sempre un passo indietro rispetto alla tua famiglia e a Daniele? >> Mi domanda offeso dalla mia affermazione.
<< C-cosa centra Daniele? >> Domando stringendo con più impegno la tazza.
<< Come “cosa centra Daniele”? Era il tuo ex ragazzo, rampollo di buona famiglia, destinato alla migliore università del paese e con un futuro di successo assicurato! Tua madre mi detestava, ME che ero l’uomo che amavi e non faceva che lodare Daniele! >> Esplode. Resto a bocca aperta.
<< Credimi… Daniele non ha niente per cui essere invidiato! Io non posso credere che tu ti sia abbassato al suo livello per invidia… >> Asserisco incredula.
<< Non “invidia” ma gelosia! >> Specifica. << Forse hai ragione, mi sono fatto sopraffare dalla smania di ricchezza, ma è per questo che ho fatto di tutto per entrare nell’alta società! >> Conclude.
<< Volevo che tua madre la smettesse di vedermi un fallito rispetto al suo caro Daniele! >> Si sfoga. Abbasso lo sguardo incapace di replicare, non avevo mai riflettuto su questo aspetto!
<< Perché non mi hai mai detto come ti sentivi? >> Gli domando.
<< Perché dirtelo avrebbe significato ammettere di avere paura di Daniele! >> Confessa. Mi porto una mano alla fronte.
<< Io vado di là a fare colazione. >> Annuncia alzandosi. Il suo tono di voce è tutt’altro che allegro.
<< Lena? >> Domando, auspicando che stia facendo sogni d’oro nella stanza accanto.
<< Dorme ancora. Ho controllato, è nella sua stanza. >> M’informa per poi abbandonare la stanza. Mi rannicchio sotto le coperte e delle lacrime bagnano i miei occhi. Ho come l’impressione di non conoscere affatto l’uomo che ho sposato!
 
 
 
[Daniele]
E’ andata a vivere con lui. Dalle parole di mia moglie che ho origliato, ho capito questo! Sì, ma dove? Dov’è mia figlia? In cucina, rivolgo le spalle alla porta perciò non mi accorgo subito dell’entrata di mia moglie. E’ un suo colpo di tosse a farmi voltare. Osserva con una punta di sorpresa la tavola imbandita per la colazione.
<< I cornetti sono andato a prenderli in pasticceria. Le uniche cose che ho preparato io sono il latte macchiato e la spremuta, un terzo di limone ed il resto arancia, ben filtrata, come piace a te! >> La informo. Spero che questi piccoli gesti poco a poco riescano a sciogliere il ghiaccio tra di noi! Si siede a tavola senza dire una parola.
 << Mi sembra doveroso informarti che ha chiamato Giulia. Sta bene ed è arrabbiata con te! >> Specifica.
<< Sono contento di sapere che sta bene. Se solo mi dicesse dove si trova, potrei parlarle! Come faccio a riparare se non so dov’è? >> Mi chiedo! Non sono mica Mago Merlino! Mi siedo anche io a tavola e mi verso della spremuta.
<< Qualunque tuo tentativo adesso sarebbe inutile. Devi lasciar passare qualche giorno così che possa sbollire la rabbia! Certo, non sarebbe una cattiva idea, tra qualche giorno, organizzare un pranzo per conoscere quel ragazzo… >> Azzarda. Stringo le mani a pugno sul tavolo.
<< Questo mi sembra frettoloso! Quando constaterò che l’amore di quel ragazzo è sincero, ne riparleremo! >>
<< Vedo che non ti interessa proprio recuperare le cose con tua figlia! >> Mi accusa.
<< Patrizia, un conto è parlare con quel ragazzo e un conto è organizzare una presentazione ufficiale, subito dopo avergli detto che non reggo la sua presenza! Non si può passare da un estremo all’altro. >> Cerco di farle capire. Cosa pretende, che prenoti la chiesa per le nozze?!
<< E PENSI DI ANDARE Lì CON DUE SCUSE IN CROCE E SPERARE CHE BASTINO?! SI VEDE COME HA FUNZIONATO CON ROBERTA! >> Mi rimprovera in modo pesante. Sbatto il bicchiere sul tavolo tanto forte da farne fuoriuscire il contenuto. Butto il tovagliolo sul tavolo e mi alzo.
<< Dove vai? >> Mi domanda.
<< Esco! Niente di quello che cerco di fare per riparare va bene a quanto pare! >> Affermo offeso.
<< Il problema è che una l’indovini e tre ne sbagli, Daniele! >> Mi fa notare. E’ l’entrata in cucina di Giulio a interrompere il nostro litigio. E’ vestito di tutto punto, lo guardiamo sbigottiti.
<< Buongiorno, non fate caso a me. Prendo un cornetto ed esco, continuate pure a litigare! >> Afferma afferrando una brioches dal cestino rivestito di un tessuto a quadretti rossi e bianchi.
<< C’era una tarantola nel letto? >> Gli domando sprezzante.
<< Ho da fare! >> Afferma misterioso.
<< Tipo cosa? >> Domanda Patrizia.
<< Tipo cercarmi un lavoro, un appartamento tutto mio e altre cose… Devo rimediare ad uno sbaglio! >> Afferma.
<< Te ne vai anche tu? >> Domanda delusa mia moglie.
<< Ne avevamo parlato mi sembra. Credo sia la cosa migliore per tutti! >> Afferma Giulio chinandosi per baciare il capo di mia moglie.
<< Non dici niente su quello che è successo ieri sera? Riguardo tua sorella e Massimiliano? >> Domando.
<< Sì, che Massimiliano, da quel che so, mangiava anche prima di conoscere Giulia, o come si sarebbe pagato l’università? Ciao! >> Saluta Giulio, dopo avermi sottoposto la sua riflessione che mi fa sembrare un perfetto idiota. Mia moglie mi guarda con fare ovvio.
<< Ho sbagliato, contenta?! >> Affermo esasperato.
<< Così non possiamo continuare, Daniele! Dici di volerti impegnare nel cambiare ma siamo sempre a capo a docici… >>
“ Io sono fatto così, Patrizia, lo sapevi quando hai cominciato questa relazione. Evidentemente non cambierò mai, se lo puoi accettare o no devi deciderlo tu!”  E’ questo che vorrei dire, ma lo tengo per me!
<< Ci proverò sul serio, Patrizia! Ti giuro che ci proverò. E se per dimostrarlo dovrò invitare a pranzo quel Massimo, lo farò. >> Cedo a malincuore. Basta cazzate… Devo fare del mio meglio per risollevare questa famiglia!
<< Massimiliano! >> Mi corregge Patrizia quando Rhonda entra in sala da pranzo.
<< Scusate signori, c’è la signora Marcella al telefono. >> Annuncia passandomi il cordless. Ricevo io la telefonata.
<< Buongiorno Marcella. >> Sperando che per lei lo sia!
<< Ciao Daniele. Mariabeatrice ed io siamo all’aeroporto. Questa notte mi ha chiamato Russell dicendomi che ieri sono entrati in casa… Pare che abbiamo messo fuori uso le telecamere del cancello spruzzando sopra della vernice, erano tre, con il passamontagna, insomma coperti da capo a piedi. Hanno addormentato Brigida e tramortito mio figlio, si trova all’ospedale e non si è ancora svegliato! >> Mi racconta con voce roca e provata. Mi porto una mano alla fronte.
<< Che tragedia Marcella, mi dispiace… >>
<< Non ci sono voli prima di domani, cioè quello che avremmo preso per tornare! >> Afferma disperata. << Non posso aspettare tanto! >> Si lamenta.
<< Noleggerò un aereo privato! Faccio qualche telefonata e ti richiamo per i dettagli. >> Mi offro. E’ il minimo!
<< Puoi farlo, Daniele? >> Mi domanda speranzosa.
<< Certo. Ti passo Patrizia e faccio quelle chiamate! Fammi sapere ogni cosa Marcella. >> La saluto, passando l’apparecchio a mia moglie. Le due iniziano a parlare mentre cerco nella mia rubrica i numeri necessari.
<< Marce, che succede?... Mio Dio, e come stanno?... Certo, devi partire subito!... Vorrei solo poter venire con te, ma ho casini fin sopra i capelli… Certo, tesoro! Ci sentiamo presto, e non ti preoccupare prima del dovuto… bacetto! >> Si salutano. Lei ha casini fin sopra i capelli… E Marcella cosa dovrebbe dire?
 
 
 
[Nicola]
Vengo svegliato da molteplici rumori, e nessuno di questi concilia il sonno! Quando scendo in soggiorno mi domando se mi trovo a casa mia! Mia moglie sta passando l’aspirapolvere ovunque, ci sono dappertutto scope, stracci e prodotti di spolvero, Olga ha tolto tutti i soprammobili e i libri per spolverare… Domani nevica!
<< Spostati Nicola, devo passare l’aspirapolvere sulla scala e sono molto indietro, devo ancora iniziare a cucinare! >> Afferma mia moglie. Tendo l’orecchio perché con il rumore prodotto dall’elettrodomestico non riesco a sentirla.
<< Spostati Nicola, devo passare l’aspirapolvere sulla scala e sono molto indietro, devo ancora iniziare a cucinare! >> Ripete, spegnendo l’aspirapolvere per pochi istanti. Ubbidisco e scendo le scale. Chissà se mi hanno riservato un angolo sul tavolo della cucina per fare colazione!
<< Secondo me, siete tutte matte! >> Penso ad alta voce. E’ un miracolo se con questo casino riesco a sentire il telefono fisso squillare. Faccio segno a mia moglie di spegnere l’affare.
<< Pronto? >> Affermo.
<< Salve, parlo con la famiglia Mora? >> Domanda una voce matura e maschile.
<< Sì, sta parlando con Nicola Mora. Io con chi parlo? >> Domando.
<< Sono Marcus Torres, il suo neo-consuocero, pare! >> Si qualifica il tipo. Spalanco la bocca per la sorpresa.
<< Non avevo idea che Cèsar si fosse fidanzato! Lei è il padre della ragazza, ne deduco. >> Immagino.
<< No! Io sono il padre del fidanzato di sua figlia Roberta. Lei conosce mio figlio, Gonzalo Torres. >> Specifica. Sono costretto a sedermi per non svenire!
<< L-le dispiace ripetere? Roberta si è fidanzata? >> Domando conferma.
<< Posso immaginare il suo stupore, pur non avendo figlie femmine! Le posso assicurare che i nostri ragazzi formano una bella coppia, e dal canto mio sono orgoglioso che mio figlio abbia scelto una ragazza in gamba come sua figlia! >> Bhe, la cosa non è reciproca!
<< Chiamo per proporvi un pranzo di presentazione. So che lei e sua moglie attualmente non vivete a Bogotà perciò mia moglie ed io pensavamo di concederci una breve vacanza a Miami! >> Propone.
<< No, un attimo, calmiamoci e facciamo un passo indietro! Perché lei lo sa ed io no?! E come diavolo è possibile? Parliamoci fuori dai denti: l’orgoglio non è reciproco! La mia memoria è bella funzionante e mi ricordo di suo figlio, in modo particolare ricordo gli epiteti con cui descriveva mia figlia! >> Affermo perentorio. No, fa che si tratti di un incubo! Mia figlia dev’essere impazzita, pure lei!
<< Suvvia, erano giochi da liceali! Mio figlio ha messo la testa a posto, e si è innamorato! Per rispondere alla sua domanda, i due ragazzi hanno rivelato la loro relazione ieri sera, al party dato all’Ecomoda. >> Minimizza e mi spiega. Bello sapere che il primo pensiero dei miei figli e dei miei amici non sia stato quello di chiamare noi poveri scemi per renderci partecipi della notizia!
<< Per lei forse era un gioco perché suo figlio non tornava a casa in lacrime! Per me non era affatto un gioco. Mi dispiace interrompere tanto bruscamente questa discussione ma devo chiamare mia figlia per dirle di cambiare pusher! Arrivederci! >> Interrompo bruscamente questa discussione, arrabbiato e incredulo! Mia moglie e mia figlia mi guardano perplesse.
<< Adesso mi sente! >> Affermo energico, chiamando Roberta.
 
