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Autore: Mo0ny_    18/03/2017    2 recensioni
KageHina/AU Peter Pan
"Ogni notte, lo si poteva trovare sempre nello stesso luogo, a sbirciare tra le tende delle finestre di un giovane ragazzo londinese. Hinata era un tipo al quale piaceva viaggiare e scoprire nuovi orizzonti. Aveva visitato luoghi e posti che a molti risultavano sconosciuti. E una notte, la sua ombra aveva iniziato a fare i capricci e lo aveva condotto in una stradina di periferia dove, lontana dagli occhi indiscreti della gente, si poteva ammirare la deliziosa villetta dei Kageyama. "
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Shouyou Hinata, Tobio Kageyama
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Un pizzico di fantasia, coraggio e polvere di fata
 


Un pizzico di fantasia, un po' di coraggio e polvere di fata. Tre ingredienti che valeva la pena di usare se si doveva affrontare un viaggio di migliaia di chilometri, seguendo la seconda stella in cielo e poi sempre dritto. Hinata Shouyou conosceva quella strada a memoria. Ogni notte, lo si poteva trovare sempre nello stesso luogo, a sbirciare tra le tende delle finestre di un giovane ragazzo londinese. Hinata era un tipo al quale piaceva viaggiare e scoprire nuovi orizzonti. Aveva visitato luoghi e posti che a molti risultavano sconosciuti. E una notte, la sua ombra aveva iniziato a fare i capricci e lo aveva condotto in una stradina di periferia dove, lontana dagli occhi indiscreti della gente, si poteva ammirare la deliziosa villetta dei Kageyama. La sua ombra e Tooru, il suo amico e compagno di viaggio, nonché fata, lo avevano convinto a dare una sbirciata in quella villa. All'interno di essa vivevano 3 persone: la gentile signora Kageyama, alta e snella, capelli biondi e sempre raccolti in un elegante treccia, occhi cobalto davvero splendidi; il rude signor Kageyama, basso e robusto, capelli neri come la pece e occhi neri e scurissimi;e infine c'era Tobio, il figlio dei due. Con la sua altezza e grazia, i suoi capelli scuri e gli occhi cobalto era riuscito a catturare l'attenzione di Hinata. Divertiti dalla strana reazione del loro amico, Touru e l'ombra l'avevano portato più volte nella periferia di Londra. Hinata non aveva mai fatto confusione tra una villetta e un'altra. Ricordava alla perfezione dove aveva visto l'alto e bello Kageyama.


Una notte, due notti, una settimana, un mese, un anno.

Hinata lo osservava ogni sera, al calar del sole fino alle prime luci del mattino. Hinata voleva conoscere Kageyama, ma non ne aveva il coraggio. Tooru sapeva perfettamente cosa il suo amico provava. Cercava di convincerlo a conoscere il ragazzo, ma non ci riusciva. Stanco delle conversazioni tra la fata e il ragazzo volante, l'ombra si era staccata dal suo padrone. Non l'aveva mai fatto e Hinata si stupì quando la vide sul letto a baldacchino del giovane Kageyama. Aveva iniziato a chiamarla e dirle di tornare indietro, ma quella non ne voleva sapere niente. Furente dalla rabbia, rosso in viso più dei suoi capelli, Hinata era corso Nell'Isola che Non C'è a causa del sole che stava per sorgere. Touru sorrideva malizioso, Hinata non poteva recuperare la sua amata ombra senza entrare nella stanza del giovane londinese.

