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Autore: Cloe87    11/03/2017    1 recensioni
“Dannazione, ma perché devo sempre essere presa di mira da quella peste di mia sorella!? Abbiamo altri due fratelli, cribbio! Non potrebbe rompere le balle anche a loro ogni tanto, eh? Così, solo per darmi un po’ di tregua” Mi ritrovai a pensare, mentre facevo la gincana tra i passanti, pregando la mia buona stella di non investire qualcuno, per poi rispondermi da sola: “Ah, già, dimenticavo che io sono la pecora nera della famiglia!”
In un mondo in cui rivalità e rancori sono all'ordine del giorno, seguire il proprio cuore non è cosa semplice. Soprattutto quando esso ti porta a rompere gli schemi del mondo in cui si vive.
Genere: Comico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Coyote Starrk, Espada, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dove non si crede…

… l’acqua rompe!

 

Ok, devo dare a Cesare quello che è di Cesare. Grimmjow infatti non aveva tutti i torti a ritenere il mio “astuto” piano, un’emerita cazzata.

Ma dico io, come mi era saltato in mente di concepire l’idea che a un concerto metal si potesse parlare per fare conoscenza! Il volume era infatti giustamente così alto che era pressoché impossibile intavolare una qualsivoglia conversazione!

 Buttai quindi affranta l’occhio in direzione di Orihime e Ulquiorra, rassegnandomi all’idea che, se anche avessero voluto, sarebbe stato comunque difficile per loro dialogare. Promemoria: come cupido facevo schifo!

Beh, fortunatamente avevano comunque l’aria di divertirsi … almeno Inoue; Schiffer infatti non si smentiva mai e, anche se si vedeva che ascoltava con un certo interesse, manteneva comunque la sua solita vitalità d’animale impagliato.

Emisi quindi un ultimo sospiro rassegnato, per poi seguire l’esempio del Sesto Espada e di Nel, che si erano uniti al delirio collettivo urlando a squarciagola le canzoni del gruppo, per la grande gioia di Vega, a cui probabilmente Nel aveva già rotto un timpano, dato che la mia amica aveva la capacità di cacciare urli al di sopra di ogni capacità di sopportazione umana, arrancar e shinigami.

Al termine del concerto uscimmo quindi tutti e sei dalla struttura con l’intento di fare una capatina al paninaro più vicino, dove, con nostro sincero stupore, ci ritrovammo ad osservare Orihime che si era fatta fare un panino gigantesco con dentro il mondo.

«Ah, però! Chi l’avrebbe mai detto che fossi in grado d’ingurgitare tutta quella roba! Nemmeno Grimmjow è riuscito ad arrivare a tanto!» fu infatti l’osservazione incredula di Ggio, che si era limitato ad una birra. Commento che fece arrossire Inoue fino alla punta delle orecchie.

«Il fatto è che non ho cenato» si giustificò quindi la ragazza.

«Quanta invidia! Anch’io vorrei poter mangiare senza ingrassare» fu il conseguente commento di Nel, mentre Grimmjow assestava a Orihime una poderosa pacca sulla spalla, che per poco non la face cadere dallo sgabello.

«E se rutti pure come Hikaru è ufficiale che sei dei nostri!»

Cosa che mi fece ovviamente risentire. Ok che ero un “filino” rozza, ma non così tanto! Infatti fortunatamente non ero mai arrivata  al livello del suo quintetto di amici teppisti, che si sfidavano a gare di rutti e sputi! Dopotutto un minimo di femminilità l’avevo conservata, nonostante le apparenze!

«Grimmjow, non dire cazzate! Non faccio certe cose!»

«A dire il vero, l’ultima volta che sei venuta ad assistere al suo allenamento, ne hai fatto uno che ha rimbombato per tutta Las Noces» intervenne però Ulquiorra, per poi addentare indifferente il suo panino, nonostante l’occhiata assassina che gli avevo rivolto.

«Quello non fa testo! Avevo infatti dovuto fare da cavia per Szayel, siccome avevo patteggiato di bere uno dei suoi intrugli in cambio di un mese di ripetizioni gratuite di chimica!» mi sentii quindi in dovere di puntualizzare, cosa che mi fece guadagnare un’arruffata di capelli da parte di Grimmjow.

«Ma quanto siamo modeste! Non devi vergognarti di essere la Regina dei Rutti di Las Noces! È un titolo di tutto rispetto!» mi schernì infatti il Sesto Espada, cosa che fece ovviamente partire una zuffa tra noi due a suon di pizzicotti.