 
[Giulia]
Questa notte non ho chiuso occhio. Così, d’un tratto la mia vita si capovolge! Osservo la città attraverso il finestrino quando sento la mano di Massimiliano posarsi sulla mia, che tengo sulla mia coscia.
<< Tutto ok? >> Mi domanda, non perdendo di vista l’auto dell’agente immobiliare, che ci fa strada verso il prossimo appartamento da visitare. Annuisco.
<< Stai pensando a tuo padre? >> Mi domanda.
<< Sì. Non posso credere che si sia comportato così… >> Commento delusa.
<< Magari voleva scusarsi con noi, e lo avrebbe fatto in una delle 50 telefonate a cui non hai risposto? >> Spera.
<< No, non sperarci. Voleva solo farmi la paternale e convincermi a lasciarti per tornare a casa! >> Affermo sicura di questo. Massimiliano parcheggia la mia auto davanti a una serie di villette e scendiamo, raggiungendo l’agente immobiliare che staziona di fronte una di queste villette a schiera. L’esterno è decorato da un piccolo giardino e il viale d’accesso è abbastanza corto. Sarà grande quanto un decimo della villa dove ho vissuto fino a ieri… Ma non m’importa! Voglio stare con Massimiliano, è la prima volta che mi sento così! L’agente immobiliare ci fa strada. Entriamo in un ambiente che al buio sembra piccolo: quando apre i balconi permettendo alla luce del giorno di illuminare la stanza, sembra tutto più spazioso. La casa e semi-arredata. Nell’ambiente dove ci troviamo ci sono un divano, una poltrona, un tavolo con sedie e un componibile da salotto. L’agente immobiliare dalla bocca larga (mi è già venuto mal di testa) inizia a chiacchierare ma io non lo ascolto… Mi guardo attorno, e succede: vedo me e Massi, accoccolati su quel divano mentre guardiamo la tv e commentiamo tutte le stupidaggini che mandano in onda. Il tuor continua… Ci immagino in questa cucina mentre consumiamo la colazione, prepariamo la cena e ci facciamo anche dell’altro… perché no? Mi scappa un sorriso.
<< Come avete chiesto, ho selezionato delle abitazioni con fascia di affitto media. La nostra agenzia tratta numerose proprietà, ma avendo avuto solo venti minuti per osservare i nostri cataloghi questa mattina potrò mostrarvene solo alcune. >> Interviene.
<< Ci scusi per il poco preavviso, ma abbiamo bisogno di trovare casa al più presto. >> Si giustifica Massimiliano.
<< Come vi dicevo in ufficio, secondo me questa proposta fa al caso vostro! Sessanta metri quadri divisi in zona giorno e sala da pranzo, cucina, camera da letto matrimoniale, disimpegno e bagno finestrato. L’appartamento viene affittato semi arredato, e dell’affitto richiesto abbiamo già discusso in ufficio. Abbiamo una pertinenza anteriore con garage e una pertinenza posteriore, più piccola ma molto utile per un barbecue all’aperto, per esempio! >> Suggerisce l’agente immobiliare mentre Massimiliano ed io passeggiamo per la casa mano nella mano. Chissà perché non riesco a smettere di sorridere, nonostante la situazione! Non riesco a smettere di guardarlo! Ha gli occhi che gli brillano, o è solo opera del riflesso del sole, visto che ci troviamo davanti alla finestra? Massi, evidentemente, si accorge che lo sto fissando e si volta posando lo sguardo su di me. Avverto un brivido. Mentre l’agente immobiliare blatera qualcosa tipo “questa casa è l’affare della vostra vita”, Massi si avvina a me, posa una mano sulla mia nuca e cattura le mie labbra in un bacio da film, azzittendo il tipo. Accarezzo la sua schiena e ricambio con trasporto questa sua dimostrazione d’amore. Sì, d’amore! Ieri sera, quando mio padre lo ha trattato male, mi sono sentita morire. Me ne sono andata di casa e questo non lo si fa per chiunque. Mi sono innamorata! Ci separiamo per prendere fiato. Massi cinge la mia guancia e l’accarezza con in pollice. Non siamo in grado di separare i nostri sguardi. Torniamo alla realtà solo quando l’agente immobiliare tossisce.
<< Allora, la prendete o volete vederne delle altre? >> Ci domanda.
 
 
 
[Gonzalo]
Mugugno contrariato quando mi rendo conto che, chiunque sia a chiamarmi, non vuole saperne di desistere.
<< Vuoi rispondere o spegnerlo?! >> Si lamenta Kara, Carla o come diavolo si chiama! Mi alzo dal letto e, completamente nudo, inizio a cercare il cellulare. Sbuffo. Seguo il suono che mi conduce di sotto, in salotto. Era nella giacca che indossavo ieri sera.
<< Papà, cosa c’è di così urgente? >> Gli domando, non reprimendo uno sbadiglio.
<< Ciao figliolo! Poco fa ho chiamato Nicola Mora, mi sembrava la cosa giusta fare due chiacchiere visto che presto saremo consuoceri. Devo dirti che non ha preso bene questa notizia! Ma non temere, mamma ed io ti aiuteremo a conquistare la sua fiducia! >> Sono costretto a sedermi!
<< Papà, che cazzo hai fatto?! E poi dove cazzo hai trovato il suo numero? >> Gli domando. Cazzo!
<< Sulla guida di Miami, formato digitale, non è stato tanto complicato! Non ti preoccupare, organizzeremo un incontro ufficiale e Nicola ci ripenserà quando vedrà che sei follemente innamorato di sua figlia! >> Non so se ridere o piangere.
<< PORCA VACCA PAPà! TI COSTAVA TROPPO FARTI I CAZZI TUOI?! >> Gli tuono contro.
<< Ehi, modera i termini! Non capisco dove stia il problema, ieri sera alla festa lo hanno saputo tutti! >> Obbietta.
<< Sì ma…. Ma voleva essere Roberta a dire a suo padre che ci siamo fidanzati! >> Asserisco non trovando un’altra scusa per il mio scatto di rabbia. Mi porto una mano in fronte.
<< Hai ragione, avrebbe dovuto essere lei, ero così euforico che non ci ho pensato! Comunque vedrai che tu e Nicola diventerete grandi amici! >> Asserisce mio padre.  
<< Papà… devo lasciarti… >> Borbotto, quando vedo Kara o Carla ergersi di fianco a me con espressione truce.
<< Ok, ma ci sentiamo dop… >> Non gli do il tempo di terminare e butto giù.
<< TI SEI APPENA FIDANZATO?! E TI SEI DIMENTICATO DI DIRMELO IERI SERA?! ERA UNA SPECIE DI ADDIO AL CELIBATO PER TE QUESTO?! >> Tuona imbufalita.
<< E’ un po’ più complicato di così… >> Cerco di dire, quando mi arriva un bel ceffone.
<< CHE STRONZO! Povera quella Roberta, non sa a cosa sta andando incontro! >> Tuona, sbattendo la porta del mio loft quando lo abbandona. Questo è il lato negativo nel vivere in un loft soppalcato, niente muri quindi zero privacy da una stanza all’altra! Evidentemente dalla stanza da letto ha sentito tutto! E’ una nuova chiamata a distrarmi.
<< Fratellone, ci mancavi tu! >> Esordisco.
<< Roberta Mora? Ma davvero? Beh, innanzitutto complimenti, non sei più la pecora nera della famiglia! >> Ridacchia.
<< Senti Sebastian, non comincerai anche tu a riempirmi di domande, vero? >> Chiedo pietà.
<< Il mio fratellino scapolone incallito e playboy seriale si fidanza, per di più con una tipa che fino all’altro giorno disprezzava, e mi chiedi di non riempirlo di domande? Allora, com’è successo? >> Mi chiede. Afferro un cuscino e lo premo contro il mio viso.
<< Senti, posso dirtelo un altro giorno? Mi suonano alla porta! >> Invento.
<< Mi stai davvero liquidando così? Anche Angelina è curiosa! >> Mi fa sapere.
<< Saluta mia cognata! Ciao! >> Lo liquido. Sprofondo sul divano e mi porto le mani alla testa. Se Roberta e Lorenzo non mi hanno ucciso ieri sera lo faranno quando sapranno che Nicola è a conoscenza di questa balla!
 
 
 
[Diego]
Non c’è. Apro gli occhi e l’altro lato del lettone è vuoto. Mi metto a sedere.
<< Amore? >> Chiamo, ma non ricevo risposta.
<< ISABELLA? >> Strillo. Pochi secondi dopo entra in camera avvolta dall’accappatoio.
<< Che succede? >> Mi domanda allarmata. Traggo un sospiro.
<< Niente, scusa! Non sapevo fossi sotto la doccia. >> Mi giustifico. Sono uno sciocco.
<< E dove dovrei essere? >> Mi domanda. Si siede sul letto accanto a me per darmi il bacio del buongiorno. Io l’afferro e la bacio con passione quando si ritrova stesa sulle mie gambe, e mo’ di casquet.
<< Sono un cretino! Ho sognato che te ne andavi! >> Le racconto.
<< E’ bello sapere che la mia vicinanza ti ispira sogni sereni! >> Scherza. Le bacio la fronte.
<< Scusa! >> Affermo.
<< Per oggi hai qualche altro programma interessante da propormi? >> Mi domanda.
<< Questa mattina staremo veramente a casa… ad amarci! >> Affermo. Sorrido e lei lo fa di rimando prima di baciarci.
<< Potremmo fissare nel pomeriggio quel caffè con Massimiliano e Giulia, per poi passare in pasticceria a prendere il dolce per la cena e andare direttamente dai miei, cosa ne dici? >> Propongo.
<< Dico che non ho mai conosciuto nessuno che sia organizzato come te. Ti vanno delle crepes per colazione? >> Mi domanda. Annuisco.
<< Allora mi vesto mi metto ai fornelli! >> Mi informa, raggiante come non l’ho mai vista. Mi bacia prima di saltellare fuori dalla stanza. Pensare che, la prima volta che è entrata qui, mi chiedeva il permesso per andare in bagno! Mi stendo e sorrido appagato.
 
 
 
[Cèsar]
Quando apro gli occhi, mi rendo conto che Michael è sveglio. Mi sorride e lo faccio di rimando.
<< Buongiorno. Come hai dormito? >> Mi saluta.
<< Buongiorno anche a te. Per me è stata una notte magica, e per te? >> Gli domando, mantenendo il fianco destro così da poterlo guardare.
<< Anche per me lo è stata. >> Risponde. Ci allunghiamo uno verso l’altro per poterci scambiare il bacio del buongiorno. Gli accarezzo la guancia.
<< Sei arrabbiato perché non ho detto di no ai Mendoza all’idea della cena? >> Gli chiedo. Scuote il capo.
<< Sono la tua famiglia, in un certo senso, capisco che vogliano passare del tempo con te e tu con loro. >> Specifica. E’ perfetto!
<< Ti porterò con me. >> Affermo.
<< In qualità di…? >> Si domanda.
<< Non preoccuparti, un modo lo trovo, tu a questa cena ci sarai! >> Lo rassicuro. Ci scambiamo un altro bacio quanto il mio stomaco brontola in modo poco elegante! Sorrido imbarazzato.
<< Credo che il tuo stomaco voglia fare colazione! >> Osserva.
<< Scusa!  Sfortunatamente per certi aspetti somiglio a mio padre! >> Scherzo. La fame l’ho ereditata da lui!
<< Per tua fortuna in cucina ci sto bene. >> M’informa.
<< Buon per me. Il tuo cavallo di battaglia per la colazione qual è? >> Chiedo.
<< Uova alla benedict. Ti interessa ciò che posso offrire? >> Domanda con fare malizioso.
<< Direi di sì! >> Confermo, catturando le sue labbra in un bacio.
 
