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Autore: ___Page    09/03/2017    1 recensioni
"Trafalgar Law aveva un problema.
Un piccolo, compatto e decisamente incontenibile problema che non sapeva mai come gestire, il che era al di fuori della sua comprensione perché Trafalgar Law sapeva sempre qual era la cosa giusta da fare e come comportarsi, in ogni situazione.
Ma Trafalgar Law non l'avrebbe cambiata per niente al mondo."
A metà tra una long e una raccolta. Hope you'll enjoy.
*FF partecipante al Crack's Day indetto dal forum Fairypiece-fanfiction&images*
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Koala, Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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«Terra chiama Law!»
Il moro sbatté le palpebre, sorpreso di essersi incantato. Non fece in tempo a sollevare lo sguardo che un boccale di birra venne posato sotto il suo naso.
Un altro boccale toccò il tavolo, la sedia accanto alla sua fu tirata indietro e lui afferrò il manico di vetro, sollevando la birra a mezz'aria in attesa che Koala si sedesse e picchiasse il proprio boccale contro il suo.
Trafalgar Law credeva fermamente nel "chi fa da sé fa per tre" ma se era Koala ad andare a ordinare la sua birra, non aveva problemi a fidarsi. Koala conosceva bene i suoi gusti, così come tutta una serie di altri dettagli che certi giorni Law si chiedeva se non avesse usato qualcuna delle sue tecniche da detective per arrivare a comprenderlo tanto bene. Perché lui proprio non sapeva e tantomeno ricordava quando, come e perché avesse cominciato a fidarsi di lei al punto da mettere nelle sue mani ben più che un'ordinazione al bar.
Il loro bar, per la precisione. Il loro locale preferito dove andavano sempre quando volevano un drink dopo una dura giornata di lavoro, per parlare di qualcosa che li preoccupava, per due chiacchiere o per comunicazioni importanti.
«Cin cin!» esclamò Koala. «A cosa stavi pensando?» chiese, prendendo un sorso di birra, imitata da Law.
Il moro riappoggiò il boccale sul tavolo e vi posò anche gli avambracci. «Al nostro primo incontro.» rispose con semplicità.
Koala sgranò appena gli occhi mentre scostava il boccale dalle labbra e deglutiva in fretta. «Uuuuuh! Aspetta, aspetta! Com'è che era?» rifletté senza preoccuparsi di pulire i baffi di schiuma. «"Vi aiuto con Dofla e poi me ne torno alla mia vita di sempre. Niente future collaborazioni né strane proposte."» citò a memoria, imitando la voce profonda e un po' strascicata di Law.
Law roteò gli occhi, fingendo esasperazione per nascondere il divertimento. Per una qualche incomprensibile ragione, gli faceva sempre piacere quando Koala dimostrava di ricordare il loro primo incontro bene tanto quanto lui.
«Molto coerente, partner.» aggiunse la ragazza, sollevando il boccale verso di lui prima di prendere un altro sorso.
Law spalancò gli occhi, incredulo. «Come se fossi io quello ha usato la tecnica di presa per sfinimento.»
«Io non ho preso per sfinimento proprio nessuno!» protestò Koala.
«Come lo chiami venire in ospedale tutti i santi giorni durante la mia convalescenza?»
«Non è colpa mia se tu hai avuto la brillante idea di metterti in mezzo e prenderti tre proiettili in pieno petto!»
«Tu non accennavi a spostarti.»
«Avevo il giubbotto antiproiettile!»
«Resta il fatto che non hai rispettato gli accordi.» cambiò argomento Law, tono piatto ed espressione impassibile. Non aveva mai ammesso e mai avrebbe corso anche solo il rischio di ammettere che si era sentito morire molto di più quando Dofla aveva puntato la pistola contro Koala che nemmeno quando le tre pallottole lo avevano colpito.
Koala, nuovi baffi di schiuma ad adornarle il labbro superiore, piegò appena le labbra in un sorriso tra il divertito e il felice. «Tu hai detto sì. Nessuno ti ha costretto.»
Law sollevò un sopracciglio. «Avrei potuto dirti di no? Me lo hai chiesto in lacrime, a mala pena si capiva cosa dicevi da tanto singhiozzavi forte e francamente ho anche avuto paura che saresti morta per asfissia.» ribatté, prima di buttare giù un altro po' di birra.
«Ero sollevata.» rispose Koala con semplicità, stringendosi nelle spalle, per poi farsi più seria. «C'è stato un momento in cui ho seriamente creduto che non ti saresti svegliato.» ammise senza vergogna né paura di far trasparire le sensazioni che il solo pensiero di quella possibilità le provocava.
