Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: Le_FF_di_Max_Casagrande    11/03/2017    0 recensioni
Caro diario,
attualmente non ho la minima idea di dove mi trovi, ma almeno questa volta mi ricordo chi sono. Ho incontrato questi ragazzi, Maka Albarn e Soul Eater. Siamo diventati amici, qui ho commesso il mio primo errore. Non so come tornare indietro ma al contempo non voglio andare via, ma devo. Voglio tornare da Harry, ma non voglio abbandonare loro. Devo fare ricerche: magari c'è un passaggio, un modo per andare e tornare come il teletrasporto. Ma visto che sono qui, tanto vale dargli una mano, questi ragazzi, sembrano avere più problemi di me, il che è tutto dire. È strano: magia e anime... non avevo mai visto nulla del genere.
Spero di capire cosa sta succedendo e riscriverti presto
James
AAA FF sull'anime che contiene spoiler: vi consiglio di guardare l'anime prima di leggere la storia.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Maka Albarn, Nuovo Personaggio, Soul Eater Evans, Un po' tutti
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'James Potter'
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James era spaventato.

Decisamente spaventato.

Era la seconda volta che si ritrovava in quella situazione, ma non ci aveva ancora fatto l'abitudine. Era sdraiato su quella strada da parecchio tempo ormai e, anche se nessuno si era preoccupato di come stesse, sapeva perfettamente che vicino a lui c'erano altre persone. In una strada vicina magari, ma sentiva le voci di una piccola folla. Aprì gli occhi pigramente, non rimanendo abbagliato dalla luce del giorno, che non raggiungeva quell’angolo di quel vicolo. Aveva una guancia attaccata alle mattonelle della strada, che erano lisce e fredde al tatto, simili a sanpietrini. Se li ricordava, qualche anno prima era stato in vacanza in Italia.

Si alzò a fatica, con i muscoli e le ossa doloranti, come se fosse rimasto sdraiato in quella posizione per anni. Dovette anche sostenersi ad una parete per evitare di cadere a terra. In parte era contento, visto che, al contrario della prima volta, sapeva perfettamente chi era, tuttavia non aveva idea di come fosse arrivato li. Tastò la tasca dei pantaloni attraverso il lungo cappotto rosso, non aveva la bacchetta. Il suo cuore fece un sobbalzo. Cominciò a toccare tutte le tasche: interne al soprabito, esterne, posteriori. Ma la bacchetta non c’era. Guardò intorno, per terra, trovandola, qualche metro più in la di dove era caduto. Cominciò a camminare per prenderla, non trovando tuttavia forza nelle gambe, cadendo sulle ginocchia ma riuscendo ad attutire la caduta con le mani. Dovette fare un paio di metri a carponi per raggiungere la verga, per poi prenderla con mano tremante.

-Sei tu?- chiese mentalmente al piccolo ramo di sambuco

-Si, sono io- rispose nella sua mente la bacchetta, facendo tirare un sospiro di sollievo al ragazzo.

Ci mise qualche minuto prima di riuscire a rialzarsi, sempre appoggiato alla parete. Si sentiva come se si fosse svegliato da una lunga, anzi, lunghissima, dormita dopo una sbornia, non che si fosse ubriacato tante volte a quindici anni. Ci mise quasi dieci minuti prima di ricominciare a camminare correttamente.

Uscì dal vicolo in maniera goffa, dandosi delle pacche sui vestiti per togliere via la polvere, per poi venire inondato dalla luce solare. Dovette socchiudere gli occhi per adattarsi a quella luce che lo stava accecando, tuttavia ne rimase quasi inebriato. A pochi passi da lui, camminava una ragazza dai capelli biondi tenuti in due code ai lati opposti della testa. Aveva dei grandi occhi verdi, dello stesso colore della cravatta, che stringeva una camicia bianca. “Una Serpeverde, magari sa dov'è il castello”.

