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Autore: HyeSeok    09/03/2017    0 recensioni
Già una volta era fuggito da lui...Lee Donghae, affermato fotoreporter, aveva lasciato San Francisco e Lee Eunhyuk per sposare un altro uomo. Poi il marito era morto e Donghae si era rifatto una vita, quando Eunhyuk ricomparve.
Un tempo erano stati una riuscitissima coppia di giornalisti; adesso lui era il caporedattore dell'Evening Monitor. Attraente cinque anni prima, ora Eunhyuk era assolutamente sconvolgente e...ben deciso a riprendere le cose dal punto in cui erano state interrotte. Donghae, che voleva mantenere con lui un rapporto strettamente professionalem fu preso dal panico.
Avrebbe potuto fuggire di nuovo, ma sarebbe riuscito a sfuggire a se stesso e al suo cuore?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Donghae, Eunhyuk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IMPORTANTE: QUESTA FANFICTION E’ DELL’EX AUTRICE TEMPERINA CHE MI HA CHIESTO GENTILMENTE DI RIPUBBLICARLA, DATO CHE ERA MOLTO PIACIUTA. QUINDI VI PREGO DI NON SEGNALARLA COME PLAGIO.

<< Signor Leeteuk? Quando arriva l’ Evening Monitor? >> chiese Lee Donghae entrando nell’emporio. Si diresse automaticamente verso lo scaffale dove erano allineati grandi barattoli di vetro e, come al solito, si servì di una manciata di pistacchi. Prima che l’uomo potesse rispodere, dalla porta d’ingresso un ragazzo disse con voce squillante: << Eccolo, fresco di stampa. Cerca una notizia importante? >>
Sorridendo, Donghae scosse la bruna massa di capelli in segno di disniego. << No, proprio no. Soltanto un mio articolo su ciò che è accaduto a Sacramento. Ne sono appena tornato >>.
Prese il giornale che il ragazzo gli porgeva e, dopo aver pagato, si appoggiò al bancone e cominciò golosamente a mangiare i pistacchi.
Dando appena un’occhiata alle altre notizie della prima pagina, cominciò a leggere il suo articolo, ma ne fu improvvisamente distolto da una fotografia, la cui vista lo fece impallidire.
<< No! >> gridò.
<< Lei è un giornalista o qualcosa del genere? >> gli chiese il ragazzo impressionato. << Si, sono un fotoreporter  >> rispose Donghae in modo assente, con gli occhi cangianti incupiti dalla preoccupazione di ciò che leggeva.
<< E’ terribile! >> esclamò, mentre il suo casco da motociclista cadeva a terra con un tonfo. << Lui non può riapparire proprio adesso! >>
Lee Eunhyuk, il nuovo caporedattore del Monitor! No, non era possibile…
La stampa scadente della fotografia non riusciva a nascondere il magnetismo di quegli occhi. Tutti i ricordi che Donghae aveva disperatamente cercato di soffocare lo riassalivano attraverso il volto che gli sorrideva dal giornale.
<< Oh, Yesung, perché mi hai abbandonato proprio adesso? >> sussurrò.
Il signor Park, proprietario dell’emporio, lasciò il cliente che stava servendo e gli si avvicinò, chiedendogli gentilmente: << C’è qualcosa che non va? >>
<< No >> rispose Donghae allarmato, << volevo solo accettarmi che quello che avevo dettato per telefono non fosse stato trascritto male >>.
Odiava le bugie. Ma come giustificare il suo turbamento? Come raccontare che aveva avuto una relazione con Eunhyuk cinque anni prima e che poi aveva sposato un altro?
L’uomo gli battè una mano su una spalla dicendogli: << Sono cose che capitano >>. Poi sbirciando la pagina del giornale ancora aperto disse: << Quello è il nuovo caporedattore? Poco fa è passato Shindong e ha detto che il giovane Lee avrebbe sostituito il signor Yesung  al Monitor. Sa quando arriverà? >> chiese innocentemente.
All’entrata di un nuovo cliente, il signor Park lo lasciò solo con i suoi pensieri. Donghae trattenne il respiro al solo pensiero che avrebbe visto Eunhyuk tutti i giorni in redazione. Era passato tanto tempo… Per quanto ne sapeva poteva anche essersi sposato e avere dei figli! Come poteva essere suo marito? E i figli avevano i suoi stessi occhi magici? A quel pensiero gli si serrò lo stomaco.
