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Autore: kiss the night    13/03/2017    1 recensioni
Rin continua i suoi allenamenti in Australia, sperando di poter partecipare alle Olimpiadi che in quell'anno si terranno in Giappone. Per fare questo è stato costretto a raffreddare i rapporti con gli amici di sempre, compreso Haru.
Ricevuta la fatidica chiamata, il ragazzo si reca di corsa a Tokyo dove scopre che le cose sono parecchio cambiate rispetto a come si ricordava.
Pairing principale- HaruRin
Genere: Angst, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Haruka Nanase, Rin Matsuoka, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Rin incontrò Sousuke in un bar vicino all'università. Inizialmente aveva intenzione di chiamare anche Gou, ma alla fine aveva preferito rivolgersi solo all'amico; con lei ne avrebbe parlato successivamente.
Sousuke era la persona che lo conosceva meglio ed era sicuro di poter parlare liberamente di qualsiasi cosa con lui, ricevendo quasi sempre consigli preziosi.
Nonostante l'incontro con Haru fosse durato poco, Rin ne era rimasto profondamente colpito.
Haru era stato schivo e sbrigativo, quasi non volesse stargli vicino, aveva cercato di nascondere la rabbia camuffandola da fretta e indifferenza, ma lo conosceva abbastanza da comprendere quell'atteggiamento. Quella parte di lui non era cambiata molto; questo, però, non spiegava il suo comportamento.

Aveva capito che l'appuntamento con Makoto fosse una scusa prima ancora che quest'ultimo glielo confermasse e ciò rinforzava la sua idea sulla poca veridicità del cellulare lasciato ad Osaka. Era ormai certo che Haru fosse arrabbiato con lui e con tutti gli altri, ma il perché restava un mistero. Sousuke era forse l'unico a poterlo aiutare a fare chiarezza.
Quando arrivò, l'amico lo stava già ad aspettando davanti all'ingresso e gli sorrise non appena lo vide.


“Matsuoka ti senti un campione già arrivato? Sei in ritardo.”

 

“Scusami ma Tokyo non è Iwatobi, ci vuole una vita ad attraversare la città in taxi.”
 

Sousuke, ridendo, gli diede una pacca sulla spalla per poi aprirgli la porta della caffetteria.

I due si accomodarono in un tavolo abbastanza appartato, vicino ad una finestra da cui si poteva scorgere uno dei giardini dell'università e lì era presente un albero di ciliegio, che in quel periodo dell'anno era nel pieno della sua fioritura. Rin si soffermò un istante ad ammirarlo; anche in Australia c'erano i ciliegi, ma lì non si viveva la stessa magia che c'era in Giappone e vedendolo si rese conto di quanto anche un piccola cosa come questa gli mancasse quando non era a casa. In più quell'albero assomigliava molto a quello che cresceva nel cortile della scuola elementare che aveva frequentato insieme agli altri, luogo in cui erano soliti ritrovarsi molto spesso. Ed era anche uguale a quello che si trovava nel cortile dell'impianto sportivo in cui avevano affrontato le gare durante il liceo; l'albero sotto cui lui e Haru avevano quasi fatto a botte dopo il suo ennesimo fallimento, lo stesso sotto cui l'altro aveva scritto “for the team”, una frase che ricordava fin troppo bene. Subito dopo erano nuovamente scesi in vasca, insieme, e avevano vinto l'ennesima staffetta.
Pensava spesso a quel giorno, lo considerava la sua vera rinascita e tutto era potuto succedere grazie a Makoto, a Nagisa ma, sopratutto, grazie ad Haruka.
Adesso però sembrava essere arrabbiato con lui, aveva rialzato quei muri che con molta fatica era riuscito ad abbattere anni prima e questo lo spaventava molto, sopratutto perché Haru sembrava cambiato anche rispetto al periodo in cui si erano conosciuti, appariva molto più indifferente e arrabbiato.
I suoi pensieri furono nuovamente interrotti da Sou che, in piedi di fronte a lui, lo invitava a sedersi.

 

“Allora, cosa ti ordino? Oppure vuoi restare qui a fissare il nulla per tutto il giorno?”

