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Autore: Tefnuth    17/03/2017    0 recensioni
Hayden è solo. E' l'unico figlio di genitori divorziati, e fin da piccolo nonostante la presenza dei nonni ha dovuto imparare a fare tutto da solo. Nonostante la sua vita possa dirsi felice c'è qualcosa che gli manca: un fratello. Un sogno irrealizzabile, quando entrambi i genitori non hanno alcuna intenzione di intraprendere una nuova relazione. Un'occasione per realizzare il suo desiderio gli verrà data da un regalo di compleanno, molto speciale, che gli riserverà un triste destino.
Genere: Drammatico, Fantasy, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Senti Rei, posso chiederti una cosa?” domandò Hayden al piccolo spettro; era da tanto che portava questa domanda con sé (da quando aveva fatto materializzare le copie dei genitori), ma non aveva mai avuto il coraggio di pronunciarla per paura di ricevere una risposta negativa.

 “Spara” rispose lo spirito tutto orecchie

 “E’ possibile far materializzare persone…o animali…morti?” chiese il ragazzo, finalmente l’aveva detto.

“In teoria sì, anche se naturalmente la copia che si materializzerà non sarebbe mai come l’originale: sarebbe esattamente come tu lo ricordi. Se per esempio questa persona, o animale, fosse morta qualche anno fa e tu non te la ricordassi con precisione potrebbero esserci delle differenze. Perché me lo chiedi?” domandò Rei a sua volta.

“Circa un anno fa è morto il mio cane, Seth. Non era proprio il mio, in realtà era di mio nonno però gli volevo veramente tanto bene e andavo sempre a trovarlo. Era un bellissimo pastore tedesco così pieno di energia e mi faceva sempre le feste quando mi vedeva; però se l’è portato via un brutto male” raccontò Hayden, non l’aveva detto all’amico ma a volte quando andava dai nonni sperava quasi di veder sbucare il cane da un angolino della casa. Ancora non si era abituato alla mancanza dell’animale.

 “Mi dispiace, doveva volerti molto bene come tu ne volevi a lui. Possiamo provare a farlo apparire, mi piacerebbe conoscerlo, però a quello devi pensarci tu lo sai” suggerì Rei, dopotutto lui non aveva alcuna idea di come fosse fatto un pastore tedesco.

Hayden prese un grosso respiro, per cercare di placare i battiti veloci del proprio cuore, e dovette fare ordine nella sua mente per focalizzare la figura di Seth nel modo più preciso possibile. Ritornò col pensiero a quando ancora non avevano scoperto la sua malattia, quel brutto cancro all’intestino che se l’era portato via in un mese o poco più; a quei giorni in cui giocavano a rincorrersi nel cortile della casa dei nonni. Mentre ci pensava sentì qualcosa leccargli le mani. Era qualcosa di ruvido e bagnato, però era una sensazione famigliare, fu solo quando Rei gli disse di aprire gli occhi che ebbe la sorpresa: quel qualcosa di ruvido e bagnato altro non era che la lingua di un pastore tedesco, e non uno qualsiasi.

“Seth” esclamò il ragazzino con gli occhi pieni di felicità.

Era proprio come se lo ricordava: un cane vivace e affettuoso dal mantello nero e marrone che non smetteva mai di fargli le feste e di comunicargli tutto il suo amore con i suoi occhi nocciola. Era come se non se ne fosse mai andato. L’unico timore che Hayden aveva era che il cane potesse dimostrarsi diffidente verso Rei e invece, forse grazie al fatto che loro due erano identici, Seth si scagliò addosso allo spettro dello specchio per leccargli amichevolmente il viso.

 “Così, questo è un cane?” domandò lo spirito mentre faceva conoscenza con il cane, sembrava quasi intimorito nel posare la mano sulla testa pelosa dell’animale.

