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Autore: Akira Yuki    15/03/2017    0 recensioni
Gilbert Beilschmidt è un famoso quanto temuto agente della Gestapo, il quale viene incaricato di condurre un'indagine su un certo Roderich Edelstein, accusato di proteggere illegalmente degli ebrei. Tuttavia gli eventi prenderanno una piega davvero inaspettata.
Gilbert x Roderich. Scene di violenza.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Austria/Roderich Edelstein, Germania/Ludwig, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Quella sera cenarono tutti e tre insieme. Di nuovo ci fu silenzio a tavola, i due fratelli non si scambiarono molte parole e Roderich non aveva molto da dire.

Quando tutti finirono di mangiare, Ludwig si alzò e sparecchiò la tavola. "Ci penso io ai piatti", disse per poi mettersi a rigovernare.

Gilbert annuì al fratello e si stiracchiò pigramente per poi alzarsi e guardare l'ora. "Mh, è ancora presto per andare a letto.." .

Roderich si alzò dalla sedia in silenzio e Gilbert lo guardò. Roderich si diresse in salotto, seguito dallo sguardo attento dell'albino. Il ragazzo si sedette sul divano.

"Ah già, io ho una cosa da fare", fece Gilbert e salì le scale andando in camera sua, chiudendo la porta.

Roderich lo guardò salire le scale e fu raggiunto in salotto da Ludwig, che si sedette su una poltrona accanto al divano sul quale era l'austriaco.

"Comunque non puoi continuare a stare qui senza fare nulla. Dopo parlerò con Gilbert e lo convincerò a riportarti a casa", disse il biondo.

Roderich si sorprese da tale frase. "Davvero? Pensate che domani potrò tornare a casa mia?".

"Beh, se riesco a convincere Gilbert si".

"Allora convincilo. A me non dà retta, forse ascolterà te..".

Il biondo scosse la testa. "Te l'ho detto, fa di testa sua.. Non ti assicuro nulla". Ludwig rimase a guardare il ragazzo.

Roderich ora sperava che il tedesco riuscisse a convincere il fratello, ma aveva anche lui paura che non ci sarebbe riuscito. "Tsk, ma chi si crede di essere? Per fare così e trattarmi in quella maniera!". Roderich stava ripensando al momento in cui Gilbert lo aveva bloccato sul tavolo e al morso che gli aveva leva dato.

Ludwig guardava il ragazzo con aria un po' arresa. Sapeva che non era facile sopportare le angherie del fratello. 

"Beh, è fatto così. Gli piace assoggettare chi è più debole..".

"Io non sono debole". Fece seccamente Roderich.

"Ah...", Ludwig lo guardò, pensando però che in confronto a lui e a suo fratello, quel ragazzo Era debole. "Fa finta non abbia detto nulla..".

Roderich lo guardò ancora un po' offeso. Ma poi si calmò e si alzò dal divano. "Beh non fa nulla", disse sistemandosi la camicia.
Roderich fece per camminare che inciampò dell'angolo del tappeto davanti a lui, finendo addosso a Ludwig. "Ah!".

"Oi!". Fece Ludwig, cercando di non farlo cadere in terra.

"Mh? Che combinate?", disse Gilbert mentre scendeva le scale per raggiungerli in salotto. Si fermò quando vide i due, nascondendo la sua sorpresa dietro una viso sereno.

Ludwig era seduto sul divano a gambe aperte, mentre Roderich era praticamente sdraiato su di lui, una mano su una spalla del biondo e l'altra sul suo ventre. Ludwing con una mano stringeva un braccio dell'austriaco, a causa di un precedente tentativo di non farlo cadere in terra.

Gilbert rimase a guardarli, in silenzio, poi finì di scendere le scale.

"Ah, scusate Ludwig", fece Roderich rialzandosi e risistemandosi.

"No.. Non fa nulla", disse il biondo, che si alzò dal divano. "Io vado a dormire, buonanotte a entrambi", dopo aver ricevuto una risposta da entrambi Ludwig se ne andò al piano di sopra, in camera sua.

Gilbert guardò il ragazzo, ora sorridendo divertito, anche se non era un sorriso che presagiva belle cose. "Vedo che ti stavi divertendo qui..".

