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Autore: EmaEspo96    18/03/2017    2 recensioni
[ SPOILER FINALE STAGIONE 8 ] Attraverso gli sguardi e i molteplici tentativi, Bonnie e Kai si ritroveranno un'ultima volta faccia a faccia. In quella solitudine interiore che entrambi possiedono e comprendono ma che, nel loro ostinato silenzio, nessuno dei due riesce ad esternare. Un vuoto negli occhi e nelle parole, che permea l'aria di qualcosa di non detto.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bonnie Bennett, Kai Parker
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Words left unsaid
will sit inside your mind
screaming

 
UNSPOKEN
È freddo l’acciaio contro la pelle nuda. Sono fredde le catene che gli avvolgono i polsi ed è freddo il pavimento, contro ogni aspettativa, donando a Kai nient’altro che una sensazione di gelo. È freddo egli stesso, dentro, mentre osserva il vuoto degli occhi di Bonnie. In molti, nella sua vita, l’hanno osservato in quel modo.

L’ha fatto suo padre, quando ha scoperto di non poter lasciare a lui il comando della Congrega Gemini. Lo ha fatto sua sorella, Jo, quando l’ha osservato essere vittima dell’incantesimo che l’ha trasportato nel mondo-prigione. Lo ha fatto Elena Gilbert, lo ha fatto Damon Salvatore, lo ha fatto Luke, lo ha fatto Liv, l’hanno fatto tutti. Ma quel vuoto, quel ‘tu non vali niente per me’ attraverso gli occhi di Bonnie è diverso da quello di tutti gli altri. È doloroso e gli raggela l’anima.

Bonnie scuote il capo, risponde a quelle scuse disperate che sono scivolate dalle labbra carnose di Kai, adesso troppo poco credibili. “Mi dispiace” le dice ancora, stringendo le labbra e tradendo quella lucidità negli occhi che vuole precedere un pianto. Gli dispiace, ma quelle parole non hanno alcun valore pronunciate da lui. Pronunciate dall’essere che ha ucciso i suoi fratelli, dall’essere che ha tentato più volte di uccidere Bonnie, che ha ucciso la sua stessa gemella e che è tornato in vita, dopo anni trascorsi all’Inferno, per cercare di uccidere le figlie di Alaric ancora una volta. Nessuna scusa, pronunciata da Malachai Parker, possiede un valore. E l’indietreggiare di Bonnie, il modo in cui lo ignora come fosse nient’altro che un escremento abbandonato, mostrano chiaramente a Kai che ha esaurito le sue possibilità di redenzione.

A Damon lo ha detto. Dopo tutto il tempo trascorso nel regno del Diavolo, ha compreso che non esiste una redenzione per quelli come lui. Eppure, quando osserva gli occhi scuri di Bonnie e osserva il modo in cui cela il suo odio, mette da parte il dolore e mette tutta se stessa per aiutare i suoi amici, d’improvviso tutto gli sembra possibile. Perfino essere diverso da quello che è. Ha avvertito questa certezza quando si sono fissati per la prima volta, rammentandola più volte nei momenti seguenti.

L’ha odiata quando l’ha abbandonato insieme agli eretici, per vendicarsi. L’ha odiata così tanto che si era ripromesso di ucciderla appena gli si fosse presentata l’occasione, ma quel desiderio ha vacillato nel momento meno opportuno e gli è costata la vita. Cosa aveva pensato quando l’ha vista, tra i cadaveri della Congrega Gemini, abbandonato dal suo migliore amico? ‘Povera Bonnie’. In quell’inganno, Kai aveva avuto modo di pensare che nessuno meritasse la presenza di quella strega più di quanto la meritasse lui.

“Aspetta, aspetta. Bonnie!” la voce si alza nel tono, il corpo si agita sul pavimento così come si è agitato in precedenza, costringendo la sedia a perdere l’equilibrio ed a seguire il peso del proprio corpo, precipitando al suolo. Ha avvertito il dolore dell’impatto, minimo, ma non si è soffermato particolarmente. Ha cercato la figura di Bonnie con lo sguardo, sperando che non l’avesse già abbandonato. “Non ho intenzione di ascoltarti ancora, Kai”

L’eretico deglutisce a vuoto, ingoiando quella saliva che sa di morte. Gli ricorda che è solo il fantasma di ciò che era, la personificazione dei suoi errori, e probabilmente morirà lì dentro. Ma non è questa la sua preoccupazione. Il bisogno che affiora lentamente nella sua mente e nel suo corpo non è la sopravvivenza, com’è sempre stata, ma è il perdono di Bonnie. Non un perdono qualunque, non un paio di parole o un annuire poco convinto. Vuole che lei sappia, che comprenda e abbracci il proprio tentativo e poi, se ancora vorrà, Kai accetterà finalmente di ritornare alla prigionia. Un ultimo desiderio, prima della completa solitudine.

“Dammi solo dieci minuti” c’è fretta nella frase. Impone una certa velocità nello sputare fuori quelle parole, per permettere a Bonnie di sentirle prima di sparire “Solo dieci minuti e poi potrai lasciarmi qui, non farò nulla per impedirtelo”.

