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Autore: OlicityAllTheWay    16/03/2017    3 recensioni
Dopo TAAANTO tempo ritorno :D Nuova Fanfiction. Dovrebbe avere tre capitoli, massimo quattro :D
Parte dalla fine della 5x15 per cui se siete indietro attenzione SPOILER!!!!!
Fatemi sapere cosa ne pensate :)
Un bacio :*
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I NEED TO FIND HIM

 

Devo assolutamente trovarlo, ho un bisogno assoluto di trovarlo e di sapere che sta bene. O almeno che non sia in condizioni gravi.

Questo è l’unico pensiero che mi affolla la mente da quando il team è rientrato al covo senza Oliver. E ora, nonostante sia mezzanotte e mezza sto camminando per le strade, diretta verso la base operativa dell’Helix.

Quando ho chiesto ad Alena di poter usare il loro dati per trovare Susan mi ha chiesto qualcosa in cambio. E’ così che funziona lì: tu fai qualcosa per loro, loro fanno qualcosa per te.

E’ un’organizzazione mondiale dove lavorano migliaia di persone, non una banca dati a cui posso accedere quando mi pare e piace.

E so che non appena le chiederò aiuto per trovare Oliver, mi chiederà di fare qualcosa in cambio per lei, per l’organizzazione. E non mi importa, sono pronta a tutto pur di salvarlo.

 

Quando entro rimango sorpresa, di nuovo, dell’afflusso di gente là sotto. Forse dovrei abituarmi visto che ne faccio parte e non ho intenzione di abbandonarla.

Cerco con lo sguardo la mora e non appena la individuo mi fiondo da lei.

<< Devo cercare una persona scomparsa >> dico senza preamboli.

Lei alza lo sguardo da un tablet che ha tra le mani e fa cenno agli altri due di allontanarsi.

<< Ciao anche a te Felicity >> dice dopo qualche secondo: << Un altro amico scomparso? >>.

Alza le sopracciglia con fare incredulo e non capisco se lo sia veramente o se mi stia prendendo in giro.

<< Sono pronta a fare qualunque cosa mi chieda >>

Lei sorride, rivelando delle fossette dolci che non si addicono alla sua personalità: << Se la metti così >> indica un computer libero alla sua destra: << sei libera di fare tutte le ricerche che vuoi >> conclude, inclinando la testa di lato.

 

Sono stata davanti al computer per tre ore. La prima mi è servita per fare quello che Alena mi aveva chiesto – ovvero hackerare il Sistema di Sicurezza Nazionale dell’Australia per “rubare” dei documenti incriminanti su politici americani – le restanti due mi sono servite per trovare la localizzazione di Oliver.

Grazie a Dio.

Metto le informazioni su una pennina che ho portato con me e me ne vado senza nemmeno salutare. Anche perché nessuno mi risponderebbe, sono tutti troppo impegnati qui.

Mentre percorro la strada per il covo chiamo il resto del team e li dico di incontrarci il prima possibile.

 

<< Bene, ragazzi, sono riuscita a localizzare Oliver >> Curtis mi lancia un’occhiataccia probabilmente avendo capito come ho fatto a procurarmi quest’informazione. Non ci bado più di tanto e vado avanti: << Ma dobbiamo fare le cose intelligentemente: dobbiamo essere sicuri che Adrian non sia nello stesso posto con Oliver >>.

Dig incrocia le sue possenti braccia: << Ti ascoltiamo >> dice solenne.

<< Lance, qui entra in gioco lei. Deve fare in modo che Adrian si trovi al municipio, fortunatamente è abbastanza lontano dal caseggiato in cui si trova Oliver, quindi anche se le cose non dovessero andare perfettamente avremo il tempo di pensare a qualcos’altro o comunque reagire >> dico guardando negli occhi il detective.

