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Autore: elvira15    11/03/2017    0 recensioni
Elvira, una diciassettenne costretta a crescere troppo in fretta, è alle prese ogni giorno con problemi reali. Riccardo, un diciassettenne rinchiuso nelle sue paure e nelle sue gabbie mentali. Vivono in due paesini poco distanti e frequentano la stessa scuola, ma non si sono mai notati. Lo scientifico è pieno di figli di papà, eppure loro sono totalmente diversi. Sono finiti qui per caso e adesso si trovano immersi in un ambiente pieno di persone omologate, sentendosi soli, giorno dopo giorno. Da quando si sono incontrati, la loro vita è completamente cambiata. Entrambi hanno passati oscuri e difficili, e se vogliono aiutarsi a vicenda, dovranno imparare ad accettarsi e ad aprirsi completamente.
Genere: Erotico, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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  Bring me to life - Chapter 1
Nuovi incontri

Sono le 6:30 e la sveglia non la smette di suonare e correre. Da quando mia sorella me l'ha regalata ho realizzato quanto io sia  pigra, e quanto possa essere traumatico il risveglio. Lancio il cuscino sulla sveglia e finalmente si ferma. Chiudo gli occhi altri 5 minuti, e alle 7 arriva mio padre sbraitando, dicendomi che perderò l'autobus. Autobus? Cazzo. Devo muovermi. Mi alzo, prendo le prime cose che trovo: un paio di jeans larghi, Vans nere e una felpa nera. Lavo i denti, metto un cappello per nascondere i capelli, afferro lo zaino e scappo sul mio liberty. Dopo qualche minuto arrivo alla stazione, e non so come, il bus è ancora lì.  Magari questa giornata sarà meno pessima delle altre. Salgo sul bus, mi siedo al solito posto ( davanti alla porta laterale, lontano da occhi indiscreti) metto le cuffiette e mi rilasso. Arrivo a scuola alle 7:45, prima di tutti i miei compagni. Salgo nel mio piano, saluto la bidella con un sorriso e mi dirigo verso la mia classe. Entro e mi rendo conto di non riuscire a tenere gli occhi chiusi, ho bisogno di un caffè. Poso lo zaino, il giubbotto, rimetto le mie cuffiette e mi dirigo alla macchinetta. Mentre aspetto che il caffè sia pronto vedo un ragazzo passare nel corridoio davanti. Tuta nera, felpa da pusher, Vans e cappello nero. Mi fissa per qualche secondo, poi distoglie lo sguardo e tira dritto. Che tipo strano, non lo avevo mai notato. Ed è abbastanza strano. In questa scuola sono tutti con Adidas, jeans strappati e parka, uno così penso lo avrei ricordato. Mi distoglie dai miei pensieri il bip della macchinetta, e la ragazza dietro di me che vorrebbe prendere un caffè. Imbarazzata le lascio il mio e cerco di seguire questo ragazzo. Giro l'angolo e lo vedo entrare nella terza E. Un duemila? Non può essere. Un ragazzo così non può essere così piccolo. Beh, "piccolo". Anche io ho 16 anni, ma diciamo che sono sempre stata circondata da ragazzi più grandi. Mi rendo conto di essere ancora a stomaco vuoto, e questa cosa non va bene. Mi dirigo nuovamente verso le macchinette, e quando sto per inserire i soldi mi squilla il telefono. Il mio ragazzo. Ma che vuole ancora? Decido di rispondere, ma non lo avessi mai fatto. Mi dice di dovermi parlare, allora fissiamo un incontro per la ricreazione nel solito posto. Finalmente suona la campana. Stacco la chiamata e circondata dagli automi che mi trovo intorno, salgo al mio piano, saluto i miei compagni e mi preparo al peggio. Le prime tre ore passano normalmente, tra riflessioni sul se cambiare scuola, voglia di uccidere i miei compagni e di scappare da questa massa di idioti. Finalmente suona la ricreazione. In meno di un secondo sono fuori dalla classe. Mentre mi dirigo verso le scale interne vedo il ragazzo di stamattina bussare alla porta antincendio. Animata dallo spirito di comprensione che solo una pigra può  avere, decido di aprirgli e di evitargli una ramanzina da qualche professore. Apro la porta, mi guarda e passa oltre. Cosa? Scherziamo? Non so chi si creda di essere, ma un grazie poteva anche dirlo. In ogni caso ho cose più importanti alle quali pensare. Scendo le scale antincendio e mi dirigo verso il cortile per incontrare il mio ragazzo. Passo la palestra e lo vedo lì. Appoggiato al muretto, con Hogan nere, jeans neri stretti, camicia e maglioncino. L'ordine fatto persona. Ma che ci avrò visto in uno così?. Mi avvicino e mi bacia. Non so che mi succede, ma se prima aspettavo con ansia la ricreazione per vederlo, ora vorrei solo che finisse per tornare in classe. Mi allontano e chiedo cosa abbia di così urgente da dirmi.
Giosuè: vedi, amore.. scusa se ti ho fatta preoccupare. Ma ho una cosa importante da dirti.
Si, sono stata davvero preoccupata. Per tre ore il mio unico pensiero è stato: "Di che problema esistenziale dovrà parlarmi questa volta?"
Io: Tranquillo, dimmi tutto.
Giosuè: tra poco ci sarà il mio diciottesimo, e ho una cosa importante da chiederti. Vedi..


Salve! Prima di tutto vorrei ringraziare chiunque abbia speso 10 minuti per leggere questa storia, e chiedervi un favore. In questa storia entrerete molto nella testa dei personaggi, essendo fondamentale per capirne le azioni. Questa è una storia basata un po' su una storia vera, quindi per me è fondamentale che vi piaccia. Ditemi cosa ne pensate con una recensione.

Posto il continuo dopo 2 recensioni <3
  
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