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Autore: Kifuru    15/03/2017    0 recensioni
Salve a tutti, ho sempre pensato che la storia di questo manga fosse veramente incredibile, ma allo stesso tempo avrei voluto vedere delle maggiori considerazioni per alcuni personaggi. In particolare ho sempre apprezzato tanto Crilin e anche la sua storia con Diciotto è, a mio parere, geniale. Per questo vorrei dedicare una storia a loro. Un grazie anticipato per chi leggerà.
Genere: Azione, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: 18, Altri, Crilin | Coppie: 18/Crilin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7  La tecnica della fermezza naturale.


Per molto tempo, la paura era  rimasta una sensazione completamente sconosciuta per la cyborg Diciotto. Con la terribile trasformazione, il diabolico dottor Gero distrusse tutti i ricordi precedenti della ragazza. Per questo, dopo il suo risveglio, Diciotto era vagamente consapevole di cosa fosse realmente la paura, ma non smise mai di provare un odio profondo e sconfinato per il suo aguzzino, per sofferenze inimmaginabili, anche se non le rammentava chiaramente. Sapeva di averle provate e di aver perso la propria umanità. Quando ella si trovò di fronte ai difensori del pianeta, era pronta a combattere con freddezza e senza alcuna paura o pietà.  Non conosceva la paura non solo per la sua nuova forza smisurata di androide, che nella sua arroganza, l'aveva portava a ritenersi invincibile e invulnerabile, ma soprattutto per le esperienze terribili, che aveva già vissuto.

 Credeva fermamente di non avere più nulla da perdere e di non poter più provare nuovamente orrori così grandi.

Tuttavia, ben presto Diciotto si accorse dell'enormità del suo sbaglio, di non essere la creatura superiore, che credeva di essere. Il mostro verde, chiamato Cell, fece nuovamente conoscere alla cyborg, la terribile sensazione del terrore e dell'impotenza. Trovarsi minacciata e  braccata, da una creatura terrificante le fece comprendere l'importanza della vita e fu proprio in quei momenti così drammatici, che la ragazza giurò, dentro se stessa, che non avrebbe mai fatto provare quelle terribili sensazioni ad altre persone.

L'incontro con Crilin la spinse verso questa strada. Vedere un suo nemico, rischiare la sua vita e quella del mondo intero per salvarla, la colpì profondamente e risvegliò in lei nuovi sentimenti e per la prima volta Diciotto si sentì viva e soprattutto umana.

Inizialmente, ciò che provava per il giovane guerriero la spaventava profondamente, ma ben presto prese la decisione di  abbracciare con forza e gioia tutto quello che sentiva, iniziando a vivere realmente.

Così , la bionda iniziò a provare un altro tipo di paura, completamente nuova per lei. La paura di perdere la persona che amava con tutta se stessa.
Dopo l'inizio della sua storia con Crilin, Diciotto divenne, inevitabilmente, estremamente protettiva nei confronti del ragazzo. Ella sapeva, allo stesso tempo con orgoglio e amarezza, che il suo uomo sarebbe rimasto uno dei difensori del pianeta, consapevole, inoltre, che era proprio questo suo aspetto della sua vita, che li aveva fatti incontrare e la cyborg aveva anche ammesso, anche se non apertamente, che il suo lato gentile ed eroico fosse uno dei motivi, che l'aveva portata ad innamorasi perdutamente di lui.

La bionda contava sul fatto che, nei momenti di massimo pericolo, il suo amato avrebbe sempre avuto il supporto dei suoi compagni, ma più di ogni cosa era fermamente determinata ad intervenire  lei stessa, con tutta la sua forza di androide. Non per niente era lei ad essere la più forte tra loro due e come tale si sentiva in dovere di difendere l'uomo che amava, con tutta la sua forza.

Tuttavia, la bella cyborg non contemplò mai la possibilità di non poter intervenire, per difendere il suo uomo e fu proprio durante la mega lotteria, organizzata dalla scienziata Bulma, che Diciotto sperimentò questa terribile esperienza.

Aveva deciso di partecipare a quel gioco, per svagarsi, ma fin da quando si era separata dal compagno, quella mattina, non era riuscita a superare una sensazione perenne di malessere e di preoccupazione. Grazie al suo radar, era rimasta sempre concentrata al massimo sugli spostamenti di Crilin e ben presto, il fatto che la situazione sembrasse tranquilla, alleviò notevolmente i suoi timori.

 All'improvviso, però, l'energia spirituale del terrestre scomparve misteriosamente dal suo radar, come se essa non fosse mai esistita.

 Immediatamente, il suo respiro si fece molto più pesante e la cyborg sentì il proprio stomaco stringersi con violenza. Più cercava di calmarsi e di concentrarsi, per ritrovare la posizione del suo uomo senza successo, maggiore divenne la sua paura.