<< Perfetto, organizzerò una riunione o una conferenza al municipio. Una di codice abbastanza alto da richiedere la presenza del procuratore distrettuale >> e con queste parole si allontana dal gruppo, il telefono già vicino all’orecchio.

<< Per quanto riguarda noi >> dico per attirare l’attenzione, poi mi volto verso i miei computer e apro la planimetria della nostra destinazione: << Curtis e Rene, entrerete dal lato ovest, Dinah dal lato est e io e John entreremo dal lato nord. Il lato sud non è un problema, ho controllato dalle telecamere dei palazzi vicini e non c’è modo di trovarci in trappola >> concludo velocemente.

Nessuno ha obiettato e si sono diretti a cambiarsi, l’unico che mi guarda con faccia contrariata è John.

<< Che c’è? >>

<< Non voglio sapere come ti sei procurata queste informazioni in così poco tempo. O Adrian ci sta prendendo in giro e ti ha facilitato la ricerca perché ci vuole in quel caseggiato o te le sei procurate nello stesso modo in cui ti sei procurata i documenti sul suicidio della moglie del consigliere Kullens >>.

Apro la bocca per controbattere ma John mi ferma alzando una mano: << Non è importante ora. Quello che importa è che tu non verrai con noi >>

<< Certo che verrò con voi. Avete bisogno delle mie coordinate. Ho guardato quella planimetria talmente tante volte che la conosco come fosse casa mia >>

<< Oliver non lo permetterebbe se fosse qui >>

Mi guardo intorno: << Ma Oliver non c’è, per cui >> sorrido, ma vedo che non ho fatto breccia nel cuore del mio amico: << John, ti prego. Ho bisogno di vedere che sta bene, ho bisogno di vederlo con i miei occhi >>.

Queste parole, che contengono una supplica, sembrano farlo cedere.

<< Ok, ma niente cazzate >>

<< Giuro >> rispondo incrociando due dita e preparandomi per andare in missione.

 

Il caseggiato, si presenta come previsto, e non ha nessuno fuori a sorvegliarlo.

Adrian è troppo intelligente, ha un piano perfetto che segue alla lettera ed è convinto di non avere bisogno di nessun’altro nella sua crociata contro Oliver.

Siamo tutti in contatto attraverso l’auricolare e una volta accertato che siamo in posizione ci muoviamo per entrare.

Curtis e Rene sono i primi, poi si muove Tina. Una volta che ci danno l’ok ci muoviamo anche io e John.

Oliver si trova in un seminterrato, per cui dobbiamo scendere. Le scale sono tortuose e buie ma Dig mi fa luce.

A metà strada lo vedo in una stanza in fondo al corridoio. E’ illuminata per cui lo riconosco senza fatica. E’ a petto nudo e ha diverse ferite sulla schiena, ferite nuove. Non le vecchie cicatrici a cui sono abituata. Ha anche del sangue incrostato su entrambe le narici e sulla tempia destra.

Mi si stringe il cuore.

Corro verso di lui e al rumore dei miei passi lui alza lo sguardo.

Sul suo viso vedo passare mille emozioni: incredulità, sorpresa, spavento, gioia, paura.

<< Che ci fai qui? >> mi chiede. E dal tono della sua voce capisco che l’emozione che prevale è la paura.

<< Siamo venuti a salvarti >> rispondo esaminando i suoi polsi. Sanguinanti sotto delle catene troppo strette che lo tengono legato al pavimento.

John è rimasto sulle scale a controllare che nessuno interrompa la nostra missione.

Mentre traffico con le catene Oliver mi blocca: << No, Felicity te ne devi andare. Subito! >>

<< Non posso andarmene senza di te >> gli rispondo incredula di quello che mi sta chiedendo.

Fa per ribattere ma un rumore secco ci interrompe. Mi volto di scatto e vedo che un’enorme parete d’acciaio si è chiusa alle mie spalle, lasciando me e Oliver prigionieri e tutto il team all’esterno.

Merda!

   
 
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