Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: emmegili    11/03/2017    1 recensioni
- Hai intenzione almeno di dirmi come ti chiami o dovrò tirare ad indovinare?
- Hai intenzione di smettere di interrompermi mentre leggo o devo imbavagliarti?
- D’accordo, tirerò ad indovinare.
- D’accordo, mi toccherà imbavagliarti.
- Sei davvero adorabile, te l’hanno mai detto?
- Sei davvero un rompipalle, te l’hanno mai detto?
--
Ma Oliver... Oliver non muove un muscolo, nemmeno gli occhi. Mantiene lo sguardo fisso nel mio, come un salvagente nel mare in tempesta. Ogni volta che sto per affogare, mi aggrappo alla sua sicurezza.
--
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
We are still kids, but we’re so in love
Fighting against all odds
I know we’ll be alright this time
Darling, just hold my hand
Be my girl, I’ll be your man
I see my future in your eyes

Perfect - Ed Sheeran

47. – Rachele
 
La luce del sole filtra dalla finestra.
Sbatto più volte le palpebre, stiracchio le braccia davanti a me. I raggi del sole sbattono contro l’anello che porto all’anulare sinistro, facendolo brillare.
Sorrido come un’idiota, ammirandolo.
Mi rigiro nel letto. Oliver, accanto a me, dorme ancora. Mi sollevo su un fianco, per vederlo meglio.
Le lenzuola gli lasciano scoperta la schiena possente. I capelli, decisamente spettinati, gli ricadono sul viso rilassato.
Sospiro sognante, sfiorandogli la fronte con le labbra.
Rotolo fuori dal letto e raccatto la sua camicia nera dal pavimento, stando ben attenta a non svegliarlo. La infilo sopra un paio di mutandine pulite e sgattaiolo in cucina.
Accendo la radio e spalanco le tende, lasciando entrare la luce.
Canticchiando, accendo i fornelli ed apro il frigorifero.
Da sotto il tavolo spunta la testa pelosa di Blue, che mi guarda curioso.
- Oddio, sei ancora vivo? –rido accarezzandolo.
Prendo le crocchette dalla dispensa e gliene rovescio un po’ nella ciotola.
Poi torno al frigorifero e, sempre cantando sottovoce, decido di cucinare le crepes. Controllo che ci siano abbastanza uova e tiro fuori il vasetto di Nutella.
Metto sul fuoco anche la moca del caffè, quando sento scattare le serratura e la porta principale aprirsi.
Mi sporgo verso il salotto, pronta a colpire chiunque sia con la padella.
Quando incrocio gli occhi blu di Scott, tiro un sospiro di sollievo.
- Cristo, Scott, mi hai fatto prendere un colpo!
Lui ridacchia e si avvicina.
- Pensavo dormiste. Sono venuto a prendere il portafoglio, l’ho lasciato qui ieri sera. –accenna al tavolo con la testa e solo ora mi accorgo del suo taccuino di pelle nera, lì, incustodito.
- Ah. Vuoi fermarti per colazione? –gli sorrido raggiante, indicando i fornelli.
Scott fa un sorriso furbo.
- Ti ringrazio, ma no. Non vorrei essere di troppo.
Solo ora mi rendo conto di indossare solo un paio di mutande e una camicia, e avvampo.
- Oddio, sono una cretina. Scusa, Scott. –bofonchio, mordendomi il labbro.
Lui scoppia a ridere e mi dà un buffetto affettuoso sulla guancia.
- Figurati. Sei come una sorella, per me. Ci vediamo dopo. –mi fa un occhiolino e, dopo aver recuperato il portafoglio, si dirige verso la porta.
Mi fa un cenno di saluto, che ricambio con un sorriso.
Torno alle mie crepes, fischiettando.
- Ma che spettacolo.
Mi volto di scatto.
Oliver mi osserva sorridendo, appoggiato al muro. Indossa i pantaloni della tuta grigia, ha i capelli spettinati e un’aria intrigante.
- Già sveglio? –gli sorrido, avvicinandomi per baciarlo.
- Avevo sentito dei rumori. –scrolla le spalle, sorridendo a ridosso delle mie labbra. Gli passo una mano tra i capelli.
- Era Scott, aveva lasciato qui il portafoglio. –spiego –Ho fatto le crepes, spero tu abbia fame.
- Eccome. –ride –Con tutte le calorie che ho bruciato stanotte...
Gli lancio un’occhiata, servendo le crepes su un piatto.
- Ah, sì? –decido di stare al gioco.
- Già. –annuisce, sedendosi al tavolo.
- Che c’è, sei stato a correre fino all’alba? –continuo, spalmando della Nutella sulla mia crepes.
- Mm. No, non proprio. Molto, molto meglio. –risponde, masticando.
Lo guardo con un sopracciglio inarcato, mentre sorseggia un bicchiere di succo d’arancia.
Mi fa un occhiolino, al quale reagisco con un sospiro.
Scoppia a ridere, quasi strozzandosi con il succo. Posa il bicchiere sul tavolo.
- Sapevo non avresti retto. –canto vittoria.
- Saresti un’ottima attrice. –conviene Oliver, prendendo un’altra crepes –E un’eccellente cuoca, tra l’altro.
- Modestamente. –sospiro, ammirando l’anello in controluce.
Con la coda dell’occhio, noto Oliver sorridere.
- Allora, che programmi abbiamo? –domando, raggiante.
- Io devo andare in studio. –risponde –Riguardo a te... non so cosa abbia organizzato Ari. E non ho intenzione di contestare i piani di quella maniaca del controllo. A cui voglio molto bene.
Annuisco, pensierosa.
- E poi? Rimarremo qui? O dovrò tornare in Italia?
- Oh, be’. Sei liberissima di scegliere. –mi sorride alzandosi. Mi bacia e ripone il piatto sporco nel lavandino. Lo osservo mentre scompare nel corridoio.
Va tutto alla perfezione.
 
