Storie originali > Fantasy
Segui la storia  |       
Autore: killian44peeta    18/03/2017    1 recensioni
L'Acqua pulì le anime, il Fuoco le purificò, la Terra distrusse i rimasugli del dolore dai loro occhi, l'Aria permise la libertà, la Luce diede speranza per un futuro migliore... mentre il Buio...
Esso si nascose, vergognandosi di non poter aiutare in alcun modo, ma piano piano, questo sentimento si trasformò in odio e l'aiutare non fu più una sua intenzione, ciascuno aveva fatto la sua parte tranne esso.
Dopo molto tempo passato in attesa, avvenne quello che doveva accadere per fare quello che voleva, nacquero sei bambini allo stesso momento e subito dopo ne seguì un altro.
Il Buio risvegliò gli Spettri.
Poi però si rese conto di quello che aveva commesso contro la vera propria volontà.
Qualcuno gli aveva fatto qualcosa.
Ed ecco che sentì una canzone, una specie di litania che lo avvolse in un laccio.
Riuscì a comprendere facilmente cosa doveva fare, si precipitò dai bambini, uno alla volta li raggiunse tutti, non c'era distanza di nascita tra loro, solo il settimo era uscito dopo, ma i sette erano stati benedetti tutti allo stesso momento dalle proprie madri.
Non ce n'era uno simile all'altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Gli Elementi- saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Silver

Dopo la scomparsa di Guy e Diana

-Fermiamoci ! Non ci sono piú !- dissi, cercando di fermarmi di scatto senza alcun risultato e quindi digrignando i denti.

-Ci stó tentando, ma le mie gambe vanno da sole- urló Task

-Stessa cosa...- disse Morgan, facendo una smorfia di rabbia

-E quindi si perderanno nel bosco!-

-Sí, ma, sinceramente, a me viene piú da chiedermi come mai si siano distaccati dalla fila... e soprattutto, perché continuiamo a camminare contro il nostro volere?!-

-Non lo so. Ma penso che ci stiano dividendo da loro per un qualche scopo losco, che stupido, avrei dovuto metterli al centro-

-Perché vogliono loro due?- chiesi, allarmata

-Non penso che vogliano tutti e due- rispose lui

-Cosa?-

-Penso che, o uno é stato un caso, o hanno architettato un piano basandosi sul fatto che probabilmente avrebbe seguito l'altro- fece una pausa -Diana era davanti a Guy e non si girava, quindi penso che sia stata spinta ad uscire dal percorso e di conseguenza lui l'abbia seguita per fermarla-

Annuii, le cose filavano e mi venne un improvviso nodo allo stomaco, ancora una volta lui era in pericolo e io non potevo farci nulla, ci finiva in mezzo sempre Diana, sempre e solo lei.

Dovevo sdebitarmi e non ci riuscivo, volevo proteggerlo e invece lo faceva lei.

-Se i muscoli vanno da soli, significa che c'è un meccanismo che li fa attivare, o sono stati programmati per muoversi-

-Programmati?-

-Una persona fa una cosa inconsciamente se é obbligata a farlo, ovvero é ipnotizzato completamente o parzialmente e l'unica creatura che riesce a ipnotizzare, e dipende dalla forma, é la serpe mutante -

-La serpe... mutante?-

-É le specie piú spaventosamente malvagia dei rettili, solitamente si trovano in zone aride, come il Deserto Menhir, e cambiano forma, chiamate appunto mutaforme o mutanti, sono l'insieme tra gli Spettri e i Serpenti del Sud, con la facoltà mischiata degli Spettri e dei serpenti; possono disporre di quattro incanti prima di morire, una volta esauriti decederanno, a meno che non abbiano assorbito un potere abbastanza forte per non morire, perciò vengono reputati meno pericolosi, anche se comunque lo sono.
Hanno perlopiù ereditato un veleno che se si diffonde nel sangue puó tranquillamente uccidere una persona e che se finisce in bocca reca una sensazione di svenimento, stordimento, giramenti di testa, allucinazioni e nausea.
Normalmente hanno la forma di una normale serpe qualunque ma quando stanno per perire assumono la forma dell' umano che hanno ucciso per ultimo, si riproducono all' albero Fugaku, una delle principali piante desertiche. Si nutrono di magia oscura-

