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Autore: girlmoon    10/03/2017    0 recensioni
E' il diciottesimo compleanno di Clary. Simon e Renèe, i suoi migliori amici, le organizzano una festa a sorpresa nel locale Pandemonium in città, ma tutto quella notte cambierà per le due amiche. Verità nascoste, un mondo nascosto ed invisibile agli umani. Sarà solo grazie all'aiuto di Jace, che Clary riuscirà a ritrovare sua madre; e solo grazie a Renèe, se Alec riuscirà a capire il vero valore dei sentimenti umani.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alec Lightwood, Clary Fairchild, Isabelle Lightwood, Jace Wayland, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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-“Allora? Si può sapere che avete da correre tutti quanti questa mattina?”- si lamenta Izzy, una volta che ci raggiunge insieme al resto del gruppo.
-“Tutto risolto, non sono più bandita.”- esclamo contenta, staccandomi impetuosamente dal corpo di Alec.
-“Siete riusciti a scendere a compromessi con i Lightwood?”- ci chiede Jace, sorpreso.
-“Ebbene si.”- affermo.
-“A quanto pare tutto si è risolto per il meglio, no?”- interviene Isabelle, mentre torniamo tutti verso i dormitori.
-“Esatto; non vorrei rovinare il momento di felicità, ma vorrei ricordarvi che abbiamo Dot e mia madre da salvare.”- ci chiarisce Clary, incrociando le braccia al petto.
-“Cinque minuti per cambiarti e si esce dall’istituto.”- ordina Jace, guardandoci velocemente.
Annuiamo, specialmente io, so perfettamente di dovermi sbrigare.
Jeans neri, anfibi alti e un corpetto in pelle nera.
Raggiungo l’atrio in brevissimo tempo e stranamente mi ritrovo ad essere la prima.
-“E menomale che ero l’unica a doversi cambiare!”- penso tra me e me, mentre mi munisco di armi.
-“Sei pronta?”- una voce alle mie spalle, mi prende alla sprovvista.
Balzo leggermente, per poi ricompormi subito, vedendo che si tratta della rossa.
-“Certo, prontissima.”- le sorrido leggermente, cercando di trasmetterle sicurezza, ma sembra fin troppo agitata per cogliere il mio gesto.
-“Che è successo tra te ed Alec?”- mi chiede tutto d’un tratto, lasciandomi stranita.
-“Niente, assolutamente niente.”-
-“Ti conosco, puoi dirmelo.. siamo amiche da un sacco di anni, non ti farebbe di certo male, sfogarti e confidarti con me.”-
-“Ma non è accaduto nulla di eclatante, ci siamo semplicemente chiariti e l’ho abbracciato. Semplice, ho fatto ciò che ti avevo detto avrei fatto.”- faccio spallucce e mi seggo su un divanetto blu scuro.
-“C’è stato un bacio? Toccatina? Abbraccio?”- inizia a chiedermi freneticamente.
-“Cosa?”- sputo sconcertata.
-“Niente di niente?”- sembra quasi delusa.
-“Niente di tutto questo, abbiamo solo parlato e l’ho abbracciato, tutto qui.”-
-“Ed io che mi aspettavo il fidanzamento.”- ironizza, facendomi arrossire in un secondo al solo pensiero.
-“Ma cos.. Tu sei pazza!”- esclamo, puntandole il dito contro, iniziando a ridere.
-“Noi siamo pronti, voi?”- Jace ci interrompe, avvicinandosi in fretta a noi due.
-“Altrettanto, andiamo a riprenderci ciò che ci appartiene.”- esclamo convinta, ficcando un coltello nella cinta dei pantaloni.
-“Uscita ad effetto!”- scherza Simon, mentre tutti insieme usciamo dall’istituto.
-“Non essere avventata, mi raccomando.”- bisbiglia Alec al mio orecchio, mentre avanziamo.
-“Non mi sembra di esserlo mai stata, non capisco la tua preoccupazione.”- ribatto convinta della mia opinione.
