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Autore: SmixaLegion    17/03/2017    0 recensioni
[Miss Peregrine - La casa dei Bambini Speciali]
Una nuova casa in Irlanda, un nuovo anello, nuove avventure e nuovi speciali.
"Eravamo partiti per l'ignoto, senza una meta ben precisa. Olive aveva fatto funzionare i motori di quel vecchio relitto su cui ci eravamo imbarcati per settimane, fino allo sfinimento. Enoch era rimasto sempre accanto a lei per supportarla, e a fine giornata di navigazione lei si accasciava sulla sua spalla ormai esausta, mentre Miss Peregrine calava l’ancora per la notte, un gesto che faceva ufficialmente terminare l’ennesima giornata trascorsa tra le acque.
Miss Peregrine, Fiona e i Gemelli si erano dati alla pesca, unica fonte di sostentamento in quel lungo viaggio che sembrava non avere fine."

Cosa accadrà ai bambini speciali di Miss Peregrine dopo essere salpati da Blackpool? Questa storia proverà a dare una valida risposta!
[Jake/Emma con aggiunte Enoch/Olive]
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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MILLARD

Come un prode guerriero, avevo combattuto ogni avversità, superato ogni limite, affrontato tutti gli speciali del mondo per avere la camera con la libreria più grande, quella che avevo intravisto dal primo sguardo alla casaCi ero riuscito, sarebbe stata mia per i prossimi cinquanta e più anni che avrei trascorso nel nuovo anello che Miss Peregrine avrebbe creato di lì a poco.
Shakespeare, Shelley, Wilde, Whitman, Dickinson, ci sono tutti!”
Le opere dei miei autori preferiti erano lì, ma non tutte, dovevo assolutamente rimediare.
Andrò in città uno di questi giorni, con gli altri ragazzi, e prenderò tutti i libri che mancano; no, non tutti, non posso, però almeno una buona parte ecco! Miss Peregrine me lo concederà, ne sono sicuro! Lei è sempre stata contenta della mia passione per la letteratura e la poesia, mi ha sempre incoraggiato, non potrà dirmi di no!”
Avevo perso tutto quello che in anni e anni avevo raccolto e accumulato nella vecchia casa in Galles, una sola bomba aveva distrutto il lavoro di una vita, gli unici pochi scritti -personali- che mi erano rimasti -insieme a una piccola guida sul mondo degli speciali- erano impressi nell’unica cosa che portavo sempre con me, un quadernetto che entrava perfettamente nella tasca interiore della mia giacca, regalatomi da Miss Peregrine. Scrivevo sempre lì i miei pensieri o i nuovi versi che mi venivano in mente.
Era successo tutto troppo in fretta, l’arrivo di Jake, l’arrivo di quella sottospecie di ameba dagli occhi bianchi di nome Barron che per un soffio non ci aveva portato via nostra madre, e poi l’attacco del vacuo. Non avevamo mai combattuto con un essere così aberrante, era inimmaginabile per me e per tutti i bambini della casa fronteggiarne uno.
Dopo essere scappati dal Galles, ne avevamo affrontati quattro a Blackpool, ed eravamo vivi.
“Dannato vacuo, dannato Barron e dannati nazisti.”
Erano stati loro, i vacui, gli spettri e i nazisti a costringerci a rifugiarci a Cairnholm, ma in passato non era stato sempre così. Quando Miss Peregrine mi accolse nella sua famiglia non esisteva nessun anello, non esistevano limiti di tempo, non c’erano regole così vincolanti e nella grande casa eravamo in pochi, altri speciali sarebbero arrivati dopo. Stavamo bene, eravamo liberi nonostante fossimo ancora piccoli, liberi di uscire, liberi di osservare, liberi di crescere. Poi era scoppiata la guerra, quel genio di Abe aveva deciso di andarsene il giorno dopo che la bomba aveva tentato di colpire la casa e noi eravamo rimasti lì, in gabbia. Per me che ero -e sono- un osservatore e un esploratore nato, era stato difficile abituarmi a una nuova vita dettata dal rumore delle lancette dell’orologio da taschino che Miss Peregrine portava sempre con sé, ma ahimè non avevo molta scelta.
In realtà dopo un po’ avevo trovato un modo perfetto per impiegare tutto quel tempo, osservare ogni essere vivente dell’isola e farne un’opera. Un’opera sì, uno scritto che avrebbe descritto ogni azione, di ogni persona o animale presente a Cairnholm! Sarebbe stato qualcosa di grandioso, mai pubblicato prima, ma purtroppo era andato tutto distrutto.
“Ora che siamo qui, di nuovo al sicuro -almeno così sembra- devo pensare a qualcosa di nuovo da scrivere, da imprimere sulla carta. E se osservassi anche questa volta ogni persona e ogni animale di Wicklow?”
No, era roba passata.
“Potrei scrivere una storia d’amore ispirandomi a Jacob ed Emma!”
No, se avessi aspettato l’evoluzione della loro relazione sarei rimasto senza scrivere per anni.
“Ci sono! Scriverò le nuove avventure che attenderanno me e la mia famiglia, una sorta di diario, dove appunterò tutto ciò che ci succederà!”
Mi sedetti subito sulla scrivania, talmente preso dalla nuova idea da non accorgermi che mi mancavano gli strumenti essenziali per poter iniziare una nuova grande opera che si rispetti. Carta e inchiostro. In quel momento avevo bisogno di parlarne assolutamente con qualcuno, e quale persona migliore di Miss Peregrine?
Corsi da lei, impiegando un tempo assurdo a cercarla perché nella nuova casa non sapevo orientarmi ancora per bene, ma alla fine la trovai. Era in cucina e stava cucinando il pranzo per tutti noi.
«Millard» sorrise, girandosi verso di me.
Riusciva sempre a sapere dove fossi, sempre. Percepiva la mia presenza come nessun altro ci riusciva, per lei io non ero mai stato invisibile.
«Miss P, ho deciso che scriverò un nuovo libro!» le dissi entusiasta
«Oh ma è una cosa meravigliosa, di cosa si tratta?»
«Scriverò di tutte le nuove avventure che ci capiteranno, nuove cronache degli speciali!»
«Come quelle che sta tentando di studiare Jake?»
«Sì! Esattamente. E saranno ancora più belle, con ancora più particolari e descrizioni approfondite!»
«Ti servirà del materiale adatto per iniziare. Quando avrò finito di sistemare la casa, andremo in città a fare provviste, e prenderemo ciò di cui hai bisogno»
«La ringrazio» Mi avvicinai a lei e l’abbracciai, e fece lo stesso con me. Ogni volta che succedeva mi sentivo protetto e al sicuro, e quella volta non fu diversa.
«Puoi chiamare gli altri per il pranzo? E’ quasi pronto»
«Certamente!» e senza farmelo ripetere due volte, mi fiondai a chiamare gli altri.