Law trattenne il boccale vicino alle labbra per prendere tempo, chiedendosi perché mai la sua partner, migliore amica, coinquilina e problema dovesse essere sempre così espansiva e aperta riguardo i propri sentimenti e le proprie emozioni. Era una cosa che lo destabilizzava, soprattutto quando era coinvolto in prima persona.
«Quindi io sono diventato un detective per un tuo momento di mancata lucidità?»
«Ovviamente! Pensi che qualcuno in possesso delle proprie facoltà mentali potrebbe mai chiederti di diventare ufficialmente il suo partner fisso?»
Law non riuscì più a trattenere un ghigno. «Il che significa che è legittimo avere dei dubbi sulla tua sanità mentale.»
«Non ho mai nascosto di essere poco normale.» ribatté con insopprimibile entusiasmo Koala. «Il che potrebbe giustificare la proposta di Dragon.» rifletté, rompendo finalmente il ghiaccio sul reale motivo per cui aveva proposto a Law di rimanere fuori per un drink. Preferiva parlargliene in territorio neutro.
Law si irrigidì, la birra a metà strada tra il tavolo e la bocca. «Proposta?» chiese conferma, attento a non far trasparire nulla dalla voce. «Credevo ti avesse chiamato solo per una mancata firma sull'ultimo verbale che abbiamo consegnato.»
«Ahhhh sssí. Quella era la scusa ufficiale.» si giustificò Koala con un sorrisone di scuse. «In teoria dovrebbe rimanere riservato fino ad avvenuta nomina ma ho chiesto e Dragon mi ha dato il permesso di fare un'eccezione con te. Solo perché sei tu.» continuò a indorare la pillola la ragazza. Law strinse le labbra sottili e ignorò per direttissima lo sguardo luccicante che Koala gli stava rivolgendo. "Avvenuta nomina" era un concetto che portava con sé implicazioni che non gli piacevano neanche un po'. Non era che... «Mi ha offerto un posto nella R.A.D.»
Law riuscì a evitare per un soffio di chiudere gli occhi con rassegnazione. Lo sapeva, sapeva che era quello.
Koala era entrata alla B.N.W. con il sogno e l'obbiettivo di diventare un giorno membro della divisione speciale dell'agenzia. Gli aveva raccontato di aver fatto ufficialmente domanda un paio di settimane prima dell'inizio della loro collaborazione, come se a lui all'epoca potesse minimamente interessare quel genere di informazione su di lei. Come se avesse potuto importargli.
Ma ora gli importava, gli importava eccome.
Nessuno glielo aveva mai detto esplicitamente ma Law era intelligente e intuitivo abbastanza da sapere che, dopo la chiusura del caso Donquijote, Koala si era già guadagnata un biglietto di sola andata per la R.A.D.. Se ciò non era avvenuto era stato solo per la sua decisione di entrare a sua volta a far parte dei servizi segreti di Raftel. Koala gli era rimasta accanto per formarlo e insegnargli tutto ciò che, al di là delle due doti innate e delle abilità acquisite come falsario e criminale, gli sarebbe servito per diventare un vero detective. Difficile dire se fosse stato Dragon a chiederle di affiancarlo o se fosse stata lei a pregare il capo di affidarle la sua formazione.
Law credeva nella prima ma sperava segretamente nella seconda.
Adesso, a due anni di distanza e un discretamente alto numero di casi risolti alle spalle, Dragon aveva potuto offrire finalmente a Koala il posto che tanto agognava perché Law era ormai un detective rodato e indipendente.
Era proprio questo il nocciolo della questione. Indipendente.
Se Koala avesse accettato... No. Quando Koala avrebbe accettato il posto nella R.A.D. le avrebbero assegnato un nuovo partner. Era una regola basilare della divisione, nessun agente della R.A.D. poteva lavorare in solitaria. Law, invece, non facendo parte di nessuna divisione speciale, poteva e avrebbe lavorato da solo.
«Congratulazioni.» brindò alla sua il moro, regalandole un meritato sorriso sghembo, mai troppo espansivo nelle esternazioni.
Ora, il punto non era lavorare da solo. Law era abituato a lavorare da solo, lo aveva fatto per moltissimo tempo. Anzi si sarebbe potuto affermare che a Law piaceva molto lavorare da solo. Amava la propria indipendenza e potersi gestire tempi e spazi come meglio credeva.
«Cominci presto?»
Il punto era non lavorare con Koala. Non dover più ascoltare le sue valanghe di parole, sparate a mitraglia e senza coerenza, quando avanzava ipotesi su un caso. Non potersi godere più l'espressione assolutamente basita dei sospettati quando era lei a interrogarli. Non venire più svegliato nel cuore della notte per venire informato, con un entusiasmo che lui nemmeno dopo otto caffè avrebbe mai potuto avere alle tre del mattino, dell'illuminazione che l'aveva improvvisamente colta.