 
 
[Lena]
<< Benvenuta a casa nostra, cara. >> Mi augurano i miei zii, quando entro con il mio bagaglio nella loro casa.
<< Ciao zii. >> Li saluto, con limitato entusiasmo.
<< Ciao Armando, ciao Betty. >> Saluta mio padre.
<< Buongiorno. >> Augura loro mia mamma con tono da funerale, togliendosi gli occhiali da sole.
<< Buongiorno. Lena, ti accompagno nella ex stanza di Camilla, così potrai sistemarti. Ho già tolto le sue cose che erano rimaste. >> M’informa mia zia. Mio padre ci accompagna.
<< Sistemati e disfa il tuo bagaglio. Vi andrebbe un thè? >> Propone la zia. Accettiamo entrambi, quando zio Armando entra in camera.
<< Betty, Nicola mi sta chiamando. >> Annuncia. La zia esce dalla stanza richiudendo la porta alle sue spalle. Mi siedo sul letto sconsolata. Sta andando tutto male!
<< Non posso vederti con questa faccia! >> Interviene mio padre, sedendo sul letto accanto a me e abbracciandomi.
<< E che faccia dovrei avere? I miei genitori stanno per divorziare, io Lunedì inizierò un lavoro del cavolo, sono segregata in casa degli zii e Giulio mi detesta! >> Illustro. L’hastag di questo momento sarebbe senza ombra di dubbio #maiunagioia!
<< Quanto al divorzio, ovviamente, non è colpa tua. E poi non sei in prigione! Betty e Armando non t’impediranno di uscire. Certo, saranno piuttosto attenti e severi, ma non ti chiuderanno in casa. >> Mi consola.
<< Immagino sia stata mamma a dire loro di essere severi con me. >> Ipotizzo.
<< Giulio non ti risponde proprio? >> Mi chiede papà cambiando argomento.
<< No! Non vuole avere più niente a che fare con me, a lui piace quella biondina! >> Per strane ragioni!
<< E tu insisti, ma senza perseguitarlo. Per adesso smettila di chiamarlo, prima o poi vi incontrerete! >> Suggerisce mio padre.
<< Sì, capiterà, ma lui non mi vorrà neanche parlare. E’ stato molto chiaro al riguardo! >> Ammetto a malincuore.
 
 
[Armando]
Mi chiudo nel mio studio, con Betty, per rispondere alla chiamata di Nicola.
<< Nicola, ciao. Come stai? >> Esordisco cercando di mantenere un tono normale.
<< Male! Roberta si è messa con Gonzalo Torres! >> Mi annuncia.
<< Ma non mi dire… Non lo avrei mai det… >> Cerco di dire.
<< ARMANDO! Evita di fare il finto tonto! So che lo hai saputo ieri sera alla festa, e non ti è passato per la mente di darci un colpo di telefono?! >> Mi rimprovera.
<< Nicola, cos’avrei dovuto fare? Riguarda tua figlia e avrebbe dovuto essere lei a dirtelo! Ti metto in viva voce. >> Affermo premendo il tasto per lo scopo.
<< Ciao Nicola! >> Lo saluta Betty.
<< Ciao Betty. Io sono stato l’ultimo a saperlo! E nemmeno da mia figlia. Mi ha telefonato il padre di quel ragazzo. >> Specifica.
<< Inutile dire che la notizia ci ha sorpresi e non poco! >> Asserisce Betty.
<< Lo credo bene! Ti ricordi come la prendeva in giro? >> Ricorda il mio amico.
<< Sono passati tanti anni, erano al liceo, magari… >> Intervengo.
<< Non anche tu con la stessa lagna del mio “consuocero”! E i miei figli non rispondono ai cellulari, maledizione! >> Si lamenta non poco alterato.
<< Nicola, devo confessarti che inizialmente credevo fosse mio figlio Lorenzo il nuovo ragazzo di Roberta. >> Confesso, sperando non se la prenda troppo.
<< A questo punto sarebbe stato meglio, almeno Lorenzo lo conosco e so che vuole sinceramente bene a Roberta! >> Asserisce. Mia moglie ed io ci guardiamo e Betty non nasconde un suo sguardo di rimprovero!
<< Io riproverò a chiamare mia figlia fino allo sfinimento! Dovrà riaccendere il cellulare! >> Si lamenta Nicola.
<< Scusaci per non averti chiamato subito. Pensavamo fosse giusto che fosse lei a dirtelo! >> Interviene Betty.
<< Sì, doveva essere lei a farlo, sono molto deluso! Ciao ragazzi. >> Ci saluta.
<< Ciao. >> Rispondiamo coralmente per poi premere la cornetta rossa.
<< Ha detto che sarebbe stato meglio se si fosse fidanzata con Lorenzo! >> Sottolinea mia moglie.
<< Sì, ho sentito! Io ho dato per scontato il parere di Nicola su una ipotetica relazione tra i due, cosa ne potevo sapere? >> Mi giustifico. Non per vantarmi ma, visto il soggetto che è Gonzalo, con il senno di poi, in effetti sarebbe stato meglio mio figlio!
 
 
[Roberta]
Apro gli occhi e sorrido. L’uomo che ho sempre amato, il mio fidanzato, dorme come un angioletto al mio fianco. Mi avvicino a lui e poso sulle sue labbra semiaperte un delicato bacio. Così facendo lo sveglio.
<< Non volevo svegliarti! >> Mi affretto a specificare. Si posiziona supino, si strofina gli occhi, dopo di che torna su un fianco e mi sorride.
<< Buongiorno amore. >> Mi augura. La mia dea interiore fa una capriola!
<< Buongiorno anche a te, amore. >> Ricambio. Azzeriamo la distanza tra di noi baciandoci. Lorenzo mi accarezza una spalla nuda con la punta delle dita guardandomi come se stesse ammirando un panorama al tramonto. Arrossisco e sorrido prima di nascondere il viso contro il cuscino.
<< Scusa! E’ che non posso smettere di pensare a questa notte. Sono felice, sono felice per la prima volta nella mia vita, ed è merito tuo amore mio! >> Mi confessa posando un bacio su una mia guancia. Sollevo il viso offrendogli le mie labbra, che lui cattura in un bacio.
<< Io continuo a pensare al nostro passato. A tutte le volte in cui parlavamo di qualche tua ragazza, o di qualche mio fidanzato. Non faccio che pensare a come mi sentivo interiormente quando mi raccontavi le sue imprese, penso a quante volte parlando dei miei fidanzati mi sentivo sporca perché sapevo perfettamente di stare con loro mentre ero innamorata di te… Non faccio che pensare al fatto che ero sicurissima che tra me e te non ci sarebbe mai stato niente oltre all’amicizia, mio malgrado! >> Ricordo.
<< Ed eccoci qui! >> Risponde.
<< Mi sembra un sogno. Io non lo avrei mai immaginato! Ero sicura che non mi avresti mai notata. >> Lui ferma il mio racconto catturando le mie labbra in un altro bacio.
<< Non pensarci più! Ce ne ho messo di tempo, ma eccomi qui. Sono tuo e sappi che questo non cambierà mai! >> Mi assicura. Lorenzo piega il braccio destro, posa la testa sulla mano e inizia a giocare con i miei capelli.
<< E sappi che non è stato affatto come fare l’amore con mia cugina. Anzi, se sposti il lenzuolo potrai renderti conto che sono pronto a ricominciare! >> Sussurra con fare sicuro e malizioso contro le mie labbra. Sorrido cercando di nascondere di nuovo il viso per l’imbarazzo.
<< Vieni qui! >> Mi ordina. Con un balzo è sopra di me e mi bacia.
<< E’ stato bellissimo… >> Sussurra guardandomi dolcemente.
<< Anche per me è stato bellissimo. L’ho desiderato così tanto… >> Rispondo. Lorenzo cattura nuovamente le mie labbra prima di tornare steso accanto a me. 
<< Ma che ora è? >> Mi chiedo. Lui afferra il suo cellulare.
<< Ora di pranzo, quasi! >> M’informa. Appoggio la testa al suo petto.
<< Camilla, mio padre, David, tuo padre, Gonzalo… >> Elenca, scorrendo le diverse chiamate di questa notte.
<< Ho paura ad accendere il mio cellulare, chissà cosa troverò! >> Asserisco. Poso un bacio sul suo petto.
<< Porca vacca. >> Impreca, per poi passarmi il suo cellulare. Leggo il messaggio di Gonzalo.
 
“Ciao, mi dispiace per il casino che ho combinato. Questa mattina mio padre ha chiamato il padre di Roberta e gli ha detto “di noi”.  Non credevo sarebbe scoppiato un casino del genere!”
 
Sconvolta, rendo il cellulare a Lorenzo.
<< Ok, sono morta! >> Constato. Lui si ravviva i capelli.
<< BASTA! >> Sentenzia. Mi spavento un po’ per il suo scatto. Si alza in piedi.
<< Basta cosa? >> Gli domando.
<< Basta. Questa è stata la notte più stupefacente della mia vita, ho fatto l’amore per la prima volta! Ho passato la notte più bella della mia vita con la ragazza che amo, e questa mattina devo nascondermi accettando che la mia fidanzata finga di essere la ragazza di un degenerato e pure stronzo? All’inferno Silvia e all’inferno il mio lavoro! Mi guadagnerò l’odio di Diego? Sarà lo scotto da pagare per quello che ho fatto, ma non devi andarci di mezzo tu! >> Asserisce. Rimango seduta sul letto, completamente immobile e stupita.
<< Verrai cacciato, verremo cacciati. Diego perderà la presidenza! >> Obbietto.
<< E se ci stessimo facendo mille paranoie per niente? Magari Silvia non dirà niente, magari Giulio neanche le interessa! >> Ragiona ad alta voce.
<< E’ un grosso rischio… >> Rifletto. Lui si inginocchia sul letto, afferra il mio volto con entrambe le mani e mi bacia.
<< Io ti amo e questa è l’unica cosa che conta. Stasera andremo a casa dei miei e diremo loro come stanno le cose, poi parlaremo con tuo fratello, lo vuoi anche tu? >> Mi domanda. Mi si riempiono gli occhi di lacrime.
<< Lo faresti davvero? >> Domando, accarezzando il dorso della sua mano ancora posata sul mio viso.
<< Sì, per noi! Non posso permettere che questa storia di Gonzalo ci sfugga di mano, che magari ti tocchi pure baciarlo! Impazzirei! >> Asserisce. Il mio cuore galoppa. Non l’ho mai visto così determinato! Lo abbraccio forte e lo bacio con ardore. Cadiamo stesi sul letto, continuando a baciarci.
 
 
 
[Betty]
Mamma che faccia! Mia cognata ha l’umore sotto le suole delle scarpe quest’oggi.
<< Accompagno Armando nella sua passeggiata. >> Annuncia mio cognato. Mio marito si sporge verso il divano, io allungo la testa all’indietro così che possa baciarmi.
<< A più tardi. >> Lo saluto.
<< Ci vediamo dopo, Cami? >> Domanda mio cognato a colei che è ancora sua moglie.
<< Sì, io sto un po’ qua con Betty, magari l’aiuto per la cena di questa sera. >> Si offre.
<< Perfetto, a dopo! >> Asserisce Armando uscendo in compagnia di Kristoff.
<< Camilla, vuoi parlare un po’? >> Le propongo, accarezzandole una spalla.
<< No, Betty, non ti offendere ma ho un gran mal di testa! >> Asserisce e non ne dubito. Per ingannare il tempo accendo il tablet e controllo la mia posta elettronica. Una e-mail attira la mia attenzione.
<< Non ci posso credere… >> Penso ad alta voce aprendo l’e-mail.
<< Che succede? >> Si chiede Camilla, avvicinandosi a me per sbirciare.
 
Ciao Betty,
è passato moltissimo tempo dal nostro ultimo contatto, e so che questa mia e-mail ti stupirà.
Spero che tu stia bene e che la tua vita sia stata e che sia serena, l’ho sempre auspicato. Non ce l’ho mai avuta con te per la scelta che facesti, in cuor mio sapevo che presto o tardi ti saresti riconciliata con Armando. Dopo la nostra separazione, come sai, sono tornato a Cartagena, dove ho conosciuto Jequeline, colei che è stata mia moglie e la madre dei miei figli. Sono stato felice fino a che non ci ha tragicamente lasciati.
Ti domanderai “mi ha scritto per rendermi partecipe della sua vita?”. No, il motivo è un altro. Ho da poco intrapreso una relazione con una nuova compagna, Alma, ovvero la madre di Silvia Duarte, credo che tu la conosca. So che era fidanzata con tuo figlio Lorenzo, l’ho conosciuto durante la mia ultima visita a Bogotà, quando abbiamo organizzato un pranzo per conoscere il fidanzato di Silvia. Sono stato invitato anche io al suo compleanno, Martedì. Non so se tu e tuo marito ci sarete ma mi sembrava giusto informarvi anticipatamente della mia presenza. Vuoi chiamarlo scherzo del destino? Io credo che lo sia.
Ti auguro il meglio,
Michel Doinel.
 