MISS PEREGRINE

Il braccio sinistro -la mia ala sinistra- mi doleva terribilmente ma non potevo permettermi nessuna pausa, non con tutte le cose che c’erano da fare.
Una nuova vita stava iniziando, per me e i miei bambini, in un posto a loro sconosciuto che io avevo già visitato in passato. Non avevo affidato la scelta della rotta al caso, e nonostante non mi ricordassi precisamente il percorso da fare per raggiungere la periferia di Wicklow ero riuscita a far sbarcare tutti sani e salvi. Conoscevo bene e da tempo Miss Canaryne, mi fidavo di lei come di tutte le altre sorelle Ymbryne e il posto dove sorgeva la casa si era rivelato enormemente sicuro da ciò che mi aveva raccontato nelle sue lettere. Un posto di periferia con gente contadina che si alzava all’alba e andava a dormire al tramonto, tanti spazi verdi e il mare vicino come lo era a Cairnholm; ero fermamente convinta che i miei bambini si sarebbero subito ambientati.
C’erano tante cose da fare una volta stabiliti nella nuova casa, pulire, rassettare, ristrutturare l’esterno della struttura che era stato consumato dalle intemperie... Ero esausta ma ce l’avrei fatta, con l’aiuto di tutti.
Decisi che avrei parlato ai miei bambini dei nostri futuri programmi di lì a poco, all’ora da pranzo.

Mi alzai in piedi, come facevo sempre quando dovevo annunciare qualcosa di importante.
«Bambini miei, spero che la casa e la stanza scelta siano di vostro gradimento. Domani inizieremo i lavori di ristrutturazione e la settimana prossima vi porterò a visitare la nuova città. Quando troverò il giorno perfetto creerò un nuovo anello e vi comunicherò l’entrata. Le regole e il calendario saranno le stesse, non cambieranno.
Jake, per te è tutto nuovo, ma sono sicura che ti abituerai. La sveglia suonerà alle sette in punto, tutti i giorni, tranne la domenica, il pranzo sarà alle undici e mezza e la cena alle cinque e mezza. Organizzato l’anello ognuno di voi avrà dei compiti da svolgere ogni giorno. La passeggiata quotidiana sarà dalle tre alle cinque, la sera si andrà a letto alle nove, tutto chiaro?»
«Sì Miss Peregrine!» risposero in coro, compreso Jake che si limitò però ad annuire.
«Avete il pomeriggio libero, domani inizieremo a pulire le stanze della casa, non allontanatevi oltre il giardino».

JACOB

Trascorremmo il pomeriggio giocando nei pressi della casa, Fiona era riuscita a creare una piccola pista scavata nella terra in cui i bambini facevano scorrere delle biglie di vetro. Eravamo seduti in cerchio e fantasticavamo su come sarebbe stata la gita in città e su quanti giorni sarebbero passati prima che la casa sarebbe stata riordinata.
Tutta quella compagnia e quel chiasso mi erano nuovi, non essendoci abituato sentii che dovevo staccare, così mi isolai dal gruppo e mi andai a stendere sotto un grande albero che proiettava un’enorme ombra sul giardino.
Pensai a ciò che avevo rinunciato, alla vecchia vita che avevo lasciato e a quella che si apriva davanti a me. Non avrei avuto tutta la libertà e tutte le comodità che mi erano permesse nel ventunesimo secolo, ma ero comunque felice, con Miss Peregrine e i bambini speciali sentivo di essere finalmente nel posto giusto.

