Crossover
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Autore: DanieldervUniverse    13/03/2017    0 recensioni
Due dei, due schieramenti. Due fila di guerrieri leggendari costrette ad affrontarsi in un duello mortale per cancellare l'esistenza dell'altra. Caos ed Armonia, male e bene, ombra e luce.
Dieci eroi, uniti da un sottile filo di memoria l'uno dell'altro, e un'alleanza dettata dal caso: il cavaliere, l'alieno, il pirata, il ninja, lo shinigami, il mago, il boss, la mezzosangue, la presidentessa e la vagabonda, affronteranno i dieci generali di Ade per ostacolare l'avvento delle tenebre, sperando nel successo della loro missione.
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta, Spoiler!
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A\N: Era da tempo che non mi facevo sentire.

DII\N: Che non ci facevamo sentire, vorrai dire.

A\N: Si anche… Comunque, ulteriori informazioni a fine capitolo.


Lì fissò tutti, dal primo all'ultimo.

Freezer: il pazzo, il condottiero sconfitto, la cui frustrazione l'aveva reso un elemento imprevedibile e con un guinzaglio troppo stretto perché fosse utile alla sua causa.

Sasuke Uchiha: il cane fedele, sempre ubbidiente dietro al suo padrone come un ombra, troppo sciolto.

Kumagawa Misogi: il Jolly, il clown, la carta nascosta nel mazzo.

Enma Kozato: una mente vuota, annientata, priva di volontà e di ambizioni, lasciata a vivere sul baratro della non-esistenza.

Priscilla: le due facce della medaglia, la bambina innocente e indifesa che nascondeva il demone più potente e sanguinario conosciuto.

Edward D Teach, o Barba Nera , come preferisce farsi chiamare: un bruto ignorante e presuntuoso, fin troppo facile da manipolare.

Zeref Dragneel: l'ombra, nient'altro che una faccia e un volto, più misterioso delle sue intenzioni.

Satsuki Kuririn: la traditrice, colei che aveva accettato la chiamata dell'oscurità per amore di una sorella.

E poi lui: il pastore tra le pecore, il re tra gli uomini, Saga dei Gemelli, un semidio in carne ed ossa.

Ma tutti loro erano ignari di chi fosse lui: Aizen Sosuke, colui che avrebbe aperto la via dei cieli e preso posto sul trono degli dei, ancora macchiato del loro sangue.


-Dato che siete tutti qui non ho intenzione di sprecare altro tempo in convenevoli, chiaro?- disse ad alta voce il gigante dai capelli blu, abbassando lo sguardo su Freezer -Aizen?

Satsuki portò lo sguardo verso il misterioso uomo con la tunica bianca e dai fluenti capelli castani: non si era mosso di un millimetro, era rimasto in quella posizione, con un braccio sulla spalla di Enma e uno su quella di Priscilla, a simboleggiare la sua presa di posizione.

L'individuo fece un viscido sorriso.

-Come desideri, Saga- rispose, cordiale.

A quel punto il cavaliere d'oro fece segno ai generali di seguirlo.

In silenzio.

Satsuki si avvicinò immediatamente a Kumagawa, cercando di tenersi lontana il più possibile dagli altri, specialmente da Sasuke.

La inquietava non poter sapere se quel ragazzo enigmatico fosse a conoscenza del suo tradimento: se l'avesse smascherata davanti a tutti rischiava che la linciassero.

La comitiva era una delle più strane e variegate che le era capitato di vedere, ma tutti sfilavano ubbidientemente come ordinato: nessuno osava sfidare apertamente la volontà di Saga.

Infine superarono quelle rovine di pietra e polvere, entrando un'immensa camera lugubre e decorata con motivi scuri.

Le pareti scolpite raffiguravano immensi leoni rampanti con ali, che, nella fioca luce che dimorava in quell'ambiente, sembravano quasi protendersi su di loro; al centro della sala vi era un sfera, di luce opaca e mutevole.

Satsuki c'era già stata, inevitabilmente, ogni volta che tutto questo iniziava: il muro del Pianto, la zona più remota del palazzo di Ade.

Ad un cenno di Saga la sfera brillò, per poi sollevarsi in aria e riempire la stanza di luce; quando raggiunse l'altezza giusta, il Saint fece un altro gesto, proiettando attorno a loro delle immagini, raffiguranti i dieci guerrieri di Atena.