-Quindi é per Guy che ci hanno divisi?- una scintilla di timore mi attraversó la voce

-Sì, é per lui. E il brutto é che, se il veleno viene portato nel punto da cui il potere scaturisce, la serpe puó assorbirlo, facendo una proiezione del corpo-

-Cosa possiamo fare?-

-Oh, noi niente- disse con tono innervosito-Non c'é niente che possiamo fare se non sperare che siano abbastanza in gamba per essere in grado di salvarsi-

Task fece un espressione piena di disappunto e disagio, che si mischiava ad una rabbia incontrollata, la stessa che in questo momento attraversava me.

-Non dovrebbero riuscire a proteggersi ? Dopotutto é magia e abbiamo lo scudo di protezione- tentó Josh con tono speranzoso e un po' tremante

-Lo scudo non puó fare tutto... e poi se si viene ipnotizzati è impossibile sfuggirgli, con i mutamenti non c'è niente da fare e il veleno é la parte animale, il patto stretto tra Spettro e serpente, i due esseri piú infidi, lo scudo non si avvia- disse lui

-Una speranza almeno ce l' abbiamo?!?- chiesi disperatamente

L' eroe sembró pensarci su, poi fece un leggero cenno con la testa, voltandosi, ma continuando a camminare, come se non stesse andando al contrario ma stesse guardando davanti a se.

-E quanto possiamo fidarci di quella speranza?- chiese Brandon

Non fece ne commenti ne risposte vere e proprie e compresi subito che erano molto, molto scarse.

Ma almeno c'erano, e questo mi faceva sentire già un po' meglio di prima.

Superammo parecchi alberi dall' aspetto spoglio con ritmo abbastanza cadenzato, rimanendo nel silenzio piú assoluto, come se qualcuno ci avesse tolto la lingua, non avevamo assolutamente niente da dirci, perché tutti e tre ci sentivamo uno schifo per non aver pensato prima ad un qualsiasi rimedio e avevamo pensato che nonostante i pericolosi animali o altro, tutto sarebbe andato almeno un po' bene.

Cosa che era impossibile, improbabile, negato per il nostro tipo di caso, in cui tutto sembrava troppo assurdo e controverso per poter essere davvero la realtà.

Eravamo stati degli stupidi, soprattutto io che non avevo accettato il suo sarcasmo per poterlo proteggere.

Perché dovevo proteggerlo, sia per il debito che avevo con lui, sia perché sapevo come finiva in tutte le storie, il Buio era il male e perciò doveva essere estirpato, non doveva esistere, doveva essere cancellato dai buoni, da noi.

No.

Non potevo accettarlo.

Non ci riuscivo proprio.

Lui... anche se era oscuro e tenebroso, aveva quello che i cattivi non avrebbero avuto mai.

Un animo giusto.

Sarebbe stato stupido se il Buio fosse eliminato se lui stesso era buono.

Io non volevo che sparisse ne tantomeno che fosse qualcuno di noi ad eliminarlo.

Un uccello dai colori accesi si posó su uno dei tanti rami spogli d'albero, uno che era parecchio alto.

L' animale non emise un fiato.

Arrivati davanti a quell'albero, la forza che aveva spinto le mie gambe ad avanzare svaní e mi sentii cadere, rischiai di finire a terra, contro un grosso sasso dalle enormi proporzioni ma, con una fatica enorme che probabilmente gli costó le sue ultime energie, Task si girò e mi sorresse appena in tempo.