Incurante degli sguardi sconvolti dei presenti, Diciotto salì in volo, abbandonando il lussuoso giardino, nel quale si stava svolgendo la lotteria e acquisendo subito la sua massima velocità, la cyborg si diresse verso il luogo, dove per l'ultima volta aveva percepito l'energia del compagno.

< < Non è successo niente, non è successo niente, non è successo niente > > si ripeteva continuamente la ragazza, durante il volo.

Ormai la paura di Diciotto era massima, ma accanto ad essa, si alzava sempre di più una furia selvaggia, che si sarebbe scatenata contro chiunque avesse osato toccare il suo compagno



L'attacco energetico e mortale di C17 si arrestò bruscamente sulla barriera azzurra, che circondava completamente il corpo del giovane guerriero. Sbigottito, l'androide intravide lo sguardo del rivale, selvaggio e calmo al tempo stesso. La luce viva e intensa dei suoi occhi neri era ormai scomparsa. Il cyborg potè constatare come le sue pupille fossero diventate di   un bianco cadaverico.

Per alcuni secondi, C17 rimase immobile, fissando il suo avversario, ancora incapace di credere che fosse riuscito ad attivare una tecnica tanto misteriosa e potente, al punto da contrastare e arrestare persino i suoi più micidiali colpi.

All'improvviso, mentre ancora l'androide osservava lo strano fenomeno, Crilin scomparve di colpo e quando riapparve, il suo pugno colpì, con violenza, il volto dell'avversario, facendolo schiantare contro un piccolo monte, che venne completamente raso al suolo. L'androide non era riuscito nemmeno a percepire il pericolo.

Con fatica, C17 si liberò dalle macerie ed ebbe soltanto il tempo di rimettersi in piedi, prima che il piccolo uomo fu di nuovo su di lui. Questa volta, Crilin colpì il nemico allo stomaco con una gomitata micidiale, che portò immediatamente quest'ultimo a vomitare una grande quantità di sangue, ma il piccolo guerriero era ormai senza controllo. Afferrando per i lunghi capelli il cyborg, ancora inginocchiato a terra, Crilin mise a segno diverse testate, che ebbero l'effetto di aprire una brutta ferita sulla fronte dell'avversario, il quale riuscì a liberarsi dalla stretta, grazie a un pugno, che sembrò non avere avuto tanta efficacia.

Ancora una volta, il piccolo uomo non diede al nemico la possibilità di riprendersi e con destrezza eluse nuovamente la sua guardia, colpendo con un doppio calcio il mento dell'androide, il quale si trovò ancora steso sulla polvere del deserto. Tutti gli attacchi di Crilin erano accompagnati dalla strana barriera azzurra, che sembrava conferire ai colpi una potenza smisurata.

Respirando a fatica e gemendo per il dolore, C17 guardò il nemico in modo diverso, rispetto alle prime fasi dello scontro. Il suo non era più uno sguardo di scherno e superiorità, ma di rabbia e di odio profondo. Improvvisamente, il cyborg desiderava realmente uccidere il suo nemico, indipendentemente dai suoi progetti per la sorella gemella.

< < La pagherai molto cara, maledetto nanerottolo. Non avresti dovuto colpirmi in questo modo. Ti distruggerò definitivamente > > disse piano l'androide, mentre a stento riusciva a controllare la sua collera.

Senza rispondere, Crilin partì nuovamente all'attacco e questa volta trovò una forte resistenza. I due diedero vita ad uno scontro ravvicinato di una violenza incredibile. Ogni colpo era accompagnato da urla di rabbia e dolore e anche se C17 portò a segno diversi colpi, il terrestre si trovava sicuramente in una posizione di grande vantaggio, con la sua incredibile tecnica e fu proprio durante questo scambio di colpi, che l'androide comprese una verità ancora più sconvolgente: il piccolo guerriero combatteva, supportato dalla natura dell'intero pianeta.

Ben presto, divenne sempre più difficile, per l'androide, schivare i colpi dell'avversario e ogni pugno o calcio che incassava, gli provocava un dolore enorme, che, nella sua vita di androide, ben poche volte aveva provato. Sentendosi enormemente ferito anche nel proprio orgoglio, il cyborb si trovò costretto ad allontanarsi dal nemico e per diverso tempo, anche allo scopo di recuperare forza ed energia, optò per un combattimento a distanza, tramite i suoi letali raggi artificiali, di colore azzurro, che tenevano il terrestre ben lontano e incapace di riprendere lo scontro corpo a corpo.

In realtà, a parte la nuova tattica dell'avversario, Crilin era consapevole del sacrificio terribile, al quale stava sottoponendo il suo corpo. Sapeva, che i famosi effetti collaterali della tecnica si sarebbero manifestati molto presto.