«Massimo due settimane se si risolvono un paio di questioni per tempo.»
Law annuì mentre deglutiva il sorso di birra, che gli bruciò le papille con il suo gusto, così amaro da fargli contrarre il viso in una smorfia. Il che era strano perché a Law i sapori amari piacevano. Almeno quanto la propria indipendenza, il lavoro in solitaria, l'autonoma gestione di spazi e tempi. «E con chi ti mettono in coppia?»
Il punto era Koala che lavorava, si confrontava, discuteva, scherzava, rideva con qualcuno che non fosse lui. Koala che arrivava ad avere una routine, fiducia incondizionata, meccanici gesti con qualcuno che non fosse lui.
«L'intenzione era Sabo.»
La presa di Law sul manico di vetro si fece così salda da rischiare di creparlo. Inspirò profondamente, imponendosi di restare calmo e razionale. Non doveva ingigantire la questione. Era solo lavoro. Sarebbe stato nient'altro che un innocuo, professionale, distaccato rapporto di lavoro e a fine giornata Koala avrebbe continuato a tornare a casa da lui. Sì, lui avrebbe avuto ancora la loro routine mattutina, le serata fast-food-fai-da-te ogni venerdì, le domeniche di pioggia davanti a un bel film e una tazza di the caldo e tutta una serie di altri abitudini fisse e non, che caratterizzavano il loro rapporto, rendendolo speciale al di là della collaborazione sul lavoro.
Poteva accettarlo. Poteva accettare di non essere più il partner di Koala, anche se non gli piaceva.
«I nostri profili si incastrano bene.»
Ma non era così sicuro di riuscire ad accettare che Koala fosse partner di qualcun altro, soprattutto se la ragazza sceglieva così infelicemente le parole.
«Anche se non sarebbero esattamente complementari.»
Giust'appunto.
«Comunque il fatto è che Sabo è ad Alubarna e non si sa per quanto potrebbe restare ancora ad Alabasta per la missione. Quindi se nessun altro fa richiesta di accesso alla R.A.D. e Sabo non torna in tempo, rischio di slittare.»
Law sbatté le palpebre un paio di volte, assorbendo a fondo quelle ultime informazioni. «Ah.» commentò neutro. Non voleva dare l'impressione che fosse soddisfatto per il ritardo della nomina della sua migliore amica. Senza contare che conosceva troppo bene Koala e la sua indole caparbia. Quando voleva qualcosa faceva di tutto per ottenerlo. «Pensi di chiedere a qualcuno?» chiese, conoscendo già la risposta, che arrivò celere in forma di un cenno affermativo del capo da parte della ragazza. «Già individuato la vittima?» indagò, celando le sue vere intenzioni, la tensione e gli istinti omicidi dietro un ghigno di scherno.
Koala lo guardò di sottecchi mentre beveva un sorso di birra. Riappoggiò con calma il boccale, distolse lo sguardo, si ripulí solo parzialmente i baffi di schiuma con il dito. «Beh ho controllato il tuo fascicolo oggi.» ammise per poi sollevare gli occhi sul suo viso. «Sei idoneo.» precisò con un'alzata di spalle.
Law sbatté le palpebre un paio di volte, di nuovo, stavolta interdetto, la sua versione del boccheggio da pesce lesso in cui chiunque altro si sarebbe esibito trovandosi nella sua attuale situazione. Non riusciva a credere alle proprie orecchie. Koala adorava passare il tempo a punzecchiarlo, prendendolo in giro per quanto si era ammorbidito da quando si conoscevano. Ma non aveva dubbi, bastava guardarla negli occhi, a lui, per vedere se era seria o meno. E Koala era seria in quel momento, molto seria. E impaziente. E tesa. E stava trattenendo il fiato.
E Law, bastardo fino al midollo ma anche perché troppo euforico per potersi fidare subito della propria voce, finse di trovare molto interessante la schiuma sulla propria birra per cinque, interminabili secondi. «Mi stai chiedendo di diventare il tuo partner? Di nuovo?» domandò, azzardando un'occhiata verso di lei che sgranò gli occhi speranzosa. Law si schiarí la gola per coprire il profondo sospiro di sollievo che i suoi polmoni ribelli liberarono senza permesso. «Essendo evidente che non puoi fare a meno di me, temo proprio che dovrò accettare. Di nuovo» rispose, appoggiandosi comodamente allo schienale della sedia.
Portò rapido il boccale alle labbra per nascondere il sorriso storto, che rifletteva quello pieno e carnoso e felice di Koala, e prese una lunga sorsata.
Stranamente, la birra non era più così amara.
  
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