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Autore: FlameWolf    12/03/2017    7 recensioni
Non so da dove provenga, né perchè abbia scelto proprio me, ma è mia e non abbandonerà mai, neppure nel mio giorno più oscuro.
Genere: Angst, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri, Tributi di Fanfiction Interattive
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ho pensato a molte cose ultimamente, e ancora non sono arrivata ad una conclusione. Non riesco a capire per quanto mi sforzi: sono veramente così stupida, oppure mi sono semplicemente rifiutata di vedere?
Credevo di conoscerti meglio di chiunque altro: sapevo del tuo odio per nostro padre, della tua misantropia, del tuo dolore. Sapevo quanto pesassero su di te tutte quelle aspettative, così come ero consapevole che non ti sei mai fatto troppe domande su come sarebbe stata la tua vita se tua madre non fosse morta. Per questo la tua confessione mi ha fatto così male: mi ha fatto rendere conto che su di te non so veramente nulla. A chi ho voluto bene in tutti questi anni, Kyte? Non riesco a smettere di chiedermi chi tu sia in realtà, o se siamo mai stati realmente amici. No... mi rifiuto di credere che tu sia sempre stato così malato! Ci deve essere stato un momento in cui ti sei perduto per sempre, ne sono convinta. Nessuno nasce malvagio, sono convinta che lo diventiamo.

Avrei voluto salvarti, e giuro che ci abbiamo provato. Esatto, “ci”. Mia madre, quella donna che tu tanto disprezzi, quando ha scoperto la verità su nostro padre ha cercato di portarti via con noi, ma le era proibito. È vero, ha amici potenti, ma ciò non la rende invincibile.... Che stupida. Che cosa te lo dico a fare? Non mi crederesti mai, la odi troppo per farlo.

Che vita misera è la tua, fratello, ma sai una cosa? Spero ancora che tu possa farcela. Desidero che tu esca vivo da lì e che ti faccia curare. Voglio che ti liberi dei tuoi fantasmi, voglio che tu sia finalmente felice. È possibile una cosa del genere secondo te? A volte ho paura che sia troppo tardi, temo che i giochi non rappresenteranno affatto una rinascita per te. Temo che se ne uscirai sarai ancora più debole e folle, esattamente come è successo a nostro padre, e ti giuro, ho veramente paura che uno scenario del genere si realizzi. Spero tu possa capirmi, in fondo conosci il terrore molto meglio di me.

Dunque... questo è molto probabilmente un addio, e con dolore mi accorgo che è meno difficile dirlo rispetto a quanto mi aspettassi. Sappi che ti voglio bene anche se mi hai spezzato il cuore. Spero che troverai finalmente la pace in modo o nell'altro.

 

Il mattatoio

 

Kalani Bei Fong, tributo del distretto 11 (Piante), catacombe dell'arena

 

Odio questo posto, i suoni rimbombano tutti. Sembra di stare ad un dannato concerto: la ventola per l'aria, i passi dei pacificatori di guardia, la zanzara che vola nella stanza, la stilista che mastica il chewingum, il mio cuore che batte a mille... Quest'ultimo rumore è quello che mi dà più fastidio in assoluto. È così forte che quasi copre qualsiasi altro suono. Perché fa così? Che io abbia... paura? Sarebbe molto sciocco da parte mia dato che sono qui per mia spontanea volontà. Non è paura... è... eccitazione per la nuova avventura che sto per vivere. Sì, è sicuramente così. Non posso essere spaventata, o rischierò di lasciarci le penne là sopra, e non posso permettermelo. Non voglio di certo morire, che cavolo! È tutta una questione mentale, ecco. Devo solo far finta che quella che sto per affrontare è solamente l'ennesima sfida con Hellen e Bruce, niente di più e niente di meno. Semplice no? Eppure ho le mani così sudate... è il caldo, non l'ansia. Io sto bene, sto perfettamente bene. Ho sempre desiderato essere qui. Oggi è una magnifica giornata.

“Vuoi parlare un po'? Non siamo costrette a rimane in silenzio” propone la stilista.
“Sto benissimo” replico repentina appoggiando i pugni sul fianco con aria fiera.
Cristal non replica subito, ma si prende il tempo necessario per grattarsi in pace un pizzico sulla mano “Immagino che ognuno abbia le proprie strategie” dichiara con tono pacato “Sicura di non voler mettere le scarpe?”.
“Cacchio, sì!” rispondo senza alcun indugio. Quei stivaloni mi sarebbero solamente d'impiccio. Mi accontento del mio completo da tributo, quello che mia madre definirebbe “uno sciatto vestito a strati che starebbe male perfino ad un manichino”.
La stilista emette un verso d'approvazione poco convinto “Come vuoi, streghetta. Vai all'angolo che a breve è ora”.
Il mio cuore perde un battito, mentre una sensazione di freddo avvolge il mio corpo. Non di nuovo, devo rimanere concentrata. Ce la farò, ho tutte le capacità per farlo. È uno spreco di tempo pensare ai possibili scenari negativi.
“Kalani?” mi richiama Cristal “Non vieni?”
Muovo un passo in avanti, il freddo del pavimento di ceramica mi riporta alla vita.
Entro nella capsula e avverto la vetrata chiudersi subito dopo. Mi aggrappo alle pareti come per non cadere. L'ambiente è talmente stretto che mi manca l'aria.
“È normale avere paura” commenta la stilista.
“Non ho paura!” replico con rabbia mentre avverto con chiarezza delle vibrazioni provenire dal basso.
La capsula sale subito dopo, talmente velocemente da farmi male alla pancia.
Ci siamo, manca poco. Pochissimo. E se...? No, no, no! Esiste solo il presente. Devo prendere uno stupido zaino e fuggire via, basta così. È una cosa semplice. Sconfiggerò chiunque mi sbarri la strada, ce la posso fare. Non è impossibile.

