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Autore: Harlequinade_97    16/03/2017    1 recensioni
Per un normale gothamita potrebbe sembrare la solita giornata vuota e monotona, ma sta per sorgere l'alba di un nuovo giorno all'insegna della quotidiana follia nell'abbandonata periferia della città...in lontananza si riescono già a sentire i primi schiamazzi, risa malsane e sottofondi musicali di vecchia data...
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harley Quinn, Joker
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: Salve a tutti! E' la terza volta che cerco di pubblicare la storia ma o per problemi di linea o per il pc scarico (e la conseguente crisi di nervi) ho rimandato sempre fino ad oggi! Sperando che non si verifichino altri imprevisti  ecco a voi una scena di "quotidianità" della folle coppia di clown. Come al solito una piccola nota prima di lasciarvi alla lettura(siete assolutamente liberi di saltare le mie paranoie infinite e iniziare a leggere): non ho inserito l'avvertimento OOC perchè penso che la personalità del Joker sia imprevedbile e inconcepibilmente deviata, disturbata, questo non vuol dire che giustifico tutte le storie che vedono un Joker sdolcinato e mieloso solo perchè è imprevedibile...deve esserci una riflessione di fondo e in questa vicenda che ho immaginato penso che la sua reazione possa essere plausibile, adoro questo personaggio e cercherò di cesellarlo sempre più per riuscire ad ottenere un disegno completo di lui, ma ovviamente il giudizio resta in mano vostra. Inoltre mi sono ispirata a un evento particolare della serie "No Man's Land", The code, e cito una frase di Harley di "Mad Love" ...devo seriamente considerare l'idea di affinare la mia capacità di sintesi....Grazie per quelli che hanno avuto la pazienza di leggere fin qui!
Buona lettura

 

Tipiche giornate di follia


E questo da dove salta fuori?

Diversamente da come si potrebbe pensare, o forse no, Harley Quinn aveva molto tempo libero a disposizione. Certo, lei e il Joker e la loro combriccola trascorrevano gran parte della loro vita criminale con avventure pazzesche e frenetiche, ma per poterle definire tali c'era bisogno di altrettanti grandiosi tempi, molto lunghi, per inventare nuovi piani di azione sempre più imprevedibili.                                 
E da qui nascono i momenti morti che la giovane si concedeva: alle volte si dilettava nelle "faccende domestiche" (solo lo stretto indispensabile s'intende, Harley non si poteva certo definire la perfetta donna di casa); coccolava e addestrava le sue iene Bud e Lou; importunava il suo Mr. J mentre elaborava nuovi schemi per cercare di uccidere il pipistrello; e ovviamente il dolce non far nulla era in cima alla sua lista. 
E proprio mentre oziava sul morbido divano di pelle sintetica e consumato dal tempo notò un aggeggio altrettanto antico, nascosto nel cumulo di scenografie del vecchio teatro, il nascondiglio di quel periodo.

"Per tutti i vinili! Mr. J!! Corri, presto! Vieni a vedere cosa ha trovato la tua Harley!" Gridò  a gran voce per farsi sentire dall'uomo indaffarato. Dall'altro capo del palcoscenico si udì un grugnito parecchio infastidito: 
"Maledizione Harley! Quante volte devo ripeterti che non mi devi seccare!" Urlò in risposta il clown, 
"Oh andiamo pasticcino, sono sicura che ti piacerà da morire! Dai vieni!" ribatté Harley su di giri per la sua scoperta.
"Sarà meglio per te che non sia un'altra lingerie da diecimila dollari!" borbottò il Joker ricordando per un attimo il mini infarto che si procurò quando scoprì il valore di quei quattro fili di cotone che Harley indossò qualche settimana fa solo per compiacerlo. 
"Niente del genere Mr. J, ma se vuoi rimedio subito.." rispose la bionda avvicinandosi al Joker con uno sorrisetto malizioso.                                                                                                       
"HARLEY!" urlò spazientito guadagnandosi un balzo di spavento da parte della donna.                                                                                                                                       
"E va bene, ok... non c'è bisogno di agitarsi tanto" rispose con un tono rilassato Harley, poi lo prese per la manica della camicia e lo trascinò dietro di sé verso l'oggetto misterioso. Il Joker si scrollò Harley di dosso e non appena alzò lo sguardo fu subito catturato dalla vista di un imponente grammofono a tromba, a prima vista doveva avere anche un certo valore, anche se era tutto impolverato, anzi, la polvere gli conferiva ancora più importanza in qualche modo, oltre che una strana aura celestiale.

