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Autore: SmixaLegion    12/03/2017    0 recensioni
[Miss Peregrine - La casa dei Bambini Speciali]
Una nuova casa in Irlanda, un nuovo anello, nuove avventure e nuovi speciali.
"Eravamo partiti per l'ignoto, senza una meta ben precisa. Olive aveva fatto funzionare i motori di quel vecchio relitto su cui ci eravamo imbarcati per settimane, fino allo sfinimento. Enoch era rimasto sempre accanto a lei per supportarla, e a fine giornata di navigazione lei si accasciava sulla sua spalla ormai esausta, mentre Miss Peregrine calava l’ancora per la notte, un gesto che faceva ufficialmente terminare l’ennesima giornata trascorsa tra le acque.
Miss Peregrine, Fiona e i Gemelli si erano dati alla pesca, unica fonte di sostentamento in quel lungo viaggio che sembrava non avere fine."

Cosa accadrà ai bambini speciali di Miss Peregrine dopo essere salpati da Blackpool? Questa storia proverà a dare una valida risposta!
[Jake/Emma con aggiunte Enoch/Olive]
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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JACOB

Ci avvicinammo lentamente alla costa cercando di provocare alla nave meno danni possibili, non volevamo che si rovinasse perché una volta trovata e sistemata una nuova casa in cui vivere, Miss Peregrine ci aveva promesso che l’avrebbe fatta tornare agli antichi splendori di un tempo. Era una bellissima giornata di sole, il mare era calmo e raggiungemmo senza ulteriori difficoltà una banchina di fortuna dove attraccammo. Scendemmo a turno sugli scogli, ognuno con un piccolo bagaglio dietro la spalla. Attenti a non inciampare e farci male raggiungemmo la spiaggia, che dagli scogli distava pochi metri.
«Benvenuti a Wicklow» disse ironicamente Enoch, spezzando la silenziosa ammirazione che noi tutti stavamo provando per quel luogo a noi nuovo, un’immensa distesa di prati, colline e casette contadine sparse qua e là.
Pensai che sarebbe stato un posto perfetto per noi speciali, lontano da occhi indiscreti, dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale e dai vacui. No, i vacui, quegli esseri orribili che solo io potevo vedere potevano essere ovunque, anche in quel piccolo paradiso, e sarei dovuto restare comunque in allerta. Avevo promesso a Miss Peregrine che avrei protetto tutti, e così avrei fatto.