"Stavo cadendo e sono finito addosso a lui per errore", fece Roderich leggermente irritato dal tono del prussiano.

"Già.. A proposito, in camera mia ho notato che alcuni fogli non erano come li avevo lasciati. Tu ne sai qualcosa per caso?".

Roderich sentiva lo sguardo predatore dell'albino su di sé e iniziò a sudare freddo. "No.. Non ne so nulla".

Gilbert lo guardava divertito mentre il ragazzo gli dava le spalle. "Che ne dici di aiutarmi a rimettere a posto le scartoffie in camera mia?".

Il ragazzo di girò sorpreso da tale richiesta. "Eh..? Mh.. Va bene..". Accettò, anche se sentiva che forse non era stata la migliore delle idee.

Gilbert si avviò in camera sua ed entrò, seguito da Roderich. Una volta entrambi dentro, il prussiano chiuse la porta.

Il ragazzo si avvicinò alla scrivania. "Da dove iniziamo?".

"Beh, io partirei dal dirmi cosa hai letto", disse l'albino guardando il ragazzo in modo strafottente. Era ovvio che era andato a curiosare, ma voleva sapere cosa aveva letto tra tutti quei fogli.

Roderich iniziò a sudare freddo e il trovarsi dentro la sua stanza lo faceva sentire ancora più a disagio. "Io.. Non ho letto nulla".

"Non ci credo.. Su, dimmi cosa hai letto. Quanti fogli, quali informazioni e quant'altro".

"Ti ripeto che non ne so nulla!". Fece Roderich cercando di difendersi e rimanere calmo. Tuttavia il suo cuore batteva a mille, soprattutto quando vide il prussiano avanzare verso di lui, l'austriaco fece un passo in dietro.

"Sono sempre felice di sentire queste parole.. Perché vuol dire che devo estrarre la verità con la forza". Gilbert lo guardava divertito, i suoi occhi rossi rilucevano più del solito mentre si avvicinava al ragazzo.

"Non vi avvicinate oltre!". 

Fece il ragazzo. Roderich stava iniziando ad avere paura, sapeva che in fatto di forza fisica il prussiano lo superava di molto e non voleva finire come la volta prima.

"Hai paura, Roderich?", Gilbert lo guardava con un ghigno divertito. "Su, dimmi quel che voglio sapere".

"E va bene.. Va bene, ho guardato qualche lettera, ma ne ho letta solo una.. Quella scritta a mano da un alto esponente delle ss". Roderich distolse lo sguardo.

"Mh.. ". Gilbert si avvicinò alla scrivania e prese una lettera, mostrandola al ragazzo. "Questa?".

Roderich la guardò. "Sì.. ".

"Oh..", Gilbert si rimise a leggere qualche riga della lettera. "Quindi sai cosa ho fatto..".

Roderich annuì e lo guardò con sguardo duro. "Siete solo un mostro. Prima avete ucciso quel ragazzo, poi quelle persone.. Siete spregevole!".

Gilbert posò la lettera al suo posto e tornò a guardare il ragazzo. "Persone? Erano solo animali, bestie che meritavano la morte". Il prussiano piano piano stava camminando verso il ragazzo.

Roderich fece dei passi indietro, finendo spalle al muro. "Le vite umane non contano nulla per te?".

"Non tutte. Alcune si.. Altre no", disse l'albino con tono tranquillo, arrivando davanti al ragazzo. Alzò una mano a toccargli il collo, passando le dita sopra la giugulare.

Roderich lo guardava con odio. "Non mi toccate oltre".

"Oh..", Gilbert lasciò il collo del ragazzo e passò a toccargli una ciocca di capelli. "Non posso?".

Roderich gli schiaffeggiò una mano, costringendolo a lasciarlo. "No".

Gilbert rimase a guardarlo. In silenzio quegli occhi rubino scrutavano quelli viola del ragazzo. Gilbert stava per ritoccargli i capelli che Roderich si allontanò, sfuggendo alla sua presa e andando verso il centro della stanza.

"Basta giocare. Se mi toccate ancora vi denuncerò alle autorità". Roderich era serio e deciso, ma a quella frase l'albino sembrò divertirsi ancor di più.

"Eldestein.. Io sono le autorità", rispose il prussiano.