La sera successiva, Hinata era posizionato sulla finestra di Kageyama. La aprì senza fare rumore, entrando ancora più silenziosamente non poggiando letteralmente i piedi a terra. La polvere magica di Touru riusciva a tenerlo sospeso in aria, Hinata amava volare e sentire il vento fra le orecchie e tra i capelli rossi. Era una sensazione che lo faceva sentire libero e senza alcun ostacolo! Kageyama dormiva beatamente sul suo letto, immerso nei cuscini del suo letto. I capelli neri e corvini gli coprivano il volto ma Hinata riusciva a scorgere piccoli dettagli del suo viso: il naso alla parigina, leggermente all'insù, le labbra sottili chiuse in una smorfia. Lo aveva osservato per tanto tempo, e sapeva che le sue uniche espressioni facciali erano due: un broncio lungo quando parlava con tutti, e stupore. Quello lo si poteva ammirare raramente sul volto di Kageyama e accadeva solo in un'occasione: quando leggeva di posti lontani. Forse era questo ad aver colpito tanto Hinata: la voglia di vedere e scoprire il mondo, visitare nuovi posti a tutti sconosciuti. 
Aprì tutti i cassetti presenti in quella stanza, guardò sotto il letto, sopra l'armadio, ma non trovava la sua ombra. Imprecava silenziosamente, cercando di non svegliare l'altro ragazzo. Si sentì spingere da dietro e cadde dritto su Kageyama. Quest'ultimo aprì gli occhi di scatto, rivelando le iridi blu cobalto che Hinata amava osservare. Lo stupore presente sul suo viso era davvero tanto, Hinata avrebbe riso in altre circostanze. Il moro cercò di urlare ma la bocca fu chiusa dalla piccola mano del ragazzo volante. 
-Shhh! Non urlare! Vuoi che ti senta mezzo quartiere?! -Aveva davanti un ragazzo basso, capelli rossi fuoco, naso piccolo che si univa alla bocca in una strana espressione che Kageyama non sarebbe riuscito mai ad imitare. I capelli e la pelle erano messi in risalto da una maglietta, pantalone e cappello verde.
-Ombra è tutta colpa tua! So che sei qua! È inutile che ti nascondi! -Kageyama non riusciva a capire cosa l'altro stesse dicendo. Ma chi è?, si chiedeva nella sua testa. Che sia un ladro?
Un trillo, due trilli e poi tanti altri.
-Touru non cominciare anche tu! Ahia! -Kageyama lo aveva morso liberandosi dalla sua presa e alzandosi dal letto. Velocemente prese un ombrello e cercò di prendere il rosso, ma lui saltò in aria. No. Non saltò. Volò.
-Cos...? Come...? -Il moro avrebbe voluto fare tante domande ma fu bloccato da Hinata che si tuffò vicino a lui prendendo qualcosa in mano. 
-Ti ho preso Ombra! -un soffice fumo nero, era questo quello che Hinata aveva tra le mani. Con un colpo secco l'attaccò al suo corpo, mostrando al chiarore di luna la sua ombra.
-Ma.... Chi sei? -aveva sussurrato piano. 
-Mi chiamo Hinata Shouyou, piacere di conoscerti! -aveva fatto un grande sorriso nel pronunciare quella frase. Kageyama era ancora sotto shock.
-E come fai a.... Insomma... A ... A- gesticolava molto nel tentativo di farsi capire. Hinata gli rivolse un sorriso più dolce e comprensivo.
-A volare? -lo aiutò. Kageyama annuì. -Oh bè, è grazie a lui -indicò in alto. Una piccola luce dorata volava sul soffitto di quella stanza. Pian piano si avvicinò rivelando essere un piccolo esserino con delle bellissime ali trasparenti col alcuni dettagli dorati. Aveva dei capelli castani e leggermente mossi, un viso squadrato, occhi del medesimo colore dei capelli. Era vestito come Hinata, cambiavano solo il colori: giallo e dorato.
-Vedi la polverina che emana quando vola? Grazie a questa io posso volare. Vuoi provare ? -chiese. Kageyama stava farfugliando qualcosa che assomigliava ad "no, non ci provare, non voglio" ma Touru lo aveva già cosparso di polvere magica. I suoi piedi si sollevarono da terra, la paura di cadere cominciò a farsi strada nella testa del moro. Touru rideva malizioso.
-Rilassati. -sussurrò Hinata all'orecchio di Kageyama. -Perché volare basta solo un pizzico di fantasia, coraggio e polvere di fata!- Respirò piano piano, cercò di calmarsi, e dopo un paio di consigli da parte del rosso riuscì a spiccare il volo, elegante e delicato come un maestoso uccello. Era bello, soprattutto quando i suoi occhi cobalto si riempivano di entusiasmo. 
Le prime luci dell'alba si innalzavano. 
-Devo andare. -disse Hinata ma Kageyama afferrò il suo polso in un attimo. -Tornerai? -gli chiese. Il rosso sorrise facendo capire all'altro che sarebbe tornato.