Tutti i bambini erano in silenzio e aspettavano direttive da Miss Peregrine.
«In fila per due, seguitemi» ci disse, e così facemmo, proseguendo in fila a coppie. Strinsi la mano di Emma e ci incamminammo per le strade di periferia, in lontananza si vedeva la cittadina di Wicklow. Passammo per una strada sterrata, segnata da impronte di zoccoli e segni di passaggi di carrozze.
«La nostra nuova dimora ci attende già» ci rassicurò Miss Peregrine. «Ho controllato l’atlante degli anelli, a mezz’ora di cammino da qui c’è grande casa ad attenderci, è stata già usata in passato da una vecchia Ymbryne, Miss Canaryne, e dai suoi bambini. Se saremo fortunati la ritroveremo in buone condizioni».
«Avremo dei nuovi amici?» chiese Claire.
Miss Peregrine, sempre continuando a camminare, non esitò a risponderle con tono fermo e rassicurante.
«No Claire, loro non sono più lì» -fece una breve pausa- «Non sempre le Ymbryne decidono di restare in un solo, unico posto. L’anello è stato attivo per pochissimi anni, precisamente dal 1820 al 1823; probabilmente era solo una piccola vacanza concessa ai suoi bambini. Un suo nuovo anello, più recente, datato 1830 è a Liverpool, sono lì, al sicuro».
«Perchè lei non ci ha portato a fare vacanze?» chiese Hugh, esprimendo un po’ il pensiero di tutti i bambini.
«Il nostro anello temporale di fortuna, è stato creato velocemente e all’improvviso durante la Seconda Guerra Mondiale che è durata troppi anni, impedendomi di interrompere il ciclo e crearne uno nuovo, da un’altra parte. Spettri vacui e nazisti terrorizzavano il mondo, non potevo mettere in pericolo la vostra vita spostandovi da un posto a un altro in modo irresponsabile».
In effetti portare in giro per il mondo bambini speciali in piena Guerra Mondiale non era di certo una grande idea, ma non pretendeva che loro capissero, vista la loro età.
«Una volta sistemati nella nuova casa, ci saranno tanti posti da esplorare, e nel giorno perfetto in cui creerò il nuovo anello, vi lascerò esplorare la zona», gli sguardi dei bambini splendettero di gioia.
Erano speciali di 60, 70, anche 80 anni, ma pur sempre bambini, dentro. L’anello temporale nel Galles aveva bloccato la loro crescita nello stesso momento in cui ne erano entrati a far parte, e lo stesso sarebbe successo con quello nuovo.
L’idea di restare un eterno sedicenne per un periodo di tempo non ben chiaro, probabilmente lungo, anche più di 50 anni, da un lato mi incuriosiva, ma dall’altro mi impauriva. Non sarei potuto crescere come una persona normale.
"Tu non sei normale, sei speciale, Jake."
Vero. Una normale vita nel duemilasedici, soprattutto la mia vita non sarebbe stata niente di speciale, le nuove avventure che attendevano me, Emma e gli altri bambini sì, quelle sarebbero state speciali. In quel momento, preferii ignorare il pensiero di quanto mi mancassero i miei genitori, che nonostante non avessero mai creduto alla storia di mio nonno e alla mia, mi mancavano tanto.
Dopo mezz’oretta, come ci aveva promesso la direttrice, superando campi coltivati e branchi di pecore e di mucche, arrivammo davanti a un enorme campo verde, con cespugli qua e là che indirizzavano lo sguardo al centro di un enorme distesa d’erba, lì dove c’era un’enorme casa, a tre piani, lunga e larga il doppio di quella di quella a Cairnholm.
«Questa sarà la nostra nuova casa» esclamò Miss Peregrine, allargando le braccia verso di noi e sorridendoci soddisfatta. «Non è un gioiello, ma lo diventerà, con l’aiuto e l’impegno di tutti noi».
I bambini urlarono in coro un “Sì” di approvazione, e anche io Emma, Enoch e Olive ci unimmo a loro.




Dopo essere rimasti ad ammirare la casa in lontananza, seguimmo Miss Peregrine al suo interno, e quando varcammo l'entrata -la porta non c’era- scoprimmo con grande sorpresa che la maggior parte degli interni erano in ottimo stato e non imitavano l’esterno che era di un marrone scolorito con mattoni cadenti.