 «Certo che voi due insieme siete proprio divertenti» ridacchiò Inoue e io e Grimmjow ci ritrovammo a guardarla con tanto d’occhi.

«Eh!? Ma che hanno messo in quel panino? Funghi allucinogeni?» fu infatti il commento dell’arrancar azzurro, per nulla entusiasta di essere stato definito “divertente”, ricevendo in risposta solo un sorriso divertito di Orihime.

«Ehm … Hikaru, sicura che questa abbia tutte le rotelle a posto?» fu quindi la domanda che il mio amico mi rivolse a bassa voce, e io non potei far altro che rispondergli con un’alzata di spalle, mentre Neliel soffocava uno sbadiglio.

«Ragazzi è stato un piacere uscire con voi, ma si è fatto veramente tardi!» disse quindi Vega, buttando l’occhio all’orologio, per poi rivolgersi a Nel: «Ti accompagno a casa?»

«Oh, sì! Grazie! Altrimenti potrei corre il rischio di addormentarmi per strada! Comunque gran bel concerto!» rispose la mia amica.

«Puoi dirlo forte Capra! Gli Angeli Neri sono i migliori!» ribadì quindi Grimmjow per poi afferrarmi per le spalle: «Sarà meglio che anch’io accompagni la Nana a casa, altrimenti si perde!»

«Ehi! Guarda che non sono mica mio padre! E poi smettila di chiamarmi nana!» lo rimbeccai quindi io, beccandomi così un calcio ben assestato alla caviglia (azzo che male!) con lo scopo di farmi chiudere la bocca.

«Ehi, Ulquiorra! Perché non accompagni Orihime? Non vorrai mica lasciare che una ragazza vada a casa da sola a quest’ora di notte!» si rivolse quindi al mio compagno di classe, cogliendolo palesemente di sorpresa.

«Se Orihime è d’accordo, per me va bene» fu quindi la risposta del Quarto Espada che, nonostante fosse stato preso in contropiede, aveva comunque fiutato l’opportunità offertagli.

«Grazie Ulquiorra-san, mi faresti una cortesia» fu la conseguente risposta di Inuoe che, nonostante fosse evidente che non si aspettasse una cosa del genere, fu comunque ben felice di non doversi fare da sola il tragitto verso casa.

Fu così che ci salutammo per poi prendere strade diverse, e io mi ritrovai a camminare a fianco di Grimmjow, che aveva stampato in faccia un sorrisetto compiaciuto.

«Perché hai quella faccia goduta?» gli domandai quindi io, ben conscia che quando aveva quell’espressione, stava macchinando qualcosa.

«Perché quel babbeo di Ulquiorra mi deve un grosso favore!» fu infatti la risposta dell’azzurro, per poi rivolgermi un sorrisetto di sfida:

«Allora, sono o non sono sempre il migliore? Senza di me il tuo piano sarebbe andato a rotoli!»

«Effettivamente devo ammettere che come agente matrimoniale sei meglio di me» fui costretta quindi a riconoscere.

«Già, ma che non si sappia in giro. O lederebbe la mia immagine di spietato predatore!»

«Tranquillo! Se volessi sputtanarti avrei ben altro materiale per le mani; tipo le foto del campeggio, quando io e Nel ti abbiamo infilato in bocca un calzino mentre dormivi» gli risposi quindi io con fare subdolo.

«COSA!? Ma mi avevi detto che le avevi cancellate!!!» fu la conseguente reazione di Grimmjow, ricevendo in risposta un sorrisetto divertito:

«E ci hai seriamente creduto?» fu infatti la mia replica, che gli fece bofonchiare un “Stronza”, che venne bellamente ignorato dalla sottoscritta.

«Chissà come se la starà cavando Ulquiorra» cambiai di conseguenza argomento io e il mio amico emise un sospiro rassegnato, portandosi stancamente le braccia dietro la nuca:

«Noi più di questo non potevamo fare. Ora sta a lui giocare bene le sue carte» mi rispose infatti Grimmjow e io non potei che dargli ragione, sperando che Schiffer non si facesse sfuggire l’occasione che gli avevamo servito su un piatto d’argento.  

Ovviamente però, sia io che il Sesto Espada, essendo curiosi come delle bisce e molesti come le scimmie, il lunedì seguente non potemmo fare a meno di aspettare al varco il Quarto Espada, per estorcergli un resoconto della sua passeggiata notturna con Orihime.