-Vedi quella? La seconda stella a destra, quella più piccina? Per raggiungere il posto dal quale provengo bisogno seguirla. -La sera successiva, Hinata aveva mantenuto la sua promessa, era andato a trovare Kageyama. Guardavano il cielo dalla finestra.
-E da che razza di posto vieni? -il piccoletto aveva imparato che l'altro non era molto bravo ad interagire con gli altri. Il fatto che la sera precedente gli aveva chiesto di ritornare era stato più tosto strano!
-Dall'Isola Che Non C'è. E' un posto tranquillo se non si calcolano i pirati guidati da Kei Tsukishima e dal suo servo Tadashi Yamaguchi -
-Mi prendi in giro?! -chiese Kageyama al quale tutto quello che stava raccontando il ragazzo a fianco gli sembrava assurdo. 
-Guardami -Hinata si sporse dalla finestra, volando nel vuoto. -Io volo, ti sembra così assurdo che possa esistere un veliero con dei pirati? -Il moro restò in silenzio. 
-Con chi abiti lì? -
-Da solo. -rispose con un po' di malinconia negli occhi.
-Da solo?! -
-Una volta c'erano tanti ragazzi come me, i bambini sperduti. Ma poi hanno scelto di ritornare da dove provenivano. -Hinata guardava il vuoto.
-Perché tu non te ne sei andato? -
-Non avevo dove andare. Al contrario degli altri io non ho scelto di vivere da solo, io non avevo nessuno. Per questo ho scelto di seguire Bokuto, il primo ad aver scoperto l'isola. Ma poi lui si è innamorato di Akaashi e ha scelto di andare e crescere.... Piano piano l'hanno seguito tutti. Sono rimasto solo io -Touru si mise a trillare e a tirare le ciocche dei capelli rossi di Hinata. -Solo io, lui e la mia ombra. Touru è l'unico che mi è rimasto. -sorrise alla piccola fata. -Non mi dimentico di te!-
-Quanti anni hai?-Chiese Kageyama. Era piccolo e basso, non riusciva a capire l'età esatta del ragazzo al suo fianco.
-Sull'Isola Che Non C'è non si cresce. -
-Come?!-
-Hai sentito bene. Io non crescerò mai fino a quando non sceglierò di andarmene da lì. Comunque, credo di avere 15 anni, come te. -
-Tu sei tutto matto -il moro non riusciva a credere che tutto quello che Hinata diceva potesse essere vero. Il rosso semplicemente sorrise continuando a guardare il vuoto.
-A volte vorrei andarmene... -rivelò tutto ad un fiato. -Ma non parliamo di me. -
-Ah no! Non ho intenzione di raccontarti la mia vita -
Hinata fece segno a Touru di dargli un pò di polvere magica, e il rosso spiccò il volo dalla finestra. Allungò una mano verso Kageyama.
-So che ti piace esplorare il mondo. Questo mi basta, per ora. Non vuoi vederlo dall'alto?-Il moro guardò gli occhi ambra di Hinata per un po' prima di afferrare la sua mano, farsi cospargere di polvere magica e seguirlo. 
Era bellissima, Londra vista dall'alto era bellissima. Le case sembravano minuscole da lassù. Tuttavia, il Big Ben era sempre imponente e maestoso, era come un gigante fra un mucchio di formiche. 
-Fantastico....- aveva sussurrato. Hinata lo aveva udito, gli porse la mano e Kageyama accettò. 
Il rosso era veloce. Si muoveva come un grande e maestoso uccello. Era bello, Kageyama doveva ammetterlo. La sua, era una bellezza diversa dalle altre. Nonostante fosse piccolo e basso, Hinata aveva negli occhi ambra una grande voglia di vivere, erano stupendi. 
-Dove stiamo andando? -urlò per farsi sentire.
-Rilassati, ti piacerà -sorrise il rosso. E quel sorriso provocò una stretta al petto del moro.

Dopo una buona mezz'ora, arrivarono alla meta. Hinata aveva ragione. Fu la prima volta che vide un sorriso sul viso di Kageyama. Parigi era una città bellissima, e tutto il mondo desiderava vederla. Kageyama non faceva eccezione. Seduti sulla punta della Tour Eiffel ammiravano le luci della città. Erano piccole, come delle lucciole. 
-È bellissimo, vero?-Chiese il piccoletto.
-Si. È fantastico! - tuttavia, c'era qualcosa che Kageyama ancora non capiva. -Perché tra tante persone hai scelto di portare me quassù?-
La risposta ci mise un po'​ ad arrivare.
-All'inizio non capivo la decisione di Bokuto di voler lasciare l'isola. Gli chiesi il perché. Di persone ce n'erano un sacco, perché per una voleva abbandonarci? Allora, lui mi portò qua. Proprio dove siamo adesso. E sai cosa mi disse? -il moro fece cenno di no. -Mi disse che per lui, Akaashi era come guardare ogni giorno questo spettacolo... Mi disse che lo amava. - fece una pausa.
-È cosa c'entro io, in tutto questo? -
-Perché per me è la stessa cosa. Guardo te, e vedo Parigi. Vederti mi rende felice, ogni volta che incrocio i tuoi occhi vedo ogni singola luce di Parigi. E mi sento come tutti si sentirebbero a guardare questo spettacolo. Impotente e sottomesso. Da te -Kageyama aveva gli occhi sgranati dalla confessione. Forse Hinata lo conosceva da più di due notti, ma per lui era uno sconosciuto.
-Non ti conosco. Non posso dire di ricambiati. -il moro era molto sincero. -Ma io non voglio che tu sparisca dalla mia vita. Rimani, ti prego.- e come dire di no, se a chiederlo era lui?