-“E’ sempre difficile rimanere lucidi, quando la situazione ti riguarda in prima persona. Da vicino, capisci?”-
-“Il concetto l’ho afferrato e sto cercando di essere il più razionale possibile per evitare errori che potrebbero costare la vita a una dei due ostaggi o anche a me stessa.”-
-“Capisco le tue intenzioni, ma non ti ci vedo.”- alla sua esclamazione mi blocco di punto in bianco.
-“Come sarebbe a dire?”- gli chiedo, confusa.
-“Sei appena uscita da un momento di decadimento e non negarlo.”-
-“Non lo nego, ma cosa centra col ritrovare Jo e Dorothea?”-
-“Ci sta tutto, hai un groviglio di emozioni e tensioni varie dentro lo stomaco a dir poco indistricabile, basterebbe una sciocchezza che tu possa dare di matto.”-
-“Scherzi, vero? Sono del tutto convinta di essere la persona più determinata e lucida in questo momento, anche se devo ammettere che non sembra, ma sono sicura di ciò che sto per fare.”-
-“E dei guai in cui ti potresti cacciare? Di quelli ne sei consapevole?”- mi chiede, inacidendosi leggermente.
-“Di che parli?”-
-“Ci stiamo letteralmente intrufolando sulla nave di Valentine, dove Dorothea e Jocelyn sono tenute prigioniere. Una nave enorme, circondata e controllata da sentinelle soggiogate da Valentine stesso, che oltretutto ha il grandioso talento di mutare forma e confonderci facilmente, così da farci uccidere incolpevoli  e lasciarlo vivo a scorrazzare; tenendoci sulle spine e tendendoci agguati in qualunque modo.”- mi spiega, leggermente agitato.
-“Certo che lo so Alec, ma mi sembra tanto che l’unico ad essere fin troppo preoccupato sei tu, non io.”-
-“Dici così solo perché sto cercando di tenere tutto sotto controllo, diversamente da te e gli altri.”-
-“Non mi accusare! Anche io sto cercando di tenere le redini di tutto questo gran casino!”-
-“Come al solito fingi di non capire, sei testarda..”-
-“Non sono testarda, sto semplicemente sostenendo le mie ragioni.”-
-“Le tue ragioni, del tutto sbagliate.”-
-“Chi lo dice che sono sbagliate? E poi.. abbiamo fatto pace meno di venti minuti fa e già mi attacchi di nuovo? Sei insopportabile!”- sbuffo rumorosamente, affrettando il passo, mentre già vedo il pontile della nave di Valentine avvicinarsi sempre di più a noi.
Mi blocca in un istante il polso, facendomi fermare improvvisamente.
-“Vedi? E’ di questo che ti parlavo. Mi stai permettendo di farti innervosire solo contraddicendoti e stai perdendo la calma. E quando ti incazzi, diventi pericolosa e per niente d’aiuto, quindi.. per favore rimani fuori dalla missione.”- sembra quasi pregarmi, ma non glielo permetto. Devo essere io a liberare Dot, io, con le mie mani.
-“Non mi tirerò di certo indietro, non ora che siamo a due passi dal riprenderci ciò che ci appartiene.”- scandisco lentamente, fissandolo negli occhi.
-“Credimi, lo dico per te, Renèe, restane fuori. Lasciaci agire con calma..”-
-“Tu.. vuoi tenermi fuori perché non ti fidi di me?! Ecco il vero motivo, sei uno stronzo Alec!”- mi arrabbio sempre di più, sentendomi anche ferita e delusa.
-“No, non è così, se solo mi ascoltassi, vedresti quanto mi costa dirtelo eppure devo.”-
-“Perché.. devi??”- enfatizzo l’ultima parola, virgolettandola con le dita.
-“Perché è mio compito occuparmi della squadra, nessun ferito, nessuno scomparso, niente.”-
-“Si, ma deve fregartene di meno lasciare fuori me allora!”-
-“Te lo ripeto, fosse per me ti manderei anche da sola a recuperare quelle due, ma essendo la persona che sono devo pensare prima agli altri e poi a me stesso. Sai quanto mi converrebbe lasciarti andare e farmi i fatti miei, fottendomene di questo problema?”-
-“Poco, pochissimo Alec, perché sei un Lightwood e sei un egoista.”-
-“Che cosa hai detto?”- mi chiede, con un’espressione ferita stampata in volto.
