Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: dennystar    10/03/2017    0 recensioni
Nella Francia del XVI secolo, a Saint Malò una cittadina portuale molto importante in quel periodo, Jacques Cartier parte per tre spedizioni con la speranza di trovare un passaggio per l'Asia ma scopre la parte nord del attuale continente americano. Nello stesso periodo un ragazzo nato a Nantes e costretto e fuggire dopo diverse peripezzie finirà a Saint Malò e incrocerà le sue avventure con l'esploratore.......
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il giorno del mio quindicesimo compleanno, mia madre mi svegliò come tutte le mattine, chiamandomi dalla cucina senza urlare, mentre preparava la colazione, era ancora l'alba e lei dopo, sarebbe dovuta andare a lavorare.  Mi alzai e la raggiunsi in cucina seguendo il profumo dei croissant e del latte appena fatto scaldare sul fuoco. La salutai e lei mi corse incontro sollevandomi con un abbraccio, mi fece tanti auguri e mi baciò. Mi lasciò la colazione calda in tavola e andò dalla duchessa.
            Adoravo mia mamma, avrei voluto che in questa mattina così speciale, lei fosse stata con me e per questo non odiavo lei, ma la perfida duchessa. Era una giornata calda, anche se un po' ventosa, era estate e quindi mi diressi al mio rifugio, che si trovava nel nostro orto. All' insaputa di tutti usavo una vecchia legnaia diroccata e mai snobbata nell'angolo più lontano del cortile della dependance, invasa da un arbusto molto folto, non ne era al corrente nemmeno Paul il giardiniere. Attraverso l'orto passando vicino allo spaventapasseri, saluto la "duchessa", prendendola per mano, con uno strattone l'avvicino a me e gli sferro un pugno forte all'altezza della gola, come al solito lo spaventapasseri perde la testa rotolando nell'orto. La raccolgo e con un gesto altrettanto fulmineo lo ricompongo. Mi dirigo verso l'arbusto, nel lato destro avevo segato dei rami per darmi la possibilità di attraversarlo, poi sollevando due assi della legnaia mi permetteva di entrare molto agevolmente. Una volta dentro, da fuori, non si notava niente i rami dietro di me li rimettevo a posto e le assi del nascondiglio si incastravano in modo tale da mimetizzare l'apertura. Avevo lavorato tanto al mio nascondiglio non era grande, perché se qualcuno entrava della porta vedeva un piccolo, vecchio ripostiglio, con il soffitto mezzo crollato, mentre dietro la parete c'era la mia stanza segreta, li tenevo tutto quello che di giorno in giorno imparavo ad usare per la mia sopravvivenza. Prendo gli attrezzi del mestiere, poi esco immediatamente e cammino verso la stalla, in prossimità delle scuderie nobili incrocio Baptiste, colui che puliva, accudiva i cavalli all'interno delle mura del castello. Lo saluto, come tutti i lavoranti mi voleva bene e mi assecondava molto, non dando tanta importanza alle mie azioni , credendo comunque che non nuocevo a nessuno.  Entrando nelle scuderie alla mia destra mi accolgono uno dopo l'altro tutti i cavalli che pretendono da me  una carezza sul muso nitrendo fino a che giungo all'ultimo box dove trovo ad aspettarmi Chantal, la mia puledra preferita, lei lo sapeva che anche oggi come molte altre volte l'avrei fatta correre nel bosco del castello, lo facevamo spesso all'insaputa di tutti. Non so se qualcuno ne era al corrente, ma nessuno me lo avevano vietato e soprattutto Chantal non veniva montata da nessuno in quanto sostenevano che aveva il diavolo in corpo, più di una volta aveva fatto cadere i reali mentre provavano a montarla. Lei amava solo me, voleva correre nel bosco e non girare senza meta nei recinti. Dopo il bosco si apriva una sconfinata radura a lato della città. Oggi siccome era il mio compleanno decido di recarmi in una locanda di Nantes appena entrati in città.
