Una delle fanfiction che hanno fatto la storia di questo fandom in questo sito è LA FEBBRA di Crazybulma. Dedico questa storia a quella stupenda fanfiction da cui ho preso ispirazione.
Scritto sentendo: Efisio Cross - A Sacrifice To Save You.
La febbre di Bulma
Vegeta
spense la gravità della navicella e si
allontanò dal pannello di comando, mentre
l’ambiente smetteva di brillare di
rosso. Raggiunse lo sportello di metallo e lo aprì. Il vento
gelido gli sferzò
il petto ignudo, madido di sudore, facendogli rabbrividire i radi peli
che
ricoprivano il corpo del saiyan.
Vegeta
alzò il capo, mentre i suoi capelli neri a
fiamma ondeggiavano.
<
Senza i miei litigi con la Donna,
questo sasso
sembra ancora più noioso > pensò. Strinse
un pugno e abbassò il capo, il
fiato gli si condensava davanti al viso.
<
Dannazione, così sembra che ne sento la mancanza!
È solo che anche quello è un esercizio, sia
verbale con gli insulti che… >.
Le sue iridi color ossidiana divennero liquide. <…
sotto le coperte è così erotica
> si disse.
“Tsk”
borbottò. Si chiuse lo sportello della navicella alle spalle
con un tonfo.
Avanzò lungo il giardino, i suoi stivaletti bianchi
affondavano nel prato
ricoperto da brina, sporcandosi d’erba e fango gelato.
Raggiunse la cupola
color crema, spiccò il volo e levitò fino al
terrazzino. Volò oltre la
ringhiera di ferrò e vi atterrò, si nascose
dietro l’angolo della
porta-finestra e sbirciò all’interno.
Osservò Bulma stesa nel letto, ansimava,
con le gote vermiglie.
<
La febbre terrestre potrebbe essere provocata da
virus potenzialmente mortali per noi saiyan > pensò.
Si massaggiò il collo e
serrò i denti, fino a irrigidire la mandibola.
<
Se solo accettasse di mangiare un senzu
non starebbe male > si disse,
accarezzandosi il sacchetto di fagioli di Balzar che portava alla vita.
Corrugò
la fronte spaziosa e una venuzza gli pulsò sul collo. Si
passò la mano tra i
capelli mori, inumidendo di sudore i guanti lattei che indossava.
“Umphf, sto
perdendo tempo. Devo pensare a diventare supersaiyan, non occuparmi di
questa
sciocca cocciuta” si rimproverò. La vide chiudere
gli occhi e addormentarsi,
ascoltò il suo respiro irregolare rimbombare nella camera da
letto. Si rizzò e
aprì la portafinestra, silenziosamente se la richiuse alle
spalle e si nascose
nell’ombra.
<
Non voglio controllare come sta. Semplicemente
lei tempo fa si è sincerata delle mie condizioni.
È in nome del mio onore che
ricambio > si disse. Uscì dall’angolo in
punta di piedi. S’immobilizzò
guardandola, osservò le guance arrossate, le labbra di lei
spaccate, esangui e
sporte. Avvertì una fitta al petto e socchiuse le labbra.
<
Sembra stare così male > pensò.
Il
vento fece ticchettare un ramo ricoperto di neve
contro la finestra dall’altra parte della camera. Bulma
spalancò gli occhi e si
voltò, sorrise riconoscendo la figura del principe dei
saiyan.
“Vegeta”
sussurrò. Quest’ultimo si riscosse,
sobbalzandosi. Le sue iridi incontrarono quelle azzurro cielo di lei,
liquide.
Gli occhi della giovane erano arrossati e lo fissavano.
“Sei
qui perché sei preoccupato?” domandò
con voce
rauca la giovane. Cercò di sistemarsi seduta, ma ricadde
pesantemente sul
letto.
“Tua
madre mi ha detto che hai la febbre e tuo padre
che vuoi contare solo sui normali rimedi terrestri” disse
secco Vegeta.
Bulma
piegò di lato il capo, facendo ricadere i
capelli azzurri sulla fodera candida del cuscino.
“Perché,
hai altre proposte?” domandò con la voce
arrocchita, ma un tono derisorio.
Vegeta
si sedette sul letto accanto a lei e la avvolse
con le proprie braccia muscolose.
“Co-cosa
fai?” domandò Bulma.
Vegeta
le accarezzò la fronte coperta da una pezza
umida con una mano.
“Lasciati
curare” le ordinò con voce calda.
“V-va
bene” sussurrò Briefs.
Vegeta
le mise un senzu tra le labbra e la baciò.
Bulma
chiuse gli occhi e deglutì, ricambiando il
bacio.
“Sei
un dottore insolito, ma convincente” mormorò.
Vegeta
la stesa nuovamente sul letto.
“Tsk,
è solo che tuo padre non è bravo quanto te ad
aggiustare la Gravity Room e mi servi” borbottò.
Si diede la spinta per
rialzarsi.
Bulma
gli afferrò la mano.
“Resta”
lo pregò.
Vegeta
si rimise seduto e le strinse la mano a sua
volta.
“Tsk”
borbottò.