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Autore: lapotenza    11/03/2017    0 recensioni
"Gli esorcisti sono persone possedute da Dio. Essi esistono al fine di consegnare all'Oblio le sinistre creature che emergono dalle tenebre."
D.Gray-Man ~ Prima Notte, Vol.1
Yuki Hirai. Diciotto anni. La sua espressione, un vero e proprio capolavoro di falsità.
Ingenua o furba come la più infima ed astuta delle volpi?
Passionale o gelida e pacata?
Guerriera o spettro in fuga dal passato?
Yuki é divisa in due parti perfettamente... (A)simmetriche.
Non uno, ma ben due passati alle spalle, non uno, ma nessun futuro che si profila all'orizzonte, non uno, ma ben due marchi imposti da Dio.
Un' anima infranta o un cuore d'acciaio?
Ci sono così tante alternative da scegliere... Ma nessuna persona pronta a condividerle.
Come si sopravvive al ritorno nelle fitte spire dell'Ordine?
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Allen/Lenalee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Howard Link, ci rivediamo.- Yuki si concesse un sorriso sghembo, sicuramente ereditato dai sette o poco più anni passati con Junior.
-Francamente, non avrei mai creduto che saresti sopravvissuta.- ammise il biondo, lo sguardo serio ed impassibile.
-Francamente, davo per scontato che ti scoprissero.- ribatté lei, il tono canzonatorio -Ma ho comunque intenzione di pagare il mio debito, sappilo.-
-Ignorando il fatto che tu conosca il cane, vi ricordo che sarebbe meglio sloggiare.-  Kanda si frappose tra i due, interrompendo lo scambio di battute già di per se destinato ad essere breve. Lanciò alla sua "assistente" uno sguardo seccato, tipico di chi si rendeva conto che dopo tutto quel parlare e rivelare segreti ancora non sapeva niente.
In effetti, Yuki lo ammise a se stessa, Kanda non sapeva un bel niente, nessuno sapeva la sua storia per intero. Forse Junior era quello che ne sapeva di più, ma neanche lui era riuscito a farle confidare tutto. Nemmeno il vecchio Bookman aveva avuto tale pregio.
-Avete qualche idea?- Walker si guardò intorno preoccupato -Credo siano...- la pupilla sinistra del giovane si allargò sino a colmare di nero sia iride che cornea, generando dal centro dell'occhio dei cerchi rossi posti in una concentrica decorazione cremisi. Con uno scintillio quasi spettrale, un monocolo rimandante ad un ingranaggio lo ricoprì.
-... Ventitre.- constatò.
Yuki schiuse le labbra, ma non proferì parola. Era sicura che l'esattezza dei dati che quella maledizione poteva fornire si ampliava anche alle coordinate ed al livello degli Akuma, il tutto dal semplice scorgerne le anime.
Qualcosa di utile, eppure Yuki avrebbe passato volentieri la mano. Omniscience le aveva dato modo di vedere cosa si celasse dietro una di quelle oscure creature, ed essere per sempre obbligata ad uno scenario simile era l'ultima delle sue aspirazioni.
-Hanno smesso di sparare... Vorrei capire per...- la diciottenne non riuscì a finire la frase che una fitta dolorosa le attraversò il corpo, le palpebre ed il corpo pesanti.
-Ehi, Fio... Oddio.- il volto di Junior, vicino, si alternava ad un campo di battaglia, la pioggia battente ed il fango insidioso. Provò a richiamarla, ma la sua voce si sostituiva in continuo a grida disperate.
Cadde in ginocchio, le braccia abbandonate lungo i fianchi.
-Sto...- un vortice risucchiò le immagini prepotenti, il mondo ritornò quieto come prima -...bene.-
-Sei... Sei sicura?- Junior la osservava in un misto tra il preoccupato ed il professionale. Una piccola parte di Bookman stava memorizzando qualcosa in lei.
-Ti ho detto che sto...-
-Yuki-san, i tuoi occhi...-

L'assenza più totale di raziocinio ed ego negli Akuma di livello uno godeva di una totalità devastante che innervosiva non poco Tyki, pronto ad impartire ordini alle macchine assassine.
Li aveva fermati per tempo: c'era infatti mancato poco che avrebbero colpito il piccoletto e la sua ciurma.
Non che gliene importasse molto degli altri, ma voleva divertirsi ancora un po'. Magari un bel combattimento ad armi impari...