< < Devo finirlo il più presto possibile, mentre sono ancora in grado di combattere > > pensò il guerriero, con crescente disperazione.

Con un nuovo sforzo sovrumano, il piccolo uomo richiamò un'altra grande quantità di energia naturale, richiamandola su entrambe le mani e come fece molte volte, durante la sua vita di combattente, assunse la posizione specifica, per scagliare uno dei suoi colpi migliori.

Con l'ausilio della natura, egli era pronto a lanciare la potente Kamehameha, sperando di concludere la lotta con quell'attacco, anche se Crilin non desiderava minimamente uccidere il fratello della sua amata, ma era consapevole che il suo attacco avrebbe potuto ferire gravemente anche un cyborg dai poteri illimitati.

L'androide era pronto a contrastare l'attacco con tutta la sua potenza, anch'egli fermamente intenzionato a concludere definitivamente il combattimento. Con un urlo di sforzo e dolore, Crilin sferrò il suo attacco, contemporaneamente al suo avversario, il quale aveva prontamente scagliato contro l'onda un raggio energetico, di enorme potenza distruttiva.

Le due onde si scontrarono violentemente, provocando, nella valle desertica circostante, forti terremoti. Entrambi i combattenti cercavano, con ogni sforzo possibile, di prevalere, ma per diversi minuti, nessuna delle due forze in gioco, ne quella artificiale, ne quella naturale, sembrò prendere il sopravvento.

Ormai il corpo di Crilin era un terribile concentrato di dolore. Il piccolo guerriero era consapevole di aver abusato eccessivamente della tecnica proibita. La fermezza naturale pretendeva un sacrificio disumano e qualsiasi normale essere umano sarebbe morto anche solo con la semplice attivazione della tecnica. La forza naturale, che entrava dentro il corpo umano, oltre a conferire poteri disumani, comprimeva e attaccava pericolosamente gli organi interni, arrivando a ferirli gravemente.

Crilin era ormai quasi distrutto dal dolore degli effetti collaterali, ma arrivato a quel punto, non poteva fermarsi. Con le ultime energie rimaste, il terrestre, concentrandosi costantemente sulla sua amata, sul suo viso, sul suo sorriso e  sulla loro vita insieme, richiamò ancora una volta la selvaggia forza della natura e tramite essa, esercitò tutta la pressione possibile contro l'onda del nemico, il quale cominciò gradualmente a perdere terreno.

< < NON AVRAI MAI MIA SORELLA. LEI E' MIA SOLTANTO > > gridò C17 con forza, cercando di mascherare una paura, che diventava sempre più forte.

Crilin non sentiva minimamente le minacce dell'avversario. Era come se la sua mente fosse altrove, insieme alla ragazza che amava. L'utilizzo della tecnica richiedeva costantemente una purezza d'animo assoluta e qualsiasi sentimento di odio impediva alla natura, di entrare in simbiosi con il corpo di un essere vivente.

 Mentre, con la sua onda energetica, si avvicinava a colpire il suo nemico, il difensore del pianeta ripensava alla sua nuova vita con Diciotto, al loro primo incontro, a come si era evoluto il loro rapporto e alla nascita del loro incredibile amore. Sapeva che Diciotto era la donna  della sua vita e fu, con questa incrollabile convinzione, che Crilin prese definitivamente il sopravvento.

Vedendo l'onda energetica del nemico avvicinarsi sempre di più, l'androide sgranò gli occhi in  un'espressione di sgomento e fu, con un'incredibile prontezza di riflessi, che egli riuscì ad attivare la sua più efficace barriera protettiva, proprio quando la Kamehameha del guerriero umano annientò completamente il suo raggio energetico. Grazie ad essa, C17 potè evitare di essere letteralmente spazzato via.

La Kamehameha colpì in pieno l'androide e la forza dell'impatto fu così devastante, da provocare un'immensa voragine. Gran parte della valle desertica era stata coinvolta nello scontro fra i due rivali, durato più di due ore e per diversi chilometri si potevano chiaramente notare le macerie dei monti distrutti, insieme a numerosi e profondi fossi.

Di colpo, l'aura azzurra sparì dal corpo del piccolo uomo. I suoi occhi tornarono normali, ma il suo viso era una maschera di dolore e fatica e infatti, dopo aver vomitato una preoccupante quantità di sangue, si inginocchiò a terra, in preda a terribili convulsioni.

Dall'altro lato, C17 era ancora all'interno della sua barriera protettiva. Essa aveva funzionato solo parzialmente e quando si dissolse, il cyborg cadde pesantemente a terra, respirando affannosamente. Oltre al dolore per le ferite, egli era incredulo per la battaglia, che aveva dovuto affrontare e per l'avversario, che l'aveva quasi piegato.