I bambini tentarono di correre in avanti nel tentativo di esplorare l’edificio ma Miss Peregrine gli si parò davanti, fermandoli.
«Prima di farvi vedere l’intera struttura, controllerò personalmente che sia sicura, potete accomodarvi nel salotto alla vostra destra» ci disse accennando con un sorriso dove dovevamo andare con un gesto della mano, prima di avviarsi cautamente al piano di sopra, controllando che le scale e la ringhiera fossero sicure.
Il salotto era spazioso, con tre divani posizionati in modo che formassero un ferro di cavallo. Ci sedemmo attendendo impazientemente che venisse a chiamarci. I divani sollevarono una nube di polvere che mi fece tossire, tutta la casa ne era piena e il pensiero che di lì a poco probabilmente sarebbero toccate a noi le pulizie, mi annoiava già in partenza.
«Questa casa sembra così grande!» esclamò Claire entusiasta.
«Il giardino è grande il doppio di quello della vecchia, Fiona potrà realizzare un orto con tantissime varietà diverse di verdure e ortaggi, e le mie api avranno tantissimo spazio in più per crescere!» disse Hugh guardando Fiona, che gli sorrise annuendo.
«Io ho intravisto dalle finestre al piano sopra di noi un’enorme libreria, non vedo l’ora di scoprire cosa contiene!» affermò con sicurezza Millard.
«Speriamo che la casa sia sicura e agibile… sopratutto il piano di sopra dove ci saranno le nostre camere» disse Olive introducendosi timidamente nella discussione.
Le camere. Giusto.
Avevo dormito con Emma per tutti i giorni di navigazione, e l’idea di ritirarmi da solo in un posto buio, di separarmi dai suoi abbracci durante la notte e dai suoi baci prima di addormentarmi mi rendeva triste. Proporre a Miss Peregrine una camera da condividere insieme era troppo anche per una persona comprensiva come lei, e Emma non avrebbe mai, mai accettato.
La mia timidezza e insicurezza mi impedivano anche solo di accennare a qualcosa che io lei avremmo potuto condividere come coppia.
«Sarà Miss Peregrine a scegliere le camera per noi?» domandai al gruppo.
«Se riusciremo a metterci d’accordo senza discutere, ci lascerà scegliere liberamente.» affermò Emma «Così abbiamo fatto nella vecchia casa».
«Mettiamoci d’accordo allora» esordì Enoch con il suo tono piatto.
Tutti lo guardammo, aspettando che continuasse.
«Io ho solo bisogno di una camera grande, che possa contenere due file di scaffali per i miei organi e oggetti».
«Non della più grande» disse ironico Millard, guadagnandosi un’occhiata di sfida da parte di Enoch.
«La camera più grande andrà a Miss Peregrine. Per me va bene qualsiasi stanza, basta che abbia un armadio spazioso e un letto… capace di non farmi volare via» affermò Emma.
«Io non voglio dormire da sola...» disse Claire, abituata a condividere la camera con Bronwyn e Fiona nella vecchia casa. I bambini più piccoli dormivano insieme in gruppi perché a Cairnholm non c’era abbastanza spazio per tutti, ma qui le cose sarebbero state diverse.
«E’ anche ora che impariate a dormire da soli nelle vostre camere».
I bambini guardarono male Enoch, e Olive come sempre tentò di mitigare le sue parole, «Questa casa è grandissima, ognuno di voi potrà avere la propria stanza dove mettere le sue cose, è una cosa positiva, non dovete rammaricarvi! Io Emma e Miss Peregrine vi staremo accanto fin quando non vi sarete addormentati, con il tempo vi abituerete!» disse e concluse sfoggiando uno dei suoi tanti sorrisi radiosi, che erano sempre in grado di rasserenare gli animi.
«Ben diciassette stanze!» esclamò Miss Peregrine entusiasta dietro di noi, facendoci sobbalzare. «Venite su con me, è il momento di scegliere!».
La seguimmo su, al piano di sopra. Salimmo le scale scricchiolanti e cominciammo a esplorarle a turno. Erano tutte luminose e spaziose, tranne un paio al terzo piano, nella mansarda. Quattro camere in particolare attirarono la mia attenzione perché erano comunicanti tra di loro. Pensai che una soluzione del genere sarebbe stata perfetta per me e Emma fin quando non fu proprio lei a esclamare che la coppia di stanze era meravigliosamente adatta ai bambini che non erano ancora abituati a stare da soli. In quel momento non sapevo se sentirmi ferito nell’orgoglio o rassegnato; nel dubbio cercai lo sguardo di Enoch, e lo trovai, lui alzò gli occhi al cielo rassegnato quanto me. Aspettai che Emma scegliesse la sua camera e con quel poco coraggio che avevo scelsi con nonchalance la stanza di fianco alla sua, cercando di far finta di niente nonostante i numerosi bisbiglii da parte dei bambini dietro di me. Non guardai nessuno, entrai nel mio nuovo mondo e chiusi la porta.
Mi buttai sul letto senza pensarci due volte, non mi stendevo su un posto così morbido da settimane. La stanza era carina, a tratti anche confortevole, non era ridotta male, i mobili erano tenuti bene e avevo un’ampia finestra che affacciava sul giardino. Ero stato fortunato considerando che mi ero fatto guidare dal semplice fatto di voler stare il più possibile vicino a Emma.
Provai a chiudere gli occhi e a rilassarmi, ma prima che potessi addormentarmi si fece ora di pranzo.

  
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