 

Sousuke sorrideva, ma Rin riusciva a scorgere su suo viso un po' di preoccupazione.

 

“Beh, sei tu l'esperto, cosa mi consigli?”

 

“Qui sono conosciuti per l'ottima cioccolata calda, ma visto che sei un olimpionico sicuramente non potrai permettertela.”

 

Il lieve tono scherzoso usato dall'amico lo fece sorridere.
 

“Sai, ancora non sono sotto nessun tipo di regime alimentare strambo, quindi una cioccolata calda penso di meritarmela.”

 

Sousuke annuì per poi dirigersi verso il bancone salutando la ragazza che prese le loro ordinazioni, probabilmente era un cliente fisso, visto che la sua facoltà era a due passi da lì.

Rin si guardò un po' intorno; non c'erano molti clienti, ma i pochi presenti sembravano tutti intenti ad osservare i propri libri o lo schermo del PC. Riusciva tranquillamente ad immaginare l'amico nella stessa loro posizione, Sou oltre alla passione per lo sport era sempre stato, a differenza sua, uno studente modello sia alle elementare che durante l'ultimo anno di liceo, passato insieme alla Samezuka. Poteva solo immaginare quanto avesse sofferto nello scoprire che non avrebbe più potuto nuotare a livello agonistico, anche lui c'era rimasto malissimo, ma si era rimesso in piedi velocemente. Ricordava perfettamente quando, nel periodo dei test per l'università, l'altro gli aveva rivelato di volersi trasferire a Tokyo per frequentare una prestigiosa scuola di medicina; visto anche il suo problema, si era posto come nuovo obiettivo quello di diventare un fantastico fisioterapista, tanto che magari, in futuro, si sarebbero potuti ritrovare nuovamente insieme in piscina, lui come nuotatore e l'altro nello staff medico. Rin era felice che nonostante la batosta fosse riuscito a tirarsi su in quel modo, forse perché era conscio che, a parti invertite, lui non sarebbe riuscito a fare lo stesso. A scuola se la cavava solo per non avere problemi, ma lo studio non faceva proprio parte di lui. L sua testa era incentrata solo su una cosa, il nuoto e il suo sogno di entrare nella squadra olimpionica. Non voleva neanche lontanamente pensare a quale sarebbe potuta essere la sua reazione ad uno stop così definitivo.
Forse ad aiutare l'amico nell'accettazione del problema era stata anche la presenza della sorella. Aveva sempre notato una certa simpatia fra di loro, c'era sempre stato il dubbio che Gou avesse una piccola cotta per lui, sopratutto da bambina, ma non credeva che potesse essere ricambiata. Invece la sua partenza aveva aiutato a rinforzare quel rapporto, perché nei momenti di bisogno si erano supportati a vicenda. Seppe solo dopo che la scelta di Gou era ricaduta su Tokyo come meta universitaria proprio per favorire questo nuovo amore, che fortunatamente si consolidava ogni giorno di più. Erano felici e sereni e lui non poteva non sentirsi rincuorato da questo.

L'arrivo di Sousuke, con le loro ordinazioni, lo riscosse dai suoi pensieri. Posò davanti ai suoi occhi una invitantissima tazza di cioccolata calda guarnita con un morbido ciuffo di panna montata.

 

“Lo so, ci saranno un sacco di calorie qui dentro, ma non dirmi che adesso vuoi tirati indietro?”

 

“Assolutamente no, penso che potrei uccidere qualcuno se cercasse di sfilarmela da sotto il naso.”

 

Rin prese la sua tazza e se la portò alla bocca. Il liquido dolce e caldo gli portò alla memoria ricordi di un passato lontano, di quando da bambino, insieme a Sou, si ritrovavano il pomeriggio nelle rispettive case, durante l'inverno, e le loro nonne gli preparavano quella come merenda; un periodo in cui non si doveva preoccupare di quante calorie e nutrienti avessero i suoi pasti, un periodo in cui nuotava senza farsi troppe domande, solo per divertimento. Un periodo dolce proprio come quella cioccolata.