-Nora, è ora.- la voce seria di Marian la distolse dai suoi pensieri, con aria stanca la giovane donna smise di osservare il panorama lugubre al di fuori della finestra e volse lo sguardo al compagno dai capelli rosso sanguigno.
-Stanno per iniziare?- domandò, sistemandosi la lunga giacca della divisa.
-Si. Sarà una solfa parecchio lunga.- rispose lui infilandosi un paio di guanti.
-Due apostoli in tre mesi... Achim deve sentirsi uno straccio.- sospirò la mora.
Passarono lunghi attimi di silenzio.
-E tu?- la domanda di Marian, semplice e diretta, la fece sobbalzare.
-Non lo so. Sensi di colpa, forse?-
-Non credo affatto, sai bene da sola che tu non c'entri nulla.-
-Axel... Gli volevo bene come ad un fratello. Avrei dovuto proteggerlo meglio.-
-Sarebbe morto comunque.-
-Lo so.-

Le voci si sbiadiscono, le bocche si muovono ma non si udisce più alcun suono.

-Ehi, bellissima, che ne dici di farmi da ostaggio?- l'aria entrò prepotente nei polmoni di Yuki, un fischio assordante le riverberava nelle orecchie.
Junior compì un salto all'indietro e schivò appena in tempo un attacco di un viola lampante, urlando qualcosa, mentre Kanda sguainò la katana seguendo un istinto abitudinario, per poi rendersi conto della temporanea inutilità di essa.
Qualcuno la teneva saldamente per il polso sinistro, ed il calore che percepì attraverso la stoffa le fece intuire che l'altra mano dell'aggressore era poggiata sul suo fianco.
Era come se mancasse un pezzo, qualcosa era accaduto ma lei nemmeno se ne era resa conto, era affondata nel limbo senza un minimo di coscienza di se, era, per un attimo, rimasta vuota.
Con lentezza abbassò lo sguardo. Una mano guantata, la sottile striscia di pelle visibile alla fine della manica era scura, un profumo maschile colmò l'aria attorno. Un brivido le corse lungo la spina dorsale, misto ad una strana sensazione di familiarità.
Non guardarlo in volto. Si impose con la poca lucidità mentale che quel continuo fischio assordante le concedeva.
-Ma tu guarda chi si vede, il Guercino!- la voce canzonò Junior quasi in tono amichevole. Era profonda e non mascherava un accenno di sensualità -Abbiamo anche il Samurai... Hai organizzato una festa, Piccolo?-
-Tyki.- Walker pronunciò quel nome con voce atona, lo sguardo serio che avrebbe potuto incenerire il Diavolo.
-Mamma mia che freddezza, si saluta così?-
-Lasciala andare.- intimò l'albino ignorando la battuta.
-Lasciarla andare? Non ne vedo il motivo.- Yuki non si mosse, non aveva la forza di parlare e tantomeno quella di muoversi. Si limitò a guardare Kanda, uno strano senso di nausea la pervadeva. Il moro, stranamente, ricambiò lo sguardo. Voleva forse farle intendere qualcosa?