Il ragazzo rimase qualche secondo in silenzio, riflettendo. Gilbert stava per avvicinarsi di nuovo, ma fu interrotto dal bussare alla sua porta.

"Fratello, posso scambiare due parole con te?", era Ludwig che parlava dall'altra parte della porta.

Gilbert andò ad aprire e lo guardò. "Ma certo", divertito uscì dalla camera allontanandosi col fratello.

"Perché non lo fai tornare a casa? Ormai non ti serve a molto. Dagli l'ordine di non uscire di casa, ma lascialo tornare dove abita".

Gilbert lo guardò, ora più serio. "Beh, effettivamente non è più un sospettato principale, ma potrebbe ancora tornarmi utile".

"Ti sarà utile anche se lo lasci tornare a casa", esortò il fratello.

Gilbert incrociò le braccia, "Tsk".

Roderich approfittò della distrazione dei due per uscire dalla camera e scendere al piano di sotto. Non voleva più stare con quel prussiano, non voleva più vivere sotto il suo stesso tetto. Prese una decisione avventata, ma necessaria secondo lui: uscì di casa di corsa, deciso a tornare alla propria.

I fratelli sentirono la porta principale aprirsi e chiudersi. Gilbert si precipitò a controllare che nessuno fosse entrato; non vedendo nessuno però capì che probabilmente il principino se ne era andato. Corse in camera a cercarlo, senza trovarlo.

"Merda!", Gilbert corse giù per le scale e con fretta si sistemò il cappotto addosso.

"Che succede?", fece il fratello.

"Il principino se l'è data a gambe. Vado a riprenderlo". Detto ciò Gilbert si precipitò fuori casa, cercando il ragazzo.


Roderich stava correndo tra le semi illuminate vie della città, andando nella direzione dove dove trovarsi casa sua. Benché piuttosto lontana da lì, era disposto a raggiungerla a piedi pur di non tornare dove era prima.

Dopo pochi minuti di corsa però era già stanco e fu costretto a rallentare, limitandosi a camminare. 
Doveva stare attento: il coprifuoco sarebbe arrivato presto, doveva andarsene presto.

Poco dopo le prime gocce di pioggia iniziarono a scendere. Roderich accellerò il passo, voleva evitare di bagnarsi. Tuttavia la pioggia si fece da subito più forte e fu costretto a ripararsi sotto la tettoia di un qualche negozio. Bagnato e infreddolito, si strinse tra le braccia, tremante a causa del freddo della notte.

Un uomo uscì dal negozio e lo guardò. "Va via, non voglio senza tetto davanti al mio negozio".

Roderich si sentì subito offeso per come lo aveva definito. "Non sono un senza tetto.. Sto cercando di tornare a casa ma questa pioggia è arrivata all'improvviso, stavo aspettando che rallentasse un po'..".

L'uomo stette per pochi secondi in silenzio, ma poi mosse la bocca in qualcosa che sembrava un sorriso. "Vuoi entrare a riscaldarsi?", con una mano gli indicò la porta del negozio.

"Davvero? Oh grazie..", Roderich si fece accompagnare nel negozio, che sembrava un alimentari, anche se un po' squallido per i suoi gusti, ma almeno era al caldo e all'asciutto. "Mi dispiace recarvi disturbo..".

"Oh no tranquillo.. Potete anche dormire da me, abito al piano di sopra..", fece l'uomo.

"Beh, non voglio recarvi troppo disturbo.. Spero solo che questa pioggia finisca presto".

"Mh..". L'uomo gli si avvicinò e con una mano gli alzò il mento per guardarlo meglio in viso.

"Oi..! Che fate??", fece Roderich preoccupandosi.

L'uomo guardò con attenzione il ragazzo, notando la sua bellezza particolare, i suoi occhi unici e alcuni tratti tipicamemte femminili. Sorrise con un ghigno. "Facciamo che resta qui per stasera.. E in cambio chiedo solo una cosa..".

Roderich lo guardava preoccupato, cercando di liberarsi dalla sua presa. L'uomo lo spinse contro il banco del negozio, cercando di togliergli via i vestiti. L'austriaco, spaventato, cercava di liberarsi dalla sua presa, agitandosi e cercando di combattere; tuttavia l'uomo era molto più forte. L'uomo gli tolse la giacca e la camicia, lasciandolo a petto nudo. Iniziò a toccargli il petto, fermandosi sui capezzoli, stuzzicandoli.

