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Autore: Robigna88    18/03/2017    0 recensioni
-SPOILER ALERT s4-
Prima di cadere preda del suo sonno magico Elijah Mikaelson ha fatto promettere ad Allison, la donna che ama, di essere forte e coraggiosa.
Lei lo è stata, con Hope ed Hayley, per cinque lunghi anni.
Dopo tutto questo tempo e l'incapacità di sopportare ancora il dolore e il senso di perdita è arrivato il momento del tutto e per tutto. La notte della verità.
La notte perfetta per essere forte e coraggiosa... esattamente come ha promesso ad Elijah.
Genere: Dark, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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NDA: Breve storia in due o tre parti (ancora non so) dopo gli spoiler che ho visto sul primo episodio della stagione 4 di The Originals. Episodio che non ho ancora guardato. Questa storia è basata sulle foto e le cose che ho letto online. SPOILER ALERT. 
Buona lettura :D

aaf

 

FIVE YEARS

 

 

 

 

 

Allison aprì la bara all’interno della quale era custodito il corpo di Elijah. A volte, quando Hope ed Hayley dormivano e lei si ritrovava da sola con i suoi pensieri nel cuore della notte, le era capitato di aprire anche quelle di Rebekah e Freya e di parlare con loro. Cose da ragazze… avrebbe borbottato Kol se avesse potuto sentirle. Allison apriva anche la sua di bara a volte, soprattutto quando il sole splendeva alto e riusciva ad accarezzare i loro visi. Credeva che fosse giusto, sperava che dovunque loro fossero potessero in qualche modo sentire il calore del sole.

Quella di Elijah però la apriva ogni giorno, anche più di una volta al giorno.

Trascinava una sedia e si metteva a sedere, in silenzio a guardarlo. A volte gli prendeva la mano e la prima volta che lo aveva fatto… la prima volta era stata terribile e spaventosa; quella mano grande che tante volte l’aveva accarezzata, curata, coccolata ora era fredda, un’immagine ed un tocco lontani dal calore che di solito le trasmetteva. Col tempo però aveva imparato ad ignorare quella sensazione, ad ignorare il nodo in gola che sentiva ogni volta che lo vedeva inerme dentro quella scatola di metallo. Ingoiava le paure e le lacrime perché gli aveva fatto una promessa.

Sei la donna più forte che conosco erano state le ultime parole che le aveva detto, preda di allucinanti dolori per via del morso di Marcel. Puoi farcela. Ti amo.

Ti amo anche io aveva replicato lei. Ma non posso farcela… questo si era limitato a pensarlo perché non era quello di cui lui aveva bisogno in quel momento. Nel tempo avrebbe scoperto, comunque, che era davvero più forte di quanto pensasse e cinque lunghi anni erano passati tra speranze e illusioni e una parvenza di vita normale… quella vita che Hayley sognava per Hope e che lei aveva provato ad aiutarla a costruire.

Da improvvisato duo quale si erano ritrovate ad essere in tempi di necessità, Allison doveva ammettere che se l’erano cavata abbastanza bene. Avevano dato a quella ragazzina una bella casa, tanti giochi, tanto amore. Lo avevano fatto insieme come una famiglia perché in fondo era ciò che erano.

Sempre e per sempre…

Avevano messo da parte ogni divergenza, ogni difficoltà, ogni cosa e avevano fatto fronte comune, ritrovando un’amicizia che sembrava perduta e trovando la forza l’una nell’altra. In cinque lunghi anni tante cose erano successe.

Con un grosso respiro ripulì il viso di Elijah e gli sistemò la giacca lisciandola con le mani. “Perfetto” mormorò. “Esattamente come sei sempre stato.”

Una carezza a quel viso addormentato, poi continuò. “Sono quasi del tutto certa che nessuno capirebbe perché lo faccio; tenere i tuoi capelli e la tua barba in ordine, tenere te in ordine. Ma io so che è quello che avresti voluto, infatti sono piuttosto certa che se ti svegliassi e ti ritrovassi sporco e in disordine ti verrebbe un infarto… beh non letteralmente visto che sei un vampiro ma hai capito cosa intendo.”

Si fermò quasi attendesse una risposta, poi rise di se stessa e allungò la mano fino a prendere una busta che aveva poggiato per terra poco distante. Solo nel caso in cui… era così che si diceva giusto?

“Questa è per te” gli disse sistemandogliela accanto. “Mi hai fatto promettere di essere forte ed io l’ho fatto Elijah, per cinque lunghi anni. Ma non ce la faccio più e nemmeno Hayley. Ecco perché stasera proveremo il tutto per tutto, e visto che lei ha una figlia e molto di più di me da perdere, io mi prenderò la parte più difficile di tutto questo. Se quando ti sveglierai io non sarò qui allora vorrà dire che qualcosa è andato storto” gli spiegò. “Non è una lettera strappalacrime, sai che non è proprio il mio stile e sai che io e te non abbiamo bisogno di lunghi discorsi. È solo una promessa, la più importante. Sii felice Elijah, qualunque sia la tua felicità.”