Ci stavamo per mettere seduti per riposare, quando un vento molto più forte e intenso di quello di prima inizió a soffiare davanti a noi ad una tale intensità che sentivamo quasi il corpo venirci strappato.

Il vento era soprattutto concentrato sulla corteccia dell' albero su cui poco prima si era posato l'animale dai vari colori.

L' albero inizió a tremare, le radici che sembravano essere spinte apposta a cedere contro le fortissime urla del vento, la cui intensità aumentava a gradi, facendo tremare questa parte di bosco.

Gli animali impazzirono, iniziarono a tirare talmente tanto che Morgan fu costretto a mollarli e dopodició scapparono, terrorizzati .

Ci riprendemmo, iniziando a correre, seguendoli, pochi attimi prima che l' albero crollasse con un fragoroso rumore che si spense tra il vento urlante.

Continuammo a correre, senza girarci indietro, anche se si susseguivano continui rumori di alberi che cedevano alla devastazione che il vento stava portando.

Mi chiesi se fosse per caso l' Elemento ad impedirci di avanzare con tranquillità ma decisi di non pensarci quando notai una sorta di enorme nube all' orizzonte che si avvicinava lentamente per via del vento.

Continuavamo a correre senza tregua, per poco perlopiù non venni colpita da un altro arbusto, che cadde a pochi centimetri da me.

Lo scavalcai, le gambe che mi tremavano,  avvicinandomi maggiormente a Brandon e a Morgan.

Sentivo il mio cuore rimbombarmi nel petto, quasi fosse un tamburo.

Riuscivo a sentirne il battere sin dentro alle orecchie.

Il sangue mi ribolliva ferocemente nelle tempie, aggiungendo altra pressione a quella corsa sfrenata che mi sembrava senza fine.

Mi sentivo stanchissima, ma sapevo di non potermi fermare, a meno che non volessi essere schiacciata da un qualche albero.

E sinceramente non mi ispirava particolarmente come idea.

Corremmo a lungo, sentendoci sempre più stanchi fino a che un ultimo albero, molto piú largo dei primi, ci cadde dietro, bloccando la strada dietro di noi e il vento sembró calmarsi.

Gylnis, Jade e Hurricane erano tutti lí, gli sguardi degli animali sembravano impauriti.

Ci mettemmo seduti, esausti, incerti su quanto potessimo aver avanzato correndo, ma sicuri che non avremmo potuto tentare di tornare indietro.

Riprendemmo fiato e stancamente aspettamo la copertura della notte, in parte già calata.

Mi addormentai in modo immediato, senza volerlo, cedendo alla stanchezza.

Come sempre, i miei sogni passarono talmente in fretta che non sembrarono passati nemmeno due secondi quando mi svegliai per colpa di un raggio solare puntato nei miei occhi.

Non mi ricordavo già cosa potessi aver sognato ma succedeva sempre, quindi non c'era da preoccuparsi.

Mi sarei preoccupata maggiormente nel caso contrario.

Task, invece, dormiva ancora.

Mi trovai ad osservare il rosso di quei capelli come se tra tutti i ciuffi ci fossero veramente delle fiamme.

Aveva un espressione serena, rilassata, completamente stesa.

Mi venne voglia di giocare con i suoi capelli.

"Solo per divertirmi, ovviamente " aggiunsi, con il pensiero, rendendomi conto di cosa avevo desiderato nemmeno cinque, sei secondi prima.

Mi accorsi ad un tratto che era l' unico a dormire, infatti Morgan sussurró a bassa voce un :-Lo svegli tu o lo faccio io ?-

Mi venne da sorridere, avendo un idea improvvisa - Faccio io- dissi

Morgan doveva aver capito che stavo per farne una delle mie e sorrise, divertito -Niente di troppo strano eh? Non avrá un buon umore dopo-

Gli sorrisi, ancora più convinta dal modo in cui l' avrei svegliato.

-Tanto non lo é mai- sussurrai.

