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Autore: I_love_villains    19/03/2017    2 recensioni
Un nuovo survival game sta per iniziare.
Chi diventerà Dio stavolta?
[Storia ad OC. Iscrizioni chiuse]
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Altri, Deus Ex Machina, Murumuru
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Seventh: Ryo Sadaenki, 25 anni
Ryo si sedette a fumare, tranquillo. Si tolse il casco giallo da operaio e si passò le mani tra i femminili capelli rosa e viola. Li odiava, quei capelli. Gli procuravano un sacco di seccature. Ma non era colpa sua: madre natura lo aveva dotato di un carattere irascibile ed impulsivo che mal si accordava con quei capelli. Ogni volta che qualcuno lo prendeva in giro lui si arrabbiava e il malcapitato indietreggiava, impaurito dai suoi occhi azzurri e tempestosi. Poi c’era anche il fatto che amava fare a botte. La maggior parte delle volte era il vincitore delle scazzottate, visto che grazie al suo lavoro aveva un fisico tonico e asciutto.
A dir la verità, da qualche anno aveva iniziato a rigare dritto per il bene di suo fratello maggiore. Per non parlare di cosa era successo sei anni fa …
Ryo scosse la testa. Aveva pagato per quella storia, adesso voleva solo andare avanti. Prese il cellulare dalla tasca. Nulla era cambiato da quella mattina. Per sua sfortuna, era previsto che verso le tre del pomeriggio un nuovo arrivato lo provocasse e gli rompesse il naso. Rimise il cellulare a posto. Doveva impedire che accadesse. Sarebbe stato uno spreco di tempo e nonostante i suoi numerosi difetti, Ryo era un ragazzo responsabile che ci teneva al lavoro e non aveva problemi a faticare per ottenere onestamente ciò che voleva. Forse sarebbe andato in bagno in quel lasso di tempo. Spense la cicca sorridendo.
“Ehilà, Seventh!”
Il giovane sussultò e posò lo sguardo su Mur Mur.
“Tu non esisti!” sbottò basito.
“Uff … saltiamo questa parte, per favore. Ti devo parlare del tuo diario.”
“Eh? Mi vuoi spiegare com’è che ora anticipa chi vince nelle future lotte?”
“Esatto. Il tuo adesso è un Mirai Nikki. Ne esistono altri undici, assieme ad altrettanti proprietari. Competi con loro per diventare un dio e … uccidi o muori, praticamente.”
“Cosa? No!” Il ragazzo si adirò. “Non ho chiesto proprio niente, nanetta! Riprenditi il tuo fottutissimo …!”
“Fermo, non lo lanciare! Se viene danneggiato fai la sua stessa fine!”
Ryo si bloccò. Fece un respiro profondo e depose il cellulare di nuovo al sicuro. Intanto Mur Mur era sparita. Lui si accese un’altra sigaretta, teso. Quella storia non gli piaceva per niente.

Eighth: Osamu, 36 anni
Osamu contò i soldi che era riuscito a riscuotere vendendo l’ultima partita di droga. Il suo capo ne sarebbe stato felice. A lui non importava niente di quanto quei ricchi figli di papà erano disposti a sganciare per avere la polverina magica. Avrebbe fatto anche a meno della sua parte, se ciò non fosse sembrato sospetto. E, una volta arrivato a quel punto, sarebbe stato da sciocchi. Era da quasi sedici anni in quel mestiere. Aveva persino ucciso e torturato. A dir la verità, la cosa gli piaceva. Godeva nel vedere la paura impressa nello sguardo delle sue vittime e ciò lo portava ad augurarsi che qualcuno pagasse in ritardo o cercasse di fare il furbo, così lui lo avrebbe potuto punire.
Mise il denaro in tasca e consegnò la droga al ragazzino che aspettava davanti a lui, timoroso. In effetti il suo aspetto non era dei più raccomandabili: freddi occhi color cenere, capelli rasati a zero, un piercing sul naso, barba incolta e un corpo abbronzato e muscoloso ricoperto di tatuaggi e cicatrici varie, che però erano nascosti dagli indumenti.
“Siamo a posto.”
“B- bene, arrivederci.”
Osamu lo guardò allontanarsi ghignando. Se quel ragazzo era così spaventato per un semplice acquisto, chissà che avrebbe fatto se mai avesse dovuto usare le sue catene per minacciarlo. Pensieroso, l’uomo controllò il suo cellulare. No, quel ragazzino non era più un suo problema.
“Salve.”
Osamu imprecò mentalmente alla vista di Mur Mur. Restò a fissarla senza sapere che dire.
“Allora ... ti piace cosa sa fare il tuo diario, eh?”
“Un bel trucchetto, sì. Mi dice chi avrà paura di me e quanta.”
“Questo è possibile grazie a Deus. Tu e altre undici persone concorrete in un survival game per diventare il nuovo dio.”
“Interessante” mormorò lui.
“Mh. Fra non molto Deus ti contatterrà.”
“Un dio ... chi l’avrebbe mai detto ...”
L’uomo ghignò perfidamente, perso nei suoi pensieri. La cosa era davvero molto interessante.

