Libri > Trilogia di Bartimeus
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Autore: Fauna96    18/03/2017    1 recensioni
¡ModernAU! appartenente alla serie Altri Luoghi. Raccolta di one-shots in cui si fa del proprio meglio con l'aiuto di qualche scrittore che di sentimenti (forse) se ne intende.
1_Jane Austen: in cui certe verità sono note e altre no
2_Sir Arthur Conan Doyle: in cui una mente razionale viene scossa
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Bartimeus, Kitty Jones, Nathaniel, Queezle
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Altri Luoghi'
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Niente che non si possa risolvere con un mazzo di fiori



Jane Austen
 
Mi appoggiai con i gomiti al bancone rivolgendo a Nat un gran sorriso. – Dalla tua faccia, direi che hai combinato un bel casino, Natty-boy –
Nathaniel mi fissò. – Secondo te? – fece, acido più del succo di limone in uno yogurt scaduto (cioè tanto).
- Secondo me... – afferrai un bicchiere e gli versai generosamente dalla bottiglia di vodka – E’ un problema di donne. Se no perché saresti venuto qui a bere? –
- Allora: io non bevo. E comunque sono le cinque di pomeriggio! – scrollai le spalle. – E poi, da chi altro sarei dovuto andare? –
Non aveva tutti i torti: Kitty era fuori questione per palesi motivi, così come Queezle, se il ragazzo voleva evitare la comunella femminile; quanto a Tolomeo, povero caro, non mi sarei stupito se fosse stato ancora convinto di essere stato consegnato ai propri genitori da un volatile volenteroso.1
- E comunque – bofonchiò – lo so che ti ha già raccontato tutto Queezle, quindi non fare tanto il saccente – Da che pulpito! Tuttavia, trattenni il commentaccio che mi era già salito alle labbra e mi limitai a fissarlo speranzoso; perché una cosa era il riassunto fattomi da Queezle mentre finiva il turno, un’altra sentire il fallimento di prima mano.
Nathaniel cedette dopo qualche secondo, perché, evidentemente, aveva un gran bisogno di parlarne e lamentarsi con qualcuno. Era nato tutto dal famoso cortometraggio che Nathaniel aveva girato per la scuola2 in cui comparivano tutte le persone importanti nella sua vita tranne la sua ragazza. Devo dire che noi tutti eravamo piuttosto curiosi di conoscere la suddetta fanciulla, ma Nathaniel, con una scusa o l’altra, non l’aveva mai portata a bere qualcosa al pub, o a uscire con noi. Inizialmente, ero convinto della non-esistenza di lei, o che l’avesse scaricato dopo il primo appuntamento e Nat non volesse ammetterlo (a sentire Tolomeo, però, era più vera e splendida che mai, senza scendere a espressioni volgari, grazie molte) ma poi venne fuori il vero problema: il ceto. Ebbene sì, amici miei: eravamo troppo in basso nella scala sociale perché la dama accettasse una qualche interazione con noi; forse avrebbe degnato Tolomeo di un saluto, dato che frequentavano la stessa scuola per ricconi, ma niente di più. Il fatto che Nat preferisse noi alla cricca dei giusti era stato motivo di pesanti liti, a quanto pareva.
Ma questo è solo l’antefatto. Tornando alla pellicola incriminata, era stata infatti visionata dalla dama, che aveva notato la presenza di altre donne, in particolare quella di una certa Kitty Jones, in stridente contrasto con la propria assenza; una cosa tirava l’altra...
- Insomma, ho parlato con Kitty – borbottò Nathaniel, giocherellando con una cannuccia – Le ho spiegato che la mia relazione con Jane era già ai ferri corti prima che arrivasse lei e non volevo peggiorarla e che, insomma, era meglio se non ci fossimo più visti da soli -.
- E lei si è arrabbiata –
Nathaniel sospirò. – Certo! E ha ragione, persino io mi sentivo un idiota mentre glielo dicevo, ma non sapevo cosa fare! Io...-
Sospirai. Durante il racconto di Nathaniel avevo avuto il tempo di servire i soliti dolci ai tre ragazzini che venivano a fare merenda, litigare silenziosamente con Faquarl che occhieggiava dalla cucina, iniziare a preparare gli stuzzichini per gli aperitivi e aprirmi e mangiarmi un pacchetto di patatine.
- Vuoi il mio consiglio? Molla la tua tipa e chiedi a Kitty di uscire –
- Cosa? – berciò. – Io... non voglio mollare Jane... –
- Ok – roteai gli occhi – Allora scusati con Kitty e basta! Combina un appuntamento e falle conoscere per un allegro menage à trois! O in alternativa, sparisci dal Paese -.
Onestamente: aveva capito di più delle relazioni Titty, la ragazzina di sette anni che viveva sotto me e Queezle a cui facevamo da babysitter qualche volta. La pura e semplice verità era che Kitty Jones e Nathaniel Underwood si erano girati attorno sin dal giorno 1 e, nonostante un inizio burrascoso, erano diventati buoni amici... ma con sotto una tensione sessuale che Faquarl avrebbe potuto affettare e infilare in un panino.