Il tubo ferma la sua corsa, devo essere arrivata. Dove sono?
“Benvenuti ai 39° Hunger Games” annuncia una voce metallica e fredda.

“...60”.
Faccio un passo a destra, stando attenta a non scendere dalla pedana. Gli altri tributi sono ai loro posti. Sono tutti agitati, tranne qualche folle.
“...50..”
Brad! È alla mia destra! Sono sicura che sia lui! Canta sempre quando è nervoso, e lo sta facendo addirittura adesso. Oh, Brad, cosa ne sarà di te? Non sei mai stato un genio del combattimento...
“...30...”
No, ho poco tempo! Devo analizzare l'ambiente! L'aria è fredda, non anzi, umida, come se fossimo dentro ad una grotta o qualcosa del genere. Non sento alcun spiffero però. Siamo in un ambiente chiuso. Aspetta... chiuso?
“...10...”
Cosa sono questi rumori? Li conosco, li ho già sentiti da qualche parte. Ma dove? Ci sono! Sono dei cazzo di portali!
“...0”.
Scendo dalla padana, e mi accorgo con sollievo che siamo circondati da mattonelle di pietre. Non faccio in tempo a festeggiare che avverto dei lamenti provenire da tutte le parti. Quasi nessuno dei concorrenti sta correndo, la maggior parte sta procedendo in maniera casuale. Cosa diavolo sta succedendo? Dov'è il massacro tanto preannunciato?
Mi volto verso destra ed avverto un esserino leggero fuggire lontano dalla cornucopia zoppicando. Riesco a riconoscerla lo stesso: è Alexandria del distretto 9. Possibile che..? Che culo, che culo, cazzo! Non posso credere di essere stata così fottutamente fortunata! Non sprecherò quest'occasione.
Sto per raggiungerla, quando avverto Brad imprecare a mezza voce dopo essere caduto per terra. Dannazione, non posso lasciarlo qui. L'incanto di quella furbetta non durerà a lungo, e quando terminerà Brad sarà in grossi guai. Non posso abbandonarlo.
Lo raggiungo con una falciata e lo aiuto ad alzarsi mentre prendo in mano uno degli zaini.
“Lasciami, lasciami!” sbraita lui spingendomi via spaventato.
“Sono io, cretino!” affermo sorprendendolo.
“Kalani, sei tu? Non vedo niente!”
“Lo so. Muoviti!” affermo obbligandolo a seguirmi. Hellen e Bruce mi avevano parlato di questo trucchetto del distretto 9, ma sostenevano che era da parecchie edizioni che non lo tiravano fuori. A quanto pare invece Alexandria è abbastanza potente da evocare una luce incalore in grado di accecare la gente nei pareggi per una manciata di minuti. Un bel potere, per carità, ma completamente inutile con me. La natura ci ha già pensato al suo posto. Senza volerlo mi ha dato un'occasione ghiottissima per andarmene da qui senza rischiare la pelle. Certo, potrei approfittarne per prendere un'arma o qualcosa del genere, ma non voglio rischiare di imbattermi in quelli del sette, senza contare che preferisco mettere al sicuro Brad in questo momento.

Corriamo verso Sud, nella stessa direzione in cui è fuggita la bambina del nove. Quando la raggiungiamo è a pochi metri dal portale.
“Lasciatemi in pace!” urla con una voce acuta.

“Perché mai? Non mi faccio di certo sfuggire un'alleaza del genere!”
“Ma...!” obiettano lei e Brad in coro.
Non li ascolto però, gli spingo entrambi dentro il portale, per poi entrarci io stessa. Veniamo accolti da un pesante odore di pino silvestre.

 

Kronos Allen, tributo del distretto 6 (Aerocinesi), arena

 

Ehi! No, no, no! Non può essere! I miei occhi! Non ci vedo! Perché proprio ora? Merda.. dove sono tutti? Sono in pericolo! Devo fare qualcosa. Ma cosa? Mi muovo a tentoni, accarezzando la superficie ruvida del pavimento. Che cos'è? Non è di certo erba. Dove sono? Cazzo! Cazzo!
Mi sposto leggermente in avanti, sperando di beccare uno zaino o qualcosa del genere. Devo assolutamente prendere qualcosa da portare via con me, non posso scappare a mani vuote. Non mi importa di cosa mi abbia detto Summer, ho bisogno di quei viveri. Sono una schiappa nel riconoscimento delle piante, senza uno zaino morirei sicuramente di stenti, o peggio ancora avvelenato.

Allungo nuovamente la mano e finalmente riesco ad intravedere qualcosa. Inizialmente è molto sfocato, riesco ad intravedere solamente una cosa rosa circondata da altra roba grigia, ma poi i dettagli iniziano a farsi sempre più chiari. Lentamente riesco a focalizzare i miei peli, le mie unghie e perfino quella cicatrice che mi ero procurato in quella rissa un paio di anni fa. Mia sorella mi ha sempre preso in giro dicendo che ricordava la M di Megan, il suo nome. Ora che ci penso, non sono così sicuro che il suo fosse un modo per canzonarmi... No, non è il momento. Alzo la testa, ma non riesco a vedere la cornucopia, gli occhi mi bruciano ancora da morire.
Avverto dei lamenti provenire dalla mia sinistra, e mi volto per capire cosa stia accadendo. Intravedo due figure femminili, entrambe more, ma non sembrano avere intenzioni ostili l'una verso l'altra. Si fermano a cianciare di non so cosa, ma sicuramente di cose inutili. Stupide femmine, non riescono mai a trattenersi? Devono scappare, e così anch'io.

