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Autore: Lady Samhain    14/03/2017    1 recensioni
//Seguito di "Iniquity" ; Quarta parte della serie "La strada di casa" //
Sono passati più di due anni dall'ultima volta che Credence e Percival Graves si sono incontrati.
Entrambi sanno di avere ancora molte cose da dirsi, e mantenersi in contatto attraverso le lettere non è la stessa cosa che parlare di persona per questo Graves decide di fare una deviazione durante il suo viaggio alla ricerca degli incantesimi di protezione più antichi d'Europa, e di tornare a Londra per rivedere Credence.
Sarà l'occasione per conoscersi bene e per chiarire le troppe cose rimaste in sospeso tra di loro, ma anche un viaggio dentro sé stessi.
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Credence Barebone, Newt Scamander, Percival Graves, Porpentina 'Tina' Goldstein
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La strada di casa'
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Di solito non metto note all'inizio delle storie, ma qui sono necessarie.

Nota numero uno: questa storia tratta di omosessualità maschile, argomento di cui io in prima persona non so un benemerito accidente di nulla.

Scrivo di questo tema per puro esercizio di stie e per egoistico autocompiacimento.

Probabilmente scriverò cavolate, perciò se ci fossero all'ascolto lettori omosessuali non fatevi scrupolo a farmi notare se qualcosa supera i limiti del buonsenso e della verosimiglianza (ma fatelo anche se non siete omosessuali, per carità).

Mi scuso in anticipo per qualsiasi castroneria dovessi seminare nel corso di questi sette capitoli; scusatemi se potete, altrimenti cercate di farvi una risata.

Nota numero due: credo che sia meglio fare un breve riassunto delle parti precedenti della serie. Chi le avesse già lette o non fosse interessato può passare direttamente al capitolo.

"Se vuoi": Credence, sotto forma di obscurus, è sopravvissuto all'attacco degli Auror nelle metropolitana di New York. Newt Scamander lo mette al sicuro nella sua valigia e lo porta in Gran Bretagna, dove grazie all'aiuto di Albus Silente il ragazzo può tornare in forma umana.

"Strangers like me": Tina e Newt adottano Credence e gli insegnano a controllare la magia che c'è dentro di lui. Formano una famiglia unita, un ambiente protetto dove Credence si sente al sicuro e amato. Newt e Tina si sposano (come tutti ci aspettiamo che succeda fin dalla prima scena di "Animali Fantastici" con loro due)

"Iniquity": Original!Graves is back! Anche se è stato salvato dalla prigionia di Grindelwald, la vita di Percival Graves è rovinata. Nessuno si fiderebbe più di lui all'interno del MACUSA e la Presidente Picquery deve destituirlo da ogni incarico. Tuttavia, dietro insistenza dell'ex Direttore, la Presidente accetta di affidargli un ultimo incarico ufficiale: riportare Credence Barebone negli Stati Uniti.

La missione però prende una piega inaspettata e Graves si trova a fare i conti con la propria coscienza.

Alla fine non richiede l'estradizione di Credence.

Si ritira dalla politica e comincia a dedicare tempo a sé stesso, mantenendosi in contatto con Credence per i due anni e mezzo che seguono, il che ci porta a...


Feel the light

Capitolo 1

Londra, 26 settembre 1929


Here I go here I go
Feel better now feel better now
Here I go here I go
It's better now feel better now

(Feel the light - Jennifer Lopez)



***


Credence stava facendo del suo meglio per non fare ciò che l'istinto gli suggeriva di fare, e cioè usare un Incendio sul manoscritto che stava correggendo.

Il suo lavoro da correttore di bozze per la casa editrice Fergus & Maxienne gli piaceva di solito, ma poi capitavano giornate come quella, quando un esordiente presuntuoso o paranoico aveva incantato il manoscritto in modo che non si potessero fare modifiche.

Non riusciva a venirne a capo.

Ogni volta che tentava di aggirare l'incantesimo le pagine si contorcevano per scappargli da sotto le mani, oppure il blocco si chiudeva di scatto e cominciavava a scappare in giro per il suo minuscolo ufficio buttando giù le pile di libri e carte varie che riempivano ogni angolo.

-E va bene. Non ti tocco, contento?-

Borbottò astioso.

Avrebbe informato più tardi Mr. Fergus dell'inconveniente.

Probabilmente avrebbero dovuto pubblicare un manoscritto pieno di errori di grammatica se l'autore non si fosse deciso a togliere quella protezione, ma quello non era il suo problema al momento.

Erano le cinque meno un quarto e lui aveva una consegna da fare.


***


Londra era diversa da come Graves la ricordava.