 
<< Michel… quel Michel? >> Chiede conferma Camilla, avendo letto l’e-.mail. Annuisco.
<< Come faccio a dirlo ad Armando? Vorrà disertare la cena di compleanno di Silvia. >> Penso ad alta voce, ancora sconvolta da questa coincidenza!
<< Certo che il mondo è piccolo! Comunque, secondo me, glielo devi dire. Sarebbe un suo diritto decidere di non andare a quella cena… Ricordo come stava male durante il periodo in cui stavi con Michel! >> Mi ricorda mia cognata.
<< La prenderà malissimo! >> Penso ad alta voce.
<< Betty… Io devo dirti, anzi confessarti una cosa, prima di impazzire. >> Asserisce mia cognata.
<< Che cosa? >> Le domando, pronta al peggio!
<< Ieri sera, come sai, ho alzato parecchio il gomito e… ero molto ubriaca e l’ho fatto senza rendermene conto, so che è stata una cazzata, e vorrei cancellare quello che è successo dalla mia memoria! >> Introduce. No, non sono pronta al peggio!
<< Camilla, cos’hai combinato? >> Le domando.
<< Ho baciato un altro uomo! >> Confessa per scaricare su di me la sua coscienza. Perché sentiva il bisogno di dirmelo?!
<< Chi? Conosciamo tutti gli ospiti che erano alla festa ieri… di chi si tratta? >> Le domando sconvolta! Lei si porta le mani in viso e mugugna un nome… spero di aver capito male!
<< Stai scherzando, vero? Non hai detto Daniele Valencia? >> Chiedo conferma, sperando di aver capito male!
<< Sì, Betty. Ho baciato Daniele! >> Confessa. Perché mi ha coinvolta in questo?!
<< E immagino che Kris non lo sappia! >> Ne deduco.
<< Certo che no. Sarebbe andato dritto da Daniele, non per dialogare, così lo avrebbe saputo Patrizia e sarebbe scoppiamo il finimondo! E’ stata una cazzata ed è giusto che piombi nel dimenticatoio! >>
<< Perciò hai deciso di dirmelo! >> Commento ironica.
<< Mi dispiace, ma stavo per scoppiare, dovevo confidarmi con qualcuno e tu sei l’unica persona a cui ho pensato. Sei sempre stata un’amica e non giudichi mai nessuno! >> Mi spiega.
<< Cami, non so cosa ti aspetti adesso da me. Dovrei tenere questa cosa nascosta ad Armando? >> Le domando. Non so se potrei farcela!
<< Oh mio Dio, Betty… Non ci avevo pensato… Ti ho messo in questa posizione così scomoda… >> Riflette ravvivandosi i capelli.
<< Non posso rischiare che Kristof scopra del bacio… Quest’oggi mi ha confessato di essersi sempre sentito in competizione con Daniele, dato che lui era il preferito di mia madre! Per questo ha fatto di tutto per sbarcare il lunario, utilizzando anche vie traverse… >> Afferma.
<< Vie traverse? >> Chiedo confusa.
<< Lascia stare! Non posso dargli questa batosta! >> Afferma.
<< Ma se vuoi divorziare da lui perché non lo ami più! >> Le ricordo. Le scappa una lacrima e cerca un mio abbraccio. Le accarezzo la schiena.
<< Cami, io credo che tu sia molto confusa! Devi fare chiarezza, devi cercare di capire se ami ancora oppure no tuo marito. >> Le suggerisco.
<< Betty… E’ così difficile! Kristof non è più l’uomo che ho sposato, ma quando oggi mi ha confessato il suo stato d’animo mi sono chiesta se non abbia sbagliato tutto anche io. Avrei dovuto fare di più per rassicurarlo! Non mi sono accorta che poco a poco la competizione con Daniele lo stava logorando, benché fossimo lontani! >> Si sfoga. Le coccolo la testa.
<< Credo che dovreste sfruttare questi giorni che passerete insieme per parlare. Anzi, perché non fate un tentativo prima di interrompere il vostro matrimonio? Fate un viaggio insieme! >> Suggerisco.
<< Non è il momento questo per una vacanza. Non so più cosa fare, Betty! >> Ammette. Che situazione! Ci separiamo quando il suo cellulare squilla.
<< Non conosco questo numero! >> Asserisce, prima di rispondere.
<< Pronto, qui Camilla Mendoza, con chi parlo?... Daniele…. >> Lo nomina, guardandomi. Che vuole questo adesso? Gli sembra il caso di chiamarla?
 
 
 
[Daniele]
Non sono riuscito a restare con il dubbio, chiedendomi se Camilla ha memoria o no di quello che è successo ieri! Con l’imbarazzo di come comportarmi al prossimo incontro.
<< Sì Camilla, sono Daniele. Avevo annotato il tuo numero di cellulare in una rubrica quando i nostri ragazzi stavano insieme. >> Le spiego. Un ricordo spiacevole!
<< E come mai mi telefoni? >> Mi domanda. Significa che non ricorda niente?
<< Ieri sera, quando ti ho riaccompagnata alla festa, eri molto alterata e mi chiedevo se fossi arrivata a casa sana e salva! >> Azzardo.
<< Sì, come puoi sentire sono ancora viva e vegeta. Cosa significa che mi hai riaccompagnata alla festa? >> Mi domanda. Non ricorda!
<< Non ricordi cos’è successo? >> Le domando.
<< No! L’ultima cosa che ricordo è di essermi intrufolata nell’ufficio di Diego e di aver sottratto una bottiglia dal minibar. Ne approfitto per scusami per aver dato spettacolo litigando con tua moglie e per le cose spiacevoli che le ho detto. Mi ha fatto saltare i nervi spettegolando di me e mio marito! >> Interviene.
<< Grazie per le scuse e le ricambio. Purtroppo il gossip è lo sport preferito di Patrizia, dopo lo shopping e prima del pilates! Comunque ieri sera ti ho semplicemente trovata riversa a terra nel bagno e ti ho accompagnata a prendere una boccata d’aria. >> Mento, traendo un immaginario sospiro di sollievo! Nessuno mai parlerà di quel bacio!
<< Ti ringrazio Daniele, anche se non me ne ricordo proprio. Scusami, ma adesso devo chiudere. Scusami ancora. >>
<< Arrivederci Camilla. >> La saluto, ponendo fine a questa difficile conversazione. Almeno riguardo a questa storia posso dormire sonni tranquilli!
 
 
 
[Armando]
Certo che mio cognato e proprio di compagnia! Da 10 minuti camminiamo nel parco, senza proferire parola.
<< Hai parlato con Camilla? >> Gli domando, per rompere il ghiaccio.
<< Sì, questa mattina, quando si è svegliata. >> Mi risponde.
<< Io non ho ancora ben capito perché vogliate divorziare… Cos’è successo? >> Gli domando fuori dai denti. Si ferma e si siede su una panchina, io lo imito.
<< Il nostro matrimonio non funziona più. Lei dice che non sono più l’uomo che ha sposato, che sono logorato dall’invidia e posseduto dalla brama di ricchezza, e non le posso dare tutti i torti. >> Ammette con franchezza. Finalmente sta abbattendo questo muro e inizia a spiegare tutto!
<< Questa mattina le ho confessato che è iniziato tutto quando dentro di me sono entrato in competizione con Daniele. Margherita non faceva che ripetere quanto fosse ricco, quanto fosse intelligente, quanto fosse benestante, quando fosse elegante, eccetera! Ma ero io suo genero, maledizione! Ho fatto di tutto per raggiungere Daniele sulla vetta! E facendolo sono diventato come lui, un idiota che non riesce più a dare a sua moglie l’affetto che deve e nelle cui mani la famiglia si sta sfasciando! >> Confessa.
<< E spero te ne vergognerai! Daniele Valencia ti sembra un tipo da imitare? Cose da pazzi! >> Commento allibito. Si tormenta le mani.
<< Non ha più importanza, Cami non mi vuole più. >> Afferma con amarezza.
<< Camilla ha lasciato Daniele per te all’epoca. E poi l’uomo che adorava diventa come quello che ha mollato… E’ ovvio che non ti desideri più. Dimostrale di essere ancora l’uomo che la faceva sorridere. >> Gli suggerisco.
<< E’ più complicato di così. Di mezzo ci sono avvenimenti di cui non ti posso proprio parlare! >> Mi racconta. Quali segreti nascondono?
<< E cercate di risolverli questi problemi! “In salute e in malattia, nella buona e nella cattiva sorte, finché morte non ci separi”. Questo è il giuramento che hai pronunciato durante la cerimonia di nozze! Non dimenticarlo. >> Gli rammento. Spero davvero che questo matrimonio non sfoci in un divorzio!
 
 
 