 

“Allora, come ti sembra?”

 

“Molto buona. Dio, mi ero quasi dimenticato che sapore avesse una cioccolata calda, sono anni che non ne bevevo una.”

 

Sousuke gli sorrise.

 

“Arriviamo al dunque, qual è il motivo della tua chiamata? Sono abbastanza sicuro che non sia solo per raccontarmi com'è stata la riunione.”

 

Prima di cominciare a raccontare tutta la storia, prese un altro sorso della sua cioccolata, quasi a cercare di darsi coraggio.

Durante tutto il racconto, Sousuke lo ascoltò con attenzione. Rin notò un piccola variazione nella sua espressione solo quando gli rivelò che anche Haruka era entrato nella squadra olimpionica. Gli raccontò anche della sue reazioni, sia alla riunione che durante il loro breve incontro fuori dall'edificio. Cercò di soffermarsi nel descrivere il suo atteggiamento indifferente e rabbioso, tenendo il tono più basso possibile, nonostante adesso sentisse la rabbia ribollire.
Sousuke intervenne solo quando l'altro rimase senza proferire parola per un paio di minuti.

 

“Quindi ricapitolando, mi stai dicendo che Nanase fa parte del team, cosa che ha sempre saputo essere il tuo sogno, e che dà tutta l'impressione di avercela con te per qualcosa di misterioso?”

 

“Esatto! Giuro che mi sono scervellato per capire cosa possa avergli fatto, ma non riesco a tirare fuori un ragno dal buco.”

 

“Non voglio sembrare troppo superficiale, ma ha sempre avuto un pessimo carattere, esattamente come te, motivo per cui poteva non essere davvero arrabbiato, magari era solo agitato perché non si aspettava di essere chiamato così presto. Lo sai meglio di me quanto sia poco incline ad ammettere il proprio talento e tutta questa pressione potrebbe averlo infastidito.”

 

Rin guardò pensieroso l'amico. Non aveva tutti i torti, Haru con la troppa pressione andava in crisi, era già successo, ma quelli non erano gli occhi di una persona nel panico.

 

“Sou, tu non lo hai visto, non c'era paura in lui. L'unico sentimento che sembrava farsi vivo era la rabbia, ci metterei la mano sul fuoco.”

 

“Tu stesso dici di non avergli fatto nulla, a parte l'essere sparito, un po' come hai fatto con tutti. Nanase è strano, ma non mi sembra il tipo di persona che si offende solo per questo, sopratutto in modo così veloce. Ricordo perfettamente che, a modo suo, chiedeva spesso di te a Gou, poi, di punto in bianco, ha smesso di fare domande finendo per rifiutare l'occasione di venirti a trovare. Se è vero che non vi siete più sentiti non capisco come possa essere tu il vero problema.”

 

Rin si rese conto solo dopo aver sentito il sapore di sangue mischiarsi a quello dolce della cioccolata, che si stava torturando il labbro inferiore dal nervoso. Si massaggiò le tempie con le dita per cercare di fermare l'inizio del mal di testa che cominciava a infastidirlo. Capiva perfettamente la confusione dell'altro, le sensazioni che aveva vissuto suonavano assurde se dette ad alta voce, ma lui era lì e aveva percepito tutto ciò.

 

“Non lo so, Sou. Non lo capisco neanche io. La cosa positiva è che avrò sicuramente modo di cercare nuovamente un confronto, visto che saremo dispersi nel nulla per qualche mese prima delle gare. Non potrà scapparmi.”

 

“Rin, capisco la tua voglia di arrivare al punto ma, credimi, forzarlo troppo sarebbe la cosa sbagliata da fare. Tu lo conosci meglio di me e sai com'è fatto.”

 

Il ragazzo sorrise all'amico. Sapeva perfettamente che la reazione di Haru, quando veniva messo alle strette, era quella di chiudersi ancora di più nel suo guscio. C'erano già passati e i risultati migliori li aveva ottenuti portandolo per qualche giorno lontano da tutto, in una terra a lui sconosciuta, prendendo tutti i discorsi con la dovuta calma. Non si era mai domandato troppo il perché, ma ricordava quel viaggio come uno dei migliori della sua vita e la presenza di Haruka aveva giocato un ruolo fondamentale.