Mi alzo in piedi a fatica, notando come diverse ombre stiano imitando il mio esempio. Stiamo recuperando tutti quanti la vista, a breve il vero bagno di sangue incomincerà. Sento il cuore battermi in gola, le gambe tremarmi e il sudore scivolare giù per la mia tempia. Ho sempre amato questa sensazione, mi ha sempre fatto sentire terribilmente vivo, ma questa volta è diverso. Questa volta c'è solamente la paura.
Sto per avanzare in avanti quando intravedo una macchia grigia e gialla sfrecciare verso la cornucopia a tutta velocità. Deve essere quella figa di legno del distretto 1. I favoriti stanno per agire dunque, non penso di essere un loro bersaglio primario a causa del mio stupido voto, ma è meglio non rischiare.
Prendo uno zaino a pochi metri da me, e mi volto verso l'esterno. Siamo circondati da muri di pietra privi di qualunque finestra. Le uniche via d'uscita sembrano essere dei portali di teletrasporto. È la prima volta che ne vedo, sono talmente costosi che perfino a Capitol City sono rarissimi. Spero che quelle dicerie su di loro siano false, perché non ho voglia di spezzarmi una gamba attraversandone uno. Ho altra scelta però? Oh, al diavolo!
Inizio a correre verso il portale ad Est (sempre che sia l'Est), quando l'aria viene squarciata da un terrificante urlo acuto.
“Alaska!” urlo d'impeto, voltandomi nuovamente verso la cornucopia. Cerco di capire che sia stata la ragazza ad essere ferita, ma ormai c'è troppa confusione, non riesco più a capirlo. In compenso riesco ad intravedere una zazzera biondissima verso Nord in cerca di un zaino. Alaska! È ancora viva! Grazie al cielo! Ho avuto così tanta paura!
“Alaska!” urlo nuovamente, ma un nuovo urlo da parte della ragazza di prima mi copre completamente. O quasi. Una tipa bassa con un quattro stampato sulla felpa mi ha sentito. Mi sta lanciando uno sguardo di sfida e ha in un mano un coltello. Cazzo avrà da guardare questa scema? In un momento diverso l'avrei riempita di botte, chi se ne frega se è una ragazza, ma è armata, e siamo nel bel mezzo di un bagno di sangue. Summer, Alaska, i miei, e perfino la stilista, mi hanno pregato di non fare cazzate. Per quanto è dura mi devo trattenere, mi rifarò più tardi.
Sto per rivoltarmi, quando la tipa alza il braccio armato, ma non nella mia direzione, ma in quella di Alaska. Il suo volto si dipinge di un ghigno di guerra. Quella puttana bastarda! Non glielo permetterò per nulla al mondo!
Getto lo zaino a terra e la carico con tutte le mie forze, scatenando in lei un'espressione compiaciuta. Riderà ancora per poco questa stronza! Le strapperò quel ridicolo coltello e glielo pianterò in gola, lo giuro! Carico un gancio e miro al suo naso, ma riesce ad evitare la mia mossa con relativa facilità. Il tributo del quattro mi colpisce con una ginocchiata sul fianco, ma non è niente, ho sopportato colpi ben peggiori di questo. Carico un nuovo colpo, e questa volta riesco a colpirla sulla mandibola. La stronza indietreggia di un passo, per poi provare a colpirmi con il suo coltello. Con una destrezza che non sapevo neanche di possedere, l'afferro per il polso parando il suo colpo per un soffio. Ghigno soddisfatto per il mio successo, ricevendone in cambio uno di puro odio. Sto per strapparle di mano l'arma quando qualcosa di umido mi colpisce all'occhio. Volto la testa di riflesso allentando la presa sul polso. Il tributo mi scivola via, per poi colpirmi con l'ennesima ginocchiata, all'inguine questa volta. Il dolore è talmente potente da bloccarmi a metà il respiro. Mi piego verso il basso, quando avverto un'altra fitta prepotente alla schiena, seguita da un'altra, e da un'altra ancora.
Cado per terra e sento la mia pelle bagnarsi del mio stesso sangue. Ho perso dunque? Fa così male... faccio fatica a respirare. Inizio a tossire, e sento in bocca un sapore metallico. Merda... sono messo proprio male, così tanto che mi viene da ridere. Volto la testa verso la cornucopia ed intravedo la puttana fuggire via verso una nuova preda, ma per fortuna riesco anche a scorgere Alaska, con uno zaino in spalla. Almeno lei è salva, anche se non credo proprio che si sia accorta di me.
Alaska... almeno tu, devi vivere. Torna a casa, ti prego. Dì a miei che li voluto bene. Dì loro che ho lottato fino all'ultimo.

Alaska... ho paura, e tanto freddo.

 

Yvonne “Yv” Davzon, tributo del distretto 4 (Idrocinesi), arena

 

Ho dovuto farlo, non potevo permettergli di andarsene così facilmente.
Ho sempre pensato che gli Hunger Games fossero una sorta di metafora della vita. Qui, come da qualsiasi altra parte, devi tirare fuori i denti per non farti sottomettere, e non devi neppure avere pietà per nessuno, perché nessuno ce l'avrà per te. Uccidere o morire è una regola universale che qui viene applicata senza alcuna ipocrisia in quanto ti dimostra chiaramente che nulla nella vita ti viene regalato. Ogni cosa deve essere conquistata, anche quelle più banali, come il rispetto della tua gente o l'amore dei tuoi genitori. Quando quello stupido tributo ha iniziato ad urlare ai quattro venti il nome della sua ragazza, con quel dannato zaino ben fissato sulle spalle, senza alcuna ferita sul corpo, beh... ho perso la testa. Era come se mi urlasse “Guardami, sto bene, ho tutto quello che mi serve”. Spocchioso, miserabile, arrogante. È stato un piacere ucciderlo, e giuro che lo rifarei di nuovo se potessi! Forse non mi avrà direttamente insultata come fece quella volta Danielle, ma è come se l'avesse fatto. Al solo pensarci mi viene di nuovo da tremare dalla rabbia! Dannato bastardo, credevi davvero di potertela cavare in quel modo? Visto che fine hai fatto? Sei stato ucciso da una povera senza poteri, una lesbica che ha preso solo un sei alle prove individuali. Visto invece quanto valgo? Questo era solo l'antipasto, mi serve una nuova vittima.