            Giunto davanti la locanda lego la mia puledra alla staccionata ed oltrepasso l'entrata molto lentamente mi accorgo che  era abbastanza vuota, solo due dei venti tavoli erano occupati, alla destra in fondo sotto alla grande scala in legno il tavolino ospitava tre tizzi abbastanza alticci per essere mattina, mentre alla sinistra vicino all'uscita c'erano quattro personaggi che dal viso erano tutt'altro che bravi ragazzi, vestiti di scuro tranne uno che invece portava dei vestiti leggeri e bianchi ma molto sudici, quelli vestiti di scuro, negli avambracci avevano dei paracolpi in ferro sottile e leggero, come se li usassero per proteggersi da armi taglienti. Il locandiere mi domanda se volevo una birra, ma io non amo gli alcolici, quindi mi limito a chiedere dell'acqua. Quindi  nel sorseggiare la mia acqua mi girai per valutare di che stavano parlando i tipi loschi del tavolo in fondo, uno il più vecchio circa quarant'anni, aveva una mappa in mano e la faceva vedere agli altri, le parole non si capivano ma sembrava come se gli illustrasse una specie di tattica, non riuscivo a pensare che era qualcosa di legale visto i personaggi. Quello vestito di bianco ad un certo punto, probabilmente si sentiva i miei occhi addosso, si gira e mi guarda con due occhi che parlavano, mi avrebbe ucciso se continuavo a fissarli. Quindi distolgo lo sguardo, tutto ad un fiato bevo l'acqua, pago ed esco non guardandoli più. Appena passo vicino al tavolo con la coda dell'occhio mi accorgo che coprono la mappa anche se a me non interessava mentre loro pensavano di si.
            Accarezzo la mia cavalla, la slego e monto sulla sua schiena continuando a cavalcare per il paese senza una vera meta. Pensavo e ripensavo ai paracolpi dei signori poco di buono della locanda potevano essere molto utili, credo che ne avrei costruiti due anche per me. Nel vagare  per il paese mi accorgo che mi seguiva un tizio  da molto lontano allora giro per un viottolo stretto e pieno di panni stesi tra una finestra e l'altra, appena voltato l'angolo dò un colpo alla pancia di Chantal con gli stivali quindi lei accelera il passo, arrivo in fondo, giro a sinistra e poi a sinistra per sbucare dietro di lui, infatti quando lo vedo davanti a me, lui aveva appena imboccato il vicolo  continuava a seguirmi e io dietro senza farmi accorgere volevo capire chi fosse. Nel cercare di capire chi fosse noto il cappello un po' particolare, c'era la stessa corda come quello della locanda che non ho visto in viso perché mi mostrava le spalle. Si più mi avvicino e mi accorgo che era lui, anche il vestito scuro da dietro era uguale con una ripresa color rossa in mezzo al gilet, quindi rifletto: " Ci sono sicuramente anche gli altri tre " non posso farcela contro tutti, dietro non mi seguivano e lui velocizza il passo del suo cavallo siccome si accorge di avermi smarrito appena  entra nel vicolo dei panni.  A questo punto io continuo dritto per seminarlo.
            Avanzando per una delle strade principali della città cerco un posto dove potermi nascondere, penso che quei tipi mi avrebbero rovinato la giornata, ma allo stesso tempo ero molto curioso su cosa stavano tramando probabilmente volevano rapinare qualcosa o qualcuno.
            Per trovarli, ma facendo in modo che loro non trovino me, sarà meglio nascondere il cavallo. Subito prima della stalla, vedo un cortile che la casa è mezza diroccata, il tetto è crollato, non ci abita nessuno, entro lì e assicuro la mia cavalla ad un palo nella parte posteriore del caseggiato poi da uno spigolo osservo se li vedo passare. Dopo qualche minuto passa su un cavallo nero molto robusto quello vestito di bianco e subito dietro tutti gli altri. Forse l’ho scampata mi viene da pensare, quindi passato qualche minuto non vedendo passare nessuno di sospetto esco con Chantal a mano facendo il minor rumore possibile, poi raggiunto l'angolo con la strada principale, mi sporgo e vedo che i balordi erano già molto lontani, avevano spinto i loro cavalli al galoppo e preso la strada opposta alla mia. Con un balzo monto sopra Chantal e parto.