Come uno spirito maligno evocato, Faquarl infilò la testa fuori dalla cucina e sghignazzò: - Stai dando consigli sulle relazioni, Bartimeus? Tu?
- Vorresti forse proporti tu, che non esci con qualcuno da, mmm, sempre? – lo rimbeccai, ma lui si rivolse a Nathaniel: - Ragazzo, se ascolti lui ti ritroverai a venticinque anni suonati a correre dietro alla tua coinquilina, senza combinare un bel nulla –
Nathaniel mi guardò perplesso. – Ti piace Queezle? –
Sospirai. – E’ una verità universalmente riconosciuta che tra due amici di vecchia data debba nascere qualcosa, specie se vivono insieme, anche se per una mera questione di risparmio –
- Ti prego, quasi scodinzoli quando la vedi – sogghignò Faquarl – E comunque, non hai risposto alla domanda del ragazzo –
Il ragazzo in questione aveva l’aria di desiderare di poter scivolare fuori il più silenziosamente possibile e, probabilmente, piangere la sua incapacità al buio della propria stanza; gli diedi tale opportunità: - Lascialo stare, non hai sentito i suoi problemi? Anche se potrei sottolineare, Faquarl, che quantomeno lui ha problemi sentimentali –
Forse è meglio che vi risparmi il seguito, ma tant’è: le persone dalla mentalità ristretta come Faquarl non riescono ad accettare che una persona possa non essere interessata a portarsi a letto la propria migliore amica, per quanto bella sia. Perché non lo negherò, Queezle era bella, e intelligente, e sarcastica, e... Queezle. Va bene, ci flirtavo ogni tanto; va bene, ammetterò anche che condividere un bagno porta notevoli vantaggi... ma ero sicuro che se le avessi dato fastidio, lei me l’avrebbe detto (o mi avrebbe picchiato, non è che andasse per il sottile).
Comunque, parlare con Faquarl mi faceva sempre venire il nervoso, per cui a fine giornata l’unica cosa che volevo era spaparanzarmi sul divano con qualche schifezza a guardarmi un considerevole numero di episodi del Trono di Spade3. Peccato che sul mio divano4 si fosse piazzato un intruso.
Ora, mettiamo subito in chiaro le cose: Zeno mi stava abbastanza simpatico e non avevo alcun problema con lui (anche se effettivamente non è che gradissi assistere alle sue effusioni con Queezle. Ma dipendeva dalla mia avversione alle effusioni in generale). Mi scocciava solo il fatto che occupasse il mio posto e quindi, se fui vagamente scorbutico, fu colpa di Faquarl e del nervosismo accumulatosi. Lo cacciai forse di casa? Nossignore. Ma la ramanzina di Queezle me la cuccai comunque.
- Devi smetterla di trattarlo male – sibilò, piazzandosi apposta davanti alla tv. Chi fosse più carino tra lei e Jon Snow era una bella sfida, ma Queezle non era ancora diventata Lord Comandante. – Ti comporti sempre così, quando esco con qualcuno un po’ di più e con Zeno sei particolarmente rompiballe –
- Non è affatto vero – replicai, rinunciando a vedere sopra la sua massa di capelli biondi – Non lo tratto peggio di chiunque altro, anzi, meglio di qualcuno –
- Non avresti mai strapazzato Tolomeo perché era seduto sul divano – Punto per lei.
- Dico, hai mai guardato in faccia quel ragazzino? Ti sfido a dirgli una sola parola cattiva5 – Pareggio, direi. Mi preparai a una stoccata di quelle velenose, ma con mia sorpresa, Queezle si passò una mano sulla faccia e borbottò: - D’accordo. Tanto hai sempre ragione tu, no? – e mi lasciò lì.
Ero sconcertato. Di più, scioccato. Queezle non la dava vinta, soprattutto a me, e adorava litigare: io e lei ci divertivamo a vedere chi urlava di più e poi a fare pace con qualche piatto esotico bruciacchiato. Così... era come comprare qualcosa già scontato.
Con una punta di rimpianto per la mia serata tranquilla, le corsi dietro in camera sua, dove stava mettendo ossessivamente a posto l’armadio. Ordine da stress.
- Queez! Insomma, si può sapere che ti prende? –
Mi fissò sospirando. – Nulla, Bart. Lascia perdere, ok? Probabilmente mi devono arrivare –
Ci sono certe cose che un uomo non vorrebbe e non dovrebbe sapere; purtroppo, vivevo spalla a spalla con Queezle da un imbarazzante numero di anni per ignorare alcuni dati personali.
- Non è vero, avresti già fatto fuori tutte le patatine e i salatini – sbuffai. – Domani mi scuserò con il tuo ragazzo, va bene? Gli manderò un bigliettino e dei fiori, se ti fa piacere –
- No, Bart – mi gettò in faccia un paio di leggins – Non è questo il punto. Cioè, è parte del punto –
Chiamatemi lento, ma qui era più complicato di un intrigo ad Approdo del Re. La fissai. Lei alzò un sopracciglio. – Non è Zeno il punto, Bartimeus –
Aprii la bocca senza sapere bene cosa dire, perché se Zeno non era il punto, qui le parti in gioco restavamo giusto io e lei.
Oh.  Oh. Possibile che...?
Cercai di leggerle l’espressione: sembrava volesse strangolarmi con i leggins. Invece, alzò gli occhi al cielo, fece una specie di sbuffo e mi mandò a comprare un barattolo di gelato.
 