Mi guardo intorno, notando un gran caos intorno a me. Sono circondata da morte, distruzione e dolore nella sua forma più pura. È l'inferno, esattamente come me l'hanno sempre descritto. Mi volto verso sinistra ed intravedo quella ritardata del distretto 12 fuggire via in compagnia di un corvo. Quanto sarebbe bello farla fuori! L'ho sempre trovata odiosa nella sua ingenuità! Una del genere non può sopravvivere a lungo qui. Terminerei io stessa la sua avventura, ma è troppo lontana ormai, perderei solamente tempo.
Mi volto dall'altra parte ed intravedo la vittima perfetta. Louise Welch ha sempre scatenato in me una certa curiosità: sempre posata e seria, con quel viso dai lineamenti perfetti arricchiti da quelle lentiggini deliziose. L'ho sempre trovata un po' il mio opposto. Potrebbe essere una battaglia simbolica, in grado di catturare l'attenzione di tutti.

Mi dirigo verso da lei con calma, ignorando l'improvvisa vampata di calore alle mie spalle. Non mi importa cosa stiano combinando i tributi del distretto 5, ho una missione da compiere. Mi chiedo in che belva sappia trasformarsi Louise, e soprattutto se è possibile portarmi via la sua pelliccia, le sue corna o qualunque cosa abbia. Credo che starebbero molto bene nel mio salotto.
Mi avvicino lasciando ben in mostra il coltello sporco di sangue, voglio che sappia a che cosa stia andando incontro. La sua reazione è esattamente quella che mi aspettavo: non perde la calma, non iniziare a piangere dalla paura. Si limita a dilatare le narici, per poi avviare il processo di trasformazione. Se pensa che le darò il tempo necessario per farlo si sbaglia di grosso.
Mi avvento su di lei quando il processo sta quasi per terminare, infilzando il coltello sul suo fianco. Louise guaisce per il dolore, mettendo in mostra le sue bianche zanne. Leggo nei suoi occhi ancora una forza vitale rilevante, chiaro messaggio che non devo averla colpita in un punto vitale. Poco male. La colpisco nuovamente, ma succede qualcosa di strano. Il coltello non incontra nessuna resistenza, la sua carne lo accoglie con dolcezza, come se fosse il bacio di un amato. Dalla nuova ferita non esce affatto del sangue, ma un liquido rosa che odora di fiori di campo. Osservo la lupa con aria confusa. Cosa diavolo sta succedendo? Agisco nuovamente, ma il coltello rimane incastrato nel suo corpo, diventato improvvisamente semifluido, come un budino.
Mi alzo in piedi, agitandomi da una parte all'altra. Non capisco, cosa sta succedendo? C'è qualcosa che non va... Accidenti! Non riesco a pensare! C'è uno stupido moscerino che continua a volarmi sotto il naso. Provo a cacciarlo via, ma al suo posto ne appiano cinque. Sposto il braccio nuovamente, e ne appaiano una ventina, sempre più numerosi e rumorosi. Mi vedo costretta a chiudere gli occhi, per impedire che entrino là dentro. Sono già dovunque: fra i capelli, nel naso, in bocca, dentro i vestiti. Continuo ad agitarmi, ma non fanno altro che aumentare.
“Adesso!” grida una voce lontana.
Riapro gli occhi e mi trovo davanti alla faccia le fauci letali di Louise. Non faccio in tempo a pararmi. Avverto un dolore soffocante al collo, il mondo diventa nuovamente sfocato. Sento il mio corpo diventare pesante, per poi ritrovarmi magicamente per terra. Intravedo Louise fuggire via malconcia insieme ad un'altra ragazza. Hanno fra le mani un bottino molto vasto. Dove stanno andando? Non è ancora finita, non è... ancora...

 

Alice Grace, tributo del distretto 7 (Negazione di potere), arena

 

Non manca molto allo scoccare dello zero. Ho le mani sudate e un leggero mal di pancia, ma credo sia normale. Il fatto che stia provando ansia significa che sono una persona mentalmente sana dopotutto. L'unica cosa che conta è non farsi schiacciare dalle proprie emozioni, e non alcuna intenzione di farlo. Ho una missione ben chiara, e non posso fallirla. Sono quella più vicina a Lilia, tocca a me difenderla, e lo farò ad ogni costo. La mia squadra conta su di me.
Piego le ginocchia per prepararmi allo scatto iniziale. La mia alleata è solamente quattro postazioni lontana da me, posso farcela. Devo solo stare attenta a non scontrarmi con gli altri tributi nella corsa.

Il countdown continua a scorrere, siamo quasi alla fine. Chiudo gli occhi e prendo un grosso respiro. Se esiste qualcuno là in alto, che sia il Dio Sols del distretto 9 o chiunque altro, spero che abbia pietà di me.

