10/03/2017
4 recensioniIl coraggio di una madre
Izayoi sapeva cosa stava per accadere.
Izayoi era perfettamente consapevole del fatto che stesse andando a morire.
Eccoli, eccoli lì, gli ultimi passi della principessa.
Eccoli, eccoli lì, gli ultimi passi di una puttana che andava al patibolo.
I polsi stretti da dure corde, le gambe e la schiena costellate di tanti piccoli tagli e graffi quante erano state le frustate che le avevano inflitto per estorcerle il nascondiglio di suo figlio.
Già, la lurida, non solo era stata tanto sciocca da farsi circuire da un demone, ma aveva anche messo al mondo suo figlio ed ora preferiva morire piuttosto di consegnarlo a loro, agli uomini del villaggio che gli avrebbero fatto fare la fine che meritava.
Inuyasha.
Inuyasha era stata l’ultima parole che aveva udito dalle labbra di Inutaisho.
Inuyasha era il motivo per cui Lui era morto.
Inuyasha era il motivo per cui lei era riuscita a continuare a vivere anche senza di lui, senza il grande amore della sua vita.
Già, lei non era stata vittima di alcun sortilegio, lei quel demone dagli occhi d’ambra, l’aveva amato sul serio, così come negli ultimi quattro anni, aveva amato loro figlio.
Inuyasha, quel bambino tanto dolce ed intelligente che si offriva sempre di portare i secchi d’acqua al posto suo per non farla affaticare, il bambino che saltellava di ramo in ramo mentre lei passeggiava per i boschi, lo stesso bambino che ogni notte si rifugiava tra le sue braccia, sui suoi seni, per trovare un po’ di quel conforto e di quell’amore che nessuno, oltre lei, gli aveva mai donato.
Inuyasha, suo figlio, il figlio di Inutaisho, ciò che più amava al mondo.
Inuyasha, il bambino che adesso correva tra i boschi in cerca della salvezza, di un posto sicuro lontano da quel villaggio di mostri cattivi che avevano ucciso la sua mamma.
Inuyasha, il bambino che aveva unito due mondi solo in apparenza opposti.