[Roberta]
E va bene! E’ arrivata l’ora di ricollegarmi al mondo che mi circonda. Accendo il telefono, pronta ad essere bombardata di telefonate! Mi arrivano numerosi SMS che mi informano dei numerosi contatti che hanno tentato di chiamarmi mentre era spento. La prima persona che richiamo è mio fratello.
<< Finalmente! >> Esordisce.
<< Ciao fratellone. Io ho spento il cellulare per essere lasciata in pace. >> Mi giustifico.
<< Ok, ma per lo meno a noi che siamo i tuoi fratelli vuoi dare una spiegazione su questi strani avvenimenti? >> Mi domanda.
<< C’è anche Michael lì con te? >> Domando conferma.
<< Ovviamente, ma non cambiare argomento. Gonzalo?! >> Chiede con stupore.
<< E’ una lunga storia. Posso sono dirti che questa sera capirai ogni cosa! >> Affermo.
<< Perché, cosa accadrà stasera? Lo porterai alla cena dai Mendoza? >> Mi domanda.
<< Quale cena? >> Chiedo.
<< Dai Mendoza ci sarà una cena per salutarmi, saremo in pochi! I Mendoza, Isabella, tu ed io… Certo, vorrei che ci fosse Michael, dato che abbiamo poche ore per stare insieme. Tu non ne eri a conoscenza perché non eri presente ieri quando abbia preso accordi, credo che ne sia disinformato anche Lorenzo! >>
<< Lo avverto io. Posso sempre inventare una balla con Armando e Betty, dirgli che avevo fissato un appuntamento con lui ma che non voglio disertare questa cena. Chiederò loro se posso portarlo con me! >> Asserisco. Per lo meno non parleremo di me per qualche istante.
<< Dici davvero? Te ne sarei grata! >> Infondo sono brava ad inventare balle.
<< Ma quindi cosa vuol dire che stasera capirò tutto? >> Mi domanda ancora.
<< Abbi fede! >> Asserisco, sperando che questo gli basti.
<< Dimmi solo una cosa. Centra Lorenzo in questa storia? >> Mi domanda. A mio fratello non la posso dare a bere.
<< Sì, ma non farmi altre domande, te ne prego! Ne parleremo stasera. E tu, non mi racconti niente? >> Domando con una nota di divertimento. Lo avverto ridere.
<< Non ti fornirò di certo i dettagli. Accontentati di “tutto benissimo”! >> Risponde imbarazzato.
<< E mi basta! Devi fidarti di me, la cosa è molto meno tragica di quello che sembra. >> Affermo. L’unico mio rammarico riguarda Leon, penserà di me le peggio cose, almeno finché la verità non arriverà anche alle sue orecchie. Deve sapere che non l’ho lasciato per Gonzalo, mentre sono innamorata di Lorenzo.
<< A stasera. >> Mi saluta.
<< Ciao fratellino, a stasera. >> Saluto. Traggo un profondo respiro. Sono seduta sullo sgabello della cucina, Lorenzo è dietro di me in piedi e mi abbraccia.
<< Stasera ci sarà una cena dai tuoi. >> Lo informo.
<< Bene, casca a fagiolo. E' l’occasione perfetta per dare l’annuncio e spiegare a tutti come stanno le cose! >> Asserisce Lorenzo.
<< Ho un po’ di paura. Temo la reazione di Silvia! Ricordati che la vedremo tutti i santi giorni in azienda! >> Gli ricordo.
<< Cosa possiamo farci, licenziarla senza buoni motivi? Io non voglio iniziare questa relazione in un tale imbroglio! >> Asserisce. Ci baciamo ed effettuo la seconda telefonata. Camilla risponde dopo tre squilli.
<< Ciao Roby! Ho provato a chiamarti più volte. >> Esordisce, come se non lo sapessi!
<< Ciao Cami, lo so, ma avevo spento il cellulare. So che vi aspettate una spiegazione! >> Rispondo.
<< Direi! >> Risponde con fare ovvio.
<< Gonzalo ha agito così perché pensava di farci un favore, ma è evidente che non abbiamo gradito il suo gesto. >> Affermo.
<< E perché gli hai dato corda? >> Si chiede.
<< Perché, lì davanti a tutti, non me la sono sentita di dire “Gonzalo scherza, io sto con Lorenzo!” >> Spiego. << Comunque questa sera alla cena dai tuoi diremo ogni cosa. Diremo che quella festa non ci sembrava il luogo adatto dove annunciare la nostra storia! Questa mattina il padre di Gonzalo ha chiamato il mio… è scoppiato un pandemonio! Ho addirittura paura a chiamare mio padre! >> Le racconto.
<< Avete dato vita a un casino colossale per non dire subito che state insieme, cosa da matti! >> Commenta.
<< Lo so. Se potessi tornare a ieri sera…! >>
<< Comunque, chiarita questa questione… Cosa mi dici riguardo a quello di cui abbiamo parlato ieri durante le prove del vestito? >> Mi domanda con tono vispo. Sorrido per poi tossire.
<< Perché, di cosa avete parlato ieri? Potete rendere partecipi anche me? >> Domanda Lorenzo, che ha sentito tutto!
<< Fratellino, ti facevo più acuto. Delle api e dei fiori, ovviamente! >> Asserisce Camilla. Ok, non mi serve uno specchio per sapere che sono diventata tutta rossa!
<< Bene Camilla, grazie della chiacchierata! Ciao! >> Taglio, chiudendo la comunicazione. Lorenzo mi guarda e sorride spavaldo.
<< Magari vuoi che abbassi il riscaldamento? Sei diventata tutta rossa! >> Mi canzona. Gli tiro un pugno sullo stomaco e si piega fingendo chissà che male.
<< L’amore non dovrebbe rendervi più dolci? >> Si domanda.
<< Parlando di cose serie… Con i miei come facciamo? Loro non ci saranno stasera! >> Lo interrogo.
<< Facciamo che il prossimo week end andiamo a Miami! >> Propone. Gli sorrido, per poi intrecciare le nostre dita.
<< Sei davvero determinato. >> Osservo.
<< Sì! Dai, chiama i tuoi! >> Mi esorta. Trovo il numero di papà e lo chiamo.
<< Amore mio! >> Esordisce mia madre.
<< Ciao, quanto è arrabbiato? >> Le domando.
<< E’ nero come il petrolio. E non solo per quello che ha saputo su di te. Il ragazzo di tua sorella non si è ancora fatto vedere! >> Mi spiega. Mi sembra strano che Alex abbia tirato loro il pacco!
<< E’ lei? >> Sento dire da mio padre.
<< Sì. >> Gli risponde mia madre.
<< Alla buon’ora! >> Interviene alterato.
<< Ciao papà. Permettimi di dire una cosa prima. Io non sto con quel coso! >> Mi affretto a chiarire.
<< Mi stai prendendo in giro?! Ieri sera a quella festa avete detto a tutti che state insieme! Ci mancava poco che suo padre mi chiedesse che auto è meglio noleggiare per le nozze! >> Obbietta.
<< E’ un grosso equivoco. Fidati di me, non sono impazzita d’un tratto. Quel tipo mi fa venire l’orticaria! Hai pazienza di aspettare il prossimo week end? Verrò lì a trovarvi e vi spiegherò ogni cosa! >>
<< E i telefoni, le video chat che le hanno inventate a fare? >> Domanda ironico.
<< E’ qualcosa di cui voglio parlarvi a quattr’occhi. Papà, non sto con Gonzalo Torres, ti prego di credermi. >> Lo supplico. Lo sento sospirare.
<< Bene! Io ti credo e spero che avrai una buona spiegazione da darci. >> Afferma.
<< E’ così. Ti farò sapere l’ora del mio arrivo. Ma davvero Alexander non si è presentato? >> Domando conferma.
<< Sì, sono le tredici e non si è ancora fatto vivo. Che maleducato! >> Commenta.
<< Tienimi informata e salutami mamma e Olga. A presto. >> Saluto.
<< A presto. Spero che tu non mi stia prendendo in giro. >> Mi saluta (diciamo così). Quando chiudo la telefonata Lorenzo afferra il suo cellulare.
<< Chiami qualcuno? >> Domando.
<< Sì, quel demente del mio amico. >> M’informa. Lo chiama e mette in viva voce.
<< Ciao Lorenzo. Mi dispiace per tutta questa storia… >> Esordisce. Ecco, inizio a grattarmi dappertutto!
<< Lo credo bene. Comunque chiama pure tuo padre per smentire la notizia, digli pure che lo hai fatto per coprire noi, ma che abbiamo decido di annunciare questa relazione! >> Afferma.
<< Davvero? E Silvia? >> Si chiede.
<< Al diavolo. Questa storia mi ha già causato troppi guai. Vivrò la mia vita come voglio, e se Silvia sarà tanto immatura da infangarci per vendetta vorrà dire che davvero non ho perso niente. >> Asserisce, determinato più che mai!
<< Come vuoi! Anzi, è un bel sollievo. Stamattina, quando mio padre mi ha chiamato, Kara ha sentito tutto e sen’è andata lasciandomi le sue dita in faccia, credendo che fossi fidanzato! >> Mamma mia, che problemi di vita o di morte.
<< Sono davvero addolorato per la tua disavventura! Ma non ti chiesto io di dire davanti a 70 persone che sei il ragazzo della mia fidanzata. >> Lo prende in giro Lorenzo.
<< Ho sbagliato, credevo sarebbe stata una bugia innocente! >>
<< Il problema è che non pensi e io sono stato coglione a darti ascolto su Silvia. >> Si lamenta Lorenzo.
<< Non ti ho di certo puntato un coltello alla gola! Hai accolto il mio consiglio di tua volontà. Non puoi sfogare su di me la frustrazione per i tuoi sbagli! Né sono stato io a dirti di aprire un’azienda parallela, o di fare affari con quella gente, o di confessare questa cosa a una con cui stavi da meno del tempo che trascorre da Natale a Santo Stefano, e in cambio di una scopata! Sei venuto tu a cercarmi per avere il suo contatto! >> Gli ricorda Gonzalo, scaldandosi.
<< Quanto al resto, sono contento per te se ti sei fidanzato, ma non è che adesso tutti dobbiamo imitarti. C’è chi sta bene così! E una volta neanche troppo lontana eri come me, perciò evita di guardami di mal’occhio! >> Prosegue nel suo sproloquio Gonzalo.
<< Quand’è che ti avrei giudicato perché non vuoi mettere la testa apposto?!... Pronto! Ha riagganciato. >> Mi informa Lorenzo. Quella sì che era una sfuriata!
 
 
 
[Giulio]
E con questo sono 30 i curriculum che ho invitato. Mi auguro di ricevere presto delle risposte! Poso il tablet sul tavolino del bar e sorseggio il mio caffè prima di afferrare il telefono per telefonare a questo tizio che affitta appartamenti. E’ un appartamento non tanto lontano dall’Ecomoda, conosco la zona e non è proprio una zona cara. Mi piacerebbe andare a vivere in una casa di lusso ma se non dovessi trovare lavoro in fretta quello che percepisco con le quote esigue dell’Ecomoda che papà mi ha ceduto non mi basterebbe neanche per fare la spesa!
<< Pronto? >> Risponde un tizio con la voce roca.
<< Salve, mi chiamo Giulio Valencia e telefono per l’appartamento dell’annuncio numero 5839. E’ ancora libero? >> Chiedo.
<< Salve, sì. L’appartamento si è liberato da pochissimo perciò non ho ancora trovato un altro affittuario. Possiamo fissare un appuntamento per la visita. >> Propone.
<< Ok, anche oggi, se lei è disponibile. >> Taglio corto.
<< Anche subito? >> Propone. Non perde tempo!
<< Facciamo tra mezz’ora? Mi trovo fuori zona, il tempo di sbrigare una commissione e arrivare in taxi. >> Contratto.
<< Bene. Ha l’indirizzo? >> Mi domanda.
<< Sì, sul sito web c’è la mappa! Ci vediamo tra poco, signor…? >> Domando.
<< Antonio Echevvaria. A più tardi signor Valencia! >> Mi saluta, ponendo fine alla conversazione. Poso il tablet nella borsa, lascio una banconota sul tavolo ed esco dal locale. Attraverso la strada ed entro nel piccolo negozio per sbrigare quella commissione.
<< Buongiorno! >> Mi saluta una donna anziana e curata.
<< Buongiorno. Sono qui per prenotare una composizione di fiori, da consegnare Martedì 1 Febbaraio, meglio se di mattina presto, magari verso le 8! >> Espongo.
<< Certamente. L’indirizzo? >> Mi domanda. Estraggo dalla tasca il foglietto su cui l’ho annotato e lo rileggo. No, non può essere! Come ho fatto a non farci caso prima? L’indirizzo di Silvia, che ho trafugato dalla sua scheda aziendale, è lo stesso dell’appartamento che sto per visitare.
<< Signore, l’indirizzo? >> Mi richiama la donna.
<< Sì, scusi. La ragazza si chiama Silvia Duarte, e vorrei che insieme ai fiori le venisse recapitata questa busta. >> Spiego, porgendo la busta alla donna. La tipa scrive tutto.
<< Bene, le posso consigliare quali fiori mettere nella composizione o lo sa già? >> Mi chiede. Accetto la sua proposta ed inizia a illustrarmi le varie possibilità. Spero di non sbagliare fiori!
 
 
 
[Silvia]
<< Passi molto tempo con Leon! >> Contata Francesco, mentre termina di lavare i piatti che abbiamo sporcato per il pranzo.
<< Sì, perché è un ragazzo simpatico e come me cerca compagnia, e non il genere di compagnia che tu credi. Siamo amici! >> Specifico.
<< Non volevo alludere niente. Mi cambio e usciamo per fare la spesa, ok? >> Propone. Annuisco mentre ripongo centrino e centrotavola al loro posto.
<< Tu piuttosto, hai preso bene l’arrivo di Cèsar. >> Affermo cercando di capire come si senta.
<< Cos’avrei dovuto fare, strapparmi i capelli? Verrà il giorno in cui, anche io, conoscerò l’uomo giusto per me. >> Afferma dalla stanza da letto.
<< Chissà se arriverà anche per me! >> Penso, infilandomi il giubbino. Uomo che ovviamente non è quel cafone di Giulio!
<< Magari l’uomo giusto per te è… >> Tenta di dire Francesco, tornando in soggiorno ma fermo la sua affermazione sul nascere.
<< Non lo dire neanche! Giulio è solo un buzzurro, lo detesto! >> Mi affretto a ricordare.
<< Io volevo dire Leon. Ma è interessante come tu abbia subito pensato a Giulio, la questione sarebbe da sviscerare! >> Mi prende in giro. Lo colpisco con la borsa mentre usciamo. Sulle scale incrociamo il padrone di casa che sta portando su secchi e scopettoni. Osserviamo con una nota di malinconia l’appartamento vuoto di Isabella, la cui porta è aperta.
<< Salve signor Antonio. Grandi pulizie? >> Domanda Francesco.
<< Buongiorno. >> Lo saluto.
<< Ciao ragazzi. Verrà un tipo a vedere l’appartamento oggi. Dalla voce sembra un tipo giovane, presto sarete in buona compagnia, speriamo per le mie finanze! >> Accidenti, ha già trovato qualcuno!
<< Lo speriamo per le sue finanze! Andiamo? >> M’incita Francesco.
<< Non sei curioso di sapere di chi si tratta? >> Gli domando.
<< Certo! Se è un bel ragazzo, me lo prendo io! >> Scherza, strappandomi una risata.
 
