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Autore: cenli    17/03/2017    0 recensioni
Vi siete mai resi conto di quanto possano essere importanti i rimpianti? Del peso che uno di loro può avere sulle vostre vite? Denise è una ragazza di 16 anni che suo malgrado si trova in una situazione complicata e difficile che la costringerà a mettere in discussione le sue scelte, l’amore e la sua stessa vita. Si troverà a dover capire quali siano le cose veramente importanti e le persone con le quali condividerle. Sfortunatamente la sorte ha in serbo per lei una vita differente da quella che immagina a causa di un unico sbaglio, un piccolo errore, una decisione sbagliata che le cambierà per sempre la vita.
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 3 – C’è chi Riesce e chi Fallisce pt.1

Ok, lo ammetto, quello che è successo dopo non mi è ancora chiaro; voglio dire, è confuso, è stato una successione di eventi uno più incredibile dell’altro. Un attimo prima sono sulla spiaggia con Lorenzo, più felice che mai, l’attimo dopo corro disperatamente per il lungomare per poi finire la serata mangiando un cornetto in compagnia inaspettata. Cose dell’altro mondo! Va bene, torniamo un attimo indietro, una cosa per volta.

**************

Ventidue e dieci; dieci minuti che lo aspetto al solito posto e lui ancora non si fa vedere. Non è possibile! Più ci impiega e meno tempo avremo per noi. Per non parlare di tutte le scuse che mi sono inventata con Giada e Alberto, Katerina mi ha aiutato ma mi chiedo se ci abbiano creduto. A questo punto poco mi importa, sono qui che lo aspetto, con la felpa sopra il top scelto con cura – c’è un po’ di vento stasera – e il regalo in borsa, indifferente nei confronti di una coppia anziana seduta di fronte a me che mi guarda curiosa. Manca solo Lorenzo. Ecco che improvvisamente sento un rumore di motore; inconfondibile. In camicia e jeans, bello come sempre, mi viene incontro e mi saluta con un bacio, per poi prendermi per mano e avviarsi insieme a me verso il mare. La coppia nel frattempo capisce il motivo per cui stavo li ferma e la signora mi sorride teneramente.