La pioggia imperversava su tutta la zona, battendo con violenza contro i vetri delle alte finestre dell'Ordine, sovrastando del tutto il rumore di un pianto sconsolato.
-..tutta colpa mia... Avrei dovuto fermarti...- un singhiozzo scosse di nuovo le spalle di Lenalee, che provò inutilmente ad asciugarsi gli occhi col dorso della mano.
Era tardi, e lei, nella sua camera, seduta sul letto con una foto davanti, si era lasciata invadere dalla tristezza e dai sensi di colpa. Nonostante tutto, non riusciva a perdonarsi la fuga di Allen, non riusciva a perdonarsi il fatto di averlo lasciato andare, di non aver detto nulla.
Una lacrima cadde sulla carta lucida. Una foto preziosa, un momento innocente e divertente, come di raro ne accadevano in quella prigione. C'era lui, le guance arrossate e la mano tra i capelli, il viso dolce immortalato in una tenera espressione imbarazzata. E lei, lì accanto, che lo teneva per il braccio e gli stampava un bacio sulla guancia.
Ricordava quel giorno. Erano in missione in un paesino in Belgio, ed Allen aveva salvato la vita a tre bambini, rischiando come al solito la sua. Lei lo aveva sgridato come tutte le volte, ma vederlo giocare con quei piccini adoranti nei confronti del loro salvatore le aveva scaldato il cuore ed aveva deciso di chiudere un occhio, alleggerendo per una volta la solita ramanzina. E poi, senza pensarci, quel gesto, avventato quanto innocente, seguito da un sorriso.
Allen, se lo ricordava bene, aveva balbettato qualcosa che non era riuscita a capire, ma era sicura riguardasse suo fratello, e poi, rosso come un pomodoro, aveva ostentato il suo solito sorriso, dicendole che si era fatta ora di tornare alla Home.
Quella foto l'aveva scattata il padre dei bambini, e gliel'aveva regalata.
Lenalee la teneva sul comodino, e tutte le volte che qualcuno entrava in camera l'abbassava. Quella foto era la sua preferita tra tutte quelle in cui c'erano solo lei ed Allen e nessun altro, e la voleva per se, voleva che fosse una cosa sua, un ricordo intoccabile.
Se lui fosse stato lì adesso lei non si sarebbe sentita così sola e sperduta, non avrebbe provato quella sensazione di dolore e di perdita.
La prima volta che aveva visto Allen, lui era uno scricciolo, piccolo, dolce, gentile e tenero, ed in più un anno più piccolo di lei. Lo aveva visto come un fratellino minore, un ragazzino davvero troppo squisito e genuino per far davvero parte di quel posto, ma si sbagliava. Allen si era fatto conoscere poco a poco... Maturo ma avventato, la persona col più grande spirito di sacrificio che avesse mai conosciuto, disposto a tutto pur di salvare il suo nemico. Perché si, realizzare che Allen vivesse in funzione degli Akuma l'aveva agghiacciata, aveva odiato quel suo occhio maledetto, quell'occhio che era la sua ragione di vita. Allen viveva per i morti, per le anime in pena.
Dal ragazzino di cui prendersi cura come lei credeva, si era mostrato colui che si prendeva cura di lei, invertendo qualsiasi ordine logico. In men che non si dica le aveva creato una ragione per resistere, l'aveva aiutata a guardare quel mondo in modo diverso. E poi, era cresciuto, era diventato più alto di lei, aveva iniziato ad aprirsi con tutti loro, ed era diventato anche bello, come se la sua anima così pura e luminosa non bastasse già. Allen era meraviglioso, eppure la sua luce accecava così tanto da nasconderlo. Era diventato un'incognita. Era la persona più vera che avesse mai conosciuto, ma al tempo stesso era un falso di prima categoria. Un'equazione irrisolvibile.
Allen non si rendeva conto di aver esagerato con la storia della faccia da poker, l'aveva acquisita durante le partite della sua vita ed aveva iniziato a scordarsi di toglierla quando tornava. Quel sorriso così bello e così finto, quel suo modo di capire sempre cosa provavano gli altri ma sorridere, come se lui non ne fosse in grado. Quel suo modo di buttare via la propria vita... Meravigliosamente orribile.
E Lenalee pianse ancora, per quel ragazzo che ormai non capiva più cosa significasse per lei, per quel ragazzo in grado di stregare l'animo di chiunque con quei suoi modi da gentleman, l'aspetto di un principe maledetto, il coraggio di un leone e la testa piena di idee controcorrente.
Un tuono annunciò il peggioramento del tempo fuori dal castello, la stanza si illuminò a giorno.
Qualcuno bussò alla porta.
Lenalee si zittì di colpo, ingoiando le lacrime salate e rispedendo al suo posto il groppo che le era salito in gola.
-Chi è?- domandò. Un altro tuono illuminò tutto.
-Jerry, posso entrare, zuccherino?- Lenalee sorrise, asciugandosi gli occhi.
-Un secondo.- si pulì per bene il volto ed infilò un maglioncino sopra al vestito che indossava.
Riavviò come meglio poteva i capelli ed aprì la porta.
Si ritrovò davanti il cuoco con una grossa scatola bianca fra le braccia ed un sorriso enorme in faccia, si domandò come fosse riuscito a bussare alla porta con tutto quel peso.
-Entra, appoggialo sulla scrivania prima di stancarti troppo.- gli disse, aiutandolo.
-Zuccherino, ho visto che non sei venuta a cena, quindi mi sono messo giù ed ho preparato la migliore torta al cioccolato che potessi mai realizzare.- lenalee sorrise.
-Non dovevi, davvero.-
-Invece si. Di questi tempi sei davvero troppo triste, per cui adesso noi ci mettiamo qui a mangiare questo piccolo capolavoro mentre mi racconti tutto. E non omettere nessun dettaglio! Ho portato anche un po' di tè.- 
Non era la prima volta che Jerry le faceva da confidente. Dopotutto, quando era piccola ed anche più avanti, per molto tempo era stata l'unica ragazza, ed era per quello che era sempre andata d'accordo con l'indonesiano che, come spesso piaceva dire a Reever, si sentiva donna dentro.

