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Autore: There is always hope    14/03/2017    0 recensioni
La mia storia si colloca tra la fine della 3A e l'inizio della 3B di Once Upon A Time. Sappiamo che Killian è riuscito a sfuggire al sortilegio lanciato da Regina, Snow e Charming, per poi essere tornato nel nostro mondo in cerca di Emma grazie ad un fagiolo magico, datogli da Barbanera in cambio della Jolly Roger.
Ho sempre provato ad immaginare come fossero andate veramente le cose, così ho scritto questa storia.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barbanera, Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, William Spugna
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Dopo esserci accertati che l'effetto del sortilegio fosse svanito, io e la mia ciurma invertimmo la rotta della Jolly Roger per tornare al porto. 
Appena attraccati distribuì subito gli ordini ai marinai e mi diressi verso la locanda. A quanto vidi molti erano riusciti a sfuggire alla nube e chiesi subito informazioni al primo marinaio sobrio che beccai. "Ehi, amico! Sai dirmi da dove è arrivata quella nube verde?" Lui mi rispose: "Da quanto ho sentito è stata sprigionata dal castello della Regina Cattiva." 
Maledizione! Regina aveva lanciato un nuovo sortilegio? Poteva davvero essere stata così stupida? Chiesi al marinaio se sapesse qualcosa sulla famiglia di Biancaneve, se erano scampati al sortilegio, ma non mi seppe rispondere. Agitato come non mai mi diressi verso il bancone, senza nemmeno ringraziare il tale e ordinai del rum. Non so di preciso per quanto tempo rimasi nella locanda a bere, ma quando mi ridestai dai miei pensieri mi accorsi che fuori era già calata la notte. 
Maledizione! Avevo speso un pomeriggio in stupidaggini senza concludere nulla. Dovevo necessariamente trovare un modo per arrivare da Emma. Mi guardai intorno: in quella locanda nessuno poteva essermi d'aiuto, erano tutti dei marinai o dei mozzi, irrimediabilmente inutili per i miei scopi. 
"Rifletti Killian, dannazione. Deve esserci un modo per trovare una soluzione!", pensai.
 In quel momento mi venne un' illuminazione: avevo bisogno di un fagiolo magico. Sapevo perfino dove procuramene uno, ma non sarebbe stato per nulla facile. Maledizione!
Mentre mi recavo fuori dalla locanda un tizio mi venne addosso e caddi in terra. Dall'odore che emanava mi resi conto che aveva bevuto più rum di quanto il corpo umano riuscisse a reggere. 
Spinsi via la botte umana e mi alzai in piedi, esclamando: “Razza di ubriacone, guarda dove mette i piedi!”
Il tizio, con un ruggito, mi afferrò per una caviglia, visto che si trovava ancora disteso sul pavimento, e mi fece cadere sulla schiena. Visto che nemmeno io ero proprio lucido, fui accecato dalla rabbia e mi avventai contro di lui. Infilzai il bavero della sua giacca con il mio uncino, per tenerlo fermo, e iniziai a picchiarlo in viso con l'altra mano. Gli altri uomini dentro la locanda urlavano, chi incitando me a sferrare altri colpi, chi incitando il tizio, che nel frattempo tentava di liberarsi dandomi calci nel basso ventre. Ad un tratto mi sentii afferrare da dietro e trascinare via; guardai il mozzo che stavo picchiando e mi resi conto che lo avevo ridotto proprio male. Il suo viso era ricoperto di sangue e sicuramente gli avevo rotto il setto nasale, ma in quel momento me ne fregai: ero grato di poter sfogare i miei nervi su qualcuno!
Mi liberai dalla presa che mi tratteneva e corsi fuori, senza voltarmi. Ero ancora furioso e, se fossi tornato indietro, avrei sicuramente ucciso quell'essere insulso a suon di pugni.
Senza rendermi conto di quello che stavo facendo, mi sedetti su di una panchina e provai a calmarmi. Ovviamente avrei potuto lasciar correre, ma quella scazzottata mi aveva aiutato a chiarire le idee.
Dovevo andare il più presto possibile da Emma e sapevo benissimo quale fosse l'unico modo. C'era un solo uomo in tutta la Foresta Incantata che possedeva una riserva infinita di fagioli magici...  il Capitano Barbanera. Dalle cui grinfie avevo da poco strappato la mia amata Jolly Roger, dopo essere tornato da Storybrooke. Piuttosto che aiutarmi quell'essere immondo mi avrebbe buttato in pasto agli squali, facendomi camminare sulla passerella della mia stessa nave. Dannazione! Questo era un grandissimo problema, ma era anche l'unica alternativa possibile. 