 
 
[Olga]
I miei stanno ancora parlando di questa storia di Roberta e Gonzalo, ma per me le loro voci sono come un ronzio lontano. Continuo a guardare fuori dalla finestra mentre cerco di chiamarlo. Il cellulare risulta ancora spento. Tiro su con il naso cercando di ricacciare indietro le lacrime di delusione che vogliono uscire dai miei occhi. Per un attimo il mio cuore si illumina di speranza quando il mio cellulare squilla. Lo giro con lo schermo in su e mi accorgo che non è Alex a chiamarmi ma solo sua madre.
<< Pronto? >> Esordisco.
<< Ciao Olga! >> Mi saluta.
<< Marcella, perché Alex non si è presentato? >> Domando senza tanti preamboli.
<< Forse è meglio se ti metti seduta, ciò che sto per dirti non… non è bello! >> Afferma con voce rotta. Ubbidisco e mi siedo sul divano.
<< Che succede? >> Mi domanda mio padre, sedendosi sul divano con me e mia madre. Tremo.
<< Ieri sera sono entrati i ladri in casa nostra. La mia domestica è stata addormentata, quando Alex è tornato dal supermercato lo hanno colto alle spalle e tramortito. La buona notizia è che aveva già chiamato la polizia perciò i soccorsi sono arrivati subito! >> Mi illustra. Comincio a piangere tra le braccia di papà.
<< E-e adesso c-come sta? >> Singhiozzo.
<< Non si è ancora svegliato. Mio marito si trova al Miami Memorial nel caso vogliate andare. Io e mia sorella stiamo per prendere il volo di ritorno. Vedrai che andrà tutto bene! >> Cerca di rincuorarmi, ma secondo me non ci crede neanche lei!
 
 
 
[Marcella]
Il traffico domenicale è mostruoso. Per fortuna l’aereo che dobbiamo prendere è privato perciò non partirà senza di noi!
<< PERCHE’ QUEI DOTTORI STRAMALEDETTI NON DICONO NIENTE!? >> Urlo, al telefono con mio marito.
<< Perché fino a che non si sveglia non possono ragguagliarci sulla situazione. Stai tranquilla! Perciò tuo fratello ti ha prenotato un volo privato? >> Chiede conferma.
<< Esatto, stiamo andando adesso al club privato di cui è socio. Poco fa ho chiamato la ragazza di nostro figlio, lei e la sua famiglia lo aspettavano per pranzo quest’oggi. Dovrebbero arrivare lì in ospedale a momenti. >> Spiego a Russell. Evito con cura di parlare di noi.
<< Marce, a proposito di noi… >> Tenta di introdurre l’argomento.
<< Non è il momento questo! >> Lo fermo.
<< Volevo solo dirti che ti amo ancora, ti amo tantissimo e mi sento una vera merda. Se mi darai una seconda chance non  accadrà mai più niente del genere! >> Specifica. Non ce la faccio, non riesco a credergli sulla parola, non dopo così poco tempo!
<< Vedremo. Ci sentiamo dopo, ti mando un messaggio quando decolliamo. >> Taglio corto. Pongo fine alla conversazione senza dargli il tempo di salutarmi.
<< Tutto ok? >> Mi domanda Bea, accarezzandomi una spalla. Annuisco debolmente.
<< Devo chiamare Mario. >> Penso ad alta voce. Lui non conosce ancora questa situazione. Cerco il suo numero in rubrica e gli telefono per comunicare questa brutta notizia per l’ennesima volta.
 
 
 
[Massimiliano]
Ci osservano tutti o e solo una mia impressione? Giulia solleva il calice e beve un sorso di vino dopo di che con un gesto sicuro sposta i capelli dalle sue spalle. Il nostro primo “appuntamento” è talmente recente che ricordo ancora le sensazioni che ho provato: durante quella colazione riuscivo solo a pensare a quanto fosse viziata e arrogante… un demonio! Si era avvicinata a me solo perché facevo parte del suo progetto per aiutare il fratello. E oggi, a distanza di così poco tempo, abbiamo preso casa.
<< Qualcosa non va? >> Mi domanda, notando che mi ero incantato e la stavo fissando. Scuoto la testa.
<< Stavo pensando ai nostri primi incontri – scontri. >> Ammetto. Giulia piega leggermente il capo.
<< Tu mi piacevi già da allora! Ho subito pensato che fossi bellissimo. Ma non credevo che mi saresti piaciuto anche interiormente, né tantomeno credevo che io ti sarei piaciuta interiormente! >> Risponde. Le accarezzo il dorso della mano che tiene sul tavolino.
<< Ho cominciato a guardarti con occhi diversi la sera in cui ti ho aiutato. Ho visto in te una persona capace di provare emozioni! Mi sono reso conto che mi piacevi. >> Ammetto. Anche se lì per lì ho fatto di tutto per ignorare questa attrazione.
<< Bhe, un po’ lo avevo intuito. Dal tuo tenermi a distanza senza rifiutarmi palesemente, dal tuo punzecchiarmi. Com’è che mi hai chiamato più di una volta? >> Domanda sorridendo. Rido.
<< Manichino! >> Ricordo, come se fosse un avvenimento di un lontano passato.
<< E mentre lo dicevi ti immaginavi sopra di me? >> Mi domanda sotto voce, sfacciatamente. Passa il suo indice sotto il mio mento. Arrossisco ma non faccio in tempo ad rispondere perché tre ragazzine si avvicinano a noi.
<< Scusate? Possiamo chiedervi una foto insieme? >> Domandano timidamente. Guardo Giulia con una certa perplessità! Probabilmente hanno usato il plurale in modo improprio, sono certa che si riferiscono a Giulia.
<< Certo! >> Accetta Giulia con entusiasmo.
<< Ve la scatto io! >> Mi offro. Allungo la mano per invitare la ragazzina a passarmi il suo smartphone che tiene in mano ma lei esita.
<< Noi speravamo volessi farti anche tu una foto con noi. >> Interviene la ragazzina.
<< E’ una coincidenza assurda! Cioè no, noi stavamo sedute là, a leggere i commenti sotto la vostra foto e cercando notizie su di te! Poi no, alziamo lo sguardo e ti vediamo seduto al bar! Assurdo! >> Spiega con un’euforia che mette paura una delle ragazze, masticando una gomma. Un tantino coatta, la definirebbero a Roma!
<< Scusa, ma di quale foto parli? >> Chiedo.
<< Massi, parleranno delle foto che hai fatto ieri, ti sei dimenticato del servizio pubblicitario? >> Mi ricorda Giulia. Con tutti gli avvenimenti delle ultime ore avevo proprio rimosso la faccenda del servizio pubblicitario!
<< Vuoi dirmi che le foto sono già online? >> Domando con sorpresa.
<< Perciò ti chiami Massi? >> Mi domanda una ragazza.
<< Massimiliano. >> Preciso. Le tre emettono dei gridolini. Oddio, ma sono pazze? Sembrano mia sorella Sara e le sue amiche qualche anno fa, alla vista di Fedez! Con la differenza che lui è una star mentre io non sono nessuno!
<< Allora, vogliamo fare questa foto o vuoi deludere le tue fans? >> Mi punzecchia Giulia. Sorrido a disagio e impreparato a una cosa del genere! Una delle ragazze estrae dalla borsa un’asta per i selfie, posiziona il cellulare ed effettua diversi scatti (tutti identici tra loro a mio parere). Per fortuna la cosa dura poco tempo! Pretendono da me un bacio sulla guancia e si allontanano saltellando, non prima di avermi chiesto quanti anni ho, il mio cognome e di dove sono nativo. Quando si allontanano Giulia ridacchia.
<< Dovresti vedere la tua faccia! Era solo una foto. >> Mi canzona.
<< Tu ci sarai abituata, io no! Tutto questo è stato causato da una sola pubblicità? >> Mi domando mentre Giulia estrae il cellulare.
<< Mio padre ha provato di nuovo a chiamarmi… >> Mi informa. Si porta il telefono all’orecchio. Mica lo starà richiamando?! Mi irrigidisco.
<< Signor Ortega! >> Afferma Giulia, salutando il tipo naif che ha diretto il servizio pubblicitario. Mi rilasso.
<< A dire il vero no, ho avuto dei problemi e non ho ancora visto le foto… Massimiliano?... Nemmeno lui, è stato molto impegnato e ha avuto le sue grane, perciò la chiamo…. Il servizio ha riscosso successo?.... Davvero?!... Quante volte?... Certo, andrò subito a vedere, non appena chiuderò la comunicazione con lei… Vorrebbe il numero di Massimiliano?... >> Le sento dire. Scuoto il capo in segno di diniego.
<< E se fissassimo un incontro?... >> Propone Giulia. Scuoto ancora il capo e lei mi fa segno di stare zitto.
<< Domani a cena può andarle bene? Massimiliano lavora durante il giorno…. Certo, al Bonterra alle 21. A domani! >> Saluta Giulia.
<< Perché hai accettato il suo invito per me, mentre ti stavo dicendo di no? >> Protesto.
<< Guarda! >> Mi risponde, afferro il suo cellulare osservando una delle foto che abbiamo fatto.
<< Su twitter è stata rimandata qualcosa tipo 500 mila volte da quando è stata pubblicata, ieri sera! Su facebook è diventata virale. >> Mi fa notare. Leggo i commenti sotto la foto su Facebook dove tutti chiedono a tutti se conoscono il nome del modello nella foto con la famosa Giulia Valencia. E’ la prima volta che vedo la foto e non sembro neanche io! Sono sbalordito!
<< Ortega mi ha detto di aver ricevuto diverse chiamate dai suoi più famosi clienti… dai grandi marchi della moda, passando per le multinazionali alimentari più famose. Tranquillo, Ortega non ha rivelato la tua identità, è per questo che vorrebbe parlare con te domani sera. >> Mi spiega. Sorrido.
<< Ma a me non interessa fare carriera come modello… >> Commento sorridendo. Giulia mi dà un leggero scappellotto sulla nuca.
<< E’ l’opportunità della tua vita. Non vuoi neanche sentire cosa vuole proporti Ortega? >> Mi domanda. Poso il suo cellulare.
<< Io… Non lo so! Non cerco la notorietà! >> Ripeto.
<< Hai la più pallida idea di quanti miei colleghe e colleghi abbiano cominciato per gioco, senza volerlo e senza frequentare alcun corso? Fare quel servizio con te è stato divertente, lo ammetto. Sarebbe un sogno lavorare insieme, non credi? Ma non ti voglio certo costringere. Hai questa opportunità, che ti è piovuta dal cielo, e deciderai tu se sfruttarla o meno. Io cavalcherei l’onda! >> Commenta Giulia. Il discorso muore quando notiamo Isabella e Diego, mano nella mano, avanzare verso di noi.
Poco tempo fa vedendoli così lo avrei ammazzato di botte mentre oggi provo la più assoluta indifferenza. Come possono cambiare le cose! Ci alziamo quando i due raggiungono il nostro tavolo.
<< Ciao. >> Salutano.
<< Ciao. >> Rispondiamo, con ovvio imbarazzo.
<< Noi abbiamo già ordinato durante l’attesa… >> Affermo, indicando il tavolino, anche se è cosa ovvia! Ci accomodiamo.
<< Avete fatto bene. Abbiamo tardato a causa del traffico! >> Commenta Diego, del tutto disinvolto, come Giulia. Isabella per lo più tiene lo sguardo basso.
<< Bel foulard, io ne ho uno identico. Hermes? >> Commenta Giulia, rivolto ad Isabella. Mi irrigidisco a causa del suo commento! Spero che Diego non si alzi per strozzarla!
<< No, H&M, all’Ipercity di Padova. In saldo. >> Risponde lei prima di arrossire. Questa specie di incontro non comincia sotto i migliori auspici!
<< Devo aspettarmi che questa domanda idiota sia la prima di una lunga serie? Dimmelo, così mi preparo! >> La punzecchia Diego.
 << Sei sempre così scontroso! >> Risponde la mia ragazza mentre Isabella alza la mano per attirare l’attenzione della cameriera.
<< Buongiorno, dovete ordinare? >> Chiede la ragazza estraendo dalla tasca della traversa blocchetto e penna.
<< Per me un caffè normale. >> Ordina Diego.
<< Un succo di frutta alla pesca. >> Ordina Isabella. La ragazza segna tutto e si allontana.
<< Parlando di cose più serie… >> - Introduce Diego, lanciando un’occhiataccia a Giulia - << Hai detto che dovevi parlarmi, giusto? >> Mi domanda. Annuisco.
<< So che mi prenderai per matto, ma ti volevo chiedere se fosse possibile ritirare la mia domanda di dimissioni. Diciamo che gli ultimi avvenimenti mi hanno fatto cambiare idea… >> Spiego brevemente. Afferro la mano di Giulia sul tavolo e ci sorridiamo a vicenda.
<< Se si tratta solo di questo, non c’è alcun problema. >> Asserisce Diego quando la cameriera torna con l’ordinazione.
<< Può pagare dopo. >> Afferma la ragazza quando Diego sta per estrarre il portafogli. Lo rimette via e zucchera il suo caffè.
<< Ti ringrazio allora. >> Rispondo con un certo imbarazzo. Che strana situazione, chiacchierare amabilmente con Diego Mendoza.
<< Mi dispiace per quanto accaduto ieri sera, e che Daniele Valencia pensi di te quelle cose. >> Interviene Isabella verso di me.
<< Non mi aspettavo una simile reazione… >> Ammetto.
<< Cosa farete adesso con lui? >> Chiede Diego.
<< Me ne sono andata di casa! E abbiamo appena preso in affitto un appartamento tutto nostro. Intendo evitarlo vita, natural, durante! >> Spiega Giulia.
<< Magari cambierà idea. La tua rabbia è giustificata, ma è pur sempre tuo padre, con tutti i suoi difetti… >> Interviene Isabella.
<< Senza offesa, ma non hai la minima idea di cosa vuol dire crescere con un padre assente, stronzo e anaffettivo. Questa è solo l’ennesima di mille mancanze, ed io non lo posso perdonare! >> Le risponde indietro Giulia. Il volto di Isabella si rabbuia, spero non si sia offesa, in fondo cercava solo di essere di sostegno.
<< Hai ragione, non lo so cosa vuol dire. Scusate, vado a pagare, offro io. >> Asserisce alzandosi per entrare nel locale. 
<< Voleva solo darti una mano, cercava di essere carina! Potevi evirare di reagire così, sei proprio una strega! >> Sbotta Diego.
<< Bada a come parli! Ho solo detto la verità, senza offesa ma stava dandomi consigli su una materia che non conosce. Sicuramente avrà vissuto nella famiglia della mulino bianco, unita e felice! >>
<< Che sia così o no, non lo sai. Potevi ringraziarla senza protestare, vista la gentilezza che dimostra nei tuoi confronti. Gentilezza che non ti meriti visti i trascorsi! >> Risponde Diego. Che incontro disastroso! I due si guardano negli occhi per alcuni secondi… Perché quello sguardo? Isabella torna al tavolo.
<< Andiamo? Massimiliano, riguardo la tua pratica di licenziamento invierò subito l’ordine a Francesco di bloccarla. Ciao. >> Asserisce Diego allontanandosi con Isabella. Non me la posso prendere con Giulia, lei non è a conoscenza dei dettagli circa la vita di Isabella.
<< Che idiota! >> Protesta Giulia, nei confronti di Diego.
 
