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Autore: Robigna88    15/03/2017    0 recensioni
Allison Morgan credeva di essersi lasciata alle spalle gli Originali con i loro drammi, i loro segreti e quel sempre e per sempre in nome del quale avrebbero fatto qualunque cosa. Sono suoi amici e vuole loro bene ma ha già abbastanza problemi e nemici di cui occuparsi e non vuole avere a che fare anche con quelli dei Mikaelson. Questo fino a quando Rebekah non la chiama in cerca di un aiuto per trovare un posto sicuro per lei e la piccola Hope e orde di cacciatori sono pronti a raggiungere New Orleans in seguito a strani avvenimenti che hanno attirato la loro attenzione. Allison si sente in dovere di avvertire Klaus ed Elijah; solo avvertirli e niente di più. Una volta arrivata nella città del Quartiere Francese però, tutto cambia e lei viene risucchiata dai loro problemi, come già le era successo in passato. Decide quindi di rimanere per un po'. Nel frattempo, in Kansas, Dean e Sam Winchester, avvertito il tumulto tra i cacciatori decidono di partire per New Orleans ed indagare senza sapere però che quel caso-non caso li condurrà dritti dalla loro amica cacciatrice e dai suoi strani amici.
Genere: Drammatico, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Klaus, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
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33.

TI AMO

 

 

 

 

 

“Mi sento benissimo!” Joel si guardò intorno e fece un grosso respiro. “Non mi sentivo così bene da mesi oramai. Oh Allison” le strinse le mani e baciò il dorso di entrambe. “Ti adoro, perché non sei venuta prima?”

Lei rise in attesa che i loro caffè fossero pronti, dentro quel grandissimo aeroporto mentre aspettava di ripartire per gli Stati Uniti. Il dottor Joel Goran sembrava finalmente di nuovo se stesso; i capelli in ordine, la barba appena accennata, negli occhi quella luce che Allison non aveva visto quando era arrivata e lo aveva trovato seduto su una sedia a rotelle… rassegnato, spento.

“Non sapevo cosa fosse successo” gli disse ripensando a quel Paradiso che le era stato offerto e che aveva rifiutato. “Quando l’ho scoperto sono venuta.”

“Come l’hai scoperto, a proposito?”

“È una lunga storia” tagliò corto lei. “Che non vale la pena di essere raccontata. Ad ogni modo, la cura che ti ho offerto non può essere replicata, quindi prenditi cura di te e non fare l’eroe. Sei un dottore, fai solo quello okay?”

L’uomo annuì. “Ricevuto. Questo però ci porta alla mia prossima domanda; cosa mi hai dato esattamente?”

“Fidati, non mi crederesti se te lo dicessi.”

“Mettimi alla prova.”

Allison respirò a fondo e valutò le sue opzioni. Erano solo due in realtà: mentire o dire la verità. Sperò di essere in grado di trovarne una terza perfettamente a metà tra le due. Mentre ci pensava però decise di partire dalla seconda, era comunque certa che Joel non le avrebbe creduto. “Era sangue di vampiro” lo informò.

Lui la fissò perplesso, poi scoppiò a ridere. Esattamente come lei aveva previsto. “Sei più divertente di quanto ricordassi.”

“Non ne hai idea” lo assecondò lei con un sorriso leggermente forzato. “Era sangue comunque, misto ad alcune altre strane sostanze di cui non so molto. In una poco conosciuta tribù africana c’è la convinzione che il sangue di uno specifico insetto molto raro, se mischiato ad altri pochi ingredienti, possa guarire. Non ci credevo all’inizio ma poi ho avuto le prove che funziona e così quando ho saputo di te ho deciso che valeva la pena recuperare un po’ di questo magico siero.”

“Parli sul serio?”

Allison annuì. “Sì Joel, per quanto assurdo possa sembrare. Sul serio, cerca di non farti più saltare in aria perché quel dannato insetto è tanto raro quanto costoso. Se hai capito cosa intendo.”

“Quanto ti è costato?”

“Perché vuoi saperlo? Vorresti ridarmi i soldi?” la cacciatrice si schiarì la voce. “Senti Jo, consideralo un regalo, in fondo te lo devo dopo essere partita così di improvviso tanti anni fa proprio mentre…”

“Mentre io mi innamoravo di te ignorando che il sentimento non era reciproco?” concluse lui facendo infine un grosso respiro. “È il passato Allison e se hai fatto tutto questo perché credevi di dovermi qualcosa allora…”

“L’ho fatto perché era la cosa giusta da fare. Ecco il motivo” Allison si mise in ascolto della voce che gracchiava attraverso l’altoparlante. “È il mio volo, sarà meglio che mi avvii. Grazie per avermi accompagnata Joel, spero di rivederti presto.” Si alzò sulla punta dei piedi e gli baciò la guancia. Poi afferrò la sua valigia e si incamminò.

“Hey aspetta” le disse Joel raggiungendola. “Hai dimenticato qualcosa.”

“Cosa?”

“Questo” l’uomo la baciò, senza preavviso e senza esitazione. Lei ricambiò. “Me lo dovevi, questo sì che me lo dovevi.”

