Anime & Manga > My HiME - My Otome
Segui la storia  |       
Autore: DezoPenguin    15/03/2017    1 recensioni
Elementary My Dear Natsuki parte quinta. Natsuki si avvicina alla verità sulla morte di sua madre, ma lo sguardo della Corte d'Ossidiana è caduto anche su di lei. Mentre Shizuru accetta di investigare sulla morte di un nobile straniero, ha il suo inizio un gioco di inganni con in palio il destino di entrambe.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Natsuki Kuga, Reito Kanzaki, Shizuru Fujino
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Elementary My Dear Natsuki'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

5

"L'Onorevole Robert Merridew," lesse Shizuru dal DeBrett's. "Terzo figlio del generale Lord Shepard Merridew, nominato Visconte di Talmadge a causa dei suoi atti di eroismo durante la guerra di Crimea—il padre, naturalmente. Ha studiato a Eton e Oxford, è stato eletto in parlamento due volte con i Tory, è direttore più o meno onorario di una mezza dozzina di compagnie."

"Anche quella di Olanda e Sumatra?" chiesi.

"Ottima domanda, ma no. Comunque, è nel consiglio di amministrazione della Compagnia Mercantile Capo Horn."

"Ed è significativo?"

"È possibile. Detenevano dei crediti nei confronti della compagnia di Olanda e Sumatra, e avevano ricevuto i profitti di diversi contratti come finanziatori esterni. Quando il crollo si è verificato, hanno ricevuto il pagamento dei loro crediti prima che i soldi potessero arrivare agli investitori, o ai creditori di minor importanza. Di certo questo fa nascere diverse domande. In particolare quando si tiene in considerazione che ci sono state pressioni sul mercato da parte della Fondazione Searrs, che hanno causato la scoperta del fatto che le finanze della Compagnia di Olanda e Sumatra erano poco più stabili di un castello di carte."

"La Fondazione Searrs? Che ruolo hanno in tutto questo?"

"Bè, John Smith era l'amministratore delegato in quel periodo, ed era un membro della Corte d'Ossidiana."

"Sul serio? Come fate a saperlo? Fino ad oggi non avevate idea che la Corte esistesse!"

Shizuru aveva risolto l'omicidio di Smith nel dicembre dell'anno precedente, sbrogliando un'intricata matassa di tradimenti famigliari. Smith era stato membro della Corte, anche se questo dettaglio era stato irrilevante per la sua morte, ma non avevo idea di come Shizuru facesse a saperlo.

"Di certo Natsuki ha fatto caso ai suoi gemelli quando abbiamo esaminato il cadavere?"

Naturalmente l'avevo notato, visto che portava gemelli identici a quelli degli uomini che avevano ucciso mia madre.

"Non particolarmente," mentii a denti stretti.

Shizuru scosse la testa con aria triste.

"Tsk, Natsuki, dovreste allenare la vostra capacità di osservazione. Anche se naturalmente allora non sapevo nulla del loro significato, ricordo che erano l'esatto opposto dello spillo mancante che apparteneva al barone Maupertuis: triangoli di ossidiana con delle sfere dorate. Molto probabilmente rappresentano un diverso grado di importanza all'interno del gruppo. Organizzazioni di tal fatta amano questo genere di simbolismo."

"Quindi state dicendo che…cosa? Che tutta la faccenda della compagnia di Olanda e Sumatra è stata una gigantesca truffa organizzata dalla Corte d'Ossidiana per prendersi il denaro degli investitori e dei soci in affari?"

"I collegamenti sono di certo suggestivi."

Sospirai.

"Un giorno, Shizuru, vi farò una domanda che richiederà un sì o un no come risposta, otterrò effettivamente un sì o un no e cadrò morta a causa dello shock."

"Non possiamo permettere che vi accada, quindi è meglio andare avanti come ora," ribattè senza perdere un colpo.

La porta si aprì, risparmiandomi lo sforzo di pensare a una battuta adatta. Fui grata per l'interruzione; non solo non vincevo mai quando discutevo con Shizuru (chi poteva?), ma provarci era estenuante.