<< Va meglio ora? >> chiese il signor Leeteuk riavvicinandosi.
<< Non so quando questo Eunhyuk arriverà >> disse Donghae in modo piatto. << Non sapevo nemmeno che avessero chiamato qualcuno a sostituire Yesung >>.
<< Vuol dire che non l’avevano informato? Potrebbero tenere almeno voi cronisti al corrente dei cambiamenti che avvengono al giornale >>.
Donghae era esattamente dello stesso avviso.
<< No, sapevo soltanto che il signor Yesung aveva intenzione di dimettersi. Era tutto quello che sapevo. Ma sono sicuro che il signor Eunhyuk è molto qualificato >> aggiunse sulla sua difensiva. Doveva esserlo! Quando lo aveva conosciuto era uno dei migliori cronisti della California.
<< Sicuramente, signor Lee >> cominciò il signor Leeteuk, << ma che mi dice a proposito… >>
<< Mi scusi, signor Leeteuk, ma sono appena tornato da Sacramento e devo farmi viva al giornale >> disse Donghae, sperando che la sua mezza bugia sarebbe passata inosservata. Quell’uomo era adorabile, ma lui in quel momento non era in condizioni di parlare.
<< Bene, arrivederci >>. Tornò a casa con il cuore in subbuglio e una miriade di interrogativi e dubbi in testa. Vedeva ancora il volto di Eunhyuk come l’aveva visto l’ultima volta; gli occhi grigi erano quasi neri per la rabbia. Era furioso quando gli aveva chiesto perché voleva interrompere la loro relazione per sposare Heechul. Donghae si era allontanato senza dargli una risposta.
Parcheggiando la sua moto in garage, Donghae si chiedeva come poteva il ritorno improvviso di una vecchia fiamma tubarlo al punto di star male.
Fiamma? Sicuramente c’era un altro termine per descrivere ciò che Eunhyuk era stato per lui.
Avrebbe dovuto lavorare con lui e basta. La loro relazione doveva apparire strettamente professionale. Salendo i gradini di casa era sempre piùà convinto della sua decisione.
Quando aprì la porta, i raggi del sole al tramonto turbarono dei riflessi rossi dai capelli di Donghae che si era appena tolto il casco. Gettò il giornale sulla mensola dell’ingresso; la fotografia di Eunhyuk lo fissava dalla pagina e lui la girò con gesto rabbioso.
Una volta in camera da letto, ritrovò la sua calma passando in rassegna le fotografie da lui stesso scattate e stampate, di cui erano tappezzate le pareti. Prese il telefono e compose il numero dell’Evening Monitor.
<< Monitor, servizio notturno >> rispose una voce gracchiante.
<< Salve, Sungmin. Sono Donghae. Puoi darmi un paio di notizie su questo Eunhyuk? >> domandò.
<< Buono il tuo articolo a Sacramento, Donghae >> disse  Sungmin.
<< Grazie >>.
<< Che cosa vuoi sapere a proposito di Euhyuk? E’ un bel tipo,vero? Ed è anche scapolo. Non mi spiacerebbe affatto averlo qui, in giro per il giornale! >> disse l’uomo, causando a Donghae, con quelle parole, una sensazione di irritazione e sollievo al tempo stesso, che lui cercò di ignorare.
<< Ma veramente non so molto di più di quanto sia scritto sul giornale >> proseguì Sungmin. << KangIn è semplicemente venuto in redazione dicendo che Eunhyuk sarebbe stato il nuovo caporedattore. Yesung gli ha fatto un bel sorriso, dal quale si può supporre che fosse già al corrente della cosa. Hai letto il giornale, no? >>
<< Certo. Ma perché questa sostituzione così improvvisa? Sapevamo tutti che Yesung si stava per dimettere, ma è impossibile che non sia trapelato niente sul nuovo capo fino a ora >>.
Donghae doveva sedersi, perché sentì le gambe tremargli più della voce.
Sungmin proseguì: << siamo stati presi tutti di sorpresa; non so il perché di tutto questo parapiglia. Penso che il nostro amato capo abbia voluto indulgere alla sua attitudine al dramma >>.