<< Sei in ritardo lo sai sì? >> puntualizzo mentre camminiamo lungo la spiaggia, di solito lo sono io e lui me lo fa costantemente notare, quindi penso ora sia il mio turno; o almeno per una volta.
<< Dieci minuti! Che ci fa? >>. Che ci fa? Te lo dico io ora che ci fa!
<< Sono dieci minuti in meno per noi! Sai che ci tengo e che lo organizzo da un po’, è la sola occasione che abbiamo! >> mi secca, ma non ho motivo di prendermela troppo “a' male”.
<< Lo so e lo apprezzo. Mi dispiace, mi perdoni? >> mi chiede con tono così tenero e dispiaciuto, e io come posso dirgli di no? Non posso, e non voglio, in fin dei conti non me la sono presa davvero, ma mi piace stuzzicarlo sempre un po’.
<< No. >> e scoppio a ridere, non riesco mai a mentirgli su quello che sento. << Ci sediamo qui? >> gli chiedo, << è abbastanza appartato >>. Quindi ci sediamo sulla sabbia, uno accanto all’altro, alla fine della passerella del lido; davanti a noi solo il mare e le sue onde che si infrangono sugli scogli.
<< Sono felice di avere più tempo per noi >>, come sempre mi batte forte il cuore. Lui infatti lo capisce subito, mi conosce bene, e mi abbraccia. Stiamo così per un po’ di tempo, non so con precisione quanto, mi sentivo talmente bene che avrei voluto fermare il tempo e rimanere così per sempre. Non riesco nemmeno ad esprimere quella sensazione, so solo che non penso di essere mai stata così bene in tutta la mia vita.
<< Non ti sarai mica addormentata!? >> mi grida nell’orecchio staccandosi di colpo; ma è impazzito o cosa? Dormire? No, stavo solo così maledettamente bene e lui si stacca! No ma fammi capire un momento!
<< No, ma ti pare! Stavo semplicemente bene! Mi hai fatto saltare mongolo! >> gli grido di rimando scansandolo da parte con una spinta. A questo punto comincia ridere, ma di gusto, e non la smette! Ecco il segnale, e via a discussione, solletico e risate. Il tempo vola quando sono con lui, sono già le ventitré, e non so quanto tempo ci rimane ancora; è il mio momento.
<< Lorenzo devo dirti una cosa >>, pausa, forse sono stata un po’ dura e ambigua; come mio solito correggo ciò che dico solo dopo averlo detto – è un mio difetto.
<< Ma mi vu fa spagnare!? >> mi chiede tutto preoccupato. Non posso fare a meno di ridere, è divertente quando parla in dialetto.
<< No ma va! >> lo rassicuro, << anzi è pure una cosa bella! >>, non potevo iniziare in modo peggiore, ma l’importante è come va a finire.
<< Ma allora cosa inizi con “Ti devo dire una cosa”? >> ride, << dì direttamente quello che devi dire! Prima o poi mi ci farai rimanere così! >> ed ecco la sua ironia, uno dei suoi aspetti che più mi fa impazzire.
<< Va bene, allora, devi sapere che quando l’altro giorno mi hai regalato la collana mi hai davvero sorpreso, non me lo aspettavo e mi sono trovata del tutto impreparata >>, devo trovare le parole giuste, so quello che voglio dire, devo solo trovare il modo di renderlo speciale, come voglio che sia.
<< In che senso impreparata? >> mi interrompe confuso.
<< No per favore non mi interrompere o mi perdo e non riesco più a dirti quello che ti voglio dire, sai come sono fatta! >> rido mentre lui annuisce in segno di conferma; è un atro dei miei difetti e non posso farci nulla a riguardo, purtroppo quando sono concentrata nell’esporre un concetto se vengo interrotta mi perdo e non sono più in grado di esprimerlo, o almeno non nel modo in cui l’avevo previsto inizialmente – talvolta è un bene perché poi le parole mi vengono naturali e dal cuore, ma talvolta non fa altro che incasinare tutto e lasciare l’altra persona piuttosto perplessa.
<< Quello che voglio dire è che tu ti sei esposto molto, mi hai regalato un collana e io non ti ho fatto nulla, ero talmente arrabbiata e delusa che non sono nemmeno riuscita a farti gli auguri per i tuoi diciotto anni, ti ho quasi insultato per la scritta e a momenti non ti permettevo nemmeno di rivolgermi la parola per scusarti di tutto! >>.
<< Non ti preoccupare, non ci fa nulla, l’importante è che … >>.
<< No aspetta, non è questo il punto! >> lo interrompo bruscamente, << Quello che sto cercando di dirti è che ho davvero apprezzato tutto quello che hai fatto per me, e per questo motivo voglio riavvolgere tutto, cancellare il mio comportamento della settimana scorsa, e per farlo … >> ecco ci siamo, è il momento << … ti ho portato una cosa: buon compleanno, scusa il ritardo >>.
Tiro fuori dalla borsa il pacchetto della gioielleria, ancora in perfetto stato, e glielo porgo; lo si legge sul suo viso, è sorpreso ed emozionato allo stesso tempo, non se lo aspettava.
<< Non era necessario Deni, davvero! >> sostiene con la voce ancora un po’ incredula.
<< Così però mi offendi! >> gli faccio di rimando.
<< Non devi offenderti, piuttosto non ti ricorda nulla? >> mi chiede in modo ironico.