Harley osservò affascinata il viso del clown per svariati minuti, e neanche lui accennava a smettere di fissare l'articolo vintage con quell'espressione che poche, pochissime volte la giovane donna, o chiunque altro, aveva visto: pura meraviglia.
"E' quello che penso che sia, Harl?" domandò lui, risvegliatosi dalla trance,                       
"Ma certo Mr. J! Siamo di fronte a un giradischi originale! Un gran bel pezzo di antiquariato!” esclamò Harley entusiasta e il suo amante per tutta risposta allargò il sorriso come un bambino che ha appena ricevuto un enorme pacco di caramelle.                                                    
"Questa sì che è una bella sorpresa... non ne vedevo uno da..." il flusso confuso di pensieri del Joker vennero interrotti quando i suoi occhi si posarono sulla scatola piena di vinili affianco al giradischi. "Guarda guarda... ci sono anche i vinili, vediamo un po' se funziona ancora.."
Intanto Harley lo osservava estasiata mentre lui sfogliava i dischi in vinile con un certo bagliore nei suoi occhi color smeraldo. Voleva tanto far esplodere il suo entusiasmo in acuti gridolini e abbracciare il suo pasticcino ma si sforzò di restare calma e ammirarlo nella sua...felicità? Le sembrava di vedere quel guscio duro che lo rendeva insensibile sgretolarsi pezzo dopo pezzo, rendendo il clown principe del crimine vulnerabile... tutto questo solo per un vecchio giradischi...
Non poté fare a meno di domandarsi quali ricordi suscitavano in lui quel semplice oggetto; se riuscisse a ricordare; chissà se provava nostalgia di qualche tempo andato, di qualcuno... ma ad Harley questi pensieri le suscitarono solo una lacrima di commozione.

Povero il mio tesoro!

Quando finalmente il Joker scelse il disco e si alzò, incrociò per un istante il viso della ragazza rigato dalla lacrima, ma non ci fece troppo caso. In petto suo si era fatto strada un nostalgico tepore al quale si meravigliò parecchio e ci voleva ben altro di un Harley singhiozzante per farlo distrarre da quell'improvviso movimento nel suo torace. Harley si affrettò ad asciugarsi la  guancia per poi raggiungere Joker che era visibilmente impaziente di scoprire se quell'affare suonasse ancora.
Soffiò energicamente sulla tromba e sul piatto, levando un gran polverone che fece starnutire Harley.                                                                                                                                       
"Ops!" si scusò con una faccia divertita il Joker.  La bionda gli rifilò un adorabile faccino imbronciato con tanto di linguaccia. Sghignazzando il Joker riprese il disco e con precisione chirurgica lo sistemò sul piatto rotante e piazzò la puntina sull'incisione del vinile quasi come se stesse per disinnescare una bomba.
Entrambi attesero in silenzio. 

Lo stridio iniziale sorprese la ragazza eccessivamente e finì per aggrapparsi al braccio del Joker come per ripararsi da qualche pericolo imminente.                                                 
"Sciocca di un'arlecchina, all'inizio è normale che faccia questo rumore. Devo proprio insegnarti tutto, eh?" Disse Joker con tono di chi la sa lunga sull'argomento, tono che in realtà usava molto spesso, ma che Harley non aveva mai trovato presuntuoso.
"Non hai paura che non funzioni?" Le parole di Harley uscirono dalla sua bocca senza fermarsi, e l'attimo in cui realizzò di averle dette ad alta voce si irrigidì e voltò lentamente la testa verso il Joker a cui era ancora avvinghiata. 

Non dare in escandescenze, non dare in escandescenze, non dare-

"HAHAHAHAHAHA HEHEHEHEE...Solo a te possono venir in mente certe idiozie! Io?! Paura che non funzioni quell'affare?!" le risa sguaiate del Joker non tranquillizzarono affatto Harley che si era staccata dalla sua foga di spasmi incontrollati. Non temeva l'ira del Joker, e aveva un ottimo motivo per esserlo dato che Harley gli aveva chiaramente dato del fifone. Si preoccupava invece per un'indicibile delusione che avrebbe provato il suo clown se quel giradischi non fosse partito. Non sapeva spiegarsi bene il perché, o forse non voleva ammetterlo apertamente, ma sentiva che in qualche modo quell'oggettino d'antiquariato avesse un effetto calmante sul suo Joker, e ad Harley terrorizzava l'idea che quel coso non funzionasse. In effetti era lei quella ad avere paura.                                                                  
Quando si placarono le risate un silenzio tombale sovrastò il teatro.
Già. Silenzio. Proprio come temeva Harley.

Accidenti! 