Donghae si fece coraggio e chiese: << Per quando lo aspettate? >>
<< Uhm, Yesung ha detto che dal prossimo lunedì andrà, per una settimana, a pesca nella Sierra e penso che la sua partenza coinciderà con la venuta di Eunhyuk: così almeno credo! >>
Donghae sospirando disse: << E’ tipico di Yesung >>.
Anche lui aveva una settimana di vacanza.
Aveva ancora del tempo prima di incontrarlo. Sperando di mascherare il sollievo nella sua voce aggiunse: << Grazie dell’informazione, Sungmin, ci vediamo domani >>.
<< Sicuro, Donghae >>rispose l’uomo. << Oh , dimenticavo! KangIn  ha detto che Eunhyuk vuol conoscere tutto il personale prima di iniziare il suo lavoro. Adiòs >>.
Donghae sentiva come un peso sul petto. Tra una settimana!
Vedendo la pila di negativi e di appunti sulla scrivania, pensò di mettersi al lavoro per scacciare il pensiero di Eunhyuk, ma sapeva che non sarebbe mai riuscito a concentrarsi. Aveva ancora paura di incontrarlo, dopo tanto tempo? Ma sapeva che l’ansia che lo opprimeva non era naturale e questo lo rendeva ancora più furioso.
La sveglia lo strappò dal sonno profondo la mattina di buon’ora e mezz’ora dopo, fatta una colazione leggera, fu pronto per recarsi al giornale. Guidando la sua BMW 650, dopo quindici minuti raggiunse il parcheggio del Monitor.
<< Donghae >> lo chiamò un ragazzo incontrandolo sull’ingresso.
<< Che succede, Ryeowook? >> chiese Donghae.
Ryeowook, il nuovo assistente di redazione, era difficile da trattare la mattina presto e lui cercò di essere cortese.
<< Il signor Yesung vuole vederti subito >>.
Perché quel ragazzo doveva sempre parlare con tono d’allarme? E perché Yesung voleva vederlo? Donghae sentì un senso di panico e seguì il ragazzo in redazione.
<< Lui è in ufficio >> gli disse il ragazzo aprendogli la porta.
Donghae varcò la soglia con una sensazione di paura. Il suo cuore si arrestò nell’avvertire il ben noto odore di sigaro che aleggiava nella stanza. Un odore totalmente diverso da quello che c’era di solito. Fumava ancora la stessa marca di sigari? Un sorriso lieve gli fece capire di aver parlato a voce alta. Si guardò intorno e vide un uomo, alto e snello, che lo guardava di sottecchi mostrandogli il sigaro Macaundo Portofino che teneva tra le dita.
<< Si, fumo sempre gli stessi. Come stai, Donghae? >> disse con voce profonda.
La vibrazione della voce dell’uomo lo raggiunse impedendogli di trovare una risposta.
Anche dall’altra parte della stanza sentiva la forza della sua attrazione, esattamente come se si fossero lasciati da due minuti e non da anni.
Aveva trentadue anni, ma sembrava lo stesso ragazzo di cinque anni prima e se allora Donghae ne era attratto, adesso ne era sconvolto. Distolse gli occhi dalla camicia aderente che sottolineava i muscoli del suo petto per guardarsi intorno.
<< Dov’è Yesung? >> chiese finalmente, rigirandosi il casco tra le mani.
<< In tipografia. Gli ho detto che eravamo vecchi amici e che volevamo incontrarci in privato; lui è stato d’accordo e ci ha offerto il suo ufficio >>.
<< Perché gli hai detto questo? >> chiese Donghae con voce furiosa. << Non era necessario parlare del passato, non c’è n’era nessuna ragione >>. Lo osservò incrociare le lunghe gambe.
Perché doveva indossare dei jeans cosi aderenti?
<< C’è un ottima ragione! >> gli disse l’uomo.
<< Stiamo per lavorare insieme e non voglio che la nostra…relazione interferisca con la redazione >>.
<< Interferire? Come può interferire una cosa che non esiste? >> chiese Donghae con evidente disgusto nella voce. << La nostra relazione è finita cinque anni fa >>.
<< Finita? O solo interrotta? >> rispose lui, aspirando una grossa boccata di fumo dal sigaro.