Con un'espressione di rabbia, l'androide alzò lo sguardo verso il piccolo uomo, il quale si era , nel frattempo, disteso a terra, perdendo completamente conoscenza.

< < Maledizione, chi se lo sarebbe aspettato > > disse C17, cercando con fatica di rimettersi in piedi.

A piccoli passi, egli camminò verso il corpo inerte del suo avversario.

< < Ammiro molto il tuo coraggio, piccoletto. Potevi contrastarmi solo distruggendo il tuo corpo. Devo ammettere che questa tecnica suicida stava per sconfiggermi, ma alla fine è evidente che la mia forza di androide è superiore a qualsiasi cosa > >.

< < Adesso non ti resta che morire, piccoletto. Mia sorella ti dimenticherà presto, vedrai > >.
C17 si fermò di fronte al corpo martoriato del terrestre, guardandolo con un nuovo sguardo di confusione, mista ad ammirazione. Non si aspettava tanta tenacia e soprattutto non si aspettava che l'amore di Crilin per la sorella fosse così forte e sincero.

< < In fondo mi dispiace, ma devo farlo. Mia sorella tornerà ad essere la mia più fedele compagna > > disse l'androide, soffrendo, in modo evidente, per le ferite subite.

Stava cominciando a perdere la vista e per questo si preparò a finire il suo avversario con un colpo di mano a taglio.

 Probabilmente, la fatica e il dolore ebbero un grosso peso, ma il cyborg non si accorse del calcio sovrumano, che lo centrò in pieno viso, spedendolo lontano per svariati metri. Il colpo ebbe l'effetto di danneggiare ancora di più il suo corpo, già provato oltre ogni limite.

Quando riuscì a rimettersi in piedi, vide una figura inginocchiata accanto al piccolo corpo del terrestre, ancora privo di sensi. La figura di una persona, che conosceva bene.

Diciotto non faceva altro che toccare ogni parte del suo uomo, cercando di capire quanto fosse seria la situazione. Comprese subito che il suo uomo era stato ferito gravemente e per questo sul suo viso, non potè nascondere la sua sofferenza e la sua paura.

< < Crilin > > sussurrò dolcemente la cyborg, mentre gli accarezzava dolcemente il viso, con mani fresche e vellutate.

< < Perdonami amore > > disse, mentre le lacrime cominciarono a bagnarle le splendide guance.

C17 fissava con disgusto la sorella, mentre quest'ultima teneva tra le braccia l'uomo incosciente. Poteva sentire la dolce voce della donna, che sussurrava continuamente all'uomo parole, che il cyborg non riusciva a udire chiaramente.
 
All'improvviso, però, lo sguardo della bionda si alzò in direzione del fratello, il quale rimase sconvolto di ciò che vide nei suoi occhi. La sua gemella, dopo il loro risveglio, si era manifestata al mondo come un essere glaciale, privo di emozioni, eppure, in quel momento, C17 potè constatare quanto fosse cambiata la sorella.

Dietro l'evidente preoccupazione della ragazza per le sorti del suo uomo, il cyborg dai capelli neri, vide chiaramente una furia omicida nei  bellissimi occhi di ghiaccio della sorella, così simili ai propri. L'androide era certo che quella rabbia si sarebbe presto scatenata e sapeva anche di non avere le energie per contrastarla.

< < Non dovevi farlo, C17 > > esordì Diciotto, con la voce tremante per il furore.

< < Dovresti cercare di difendere meglio chi ami, sorellina > > rispose il fratello, mostrando un piccolo sorriso di scherno, sul suo viso, completamente coperto di sangue e ferite.

< < Hai ferito il mio uomo, fratello. Non avrai mai il mio perdono > >.

< < Non credo di averlo chiesto, Diciotto. Ti avevo avvertita di stare attenta. Ora hai capito che non puoi sempre difendere i tuoi cari. Te lo ripeterò ancora una volta, Diciotto: torna ad essere ciò che sei. Piantala con quesargh... > >, ma il cyborg non potè terminare la frase, a causa del potente gancio destro della bionda, che si era mossa con estrema velocità.

Ancora una volta, C17 si trovò steso sulla polvere. Sapeva che la sua sconfitta era ormai vicina. Durante la battaglia con Crilin, aveva riportato troppi danni. Non era sicuramente nelle condizioni di poter affrontare un avversario del calibro della sorella.

< < Adesso combatterai contro di me, caro fratello e ti assicuro che non ci sarà nulla di piacevole > > disse Diciotto, con una calma glaciale.



Il confronto fra i due gemelli, ma anche tra due opposte e contrastanti visioni di vita, stava per avere inizio.
 

  
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