"Buongiorno, signorine," disse la signora Hudson. L'alta scozzese dai capelli rossi fece il proprio ingresso nella stanza e posò il vassoio con il tè davanti a Shizuru, sul tavolino. Sul vassoio c'erano la teiera di terracotta e la tazza di porcellana, il che significava che era tè verde, che bevevo di malavoglia, quindi non c'era una tazza per me. Vedere qualcosa che poteva essere consumato ricordò al mio stomaco che la colazione era stata bruscamente interrotta dall'arrivo della signorina Gartner, così brontolò rumorosamente.

La signora Hudson rise.

"Mi sembra di capire che gradireste qualcosa per pranzo, Natsuki?"

Di solito ci chiamava "Miss Viola" e "Miss Kuga" davati ai nostri visitatori, quando se lo ricordava, ma il suo temperamento esuberate e gioviale era informale quasi come quello di un'americana. Né Shizuru né io ci sentivamo a nostro agio a chiamarla Moria, ma lei diceva sempre che prima o poi ci saremmo arrivate. Probabilmente aveva ragione, non era molto più vecchia di noi (non che ammettesse di avere più di diciassette anni) e questo dava alla vedova la possibilità di aggirare il nostro riserbo. Era solo il fatto che lei era la padrona di casa a noi le sue inquiline, sospettavo, che continuava a mantenere formali i rapporti tra noi.

Arrossendo fino alle orecchie, mormorai, "Potrei mangiare qualcosa."

"C’è ancora tutto l’arrosto di manzo dell’altra sera, potrei mettervelo in un paio di sandwich. Ho l'impressione che mangiare il più presto possibile sia la cosa più importante per voi, in questo momento." Si rivolse alla detective, che si stava già versando una tazza di tè.

"E voi, Shizuru?"

"Niente, grazie."

"Aspettate un minuto," intervenni. "Stavate mangiando quanto me a colazione ed avevate solo tre bocconi di vantaggio quando siamo state interrotte. Come diavolo avete fatto a passare magicamente da affamata a sazia?"

"I francesi, che voi dovreste avere in simpatia per quanto riguarda la cucina, visto che hanno inventato quella salsa che vi piace tanto, hanno l'ammirevole convinzione che i pasti vadano goduti nella loro interezza, senza dover discutere di affari importanti che potrebbero distrarre i commensali dall'apprezzare il cibo. Ed è una convinzione che approvo in pieno. Con un caso per le mani, la mia mente è così consumata dalle mie riflessioni su questo enigma, che non riesco a metterle da parte per dare al cibo l'attenzione appropriata."

"Ci crederei se mangiaste quando non avete un caso," la signora Hudson non era impressionata.

"La mia mente non smette di lavorare durante la vita quotidiana," rispose Shizuru dolcemente.

"Personalmente, spesso la mia mente si ferma quando il mio corpo mi implora di nutrirlo."

"Un disturbo comune, ma che Natsuki dovrebbe imparare a trascendere se desidera sfruttare il pieno potenziale del suo intelletto."

"Bene, Shizuru, fareste meglio a trascendere il vostro disturbo se non volete incorrere nell’ira della vostra padrona di casa," ribattè la signora Hudson, imperturbabile. "Vi porterò da mangiare e dirò ai vostri visitatori che non siete in casa finché non avrete svuotato il piatto."

"Sì, madre."

"Oh, parlando di visitatori, Natsuki, un ragazzino ha portato questo per voi mentre eravate fuori." Tirò fuori una busta dalla tasca del grembiule e me la tese. "Ed ha apprezzato il cibo che gli ho offerto, Shizuru. Dovreste imparare da lui."

Shizuru probabilmente le rispose, ma se lo fece non me ne accorsi. Ero troppo occupata ad aprire la busta, vedendo che l'indirizzo manoscritto "Natsuki Kuga—221B Baker St." era redatto con la calligrafia di Porlock. Però il messaggio era breve, conciso, e frustrante come gli scambi verbali che avevo con Shizuru:

Natsuki: questo non è il nostro solito metodo di comunicazione, ma sono certo che capirai.