“Sei un idiota” rise lei riprendendo a camminare verso il gate.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

“Non posso partire prima di qualche ora, sono appena tornata da Toronto praticamente.” Allison fermò l’auto davanti la tenuta dei Mikaelson e la chiuse incamminandosi verso l’interno. Aveva un piano, ce lo aveva chiaro in mente: prendere la collana, dire addio, sparire per sempre dalle vite degli Originali.

O meglio, fare in modo che loro sparissero dalla sua. Sperava che Rebekah non avrebbe fatto troppe storie ma dubitava che sarebbe andata così.

“Che ci sei andata a fare a Toronto?” Sam si schiarì la voce dall’altra parte del telefono. “E dove sei ora?”

“Un vecchio amico aveva bisogno di una mano, gli ho fornito assistenza, per  così dire. Adesso sono a New Orleans, prima di partire ho dimenticato una cosa qui e sono venuta a prenderla” gli raccontò e fu allora che Elijah le si piazzò davanti, elegante e attraente come al solito.

Le sorrideva con quella smorfia maliziosa che gli piegava le labbra e che si scontrava – o incontrava, dipendeva da come si voleva guardare alla cosa – con la tenerezza nei suoi occhi. Era dannatamente affascinante, magnetico, e lei sapeva di essere nei guai.

“Allison, ci sei ancora?”

“Sì Sam, sono qui. Ma devo andare adesso, ti richiamo più tardi.”

Riattaccò e fece un grosso respiro preparandosi alla battaglia tra cuore e ragione più feroce che avrebbe mai combattuto. Per quanto la ragione le dicesse di rimanere lucida infatti, il suo cuore sembrava urlarle lasciati andare. Come con Joel sperò di trovare il giusto compromesso tra le due cose.

“Ciao” le sussurrò lui, le mani dentro le tasche, l’attesa nello sguardo. “Rebekah ha detto che saresti venuta, io non ne ero certo.”

“Rebekah si è presa la collana di mia madre, ecco perché era certa che sarei venuta, perché sa che la rivoglio, sa quanto è importante per me.”

Lui sembrò sorpreso ma scosse poco il capo e le si avvicinò di qualche passo. “Non ne sapevo nulla, ma Rebekah non è qui al momento. Mentre la aspettiamo potremmo… parlare, che ne dici?”

“Parlare…” Allison sorrise nervosamente. “Sai, io avevo molte cose da dirti, tante cose da raccontarti. Ci pensavo e ripensavo mentre ti stavo seduta accanto su quel letto, mentre ti guardavo dormire in attesa che aprissi gli occhi” gli disse. “Poi però, quando li hai aperti, la prima cosa che hai fatto è stata andartene via senza neppure salutarmi. Con Hayley…”

Elijah aprì bocca per parlare ma lei lo bloccò con una mano.

“So cosa vuoi dirmi, vuoi dirmi che lo hai fatto per me, perché non avevi il pieno controllo di te stesso e non volevi rischiare di farmi de male” continuò. “Risparmiati la favoletta, Klaus me l’ha già rifilata. Anche Rebekah se è per questo. Peccato che io non creda alle favole.”

L’Originale rimase in silenzio, la guardò andare avanti e indietro per l’atrio, inquieta, arrabbiata. Come non gli capitava di vederla spesso. La ascoltò descrivergli la sua frustrazione nello scoprire che non aveva saputo rispettarla, la sua amarezza nel rendersi conto di contare così poco per lui.

Peccato però che fosse tutto il contrario; era proprio perché ci teneva che era sparito per un po’ anche se capiva che poteva non sembrare così.

“Ho finito!” esclamò infine guardandolo. “Non ho più nulla da dire. E quando Rebekah tornerà e avrò recuperato la mia collana, me ne andrò e non tornerò più qui Elijah. Quindi se hai qualcosa da dire dilla ora. La ascolterò e poi ci saluteremo per sempre.”

“Ti amo” le disse lui. “E mi dispiace.”

Allison fu colta alla sprovvista. Piegò poco il capo e chiuse gli occhi per un istante. Le tornò in mente qualcosa che non sapeva di ricordare…

 

“Ti amo. Mi dispiace di averci messo tanto a dirlo.”

“Allison... Ti prego resta con me. Ti prego, torna da me.”

 

“È tutto quello che hai da dire?” gli domandò.

Lui annuì. “Ti amo” ripeté. “Non voglio stare senza di te.”

Lei si strofinò gli occhi con le dita e fece un grosso respiro. Si disse che era incredibile quanto magiche potessero sembrare due semplici parole se pronunciate dalla voce giusta. Per quanto provasse a negarlo per lei non c’era voce più perfetta di quella di Elijah Mikaelson.

“Se fai di nuovo una cosa del genere non te lo perdonerò Elijah” gli disse. “Se molli di nuovo la presa, giuro che me ne andrò e non mi rivedrai mai più.”

“Hai la mia parola che mai e poi mai mollerò la presa, a meno che non sia tu a volere che lo faccia.”

Allison rifletté per un attimo e lasciò che a parlare per lei fossero le farfalle nel suo stomaco. Con delicatezza gli passò le braccia intorno al collo e sentì ogni rabbia svanire quando la bocca di Elijah incontrò la sua.

 

 

   
 
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