Tutti, da primo all'ultimo.

-È iniziato- disse ad alta voce il cavaliere d’oro -I guerrieri di Atena si sono risvegliati e la battaglia infurierà.

-Bene allora! Finalmente potremo chiudere questa storia!- esclamò Barba Nera, per poi mettersi a ridere sguaiatamente.

Satsuki spostò a malapena lo sguardo nella sua direzione, infastidita.

-Ora basta- lo interruppe Sasuke ad alta voce, con sommo sollievo della ragazza

-Grazie- continuò Saga, marcando la parola, bloccando sul nascere le proteste del pirata, e riportando l’attenzione di tutti su di sé.

-E così, possiamo sapere dove sono e quando grazie a questa sfera?- intervenne Aizen.

-No- gli rispose il Saint, prima di compiere altro gesto, che interruppe la proiezione delle immagini mentre la sfera tornava al suo posto -Solo un dio sarebbe capace di usarla con tale efficienza. E dato che il corpo e lo spirito di Ade devono restare al sicuro nell’Elisio, non si scomoderà per aiutarci in questa battaglia.

-A chi serve un dio!?- esclamò Freezer, scagliando una sfera di energia contro una parete, probabilmente distruggendola -Io posso annientarli tutti anche da solo.

-Eppure in passato sei sempre stato sconfitto- mormorò Zeref, ma comunque con un tono abbastanza alto da farsi sentire da tutti.

-Come hai...?!

-Basta!- Saga troncò la discussione con voce decisa -Il prossimo di voi che si azzarderà ad alzare la mano su un suo compagno dovrà vedersela con me.

La minaccia era tutt'altro che implicita.

Satsuki non diede segni di turbamento, ma l’ondata di ostilità reciproca dei generali la stava lentamente stressando.

-Bene allora, comandate- iniziò Aizen, mellifluo -Qualsiasi affronto alla tua autorità sarà punito severamente, vero?

Inconsciamente la ragazza deglutì, osservando i movimenti delle labbra del castano.

-Se è così, credo le interesserà sapere che tra di noi si nasconde un traditore.

Le mancò il fiato, e un brivido le attraversò la spina dorsale.

-[Oh-oh, sembra che i tuoi piani siano andati ad infrangersi]- le sussurrò Kumagawa all'orecchio.

Era vero: se si fosse rivelata per prima avrebbe potuto evitare la furia di Saga, ma a quel punto agli occhi di tutti si sarebbe rivelata una traditrice, mentre, se fosse rimasta in silenzio, sarebbe stata giustiziata sul posto.


-Wow, non finivano più- disse Goku, affaticato -Tu stai bene, Ryuko?

Lei si volse verso di lui, la mezza forbice ancora stretta in pugno, in posa d’attacco.

Il compagno era alle sue spalle, seduto su una roccia, e stava tergendosi la fronte con una mano, affaticato dalla lunga battaglia.

Ryuko non avrebbe voluto abbassare la guardia, ma Senketsu, la sua “divisa” senziente, la invitò a rilassarsi.

Non ci sono più nemici, meglio non sprecare le forze adesso”.

-Come ti pare- sussurrò la ragazza, per non farsi sentire dall’altro guerriero.

Non era esattamente normale parlare da sola ad alta voce, dato che solo lei poteva sentire Senketsu.

Ricordava che una persona avesse addirittura sospettato che lei avesse una qualche passione amorosa per il proprio abito, sentendola che discorreva ad alta voce rivolta ad esso.

La versione battagliera e lasciva della “divisa” si dissolse in uno scintillio di luci rosse, riassumendo l’aspetto di una normale divisa scolastica rossa e nera, ma con due inquietanti occhi (di cui uno sembrava coperto da una benda nera con una croce sopra) sul petto, sotto al ripiegamento del colletto.

Lei scosse i capelli, con la tipica ciocca rosso vivo che le ricadeva sul volto, e si appoggiò la lama a mezza forbice sulle spalle.

-Ehi, non dirmi che sei già stanco- disse, rivolta a Goku, sorridendo sicura di sé -Potrei andare avanti anche tutto il giorno così.

-Mhhh, anche io potrei- rifletté lui, passandosi una mano dietro la testa -Purché possa fare una pausa pranzo.

A Ryuko sfuggì una risata serena, a cui si unì anche il compagno.