- Guarda un po’ che sorrisetto.
Allie mi squadra da capo a piedi, con aria maliziosa. Accanto a lei, Arianna annuisce, concorde.
Le fisso, spazientita.
- Che avete? –sbotto.
- Niente. Cambiati, che andiamo. Scott e Jay non aspetteranno tutta la vita. –mormora Allison, senza smettere di scrutarmi con quello sguardo da poliziotta.
Decido di lasciarle perdere e scompaio in camera, per indossare un paio di pantaloni neri attillati e una maglietta rossa con le maniche a tre quarti.
Non faccio nemmeno in tempo a voltarmi, che me le ritrovo sulla soglia della stanza.
- Mm, il letto è disfatto. –sussurra Ari, cospiratrice.
- Oddio, sono i pantaloni di Oliver quelli là per terra? –squittisce Allison indicando quelli che sì, effettivamente, sono proprio i suoi pantaloni.
Sospiro con fare plateale.
- Come siete pesanti! Il letto è disfatto perché ci ho dormito e i pantaloni... be’... Oliver non è molto ordinato. –le liquido, dirigendomi verso il bagno.
Prendo a spazzolarmi i capelli, quando le scorgo scrutarmi dal riflesso dello specchio.
- Rachele Nardi. –mi chiama solenne Arianna –Dicci la verità. Cosa è successo ieri sera?
- Ieri sera? Oliver mi ha dato questo. –allungo loro la mano sinistra, facendo luccicare l’anello –E mi ha portata fuori a cena.
Allie mi lancia un’occhiata scettica, spingendomi a proseguire.
- E quando siamo tornati a casa tutti voi non c’eravate, perché vi eravate fatti strane idee. –le accuso con un sorriso malefico, incrociando le braccia al petto e voltandomi per guardarle negli occhi.
Allison arrossisce violentemente ed inizia a balbettare giustificazioni, ma Ari non demorde.
- Sì, be’. State insieme da un po’. Lui è una specie di bomba sexy e tu lo mandi fuori di testa. Non ci vedo nulla di male. E’ normale. –scrolla spicciola le spalle, cercando di raggirarmi.
Poso le mani sui fianchi, fissandola.
- Finalmente fai parte del nostro mondo di adulti. –aggiunge ridendo sotto i baffi.
- Arianna! –esclamo scioccata, schiaffeggiandole un braccio.
- La prenderei come una confessione... –commenta Allie.
- Cosa? Io... no... –borbotto, uscendo dalla stanza. Chissà che non mi ci chiudano dentro per farmi confessare.
Ma non lasciano perdere, e continuano a seguirmi, affamate di risposte.
- Stanotte è successo qualcosa. Oh, eccome. Guarda com’è rossa. Quasi più della sua maglietta. –insiste Allie –Certo, ammetto che l’idea che il misterioso lui sia mio fratello mi fa perdere un po’ di entusiasmo, ma...
- Okay, okay! Avete vinto! –esclamo esasperata, alzando le mani in segno di resa.
Sorridono beffarde, entrambe. Si battono un cinque, poi mi guardano.
- Ed e Cami sono andati a fare una gita romantica Dio solo sa dove, i tuoi genitori, i tuoi futuri suoceri e Sofia hanno deciso di visitare la città. Scott e Jay vogliono portarci al luna park. E tu vieni con noi. –cambia repentinamente argomento Arianna, contando sulle dita tutte le cose che deve dire.
- Ma sarò la terza in comodo! –protesto. Le loro occhiate confuse mi fanno ridere.
- Oh, andiamo. Allie e Scott, tu e Jay. Ed io? Il mio povero fidanzato è a lavorare. –piagnucolo.
Allison sospira plateale.
- Non fare storie. –ordina, prendendomi per un polso e trascinandomi fuori.
 