All'apparire dello zero scatto verso sinistra, ma sembra che sia la sola a farlo. Sì, c'è confusione, ma di tutt'altro tipo rispetto a quello che immaginavo. Nessun fiatone o rissa, ma solamente imprecazioni e cadute a terra. Possibile che solo io mi stia comportando in maniera normale? L'unica spiegazione è che qualcuno abbia gettato un incantesimo su tutti. Deve essere stato uno del nove, sono gli unici in grado di fare una cosa del genere.
Il battito cardiaco inizia a rallentare, ed avverto una lieve sensazione di sollievo. Mi hanno concesso un enorme opportunità, non posso sprecarla. Mi rimetto in cammino e raggiungo Lilia in breve tempo. La trovo rannicchiata accanto alla postazione di partenza. Ha la testa nascosta fra le ginocchia e sta tremando. Come ho fatto a non pensarci? Per lei deve essere tremendo, è probabile che sia quella che stia soffrendo di più. Non sta sentendo solamente la sua paura, ma quella di tutti.
Mi avvento su di lei e la stringo forte. Lilia esista un attimo prima di contraccambiare il gesto, giusto il tempo necessario per riconoscere il mio odore.
“La mia... testa! Stava.. stava scoppiando, Alice!” afferma fra un singhiozzo e l'altro.
Le accarezzo la schiena con calma, in un assurdo tentativo di calmarla. Come posso rassicurarla? Fra pochissimo scoppierà l'inferno qua dentro! Potrò proteggerla dalle emozioni altrui, ma non da tutto il resto. Devo pur dirle qualcosa però! Non posso lasciarla in questo stato! “Stammi vicina, va bene?” affermo mentre le do una carezza sulla guancia umida “Non ti lascio”.
La mora annuisce e si aggrappa alla mia spalla. L'aiuto ad alzarsi e mi guardo intorno per cercare che cosa fare. Molti tributi stanno scuotendo la testa da una parte all'altra, indice che l'effetto dell'incantesimo sta iniziando a svanire. Intravedo da lontano Ike all'interno della cornucopia a cercare un'arma, una da mischia data la situazione, anche se credo che finirà per mettersi in tasca lo stesso una frombola. In fondo ha affermato più di una volta di essere affezionato a quell'aggeggio.
“Stanno tutti bene?” mi domanda Lilia apprensiva.
“Sì” replico repentina, anche se sinceramente non ho la benché minima idea su come stiano Xene o Gabe. Il mio obiettivo principale adesso è quello di cercare un rifugio, ma è quasi impossibile. L'ambiente è un enorme stanza senza finestre dove domina solamente il color grigio. Le uniche via di fuga sembrano essere tre o quattro portali, ma non me la sento di attraversali. Non so se possiamo tornare indietro una volta attraversati, né dove possano portarci. È troppo pericoloso separarci dal gruppo, ma anche stare qui con gli altri non sarà una passeggiata. Che faccio adesso? Lilia è ancora accecata, conta su di me!
“Che hai?” mi chiede Lilia “Stai respirando in maniera strana”.
“Non ci sono nascondigli” le confesso.
“Cosa?” chiede allarmata.
Merda, non possiamo rimanere qua in queste condizioni! Spero che Ike lo capisca. Cercheremo di ricongiungerci a loro il più presto possibile. Dobbiamo farlo, non abbiamo scelta “Dobbiamo prendere uno zaino” sentenzio infine.
“Alice!” protesta Lilia, ma non ho tempo per spiegarle la situazione.
La prendo per mano e la trascino in avanti quando intravedo una saetta bionda sfrecciare verso la cornucopia. Cazzo, cazzo! I favoriti si stanno riprendendo! Non c'è più tempo!

Afferro lo zaino con voga e mi volto indietro pronta a scappare, ma il mio cammino viene bloccato da un volto temuto. Quei capelli neri, quegli occhi freddi come il ghiaccio. Perché fra tutti proprio lui? Lilia mi stringe forte la mano, riconoscendo il nostro avversario nonostante la vista ancora debole.
Kyte mi sorride glaciale “Stavo cercando un paio di persone, ma poi ti ho vista, e ho pensato che in guerra una delle prime cose da fare è distruggere le difese nemiche. Sai come chiamano quelli del distretto sette?” mi chiede retorico “Gli scudi umani”.
Io e Lilia ci stringiamo la mano ancora più forte. Devo proteggerla, cosa posso fare? Mi mordo il labbro forte fino a farlo insanguinare.
Con la coda dell'occhio intravedo la saetta correre verso di noi, e fermarsi accanto a Kyte. La sua alleata gli consegna un'arma, una scure, per poi andarsene via, probabilmente per consegnare altre armi in giro.
“Babbo Natale è arrivato in anticipo quest'anno” afferma sadico accarezzando con un dito la lama dell'arma. Mi volto verso la cornucopia, nella speranza che qualcuno ci stia venendo incontro, ma c'è poco da fare. Ike sta lottando contro il ragazzo del distretto 4, e Xene sta arrivando per dargli man forte. Nessuno si è accorto di noi, siamo sole.
Mi volto verso Lilia, sta piangendo disperatamente, probabilmente sta dando mentalmente addio a tutte le persone che ha amato. È una ragazza così dolce e sensibile, mi ricorda tanto mia sorella. Non può morire qui.
“Va' a cercare aiuto” le sussurro.
“Non ti lascio sola!” obietta lei.
“Abbiamo bisogno di Gabe. Io lo trattengo, ma tu devi essere veloce, capito?”
Non riesco a sentire la sua risposta, la mia attenzione si sposta totalmente verso Kyte. Ha la scure alzata e mi sta caricando. Mi scanso per evitare il suo colpo, anche se finisco per farmi graffiare la spalla. Kyte non demorde, e cerca di colpirmi ancora. Mi getto di prepotenza a destra, ma finisco per perdere l'equilibrio e finire per terra. Piego il ginocchio destro per cercare di rialzarmi, ma la sua scure è già sopra di me.
Urlo per il dolore. No, non ho più il fiato per farlo, non sono stata io, ma Lilia, è la sua voce questa. Mi volto verso di lei, è affianco a Gabe, al sicuro. Sorrido. Missione compiuta.