"Mpf..c'era da aspettarselo Harl, questo coso è vecchio quanto me, peccato per lui che io funzioni a meraviglia! Non è vero bimba?" ammiccò alla bionda che rispose con un mezzo sorriso di approvazione, ancora una volta scioccata dalla reazione del clown.
"Oh non fare quella faccia da ebete, prometto che la prossima volta ti troviamo un bel lettore musicale nuovo eh?" pizzicò la guancia di Harley con fare giocoso e come se non fosse successo alcunché se ne tornò nel suo studio a fabbricare qualche diavoleria. In realtà Harley aveva percepito fin troppa amarezza nelle sue finte parole disinteressate.

Ora basta pensare! Devo trovare il modo di far cantare quell'aggeggio!

 

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Più tardi quella sera dal vecchio studio si udiva solo l'incessante ticchettio di una matita sul tavolo da lavoro: il Joker era ancora inchiodato alla sedia e ancora non aveva cavato un ragno dal buco. Da quando Harley l'aveva interrotto con la sua stupida scoperta si era stranamente distratto, costantemente assillato da un fiume di pensieri sfocati e  a cui non sapeva dare spiegazione. Nella sua testa rimbombavano note musicali calde e cosi..familiari...sassofono e pianoforte? Probabile, si ...era una novità quella di sentire musica jazz nella sua mente contorta. Di solito i protagonisti dei suoi pensieri erano mille e uno modi per uccidere, strangolare, manipolare Batman, torturare, tormentare Batman...

Ma adesso che prestava più attenzione si rese conto che la musica non proveniva dalla sua testa bensì...dall'esterno.                                                                                                      
Spinto dalla curiosità si precipitò alla porta e aprendola il suono ovattato si fece più chiaro, avanzò a passo lento per orientarsi meglio e inseguire la scia musicale che lo portò tra le vecchie scenografie del teatro fino ad arrivare finalmente alla sorgente di quel brano. 
Con la voce di Sinatra in sottofondo vide Harley esausta che si asciugava il sudore dalla fronte, la sua canotta aveva fatto la stessa fine della mano: sporca, unta di olio e polvere. Era  inginocchiata davanti al grammofono che ora sembrava nuovo di zecca da come risplendeva e dal quale ovviamente proveniva il brano jazz che aveva scelto personalmente poche ore prima.
Non appena Harley si accorse del Joker dietro di lei scattò in piedi e prese a ripulirsi freneticamente. Il principe del crimine alternava il suo sguardo incredulo a lei e al grammofono e confuso chiese:

"Harley come diavolo...cosa..cosa hai ..."                                                                       
"Oh nulla di così impegnativo zuccherino, ci voleva solo un po' d'olio di gomito!" esordì la ragazza sfoggiando un sorriso amorevole, 
"Ho dato una bella ripulita a tutti gli ingranaggi, uno per uno, poi ho lucidato la tromba e quando ho rimesso il vinile che avevi-" leggermente annoiato il Joker la zittì posando l'indice sulle sue labbra: 
“Ta ta ta ta...era una domanda retorica mia cara.... non ho alcuna voglia di sentire i tuoi deliri da donnina di casa..." ormai avrebbe potuto dire qualsiasi cosa senza farci troppo caso, poiché era completamene preso ad ascoltare la musica con una strana espressione di soddisfazione e orgoglio. 
"Brava bambina.." lo disse talmente piano che si udì solo un mormorio compiaciuto, al quale Harley non ebbe neanche il tempo di reagire perché Joker le prese le mani ancora un po' unte e la trascinò in mezzo al palcoscenico decadente. 

Non ci vedeva più dalla gioia la piccola arlecchina, tanto l'entusiasmo che sprizzava da tutti i pori. Prima d'ora non aveva mai provato così tanta soddisfazione solo per aver tirato a lucido un articolo da arredamento, bisognava pero' sottolineare che quel grammofono rappresentava qualcosa di ben più importante. Anche se il suo pasticcino non lo avrebbe ammesso neanche da morto, Harley aveva contribuito, in un certo senso, a riaccendere la sua felicità, e lei di conseguenza poteva autodefinirsi la donna più felice del mondo. Avvampò quando comprese le reali intenzioni del Joker...
"Mr. J sai benissimo che sono una tale maldestra...!" emise la ragazza con un sospiro sorpreso quando la fece volteggiare in una piroetta e subito dopo la racchiuse con le sue lunghe braccia, il viso di lei a pochi centimetri dal mento di lui. Fissandola nel profondo delle sue iridi azzurrine sussurrò:                                                                                                          
"La musica Harl, segui la musica e ...lasciati andare..."

...Don't you know, little fool, you never can win? 
Use your mentality, wake up to reality. 
But each time that I do just the thought of you...