 

“Hai ragione e cercherò di forzarlo il meno possibile, ma difficilmente ce ne torneremo a Tokyo senza aver chiarito la cosa.”

 

Sousuke stava per dire qualcos'altro quando il suo telefono suonò, indicando l'arrivo di una mail.
Il ragazzo sorrise subito, cosa che fece intendere a Rin che il mittente fosse sua sorella; anni prima non avrebbe mai creduto che l'amico potesse essere così smielato. Rispose velocemente al messaggio per poi rivolgere nuovamente l'attenzione verso Rin.

 

“Era Gou, è appena uscita dalla lezione e sta venendo qui. Se non vuoi parlarle di ciò che è successo con Haru sappi che non sei costretto a farlo, però a lei farebbe piacere. Mi ha parlato spesso di quanto fosse stata male, qualche tempo fa, quando ti rifiutavi di parlare con lei di cosa era successo in Australia.”

 

“Lo so e non ho intenzione di lasciarla all'oscuro di tutto, non preoccuparti. Adesso però dimmi un po' di te, visto che non abbiamo fatto altro che parlare dei miei problemi”

 

Sousuke gli sorrise, felice di vedere che la tensione sul volto di Rin si era finalmente allentata.

I ragazzi parlarono del più e del meno fino all'arrivo di Gou. La ragazza entrò velocemente nel locale, andando convinta verso il loro tavolo, anche se Rin, standogli di spalle, la vide solo quando gli passò davanti per andare a salutare Sousuke con un tenero bacio a fior di labbra. Finse una faccia schifata, che serviva solo a mascherare il sorriso fin troppo tenero che premeva per farsi vedere.

 

“Sou, vacci piano, è pur sempre la mia sorellina.”

 

L'amico scoppiò a ridere mentre sua sorella gli si avvicinò, tirandogli prima una pacca sulla testa fingendosi offesa, per poi abbracciarlo dolcemente. Poteva fare il difficile, ma voleva troppo bene a sua sorella anche solo per contraddirla. Nonostante la cosa fosse acqua passata, si sentiva ancora in colpa per come l'aveva trattata durante il suo periodo nero, rimpiangeva il fatto di averla completamente tagliata fuori e il sentirsi dire da altri quanto ci fosse stata male non faceva che peggiorare tutto ciò. Fortunatamente le cose erano andate apposto, adesso poi aveva anche Sousuke al suo fianco, e Rin non poteva chiedere di meglio per lei... pensare che anni prima era convinto che lei avesse una cotta per Haru e che fosse pure corrisposta. Questo pensiero portò con sé una strana stretta allo stomaco, non troppo sconosciuta, che però scacciò subito, concentrandosi poi sulla sorella, che si era appena seduta accanto al fidanzato e che gli aveva rubato da sotto il naso la sua tazza di cioccolata ancora mezza piena.

 

“Ehi quella è mia, vai e ordinatene una tutta tua.”
 

“Una parte dello statuto dei fratelli maggiori dice che si deve sempre condividere le proprie cose con la sorella minore, sopratutto se questa è appena uscita da una lezione interminabile.”

 

“Mi dispiace Rin, ma ha perfettamente ragione.”

 

“Sapevo che questa unione mi avrebbe portato solo grossi problemi.”

 

Il gruppetto scoppiò a ridere, beccandosi qualche occhiata non proprio gentile da alcuni studenti seduti ai tavoli vicini.

Visto che era l'ora di pranzo, i ragazzi decisero di pranzare in un Sushi bar poco distante, anche perché sia Sousuke che Gou avevano delle lezioni in quella zona del campus.
Lì, Rin raccontò alla sorella tutto ciò che era successo durante quella mattinata, dalla riunione con il gruppo di nuotatori, soffermandosi poi sul caso Haruka. La ragazza rimase sorpresa della notizia, ma ne fu molto felice; nonostante nell'ultimo periodo l'altro non si fosse comportato troppo bene con tutti loro, lei gli voleva molto bene e sapere che aveva raggiunto un obiettivo così grande la rendeva molto felice. Ciò che non la sorprese affatto era stato il comportamento assunto dall'altro nei confronti del fratello.