Dopo un po’ smisero, e lei assicurò l’arma alla schiena, mentre l’altro guerriero emetteva un verso soddisfatto.

-Bene allora. Rimettiamoci in viaggio- disse quello, alzandosi.

-Per dove?- chiese Ryuko, sollevando il sopracciglio.

-Eh? Oh giusto, tu non c’eri. Ho incontrato Seiya prima che ci attaccassero, e lui era deciso a raggiungere Atena prima di andare a cercare gli altri.

-Ah. E poi dov’è finito?- chiese lei, ricordandosi l’eccedente passione del ragazzo per la dea.

-Lui… ah! L’ho lanciato via per farlo arrivare sano e salvo! E Naruto! RAGAZZI, DOVE SIETE!?- si mise a gridare, sconvolto.

Ma a parte il rimbombo della sua voce, non pervenne risposta.

Forse l’avete travolto mentre stavate combattendo”.

-Non pensarlo nemmeno!- sussurrò lei, rabbiosa.

-Oh no- disse Goku, visibilmente turbato -Adesso come faccio a trovarli? Non riesco a percepire l’energia di nessuno.

Si lasciò andare ad un’esalazione rassegnata, abbassando le spalle.

-Beh, non ti ricordi da che parte l’hai lanciato?- suggerì Ryuko, dicendo la prima cosa che le passava per la testa.

-Ah giusto!- esclamò lui, rincuorato, e alzò il dito per indicare.

-L’ho lanciato… ehm…-

La ragazza rimase a fissarlo mentre spostava la mano da una parte all’altra, confuso.

-Uff- esalò lei -Domanda stupida: non è rimasto nulla in piedi.

In effetti il campo di battaglia era ridotto in macerie: dove prima c’erano terreni frastagliati con cime appuntite e strani avvitamenti del terreno, ora restava solo una distesa arida ripiena di rocce sgretolate e solchi larghi e profondi causati dalle esplosioni di energia.

-Eh eh eh- ridacchiò Goku, imbarazzato.

-Ah, che sarà mai- replicò Ryuko, dandogli una pacca sulla spalla -Prima o poi li troveremo. Me li ricordo Naruto e Seiya, sono sicura che stanno entrambi bene.

-Giusto. Non ce li vedo a farsi sconfiggere da quei mostri di cristallo, sono troppo forti.

-Esatto! Adesso però dovranno pensare a se stessi. Noi andiamo per la nostra strada- continuò lei, iniziando a camminare -Vieni, andiamo da questa parte.

-Perché di là Ryuko-chan?

-Perché credo di aver visto una foresta da questa parte, mentre combattevamo. Avremo più chance di incontrare qualcuno lì in mezzo che in questa landa desolata, no?- rispose, girandosi di nuovo verso di lui.

-Ah, ecco. Ora capisco- rispose Goku, prima di alzarsi leggermente in aria -Bene allora, voliamo fino a lì e proviamo a trovare gli altri in fretta.

Lei si arrestò incerta.

-Magari un’altra volta, adesso non posso- rispose, sinceramente.

Senza Senketsu non poteva volare, probabilmente Goku aveva frainteso, ma comunque la sua indole orgogliosa non glielo avrebbe fatto ammettere.

Non ha torto Ryuko” osservò l’abito senziente.

-Sì, ma comunque…- mugugnò lei.

-Perché non puoi volare?- chiese Goku, scendendo di nuovo a terra.

-Posso farlo solo con l’aiuto di Senketsu qui- si arrese, tirando un bordo della camicetta -È un Kamui, non abito composto interamente di Life-Fibers: quando beve il mio sangue, diventa più duro dell’acciaio, e può assumere diverse forme, tra cui quella che mi permette di volare.

-Quindi non puoi volare- rispose semplicemente Goku, spiazzandola.

-Ho detto che posso volare- replicò, un poco irritata -Ma non così facilmente come fai tu.

-Andiamo, non c’è niente di male a non saper volare- continuò lui, facendola innervosire ancora di più.

Ryuko, lascia perdere”.

-Stanne fuori Senketsu- ringhiò lei, ma venne interrotta quando Goku la sollevò in braccio.

-Non pesi quasi niente. Sarà un viaggio breve- commentò lui, spiccando il volo senza neanche darle il tempo di replicare.

-Tieniti forte, andremo veloci!- esclamò.

-GOKUUUUUUUUHHHH!!!