-Ehi scusa!- urlò James facendo fermare la ragazza, che si voltò a guardarlo -mi sai dire come tornare al castello?-

-Castello?- chiese la ragazza confusa di tutta risposta

-Si, Hogwarts, hai presente?- rispose James confuso a sua volta. Sapeva di non trovarsi nel mondo babbano, tuttavia non capiva quello che stava succedendo –Questa non è Hogsmade- aggiunse a bassa voce, come in un pensiero ad alta voce

-AIUTO! QUALCUNO MI AIUTI- disse una donna attirando l'attenzione dei due, seguito da un suono forte e secco, come un’esplosione. James, voltandosi di scatto, riuscì a capire ciò che era successo. La piccola folla che era nella strada era corsa via più velocemente possibile, alla vista di quella specie di gigante. Un uomo, alto più o meno due metri e mezzo, era posizionato accanto alla parete di un palazzo crollata, mentre si rialzava lentamente. Era vestito completamente di nero, con una specie di cappello a cilindro e una vistosa catena con una croce. James pensò fosse una sorta di parroco, anche che non sapeva che tipo fosse per rompere una parete con tale facilità. All’improvviso si ricordò di demoni in grado di possedere persone, distruggendone la mente e prendendo possesso del proprio corpo. Anche se gli dispiaceva, doveva affrontarlo. Sapeva quanto potesse essere pericoloso

-Dannazione, dov’è quel cretino di…- disse la ragazza che stava parlando con James poco prima, cominciando a correre via, mentre James estrasse la bacchetta. Il legno levigato al contatto con le dita gli conferiva un senso di potere, non tanto per la sensazione in se, ma perché sapeva cosa era in grado di fare con la bacchetta, ma anche senza. Puntò il ramo di sambuco verso il gigante, facendo sentire il suo incantesimo tra le voci urlanti della folla.

-Confringo!- disse James facendo uscire dalla punta della sua bacchetta una sfera viola, che si scagliò ad alta velocità verso il gigante, lasciando dietro di se una scia violacea un po’ più chiara. Appena colpito il gigante, che fece qualche passo indietro barcollando colpito dall’incantesimo esplosivo, James provò una sensazione di gusto e soddisfazione, che però scomparve subito dopo appena vide che l’avversario si era stabilizzato immediatamente, senza nessuna ferita o segno di affaticamento.

-Stupeficium!- disse il mago con lo stesso tono di voce che aveva usato per l’incantesimo precedente, notando che, tuttavia, non sortì nessun effetto. “Le esplosioni lo rallentano, mentre gli schiantesimi non gli fanno nulla… magari è vulnerabile ai tagli, o forse alle fiamme” pensò tra se e se James, alzando di nuovo la bacchetta puntandola verso il mostro.

-Diffindo!- urlò James un po’ più forte dei precedenti incantesimi, lanciando l’incantesimo invisibile, tagliando a metà il mostro. Per un attimo si ricordò delle boss fight dei videogiochi, ma distolse subito il pensiero, ricordando che erano decisamente più difficili. Tuttavia, al contrario delle sue aspettative, non ci fu neanche una goccia di sangue. Pensava che sarebbe morto dissanguato, o che magari sarebbe riuscito a curarlo in tempo con qualche incantesimo. Invece nulla, era rimasto per qualche frazione di secondo più del dovuto in aria, mentre le due parti di lui si distaccavano poco a poco. Era rimasto sorpreso da quella piccola sfera fiammeggiante che era rimasta sospesa nel vuoto, proprio dove era stato colpito il mostro. Non era altro che l’anima di quel povero parroco colpito da quella terribile maledizione, che James non comprendeva ne conosceva.

-Quindi sei una strega?- chiese Maka che era appena spuntata alle spalle del mago. Teneva in mano una grande falce in metallo, con una lama rossa -Una strega Soul, hai sentito? -

-Si, ho sentito- sentì dire dalla falce

-Quella falce ha parlato?!?- chiese James in un urlo, seguito dalla trasformazione quasi istantanea della falce in una persona, che avvenne in un lampo di luce. Sembrava un ragazzo normale, dagli occhi rossi e i capelli bianchi che inquietarono James, ma, per il resto, sembrava normale.

-Io non sono “quella falce”, mi chiamo Soul- disse il ragazzo mettendo le mani in tasca

-E io di certo non sono una strega, sono un mago!- disse James quasi offeso, completamente ignorato dai due ragazzi

-La sua anima varrà come quella di una strega?- chiese il ragazzo, voltando la testa verso Maka

-Non ne ho idea, vado a chiederlo al sommo shinigami, tu tienilo d’occhio- rispose la ragazza, voltandosi e cominciando a correre, guardando periodicamente a destra e sinistra come se stesse cercando un negozio.