 

“Si è comportato nello stesso modo anche con me e Makoto, proprio come ti abbiamo detto ieri sera. Con noi non ha mai mostrato rabbia, ma il modo in cui è indifferente a tutto ciò che gli dici... è stato così fino a che non è partito.”

 

Sousuke, notando lo sguardo triste della ragazza, appoggiò la propria mano su quella di Gou come a cercare di confortarla. Rin sentì qualcosa ribollirgli alla bocca dello stomaco; Haru non aveva ferito solo lui ma anche i propri amici e questa proprio non poteva fargliela passare. In quel momento però gli venne un’idea.

 

“Oggi è venerdì e voi fino a lunedì non avrete altre lezioni, vero?”

 

“Beh, sì... ma perché questa domanda?”

 

“Io ho qualche giorno libero prima del volo di ritorno e stavo pensando... se ce ne tornassimo ad Iwatobi? É passato un po' dall'ultima volta che ho visto la mamma e sarebbe sicuramente felice di rivedere anche voi, dato che l'ultima volta che ci siamo sentiti si è lamentata di te, cara sorellina.”

 

Gou fece una linguaccia al fratello e guardò Sousuke per un secondo. Non si parlarono neanche ma Rin era sicuro che stessero comunicando fra di loro con qualche strano mezzo telepatico da fidanzatini. Alla fine fu l'amico a parlare.

 

“Perché no, sicuramente anche i miei saranno felici di vedermi di nuovo a casa.”

 

“Allora è deciso, se non finite troppo tardi potremo partire già stasera. Appena torno in hotel controllo gli orari dei treni e vi mando una mail, poi avverto mamma.”

 

Finirono di pranzare in allegria; Rin chiuse gli avvenimenti della mattina in una piccola parte della sua mente, in modo da godersi a pieno questi momenti di relax. Ad Haru avrebbe pensato una volta tornato in hotel.

 

****

Finito il pranzo Rin prese il primo taxi disponibile e si fece riaccompagnare in hotel. Se davvero voleva partire quella sera doveva risistemare le valigie e preparare tutto in tempi brevi.

Arrivato in stanza si collegò ad internet con il suo PC e prenotò tre biglietti per il treno delle 19:00, così sarebbero arrivati a Iwatobi per le 23, un orario abbastanza decente, poi spedì delle mail ai ragazzi per avvertirli e fissare un luogo di ritrovo ed infine chiamò sua madre per avvisarla del loro arrivo. La donna si mostrò stupita, ma Rin poteva sentire la felicità trasparire dal tono della sua voce.
Chiusa quella chiamata buttò il telefono sul letto e corse in bagno a farsi una doccia veloce. Lì ebbe modo di pensare nuovamente al comportamento di Haru e sperò che l'acqua potesse dargli una nuova chiave di lettura, cosa che purtroppo non successe. Decise, però, di fare un'ultima telefonata... a l'unica persona che conosceva Haruka quanto lui, se non di più.

Uscì dal bagno e compose il numero di Makoto, sperando che non fosse a qualche lezione. Il ragazzo rispose dopo un paio di squilli.

 

“Pronto... Rin?”

 

“Ciao Makoto, spero di non disturbarti.”

 

“No, figurati, sono appena rientrato in casa. In ogni caso se non mi avessi chiamato tu, lo avrei fatto io... cosa intendevi con la mail che mi hai spedito questa mattina?”

 

“Beh... ho incontrato Haru...”

 

Makoto lo interruppe, non permettendogli di finire la frase.

 

“Cosa? Qui a Tokyo? Ma com'è possibile... voi dirmi che è tornato e che non mi ha neanche avvisato?”

 

“Makoto aspetta, fammi finire. Sì, era qui a Tokyo, l'ho incontrato alla federazione nuoto quando sono andato alla riunione... anche lui era lì per il mio stesso motivo.”