Medaka si tagliò i lunghi capelli, che le erano ricresciuti con la trasformazione durante la battaglia, e si mise a raccogliere quelli che le rimanevano in un ciuffo sul lato della testa.

Era stata uno scontro lungo e fastidioso: quelle copie mal riuscite non erano abbastanza forti da risultare una minaccia singolarmente, ma ce n’erano così tante che erano riuscite a dimostrarsi una bella gatta da pelare.

-Grazie dell’aiuto- le disse Naruto, arrivandole alle spalle.

Lei si girò, notando il suo sguardo vivido e il volto arrossato.

-Prego, è sempre un piacere aiutare gli altri- rispose, sincera, lasciando cadere la massa di capelli a terra.

-Sì sì, vedo- le fece eco il biondo, con le pupille che spostavano continuamente lo sguardo dal suo volto al suo petto.

-Vedi qualcosa che ti interessa?- domandò Medaka, posando le proprie mani sui fianchi.

-Eh?- fece il biondo, dopo qualche istante, come se fosse caduto dalle nuvole.

-Se vuoi guardare così tanto basta chiederlo- continuò, indovinando cosa aveva di così interessante da attirare il ragazzo.

Dalle narici di Naruto venne giù una cascata di sangue, mentre la sua faccia arrossiva violentemente.

-D-d-d-d-d-d-d-davvero!?- biascicò, balbettando a raffica -P-p-p-p-p-p-posso davvero?!

-Certo, non mi dà fastidio- rispose, onestamente.

Non aveva un’indole modesta e introversa: anzi, le piaceva farsi vedere, nessun rimpianto, specie se poteva fare un favore a qualcuno.

-Aaaaahhhh- sussurrò Naruto, in estasi, mentre la palpava -Medaka-chaaan...

-Ho detto “guardare”, non “toccare”- replicò lei, con tono melodico ma comunque d’avvertimento.

-Sei più soffice di Hinata…

-Chi è Hinata?

Naruto si fermò di scatto, e si allontanò da lei altrettanto bruscamente, mentre una luce malinconica attraversava i suoi occhi.

-Scusa, non avrei dovuto- disse, visibilmente amareggiato.

Medaka rimase ferma, studiando la sua insolita reazione: occhi abbassati, in segno di vergogna; mascella irrigidita; braccia strette al petto…

-È la tua ragazza?

Lui arrossì lievemente, e cercò di voltarsi dall’altra parte per nascondere il proprio imbarazzo.

-P-più o meno. Non me lo ricordo- ammise -Ma pensare a lei fa uno strano effetto.

Medaka si ritrovò a pensare ad un ragazzo, biondo come Naruto ma con i capelli più composti, per quanto comunque ridotti ad un cespuglio incolto; ricordava che le sorrideva incoraggiante…

-Bene allora!- esclamò, travolta da una nuova energia positiva -Non abbiamo altro tempo da perdere! Se vogliamo incontrare di nuovo Hinata o gli altri, non ci possiamo arrendere finché non sarà finita!

-Eh?- fece il ragazzo, confuso e sorpreso, ma lei non se ne curò.

-Naruto- disse, prendendogli le mani -Insieme riusciremo ad andarcene da qui, e se ci aiuteremo a vicenda ritroveremo Hinata e tutti gli altri che ci aspettano alle rispettive case. Te lo prometto.

Lui rimase a guardarla, sorpreso e scioccato, ma poi si riprese, sorridendo con determinazione.

-Anche io te lo prometto. Ora andiamo a cercare gli altri: se ci aiutano anche loro ce ne andremo via tutti- le rispose.

-Allora è deciso!


Sasuke fece scivolare lo sguardo sulla larga strada, tra quegli edifici squadrati e disposti con una logica geometrica, molto più precisa rispetto a Konoha o ad altri villaggi ninja.

Ricordava che si chiamava Karakura Town: è da lì che proveniva Ichigo Kurosaki, la nemesi di Aizen.

Non gli piaceva quel territorio: era troppo facile nascondersi o tendere agguati, specie quando era così deserto.

Dedusse che doveva essere un città costruita per essere piena di persone, un centro in continuo fermento, travolto dal caos, ma con un’edilizia precisa e ordinata per supplire a quella confusione.

Come si poteva pretendere di sentirsi sicuri in mezzo a tutta quella massa potenziale di persone…?

-Ehi, Sasuke-kun.