«Allora, com’è andata?» lo incalzò infatti Grrimmjow durante la pausa pranzo, accalappiandolo con un braccio in modo che non potesse scappare, mentre io mi sedevo dall’altro lato della panchina con finta noncuranza.

«Com’è andata cosa?» fu la conseguente risposta di Ulquiorra che, nel frattempo, si era agilmente svincolato dalla presa dell’azzurro.

«Oh! Andiamo! Non fare il finto tonto! Sto parlando di Orihime» andò quindi dritto al punto il Sesto Espada.

«L’ho accompagnata a casa» fu però la laconica risposta di Ulquiorra.

«Lo so, ed è per questo che vogliamo i dettagli!» insistette di conseguenza Grimmjow, cercando di non dare troppo a vedere le mani che iniziavano a prudergli, dato che era palese che Schiffer stesse facendo finta di non afferrare il senso della conversazione.

«Quali dettagli?» fu infatti l’evasiva risposta del mio compagno di classe.

«Vuoi finirla di prendermi per il culo?!  Ti abbiamo fatto un favore a gratis, quindi il minimo che potresti fare e dirci se quella femmina alla fine l’hai rimorchiata o no!» sbottò di conseguenza Grimmjow, stufo di quel dialogo inconcludente.

«Innanzitutto nessuno vi ha chiesto niente; e in più non sono cose che vi riguardano. Vogliate scusarmi, ma vorrei pranzare in santa pace» rispose quindi seccato il Quarto Espada, che si alzò con l’intento di cercare un'altra panchina. Peccato che venne bloccato proprio dall’oggetto della nostra conversazione.

«Ulquiorra-san! Aspettami per favore!» Inoue stava infatti correndo nella nostra direzione e, dopo averci educatamente salutato, rifilò al mio compagno di classe un contenitore che aveva tutta l’aria di essere un bento.

«Dato che non sapevo come ringraziarti per l’altra sera, ho deciso di preparanti il pranzo!» gli disse quindi la ragazza.

«Grazie Orihime» riuscì quindi solo a dire il Quarto Espada, palesemente sorpreso.

«Era il minino!» gli sorrise Inoue, per poi salutarci e raggiungere il gruppetto delle sue compagne di classe.

Io e Grimmjow ci trovammo così ad osservare Ulquiorra spacchettare il dono, rimanendone molto perplessi.

«Ma siamo sicuri che sta roba è commestibile?» fu infatti il commento del Sesto Espada.

«Beh, dai! Magari l’apparenza inganna!» dissi quindi io, ma senza troppa convinzione, dato che l’aspetto della pietanza non era dei più invitanti.

Ulquiorra invece, impassibile come sempre, afferrò le bacchette e assaggiò la cucina di Orihime.

Onestamente non so dire se il Quarto Espada fosse stato più coraggioso o più incosciente, ma il fatto fu che, poco dopo il suono della campanella che sanciva l’inizio delle lezioni pomeridiane, io, Cirucci e Aporro, ci trovammo a soccorrere il nostro povero compagno di classe che dava di stomaco, come se non ci fosse un domani, nel bagno della scuola.

«Uhmm… ti spiace se analizzo il contenuto di quel bento? Perché lo si potrebbe brevettare come arma di distruzione di massa» fu il commento di Szayel.

«Ma si può sapere cos’hai fatto di così grave ad Orihime, da volerti morto?» fu invece l’intervento di Cirucci, mentre il povero Schiffer rimetteva pure il cenone di capodanno di due anni fa.

Promemoria: se Orihime ti offre del cibo, rifiutarlo con gentilezza!

«Vado in infermeria a chiamare la Dott.ssa Isane, prima che vomiti anche l’anima!» fu invece il mio intervento, che venne accolto con sollievo da Ulquiorra che mi riservò uno sguardo pieno di gratitudine, prima di tornare a dare di stomaco nel lavandino.

Fu così che fortunatamente la signorina Kotetsu riuscì a placare il vomito del mio compagno di classe con un medicinale apposito, ma non prima di avergli fatto la ramanzina sull’importanza di stare attenti a ciò che si mangia.

Comunque, nonostante Ulquiorra avesse smesso di dare di stomaco, non aveva ugualmente una bella cera, dato che era addirittura più bianco del solito (e con questo penso di aver detto tutto), cosa che mi fece decidere di accompagnarlo a casa, nonostante le sue proteste.