            La mia curiosità aumentava con il passar del tempo, cosa avevano in mente quelle persone, dove andavano così al galoppo, perché non hanno impiegato tanta più dedizione a cercarmi, tutto si conclude nella mia testa che …. Non avevano tempo.
            Questa strada che percorrono si dirige fuori dal paese verso nord esattamente dalla parte opposta della mia abitazione. Non era la zona dove abitualmente passavo le mie giornate, ma in quelle rare volte ho memorizzato tutto in ogni minimo particolare.
            Decido di seguirli, non percorrendo la strada che usano loro, ma una alternativa, altrimenti anche se sono in lontananza si sarebbero accorti sicuramente di me, quindi mi addentro nella boscaglia, permettendomi di vederli ma senza dare nell'occhio.
            Continuano a cavalcare per la via maestra senza alcun timore, probabilmente non sono ricercati altrimenti non  viaggerebbero così tranquillamente. Appena sopraggiungono in prossimità di una antica torre rotonda rossa di guardia, in disuso e semi diroccata, usata forse un tempo per effettuare controlli  dalle guardie ai viandanti e commercianti che portavano le loro merci da e per il porto sull' oceano, si fermano.
            La torre è costruita in mattoni, prima dell'ingresso bisogna salire tre gradini poi si gira intorno alla torre o si entra in un portone di legno massiccio molto pesante e robusto. Sono costretto a fermarmi molto prima per non fermi vedere. Assicuro Chantal ad un ramo basso di un albero e mi avvicino di più per capire cosa stanno facendo stando ben attento di non essere visto.
            Il più anziano del gruppo prende in consegna tutti i cavalli, li va a legare nella parte posteriore del bastione come per nasconderli, gli altri entrano dal robusto portone e salendo le scale, che immagino siano circolari quindi sbucano in cima, controllando tutto l'immediato vicinato. Li vedo che parlano tra di loro gesticolando, come se stanno escogitando qualcosa, ma cosa che non li sento parlare.
            Questa giornata era il mio compleanno perché mi sono andato a cercare questo, forse perché senza un po' di adrenalina non so vivere.
            Crescendo, il castello dei duchi di Nantes comincia a essere stretto, ma sono obbligato a tornare a casa per non perdere la fiducia di mia madre. 
            Sarò costretto a pensare in fretta ad una soluzione, per poter anticipare le loro azioni, ma quale possono essere le loro azioni? Anche l'anziano, con un passo un po' dondolante, lento sembra stanco, pensa solo ad entrare dopo aver assicurato i cavalli nella parte posteriore della torre.
            Nella parte posteriore della torre rispetto alla strada vi sono tre finestre probabilmente corrispondono ai pianerottoli delle scalinate interne che portano alla terrazza in cima. Vi saranno stati gli arcieri in questa terrazza un tempo mentre sull'entrata erano appostate le guardie per poter controllare chiunque passasse.
            Nel continuare a pensare quello che erano venuti a fare qui quei quattro manigoldi, noto che potevo avvicinarmi ancora qualche metro e nascondermi nell'arbusto avanti a me. Quindi con uno scatto repentino ma allo stesso tempo silenzioso come poteva fare solo un gatto mi muovo. Non credo si fossero fermati per accamparsi a dormire, perché era appena finita la mattinata. Lasciano la sommità del loro rifugio e li vedo uscire in tre, uno si dirige ai cavalli e gli altri due verso la parte opposta della strada, portando con se una scure. Quello che si è spostato verso i cavalli dopo averne preso uno si dirige verso gli altri che nel frattempo avevano iniziato a colpire l'albero per abbatterlo. Cerco di entrare sempre di più nel povero arbusto che avevo scelto come nascondiglio altrimenti quando passa davanti a me per andare dai compagni che si alternavano ad abbattere l'albero avrebbe potuto vedermi. Ora passa non curante che lo stavo osservando e raggiunge gli altri, nello stesso momento si affaccia, l'ultimo rimasto all'interno, dal parapetto in cima alla torre, facendo da sentinella riusciva a scrutare tutto quello che lo circonda. I due che si erano improvvisati boscaioli si danno il cambio a colpire il povero albero, giunto da loro il terzo con il cavallo, passa una fune robusta intorno all'albero usando la forza del cavallo per finire il lavoro.  Giunti a metà della strada principale, slegano il tronco lasciandolo al centro.