LIGITKHUKXJXUEISAXXEOIPAKPZGQ

Un codice! Aveva ragione sostenendo che non era il nostro solito metodo di comunicazione, non usava mai codici. Ma comunque, se c'erano persone che fingevano di mandarmi telegrammi da parte sua per attirarmi in una trappola, aveva senso che stesse cercando di prendere delle precauzioni. Dopotutto una lettera poteva essere intercettata, e per quel che ne sapevo questa avrebbe potuto esserlo—il ragazzino era stato pagato, la busta aperta, risigillata e rimandata alla sottoscritta e nessuno ne avrebbe saputo nulla. O presa con la forza e fatta arrivare a me usando un altro ragazzino. Almeno questa volta c'era la calligrafia a dirmi che il messaggio arrivava direttamente da Porlock.

O forse era solo un ottimo falso.

Okay, questo era improbabile, perché era più difficile che mandare un telegramma e perché non avrebbero mai tentato lo stesso trucco per due giorni di fila. D'altra parte, la prima volta c'ero cascata, vero?

No, ero giunta alla conclusione che il messaggio era autentico, ma un po' di salutare sospetto poteva aiutare una donna in pericolo di vita a stare viva più a lungo. Quindi mi sarei fidata del messaggio, ma sarei rimasta all'erta.

Naturalmente, presumendo che sarei riuscita a capire cosa diavolo significava. Un messaggio in codice implicava che chi lo mandava e chi lo riceveva erano entrambi d'accordo su un certo codice da usare, e noi non lo eravamo. L'unica esperienza che avevo con i messaggi cifrati era stata la mia lettura dello "Scarabeo d'oro" di Edgard Allan Poe, e anche se Porlock sapeva quanto apprezzassi quella storia, questo non faceva di me un'esperta di codici.

Un attimo. Una lettera breve…un semplice pezzo di carta…"Questo non è il nostro solito metodo"…"Lo scarabeo d'oro". Possibile?

Mi precipitai alla scrivania e dopo aver scarabocchiato una copia del messaggio in caso di incidenti, presi un cerino e accesi la candela che usavamo per sciogliere la ceralacca. Con cautela passai il messaggio di Porlock avanti e indietro vicino alla fiamma, cercando di scaldare il foglio senza bruciarlo. Tuttavia non c'era bisogno di essere tanto cauti, visto che non apparvero scritta segrete di alcun genere. A quanto pareva, il messaggio cifrato era proprio il messaggio.

"Non potevi farmela facile, vero, Porlock?" mormorai.

Spensi la candela, tirai fuori la sedia e mi accomodai. Sarebbe stato un lavoro lungo.

L'eventualità più semplice era che Porlock mi avrebbe mandato la chiave di cifratura in un altro messaggio. Sarebbe stato stupido, naturalmente, includere entrambi nella stessa busta, tanto valeva scrivere chiaramente in inglese. Mandarli separatamente avrebbe costretto il nemico ad intercettare due messaggi, la chiave era inutile da sola e il messaggio era inutile senza la chiave. Quindi c'era la possibilità che, se me ne fossi rimasta lì ad aspettare, l'enigma si sarebbe risolto da solo.

D'altra parte, forse non era così. Il che significava che attendere non avrebbe risolto nulla. O avevo ragione, ma la chiave era stata intercettata e non poteva più arrivare. Se una di queste possibilità era reale, allora avevo ottimi motivi per tentare di decifrare il codice. Se non c'era una chiave, evidentemente Porlock si aspettava che fossi in grado di farcela.

Sospirai e presi una penna e la copia del messaggio. Meglio scarabocchiare su semplice carta e non rovinare l'originale.

Questa era proprio il tipo di cosa in cui Shizuru e io eravamo maggiormente diverse. A lei piacevano queste cose. Amava davvero mettere alla prova il suo cervello con un enigma. Non erano solo le soluzioni, le piaceva il processo necessario per arrivarci. Non ero un'idiota, ero capace di usare la logica e la ragione per risolvere gli indovinelli, ma non mi piaceva. Per questo non facevo le parole crociate, non mi sembravano divertenti e il risultato (tutte le caselle riempite. Evviva.) non valeva lo sforzo.