-Aaah che fatica... Non avrei mai pensato che quello scricciolo diventasse così importante per la sezione...- Reever si appoggiò una pezza umida sugli occhi stanchi, sospirando. I suoi sottoposti giacevano per il laboratorio in pose scomposte, emettendo continui lamenti tranquillamente paragonabili a quelli di un girone infernale.
Da quando Yuki era entrata a far parte della Prima Divisione era stata come la luce alla fine del tunnel. La sua precisione e velocità le permettevano di svolgere il quadruplo del lavoro che una comune persona avrebbe potuto svolgere in quelle condizioni estreme, per non parlare della sua abilità di scrivere in contemporanea con entrambe le mani. Poteva tranquillamente farsi un paio di idee sul perché Lvellie avesse scelto proprio quel ruolo come copertura della ragazza.
Eppure, quando lei partiva con Kanda ritornava tutto come prima, il lavoro ripiombava in un limbo disorganizzato composto da fogli, documenti, libri ed esperimenti finiti male.
L'australiano sospirò, osservando la scrivania della ragazza, l'unica in ordine. I fogli impilati e le penne nell'apposito contenitore. Diverse cartelle sul lato sinistro, mentre esattamente al centro della scrivania ne spiccava una inconfondibile.
Con stanchezza Reever si alzò e, una volta avvicinatosi, la sfogliò distrattamente. Era una copia della cartella di Kanda, in qua e in là vi erano annotazioni e appunti in bella calligrafia. Ne rimase stupito. Sapeva che Yuki si occupava di ogni suo compito con il massimo dell'impegno e della professionalità, ma non credeva che era addirittura arrivata al punto di analizzare lo stile di vita di Kanda fin nel più minuscolo dei dettagli. Vi erano appunti sulla sua dieta abituale, sugli schemi comportamentali in battaglia, sulle ultime reazioni della sua Innocence, dello stato della riserva vitale nel suo corpo ed addirittura note riguardanti le sue reazioni ed atteggiamenti in base ai vari argomenti.
Se quel ragazzo avesse letto quella cartella sarebbe probabilmente impazzito.
-Che lavoro...-
-Incredibile, non trovi?- una voce familiare colse alla sprovvista l'uomo, che, con un sobbalzo vistoso lasciò ricadere la cartella lì dove l'aveva trovata.
-Sebbene proclami con tanto di alti stendardi la sua antipatia per Kanda, quella ragazza non ha esitato un istante nel fare il possibile per non intralciarlo nel lavoro.-
-Ha fatto tutto questo solo per sapere cosa fare per non essere di peso?-
-Almeno nelle cose più piccole.- Komui sorseggiò del caffé dalla sua solita tazza, guardando la cartella con aria seria -C'è qualcosa che non va in lei.- ammise, dopo interminabili attimi di silenzio.
-Cosa intende dire?-
-Quella ragazza... Non so spiegarlo ma... Ho come la sensazione che le manchi un pezzo.-
-Forse capisco cosa intende, a volte sembra in cerca di qualcosa in modo quasi disperato.- ammise Reever.
-Cooomunque, parlando di cose più allegre, ho delle buone notizie!- Komui si mise a sedere sulla scrivania spostando diverse pile di fogli senza prestare la minima attenzione. Sicuramente Yuki lo avrebbe preso a calci, una volta tornata.
-Che genere di notizie?- domandò lo scienziato dagli sparuti capelli, deglutendo a vuoto alla sola idea della tremenda furia omicida della giovane.
-Ho ricevuto una comunicazione da parte di quel piccolo demone: hanno recuperato Lavi.- io modo in cui il Supervisore calcò "piccolo demone" fece intendere che, sotto sotto, ce l'aveva ancora a male per il boicottaggio di due Komurin che la giovane scienziata aveva operato qualche tempo prima.
-Questa é davvero una notizia fantastica! E come sta?-
-Pare bene, inoltre... Quando Yuki ha pronunciato il nome "Kanda" non era acida come al solito. Forse quei due si stanno sensibilizzando alla convivenza.- Komui dondolò i piedi in un gesto infantile, sorridendo soddisfatto.
-Ne é sicuro?-
-Me lo auguro, gli altri abitanti dell'Ordine non ne possono più di sentire le porte sbattere alle quattro di mattina.-
-Litigano anche a quell'ora adesso?-
-Sembra una specie di abitudine, come il jogging per certe persone.-
-Beh, spero almeno che anche questo li possa tenere in forma.-