            Ora si che mi è tutto chiaro vogliono ostacolare la strada per assaltare qualcuno, per poi svignarsela correndo probabilmente fino al mare sulla costa settentrionale della Francia, oppure nascondendosi da qualche parte nella folta boscaglia. << Devo escogitare qualcosa appena rientrano nella torre >>.  C'è un problema non rientrano nella torre i tre scesi si piazzano sull'entrata come se sapessero che passa tra poco il loro obiettivo.
            Infatti la vedetta fa un fischio non troppo forte ma abbastanza per farlo udire ai compagni che si girano verso di lui, i balordi girandosi mi lasciano campo libero sui miei movimenti. Mi dirigo verso la torre e poi le giro in torno verso la parte posteriore. Sempre rimanendo nascosto alla loro vista scorgo un altro cespuglio non tanto lontano come nuovo rifugio, libero i loro cavalli per evitargli la fuga, ma ora devo farli scappare lontano proprio al momento giusto. Frugo nelle tasche delle selle sui cavalli, delicatamente per non farli imbizzarrire, trovo diverse cose infiammabili, stoffe, corde, anche polvere nera e del liquore da bere. Siccome la vedetta aveva avvisato gli altri, la loro preda si stava avvicinando velocemente e sicuramente era una pesante carrozza altrimenti il tronco non sarebbe servito a nulla. Velocizzo i miei movimenti appicco un fuoco vicino ai cavalli, gli animali vedendolo e sentendolo scoppiettare scappano, immediatamente ritorno nel mio cespuglio, continuo ad accarezzare il mio pugnale per darmi un po' di coraggio. I malviventi erano talmente concentrati sulla riuscita del piano, che non si accorsero dei loro cavalli fino a quando li videro sfrecciare in direzione sud. In una frazione di secondo gli sfuma nella mente il loro bottino, ma non possono assolutamente rimanere appiedati, quindi cominciano a corrergli dietro.
            Anche se sono molto sicuro di me, l'unica mia forza, è riuscire a rimanere nell'ombra, senza lasciare traccia, posso tranquillamente prendere Chantal e girando a nord della torre rimango nascosto alla vista di tutti. Dopo pochi minuti, sento il rumore della galoppata e il cigolare della carrozza, che viaggiava a velocità sostenuta come se fosse inseguita dal diavolo in persona, mi rendo conto di essere stato geniale, ma il tempo scorreva ed io ne avevo molto poco, prima o poi sarebbero tornati. Il cocchiere, solo uno, vestito di nero non sarebbe riuscito a fermare la carrozza molto vistosa, rossa con inserti dorati, prima del tronco che ostacolava la strada, con un grosso strattone prova ad arrestare la corsa ma inutilmente, prendendo con le ruote anteriori il tronco i mozzi si rompono dall'urto e gli occupanti....? Ora decido di uscire allo scoperto, mi avvicino rapidamente, notando particolari della carrozza che mi sembrano sempre più famigliari, quindi mi metto un bavaglio davanti al viso, lasciando scoperto solo gli occhi, forse troppo giovani per vedere simili spettacoli, ma mani e testa già adulte per fare cose che non si dovrebbero fare. La scena che mi si presenta d'avanti è per così dire, raccapricciante, il cocchiere sbalzato in avanti è malconcio e svenuto per l'urto, all'interno vi sono due occupanti feriti gravemente, storditi anche loro, ma tutti vivi prendo il bottino due borse in pelle che fortunatamente, sono rimaste chiuse, le assicuro a Chantal, e faccio quello che ho sempre fatto con lei, corro al galoppo nel bosco ancora verso nord. Il bosco mi aiuta, mi nasconde, mi tranquillizza e mi inebria con i suoi odori. Mentre galoppo verso il mare penso al perché non sono tornato a casa, a vedere cosa contenevano quelle borse, oggi ho festeggiato a modo mio il giorno del compleanno.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: dennystar