Strisciai verso di lui e iniziai a tentare di scaturire un po' d'acqua con le mani.

Inizialmente non feci nulla, poi riuscii a fare una sfera d'acqua.

La feci volare in aria per un po', osservandola e studiandola con attenzione, poi puntai verso la faccia del rosso e preparandomi a buttarla giú.

Aspettai qualche secondo e poi la mollai.

Quando l' acqua centró in pieno volto Josh, quasi saltó in aria, con un urlo di disappunto, disapprovazione e molto, molto spavento.

Ci vollero due secondi scarsi per fargli realizzare la situazione.

-Bastarda!- righió arrabbiato, guardandomi in cagnesco -Come hai potuto!-

Sogghignai -Dormivi troppo-

-Accidenti a te- sbottó, scuotendo la testa per rimuovere una parte dell' acqua -Capisci la parola : delicatezza?!-

Lasciai perdere i suoi brontolii sommessi.

Riprendemmo il cammino praticamente subito, con passo spedito grazie al riposo.

Ciascuno di noi teneva uno dei tre animali, io Gylnis, Task con Hurricane e Morgan con Jade.

-Tyresis quanto é lontana?- chiese Fireburns, dopo aver smesso di brontolare

-Poco,neanche  mezza giornata, forse sette ore di cammino-

- E sarebbe poco ??- chiese lui sbadigliando

-Sempre meno di dodici ore- ribattei allegramente

-Tu non ti stanchi mai ? Io da piccolo ero così, ora invece mi scoccia, soprattutto perché non posso piú fare dispetti a...- si interruppe bruscamente, poi con un finto e forzato sorriso si costrinse a riprendere -Ehm... sbrighiamoci-

Morgan non sembró sorpreso da quella reazione, io invece sí, un po'.

Come mai si era interrotto?

Decisi di non fare domande e di continuare ad avanzare come se niente fosse.

Con la mano non occupata dalle briglie di Gylnis, presi la mia catenina a stella e ci giocherellai con le dita.

-É ora che ci cambiamo- disse Task ad un tratto, prendendomi alla sprovvista.

-Sí- risposi io

Ci dirigemmo verso il Dratini e tirammo fuori dalle nostre sacche il giusto necessario da indossare come cambio.

Non prendemmo gli intimi, non potevamo uscire dal sentiero ed era meglio non mostrarsi ai quattro venti.

La cosa brutta era che ero l' unica donna tra due uomini e temevo che facessero gli idioti.

Mi sfilai la maglia e la gettai a terra, rimanendo in reggiseno per il poco che mi servì ad indossare la seconda, di un azzurro cielo.
Mi tolsi anche i pantaloni e al suo posto misi una gonna blu scuro a pois bianchi, poi misi delle calze e degli stivali al posto di quelle scarpe da ginnastica rovinate.

Adoravo mettere gli stivali, erano piú comodi delle normali scarpe, sia da indossare che da togliere.

-Fatto- dissi io, voltandomi.

I due si girarono.

-Ti sta bene- fece l'eroe con un sorriso

Il Fuoco invece tacque per un attimo per poi dire semplicemente-Non sei adatta a viaggiare così-

L' eroe scoppió in una risata fragorosa e io mi sentii indecisa se sentirmi offesa o fare finta di non aver proprio sentito.

Optai per la seconda, litigare ancora con lui era irragionevole in questo momento.

Toccó a lui cambiarsi e io mi girai prontamente.

Quando disse che potevamo tornare a girarci, notai subito la bellissima camicia color fuoco, che si intonava bene con il colore dei capelli, con i due bottoni davanti, sul colletto, mezzi slacciati, che era in perfetta armonia con la sua corporatura slanciata e magra.

Indossava dei jeans neri e delle normali scarpe con i lacci, leggermente basse, che lasciavano intravedere parte della caviglia.

Più cercavo qualcosa da dire e piú mi ritrovavo senza parole.