- Rae! –Scott mi stritola in un abbraccio affettuoso, scompigliandomi i capelli.
Ridendo, ricambio la stretta.
Facendo un passo indietro, mi soffermo ad osservarlo. Indossa una primaverile giacca di jeans che si intona in modo spaventoso ai suoi occhi, schermati da un paio di occhiali da sole. Ha i capelli scuri spettinati dal vento e schiariti un poco dai raggi del sole.
- Che classe, Scottie. –gli faccio notare, alzando gli occhiali sulla testa per vederlo meglio. Lui si passa le mani sui jeans neri, tutto orgoglioso.
- Grazie, piccolina. –sorride gongolante, per poi notare Allison e carezzarle una guancia distrattamente.
- Ehi, tu. –Jay mi pizzica un braccio, con fare offeso.
Mi volto a guardarlo e sorrido.
- Ciao, scusami. –ridacchio, abbracciandolo.
- Per questa volta ti perdono... –sospira lui, attento –Ma ricordatene!
Quando mi allontano da lui, ridendo, Arianna lo guarda timida. Jay se ne accorge e le sorride.
- Arianna... –gracchia in un sorriso imbarazzato, abbassando lo sguardo e passandosi una mano tra i capelli.
La mia migliore amica sussulta sorpresa, mentre Scott, Allie ed io osserviamo la scena stupiti.
- Jay che fa il primo passo? –sussurro piano all’orecchio di Scott. Lui mi guarda con tanto d’occhi, scrollando le spalle.
- Sì? –riesce a balbettare Ari, portando un ricciolo dietro l’orecchio.
- Vorresti essere la mia accompagnatrice ufficiale per questa giornata al luna park?
Ad Allison cade la mascella: probabilmente non aveva sospettato nulla sui due.
Scott mi lancia un sorrisetto, mentre incrocia le braccia al petto.
Arianna sorride, mentre riprende lentamente a respirare. Annuisce, frenetica.
- Certo. Mi piacerebbe molto.
Gli occhi di Jay brillano. Mi guarda di sottecchi, contento.
- Ma non è giusto. –sospiro lagnante. Quattro paia di occhi si posano su di me, incuriositi.
- Voglio Oliver. –mugolo disperata, facendo scoppiare a ridere tutti quanti.
 