-“Che pensi solo a te stesso, ecco.”- lo lascio dietro, avanzando accanto a Jace e Izzy che ci fanno strada.
Entriamo finalmente nel terribile e angusto posto, sentendo la puzza di umido e vecchio pervaderci le narici.
-“Che posto accogliente..”- ironizza Simon, tappandosi il naso.
Una specie di ruggito alle nostre spalle ci fa voltare di scatto all’unisono.
-“Attenti!”- grida con voce stridula Clary, mentre tutti noi creiamo un varco per scansare il fendente di una delle mille sentinelle di Valentine.
-“Non ci si comporta così..”- Izzy fionda la sua frusta intorno al collo della creatura, stringendo. –“…con gli ospiti.”- termina poi la frase, colpendolo alla schiena con la sua spada.
-“Dividiamoci, in fretta, troviamo Dorothea e Jocelyn e filiamocela. Subito.”- interviene Jace.
Ovviamente le coppie non potevano essere meno azzeccate.
Mi ritrovo a dover cercare la donna che mi cresciuta e tenuta lontana dal mondo delle ombre, in compagnia di uno tra i più preparati shadowhunters, nonché un Lightwood, figlio del capo dell’istituto.
-“Dove vai, dobbiamo rimanere insieme?!”- mi ammonisce, non appena mi allontano per dare una sbirciata.
-“Continua ad infastidirmi la tua enorme sfiducia nei miei confronti, caro e dolce Alec.”- fingo un sorriso, continuando a guardarmi intorno.
Improvvisamente qualcosa precipita da sopra il soffitto, schiantandosi al suolo.
Tiro un urlo improvviso, sentendomi presa dal panico.
Alec arriva in due secondi dietro di me, tappandomi la bocca, per evitare che l’eco si estenda in tutta la nave, trascinandomi vicino al muro, per evitare di essere visti da possibili nemici.
Respiro irregolarmente, con l’affanno, dovuto allo spavento e al terrore di quel terribile urlo che ho sentito mentre quell’anonimo corpo cadeva nei piani inferiori.
-“Ehi, ehi, stai tranquilla.. respira..”- la voce delicata e profonda allo stesso tempo, di Alec mi accarezza le orecchie, dandomi un senso di sicurezza mai provato prima d’ora. –“Non era nulla, ci sono io..”- bisbiglia sempre più vicino al mio orecchio.
Effettivamente mi calmo, pian piano, riprendendo a respirare regolarmente.
-“Cosa diamine era quella cosa?”- gli chiedo sussurrando.
-“Non lo so, sicuramente niente di buono.”- certo che sa come rassicurarmi, lui.
-“A me sembrava tanto un uomo che precipitava da qualche piano al di sopra di noi, non era di certo nulla.”-
-“Lo so cos’era, l’ho visto anche io, ma non era dei nostri, devi calmarti adesso.”- mi scuote leggermente per le spalle, quasi rimproverandomi.
Annuisco alle sue parole, ricomponendomi.
-“Come  facciamo a capire dove hanno segregato Dorothea o Jocelyn?”- gli domando, tendendo le orecchie nel caso arrivi qualche nemico.
-“Jace ha detto di avere un piano, lui e Cary sanno perfettamente cosa fare; diciamo che noi siamo il contorno.”- fa un’espressione strana e lo guardo stranita.
-“Clary corri!”- un urlo improvviso, mi riscuote dalla temporanea confusione.
Corro fino alla ringhiera, cercando di vedere cosa sia successo.
-“Torna qui, ti farai vedere!”- mi urla dietro Alec.
-“Era Jace, ne sono sicura..”- il mio sguardo passa velocemente da una parte all’altra dell’immenso spazio che ho davanti agli occhi. –“Cazzo.. Alec era lui, dobbiamo aiutarli.”- mi lamento, voltandomi di spalle.
Ecco, è proprio come temevo…
-“Alec?!”- chiedo, ritornando sui miei passi, lì vicino al muro, dove era rimasto lui.
Sento dei leggeri fruscii e scatto ogni volta sull’attenti.
Sfodero la mia spada, guardandomi intorno in continuazione.
Un tonfo dietro le mie spalle, mi giro e niente più.