 
 [Michel]
Sono impegnato con la contabilità ma la verità è che continuo a gettare l’occhio al pc e ad aggiornare la mia casella postale, sperando in una risposta di Betty. Alma fa irruzione nel mio studio senza bussare. Chiudo la casella postale.
<< Amore, ho avuto una bella idea. >> Introduce. Si posiziona dietro di me e mi accarezza il petto.
<< Ovvero? >> Le domando.
<< Cosa ne dici di anticipare la nostra partenza? Partiamo stanotte, così potrò passare qualche ora in più con mia figlia. >> Mi supplica massaggiandomi in collo.
<< Ma al ristorante ho già organizzato le cose avvertendo che sarei partito Martedì mattina… >> Le spiego.
<< E allora a che ti serve un direttore? Se la caveranno. Così io passerò del tempo con mia figlia e i tuoi ragazzi, si potranno conoscere meglio e tu potrai visitare il ristorante di Bogotà. >> Contratta.
<< Va bene, chiama subito la compagnia aerea per il cambio di biglietti. >> Cedo. Posa un bacio sulla mia guancia prima di abbandonare la stanza. Apro la finestra del browser e aggiorno la casella. Nessuna nuova e-mail.
 
 
[Betty]
<< Si arrabbierà tantissimo. >> Constato, pensando a come dire ad Armando che Michel mi ha scritto e che sarà presente a quella cena.
<< Non mi perdonerebbe mai! >> Si lamenta mia cognata, parlando del bacio con Daniele.
<< E’ stata una bella mossa fingere un amnesia da sbornia, mi chiedo solo se basterà. Evidentemente Daniele è rimasto turbato da quel bacio o non ti avrebbe chiamato! >> Le faccio notare.
<< Non dirlo neanche per scherzo e abbassa la voce, Lena può sentire! >> Mi prega. Ci voltiamo verso la terrazza osservando Lena che, stesa sul lettino, si gode questa giornata di sole con gli auricolari  alle orecchie.
<< Ha la musica, non ti può sentire. >> Asserisco, quando sentiamo Armando e Kristoff rientrare dalla loro passeggiata.
<< Eccoci di ritorno. >> Asserisce Armando.
<< Lunga come passeggiata. Non vi abbiamo visto tornare così abbiamo pranzato! >> Spiega Camilla.
<< Ci siamo fermati a mangiare un boccone. Ci siamo persi in chiacchiere e ci siamo dimenticati di mandare un messaggio, scusa. >> Spiega Armando posando un bacio sulle mie labbra.
<< Va tutto bene? >> Mi domanda. Annuisco.
<< E di cosa avete chiacchierato? >> Domanda Camilla a suo marito.
<< Puoi immaginare di cosa abbiamo parlato. >> Risponde mio cognato scambiando un lungo sguardo con sua moglie.
<< E voi? >> Domanda mio marito. Camilla ed io ci guardiamo piegando il labbro inferiore.
<< Del più e del meno! >> Rispondiamo coralmente. Veniamo salvate dal mio cellulare che squilla!
<< E’ Roberta. >> Annuncio. << Ciao cara. >> La saluto.
<< Ciao Betty. Mi dispiace per essere scappata ieri sera ma non avevo voglia di sopportare domande e commenti… >> Esordisce.
<< Mi dispiace. Ti prego solo di non avercela troppo con Armando, era semplicemente curioso di sapere chi fosse il tuo ragazzo, e se vogliamo dirla tutta è stato Calderon a dire pubblicamente di averti vista in compagnia. Ad ogni modo sei liberissima di vivere la tua vita con chi credi! >> Preciso.
<< Grazie zia. Ad ogni modo ti chiamo per un altro motivo. Mi chiedevo se alla cena di stasera posso portare un ospite. >> Chiede il mio consenso.
<< Parli del tuo ragazzo? >> Le domando.
<< No. Parlo di Michael. Non mi aspettavo l’arrivo di Cèsar perciò avevo fissato una cena con Michael, non vorrei deludere nessuno dei due! >>
<< Non c’è alcun problema. Volevi dirmi solo questo? >> Le domando.
<< Sì, per qualunque altro discorso ci vediamo questa sera. Ciao! >>
<< A stasera. >> La saluto, ponendo fine alla conversazione.
<< Allora? Porterà Gonzalo Torres? >> Mi domanda Armando.
<< No, il +1 è Michael! >> Spiego. Questa serata si trasformerà nell’ennesimo talk show, è l’argomento saranno Roberta e Gonzalo! Ad interrompere la conversazione è il suono di un altro cellulare, quello di Armando sul quale è arrivato un messaggio vocale. Armando preme play e tutti ascoltiamo la voce di Calderon.
 
“Ciao tigre, sto per prendere un aereo per Miami. Anche Marcella e Mariabeatrice sono in partenza. Marcella mi ha appena chiamato per informarmi che c’è stato un  incidente, mio figlio Alex si trova in ospedale, privo di conoscenza. Ti aggiornerò. “
 
<< Cosa? Suo figlio Alex?! >> Domandano sbigottiti Kristoff e Camilla. Armando ed io ci guardiamo.
<< Sì, cercate di tenere per voi questa notizia! >> Risponde loro Armando.
<< Ecco perché Alexander non si è presentato al pranzo. Bisogna chiamare Nicola! >> Intervengo.
 
 
 
[Nicola]
Stringo forte la mano di mia figlia mentre abbandoniamo l’ascensore per raggiungere il reparto che ci hanno indicato all’accettazione. Vediamo il padre di Alex e gli andiamo incontro.
<< Salve. >> Ci salutiamo, stringendoci la mano.
<< Ci sono novità? >> Domanda singhiozzando mia figlia. Russell scuote il capo.
<< No, sta ancora dormendo. >> Ci spiega.
<< Ma è… è in coma? >> Domanda mia figlia con voce roca.
<< Una specie… I dottori non hanno usato questo termine, ma è privo di conoscenza da ieri sera! >> Asserisce Russell con gli occhi rossi.
<< Vieni amore, sediamoci. >> Suggerisce mia moglie accompagnando nostra figlia verso le poltroncine. Sento il mio cellulare vibrare e lo estraggo dalla tasca.
<< Betty, posso richiamarti? Mi trovo in ospedale… >> Esordisco.
<< Allora lo sai? Noi lo abbiamo appena saputo… >> M’interrompe.
<< Di Alex? Sì, Marcella mi ha chiamato poco dopo le 13. E’ ancora privo di conoscenza! Ma voi come lo avete saputo? >> Domando loro.
<< Tramite Camilla, mia figlia. Daniele lo ha detto a David e il resto lo immagini! Immagino che Olga sia inconsolabile. >>
<< Sì. Betty, mi costa ammetterlo ma tiene davvero tanto a quel ragazzo. Spero che si risolva tutto al meglio! Ti richiamo non appena avremo notizie! >>
<< Ciao Nicola! >> La saluto, ponendo fine alla conversazione. La mia bambina piange a dirotto tra le braccia della mamma e mi si stringe il cuore. Mi allontano per telefonare a Cèsar e comunicare questa brutta notizia.
 
 
[Cèsar]
Quando ho fatto per la prima volta l’amore con un altro uomo mi piacque, ma solo ora mi rendo conto che non era niente di speciale! Fare l’amore con Michael è senza dubbio l’esperienza migliore! Sudati e ansimanti ci stendiamo l’uno accanto all’altro per poi scambiarci un tenero bacio.
<< Molto meglio questo rispetto a una corsetta pomeridiana, per smaltire il pranzo domenicale! >> Commento. Michael appoggia la testa sul mio petto. Con la mano destra gli accarezzo i capelli e piego il braccio sinistro sotto la testa.
<< Domani sarò su un aereo per Miami. >> Penso ad alta voce con amarezza. Michael posa un bacio sul mio petto.
<< E se venissi con te? Abbiamo fatto le foto, girato lo spot… Posso allontanarmi qualche giorno! >> Interviene.
<< Sarebbe un sogno. E con le prove della sfilata come farai? Ugo diventerebbe isterica! >> Scherzo.
<< Ugo non è il mio fidanzato! >> Esclama, quando il mio cellulare squilla interrompendo la conversazione.
<< E’ mio padre, devo rispondere, scusami. >> Spiego.
<< Papà, pronto. >>
<< Ciao, ti disturbo? >> Mi domanda.
<< No, stavo… stavo facendo jogging! Ma c’è qualcosa che non va? >> Domando, notando il suo strano tono di voce.
<< Purtroppo sì. Ieri sera dei malviventi hanno fatto irruzione in casa di Alexander tramortendolo, è ancora privo di conoscenza! >> Mi informa. Mi metto a sedere talmente allarmato da far spaventare Michael.
<< Ma stai scherzando? >> Domando passandomi una mano in testa.
<< Purtroppo no! Siamo in ospedale con il padre di Alex. Sua madre e sua zia Mariabeatrice stanno rientrando da Bogotà. >>
<< Olga sarà distrutta! >>
<< Sì, è inconsolabile e non è nelle condizioni di parlare al momento. Ti farò richiamare quando si sarà calmata! >>
<< Certo papà. Tienimi aggiornato, ciao. >> Lo saluto.
<< Ciao figliolo. >> Mi saluta.
<< Che succede? >> Mi domanda Michael.
<< Purtroppo è successo qualcosa di brutto a tuo cugino! >> Introduco, prima di raccontargli ciò che mi è stato detto da mio padre.
 