<< Non ti seguo … >> aspetta aspetta, non starà mica … << Non ci posso credere, mi stai citando! Non è valido dai, mi sto appunto scusando per quello! >>.
<< Me l’hai servita su un piatto d’argento, non potevo non farlo! >>, eccolo che inizia a prendermi in giro! Io creo il momento perfetto, gli faccio un regalo esponendomi parecchio e lui che fa? Mi prende in giro! Dovevo aspettarmelo, è fatto così, e io amo questa sua caratteristica.
<< Adesso ti faccio vedere io cosa succede… >> lo spintono un po’ per fargli abbassare la guardia << …a chi mi prende in giro! >> inizio a fargli il solletico alla pancia per fargliela pagare e lui “soccombe” sotto l’ira delle mie mani.
<< D’accordo, d’accordo! >> alza le mani in segno di resa << non lo farò più, promesso! >>.
<< Si, si, però adesso aprilo! >> sono impaziente, non vedo l’ora di vedere la sua faccia mentre lo apre. Oddio e se non dovesse piacergli? No Deni smettila, ma certo che gli piacerà, ormai conosci i suoi gusti.
<< Okay lo apro, ma tu rilassati >>, non posso, è da quando sono uscita dal negozio che non aspetto altro che questo momento.
Lorenzo, nel frattempo, è impegnato ad aprire delicatamente il pacchetto, cercando di non rovinarlo; non mi sono mai resa conto di quanto sia bello quando è concentrato, il modo in cui corruccia la fronte e stropiccia gli occhi, come si mordicchia leggermente le labbra, potrei stare a guardarlo per ore, persa in ogni sua singola sfaccettatura. Ecco, sta aprendo lo scatolino.
<< Non ci credo, Deni è bellissimo, grazie mille! >> la sua faccia è un misto tra stupore e orgoglio, sorride, anche con gli occhi, cosa che fa solo quando il sorriso è vero, e io non posso fare altro che sciogliermi in quell’espressione, quello sguardo, quel sorriso … gli piace davvero, gli piaccio davvero.
<< Sono davvero contenta che ti piaccia, non appena l’ho visto ti ho pensato e non ho potuto fare a meno di prenderlo, è perfetto per te >>.
<< Deni grazie, davvero, è meraviglioso, tu sei meravigliosa >> si avvicina, mi prende il viso tra le mani e mi bacia lentamente e delicatamente. Il mio stomaco si contorce dall’emozione, nei libri parlano sempre di fuochi d’artificio e farfalle nello stomaco, ma a quanto pare non vale per me, il mio corpo è pervaso dai brividi per un tempo senza fine.
Poi si allontana, quanto basta per guardarmi negli occhi a un centimetro di distanza, mi sorride, uno di quei sorrisi che dicono tutto e niente allo stesso tempo.
<< Ti amo, Deni >> oddio, è la prima volta che me lo dice! Si, è vero, siamo stati insieme circa due anni, ma pieni di tira e molla, distanti, me l’aveva scritto certo, anche se io non avevo mai risposto, ma non è la stessa cosa.
<< Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo! >> ciascuno seguito da una piccolo bacio sul collo.
A questo punto credo si giunto il momento che anche io venga a patti con i miei sentimenti e gli dia finalmente una risposta, d’altronde lo amo anche io, certo non l’ho mai detto prima, ma se è davvero quello che provo non dovrei avere alcuna difficoltà.
Ti amo anche io, Lorenzo.
Un momento, perché la mia mente parla ma dalla mia bocca non esce alcun suono? Sono completamente paralizzata. Lorenzo ha uno sguardo perso, tra il triste e il malinconico. Per l’amor del cielo dì qualcosa Deni!
<< I-Io non … >> le parole escono frammentate.
<< D’accordo, non importa, lo dirai quando sarai pronta >> le parole confortanti e comprensive, il viso triste e insicuro.
No, non è così che doveva andare! Perché non riesco a dirgli che lo amo? Non è forse vero? Ma certo che lo è, cos’è se non è amore? Ma allora perché non riesco a dirglielo, sono forse una codarda?
<< Ascolta, posso chiederti un favore? Mi terresti il regalo in borsa per adesso, per favore? >>.
Annuisco << Va bene, ma ricordami di dartelo dopo >>.
Prendo lo scatolino dalle sue mani e lo ripongo maldestramente in borsa, le mani mi tremano, il freddo o quello che è appena successo? Temo la seconda.
Ad un certo punto, in sottofondo, si sente Far Away dei Nickelback, ci metto un po’ prima di realizzare che si tratta del mio cellulare che squilla.
<< Ma, dimmi! >> rispondo diretta, alzandomi in piedi scrutando il lungomare col timore di essere stata scoperta da mia madre.
<< Dove sei? >> chiede in tono interrogativo. Ecco il tranello. E adesso cosa le dico? Lei piuttosto dov’è? Sa perfettamente dove sono e cosa sto facendo oppure mi sta mettendo alla prova?
<< Sono sul lungomare, con Katerina, perché? >> comincio a salire nervosamente verso il lido, dimenticandomi di dare spiegazioni a Lorenzo, che rimane seduto dov’era.
<< Ma sei con lei adesso? >> ecco mi ha scoperto, è sicuro.
E adesso cosa mi invento?

  
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