Quando avevo conosciuto Queezle, ricordo di essere stato leggermente invidioso di lei: se piangeva così, voleva dire che sentiva la mancanza di qualcuno che le voleva bene, che c’era una famiglia che forse la stava cercando; io ricordavo a malapena il volto di mia madre. Ma mi ero affezionato in fretta a lei, soprattutto visto che usava il cervello, oltre a frignare e a tremare di paura come gli altri. Non che gliel’avessi mai detto: doveva o no imparare a cavarsela da sola?
Ormai, comunque, eravamo troppo ingombranti l’uno nella vita dell’altra per pensare a due strade separate. Era piacevole pensarlo? No, soprattutto viste le possibili implicazioni che potevano essere venute alla luce. Cioè, un po’ lo era, ma non troppo. Non se si era addormentata sul divano addosso a me e non si sarebbe spostata fino al mattino. Ma quando dormiva era decisamente troppo carina per essere svegliata.

 
 

E’ una verità universalmente riconosciuta che uno scapolo provvisto di un ingente patrimonio debba essere in cerca di moglie.
 
Jane Austen, Orgoglio e pregiudizio
 
 
 
1Ero cinico a dare per scontato che fossimo gli unici amici di Nathaniel? Forse. Ma avevo anche ragione.
 
2Che tempi: una volta, altro che girare filmini, dovevi solo sgobbare a scuola. Be’, non che sia un esperto, ho frequentato molto poco la scuola.
 
3Queezle sosteneva che lo guardassi solo per la presenza di fanciulle disinibite. Non era affatto vero: anche per i draghi. E i giganti.
 
4Che, incisivamente, era anche il mio letto. Siccome i prezzi a Londra erano stellari, io e Queezle potevamo permetterci un appartamento con una sola camera da letto e io avevo cavallerescamente sacrificato la mia schiena al posto di quella di Queezle. Verrebbe da dire che trovare il divano libero a fine giornata fosse un ringraziamento minimo e dovuto.
 
5Per la cronaca, Tolomeo stesso si asteneva dal dire insulti, parolacce o qualunque cosa leggermente volgare e spesso faceva sentire tutti noi inadeguati quanto carrettieri a un ballo di gala.





Forse avrei dovuto pubblicare questa storia a febbraio visto il tema, ma così è andata. immagino avrete intuito su quali personaggi mi concentrerò, ma ovviamente saranno presi anche gli altri (dalla regia, Tolomeo ci tiene a far sapere che sa come nascono i bambini).
Ogni capitolo s'intitolerà come un diverso autore inglese, ovviamente, di cui ruberò qualche bella citazione sull'ammore.
Altro non so dirvi, se non di non giudicare troppo male Bartimeus: non so se vi sia capitata quella situazione in cui vuoi bene a una persona ma non è ben chiaro in che modo. Queezle, ovviamente, è sempre un passo avanti. Per quanto riguarda il povero Zeno, mi è sempre parso che Bart fosse un pochino astioso nei suoi confronti, nell'Occhio del golem ;)

 
  
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