 
[Roberta]
Tra le sue braccia, mi sono addormentata senza rendermene conto. Quando apro gli occhi noto che la tv è spenta, evidentemente il film è finito da un pezzo. Lorenzo non è steso accanto a me. Mi metto a sedere e mi stiracchio.
<< Ben sveglia! >> Mi augura con un grosso sorriso mentre prende dei vestiti dal suo armadio e gli ripone in un borsone. L’orologio digitale segna 16.00
<< Ma cosa stai facendo? >> Gli domando confusa.
<< Faccio spazio. Questa è tutta roba che non mi sta più, mi ero anche dimenticata di averla! >> Spiega.
<< Spazio per cosa? >> Gli domando. Mi guarda sorridendo.
<< Che domanda è? Sto facendo spazio per il ricco guardaroba della mia ragazza! >> Afferma. Sorrido.
<< Che cosa? >> Chiedo incredula. Si siede sul letto accanto a me.
<< Prima, mentre si osservavo dormire, ho pensato che non voglio perdere altro tempo. Vorrei che a partire da domani tu vivessi qui, con me! >> Asserisce. Sento quasi dolore ai muscoli facciali, con tutti questi sorrisi sinceri che riesce a strapparmi. Gli allaccio le braccia al collo per poi baciarlo.
<< Ti amo Roberta Mora, e non voglio passare un altro giorno senza svegliarmi accanto a te! >>
<< Anche se quando mi sveglio ho i capelli arruffati e gli occhi incollati dal sonno? >> Domando sorridente, incredula e commossa.
<< Per me sei bellissima anche così! >> Risponde.
<< Ti anch’io, Lorenzo Mendoza! >> Rispondo, prima di unire di nuovo le nostre labbra. Ci separiamo dopo qualche secondo quando mi arriva un vocale su whastapp.
<< E’ Cèsar. >>


“Ciao Roby. Mi ha appena telefonato papà. Alexander non ha disertato il pranzo, si trova in ospedale privo di conoscenza. Pare che dei ladri abbiamo fatto irruzione in casa sua questa notte. Poco prima di ricevere le telefonata di papà Michael stava dicendo che vorrebbe partire con me, per ciò questa è la decisione finale. Domani partirà con me e si tratterrà per un paio di giorni, so che non è il momento ideale visto che le prove della sfilata sono iniziate…. Spero che tu possa mettere una buona parola con Ugo!”
 
Registro subito un messaggio vocale di risposta pensando a quanto dev’essere abbattuta la mia sorellina!
 
 
[Diego]
Che potesse sparire, estinguersi quella scema di Giulia Valencia! Da quando abbiamo lasciato il bar Isabella non ha detto una parola. Entriamo in casa e la prima cosa che fa è riporre in freezer il dolce per la serata. Mi avvicino e la colgo di sorpresa abbracciandola da dietro.
<< Non te la devi prendere. A Giulia manca qualche rotella, come sai! >> Cerco di rincuorarla.
<< Non ce l’ho con lei, Giulia non conosce la mia storia, ha detto quello che ha detto senza saperlo. E’ solo che reagisco sempre così quando ci penso. Adesso mi passa! >> Risponde, appendendo il cappotto nell’ingresso. Io la imito con la mia giacca.
<< Poteva comunque evitare di rispondere indietro, non hai detto niente di male! >> Insisto.
<< Lascia stare Diego, non voglio più parlare di Giulia! >> Mi prega, quando il mio telefono fisso squilla.
<< Pronto? >> Esordisco.
<< Pronto? >> Sono costretto a ripetere, udendo dall’altro capo dell’apparecchio solo silenzio.
<< Salve, parlo con Diego Mendoza? >> Mi domanda una voce femminile.
<< Sì, io con chi parlo? >> Domando.
<< Sono Janice, della compagnia telefonica Easy Phone, nuovo marchio del mercato. Questa è una telefonata promozionale per pubblicizzare la nostra offerta, limitata al periodo di San Valentino. Per un mese proponiamo telefonate illimitati verso un numero a scelta, in questo caso quello della sua partner, per un costo mensile irrisorio. Lei è fidanzato o sposato, signor Mendoza? >> Spiega la voce, parlando velocemente.
<< Sì, sono fidanzato. La ringrazio per l’offerta ma non sono interessato a modificare il mio piano tariffario. >> Taglio corto. Anche di Domenica chiamano, che scocciatori!
<< Va bene signor Mendoza. Auguro una buona Domenica a lei e alla sua fidanzata. >> Pone fine alla conversazione la donna.
<< Anche di Domenica, che scocciatura. >> Penso ad alta voce, per poi raggiungere la mia cucciola sul divano. Le poso un dolce bacio sulle labbra, sperando di cacciare via il cattivo umore.
<< Tu una volta hai detto che avresti anche ingaggiato un investigatore per trovare le persone che mi hanno messo al mondo e fare luce su questa faccenda. >> Ricorda, sorprendendomi.
<< Sì, unicamente perché tu ti stavi interrogando sui motivi che hanno spinto tuo padre a comportarsi così. E, lo ammetto, perché mi piacerebbe guardare in faccia quei due bastardi. >> Rispondo.
<< Io ho sempre avuto come la sensazione che ci fosse un segreto di cui non fossi a conoscenza! Non so come spiegarlo… Molto spesso, quando litigavano, parlavano come in codice… Non so come spiegarmi! E parlavano spesso di un tizio che a mio… a Juan non piaceva, si arrabbiava come una belva quando ne parlavano. >> Mi racconta.
<< Non mi avevi ancora detto queste cose. Che tizio? >> Domando.
<< Non lo so, non dicevano mai il suo nome. Lo chiamavano “lui”. >> Mi racconta. Mi metto comodo lasciandomi andare contro lo schienale del divano.
<< A cosa pensi? >> Mi domanda.
<< Niente, è solo un pensiero a caldo… >> Rispondo.
<< Che pensiero? >> Mi domanda.
<< Poteva essere un’amante di tua madre? Cioè, se dovessi arrabbiarmi come una belva per un uomo lo farei per gelosia! >> Spiego.
<< Non lo so! Mia madre andava a lavorare e tornava a casa. Accompagnava me a scuola, andava al lavoro, a fare la spesa e a casa. Non usciva mai tranne per sbrigare delle banali commissioni. Come avrebbe fatto a tenere in piedi una relazione? E perché Juan avrebbe dovuto comportarsi così con me a causa di questo? >> Si domanda iniziando a piangere. L’abbraccio.
<< Scusa, era un’idea cretina, dimenticala amore mio. Non piangere piccola! >>
<< La verità è che da molti anni mi chiedo “perché”! Mi chiedo cosa mi hanno nascosto! >> Si sfoga. << Ma ho sempre evitato l’argomento, per paura che la verità avrebbe sconvolto la mia vita! >>
<< Io non voglio influenzare le tue scelte…. Ma non credo che la verità possa sconvolgere la tua vita più di quanto l’abbiano sconvolta Juan Carissi e tua madre con le loro azioni! >> Intervengo.
<< Sono riuscita a convivere con questo quesito ma, da quando ti conosco e ho iniziato di nuovo a parlare di questa faccenda, la domanda mi assilla e mi chiedo se riuscirò ancora a conviverci. >> Mi confessa.
<< Dev’essere una tua decisione, devi decidere tu se te la senti di rivederli! Ammesso e non concesso che ti raccontino come sono andate le cose. >>
<< Non avranno ancora il coraggio di tenermene allo scuro, di qualunque cosa si tratti! Sono adulta ormai. >>
<< La mia è solo un ipotesi. Io ti aiuterò a rintracciarli se vorrai fare luce sulla questione! >> Asserisco. E vorrei anche io fare luce sulla faccenda. Isabella è la donna che amo, colei che voglio come moglie perciò sento che questa storia coinvolge anche me, in un certo senso!
 
 
[Giulio]
Mentre ascolto (per modo di dire) il padrone di casa non posso fare a meno di pensare che dall’altro lato del pianerottolo vive lei. Quando sono salito non l’ho incrociata. Mi domando cose come se è a conoscenza del fatto che a partire da adesso avrà un nuovo vicino, cosa farà quando saprà che sono io. Come minimo deciderà di trasferirsi all’altro capo della città! L’appartamento non è un granché, complice anche l’arredamento dozzinale. Magari potrei cambiare l’arredamento con i vecchi mobili della villa di famiglia, che adesso giacciono in un magazzino in attesa di destinazione, e che così facendo troveranno una collocazione.
<< Ed è tutto, come vedi l’appartamento non è grande, ma c’è tutto quello che occorre per vivere. Inoltre gli impianti e la muratura è in ottime condizioni, lo stabile è stato ristrutturato lo scorso anno. >> Mi spiega il signor Antonio.
<< Lo prendo! >> Esclamo. Non ho dubbi!
<< Grandioso. Se hai tanta fretta posso fare un salto a casa, prendere i documenti e tornare qui! >> Coglie la palla al balzo.
<< Per me andrebbe bene ma non ho contanti con me. Posso compilarle un assegno? >> Propongo.
<< Certamente. Ci vediamo tra poco! >> Afferma, quando sta per uscire.
<< Un paio di domande prima, se posso. Potrei modificare l’arredamento? >> Chiedo. Arriccia le labbra ed esista di fronte alla mia richiesta.
<< Di solito lo vieto, ma immagino che potrei fare un eccezione davanti ad un Valencia. >> Acconsente, sorrido.
<< Possiamo metterci d’accordo e verrò a ritirare i miei mobili quando deciderai di effettuare il trasloco. La seconda domanda? >>
<< Tutti gli altri appartamenti sono occupati, giusto? Come sono i miei vicini? Specialmente i miei dirimpettai. >>
<< Sì, tutti e sei gli appartamenti sono occupati. Per lo più ci vivono coppie e single, come vede le dimensioni degli appartamenti non permettono altro. Sono tutte persone ordinarie e pacifiche, non ci sono mai state proteste e problemi. Da contratto vieto feste rumorose e schiamazzi, pena lo sfratto senza rimborsi, queste sono tutte clausole che leggerai nel contratto. I dirimpettai sono una ragazza e un ragazzo, a cui sono particolarmente affezionato devo dire. Gli ho incontrati quando stavano uscendo questo pomeriggio e mi sembrano curiosi di conoscere il loro nuovo vicino. Prima questo appartamento era occupato da una loro cara amica. >> Mi spiega. Che chiacchiera!
<< La conosco, si chiama Isabella, giusto? >>
<< Sì, esatto! Ma quant’è piccolo il mondo. >>
<< E’ la fidanzata di Diego Mendoza, un mio conoscente e socio. I miei vicini non lo sanno ma già mi conoscono! >>
<< Allora sarà una sorpresa per loro! >> Asserisce.
<< Sì, senza dubbio! >> Commento immaginando la mano di Silvia colpirmi violentemente la guancia mentre mi da dello stalker!


 
 
FINE CAPITOLO 53.
 
 
Scusate l’attesa. Cosa ne pensate di questo capitolo? Come vedete la notizia dell’incidente di Alex ha fatto il giro. Quali saranno le conseguenze concrete del suo incidente lo saprete prossimamente. In questo capitolo tre nuove coppie si consolidano e fanno passi avanti: Giulia e Massi prendono casa, Cèsar e Michael hanno iniziato ufficialmente la loro relazione (anche se ancora clandestina), Lorenzo e Roberta sono più uniti che mai e vogliono annunciare la loro relazione. Sarà facile spiegare a tutti l’equivoco con Gonzalo? E Silvia come la prenderà? Betty troverà il coraggio di dire ad Armando dell’e-mail di Michel? Il matrimonio di Camilla e Kristoff finirà in un divorzio anche dopo il loro franco confronto o le cose si aggiusteranno? Il bacio fra Daniele e Camilla resterà nell’oblio o diventerà pubblico? Come reagirà Silvia quando saprà che il suo nuovo dirimpettaio è niente meno che Giulio? Isabella ha tirato fuori dal profondo della sua anima nuovi tormenti circa l’infanzia che le è stata rubata. Deciderà di mettersi in contatto con i suoi genitori? Questo e altro prossimamente!
 
 
 
   
 
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