 

“E'... entrato in nazionale?”

 

“Sì, anche lui ce l'ha fatta.”

 

Il ragazzo non rispose e Rin riuscì a sentire il suo sospiro; poteva immaginare la sua felicità per la bella notizia mista all'amarezza per non essere stato il primo a saperlo. Il loro rapporto era molto forte ed era sicuro che, nonostante la battuta d'arresto dell'ultimo periodo, Makoto si aspettasse di sentire questa notizia dallo stesso Haruka, invece lui non solo non gli aveva detto niente, ma aveva anche finto di averci un appuntamento in modo da evirare le sue domande.
Rin gli raccontò ciò che era successo,raccontandogli anche della sensazioni che aveva avuto durante la loro breve conversazione. L'altro rimase in silenzio per tutto il tempo, riprendendo a parlare solo dopo.

 

“Ti ha detto che doveva vedersi con me? E che aveva lasciato il telefono ad Osaka? Oddio, raccontare bugie di questo tipo non è assolutamente una cosa da Haru... è sempre stato sincero, a volte fin troppo.”

 

“Pero', tu stesso hai detto che negli ultimi tempi era cambiato...”

 

“Sì, poteva aver cominciato a nascondere delle cose e a evitare certi discorsi... ma non aveva mai detto una bugia così. Non ha mai fatto parte della sua indole, perché si e' comportato così?”

 

La voce dell'altro era quasi rotta, cosa che fece ritornare la sensazione allo stomaco che avuto prima. Stava facendo soffrire anche Makoto, lo stesso ragazzo che lo aveva sopportato per anni anche nei suoi momenti peggiori, quello che gli era sempre stato accanto sempre. Su una cosa Makoto aveva ragione, il vecchio Haru non avrebbe mai fatto una cosa del genere, non a lui; la rabbia nei suoi confronti continuava a salire e non sapeva cosa lo stesse trattenendo da lasciargli un terribile messaggio in segreteria.

 

“Io... non lo so. Però questa storia verrà risolata una volta per tutte, arriverà il momento in cui saremo faccia a faccia e stai sicuro che in quel momento non ci saranno scuse che tengano. Ci deve una spiegazione, sopratutto a te.”

 

“Rin, hai tutte le ragioni ma... ricordati di non fare cose avventate. Nonostante sia cambiato sono sicuro che da qualche parte ci sia l'Haru di sempre... e sai com'è fatto.”

 

Rin fece un sorrisetto ammaro.

 

“Lo so e non sei stato il solo a ricordarmelo oggi.”

 

Dato che il tempo passava, dopo aver raccontato a Makoto che sarebbe tornato a casa, lo salutò e chiuse la telefonata.
Fini di sistemare le sue cose continuando a pensare a tutte le cose che erano successe in solo mezza giornata, sperando che quei giorni nella sua città natale sarebbero stati molto più tranquilli e rilassanti. Una volta finito, prese le sue valigie, scese nella hall disdire le notti già prenotate e si fece chiamare un taxi per dirigersi alla stazione principale, sperando che Sousuke e Gou fossero puntuali.


Note:
Ciao a tutti! Oggi note brevissime perché ho un sonno atroce, ma ci tenevo comuque a pubblicare... magari le aggiorno domani.
In questo capitolo ci sono un pò di cose, nonostante lo reputi un pò di passaggio. Il prossimo sarà ad Iwatobi e chissà cosa succederà nella città natale dei nostri adorati pesciolini. Piccola postilla; nonostante io non ami paricolarmente il personaggio di Sou (nell'anime), l'amicizia tra i due mi piace molto quindi spero di averla resa nel modo giusto, esattamente come il rapporto tra Gou e Rin.
So che Haru sta facendo soffrire un pò tutti, ma non arrabbiatevi troppo ;)
Detto questo grazie a tutte le persone che leggono, non voglio sembrare assillante ma io continuo a ripetere che mi farebbe piacere avere un vosto feedback, perchè questo può solo aiutarmi a crescere, che sia negativo o positivo.
Ci vediamo fra due settimane (spero).
Baci baci
KIssthenight
 

   
 
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