Era inutile indugiare, dovevo fare ciò che andava fatto.
Mi venne in mente un'idea e se avevo ragione avrei trovato Barbanera, anzi lui avrebbe trovato me, in meno di un'ora.
Andai alla mia nave e chiamai Spugna, gli dissi ciò che avrebbe dovuto fare e lui, riluttante, annuì e si diresse al porto. Io andai alla mia cabina e aspettai.
Dopo quella che mi sembrò un eternità, ma all'incirca erano passati una trentina di minuti, sentì un urlo disumano provenire da fuori. “UNCINOOOOO! CANAGLIA CHE NON SEI ALTRO, VIENI FUORI SE HAI CORAGGIO!”
Stampandomi sul viso la mia miglior espressione da poker mi recai sul ponte. Ed eccolo lì, grande e grosso: il Capitano Barbanera. Il suo sguardo era furente, se avesse potuto avrebbe di certo mandato scintille infuocate, cosa che, per mia fortuna, non era in grado di fare. Non ancora, perlomeno.
“A cosa devo questa spiacevole intrusione, Barbanera?” domandai.
“Lo sai benissimo, razza di furfante!” rispose lui, sempre più accalorato e sputacchiando dappertutto.
“Potresti evitare di insozzare il ponte della mia nave con la tua saliva? L' ho fatto lucidare poche ore fa!” Lo ammetto, mi divertii tantissimo a provocarlo, probabilmente a causa dell'euforia che mi scorreva nelle vene, provocata dalla sbornia e dalla recente scazzottata.
Barbanera, sempre più infuriato, attraversò il ponte con pochi balzi e mi si parò davanti: accidenti, avevo dimenticato quanto fosse imponente. Per un attimo mi feci prendere dall'ansia e mi pentii della mia idea, ma poi mi tornò in mente il viso di Emma e questo mi diede forza.
“CHI SAREBBE IL VECCHIO STOCCAFISSO RAMMOLLITO, EH?” esclamò Barbanera.
Io , cercando di non far trasparire il mio nervosismo, risposi secco: “Non so davvero di cosa tu stia parlando, amico.”
“Oh si che lo sai, invece. E non chiamarmi “amico”, se no giuro che stacco la mano che ti resta e la getto in mare, agli squali! Mi è arrivata voce che tu, piccolo insignificante escremento di gabbiano, avresti detto in giro che io, il grande Barbanera, sarei diventato un vecchio stoccafisso rammollito!”
“Ma davvero?” dissi, in tono canzonatorio “ Beh, dovrai ammettere che un pochettino è vero. Se non ricordo male l'ultima volta ti ho battuto grazie all'asse della mia nave. Un tantino rammollito lo sei.”
Barbanera, se possibile, divenne ancora più furioso e, afferrandomi violentemente per la collottola, urlò: “SE NON RITIRI SUBITO QUELLO CHE HAI DETTO TI FARÒ A PEZZI, RAZZA DI IGNOBILE FURFANTE!!”
Lo guardai dritto negli occhi e ghignai: “Oh lo farei, ma tu dovresti fare una cosa per me prima.”
Barbanera mi fissò e rispose: “Tu sei pazzo, non se ne parla nemmeno. E poi sentiamo, cosa potrei mai fare io per uno stupido come te?”.
Risposi: “Barbanera, ho urgente bisogno di un fagiolo magico e so che tu ne hai a bizzeffe.”
“E io dovrei sprecare uno dei miei fagioli consegnandolo proprio a te? Sognatelo! Adesso dì le tue ultime preghiere e preparati ad una bella passeggiatina sulla passerella.” rispose Barbanera con un sorriso maligno.
Dannazione! Ero disperato. Non sapendo cos'altro fare e spinto dall'ardente desiderio di rivedere Emma, sentii me stesso pronunciare delle parole davvero, davvero orrende: “E se ti consegnassi la mia Jolly Roger?” 
Sapevo quanto Barbanera agognasse la mia nave ed ero disposto proprio a tutto pur di riuscire nel mio intento. Lasciandomi andare, Barbanera mi guardò con sospetto. “Stai parlando seriamente, Uncino? Sei così disperato da vendermi la tua stessa nave per un fagiolo magico?”
Annuii, con decisione. “Dammi un fagiolo e la nave sarà tua.” E tesi la mia mano, per sigillare il patto.
Barbanera mi scrutò, evidentemente credendomi uscito di senno. Qualcosa nel mio sguardo dovette convincerlo e, senza esitare, mi afferrò la mano: “Affare fatto, Uncino!” disse, trionfante.


   
 
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