 
Ho la testa che mi gira, varie ferite sparse sulle braccia e un dolore assurdo che mi percorre la schiena.
Faccio fatica a visualizzare ciò che ho difronte a me, le palpebre sono pesanti.
-“Ben svegliata, signorina..”- la voce viscida di un uomo, mi fa accapponare la pelle in un istante.
-“Chi sei tu? E in che razza di posto mi trovo?”- chiedo come meglio posso.
-“Dopo tutto questo tempo che mi cerchi, ancora non sai chi sono..”- ride alle mie parole e mi infervoro.
-“Valentine.. allora sei tu!”- esclamo infastidita.
-“Che grande scoperta, piccola cacciatrice”- mi deride e al rumore di quella risate orticante, mi faccio forza e apro gli occhi.
-“Dove mi trovo?”- la mia voce è debole.
-“Nella mia nave, dove non avresti mai dovuto mettere piede. Le ficcanaso come te non fanno mai una buona fine.”-
-“Dove sono gli altri?”-
-“Per mia grande fortuna sono riuscito a catturare il biondino, gli altri sono fuggiti.”-
-“Se ne sono andati?”- gli chiedo, sentendo il cuore che mi si spezza.
-“Oh.. sei rimasta delusa, vero? Pensavi che sarebbero venuti a cercarti.”- alle sue parole, abbasso lo sguardo, sentendomi morire. –“E invece no, sono fuggiti via come codardi, senza aver provato a cercarti.”- sputa aspramente.
Solo ora mi rendo conto di essere legata ad una trave in legno.
Le caviglie sono slegate, ma i polsi li ho stretti dietro la schiena.
-“Non ci credo, non ci voglio credere.. loro sono ancora qui.”-
-“Mi dispiace deludere le tue aspettative, ma no, loro non sono qui.”- una lacrima mi solca il volto, ma la nascondo per non mostrarmi debole. –“Devi ringraziare Dorothea..”-
-“Dot? Cosa le hai fatto? Dov’è?”-
-“La tua amata mammina ha aperto un portale per far fuggire i tuoi amichetti e ne ha pagato le conseguenze.”- ride alle sue stesse parole e sento uno stranissimo senso di nausea pervadermi.
-“Tu.. l’hai uccisa?”- scandisco lentamente.
-“Non ancora, purtroppo, voglio darle la soddisfazione di vederti morire davanti ai suoi occhi e torturarla fino allo sfinimento.”-
-“Dov’è Jace, cosa gli hai fatto?”-
-“E’ in un posto sicuro, ora riposa..”- mi getta una secchiata d’acqua sul volto,  bagnandomi fradicia da testa a piedi.
-“Brutto bastardo..”- sussurro, mentre si allontana.
Inizio a guardarmi intorno, cercando qualcosa con la quale liberarmi.
Sento dei cigolii sopra la mia testa e alzo lo sguardo.
Centinaia di creature di tutti i tipi: dimenticati, cacciatori, stregoni, schiavi di Valentine.
Una cella, più di tutte le altre, attira la mia attenzione.
E’ più grande e si trova più in alto.
Aguzzo la vista per vedere meglio e quasi perdo un battito quando riconosco Dorothea.
O meglio.. ciò che ne è rimasto di lei.
-“Dot.. sei tu?”- bisbiglio, incredula.
Il corpo smunto della donna si accascia sulla base della gabbia, sporgendosi per vedermi meglio.
Ha il volto per metà sfregiato, ma riesco a distinguere un accenno di sorriso al suono della mia voce.
-“Renèe devi andartene..”- mi dice come può, bisbigliando.
-“Come, sono in trappola? E poi gli altri sono andati via, non so dove mi trovo Dot!”-
-“Prendi questo!”- lascia cadere un chiudo piuttosto grosso dalla sua cella, facendolo rotolare fino ai miei piedi.
Lo avvicino alle mie mani, iniziando a smanettare.
-“Appena sarai libera aprirò un portale, dovrai entrarci subito e tornare all’Istituto.”- mi dice freneticamente, mentre continuo a strofinare sulle corde.