James e Soul si scambiarono uno sguardo pesante per alcuni secondi, prima che il mago cominciasse a parlare.

-E così… vorreste la mia anima?- chiese James mettendo la bacchetta in tasca, senza però smettere di pensare ad un incantesimo che sortisse un certo effetto nei suoi confronti

-Dipende, sei un’anima malvagia?-

-No, non credo- rispose James un po’ confuso, pensandoci su

-Beh, vedi di crederlo, perché se no mieteremo la tua anima-

-Voi vorreste farlo? Lo farò io!- urlò una voce alle spalle di James, attirando l’attenzione dei due ragazzi.

 

Maka stava correndo da qualche minuto, con i polmoni che gli bruciavano un po’ e le gambe sempre più pesanti. Sapeva che la sua specialità non era certamente la ginnastica, era più portata per lo studio.

Trovò un modo per contattare il preside solo in una via secondaria. Era lo stesso metodo che aveva usato pochi giorni prima, la vetrina di un negozio di abbigliamento. Sospirò su una parte del vetro, creano un alone bianco poco visibile alla luce del pomeriggio.

42-42-564.

La vetrina, all’inizio pulita e trasparente, cominciò ad incresparsi, come una televisione che cerca il segnale. Ci vollero alcuni secondi prima che diventasse il passaggio di comunicazione tra lei ed il sommo shinigami. Era una figura imponente completamente nera, che non sembrava neanche lontanamente umana, anche se, con quello sguardo inespressivo dietro quella bizzarra maschera a forma di teschio, donava un senso di quiete a chiunque lo guardasse.

-Ciao Maka! Come va la raccolta delle anime?- chiese la strana figura dall'altro lato della vetrata

-Tutto ok, siamo arrivati alla seconda anima- disse la ragazza, facendo segno della vittoria con una mano –ma, non sono qui per questo. Vorrei chiederle una cosa…-

-Qualunque cosa ragazza mia, qualunque cosa-

-Ecco, io e Soul abbiamo incontrato un mago, lo abbiamo visto fare magia e ci chiedevamo…-

-Se la sua anima vale come quella di una strega?- chiese il sommo shinigami, anticipando le parole di Maka, che rimase in silenzio, aspettando una risposta –Beh, ciò ha una probabilità del novanta, o forse anche cento percento-

-Da cosa deriva questa statistica?- chiese incuriosita, capendo che il preside della scuola si era fatto improvvisamente serio, avendolo capito dal cambiamento drastico del tono di voce

-È un’anima malvagia?- chiese serio in fine, facendo ragionare la ragazza. Effettivamente, se fosse stato dalla parte delle streghe, poco tempo prima sarebbe stato a guardare compiaciuto, vedendo la rovina e scompiglio che aveva creato quella creatura. Invece lo aveva combattuto, fermandolo prima che potesse fare danni seri. –Se la sua non è un’anima malvagia non dropperà nulla! Fate attenzione, non dovete mietere senza pensare- concluse il dio della morte, chiudendo il collegamento che rendeva tanto speciale quella vetrina, per poi farla tornare un semplice quadrato di vetro, che esponeva con fierezza quei capi d’abito.

-Quindi volete uccidermi?- disse una voce alle spalle di Maka, che si voltò di scatto, senza però vedere nessuno. La luce del pomeriggio, per quanto potente, permetteva di vedere chiaramente, e Maka non vedeva nessuno. Lentamente e con grazia, James si tolse il cappuccio del mantello di suo padre, rivelando una testa che fluttuava a mezz'aria –Rispondimi, per favore- continuò serio.

-Non ne sono sicura…- rispose la ragazza sconvolta –Puoi rimetterti… il corpo?-. James si tolse il mantello, facendo comparire dal nulla il resto del suo corpo

-Non penso valga molto dirvi che non sono una persona cattiva-

-Ci sono arrivata da sola-

-Quindi…-

-Quindi te non ti muovi da qui mentre decido- sbottò Maka, per poi tranquillizzarsi e ricominciare –Ricominciamo: mi chiamo Maka Albarn-

-Piacere Maka, io sono James Potter- si presentò il guardiano, stringendogli la mano.

 

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http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3618541&i=1

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