<< Di cosa stai parlando? Certo che è finita! Io ho sposato Hee…! >> Donghae si sarebbe picchiato per averlo nominato. Eunhyuk non aveva mai accettato il suo matrimonio con Heechul.
Alle sue parole, gli occhi di Eunhyuk divennero quasi neri e lui cominciò a passarsi le mani nei capelli scuri, arruffandoli e arricciandoli intorno alle dita nervose.
<< Lee! Sei stato un pazzo a sposarlo >> disse con asprezza, incurante di nascondere il disgusto nella voce. << Sposarlo è stata la cosa più stupida che tu potessi fare in vita tua! >>
Sebbene Donghae fosse d’accordo con lui, mosse una mano come per liquidare l’argomento.
<< Questo è ridicolo, Eunhyuk. Sono successe troppe cose per riesumere il passato >>.
Avvicinandosi al scrivania, posò il casco su una sedia lì accanto e , scuotendo la testa, pensava che se il loro conflitto non fosse stato risolto, il lavoro sarebbe stato compromesso. Ma cosa poteva fare? Stava pensando a un armistizio, ma l’espressione di Eunhyuk lo bloccò. Guardava con un sopracciglio alzato il suo casco sulla sedia. << Hai imparato da Heechul? Spero che tu non abbia preso altre sue abitudini; ne aveva tante, come scrivere frottole e farle passare per vere >>.
Altro che armistizio1 Corrucciato, Donghae disse gelidamente: << Non ti preoccupare, io non invento balle >>. Prese un portacenere dalla scrivania per darsi un contegno. << Se ben ti ricordi, quando lavoravamo insieme al Beacon, scrivevo ottimi articoli; e ancora la faccio! >>
Fremeva dalla rabbia. Veramente pensava di lui (Donghae) una cosa del genere?
Cercando di calmarsi, Donghae posò il posacenere e stava per sedersi, quando la mano di Eunhyuk lo fermò.
<< Scusami, non volevo offenderti >>.
Il calore della sua mano sulla spalla, gli riportò alla mente le sue carezze e il bisogno di lui, che Donghae aveva per tanto tempo voluto dimenticare, si risvegliò prepotente, travolgendolo. Quel contatto dissipò il gelo che le parole di prima gli avevano causato e istintivamente gli si avvicinò. Ora Eunhyuk gli era talmente vicino, che il corpo di Donghae ne poteva quasi assorbire il calore; il respiro gli diventava affannoso. Eunhyuk gli sfiorò la guancia in una lieve carezza, mentre il suo volto gli si avvicinava.
Confuso dal ricordo del piacere che quelle labbra gli avevano dato in passato e incapace di scuotersi dal suo stordimento, Donghae trattenne il respiro, in attesa di un suo bacio. Ma Eunhyuk si fermò, un secondo prima che qualcuno bussasse alla porta.
<< Signor Eunhyuk! Signor Eunhyuk! >> La voce di Ryeowook penetrò all’interno. << Il signor Yesung la desidera in tipografia! >>
Eunhyuk si scosse impercettibilmente e Donghae si ritrasse, chiedendosi se il bacio fosse stato interrotto da Ryeowook, o prima; a ogni modo non poteva che rallegrarsi di quella interruzione. Si disse ancora, fermamente, che se non si era allontanato da lui prima, era stata per semplice curiosità. No, lui ed Eunhyuk non avrebbero certamente ricominciato con la loro storia.
Avrebbe voluto dirglielo subito, ma vide la sua espressione indurirsi stranamente, come non aveva visto mai prima e Donghae si sentì colpito da tanta freddezza.
<< Le cose sono cambiate, vero, signora Lee? >> gli disse Eunhyuk con sarcasmo, avviandosi verso la porta. Poi si girò per dirgli: << Dio solo sa perché hai fatto quello che hai fatto! >> La porta si chiuse violentemente dietro di lui.
Le ultime parole erano state pronunciate con tale amarezza, che Donghae non osò seguirlo.
Non si era ancora ripreso completamente, quando bussarono ancora alla porta.
<< Dimmi subito se me ne devo andare >> disse Henry, scivolando nella stana.
Il redattore era un uomo sulla cinquantina, dalla figura slanciata e dal volto giovanile, nonostante gli anni: soltanto i capelli striati di grigio, potevano in qualche modo tradirne l’età.