-Sai che ti dico, piccina mia? Le storie d'amore mi sono sempre piaciute, specie se sono complicate.- Jerry mangiò distrattamente un altro boccone della torta. Lenalee arrossì di colpo. Forse il cuoco era davvero troppo romantico e sognatore... Aveva frainteso un po' di cose.
-Ah! Ma lo vuoi un gossip?- forse notando il suo imbarazzo, l'uomo cambiò argomento con naturalezza.
Lenalee colse al volo l'occasione.
-Gossip? Sono curiosa.-
-Da certe voci che sento, pare che gran parte dei Finders (tra le reclute giovani, s'intende) nutrono grande interesse per la piccola Yuki-chan, sai?- l'uomo aveva abbassato la voce come se si trattasse di un segreto a livello nazionale.
-Beh, Yuki é carina, non mi sorprende- ammise la cinese, sforzandosi di trattenere una risata. Jerry era così preso dalla bellezza delle cose che non si era ancora reso conto del caratteraccio che Yuki nascondeva sotto quell'aspetto pressoché adorabile. Anzi, pensava che ciò la rendesse ancora più carina.
Il cuoco annuì con forza.
-Ma vedi... C'è questo ragazzo americano di nome Thomas (Tom per gli amici), apprendista nella Seconda Divisione, che pare sia cotto a puntino.-
-Temo che non otterrà nulla, un po' mi dispiace per lui.-
-Ah ma dovresti vedere che amore che é, un vero tesoro.- incalzò il cuoco.
Lenalee sospirò -Peggio ancora. Ho paura che possa mortificarsi, sai com'è, Yuki é quel tipo di persona che tiene addirittura testa a Kanda...-
-Per questo mi servi tu.- Jerry le mostrò un sorriso a trentadue denti -Lena... Ti va di operare una piccola missione cupido?- così dicendo, l'uomo si esibì in un vistoso occhiolino.
-Non credo se ne ricaverà qualcosa di buono, comunque se proprio ci tieni le parlerò.- Jerry si sfregò le mani.
-Ottimo, vediamo se riusciamo a scucirle un appuntamento... Ovviamente però farò si che il nostro Tom faccia la figura del grand'uomo, eh.-
In quella notte piovosa Jerry uscì allegramente dalla stanza di Lenalee, ignaro del fatto che la ragazza della quale avevano discusso in quel momento si trovava avvolta dalle nebbie, per giunta prigioniera di un Noah.

Spazietto per me

Stavolta ci ho messo un po' a pubblicare... Avevo un blocco (non che ora sia passato eh) e trovavo grosse difficoltà nello scrivere. Alla fine per cui mi é venuto un capitolo formato da vari spezzoni alternati, e siccome ho avuto nuove idee su come far procedere questa trama (amo complicarmi la vita) i programmi che avevo fatto presenti la volta precedente sono saltati alla grande (yeeeeh!).
Adesso pian piano recupero tutto...
Coomunque... Reever é sempre in mezzo perché lo adoro (non credo si fosse capito ma se ci fate caso colgo sempre l'occasione per infilarlo in qua o in là...) e Jerry é un gran pettegolo (meraviglioso). Come pensate che potrebbe andare la sua missione cupido? Yuki darebbe davvero una chance a questo Thomas?
Coomunque... Tyki entra ufficialmente in scena e Yuki non é nelle migliori condizioni...

Spero che questo capitolo dia uscito decente (anche se ne dubito)...

Saluti!😘😘😘😘😘

Sara

 
   
 
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