 

Elinor “Elly” Gilbert, tributo del distretto 5 (Pirocinesi), arena

 

L'aria viene squarciata nuovamente da un urlo della povera Lilia. La ragazza del distretto 7 è riversa a terra in un lago di sangue. Il suo volto è pallido, e i suoi occhi scuri sono ancora aperti verso il mondo. Kyte è affianco a lei, in piedi, ed osserva il suo operato nello stesso modo in cui un bambino guarda un disegno appena finito. Non c'è traccia di rimorso nel suo volto, né di paura, solamente un sadico sorriso. Come può un essere umano essere così insensibile e spietato di fronte a un suo simile!? Come può esistere così tanta crudeltà? È stato orribile assistere a quella scena sul tetto quella volta, ma il disgusto provato allora non supera certamente quello di adesso. I muscoli sono tesi, le mie labbra serrate. Avverto un fuoco dentro di me, e non so per quanto tempo riuscirò a trattenerlo.

Una mano mi afferra per il gomito. “Concentrati” afferma Killian continuando a fissare il cadavere della ragazza. Perfino lui sembra essere turbato dalla scena.
Annuisco debolmente, cercando di ricordarmi tutti gli insegnamenti che ho ricevuto a scuola per controllare il mio potere. Non posso esplodere, o finirò per far del male anche a chi è innocente.
Ci avviciniamo ulteriormente a Kyte, e così anche l'alleato di Lilia, il ragazzo del distretto 3.
La mora raggiunge il corpo dell'amica ed inizia a piangere disperata, mentre Gabe rimane focalizzato sul suo avversario, pronto ad attaccarlo.
“Lui è nostro” interviene Killian ricordandogli i patti.
“Avete tutti quanti voglia di giocare con me? Ne sono onorato” afferma Kyte, ma dietro al suo sarcasmo avverto una nota che nell'ultima settimana mi è diventata terribilmente famigliare: la paura. Non riesco a trattenere un sorriso. La pagherai, bastardo. Per Amy, per questa povera ragazza, per chiunque altro tu abbia ferito. Hai finito di seminare dolore ovunque tu vada.
“Andiamo” afferma il ragazzo del 3 prendendo sottobraccio l'amica per poi scappare via dall'area.
Si sono allontanati di pochi metri quando Kyte alza la sua scure e passa all'attacco, sperando di coglierci di sorpresa. Non funziona però, io e Killian ci siamo allenati troppo per fallire. Alziamo in contemporanea le mani verso di lui e riesco ad intravedere nel suo volto il terrore più puro. Poi solo fiamme e morte.

Il corpo di Kyte si contorce di fronte a me, e alle sue urla si uniscono quelle agghiaccianti di un'altra ragazza, Miranda, che era accorsa verso di noi per dare man forte al suo compagno di distretto. Non mi ero neanche accorta che ci fosse anche lei.
Abbasso le mani e mi accascio per terra sentendomi improvvisamente svuotata. Di fronte a me c'è un corpo annerito che non ha più nulla di umano. Mi sembra incredibile che sia Kyte. Fino a un momento fa era qui, pronto ad ucciderci, ed ora non c'è più. È scomparso per sempre, ed è stato per colpa mia. Dovevo farlo però. Era una persona disgustosa e voleva uccidermi, non avevo scelta! Perché allora mi sento lo stomaco sottosopra? Mi sento così stanca.

Mi passo la lingua sopra le labbra avvertendole come appiccicose, non posso non notare che nell'aria c'è un odore dolciastro a dire poco nauseante. Mi volto verso la povera Miranda, vittima innocente del nostro attacco. Si sta ancora muovendo, deve essere ancora viva. Anche Killian se ne accorge. Lo vedo mentre protrae il braccio verso di lei per terminarla, quando un “No” urlato a gran voce rompe quel religioso silenzio che si era formato dopo il nostro attacco. Un gettito d'acqua colpisce Killian in pieno volto e lì rimane sotto forma di bolla. Il mio alleato sgrana gli occhi per la sorpresa, per poi cercare di spezzare l'incantesimo a mani nude. È solo allora che capisco cosa stia succedendo.

Mi alzo in piedi a fatica e mi dirigo da Killian, iniziando a scuoterlo con insistenza, ma inutilmente. Il suo volto inizia ad inscurirsi. Il panico inizia ad impossessarsi del mio corpo.
“Aiuto!” grido a gran voce rivolgendomi verso gli altri “Aiuto!” ripeto, ma nessuno si muove, nemmeno i nostri alleati. Ike è seduto sul pavimento della cornucopia, e Xene sta applicando un incantesimo di guarigione sul suo braccio. Il ragazzo del sette mi guarda con fare apprensivo, ma il suo alleato ha decisamente deliberatamente di ignorarmi. Lilia è ancora sotto shock, mentre Gabe guarda impietrito la scena affianco ad Unleor con il quale stava combattendo fino a qualche secondo fa. “Aiuto!” provo a ripetere, ma niente.
Mi volto verso Killian, il suo volto è ormai viola. Si sta graffiando il collo nella disperata ricerca di ossigeno. Non resisterà a lungo. Mi volto verso il suo aguzzino, quel vigliacco. Ha la testa china, rifiutandosi lui stesso di vedere l'orrore che sta compiendo. Lo sento singhiozzare fin da qui. “Smettila, ti prego, smettila!” lo supplico in lacrime, ma anche da lui ricevo solo silenzio.
Ho un'unica strada purtroppo. Sto per alzare il braccio per colpirlo con un incantesimo, ma Killian mi afferra per il polso impedendomelo. Mi volto verso di lui e vedo che sta scuotendo la testa. Ora capisco. Stanca come sono non sopravvivere ad un nuovo incantesimo, morirei sicuramente. Con il labiale mi sussurra una sola parola: scappa.
Sto per replicare, quando sento qualcun altro aggrapparsi all'altro braccio. Mi volto, è Alaska. Il suo volto è rigato dalla lacrime, e sta tremando come una foglia.
“Ti prego” mi sussurra a fatica.
Io capisco, ma non posso farlo. Mi volto verso Killian, ha chiuso gli occhi. È morto.
Mi accascio al suolo distrutta. Non può essere, non può essere successo davvero. La bolla d'acqua si spezza, liberandone il corpo il quale casca al suolo senza alcuna grazia. Mi avvicino a lui e mi appoggio sopra al suo petto singhiozzando. Non può essere, non può essere successo davvero. Perché a noi? Non capisco?
Avverto Alaska abbracciarmi da dietro “Ti prego, ti prego, Elly, ti prego” continua a ripetere debolmente.

