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Autore: imunfjxable    09/03/2017    1 recensioni
OS alternativa a "Love, lost"
Dove la perdita d'amore è raccontata dal punto di vista della ragazza (si consiglia prima la lettera della ONE shot "Love, lost" o viceversa)
un amore finito così, all'improvviso:
Un giorno ti amavo, il giorno dopo ancora.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
- Questa storia fa parte della serie 'Love is a losing game'
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Le ho calpestate con forza quelle rose. Ci ho messo tutto il mio impegno per ridurle ad una macchia rossa sul suolo sudicio della stazione, usando tutta la pressione che potevo creare con i miei anfibi allacciati male e le ho schiacciate. 
Se avessero avuto dei sentimenti, avrebbero urlato dal dolore.
Quando ho sentito il fischio del treno, il ferro delle ruote stridere sulle rotaie d'acciaio ho chiuso gli occhi immaginando che quello stridio fosse un tuo urlo, disperato, perché mi avevi lasciata, perché ti eri reso conto di aver sbagliato, perché mi rivolevi indietro. L'unica cosa che urlava ero io, dentro di me, pronta a strapparmi ciocche di capelli lì, in mezzo a tutta quella gente che non poteva capire quanto stessi soffrendo.
Ti ho amato così tanto, allora perché non è bastato?
Un giorno ti amavo, il giorno dopo ancora.
Sarà difficile abituarsi ad una vita senza di te, soprattutto quando andrò da Amanda a piangere per quello che è appena successo e lei mi consolerà con le carezze sul capo e io chiuderò gli occhi immaginando che le sue mani morbide siano le tua ruvide, con le unghie mordicchiate e il piccolo neo sotto l'indice sinistro.
Vi siete sempre somigliati tanto esteticamente, come farò a guardarla senza ricordare la sfumatura dei tuoi occhi? Come farò a baciarla sulla guancia per salutarla quando la forma delle sue labbra è identica alla tua e sognerò che lei sia te per un attimo e che posi la bocca sulla mia?
Ormai sto salendo le scale di casa mia (nostra) sbattendo i piedi per terra, voglio che il ragazzo del piano di sopra mi senta, voglio che mi veda così: distrutta. Voglio che scali le mie barriere come hai fatto tu, e voglio lasciarlo cadere nel vuoto all'improvviso perché la voglia di far male alle persone- come facevo prima di te- sta ritornando e non so se riuscirò mai ad accettare che qualcun altro sappia dove inizia il contorno delle mie labbra o dove soffro di più il solletico.
Ho paura ad aprire la porta di casa, perché so che quando entrerò ci sarà ancora il tuo odore, quello che si attacca alle pareti, che non va via. La casa sarà ancora impregnata di te, le lenzuola del letto sono ancora piegate a metà come facevi tu e non so se avrò mai la voglia di piegarle diversamente ora; le sedie sono ancora disposte solo al lato destro del tavolo perché se erano al sinistro ti arrabbiavi ritenendo quei posti troppo distanti per me e te.
L'hai scelta tu ora la distanza.
Sei entrato scombussolando la mia vita, e ora te ne vai portando con te la tempesta.
Cosa resta di un bosco dopo la bufera?
Cosa resta della legna che brucia dopo che il fuoco si è spento?
Cosa resta del lago quando l'acqua si è prosciugata?
Hai cambiato tutto e ora sei andato via lasciandomi con una vita alla quale mi sono adattata a fatica, mi sono abituata ai tuoi orari serrati, alle tua puzza di sigaretta, alla tua antipatia per le bevande alcoliche ma adesso come posso riprendere le mie vecchie abitudini dopo essere stata contaminata da te?
Le nostre foto sono appese alla parete, l'hai avuta tu questa idea, ricordi?
«Dovresti metterle sulla parete destra del letto. Siamo belli io e te assieme, ti amo»
E mi dicesti che mi amavi.
E io ti credetti.
E non avrei potuto fare altrimenti sapendo che mi chiamavi costantemente, che ti preoccupavi di me e del mio asma, che quando eravamo in auto e dormivo evitavi le buche perché sapevi che altrimenti mi sarei svegliata, che mi compravi sempre le rose perché sono sempre state i miei fiori preferiti anche se secondo te erano brutte e banali ed io ero più un tulipano nero.
Ma adesso tu non ci sei più e questa casa con soltanto me è ancora più vuota di quanto lo sia quando non ci sono nemmeno io.
Dove ho sbagliato?
Me l'avevi detto dall'inizio che eri un solitario, un nomade, che mi avresti fatto soffrire ma non credevo che sarebbe stato talmente doloroso. 
Fa male strappare il cerotto quando la ferita non è ancora guarita del tutto.
Io sono seduta sul tappeto che abbiamo preso da Ikea, e seguo con lo sguardo il motivo geometrico che assomiglia a quello del maglione che odiavi, quello viola, e non riesco a smettere di sorridere malinconicamente perché la nostalgia non l'ho mai sopportata.
Dove ho sbagliato? (me lo chiedo di nuovo) perché non mi hai dato spiegazione, hai detto «oggi parto, ma non torno» senza aggiungere altro e mi hai lasciata lì, imperterrita e sorpresa senza sapere come commentare il tuo capriccio improvviso. Lo sapevo che saresti scappato via, l'animo da nomade ti ha sempre caratterizzato, ma fino a quel momento ogni viaggio l'avevi fatto con me.
L'orologio ticchetta ed è passata un'ora, mi domando quanto tempo ci voglia per far marcire quelle rose che ho lasciato alla stazione, credi che si decomporranno prima che le spazzino via?
Perché la mia anima sta già marcendo ma non riesco ad incolpare nessuno se non me stessa ora, dove ho sbagliato?(ti prego, dimmi dove)

Spero che il treno deragli.
Spero di sentirlo al telegiornale domani.
Spero che tu riesca a metterti in salvo (perché ti amo, e mi mancherai, e sei mio).
Spero che trovi ciò che stai cercando perché chi parte lo fa per cercare quello che non ha ma ricordati che Orazio diceva che "Caelum. non animum mutant qui trans mare currunt ("non mutano il loro animo, ma solo il cielo coloro che attraversano il mare") e me lo ricordo perché quando andavi al corso di lettere all'università mi parlavi ogni giorno dei tuoi adorati poeti.
Spero che arrivi a destinazione. (quando arrivi scrivimi ti prego però)
Spero che trovi qualcun altro da amare al posto mio, e che ogni volta che farai l'amore con lei urlerai il mio nome, rimpiangendo ciò che hai perso.
Spero che troverai qualcun altro da amare (scrivimi una lettera d'amore ogni tanto però)
Un giorno ti amavo, il giorno dopo ancora.

 

 

 

 

AYEEE. 
Lo so. Dovrei aggiornare "you're so dark" ma le cose vanno a puttane, io non riesco più a scrivere cose felici e un'immensa malinconia mi ha investita stanotte. Dopo aver trovato su tumblr la foto che ho usato come copertina ho ripensato a "Love, lost", a come lui ha lasciato lei, e ho capito che quelle rose erano le sue lasciate lì per terra dopo che lui era andato via, e che sarebbe stato d'obbligo scrivere di lei. 
Spero che vi sia piaciuta, non so cosa dire a riguardo, l'ho scritta di getto, in pochi minuti; mi fa male leggere queste cose a volte e non so nemmeno perché. Spero di aggiornare presto, mi spiace per questi aggiornamenti saltuari e per la mia presenza apparente, chiedo scusa.
Fatemi sapere se vi piace, lasciatemi una recensione se vi va c:, buonanotte guys. 
Sara 💙💙

   
 
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