“Non puoi fare nulla” la voce di Bonnie è tagliente, aggressiva così come le emozioni racchiuse nel suo sguardo, quando il volto si gira e si sofferma di nuovo nella direzione di Kai. La strega riesce a vederlo, ma tace, quel mutamento nell’espressione dell’eretico. Una sorta di appagamento che si avvicina alla pura disperazione più che alla beffa di cui Malachai Parker si sporca sempre. Bonnie la vede nei lineamenti del suo viso: nelle labbra curvate verso il basso, nella fronte aggrottata, nell’ammassarsi delle lacrime che si deposita sulle palpebre inferiori dei suoi occhi. E per un secondo, mentre lo fissa, si convince che stavolta non le sta mentendo. Che quelle scuse potrebbero nascondere una certa verità, dietro, forse il vero volto del ragazzo abbandonato che lei ha intravisto nel mondo-prigione molto tempo addietro. Si ferma a fissarlo e lui respira, con pesantezza, lasciandosi scappare un sospiro quando si rende conto che lei ha tacitamente accettato. Sta aspettando.

“Non ti avrei uccisa” afferma lui, con un’apparente sicurezza. Vacilla nel tono e nella scelta delle parole. “Quando eravamo da soli, rinchiusi. O al matrimonio di Josie…” si ferma pochi attimi, tradendo un’evidente incertezza che sfocia in una risata disperata, che scivola attraverso i suoi denti sotto la forma di un sibilo “Anche in questo momento, mentre ti guardo, vedo solo tutte le possibilità che ho avuto di redimermi.”

Bonnie è ferma a guardarlo, sospesa nel suo vuoto interiore, nei suoi dubbi e nella sua indecisione. È Kai a parlare. Neanche una delle sue parole possiede un reale valore eppure, nella disperazione altrui, vede la propria. Negli occhi dell’assassino, nel mostro, nel sociopatico che ha sterminato la sua famiglia, Bonnie riesce a vedere la comprensione. Sono soli entrambi, per quanto lei finga di non esserlo. Per quanto si ostini a dire di avere l’appoggio di Damon, di Caroline, di Matt o di chiunque altro…è consapevole che tutto è fittizio. Stefan ha ucciso Enzo e tutti quelli che la circondano giustificano l’azione del vampiro, ma non giustificano l’odio che è nato nel cuore della strega come conseguenza di quella perdita. Le ricordano che potrà perdonarlo, in futuro. Che ha agito privo delle sue emozioni, mosso dal volere del Diavolo, che Stefan ha bisogno del suo perdono. Non si parla mai, e mai si è parlato, di ciò di cui ha bisogno Bonnie. Le sarebbe bastato Enzo. Aveva trovato tutto in lui e gliel’hanno portato via, come se non avesse un reale valore nella sua vita come non lo aveva nella vita degli altri.

La strega stringe le sue labbra carnose. Solleva le braccia, le incrocia al petto, aggrotta la fronte e nasconde quell’umidità negli occhi che nasce dalla consapevolezza di aver perso l’uomo della sua vita. “Ma non l’hai fatto, Kai” gli dice, solo adesso, con un tono di voce spezzato che costringe una nota maggiore di dispiacere sul volto dell’eretico “Non importa quello che mi stai dicendo ora. Ci hai già provato, più volte, a convincermi che non sei lo psicopatico che credo. Adesso le tue parole non cambiano nulla.”

Un pesante minuto di silenzio segue le parole della Bennett, durante il quale i due si limitano a fissarsi negli occhi. Incatenati, aggrappati l’uno all’altra. Kai non può capire cosa voglia dire perdere qualcuno, perché egli stesso ha causato la morte di coloro che gli erano più vicini; Bonnie non può capire cosa voglia dire essere il male nella vita delle persone che le vivono intorno e l’aiuto che ha offerto, ancora una volta, non fa altro che dimostrarlo. Kai sorride, in un breve frangente, e sembra aver esaurito le parole da pronunciare. Dubita di averne mai avute di sensate, prima, che non fossero la copia di quelle pronunciate nei tempi passati. E deglutisce, a vuoto, ingoiando solo la sensazione di voler dire molto di più ma non poter osare altro.

Non cambierà nulla tra di loro. Non cambierà lui. Non cambierà lei. Non cambierà quell’incapacità dell’eretico di poter provare delle vere emozioni o quella convinzione di Bonnie di non vedere nulla oltre gli omicidi da lui commessi. In quell’ultimo momento in cui hanno potuto osservarsi e lontanamente comprendersi, Bonnie e Kai non hanno trovato il modo d’esternare e rendere fisico quel legame che li ha inevitabilmente uniti. Qualcosa che i loro sguardi e le loro incertezze hanno manifestato in silenzio, ma di cui nessuno dei due ha dato notizia. I dieci minuti terminano, oscillano su di loro, e poi il corpo di Bonnie scompare e con lei la possibilità che il non detto divenisse parola.

 

NDA - dopo quattro anni lontana da questo sito, ho ritrovato la voglia e la possibilità di ritornare a scrivere. Dopo una settimana dalla fine ufficiale di The Vampire Diaries, ho avuto modo di pensare ( in realtà, questa OS è nata da un sogno che ho fatto riguardante questi due personaggi ) al modo in cui Bonnie e Kai sono stati minimizzati nell'esternare i sentimenti.

Questo testo è ciò che io ho sentito provenire da questi personaggi. E' un tentativo di ritornare nel mondo delle fanfiction e un addio verso questa serie che mi accompagnerà probabilmente per sempre.
   
 
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