Donghae sorrise e scosse la testa. << Non ti preoccupare, Henry. Stavo per uscire >>.
<< Kyuhyun ha chiamato ancora. Dice che gli dispiacerebbe non parlare con te >> lo informò l’uomo, sorridendo dall’espressione esasperata di Donghae che gli rispose: << E’meglio che mi decida a fare due chiacchiere con lui: è il consulente legale della maggior parte delle società, qui intorno. Non si sa mai, potrebbe essere utile >>.
<< E dicono a me che sono opportunista! >> rise Henry.
Una volta alla sua scrivania, Donghae consultò l’agenda telefonica alla lettere K con una smorfia di fastidio. Quell’uomo alto e  dinoccolato poteva essergli utilissimo per tenerlo al corrente di novità importanti, riguardanti le grosse società di Hannah; doveva tenerselo buono, anche se il suo modo di fare, lo infastidiva e lo disgustava ogni volta.
Kyuhyun, all’altro capo del telefono, cercò coe al solito, di mettere la conversazione su tono confidenziale e Donghae, incuriosito dalle sue allusioni sulla Campbell Chemical, dovette accettare il suo invito a pranzo.
Pensando a quanto avrebbe potuto sapere da Kyuhyun, Donghae girò lo sguardo per la stanza, finchè non si posò sull’alta figura di Eunhyuk, seduto alla scrivania di Henry,proprio nell’attimo in cui lui lo stava osservando. Seccato di essere stato colto a guardarlo, Donghae cercò disperatamente di assumere un atteggiamento disinvolto.
Fece alcune telefonate, prima di mettersi al computer per comporre il suo articolo, imponendosi di non pensare ad altro.
Una mezz’ora più tardi aveva finito il suo pezzo e compose un paio di articoli minori e un quadro riassuntivo del pezzo principale ed era quasi alla fine, quando yesung lo chiamò per sapere a che punto fosse.
<< L’ultimo pezzo l’ho finito proprio…ora >> disse, aspettando che sul video apparisse il rettangolo luminoso che indicava la fine delle sue fatiche.
Recatosi da Yesung, discusse con lui su qualche passaggio, poi azionò la stampante e l’articolo apparve; una sottile striscia di carta, sul lato destro di fianco allo schermo.
<< Ventiquattro pollici. Bene, proprio la lunghezza di cui avevo bisogno >> disse Yesung.
Donghae sorrideva di soddisfazione quando tornò alla sua scrivania e cominciò a lavorare su un articolo per il giorno dopo. Un’ora più tardi si rese conto che mancavano cinque minuti all’una e che era venuto il momento di affrontare Kyuhyun. Sospirando rassegnato, stava preparandosi a uscire, quando Eunhyuk gli comparve accanto dal nulla, preceduto da quel suo odore virile e particolare che lui non aveva mai potuto dimenticare.
<< Vengo a rapirti per il pranzo >> disse lui.
L’espressione fredda e severa di prima era mutata, aveva una strana luce negli occhi e Donghae, preso in contropiede, non seppe cosa rispondere. Cosa poteva significare?
Aprì la bocca per declinare l’invito, ma il bracci di Eunhyuk l’aveva cinto per la ita e lo stava già conducendo fuori dalla porta. Il suo contatto lo lasciava senza respiro, ma quando furono vicini alla Saab di Eunhyuk, si costrinse a dirgli: << Eunhyuk, non posso venire con te; ho un appuntamento con Kyuhyun >>.
Il volto di lui si oscurò e la luce svanì dai suoi occhi. << Chi è questo Kyuhyun? >> domandò, mentre le sue mani lo stringevano per la vita, attirandolo a lui. Il contatto con il corpo flessuoso gli offuscava la mente e Donghae dovette farsi forza per rispondergli in maniera sensata.
<< Kyuhyun è uno dei procuratori legali più in vista della zona, per cui non posso certo piantarlo in asso! >>
La strana luce era riapparsa negli occhi di Eunhyuk quando disse: << Capisco. Dove dobbiamo incontrarlo? >>
Donghae aprì la bocca per protestare, e invece si trovò a dirgli il nome e l’indirizzo del ristorante dove l’ignaro avvocato lo stava aspettando.