Quindi per me questa sarebbe stata una pena, solo che avevo un ottimo motivo per farlo.

Ragioniamo, mi dissi. La prima cosa che dovevo fare era smettere di chiamarlo "codice". Quello era un messaggio in cui parole o simboli sostituivano le parole, le frasi o le idee. Quello che avevo era una cifratura, in cui ogni lettera è sostituita, in questo caso da altre lettere. Risolverlo era reso più difficile dal fatto che Porlock non aveva messo spazi tra le parole e aveva eliminato la punteggiatura, ed entrambe le cose limitavano la mia capacità di usare le caratteristiche della lingua inglese per poter risolvere l'enigma (come il fatto che alcune parole consistevano in una singola lettera).

Questo mi riportò a Poe e allo "Scarabeo d'oro" che non solo è un'ottima storia, ma un'eccellente guida alla risoluzione dei messaggi cifrati. Cominciai a fare una lista delle lettere che apparivano con maggiore frequenza: quattro X, quattro I, tre K, e così via. Avevo appena cominciato, quando la signora Hudson entrò portando un vassoio carico. Lo posò sul tavolo, poi portò a Shizuru un piatto con una mela a pezzi, prosciutto affettato e un croissant.

"Voglio ogni singola briciola di questa roba nel vostro stomaco. Non potete combattere le ingiustizie mentre lottate contro la fame," sbuffò la signora Hudson. Shizuru, che a quanto pareva sapeva scegliere le proprie battaglie, prese una fetta di mela e cominciò a masticare.

Per me c'era il roastbeef che mi era stato promesso, servito fra due grosse fette di pane nero con pomodori, lattuga, maionese e senape, assieme ad una tazza di caffè fumante per mandarlo giù. Probabilmente cominciai a sbavare non appena lei posò il piatto sulla scrivania. Se non altro ero abbastanza distratta non notare che lei si era fermata a guardare quello che stavo facendo.

"Oh, ehi, un messaggio in codice! Per questo è così interessante avervi come inquiline. Codici, esperimenti chimici, visitatori insoliti. È quasi abbastanza divertente da farmi dimenticare le vostre abitudini più irritanti."

Rivolse un'occhiataccia a Shizuru, che da parte sua non fece una piega.

"Lo so, ma abbiamo costretto la nostra Natsuki a smettere con il suo sconveniente tabagismo, il che ha decisamente migliorato la qualità dell'atmosfera."

"Sapete, se devo essere rimproverata comunque per questa mia abitudine, tanto vale che ricominci, così almeno posso godermi il peccato oltre che prendermi la punizione."

"Forse avete ragione."

"Tornerò più tardi per i piatti," disse la signora Hudson, "e se il vostro non è vuoto, Shizuru Viola, allora quella sarà l’ultima teiera che uscirà dalla mia cucina."

"Voi due state facendo minacce estremamente convincenti questo pomeriggio," notò Shizuru.

"Solo pratica. Io avevo un marito, Natsuki ha voi."

"Ara, ara, ma io mi considero più simile ad una moglie."

"Che c'è, adesso non sono femminile?" sbottai. "Quand'è che siamo passati dalle prese in giro agli insulti?"

Shizuru cambiò espressione.

"Kannin na," disse a bassa voce. La signora Hudson rise.

"Sì, è esattamente questo che intendo." Se ne andò facendoci un cenno di saluto. Ancora seccata, tornai al mio lavoro, alternando gli appunti sul codice a grossi morsi del mio panino, finchè sul piatto non restarono che briciole, e sul foglio una lista della frequenza con cui ogni lettera compariva. Mi accorsi che aveva usato sedici lettere diverse, e pensavo che fossero un po' poche. Ma forse no – per esempio, era improbabile che lettere come la J, la Q, la X o la Z apparissero in un messaggio così breve.