Roderich era in preda al panico, perché gli stava succedendo tutto ciò?
"Lasciatemi!", il ragazzo ancora cercava di controbattere, ma l'uomo lo teneva saldamente. Una delle sue ruvide mani passò nei pantaloni del ragazzo, dietro, accarezzando ciò che trovava.

"No! Smettetela! Lasciatemi!". Roderich era spaventato, tremava, i suoi occhi erano riempiti di lacrime.

"Oh no.. Nessuno tanto verrà a cercarti. Ci divertiremo un po' stasera poi sparirai per sempre.. Ahahaha!". L'uomo spinse Roderich ancora di più contro il balcone con i fianchi, divertito.

Il ragazzo in un disperato tentativo di liberarsi afferrò un vaso li vicino, colpendo l'uomo in testa con quello. L'uomo in preda al dolore lo lasciò, coprendosi il viso graffiato e dolorante. Roderich ne approfittò per correre fuori dal negozio e fuggire. Fuori ancora pioveva. Roderich cercava di essere veloce ma sentiva l'uomo che lo inseguiva.

"Bastardo.. Vieni qui! Mi divertirò a ucciderti dopo aver giocato un po'!".

Roderich camminava veloce per scappare all'uomo, girando spesso gli angoli delle piccole vie per cercare di sfuggirgli così. Tuttavia, girando l'ultimo angolo si ritrovò in una delle vie principali e dovette resistere al non cedere in terra. Non era abituato a correre o muoversi così tanto e anche a causa della paura le sue gambe sembravano cedere. Roderich respirava affannosamente cercando di riprendere fiato, mentre sperava che l'uomo non girasse quel vicolo o che qualcuno potesse correre in suo aiuto.

"Piccolo bastardo, ora ti riporto nella topaia da dove vieni". L'uomo lo aveva raggiunto e solo ora Roderich si era accorto che tra le mani aveva un coltello.

Roderich cercò di alzarsi per fuggire ma l'uomo lo colpì con un calcio allo stomaco, che costrinse il ragazzo a stare a terra rannicchiato. Con una mano lo prese per i capelli e cercò di tirarlo via.

"Che succede qui?". Gilbert si avvicinò ai due. Non indossava il capello della divisa, tuttavia faceva comunque tremare la sua figura.

L'uomo, sapendo che si trovava davanti un agente delle SS rimase immobile per un po', pensando. "Oh, solo una questione da risolvere.. Nulla di cui vi dovete preoccupare", cercò di sorridere per sembrare convincente.

Roderich guardava con occhi socchiusa per il dolore l'albino, serio e testardo, non gli avrebbe mai chiesto aiuto così esplicitamente.

"Lascia il ragazzo", fece Gilbert.

L'uomo non poté fare altro che lasciarlo. Roderich si accasciò a terra, ma piano cercò di rialzarsi.

Gilbert si avvicinò avvicino due e tirò fuori la pistola, sparando al piede dell'uomo. Roderich fu costretto a pararsi le orecchie con le mani.

"Argh!", l'uomo cadde in terra per il dolore. "Che fate?!".

"Beh, tu hai cercato di attaccarmi col coltello e io mi sono semplicemente difeso", Gilbert sorrise strafottente. Stava in un certo senso abusando della sua posizione, tuttavia nessuno avrebbe mai creduto a un uomo invece che a un lungotenente quale era Gilbert.

"Principino", ora l'attenzione dell'albino era rivolta al ragazzo, che cercava di coprirsi dal freddo e dalla pioggia con una camicia rotta. Roderich non lo degnò di uno sguardo.

Gilbert sospirò e si tolse la giacca, mettendola sul ragazzo. Lo prese tra le braccia, alzandolo senza il minimo sforzo.

"A te penserà la squadra di ricognizione che sta arrivando", Gilbert guardò con uno sguardo freddo e tagliente l'uomo ancora a terra. In seguito si avviò verso casa, portando il ragazzo, il quale se ne stese buono e calmo.


Tuttavia, Roderich sapeva che aveva fatto davvero arrabbiare il prussiano.

  
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