In effetti non era colpa della città se lui conservava un ricordo negativo della sua prima visita; era colpa delle circostanze ed, in parte, sua.

Forse per quello si era lasciato convincere all'ultimo momento da un traghetto che salpava dalla costa della Normandia.

L'atmosfera che lo accolse era fuliginosa, ancora legata al clima vittoriano, e lui, che era Americano, non poteva evitare di osservare certe cose con una certa condiscendenza da turista.

In due anni aveva visto altre città europee dal fascino antiquato.

Roma, Praga, Parigi, Budapest, Oslo e Copenaghen nel nord Europa; da quelle si era lasciato conquistare, ma tra uno Statunitense e Londra la questione era molto più personale.

Non negava che la città fosse bella, ma evitava di darle da subito troppa confidenza.

La locanda che gli avevano consigliato, il Paiolo Magico, era il punto di accesso più vicino alla parte magica della città.

Il proprietario, Thomas, aveva una pancia prominente, una risata troppo forte e la ferma intenzione di matenere Thomas come nome per la sua discendenza diretta.

Graves ringraziava il cielo che la sua famiglia non avesse mai avuto quella tradizione, perché se tra tanti guai che gli erano capitati avesse dovuto anche sopportare di chiamarsi Gundolphus, non era sicuro che ce l'avrebbe fatta.

Una volta che si fu sistemato in camera si concesse due ore di riposo, ma già alle cinque del pomeriggio era di nuovo in piedi.

Aveva un indirizzo preciso di Diagon Alley, e distava poco più di un chilometro da dove era lui in quel momento.

Avrebbe potuto mandare un messaggio, ma perché perdere tempo a scrivere una lettera e cercare un gufo quando poteva arrivarci in una passeggiata?

Si cambiò, copiò l'indirizzo su una pergamena da tenere in tasca, e fece tutti gli incantesimi da ex Auror che conosceva per mettere sotto protezione le sue cose.

Quando uscì in strada c'era un'aria umida che prometteva pioggia per la nottata.

Settembre era quasi alla fine e lui sapeva che non avrebbe dovuto pretendere troppo dal clima inglese.

Avrebbe potuto aspettare la bella stagione per tornare a Londra, ma nel suo lavoro aveva visto cose ben peggiori di un clima uggioso.

Se gli inglesi volevano spaventarlo avrebbero dovuto fare qualcosa di meglio.

***

-E cinquanta. Questa è l'ultima partita, signor Averny-

-Benissimo, Credence. Ti ringrazio per avermi aiutato a sistemare tutte le copie. "Incatesimi di protezione"... questi piccoli manuali sono molto utili. Ci trovi dentro come difenderti da tutto. Malocchio, fatture, anche gli incantsimi di protezione per la casa e durante i duelli. Certo che l'autore deve proprio sapere il fatto suo-

Credence fissò la pila ordinata di copie.

Sì, chi aveva scritto quei libri doveva avere una vasta esperienza.

Ed aveva un modo di scrivere che sembrava impartire ordini più che dare consigli.

Aveva qualcosa di militare, come una persona che lui aveva conosciuto tempo prima.

-Sono d'accordo, signor Averny. Adesso devo andare. Ho ancora qualche bozza da correggere-

-Certo, ragazzo, certo. Torna pure quando vuoi-

Credence uscì dalla libreria per tornare alla casa editrice. O semplicemente, a casa.

Infatti da quando lavorava per Fergus aveva deciso insieme alla sua famiglia che era meglio che durante la settimana abitasse a Londra, e fortunatamente l'editore era stato disposto ad affittargli un minuscolo locale nel palazzo accanto all'ufficio.

Credence prevedeva di passare un attimo a prendere alcune bozze e portarle a casa per lavorarci con più comodo, però i suoi programmi cambiarono immediatamente quando arrivò a pochi metri dall'ingresso.

Tra la folla, la prima cosa che riconobbe fu il taglio di capelli; era più striato di grigio rispetto a come lo ricordava, ma era identico a come lui lo aveva sempre visto.

Poi il cappotto. Nero, con la fodera interna di seta bianca che si intravedeva dalle maniche.

Infine l'espressione corrucciata, indagatrice, non lasciava dubbi che davanti al suo posto di lavoro ci fosse proprio Percival Graves.

Rivederlo gli faceva una strana impressione.

Si erano lasciati quando avevano ancora tante cose in sospeso, poi durante quei due anni e mezzo si erano tenuti in contatto attreverso le lettere almeno una volta ogni paio di mesi, ma Credence non avrebbe mai immaginato che Graves avrebbe speso parte del suo tempo per rivederlo di persona.