 “Esatto, una delle tante razze, ogni giorno ne scoprono una nuova…o la creano gli uomini incrociando le razze. - Spiegò Hayden. - Per noi loro sono degli amici fedeli, per me lui era il mio migliore amico” poi si mise anche lui ad accarezzare la testa di Seth, che muoveva tutto felice la sua coda nera e marrone.

 “Fanno parte della famiglia, quindi. Peccato che lui non sia reale” le ultime parole di Rei avevano fatto sparire il sorriso dal volto di Hayden.

 “Già è vero, a volte vorrei che questo fosse il mondo reale: qui ho te e ora lui. Là fuori non c’è nessuno con cui sono veramente legato” ardue parole per uno della sua età.

Rei non rispose, per paura di peggiorare la situazione; preferì piuttosto cambiare discorso

 “Perché non giochiamo un po’ con Seth, così mi fai vedere cosa sa fare” propose.

 “Certo, quando era vivo sapeva fare un sacco di giochetti” rispose Hayden cancellando la malinconia dai suoi occhi. Per giocare con un cane non c’era posto migliore della spiaggia in riva al mare, dove il biondo fece vedere all’amico come si giocava al riporto e dove fece fare a Seth una piccola esibizione dei classici trucchetti che di solito si insegnano ai cani: dare la zampa, rotolarsi, stare in piedi su due zampe, eccetera. Anche Rei dopo che ebbe superato il suo timore verso quell’animale, e soprattutto verso i suoi denti, fu molto partecipe al gioco e poté sostituire l’amico quando questi divenne troppo stanco per continuare.

 “Tu non ti stanchi mai?” domandò Hayden all’amico, una domanda lecita dal momento che non lo aveva mai visto riprendere fiato.

 “Sono uno spettro, non ho la necessità delle persone reali: non mangio, non bevo…non mi stanco. Non sapevo nemmeno cosa fossero prima che me li spiegassi tu” spiegò lo spirito.

 “Cavolo, che fortuna. Puoi praticamente fare quello che vuoi tutto il giorno”.

“Penso di sì, però sinceramente preferisco il tuo mondo. Là tutto è reale” disse Rei sedendosi accanto al biondo, il cane lo seguì accucciandosi tra loro due.

 “Ma tu non puoi proprio uscire da qui? Non c’è nessun modo?” chiese Hayden, pensando a quante belle cose avrebbero potuto fare insieme nel mondo vero.

 “No, io devo stare qui” rispose lo spettro con un tono di rammarico.

“Se ci fosse anche solo un modo, io ti aiuterei. Sarebbe fantastico se tu potessi passare nel mio mondo”.

 “Non preoccuparti, mi va bene anche così. Almeno adesso non sono più solo, ci sei tu che mi vieni a trovare” cercò di consolarlo lo spettro.

 “Ma io invecchierò, e poi morirò. Tu invece no e dopo resterai di nuovo solo” constatò il biondo creando, con l’indice, dei cerchi di sabbia.

 “Non pensare a questo adesso. Pensiamo solo a divertirci”.

“Divertirsi”.

Per Hayden divenne difficile adempiere a quel concetto per il resto del tempo che passò con Rei. Ormai nella sua mente si era insidiato il pensiero che dopo di lui non ci sarebbe stato nessun altro a occuparsi dell’amico, tra un po’ di anni sarebbe ritornato a un’esistenza di solitudine. Era un’idea che lo rese malinconico anche a cena tanto che se ne accorse persino sua madre.

 “Tesoro cos’hai? E’ successo qualcosa?” gli domandò Inyra durante la cena. La risposta del ragazzo fu evasiva, non voleva farla preoccupare, e per tutta la serata cercò di simulare una finta serenità tentando al contempo di scacciare nel profondo della sua mente quell’orrido pensiero.

Al contempo, nel vuoto del regno dello specchio, una presenza che fino a prima non si era mai mostrata sogghignò e disse a Rei

 “Credo che così possa bastare, è il momento di passare alla fase due del piano”.

“Come vuole, signore” rispose lo spettro, mentre accarezzava dolcemente la testa del cane.

  
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