Il Joker la teneva stretta a sé con una mano che le cingeva la vita mentre nell'altra teneva la sua piccola mano e osservava il suo viso rilassarsi man mano, quasi come se riuscisse a vedere volar via il timore iniziale che aveva di pestargli i piedi.                                                                     
Harley infatti capì che al Joker non importava minimamente muoversi con grazia o danzare a ritmo di musica. In effetti il loro ballo risultava nel complesso un dolce dondolio al quale Harley si lasciava trasportare gentilmente con la testa poggiata sulla spalla del suo partner, e Joker si lasciava andare a quel momento presente.
...niente più ricordi, niente più dolore... tutto si affievolì in funzione di quel pensiero, sapendosi affianco a quella dolce ragazza a lui così devota, così follemente devota. Stava ritrovando un nuovo senso di tranquillità. Ignorava questi nuovi sentimenti che si arrampicavano alla bocca dello stomaco, forse in un altro momento avrebbe schiaffeggiato Harley, unica responsabile dei suoi sbalzi d'umore indesiderati ma con quel sottofondo da camera anni '40 gli era difficile concentrarsi su qualcos'altro che non fosse il calore che le trasmetteva la giovane donna stretta a lui.
Nello stesso momento Harley si sentì sciogliere ed esplodere dalla felicità quando il Joker la accarezzò fermamente la guancia con la mano che stringeva ancora la sua, e le rivolse il suo caratteristico sorriso sardonico. Lei non si trattenne dall'imitarlo, intrecciando così le sue dita con i corti capelli verdolini sulla sua nuca e gli sorrise con la stessa intensità. 

Quando il ritmo della musica divenne più incalzante, anche Joker decise di animare la situazione a modo suo.
"Sai Harls mi sorprendi ...”
“Sorprenderti? Vuoi farmi credere che io sono riuscita a sorprendere te? Ma dai!” 
“Oh no, certo che no, non ci riesce nessuno! Intendevo dire che ti facevo più un tipo da musica da night club e discoteca, sai quei lamenti "remixati" che spaccano i timpani che a voi giovani d'oggi piacciono tanto..." la stuzzicò Joker senza lasciar andare il viso della bionda,
“Dovresti sapere, caro il mio nonnetto..ahi!"
"Nonnetto?" fingendosi offeso i Joker fece schioccare l'indice contro la fronte di Harley e riprendendosi in fretta continuò:  
"Io non sono come tutti gli altri giovani d'oggi... per lo meno non quelli sani di mente! E poi sono sempre stata affascinata dal vintage..." intanto lui le stava massaggiando il punto dolente sulla fronte con il pollice e di colpo lei rabbrividì leggermente quando il Joker fece scivolare la mano dalla guancia sul suo collo. 
"Hai ragione...sei proprio inimitabile..."
La giovane non sapeva se essere sorpresa dal complimento o soddisfatta del fatto che il Joker le avesse dato ragione, ma il suo cuore che rischiava di uscirle fuori dal petto, e i deliziosi brividi che le scorrevano lungo la schiena, la tenevano abbastanza occupata dal ragionare lucidamente.

...’cause I've got you...

"T'ho presa...Harley" attrasse il suo viso con la mano dietro al collo e la portò verso le sue labbra, verso quello che Harley definì il bacio più romantico che il Joker le avesse mai dato. I loro corpi si erano fermati per far danzare le loro labbra, sfiorandosi e carezzandosi in un modo completamente nuovo per entrambi, forse tutto per merito dell'ipnotico sottofondo e delle sensazioni che stava suscitando. 
“Penso che accenderò più spesso quel vecchio giradischi ..." mormorò Harley staccandosi quel tanto che bastava per prendere tra le sue piccole mani il viso scarno del Joker e approfondì il bacio. Ci fu una bassa risatina di consenso da parte di lui, la avvicinò ancora più a sè afferrando nel suo pugno lo scollo della canotta imbrattata di lei. 
"Possibile che non riesca a pensare ad altro, hm?" staccando bruscamente  la faccia rivolse un ghigno pieno di malizia ad Harley che aveva lanciato la testa all'indietro e lasciando spudoratamente il collo esposto e con voce bassa e vibrante rispose: 
"Non puoi biasimarmi se ho un debole per il vintage...soprattutto se ha una psiche disturbante e uno charme irresistibile.."
"Oh mamma! Ho cresciuto un'adulatrice senza scrupoli!" e si avventò sul collo mordendo e succhiando la pelle sensibile. 
"Oh e per la cronaca, non metterti strane idee in testa, di quelle ne hai già troppe... ogni parola della della canzone e ogni azione scaturita da essa è puramente casuale, chiaro?" sussurrò con uno sguardo duro negli occhi cerulei di lei per poi riprendere a stuzzicare la pelle morbida appena sopra le clavicole facendo emettere un debole gemito ad Harley che sospirò:

"Come dici tu Mr. J"


 

 

   
 
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