In effetti forse voleva qualcosa di specifico dala casa editrice e non era affatto tornato a Londra per lui.

-Sta cercando qualcuno, signor Graves?-

Nonostante lo avesse sorpreso alle spalle l'ex Auror non aveva avuto nessuna reazione esagerata.

Se lo avessero fatto a Credence avrebbe fatto un salto di tre metri.

Si girò verso di lui e Credence scoprì che aveva dimenticato com'era guardarlo negli occhi.

-Cercavo te. Lavori qui, non è vero?-

-Sì, esatto. Come posso aiutarla?-

-Nulla di particolare. Ho pensato di passare a controllare cosa facevi. Se vuoi, quando hai finito il tuo orario di lavoro, possiamo andare a bere qualcosa insieme. Credo che abbiamo molto di cui parlare-

Allora era davvero tornato per lui! L'idea lo fece sorridere.

Sentì una bolla calda di emozione gonfiarsi nel suo petto e come ogni volta che gli succedeva cercò un contatto umano.

Senza pensarci troppo si avvicinò a Graves e lo strinse in un abbraccio.

Sentì distintamente il piccolo sussulto di sorpresa dell'uomo e solo allora si rese conto che probabilmente aveva esagerato.

Si allontanò in fretta ed imbarazzato, ma Graves non sembrava poi così tanto dispiaciuto.

Continuava a tenergli una mano sulla spalla e Credence si chiese se lo avesse respinto perché erano sulla pubblica piazza oppure per rifiuto del contatto fisico in sé.

-Ah, Barebone... sempre eccessivamente emotivo-

Però non sembrava esattamente un rimprovero.

-E lei non ha ancora segiuto il mio consiglio di lasciarsi andare di più-

-Hai sviluppato una vena polemica che non mi aspettavo. Sì, sono più convinto che mai che sarà un bene fare una chiacchierata. Quando ci vediamo?-

-Anche subito. Tempo di prendere del materiale in ufficio e poi possiamo andare al Caudron-

Credence gli propose di accompagnarlo dentro ma Graves preferì aspettare in strada.

Non era sorprendente. In fondo Graves era un uomo estremamente riservato e non riusciva a concepire tutta quella confidenza.

Credence si trovò a sorridere.

Lui aveva capito dalle lettere che Graves era molto di più di ciò che mostrava.

Nello scritto era preciso, ordinato, impeccabile nella forma e nella calligrafia, ma negli anni le sue lettere erano diventate meno formali.

Solo una volta Graves aveva preso l'iniziativa di scrivergli, per il resto era sempre stato lui, ma a Credence andava bene così.

Era esattamente come l'altro Percival, il cucciolo di viverna.

Gli ci sarebbe voluto molto tempo per conquistare la sua fiducia, ma adesso che potevano vedersi di persona forse le cose sarebbero state più semplici.

***

Due ore dopo erano ancora seduti ai tavoli del pub e la chiacchierata era diventata più lunga di quanto Graves avesse previsto.

Credence non era più nemmeno il ricordo del ragazzino spaventato che compariva nelle memorie estratte da Porpentina Goldstein a proposito di New York.

Adesso era una persona aperta, che sembrava aspettare solo una scusa per sorridere.

Era un'intelligenza vivace e piena di interessi.

Interessi che erano molto diversi da quelli di Graves, ma di cui parlava con tanto entusiasmo che l'ex Auror si era appassionato.

Gli piaceva confrontare la storia magica con quella babbana, in particolare il periodo medievale in cui la magia aveva avuto il suo maggior sviluppo.

E poi aveva una passione per le teorie di un neurologo austriaco che riteneva che certe disposizioni della mente potessero dare origine a malattie fisiche.

Questa teoria sembrava a Graves ancora più improbabile di un mago che teneva un allevamento di animali in una valigia, eppure Credence ne parlava con tanto entusiasmo che non ebbe il coraggio di dirglielo.

Era giovane e poteva sognare tutto quello che voleva.

Credence raccontò di Newton Scamander e del suo progetto di aprire un posto in cui si curassero le creature magiche.

Una versione ordinata e legale della sua valigia insomma, magari in un negozio in cui i clienti avrebbero potuto entrare attraverso una porta normale e dove non avrebbero rischiato di essere concupiti da femmine di erumpent.

-Non mi permetterai mai di dimenticarlo, non è vero?-

-Mai- confermò Credence con l'ennesimo sorriso.

Contrariamente alla maggior parte del mondo magico, Credence non era riuscito ad interessarsi al quidditch.