Cercavo inutilmente di formulare frasi e quando ripartimmo non potei non avere la testa ancora più incasinata di prima.

Non ero abituata a fare troppo caso a come si vestiva qualcuno e come gli stava.

Rimanere a guardare come gli donasse quella camicia era stata una situazione decisamente molto strana.

Mi ci volle tanto prima che riscuotessi e tornassi in me.

"Ma cosa cavolo sto pensando?"

A camminare, cercando di non pensare a quello che per un attimo mi era preso, mi sembrava di star avanzando su un bordo ripido e in salita.

Non ero nemmeno abituata a far troppo caso alle sue espressioni, mentre adesso vedevo un lui corrucciato, con gli zigomi tesi e la fronte piena di pendii aggrottati, un sopracciglio rosso era alzato verso l' alto, l' altro piegato, i suoi occhi smeraldini scrutavano il bosco senza foglie e avevano un che di perso e confuso, le sue labbra erano perfette e avevano un colore che tendeva ad un rosa- rosso molto tenue, dipinto sulla sua bocca che aveva una carnositá delicata che non sapevo descrivere.

La mano libera era affondata tra i capelli rossi e l' altra teneva Hurricane per le briglie.

Seguii la sua corporatura lineare, partendo dalla parte del collo visibile dalla camicia sbottonata.

Non avevo neanche mai fatto caso al fatto che la sua pelle fosse parecchio più pallida della mia.

Era di una tonalità molto chiara, tra l' avorio e la pesca, che sembrava bianca rispetto alla mia, di un beige dorato quasi ambrato.

Aveva degli addominali ben scolpiti e delle gambe lunghe, che venivano ben risaltate dai jeans.

Le sue dita erano sottili e delicate, ben curate nelle unghie.

Mi diedi della stupida e spostai a fatica lo sguardo anche solo di un centimetro.

Quando ripresi il controllo di me stessa, mi dissi più volte che non sarebbe capitato mai, mai piú.

Le sei ore di viaggio mi parvero quasi infinite, ogni albero sembrava uguale all' altro e il paesaggio mi pareva continuare a ripetersi all' infinito.

Quando finalmente ci furono gli ultimi alberi, da cui spuntavano fasci di luce accecante, tirai un sospiro di sollievo.

Eravamo finalmente fuori.

Subito dopo il bosco si distendeva una pianura verde, da cui, poco in lontananza, si vedeva un grande cartellone appeso su due lunghe canne di bambú su cui vi era scritto : 'Benvenuti a Tyresis'

Morgan tiró fuori dalla borsa uno strano oggetto che aveva del bizzarro, pareva una bussola con un antenna a forma di molla.

-Sento il suo odore ma é lieve, le coordinate dicono che l' Elemento dell' Aria é verso l' altro lato della foresta-

-Quindi attraverseremo tutta la città?- chiese il Fuoco

-Sí. Ed é piuttosto grande rispetto alle altre che fin'ora avete visto-

-Sarà come una visita turistica?- dissi sorridente

-Praticamente sí-

-Woah ! Non vedo l'ora! Avevo sempre desiderato visitare una città!-

-Adesso aspettiamo però, sperando che quei due escano dal bosco, se non lo faranno entro domani, beh, credo che non ci saranno più speranze, però io penso che invece non aspettetemo vanamente-

Mi sedetti sull' erba, affianco agli altri, pensando al fatto che se qualcuno di noi sarebbe morto si sarebbe risucchiato l' Elemento e avrebbe smesso di essere sulla terra.

Questa storia era così confusa ! Mi metteva solo più casino e rabbia nella testa.

-Lo penso anche io.- dissi abbastanza convinta.

Vidi Morgan annuire, abbozzando un sorriso confortevole.

Io credevo in Guy.

Poteva farcela, poteva tornare da noi!

Non ci sarebbe stato alcun morto, no.

Task prese in mano una bottiglia d'acqua e bevve avidamente, per poi passarla a me.

