『 Dal tuo sorriso rivaco un po' di ecstasy 』

Hajime si era innamorato del sorriso di Shun, quello stesso sorriso che il Demon Lord non gli aveva mai posto.
Un sorriso non ricambiato, tra due grandi potenze, può portare alla guerra e alla distruzione., diceva Desmond Morris.
Guerra e distruzione, eh?
Ciò che sarebbe successo tra il leader dei Gravy, Hajime, e quello dei Procella, Shun, se non fosse accaduto questo miracolo.

Hajime si era innamorato del sorriso di Shun, quello stesso che solo Kai poteva vedere.
Avevano debuttato anni fa, ormai, i due con i loro gruppi ed erano mesi che Hajime nascondeva ciò che provava.
La prima volta che l'aveva visto sorridere era stata nella sua stessa casa di famiglia, dei Mutsuki, quando erano piccoli.
La sua era una reazione fisiologica, presente da sempre nei bambini.
Era impossibile stesse imitando qualcuno, Shun: i due sorridevano insieme, ridevano e giocavano, come fossero fratelli stimolati dalla loro parentela.
Bastava far loro incrociare lo sguardo che subito si sorridevano a vicenda.
L'albino veniva stimolato soltando dalla sua voce o dall'intravedere i capelli e gli occhi violacei dell'attuale leader dei Six Gravity.
Hajime, invece, già da quell'epoca, era rimasto colpito dal sorriso dell'altro e lo ricambiava solo perché era Shun ed aveva iniziato lui.

Dopo essersi ritrovati, quella loro forma di piacere si era tramutata in una di socializzazione.
Sorridevano perché le loro labbra erano diventate un vero e proprio strumento comunicativo.
Il viola sorrideva perché doveva farlo a causa del suo lavoro; l'albino lo faceva perché aveva trovato con chi comunicare oltre che con Hajime.
Già, non c'era più solo lui.
Shun aveva trovato il suo "partner" e con lui doveva spendere il suo tempo.
Canzone dopo canzone, live dopo live, il maou-sama aveva perso per strada l'amico d'infanzia.

Il ragazzo dagli occhi color ametista era riuscito a non darci peso, a dimenticare tutta la maggior parte di ciò che ricavava dal sorriso dell'altro...
Ma ciò non era abbastanza.
Ogni singolo giorno doveva sorbirsi l'albino che, tutto contento e pieno di sé, stirava le labbra a quello che, secondo il viola, aveva preso il suo posto.
Non gli dava fastidio Kai; semplicemente gli rodeva non poter essere trattato come una decina d'anni prima.

Il re voleva Shun tutto per sé.

Eh già, lo voleva eccome.
Poco a poco, ciò che provava per quel sorriso si era tramutato in vero amore.
Hajime aveva imparato ad amarlo, a guardarlo negli occhi e dirgli "Ama me, solo me".
Sì, ci era riuscito.
Oltre a questo, gli era bastato un semplice ma intenso bacio datogli in una serata segreta.
Il viola lo aveva baciato violentemente, riuscendo così ad espolare ogni centimetro della sua lingua.
Non aveva trovato ostacolo; Shun non riusciva a toglierselo di dosso.
"Ha... Hajime...?", il demone stava cercando di ripendere fiato alla fine di quell'unione.
"Ti amo troppo per lasciarti sorridere solo a lui."

Sul volto dell'albino erano comparse delle lacrime e, insieme a quelle, le sue labbra si erano mosse come in presenza di Kai: "Va bene, mio amato re~".