“Basta!” urla Lilia a gran voce “Basta, basta, basta, basta!” ripete con insistenza “Basta!”

I pochi tributi rimasti nella cornucopia si girano verso di lei. Nessuno di noi trova il coraggio per muoversi, o per fare qualunque cosa. Rimaniamo in silenzio, avvertendo tutti quanti la stessa stanchezza e lo stesso dolore.
“Sono d'accordo, possiamo fare basta per quanto mi riguarda. Sono così stanco che perfino io non riesco a trovare le forze per parlare” acconsente Ike, che pare invecchiato di almeno vent'anni.
Unleor appoggia la mano sulla spalla di Matt ed insieme raggiungono Miranda, la prendono in braccio, e si dirigono verso Ovest.
“Li lasciamo andare così?” domanda Gabe.
“Sì” replica Ike, come svuotato.
Anch'io ed Alaska ci alziamo in piedi, e ci dirigiamo verso Nord, consapevoli che avremo bisogno di molto tempo per riprenderci da oggi.

 

Miranda Wilson, tributo del distretto 1 (Incremento abilità fisiche), arena

 

Ho come l'impressione che il fuoco mi stia ancora avvolgendo e dilaniando ogni mia cellula. Mi sento esplodere in mille pezzi, ho voglia di urlare, ma non ci riesco. Dentro di me c'è solo una consapevolezza: ho fallito. Dovevo portare la mia squadra alla vittoria ed invece abbiamo perso. È mai successa una cosa del genere? Sono la favorita peggiore di tutti i tempi. Questa che sto subendo è la giusta punizione. Che cosa pensavo di fare? Pensavo davvero di cambiare la mia natura? Chi nasce quadrato non può morire tondo.

“Appoggiamola qui” afferma Unleor. È ancora vivo? Aveva ragione lui, non avrei mai dovuto sottovalutare gli avversari, non avremmo dovuto concentrarci solamente sulle armi. Cosa abbiamo fra le mani adesso? È tutto finito, ho fallito miseramente. Io... sto scoppiando! Fa male, fa troppo male, non posso resistere. Victor, mi dispiace tanto.
Qualcosa di fresco e bagnato mi avvolge quasi completamente dandomi un attimo di tregua. Provo ad aprire gli occhi. Il sole sta splendendo con fierezza nel cielo, ed intorno a me c'è una spiaggia incontaminata. Questo posto mi ricorda la villa al mare di famiglia, credo di esserci stata l'ultima volta la scorsa estate. Quanto ero stupida all'epoca.
“Cosa dobbiamo fare adesso?” chiede Unleor, ma nessuno risponde “Matt! Ti prego parlami!”
Giro la testa a fatica ed intravedo l'altro mio alleato. È pallido come un fantasma, e sembra essere chiuso in un mondo dove nessuno può entrare. Pare un bimbo indifeso, cosa gli sarà successo?
“Violet...” sussurro debolmente.
Entrambi si voltano verso di me “Sei ancora viva!” afferma allegro Unleor.
“Violet...” provo a ripetere. Dov'è? È morta anche lei? Non ricordo di aver visto il suo corpo in giro. Spero sia ancora viva, non sopporterei un altro peso del genere. Ero io la leader del gruppo! Erano tutti sotto la mia ala, dannazione!
“È scappata” afferma Unleor con tono grave “Probabilmente appena ha visto che le cose si stavano mettendo male per noi è andata per la sua strada. Che razza di stronza, dovevo sapere che non potevamo fidarci di lei”.
Avrei dovuto capirlo anch'io. Sapevo che c'era qualcosa che non andava in lei, ma pensavo che sarebbe stato un problema che sarebbe sorto in seguito, che avrei avuto tutto il tempo del mondo per organizzarmi ed affrontarlo. Temevo che se avessi parlato di lei con troppo anticipo con gli altri, avrei solamente gettato zizzania e messo in pericolo l'alleanza. Che dire, non ne ho azzeccata neanche una. Avevano ragione su di me, sono solo una ricca viziata ingrata che è entrata volontariamente in qualcosa molto più grande di lei e che per farlo, ha rinunciato all'unica cosa veramente bella della sua vita. Victor, non merito il tuo perdono, mi dispiace tantissimo.
“Miranda, non piangere per favore”
“È colpa mia” replico con un filo di voce. Vorrei usare un tono più alto, ma non ci riesco. Mi sto sentendo sempre più debole, ho una voglia assurda di dormire, ma non credo che sarò più in grado di svegliarmi. Va bene così, è quel che mi merito. Spero solo che Victor non soffra troppo.
“Non dire così! Non potevamo aspettarci una coalizione così vasta contro di noi! I nostri avversari erano ben preparati e decisi nel farci fuori. Hai fatto quello che potevi, davvero” afferma Unleor cercando di consolarmi.
Sto per dirgli che si sta sbagliando, che avrei potuto fare molto di più invece, come ad esempio non perdere uno dei coltelli durante la mia corsa, ma non ci riesco. Sono al limite, riesco a malapena a tenere gli occhi aperti. È quasi giunta l'ora, a breve smetterò di soffrire.
Mi volto verso Unleor, noto solo adesso che ha parecchi graffi sul viso, deve aver combattuto duramente. Probabilmente ci ha creduto fino all'ultimo. Sarei curiosa di scoprire come ha fatto a portarmi via da lì, come ha tenuto a bada i nostri avversari, ma sarà per un'altra volta. Forse non dovrò aspettare così a lungo. Ho una domanda da fargli, solo una e poi posso andare.
“Il mio...corpo. È... utilizzabile?” gli chiedo facendo riferimento alla possibilità di essere risorta.
Unleor mi osserva con aria truce. Ormai deve essere chiaro anche a lui che non durerò a lungo. “Preferisco che tu vada in pace, Miranda” afferma semplicemente.
Annuisco poco convinta, non sono sicura di farcela. Ho così tante cose in sospeso, così tanti rimpianti.. quanto vorrei ricominciare tutto da capo.
“Hai detto che hai un fidanzato, vero?” mi chiede.
Annuisco nuovamente. Il mio Victor.
“Pensa a lui, pensa ai momenti passati insieme, a quando l'hai conosciuto, a quando vi siete baciati per la prima volta. Ricordati di ogni momento felice passato insieme. È valsa la pena vivere solo per quello?”.
Sì, lo è stato.
“Riposati Miranda, il domani è incerto ed abbiamo bisogno di tutte le nostre forze per affrontarlo”.
Annuisco per l'ultima volta, ha perfettamente ragione. È stato piacevole chiacchierare con lui, se mi fossi impegnata sul serio avremmo potuto essere amici. Che peccato.