L' accettai volentieri e lo vidi mentre si ficcava le mani nelle tasche, girando il capo.

Presi qualche sorso, umidificandomi la bocca con piacere, vuotandola per poi concentrarmi e riempirla di nuovo con il mio potere.

La passai a Morgan che, dovo aver rapidamente bevuto, la mise via.

Passammo parecchio tempo a parlare del piú e del meno, speranzosi che questa strana atmosfera di attesa e nervosismo svanisse una volta per tutte e che il tempo si sbrigasse ad avanzare ad un ritmo un po' piú rapido e regolare di questo.

Aspettammo, lí, seduti, fino a che finalmente la nostra attesa venne tranciata di netto con due parole, quasi esultate.

-Li sento!- disse Morgan, alzandosi all' improvviso in piedi

-Chi?-

-Diana e Guy!-

Saltai praticamente in aria.

Vidi anche Task alzarsi e tutti e tre rimanemmo a guardare la parte dentro del bosco, anche se non era minimamente visibile, cosa che ci fece aguzzare ancora di piú la vista per provare anche solo a vedere un ramo d'albero.

Sentii dei passi, che si susseguivano abbastanza lentamente e aspettammo in silenzio.

Avevo il cuore che mi rimbalzava nel petto dalla gioia che mi pervadeva, attraversandomi come scariche elettriche.

Quando vidi il profilo di due persone scivolare fuori dall' oscurità, non potei non sorridere.

Guy.

Guy era ancora vivo !

Il mio intero corpo vibrava di felicità, lo sentivo nel sangue.

E quando notai che aveva la camicia letteralmente a brandelli, mentre tentava invanamente di coprirsi e che aveva perfino  lo stesso colore di un fantasma; mi presi quasi un colpo.

Ancor prima che facessero un secondo passo, io iniziai a correre immediatamente per andare ad abbracciarlo.

Gli avvolsi le braccia al collo, saltandogli addosso, per poi stringerlo forte.

Non udii alcuna protesta da parte sua, nonostante tentasse di staccarmi dal suo collo.

Sciolsi l'abbraccio, per guardarlo meglio.

Aveva un espressione che diceva : -Mollami che cosí mi soffochi!-

-Cosa cavolo ti é successo?-

Lui mi guardó negli occhi, alzando le spalle, non rispondendo alla mia domanda

-Glielo ho chiesto anche io ma non mi ha detto nulla-

Lui fece un leggero sospiro, talmente piano che quasi non lo sentii

-Non parli perché non vuoi dirci nulla?- chiesi

Lui scosse il capo

-Mmmh... non parli perché non ne hai voglia-

Lui mi guardó male, poi scosse nuovamente la testa

-Non parli perché hai mal di gola-

Lui negó ancora una volta, poi indicò Task e fece uno spazio piccolo con le dita*

-Non parli per colpa di Task che é troppo piccolo-

-Ma che baggianate spari- esclamó il Fuoco, parecchio innervosito

Guy si sbatté la mano con forza sulla faccia e, disperato, scosse ancora una volta il capo, facendomi il segno di tornare indietro.

-Non parli perché hai mal di gola... mmmh...-

Ci ragionai su per parecchi secondi, rendendomi conto che la risposta era facilissima.

Non era che non volesse parlare, non ci riusciva.

-Non parli perché hai perso la voce!-

Lui alzó lo sguardo al cielo e finalmente annuí.

Rimasi in silenzio per poco.

-Ma che c'entra Task?-

Lo vidi implorarmi con lo sguardo, facendomi un espressione del tipo :' Lasciamo perdere, okay ?'

*: Task é il Fuoco, e stringendo le dita intendeva 'piccolo' ma in un modo diverso.
Guy utilizzava  l'Elemento del compagno per far capire a Silver che era vicina alla soluzione, ovvero con il termine 'fuochino'

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Fantasy / Vai alla pagina dell'autore: killian44peeta