«Jake, va tutto bene?» domandò Emma sedendosi accanto a me.
«Sì, io… io avevo solo bisogno di stare un po’ solo»
«Ti ho disturbato?»
«No, non andare, sono felice di averti accanto», abbassai lo sguardo intrecciando la mia mano con la sua;
«Me ne sono accorta, specialmente durante la notte», mi sentii avvampare.
«Ora che abbiamo camere separate non potremo più… dormire insieme» le dissi dispiaciuto, lei sorrise e appoggiò la testa sulla mia spalla.
«Potremo sempre fare questo», alzò il volto e mi fissò, mi baciò dolcemente e mi sorrise.
 I giorni successivi passarono tra pulizie, lavori e un giro tra le strade di periferia; Miss Peregrine ci insegnò tutte le vie che potevamo percorrere per raggiungere alcuni luoghi di svago che aveva visto in volo, mentre era a caccia. Era straordinaria, riusciva a procurare tutto ciò di cui avevamo bisogno e sembrava instancabile, si occupava di noi, della casa, di tutto; cominciai presto a capire perché Millard alcune volte la chiamava “mamma”, era ciò che era per i bambini speciali e ciò che in futuro sarebbe stata per me, benché non avessi mai dimenticato la mia. Mi mancava molto, ma cercavo di non pensarci. La maggior parte dei miei compagni non aveva avuto una famiglia e dei genitori, e se li avevano avuti erano stati trattati male da loro, così scoprii dalle storie che mi avevano raccontato; io invece una famiglia e un’infanzia normale l’avevo avuta, e mi sentivo fortunato.
Una di quelle sere, crollai poco dopo aver cenato, ma gli incubi tornarono e mi svegliai di soprassalto durante la notte, avevo sognato di essere divorato da un vacuo, la sensazione delle sue lingue attorno al mio torace mi terrorizzò a tal punto che non riuscii più a prendere sonno, così decisi di andare in cucina a trafugare qualcosa da mangiare, ma non trovai granché. Rassegnato al fatto che non avrei mai trovato merendine e schifezze del ventunesimo secolo decisi di tornare a dormire. Mi bloccai poco prima di tornare in camera mia, davanti alla porta di Emma, il terrore di quell’incubo non era ancora svanito, e sentii un bisogno inspiegabile di dovermi stringere a lei e di averla accanto.
In casa c’era silenzio totale, tutti stavano dormendo e così aprii leggermente la porta della sua stanza. Dormiva serenamente, e mi avvicinai a lei, sedendomi per terra poggiando la schiena sul suo letto. Non volevo svegliarla, averla accanto e sentire il suo respiro mi bastò.
Chiusi gli occhi e provai a rilassarmi.

 «Jake?»

«Jake...»

«Jake, svegliati!»

 Aprii gli occhi, e mi ritrovai Emma davanti, lo sguardo perplesso.
«Emma io…»
«Jake, non dovresti essere qui, Miss Peregrine – lei… lei non lo sa!», non era arrabbiata, ma preoccupata; mi ero assopito come uno stupido, non credevo che sarebbe successo.
«Ho sognato un vacuo che mi stringeva le lingue attorno al torace, ero terrorizzato, non riuscivo a calmarmi, avevo bisogno di te…».
Lei rimase in silenzio, poi allungò le braccia e mi strinse a sé, facendomi poggiare la testa sulla sua vita.
«Avresti potuto svegliarmi! Ora stenditi»
«Posso tornare in camera mia, non vorrei –»
«Metterò la sveglia mezz’ora prima che Miss Peregrine si alzi».
Frettolosamente tirò fuori una piccola sveglia dal cassetto, impostò l’ora e si stese accanto a me tirando le coperte su di noi. Mi accarezzò e mi spinse verso di sé in un caldo abbraccio.
«Dormi, non pensare ad altro».
Non disse più nulla e continuò ad accarezzarmi, mi addormentai quasi subito, cullato dai battiti del suo cuore.
 La sveglia suonò presto, ci svegliammo stretti l’uno all’altra, Emma era rilassata e felice.
«Potrei restare così per sempre»
«Non farci l’abitudine» sorrise e mi baciò, «ora devi andare, prima che qualcuno ti veda».
Mi alzai e mi avviai verso la mia stanza.

«Emma...»
«Sì?»
«Grazie».



*Piccolo spazio autrice*
La scrittura della storia procede alla grande, in questo capitolo, come avete letto, ho descritto le vicende anche dal punto di vista di Millard (e nel farlo mi sono divertita tantissimo); pian piano ho intenzione di introdurre tutti i personaggi anche se la voce narrante principale resterà quella di Jacob.
Alcuni dei prossimi capitoli saranno Jake/Emma, dopo il sesto il rating cambierà da verde a giallo, per alcuni piccoli momenti tra di loro che spero gradirete.
Se volete, fatemi sapere cosa ne pensate, l'opinione dei miei lettori è molto importante!
Grazie a chi legge e continuerà a farlo!

  
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