Il ninja scagliò all’istante una serie di shuriken-bomba verso la voce, abbattendo una specie di clinica privata, e facendo quindi franare l’intero edifico con uno schianto.

In quel caos, balzò immediatamente dentro la costruzione all’altro lato della strada, e creò un clone ombra, che entrò in quella affianco come diversivo.

Il silenziò tornò dopo pochi secondi, mentre il battito del cuore del moro si manteneva freddo e costante.

L’ambiente all’interno era arredato in modo semplice, e lui si mosse nel più totale silenzio tra i mobili e le ombre, tenendosi in costante movimento.

Nel giro di un minuto aveva controllato tutto lo stabile, e non aveva trovato segni di presenza, umana o di altre specie.

Ma in quel momento i suoi sensi colsero qualcosa nell’edificio affianco, e attivò lo Sharingan per cogliere quello che accadeva.

Non ci volle molto per constatare che il suo clone era sotto attacco, nonostante non potesse utilizzare il Rinnegan negli occhi del suo clone per determinare l’identità dell’attaccante.

Spostandosi alla velocità del suono, il ragazzo salì sul tetto della casa, percependo che lo scontro era ancora in corso, e colpì nuovamente con una violenta palla di fuoco l’edifico in cui si trovava il suo clone, demolendolo.

Quindi balzò in mezzo alle macerie, estraendo rapidamente la spada e preparandosi a scagliare una seconda palla di fuoco, ma con sua sorpresa la figura che si sollevò dalla polvere non era nemica, ma amica.

Almeno, secondo quanto deciso da Saga.

-[Insomma, credevo che saresti stato più generoso con qualcuno che si è scomodato tanto per venire a farti compagnia, Sasuke-kun. Non ti facevo così guardingo]- disse Kumagawa, con quel suo irritante sorriso stampato in faccia, assumendo la sua tipica posa con la mano destra infilata nella tasca dei pantaloni, una volta che si fu rimesso in piedi.

-Dannazione Kumagawa- replicò lui, ringhiando -Che cosa vuoi?

-[Che posso dire, mi aspettavo fossi più perspicace di così]- lo canzonò l’altro, facendolo scattare avanti: lui aveva di meglio da fare che perdere tempo con un folle a giocare agli indovinelli.

Posò la spada sul collo di Kumagawa, preparando nel contempo il Chidori con l’altra mano, portandola a pochi millimetri dal suo addome.

-Posso ucciderti in dieci modi diversi senza che tu te ne accorga- minacciò -Adesso parla, prima che quel ghigno che hai sulla faccia mi convinca ad ucciderti.

-[Vogliamo vedere chi è il più veloce?]- replicò Kumagawa, e pochi attimi dopo Sasuke sentì una strana pressione sul petto.

Abbassando gli occhi, notò due viti nelle mani dell’avversario, che premevano contro il suo busto.

Ma non desistette, e continuò a fissare Kumagawa dritto negli occhi, pronto a colpire al primo segnale di offesa.

Per chiarire all’avversario in quale guaio si era cacciato, si preparò a scagliare l’Amaterasu.

Poi l’altro sospirò, rassegnato.

-[Va bene, come vuoi tu]- si arrese, stringendo le spalle e lasciando sparire le viti -[Sono venuto qui per darti informazioni.]

-Su cosa?- replicò lui, senza ritirare le proprie armi.

-[Ma sulla tua nemesi, ovviamente]- lo sorprese Kumagawa -[So che lo stai cercando, ma so anche perché lo stai cercando…]

Il ninja lo interruppe, secco -Parla in fretta.

-[Oh, non sono io a saperlo. Ma so dov’è l’uccellino che lo sa.]

-Allora dimmi dov’è questo informatore.

-[E qui entri in gioco tu….]


A\N: Dicevo, ehm, al momento non ho proprio molto tempo per scrivere tutta questa storia, purtroppo durante l’estate non sono riuscito a scriverne granché. Gli aggiornamenti saranno molto irregolari e molto distanti gli uni dagli altri (considerate che secondo un calcolo approssimativo sarà lunga all’incirca trenta capitoli, sono a malapena al settimo)...

DII\N: Ah… cosa c’entra con quello che volevi dire?

A\N: Eh? Ah, giusto giusto. Niente, preparatevi ad un lungo periodo di tribolazione, cari lettori, perché ci vorrà tanto tempo. Alla prossima. Ciao.

DII\N: ...

  
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