La brevità del messaggio poteva essere un problema, pensai mentre mi leccavo un po' di senape via dal dito indice. Ne "Lo Scarabeo d'Oro", il personaggio di Poe aveva avuto un lungo testo su cui lavorare, il che aumentava le possibilità di risolvere una cifratura per sostituzione usando l'analisi di frequenza.

"Natsuki?"

La voce di Shizuru era sommessa, quasi esitante, e mi chiesi se temesse di avermi offesa sul serio – in effetti l'aveva fatto, ma solo un po'. Il "kannin na" di poco prima era prova che era veramente spiacente; se stava solo giocando inevitabilmente mi chiedeva scusa in inglese, ma quando voleva sinceramente il mio perdono – ammettendo di aver oltrepassato una linea – scivolava nel giapponese.

"Se state cercando di decifrare un codice, forse potrei esservi d'aiuto."

"Va tutto bene, Shizuru," dissi. "Questa è... una faccenda personale."

Mi aspettai una battuta su incontri romantici o lettere d’amore o qualcosa del genere, ma non arrivò.

"Oh, capisco."

Capendo che si stava sentendo davvero in colpa per aver spinto le sue prese in giro troppo in là, e capendo che forse ero stata troppo dura con lei a causa dei miei problemi, aggiunsi, "Ma grazie per l'offerta. La apprezzo."

Funzionò, lei mi rivolse un beve, sincero sorriso.

"Di nulla."

Prese le bacchette e cominciò a dedicare la sua attenzione al prosciutto, mentre io prendevo la penna e dedicavo la mia alla cifratura. Sfortunatamente, dopo tre quarti d'ora spesi a provare una varietà di combinazioni e possibilità, non ero più vicina alla soluzione di quando avevo cominciato e, cosa ancora peggiore, avevo finito le idee.

Il che significava che avevo una scelta.

Avrei potuto mettere da parte il messaggio, sperare che una chiave venisse consegnata in un prossimo futuro e rischiare di perdere un messaggio che il mio informatore più affidabile aveva ritenuto tanto importante da essere protetto con un codice.

O avrei potuto chiedere aiuto alla mia amica, mettere le sue superiori abilità di analisi contro quell'enigma, e rassegnarmi al fatto che avrebbe potuto gettare uno sguardo nella mia vita privata.

Mi venne un dubbio. Perché Shizuru era rimasta nelle nostre stanze, aspettando pazientemente mentre lottavo per decifrare il messaggio? Non avrebbe dovuto essere fuori a lavorare sul caso, a raccogliere informazioni su Robert Merridew? Invece era ancora là, che mi dava il tempo di sistemare i miei affari in modo che potessi essere libera di unirmi a lei.

E comunque, avevo forse scelta? Avevo bisogno di quell'informazione e Shizuru...Dio, Shizuru si era guadagnata la mia fiducia un centinaio di volte, vero?

Feci un profondo respiro. Era strano, il modo in cui dovessi radunare tutto il mio coraggio per fare una cosa così semplice.

"Shizuru, sareste disposta ad aiutarmi?"

Ci fu un lungo istante di silenzio. Perché no? Sapeva con quanta tenacia protegessi la mia privacy, e quanta fiducia stessi riponendo in lei. Naturalmente se ne sarebbe accorta.

"Ne sarei lieta," rispose, sorridendo dolcemente in un'espressione completamente diversa dalla sua solita maschera di serenità.

Poi si alzò dal divano e mi raggiunse alla scrivania, la consulente investigativa al lavoro, forse sapendo che qualsiasi discussione riguardo ciò che questo significasse per me mi avrebbe imbarazzata a non finire. Mi alzai e le cedetti il posto, poi la osservai mentre lei studiava il messaggio e gli appunti.

"Capisco," riflettè. "Bene, per ora non vedo nulla di sbagliato nel vostro lavoro. Al contrario, avete dimostrato che il signor Porlock—presumo sia un uomo, visto che è improbabile che chiamiate una donna per cognome?"