Incappammo così in Orihime che lo stava aspettando fuori dai cancelli della scuola:

«Hikaru-san, Ulquiorra- san!» ci salutò quindi Inoue, per poi aggrottare preoccupata le sopracciglia, notando anche lei che Schiffer non era in quadro.

«Stai bene?» gli domandò quindi la ragazza.

«Ho solo un po’ d’influenza, nulla di grave. Comunque il pranzo era ottimo» mentì spudoratamente il Quarto Espada.

«Mi fa piacere. Se vuoi te l’ho preparo anche domani!» gli rispose quindi Orihime sfoderandogli un sorriso tutto zucchero e per la prima volta in vita mia vidi dipingersi sul volto di Ulquiorra il panico.

«Non devi disturbarti!» cercò di correre ai ripari il povero arrancar, ma senza risultato (cosa che mi fece iniziare a capire il motivo per cui Ichigo aveva scelto di mettersi con Rukia; ovvero l’istinto di sopravvivenza. La Kuchiki infatti, nonostante lo insultasse, non aveva il vizio di stritolarlo con gli abbracci come Nel, mentre Orihime ai fornelli era peggio di Lucrezia Borgia!).

«Nessun disturbo, mi fa piacere!» disse infatti Orihime, per poi insistere nell’unirsi a me nell’accompagnarlo a casa.

 Peccato che le sfighe per Ulquiorra quel giorno non fossero finite. Nei pressi di un parchetto al limitare della zona che faceva da cuscinetto tra la Soul Society e l’Hueco Mundo, fummo infatti attorniati da un gruppo di Shinigami e ben presto Schiffer si ritrovò con una katana puntata al collo.

«Pensavi seriamente di cavartela dopo l’affronto dell’altra notte?!» gli intimò infatti uno degli aggressori, ma ancor prima che io potessi mandare lui e i suoi compagni a quel paese, con mio enorme stupore, Inoue si frappose tra lui ed Ulquiorra.

«Che cosa volete da lui!?» gli chiese infatti per nulla intimorita la ragazza.

«Sto bastardo di un arrancar ha mandato al pronto soccorso due dei nostri, quindi deve pagare!» fu la conseguente risposta dei tipo.

«Mi ha solo difesa da due shinigami ubriachi che volevano importunarmi!» rispose però piccata Inuoe.

«Di come siano andate le cose non ci interessa, quindi levati dai piedi ragazzina!» le intimò di conseguenza lo shinigami e, vedendo che Orihime non voleva saperne di spostarsi, fece per darle un ceffone, ritrovandosi così il polso artigliato dalla mano di Ulquiorra:

«Sono io il bersaglio. Non divagare»

Tendenzialmente in un frangente del genere mi sarei fatta i fatti miei, dato che ero ben conscia che Schiffer non aveva alcun bisogno del mio aiuto per mettere al tappeto una banda di spacconi come quella, ma viste le condizioni non proprio rosse del mio compagno di classe, decisi d’intervenire anch’io.

«Uhm… è da un po’ che non piglio a calci qualcuno, ma sarà divertente rinvangare i vecchi tempi»  mi intromisi infatti io, facendo scroccare le nocche delle mani.

«Ma quella è Hikaru Zaraki!» fu la conseguente esclamazione di uno del gruppetto di aspiranti suicidi.

«Già, un motivo in più per dar loro una bella punizione!» fu però la risposta dell’idiota che aveva tentato di schiaffeggiare Inoue, dando il via a una zuffa che si concluse in meno di cinque minuti, con me e Ulquiorra senza nemmeno un graffio, e con una decina di shinigami privi di sensi al suolo.

«Non male, per una che ha smesso di allenarsi» fu il commento di Ulquiorra.

«Non male, per uno che poco meno di un’ora fa, sembrava stesse tirando gli ultimi» gli risposi io (anche se bisognava dire che quei fessi non erano poi un granché).

«Mi spiace che per colpa mia abbiate avuto tutti questi problemi» fu invece l’intervento di Orihime, sinceramente in colpa per ciò che era successo.

«Non hai nulla di cui scusarti» la rassicurò quindi Schiffer.

«Già, non è mica colpa tua se la madre dei cretini è sempre incinta!» rincari quindi la dose io, per poi accompagnare a casa anche Orihime, oltre che Ulquiorra.

  
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