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Autore: Tefnuth    11/03/2017    0 recensioni
Hayden è solo. E' l'unico figlio di genitori divorziati, e fin da piccolo nonostante la presenza dei nonni ha dovuto imparare a fare tutto da solo. Nonostante la sua vita possa dirsi felice c'è qualcosa che gli manca: un fratello. Un sogno irrealizzabile, quando entrambi i genitori non hanno alcuna intenzione di intraprendere una nuova relazione. Un'occasione per realizzare il suo desiderio gli verrà data da un regalo di compleanno, molto speciale, che gli riserverà un triste destino.
Genere: Drammatico, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“No, no e ancora NO!” strillò Inyra riempiendo la cucina.

Stava parlando al telefono con Jay, l’ex marito e padre di Hayden, riguardo alla cena di famiglia che avrebbero dovuto avere quella sera. Era da moltissimo tempo che non si riunivano tutti e tre, e Hayden (data la nostalgia che stava provando da un po’ di tempo a questa parte) aveva deciso che quella sera avrebbe cercato di riallacciare un po’ meglio i rapporti col genitore. Tuttavia Jay avrebbe avuto piacere nel portare anche la sua nuova compagna, Catarina, e Inyra si stava opponendo con tutte le sue forze.

Hayden, che stava pranzando dopo essere tornato da scuola, stava facendo da testimone alla scenata.

“Non farne una tragedia. – Ribatté Jay, all’altro lato della linea. – Lei vuol conoscere Hayden”.

“In un’altra occasione, forse, ma non STASERA!”.

“Oh andiamo, non fare la bambina” cercò di calmarla l’uomo.

“Bambina, io? TU sei il bambino: non hai mai voluto sfruttare i giorni che ti aspettavano per rivederci, e ora pretendi di portare un’estranea a casa mia. SCORDATI LA CENA!” affermò Inyra subito prima di chiudere la telefonata.

“Perché? – Domandò Hayden alla madre. – A me non importava, se veniva un’estranea” era sincero.

Prima di rispondere, Inyra lo guardò con il suo stesso sguardo: occhi svelati di tristezza.

“Ci sono cose, tesoro, che ancora non puoi capire” poi si ritirò nella propria stanza.

Quel pomeriggio, in una caffetteria per ripararsi dalla pioggia e dal vento, Hayden ebbe modo di sfogarsi con Magnus e Axel.

“Mi dispiace, tanto” disse Magnus.

“A volte gli adulti si fanno prendere troppo dalle emozioni” aggiunse Axel.

“Vorrei solo che non litigassero così spesso. – Confessò Hayden, stringendo il suo bicchiere colmo di succo d’arancia. – Sono capaci di bisticciare persino per un capello fuori posto. A volte, mi chiedo se la mia nascita non sia stata…”

“NON PENSARCI NEMMENO!” lo interruppe Axel prima che il ragazzino potesse dire quella terribile parola.

“Tu sei nato per amore, come tutti, e se i tuoi non vanno più d’accordo non devi fartene una colpa” affermò Magnus.

Ritornato a casa Hayden constatò, con suo gran dispiacere, che la cena di famiglia era stata definitivamente sostituita da una telefonata in pizzeria. Il fattorino sarebbe arrivato alle 20.30, e nessuno dei due parlò (prima e dopo) di quello che era accaduto. Quando rientrò in camera, i suoi occhi rossi attirarono l’attenzione di Rei che si era affacciato alla superficie riflettente non appena ebbe sentito lo sbattere della porta.

“Cos’è successo? Non dovevi cenare con i tuoi?” domandò il piccolo fantasma, intuendo che qualcosa non era andato per il verso giusto.

“Mamma ha annullato tutto: non ha voluto che papà portasse la sua nuova fidanzata” spiegò il biondo, mentre si sedeva a gambe incrociate davanti allo specchio.

“E tu sei d’accordo, con tua madre?”.

“Volevo solo vedere papà, e fare pace con lui. – Affermò Hayden. – Anche a me dà fastidio che si veda con un’altra, però…”.

“Non così tanto. – Concluse Rei, cui poi venne un’idea. – Senti, e se vivessimo la serata che avresti dovuto avere con i tuoi?”.

“Che vuoi dire?” chiese Hayden inclinando leggermente la testa verso destra, come faceva ogni volta che non capiva qualcosa.

“Vieni dentro che te lo spiego meglio”.

Obbediente, Hayden varcò il portale tra i due mondi, e Rei gli descrisse la sua idea: far apparire le copie dei genitori, cosicché il biondo potesse passare un bel momento con loro.

“Ma non litigheranno? – Domandò il ragazzino, titubante. – Nella realtà litigano per ogni sciocchezza”.

“No, se tu non vuoi” affermò Rei.

Incoraggiato dall’amico, Hayden materializzò nella propria mente i volti dei genitori: i lineamenti dolci della madre, e quelli affilati del padre; i capelli scuri di lei e quelli chiari di lui. Pensò anche ad un’altra cosa, ma non lo disse subito all’amico. Quando riaprì gli occhi, Inyra e Jay erano davanti a lui.

“Mamma! Papà!” esclamò sbalordito Hayden. Avrebbe voluto abbracciarli, ma non ne era sicuro.

In risposta, come se gli avesse letto nel pensiero, la figura di Inyra aprì le braccia e gli disse:

“Non vieni ad abbracciarmi?”.

Solo allora il ragazzino si fiondò tra le braccia di lei, e quelle di Jay, ma ancora mancava una cosa.

“Rei, non vieni a salutare mamma e papà?” domandò la copia del padre, lasciando il piccolo fantasma con la bocca aperta per lo stupore. Hayden aveva chiesto che le due copie considerassero Rei un figlio.

Superata la timidezza, lo spettro imitò l’amico gettandosi tra le braccia dei “genitori” completando così un quadro perfetto.

“Cosa vi va di fare, oggi?” chiese poi Inyra, sciogliendo l’abbraccio e guardando i due ragazzini con i suoi occhi dolcissimi.

Hayden desiderò di poter passare un’ipotetica giornata in un parco divertimenti, e si divertì molto nel mettere insieme le giostre che più gli erano piaciute dei vari parchi che aveva visitato. Nonostante la sua natura effimera, per il biondo fu l’esperienza più bella mai vissuta: lui con Rei, il fratellino immaginario, e i genitori che andavano sempre d’accordo. Alla fine, quando i giochi finirono e Hayden ritornò nel mondo reale, Rei lo ringraziò per avergli fatto provare la sensazione di avere una famiglia. Allo stesso modo fece il ragazzino biondo, poco prima di infilarsi sotto le coperte.

  
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