Passarono i mesi. Hinata fece visitare tanti posti che mai Kageyama si sarebbe aspettato di vedere. Fu solo quando tornarono a Parigi che però anche lui si confessò. Erano nelle stesse posizioni di un tempo e ad aspettarli c'era sempre la solita Parigi.
-Esattamente un anno fa, mi hai detto chi eri, dove abitavi e cosa provavi. Io no, non l'ho ancora fatto. Tu sai chi sono. Sai dove abito però.... Non sai cosa provo -e a quel punto, Hinata raddrizzò la schiena e aprì le orecchie girandosi vero Kageyama e così fece anche Touru.
-Non pensavo che avrei mai potuto innamorarmi... Men che meno di un ragazzo. -si fermò. Era diventato rosso, completamente -Eppure ti guardo, e vedo Parigi, Shouyou -e fu solo dopo aver sentito il suo nome dalle labbra di Kageyama che si fiondò a baciarle. Fu un semplice bacio a stampo. Si guardarono negli occhi. Ambra e cobalto. Fuoco e acqua. Sorrisero entrambi al pensiero di quello che era appena successo. Hinata si girò per chiamare Touru ma lui non c'era più. Al suo posto, un sacchetto di polvere gialla.
-Dov'è?-Chiese dolcemente il moro.
-È tornato a casa... Stavolta, senza di me -L'Isola che Non C'è non sarebbe stato altro che un ricordo, ora che aveva lui. Il suo Kageyama. Per l'ultima volta, Hinata cosparse il suo corpo di polvere magica e per l'ultima volta recitò la solita frase: -"Un po' di fantasia, coraggio e polvere di fata"-

 

3 anni dopo

-Eddai Kageyama! Vieni! -
-Non ci penso nemmeno! -
-Non farti pregare! Non voglio stare da solo! -Erano tutti e due sulla spiaggia. Nessuno dei due aveva mai rinunciato a viaggiare e insieme avevano continuato a visitare i posti e i luoghi che tanto amavano. Ora erano in Italia. Tutto era fantastico. Il sole, la gente è soprattutto il mare. Le acque azzurre e cristalline erano la meta di milioni di turisti, e non potevano non attirare due viaggiatori come Hinata e Kageyama. Indossavano tutti e due il costume, il rosso si era fiondato in mare, ma naturalmente il suo compagno non ne voleva sapere nulla.
-Uff... Va bene...-Hinata aveva rinunciato, o almeno all'apparenza. Kageyama si sedette sul telo da mare e fu allora che entrò in azione. Riempì un secchio d'acqua e agilmente glielo buttò addosso.
-Brutto idiota! Vieni qua! -Kageyama partì all'inseguimento. Hinata rideva con le lacrime agli occhi. Appena lo raggiunse in acqua dove si era nascosto fece una delle cose più banali al mondo.... Il solletico. Il rosso lo soffriva tantissimo ed infatti continuava a ridere.
-Sei davvero un'idiota, Hinata! -gli disse sorridendo anche lui.
-Ieri sera non la pensavi così, Tobio-chan! -rosso come un peperone, Kageyama imprecò maledicendo il giorno in cui si era confessato a quel piccoletto.
Il suo piccoletto.


 

Angolo dell'Autrice.
Salve! Questa è la prima Fanfiction su Haikyuu!! che scrivo, spero sia carina e possa piacervi. La KageHina è la mia coppia preferita dell'anime/manga. Touru è l'unico che chiamo con il nome in quanto mi ricorda il nome "Trilli". Bokuto mi sembrava ottimo nel ruolo di Peter Pan, non sembra affatto un liceale del terzo anno! Kei e Yamaguchi erano buffi nel ruolo di Capitan Uncino e Spugna, e così li ho inseriti. Spero che vi sia piaciuta!
Alla prossima!!

 
   
 
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