Lo scarno volto di Kyuhyun mostrò il suo disappunto nel vedere che Donghae non era solo e lui, da parte sua, si rese conto che le informazioni tanto profusamente promessogli per telefono, avrebbero tardato un bel po’.
<< Non mi avevi detto che ci sarebbe stato un altro commensale, Donghae >> disse questi, oscurandosi in viso, mentre i suoi occhi scuri si posaro su Eunhyuk. << Avrei preferito che la nostra…conversazione fosse avvenuta in privato >>.
<< Ho convinto io il signor Lee a farsi accompagnare >> disse Eunhyuk.
<< Ho pensato che avresti gradito l’opportunità di conoscere il nuovo caporedattore del Monitor, Kyuhyun >> aggiunse in fretta Donghae, sperando di non sembrare confuso, ma lo sguardo di Eunhyuk gli disse che i suoi sforzi erano vani.
Perché si stava comportando così? Normalmente, era perfettamente in grado di fronteggiare situazioni difficili.
<< Eunhyuk sostituirà Yesung alla fine del mese >> continuò imbarazzato.
Fu uno dei peggiori pranzi della sua vita: Kyuhyun,  al suo fianco, ripetutamente evitò di rispondere alle domande che luigli faceva e cercava insistentemente di avvicinarglisi mentre Eunhyuk, da parte sua, evitava perfino di sfiorarlo.
Respingendo per l’ennesima volta la mano indiscreta di Kyuhyun , Donghae non potè fare a meno di ricordare come le mani sottili e nervose di Eunhyuk l’avevano toccato tanto tempo prima. I suoi occhi scuri si illuminarono a uel ricordo e, guardando Eunhyuk, vide che anche lui lo osservava sorridente, certo non immaginando quali fossero i suoi pensieri.
<< Da quanto mi avevi detto al telefono, sembrava che tu avessi più notizie da darmi sulla Campbell, Kyuhyun. E adesso…? >> chiese Donghae.
Kyuhyun sembrava a disagio: << E’ difficile stabilire quali siano le cose più o meno importanti, durante un pranzo; di mattina tutto sembra più semplice, sei d’accordo? >>
No, non era per niente d’accordo, penso Donghae innervosito, ma si limitò ad annuire mentre meditava vendetta nei confronti di Eunhyuk, che con la sua presenza gli aveva forse fatto perdere un’occasione importante per la sua carriera.
<< Comunque, ho una riunione con Campbell, nel pomeriggio,e, se salterà fuori qualcosa di nuovo per te, ti chiamerò domattina >> disse ancora Kyuhyun, facendogli intendere chiaramente che gli stava facendo un favore personale.
Donghae cercò di contenere la collera che provava per Eunhyuk fino all’uscita dal ristorante ma, una volta fuori, il suo malumore esplose: << Ti rendi conto che, per colpa tua, sto uscendo da quel maledetto ristorante con un pugno di mosche? Perché sei voluto venire per forza? Non siamo più al Bacon, non siamo più i due di allora, lo vuoi capire? >>
All’improvviso, Donghae si sentì preso per un gomito da una morsa d’acciaio e cercò inutilmente di liberarsi.
<< Sai benissimo quello che Kyuhyun vuole da te: non si tratta certo di darti delle preziose informazioni per il Monitor! >> Lo fece saltare in macchina, poi si sedette al posto di guida, senza mettere in moto. << santo cielo, Eunhyuk! Ho ventotto anni e mi è già capitato di tenere a bada almeno un paio di scocciatori >>.
Lo sguardo severo che lui gli lanciò lo fece aggiungere: << No. No, sai bene che non alludevo affatto a te, Eunhyuk! >> Sospirando, guardò fuori dal finestrino e non aggiunse più una parola, cercando di convincersi che avrebbero di nuovo potuto lavorare insieme, senza problemi.
<< Perché, questa mattina, non mi hai detto che tuo marito è morto? >> chiese lui con calma, senza traccia di rabbia nella voce.
Donghae lo guardò con i suoi occhi di diaspro: << E’ morto più di tre ani fa >> disse. << Pensavo che lo sapessi >>. Odiava che gli si ricordassero Heechul e gli anni trascorsi con lui.
Ravviandosi i capelli scompigliati aggiunse, un po’ più freddamente di quanto avrebbe voluto: << Per faore, torniamo al giornale. Ho un sacco di telefonate da fare >>
   
 
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