Graves non capiva come fosse possibile. Lui era sempre stato un appassionato di gioco, soprattutto della parte tattica, e benché il quidditch negli Stati Uniti fosse leggermente diverso da quello britannico, Graves non capiva come Credence potesse trovarlo "privo di senso".

Graves gli raccontò episodi dei due anni in cui lui era stato nella squadra di quidditch di Ilvermorny, ma non ottenne nulla oltre a fare ridere Credence a proposito degli spogliatoi della squadra avversaria sabotati da nuvole di glitter rosa.

Parlando di scuola arrivarono a parlare del giorno del diploma.

Graves aveva nel portafogli la foto che Credence gli aveva mandato.

C'erano anche altre foto, ma quelle stavano insieme alle lettere, mentre la foto del diploma, con Credence che stringeva la sua pergamena, sorrideva ed aveva due scorpioni gemelli appuntati sul colletto bianco, era sempre con lui.

-Perché la conserva così?-

Graves dovette pensarci su. Non si era mai soffermato a cercare una spiegazione, semplicemente gli sembrava giusto così.

-Suppongo che sia per vanità. Questa foto mi rende orgoglioso- tentò di nascondersi.

Credence doveva averlo capito, lo capiva da come gli sorrideva, però non fece altri commenti.

Quel ragazzo riusciva inspiegabilmente a trovare cose che lo mettevano a disagio e a sistemarle subito dopo.

Era una persona singolare.

-E lei invece? Le va di raccontarmi cosa ha fatto nel frattempo?-

Erano ancora le sette. Graves avrebbe potuto trovare la scusa del ritardo o di qualunque altra cosa, e invece finì per invitarlo a restare a cenare insieme a lui.

Lui odiava dividere il momento dei pasti, e difatti quando lavorava al MACUSA svicolava ogni volta che poteva da cene ufficiali ed inviti simili, ma quella volta era diverso.

Non avrebbe potuto immaginare niente di più lontano da una minaccia di Credence Barebone, e per la prima volta nella sua vita aveva voglia di raccontare qualcosa di sé.

Ordinarono la cena nello stesso pub e passarono altre ore a parlare.

Graves non ricordava più quanto tempo era passato da quando aveva parlato in quel modo con qualcuno, e Credence lo incoraggiava a continuare con il suo interesse.

Se fino a poco prima il ragazzo era stato un fiume in piena quando raccontava di sé, adesso era ugualmente disposto a dargli tutta la sua attenzione.

Graves gli raccontò di viaggi, di cosa aveva studiato, di incantesimi di protezione che aveva riscoperto.

Messo a suo agio dal silenzio attento di Credence, ammise persino che forse gli Stati Uniti avrebbero dovuto guardare più spesso alle loro radici europee.

In fondo c'erano immigrati da tutto il mondo: Italia, Spagna, Irlanda, est Europa... perché non riscoprire l'identità di ogni singola etnia?

-Quindi i libri li ha scritti davvero lei?-

Graves fu colto di sorpresa. Va bene che Credence lavorava presso una casa editrice, ma come lo aveva capito?

-Quali libri?- chiese per prendere tempo.

Per darsi un'aria noncurante rigirò un paio di volte il fondo del bicchiere di liquore che aveva ordinato a fine pasto, ma in realtà era teso per la risposta che avrebbe potuto avere.

-I volumi di "Incantasimi di protezione". Li ho letti, ed in questo momento quasi tutti li hanno. Sono davvero utili. Lei non avrebbe mai scritto qualcosa se non fosse stato certo della sua utilità, giusto? Non avrebbe mai preso in giro delle persone che cercano protezione-

Graves si mosse a disagio sulla sedia.

-Non importa. Non deve rispondermi per forza-

Era sempre stato quello l'accordo tra di loro. Credence non aveva mai preteso nulla e gli aveva dato prova più di una volta di essere degno di fiducia.

E poi lui sapeva che il ragazzo non avrebbe mai evitato una sua domanda, e questo lo fece sentire in colpa.

-Mi fido della tua discrezione, Credence. Sì: li ho scritti io, ma ti prego di non dirlo in giro. Neanche ai tuoi genitori, se puoi evitarlo. Posso contare su di te?-

-Certo, signor Graves. Non capisco la sua decisione ma la rispetto-

Graves annuì brevemente, grato di sentire quella risposta.

-Come lo hai capito?-

-In realtà l'ho capito poco fa quando l'ho vista davanti alla casa editrice. Ho messo insieme i pezzi, come si dice. Insomma... gli incantesimi sono stati raccolti in tutta Europa, e lei in questi anni ha viaggiato in Europa. E poi soprattutto lo stile di scrittura. Si capisce subito che sono scritti da qualcuno che ha esperienza diretta. Ed il tono, se posso permettermi, è... bè... diciamo che se ne aprissi uno adesso, lo leggerei immaginando la sua voce-

Graves non sapeva se doveva iniziare a preoccuparsi o meno.