Chiudo gli occhi.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Morti:

24° Kronos Allen, tributo del distretto 6 (3 pov), ucciso da Yv

23° Alice Grace, tributo del distretto 7 (3 pov), uccisa da Kyte

22° Kyte Densmith, tributo del distretto 1 (3 pov), ucciso da Killian ed Elinor

21° Killian Jones, tributo del distretto 5 (2 pov), ucciso da Matt

20° Yvonne Davzon, tributo del distretto 4 (3 pov), uccisa da Louise

19° Miranda Wilson, tributo del distretto 1 (3 pov), uccisa da Killian ed Elinor

 

 

Feriti:

Louise (ferita al fianco)

Lilia, Matt, Elinor, Alaska (emotivamente sconvolti)

Ike (ferito al braccio- in guarigione)

Matt, Unleor, Xene (qualche graffio)

 

 

MasterKiller:

Elinor: 2 uccisione (in collaborazione)

Killian: 2 uccisione (in collaborazione)

Yv: 1 uccisione

Louise: 1 uccisione

Kyte: 1 uccisione

Matt: 1 uccisione

 

 

Alleanze:

L'alleanza degli scapestrati suicidi: Ike, Lilia, Xene, Gabriel

Il disperato duo: Unleor, Matt

Le ragazze: Elinor, Alaska

Gli ultimi: Andreas, Joshua

I selvaggi: Jésus, Lily

La mente: Louise, Yvonne

L'alleanza del sole (Detti anche Kalani e le sue troiette): Kalani, Brad, Alexandra

Soli: Violet

 

 

Anche questa è andata, ma mi tocca annunciarvi che il mese prossimo non sarò a casa, e dunque prima di un mese non ci sarà alcun capitolo, mi dispiace, ma è stata una cosa improvvisa.

 

Ora parte il processo di sponsorizzazione. Premetto che ogni commentatore ha tre monete base, a cui ne ho aggiunto altre in base alla popolarità dei loro personaggi. La popolarità l'ho calcolata in base ai commenti positivi che hanno ricevuto. Quelli più popolari hanno diritto a 3 monete, quelli in mezzo 2, e infine quelli meno apprezzati solo una. Il personaggio più popolare in assoluto avrà 4 monete. Ne consegue che:

Sasi: 3+2+4: 9 monete

Mary: 3+1+1: 5 monete

Anonimo: 3+3+2: 8 monete

Shiori: 3+3+2: 8 monete

Girl: 3+3+1: 7 monete

Sky: 3+3+2: 8 monete

Thresh: 3+2+1: 6 monete

Mash: 3+2+2: 7 monete

Darlene: 3+3+2: 8 monete

Yoyo: 3+3: 6 monete

Claire: 3+3+2: 8 monete

Sister: 3+1: 4 monete

YYYY: 3+1: 4 monete

Cody: 3+1: 4 monete
 

Spero che questo sistema renda la sponsorizzazione più verosimile al libro. Non disperatevi se avete poco denaro comunque: ad ogni commento d'ora in poi guadagnerete una moneta.

 

Per quanto riguarda i costi:

Acqua (un litro): 1 moneta

Cibo: 2 monete

Pietra viola: 4 monete (energizzante)

 

Coltellino svizzero (schiaccianoci, pinza, supporto smontabile per innesto punte per cacciavite, forbice, chiavi inglesi, apri scatole, pinzetta): 4 monete

Filo di nylon: 2 monete

Amo: 1 moneta

Coperta d'alluminio: 5 monete

Ago e filo: 2 monete

Corda: 2 monete

Protezione solare: 1 moneta

Trappola per piccoli roditori: 3 monete

Tintura di iodio: 2 monete

 

Laccio emostatico: 1 moneta

Bende e garze: 2 monete

Antidolorifico (generale): 4 monete

Antidoto: 7 monete

Mercurocromo: 4 monete

Pomata per ustioni: 3 monete (non è potente come quella del libro, ma pur sempre efficace)

Antipiretici (per abbassare la febbre): 4 monete

 

Pantaloni di cotone di ricambio: 2 monete

Maglietta di ricambio: 2 monete

Calzini di ricambio: 1 moneta

Guanti:1 moneta

Maglia pesante: 3 monete

Giacca: 2 monete

Impermeabile: 4 monete

 

Armi (qualsiasi genere): 10 monete

 

Tutto chiaro? Se avete dubbi fatemi sapere. Alla prossima!

  
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