Annuii. Questo era l'esatto motivo per cui avevo paura di dare questo passo—non avrebbe visto solo il contenuto del messaggio, ma da una dozzina di piccoli dettagli sarebbe riuscita ad estrapolare informazioni che non avrei mai voluto dirle.

"Un pennino largo e inchiostro e carta economici implicherebbero una persona di basso ceto sociale, ma il signor Porlock scrive con una mano molto educata, che stona con gli altri dettagli. Aggiungendo anche il messaggio in codice, direi che si tratta di qualcuno che lavora con metodi sottili e non strettamente legali?"

"È una specie di intermediario, di tanto in tanto si occupa di procurare oggetti rari, ma di solito trova e vende informazioni," spiegai. "È l'informatore più affidabile che ho, e il migliore…anche se le sue tariffe tendono a riflettere queste sue qualità."

"Sembra una persona molto utile."

Fu in quel momento che mi accorsi del perché avesse recitato le sue deduzioni dal messaggio. Non era certo obbligata a condividerle, dopo tutto. Avrebbe potuto immagazzinarle in quella sua mente che era come una trappola d’acciaio, per poi attaccare il codice. Ma voleva che io sapessi che lei sapeva. Voleva che io fossi consapevole di quanto in profondità la lasciassi guardare nei miei segreti.

Questo mi commosse.

"In ogni caso," continuò, "il vostro lavoro dimostra che il signor Porlock non ha usato una semplice cifratura di sostituzione per criptare il messaggio. Dobbiamo cercare un codice più complesso. Ho notato che poco fa avete testato il foglio per controllare che non ci fosse una scritta con l'inchiostro invisibile, e presumibilmente avete fallito, quindi possiamo concludere che questa stringa di lettere non è un'esca, come dite voi scrittori di racconti polizieschi. Quindi è stata scritta per veicolare un messaggio. Questo ci fa sapere un dettaglio importante: lui crede che voi possiate decifrarlo. O conoscete la chiave—ed è chiaro che non avete idea di quale sia—o siete in grado di decrittarlo."

"Ho pensato che possa aver mandato la chiave separatamente."

"No, potrei accettarlo come parte di un piano fra voi due, discusso dopo aver valutato i rischi, ma non è il caso di una comunicazione che avviene una volta sola. La soluzione dev'essere qui su questo foglio. Quindi, possiamo escludere stratagemmi esotici come una scitala."

"Una cosa?"

"Uno strumento usato dagli antichi Greci. Una striscia di carta viene avvolta attorno a un bastone, il messaggio viene scritto attraverso la striscia, il che rimescola l'ordine delle lettere, trasformando il messaggio in un anagramma. Questo potrebbe essere usato in un messaggio già criptato per impedire ai crittografi di vedere parole riconoscibili. Ma non può essere applicato qui, perché dovreste avere un bastone dello stesso diametro, per rimettere le lettere nella giusta posizione. Vedete? La soluzione non puà dipendere da qualcosa che non conoscete."

Sospirai.

"Capisco, ma per ora non sto esattamente esplodendo per via di tutta questa conoscenza che dovrei avere."

"Allora potrebbe essere...ah!"

"Cosa?"

"Forse un cifrario Vigenere?"

"Questo non mi aiuta."

"È stato battezzato in onore di Blaise de Vigenere, ma in realtà è stato inventato dal grande crittografo italiano Giovan Battista Bellaso." Fece un sorriso malizioso, ricordandomi le sue origini per metà veneziane.

"Sapete cos'è un cifrario di Cesare?"

Quello lo conoscevo.

"È un semplice cifrario usato da Giulio Cesare, in cui si sposta l'alfabeto di un numero prefissato di posizioni. Se lo spostate di due posti, la A diventa C, la B diventa D, la C diventa E e così via. È più semplice da risolvere di qualsiasi altro cifrario, perché tutte le lettere seguono lo stesso schema; basta trovarne un paio e diventa ovvio."

"Esatto! Il cifrario Vigenere è un sistema per usare diversi cifrari di Cesare per criptare un messaggio con una parola o una frase come chiave."

"Cesari multipli? Intendete che la prima parola userebbe una regola, la seconda una diversa, eccetera?"