-“Senza di te e Jace non mi muovo di qui.”-
-“Devi fuggire Renèe, fidati di me, devi farlo!”-
-“No, non ti lascerò, non abbandonerò nessuno di voi.. devo trovare anche Jocelyn prima che..”-
-“Jocelyn è stata liberata!”- alle sue parole, mi immobilizzo.
-“Cosa?”- le chiedo sbalordita.
-“Clary è riuscita a riportarla all’Istituto sana e salva, ho aperto un portale per fargli andare via, è solo che..”-
-“Se ne sono andati senza di me, Dot.”-
-“In realtà loro non sanno che la vera te è qui in trappola, quando ti hanno rapita Valentine ha fatto reincarnare un demone che prendesse le tue sembianze; i tuoi amici sono in pericolo, devi tornare da loro.”-
Sento un fuco divampare nel petto e la rabbia impadronirsi di me.
Inizio a sfregare più forte, sforzandomi al massimo.
Riesco a sciogliere il nodo e in fretta mi rimetto in piedi.
-“Ora va!”- mi giro a guardarla e mi pento di ciò che sto per fare. –“Jace è ancora vivo, lo sento.. torna all’istituto Renèe, uccidi quel demone e ritornate qui per liberare il ragazzo.”-
-“E anche te.”-
Lei annuisce debolmente, per poi allungare un braccio in avanti e far apparire un portale davanti ai miei occhi.
Stento a crederci per un istante, per poi darle un ultimo sguardo e tuffarmici all’interno.
Mi ritrovo nel bel mezzo dei sotterranei .
Corro più veloce che posso, nonostante il dolore, le ferite e il mio corpo fradicio.
Metto piede nell’istituto e improvvisamente scatta l’allarme.
La luce rossa mi abbaglia, stordendomi sempre di più.
In pochi istanti mi ritrovo circondata da Clary, Simon, i Lightwood, Magnus e altri shadowhunters per poi arrivare a lei.
-“Tu!”- punto un dito contro la mia stessa figura, sfidando il demone con lo sguardo.
-“Alec uccidila è un demone!”- interviene Izzy.
-“No, sono io, Renèe.. ragazzi ascoltatemi.”- alzo le mani, facendogli capire che non ho intenzione di attaccarli.
-“Alec non perdere tempo, se non lo fai tu, lo faccio io.”- prosegue Clary.
-“Clary no, sono io la vera Renèe. Valentine mi ha rapita mentre ero con Alec e mi ha rinchiusa insieme a Dorothea. Mi ha detto che siete riusciti a portare via Jocelyn, ma hanno preso Jace, Dot sa che è ancora vivo, mi ci ha fatto tornare lei qui.”- per un attimo, i loro volti si corrucciano. –“Clary quella non sono io! Valentine ha fatto un incantesimo, quello è un demone, sono io Renèe, non vi mentirei mai!”- sbotto, temendo per il mio destino.
-“Mente, uccidetela!”- grida la me malefica.
Alec avanza verso di me, impugnando il suo arco, convinto del volermi uccidere.
-“Non lo starai facendo sul serio?”- gli chiedo agitata mentre lui mi strattona. –“Alec, sono io, devi credermi..”- lo imploro, mortificata.
-“Come posso crederti?”- mi chiede con rabbia nella voce, guardandomi schifato.
-“Non ho bisogno di darti spiegazioni, tu stesso mi hai detto di saper riconoscere un demone da una persona reale, non mi resta che fidarmi di te.”-
-“La fa semplice, Alec uccidila!”-incalza la finta me.
Vedo per un istante gli occhi di Alec incupirsi.
-“Alec..”- bisbiglia Clary.
Tutti ci voltiamo a guardarla con estrema lentezza, prima che lei possa infilzare la sua spada nel petto del demone identico a me.
Quel mostro sembra resistere, ma una specie di tentacolo che le esce fuori dalla bocca fa scattare in Clary qualcosa.
Impugna meglio la sua arma e la spinge in profondità, facendo polverizzare la creatura.
Tiro un sospiro di sollievo, accasciandomi per terra, sfatta.
-“Renèe.. ehi, guardami..”- mi bombarda subito la rossa, inginocchiandosi accanto a me.
Non riesco a risponderle, mi sento estremamente debole.
Chiudo gli occhi e crollo in un sonno disperato.
   
 
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