Possibile che altre persone avessero notato quelle cose?

Ancora una volta ringraziò di essersi allontanato dall'America, perché se anche qualcuno dei suoi ex colleghi l'avesse riconosciuto dietro lo pseudonimo, un oceano di mezzo lo avrebbe aiutato a mantenere la sua tranquillità.

-Capisco... tu sei sempre convinto di non voler entrare nella squadra investigativa degli Auror?-

-Assoltamente convinto, signor Graves-

-Riusciresti bene, te l'ho già detto una volta. O forse no-

-No, non me l'ha detto-

-Però l'ho pensato. Piuttosto, non hai fatto nessuna prova per verificare la mia identità. Sei stato imprudente-

Credence scosse la testa.

-Invece ho verificato-

-Come?-

-Il fatto stesso che lei sia arrivato a Londra e mi abbia cercato nel posto giusto. Vede, io lo so che Grindelwald è ancora in circolazione e che se sapesse che io sono vivo potrebbe provare a convincermi a passare dalla sua parte. Una lettera smarrita o intercettata dalla persona sbagliata può essere molto pericolosa. Forse lei non ha mai controllato, ma le mie lettere erano incantate in modo da non mostrare il mittente a nessuno se non a lei, e da non poter essere aperte da nessuno se non lei-

Credence tacque un po' a disagio.

Lo spettro di Grindelwald, con i sui occhi pallidi, non era un ricordo piacevole per nessuno dei due.

-Hai usato una sorta di Traccia. Come hai fatto?-

-Ho usato le spille a forma di scorpione. Le ha indossate anche Grindelwald ma lui non ha capito cosa erano. Non gli appartenevano come appartengono a lei-

Sapeva perfettamente cosa intendesse Credence. Non bastava rubare una cosa per ottenerne il possesso.

Sembrava una cosa scontata ma non lo era affatto, e Graves era colpito dal fatto che un ragazzo così giovane l'avesse capita e saputa sfruttare.

Graves gli posò una mano sul polso.

-Credence. Hai fatto un ottimo lavoro. Sono orgoglioso di te-

Sebbene Credence avesse gli occhi bassi, il suo sorriso avrebbe potuto illuminare tutto il locale.

Improvvisamente a Graves venne un'idea. Forse una delle migliori idee che avesse mai avuto.

-Credence. Tu sai duellare, non è vero?-

-Duellare? Bé, conosco gli incantesimi di difesa-

-Ma non hai mai fatto pratica. Non ti sei mai battuto con nessuno, nemmeno per esercizio?-

-No. Non ne ho mai avuto motivo-

-Quindi non hai nessuna esperienza. Ti insegnerò io-

In tempi come quelli Credence non poteva non sapersi battere, e se lui poteva evitare al ragazzo di correre qualsiasi tipo di rischio lo avrebbe fatto.

-Oh, no, signor Graves, non posso...-

-Credi di non averne bisogno?-

-No, ne avrei bisogno, ma...-

-Allora è deciso. Io mi fermo a Londra, tu trova almeno un'ora al giorno per fare pratica-

Credence esitò ancora un po' prima di rispondere -E va bene-

Graves immaginò che si fosse arreso perché sapeva quanto lui potesse essere testardo, e provò un vago senso di colpa per essere stato così brusco.

Probabilmente lui era l'unica persona al mondo che riusciva ad essere autoritaria anche quando faceva un favore.

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Nel Cerchio della Strega


Bentornati!

Se siete arrivati a leggere fino a qui immagino che siate anche voi più o meno fissati con la coppia Gradence (O Gravebone... o come altro volete chiamarla).

Come avete già letto nell'introduzione, questa storia è il seguito di "Iniquity", nonché la quarta parte della serie "La strada di casa".

La storia precedente mi è servita per ricostruire da zero il rapporto tra Credence e Graves (non dimentichiamo che di fatto nel film loro non si sono mai conosciuti), questa invece è una storia dove il loro rapporto si evolve come rapporto di coppia.

Sinceramente quando ho iniziato la serie non avevo minimamente immaginato di inserire una storia Gradence, ma ormai mi è riuscito così bene e quindi... sorpresa!

Un ultima nota e poi la smetto di rompere i boccini: notate la colonna sonora della serie, dalle canzoni Disney al power metal a Jennifer Lopez. C'est la vie.


Lady Shamain








  
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