"Più o meno."

"Più o meno?" alzai gli occhi al cielo. "Shizuru, non mi facilitate le cose."

"Non dovrebbe essere facile," disse in tono di scusa. "Forse un esempio aiuterebbe?"

"Provare non può far male."

"Vero. Diciamo che il vostro messaggio sia, uhm, 'Natsuki ama la maionese.'"

Lo scrisse: NATSUKILOVESMAYONNAISE.

"E diciamo che la vostra chiave è qualcosa di semplice, come 'pistola.' Ora, dovete scrivere quella parola sotto il messaggio, una lettera esattamente sotto ogni lettera del messaggio." Scrisse: PISTOLPISTOLPISTOLPIST.

"Ora quello che dovete fare è semplicemente criptare ogni lettera del messaggio usando il cifrario di Cesare, dove la A corrisponde alla lettera della parola chiave che sta sotto la lettera che state criptando. Quindi per la N, userete l'alfabeto in cui la A è una P, quindi le lettere saranno spostate di quindici posizioni. Quindi la N diventerà una C. Poi cifrerete la lettera seguente, una A, con l'alfabeto in cui la A corrisponde alla I, quindi scriverete I. Dunque 'NATSUKI' diventa,"—trovò rapidamente le corrispondenze—"CILLIVX."

"Il che assomiglia ad un numero romano scritto male. Ma ho capito—sia la I che la L appaiono due volte in quell'unica parola, ma in realtà rappresentano lettere diverse, quindi l'analisi di frequenza non funziona."

"Proprio così. Ora, un cifrario Vigenere può essere risolto, in particolare se la chiave è breve e si ripete molte volte all'interno del messaggio, generando degli schemi. Più lunga è la chiave, più è difficile risolverlo. Per esempio, uno potrebbe usare un versetto della Bibbia, visto che in questo paese è molto facile procurarsi un'edizione della Bibbia di Re Giacomo, e quindi non ci sarebbe bisogno di memorizzare la frase o portarsela dietro."

"Non ricordo di aver mai discusso di religione con Porlock," dissi. "Più che altro finivamo distratti dalla sua passione per la storia del crimine."

"Una materia degna di essere studiata. Pochi crimini sono davvero originali, molti possono essere risolti con la conoscenza del passato. Ha qualche preferito?"

"Jack lo Squartatore, forse," riflettei. "Sul serio, non mi ha mai raccontato due volte la stessa storia. Perché? Pensate che potrebbe essere la parola chiave?"

"Dovrebbe essere qualcosa che siate in grado di indovinare con facilità, credo. Non abbiamo tempo di risolvere un Vigenere usando la forza bruta, per così dire."

"Sempre che questo sia un Vigenere."

Però dovevo ammettere che la sua idea aveva senso. Porlock poteva aver pensato che conoscessi il Vigenere grazie al mio amore per la letteratura gotica e del mistero, e se una parola chiave poteva essere comunicata facilmente…

Comunicata...

Lessi di nuovo la lettera. Questo non è il nostro solito metodo di comunicazione…possibile? Un indizio per la chiave?

"Provate 'telegramma,'" dissi.

"Come avete detto, Natsuki?" chiese Shizuru, alzando lo sguardo su di me.

"Provate 'telegramma' come parola chiave."

"Va bene."

Le ci vollero solo un paio di minuti per decifrare l'intero messaggio di Porlock: SEVENTHIRTYTONIGHTMAISPORLOCK.

"Sette e mezza stasera, da Mai. Porlock," lessi ad alta voce.

"Ara, credo che Natsuki abbia un appuntamento per cena."

X X X

Note del traduttore: DeBrett's è una casa editrice fondata alla fine del 1700. Tutt'ora attiva, pubblica guide e manuali di galateo, ma la sua  pubblicazione più celebre è il Debrett's Peerage & Baronetage, un almanacco che esce a cadenza annuale e che contiene informazioni sulle famiglie nobili di Inghilterra e di Scozia.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > My HiME - My Otome / Vai alla pagina dell'autore: DezoPenguin