- Sei una schiappa. –ripete Allie per la quinta volta, guardando sconsolata le paperelle di plastica che continuano a nuotare nella piscinetta, mentre io cerco invano di pescarle con una canna da pesca di plastica rosa.
- Ero bravissima! –protesto debolmente, lasciando la canna alla signora che, con un sorriso imbarazzato, mi comunica che ho troppi pochi punti per vincere qualcosa.
- Come va, signorine? –Scott ci raggiunge, mangiucchiando dello zucchero filato rosa.
- Rachele ha perso il suo charm. –risponde disperata Allison –Non attira più nessuna papera. Men che meno i cigni. Abbiamo perso 10 dollari.
Quando Scott mi guarda scettico, gli piagnucolo di stare zitto e gli rubo lo stecco dello zucchero filato, riempiendomi la bocca.
Lui mi lancia un’occhiata malinconica. Anzi, lancia un’occhiata malinconica allo zucchero.
- Non buttarti sul cibo... –mi rimprovera Allie. La guardo tristemente.
- Non so più vincere alla pesca, che ne farò della mia miserabile vita?
Scott rotea gli occhi, prendendomi sottobraccio.
- Magari hai sviluppato qualche altra abilità... Possiamo provare... il tiro al bersaglio? Che ne dite del tiro al bersaglio? Secondo me sei una specie di cecchino. –assicura.
Annuisco, poco convinta.
- Dove sono Arianna e Jay? –domando, la bocca piena di zucchero filato.
- Sugli autoscontri. Finiranno per farsi male. –Scott accenna col capo alla giostra degli autoscontri, quella con la coda più lunga. Sulle mini macchinine colorate intravedo la chioma bionda di Arianna.
Mentre Allie e Scott chiacchierano allegramente, trascinandomi verso la bancarella del tiro al bersaglio, mi riempio la bocca di zucchero.
Ho bisogno di Oliver Dawn. Adesso. All’istante.
- Oh, devi solo colpire le lattine. Con una palla da baseball. Ce la puoi fare, Bay. –fischietta Scott, osservando i peluche giganti che penzolano dal soffitto della bancarella.
Scott dà un bigliettone da cinque dollari al gestore, che, cicca in bocca, mi piazza in mano una palla da baseball.
La fisso, spaesata.
- Scottie?
- Mm?
- Non le beccherò mai. –mormoro, altalenando lo sguardo tra lui e la palla.
- Ho io la soluzione! –interviene Allie, masticando una gomma alla fragola che ha appena preso dalla sua borsa.
Sia io che Scott la guardiamo, in attesa.
- Immagina solo che quel triangolo laggiù, -sussurra cospiratrice –sia la faccia di Alyssa.
Un sorriso mi si scocca impertinente sulle labbra. Mi faccio spazio e mi preparo a lanciare.
Quando la palla colpisce in pieno il triangolo di lattine, facendole cadere tutte tintinnando sul pavimento, per un secondo vedo davvero la faccia di Alyssa, e scoppio a ridere.
-Wow! –strilla Scott, portandosi un pugno alla bocca –Grande!
Allie caccia un urlo e applaude.
- Dovrò stare attento a non farti arrabbiare...
Mi volto di scatto, credendo di sentire le voci. Eppure eccolo lì, il mio grande amore, nel suo giubbotto di pelle, che sorride sghembo.
E accanto a lui, semplice e tranquilla, Shelia Angel si complimenta per il tiro eccellente.
- Oliver? –domando, lanciando un’occhiata fugace all’orologio che porto al polso –Che ci fai tu qui?
- Sue mi ha chiesto di portare Shelia a fare un giro. –mi sorride.
Mi avvicino a loro.
- Ciao. –sorrido a Shelia, che mi abbraccia di buon grado.
- Ciao! Come stai? –mi chiede lei, allegra.
- Ora molto meglio. –sospiro, lanciando un’occhiata ad Oliver.
Lui mi avvicina a sé e mi bacia la fronte.
Scott ci raggiunge, con Allie al seguito. La ragazza continua a fissare Shelia, scioccata.
- Ehi, voi? Lo volete il premio? –urla l’uomo, dietro la bancarella.
- Sicuro. –trascinando Oliver con me, torno alla palla e ai bersagli.
Il signore mi porge un orso di peluche bianco grande quasi quanto me, che molto cavallerescamente Oliver si offre di portare al mio posto.
- Grazie. –Oliver sorride all’uomo.
- Stai attento, giovanetto. Quando si arrabbia, la ragazza ha una mira pazzesca.
Sorrido angelica ad entrambi, per poi tornare da Scott, Allie e Shelia.
Allison sta parlando incredula con la cantante. Scott segue la conversazione, interessato.
- Okay, dove vogliamo andare, ora? –domanda eccitato Oliver.
- Montagne russe? –propone Jay, saltando fuori da Dio solo sa dove. Accanto a lui, Arianna cerca di riprendere fiato.
C’è qualche urlo confuso di approvazione, poi la massa si muove in direzione della struttura blu che si intravede alzando lo sguardo al cielo.
Afferro il braccio di Shelia e la prendo da parte.
Lei mi sorride, curiosa, mentre il resto del gruppo prosegue.
- Shelia, io... volevo ringraziarti. Per l’opportunità che dai ad Oliver, intendo.
Il suo sguardo si addolcisce, mi accarezza un braccio.
- Se l’è guadagnata e se la merita. Ed è un piacere, per me. Non avrei potuto chiedere di meglio per il tour.
Annuisco, sorridendole.
 
- Non lo stiamo facendo sul serio. Dio, siamo due deficienti. –continua a ripetere Oliver come un mantra, guardando oltre la navicella e poi chiudendo gli occhi terrorizzato ogni due secondi.
Sorrido flebile, stringendo la presa sulla sbarra di ferro davanti a me.
- Sul serio, non so come quelli abbiano fatto a convincermi. Porca miseria. –insiste, terrorizzato.
Mi lancia un’occhiata.
- Se non dovessi sopravvivere, ti amo. –aggiunge, deglutendo.
Non riesco a mandare giù il magone che mi si forma in gola, mentre i ricordi continuano ad affiorare nella mia mente.
- Ehi, baby girl, tutto bene? –si preoccupa Oliver, posando la sua mano sulla mia.
Lo guardo, sorridendo triste.
- E’ solo che... l’ultima volta che l’ho fatto, è stata con mio padre. –sussurro.
Oliver riesce solo a stringermi la mano, prima che la pista blu vada giù a precipizio e le nostre grida si perdano nell’aria.
   
 
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: emmegili