Un bacio sulla fronte poi la bara si richiuse.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Freya era stata la prima a svegliarsi, esattamente come dalle istruzioni che aveva lasciato. Cinque anni in quell’universo alternativo l’avevano lasciata con tanta rabbia e un unico obiettivo in mente: salvare la sua famiglia e proteggerla ad ogni costo. Sempre e per sempre… non importava quale sarebbe stato il prezzo da pagare.

È colpa nostra, le aveva detto una volta Elijah in quella Chambre de Chasse che aveva creato per loro. Nostra e di nessun altro. Freya sapeva che aveva ragione, sapeva che erano state le loro azioni a disegnare per loro quel destino ma sapeva anche che non aveva aspettato secoli e secoli per lasciare che la sua famiglia morisse. Con un grosso respiro ed un gemito scattò seduta all’interno della sua personale bara e tremò un attimo prima di riprendere il controllo, prima di prendere lucidità. Hayley fu la prima persona che vide.

“Hayley…” le sussurrò con un sorriso, lasciando che lei la stringesse in un abbraccio. “Sono così felice di vederti. Stai bene?”

L’altra si staccò e annuì. “Sto bene e ho tutto quello che ci serve per risvegliare gli altri.”

La strega si lasciò aiutare a rimettersi in piedi ignorando completamente l’altra donna nella stanza. Non sapeva chi fosse ma non le importava, se era lì sicuramente era utile alla causa, questo era tutto ciò che contava. “Hayley, dov’è Allison? Voi due…”

“Siamo rimaste unite in questi lunghissimi cinque anni” precisò l’Ibrida. “Abbiamo fatto squadra e mentre io sono qui ad occuparmi di voi lei si sta occupando di altro.”

“Di altro come…” Freya lasciò morire la frase, un po’ perché la risposta la spaventava, un po’ perché credeva di aver capito. “Non sono stata in giro negli ultimi cinque anni ma non è una divisione dei compiti un po’ bizzarra? Lei è solo un essere umano.”

“Se la caverà, fidati di me.”

L’altra annuì. “Allora svegliamo i miei fratelli.”

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Marcel doveva ammettere che essere il Re aveva il suo peso. La corona non era facile da portare e anche se non lo avrebbe mai detto ad alta voce, potendo tornare indietro avrebbe fatto tutto diversamente. Il dolore per la perdita di Davina bruciava ancora come l’inferno, ma la vendetta non era stata dolce come aveva immaginato.

Dopo aver morso Elijah e Kol e aver fatto prigioniero Klaus si era ritrovato esattamente come l’Ibrido che tanto disprezzava: paranoico, manipolatore, spietato. Una versione di se stesso che non gli piaceva ma con cui doveva convivere. Ora però aveva problemi più grossi rispetto all’odio per ciò che era diventato: anche se aveva messo bene in chiaro che Hayley e sua figlia erano off-limits, da un po’ di tempo a questa parte aveva iniziato a respirarsi un grande nervosismo.

Il legame con Klaus è spezzato ma il legame con gli altri no e anche se tu vuoi far credere che sono morti, la Strige che tu non hai ucciso è ancora viva e questo significa che Elijah è ancora vivo. Quanto credi che ci vorrà prima che un’orda assetata di vampiri si metta sulle tracce di Hayley nella speranza di distruggere gli Originali rimasti? Gli aveva detto Sofya, la donna che prima lavorava per Lucien e adesso lavorava per lui. Si mormora che l’Ibrida e la cacciatrice siano rimaste unite in questi cinque lunghi anni, anche lei è off-limits?

Soprattutto lei, aveva replicato Marcel sospirando. Allison non aveva mai fatto nulla di male, si era solo fatta in quattro per aiutare tutti, la sua unica colpa era quella di amare l’uomo sbagliato, di voler far parte della famiglia sbagliata.

Si versò un bicchiere di bourbon e mentre lo beveva lentamente un susseguirsi di urla gli riempì le orecchie. Con cautela si affacciò sul soppalco e guardò giù dove molti sei suoi erano riuniti in attesa dell’epico scontro tra il caduto Klaus Mikaelson e il vampiro che più di tutti lo voleva morto: Alistar Duquesne. Metà dei vampiri erano in terra, al posto dei loro occhi due buchi neri e vuoti. Si alzò un venticello caldo mentre qualcuno avanzava fino a guadagnare il cento dell’atrio.

“Ciao Marcellus” gli disse alzando gli occhi su di lui.

“Allison” l’uomo la fissò perplesso. “Qual buon vento ti porta nella mia città?”

“Voglio vedere Klaus, adesso!”

“Oppure?”

Allison chiuse gli occhi e allargò le braccia e di nuovo quel vento avvolse tutti mentre dal suo corpo si irradiava una luce bianchissima e calda. I suoi vampiri urlarono di dolore, tenendosi chi il petto chi la testa. La donna si fermò. “Potrei continuare ma morirebbero. Quindi scegli tu Marcel: portami da Klaus o condanna a morte i tuoi… tirapiedi.”

Marcel la portò da Klaus.

   
 
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