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Autore: Elle_97    11/03/2017    2 recensioni
Isabel Evans 17 anni, ragazza più popolare della scuola, le piace giocare con i ragazzi è il suo gioco preferito adora lasciarli a bocca asciutta ma tutto cambierà con l'arrivo di Ethan etichettato come play boy il suo unico scopo è quello di riuscire dove gli altri hanno fallito
Genere: Angst, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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    -Isabel non sai quanto mi ecciti- disse continuando abaciarmi il collo –Ah, si?- dissi annoiata alzando gli occhi al cielo, luiannuì soltanto e continuò a baciarmi, era noioso e mi stavo annoiando questosignificava una sola cosa il suo tempo era scaduto. Mentre cercava di spingersipiù giù con le mani, lo spinsi via –Il tuo tempo è finito!- dissiallontanandomi da lui e sedendomi davanti allo specchio, dove vidi il suosguardo confuso-Come?-, -Ho detto il tuo tempo è finito!Ora vattene.- dissiannoiata,-Stai scherzando vero?- mi disse guardandomi con gli occhi confusi,scossi la testa e sospirai, mi stavo innervosendo-Non te lo ripeto una terzavolta. O te ne vai o chiamo i gorilla di papà e ti faranno uscire a forza!.-dissi alterata alzandomi dalla sedia e rivolgendo il mio sguardo a lui e notaiche il suo rossore era scomparso insieme anche a qualcos'altro, lui alzò lemani in senso di resa- Me ne vado.- disse dirigendosi verso la portaamareggiato. Scoppiai a ridere e mi sedetti sul letto, ero solo in mutande ereggiseno, ma alla fin fine era sempre così, non permettevo a nessuno di andareoltre, adoravo giocare con i ragazzi, vedere l'effetto che gli provocavo e poilasciarli a bocca asciutta, era il mio gioco preferito ma mi stavo iniziando adannoiare o meglio non c'era nessuno che poteva resistermi e questo mi annoiava,mi sarebbe piaciuto incontrarne uno che non mi cascava facilmente ai piedi masapevo che forse non lo avrei mai trovato, sospirai e mi diressi verso il bagno. Feci unalunga doccia , indossai l'accappatoio e mi guardai allo specchio, avevo lunghicapelli corvini che mi scendevano leggermente sulle spalle e gli occhi azzurri, adoravo tutto di me ma lacosa che mi piaceva di più erano i miei occhi che avevo ereditato da mia madre, mia madre quanto mi mancava...è morta acausa di un tumore quando avevo nove anni e da lì ho sempre vissuto con miopadre Milton Evans, un importante uomodi affari che non c'è quasi mai, sono sempre a casa da sola con i suoi gorillache mi seguono dappertutto..sospirai ed uscì dal bagno. Mi misi la camicia danotte e guardai il telefono vidi una chiamata persa, era mio padre di sicuro miaveva chiamato per chiedermi scusa per la milionesima volta poiché non èarrivato per cena come avevamo stabilito di sicuro era rimasto con una dellesue sventole, richiamai e mi rispose una voce femminile, alzai gli occhi alcielo- Vorrei parlare con mio padre, sono Isabel- dissi disgustata, la sentìsolo dire ok e poi chiamarlo,-Tesoro, ti chiedo scusa se..- disse mio padre convoce dolce, lo bloccai- Certo, come sempre papà. Era più importante stare conuna delle tue sventole che con tua figlia, mi pare giusto.- dissi alterata, losentì sospirare-Isabel... per favore...-disse cercando di calmare leacque,-Tranquillo papà, tanto ormai ci sono abituata. Io ora vado a letto chedomani ho scuola, tu intanto continua la tua serata..- dissi disgustatachiudendo il telefono dove sentì solo- Isabel.. aspetta!-, lo lanciai sulcomodino, ogni volta la stessa storia, da quando la mamma è morta mio padre èstato con una donna diversa tutte le sere cercando di dimenticarla ma non c'èmai riuscito, sospirai di nuovo e sentì gli occhi lucidi, me gli asciugai espensi la luce, mi misi a letto e mi addormentai.
   
 
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