Ninth: Ayato e Seiko Mitsuko, 7 anni
I due gemelli uscirono in giardino chiacchierando allegramente. Se non fosse stato per il fatto che fossero un maschio ed una femmina, sarebbero stati indistinguibili: stessi vivaci occhi castani, stesso visetto rotondo, stessi capelli neri - ma quelli di Seiko erano più lunghi, stessa vocetta squillante. E stesso carattere da diavoletti. Se nel quartiere accadeva qualcosa, i primi ad essere sospettati erano i due fratelini Mitsuko. Ciò li rendeva fieri, tuttavia col tempo erano diventati bravi a non farsi beccare per evitare rimproveri e punizioni.
Ayato si sedette sull’altalena, accanto la sorella. Era turbato. Si dondolò lentamente.
“Mi vuoi dire che hai?” lo spronò Seiko, impaziente.
“Tu ... non hai ancora visto il nostro diario, vero?”
“Beh, no, non abbiamo ancora fatto niente.”
“Vero, ma qualcosa in mente ce l’abbiamo ...”
“Pittare Pallino. Quindi?”
“Quindi è rimandato. Guarda.”
Il bambino passò un quadernetto alla sorella. Lì lui disegnava ogni marachella da loro commessa e lei aggiungeva l’esito sotto forma di faccina sorridente o triste, affiancata ogni tanto da un commento. Seiko sfogliò il diario. Trovò la figura del loro gatto pitturato di rosa. Sotto c’era una faccina infelice con scritto accanto in castigo per una settimana.
“Ma ... lo hai fatto tu? Per forza!” esclamò la bambina, sebbene fosse incerta.
“No, te lo giuro su ciò che vuoi” fece Ayato, sincero.
“Però non possono essere stati nemmeno mamma e papà e ... ma ci sono altri scherzi!”
“Vediamo, prima non ho visto tutto.”
I gemelli si sedettero sull’erba per maggiore comodità, con in mezzo il quadernetto. I disegni proseguivano per un bel po’ ed erano nel loro stile, sia per come erano fatti sia per le idee che rappresentavano.
“Abbiamo un diario magico!” concluse Ayato, eccitato.
“Wow! Ora siamo im ... impa ... insomma, non ci possono scoprire!” proclamò la sorella, parimenti esaltata.
“Ehi, sta cambiando.”
In effetti, visto che i piccoli non avevano più intenzione di cambiare colore al gatto di famiglia, quell’immagine era sparita.
“Forte, siamo davvero a posto!” esclamarono insieme.
Si diedero il cinque.
“Ciao, ragazzi!” li salutò allegramente Mur Mur.
I discoli scattarono in piedi. Erano poco più alti di lei.
“Mur Mur, guarda, il nostro diario prevede il futuro!” le annunciò Seiko mentre Ayato faceva scorrere velocemente le pagine.
“Lo so, lo so” sghignazzò lei. “È stata una decisione di Zeus.”
“Cosa?” domandarono in coro. “Eh, sì. Potete diventare degli dei, se sopravvivete. In fondo siete dei ragazzi in gamba, potete cavarvela.”
“Che intendi?” volle sapere Ayato, apprensivo.
“Che ci sono altri undici proprietari e alcuni di loro non si faranno scrupoli a farvi del male. Presto Deus si farà sentire. Ciao!”
Mur Mur lasciò i bambini meno contenti di quando li aveva trovati. I due gemelli si guardarono negli occhi, poi guardarono il quadernetto. Quello sì che era un brutto scherzo, non faceva ridere neanche un po’.

Tenth: Raquele Rumpet, 15 anni
“Raquele, per favore, un altro scatto.”
“Avanti, Dea del Sole, non farti pregare.”
L’adolescente sorrise teneramente a quel nomignolo e acconsentì a fare un'altra foto nei panni di Misa Amane. D’altronde non aveva altra scelta: il ragazzo che glielo aveva chiesto era lo stesso che le fabbricava gli abiti da cosplayer. Raquele salutò gli amici e corse in casa a cambiarsi. I capelli, dalle varie sfumature di giallo, furono legati nei soliti codini che partivano dalla base del collo. Sugli occhi, grandi e neri, furono applicate delle lenti a contatto azzurre. Lei li avrebbe tanto voluti di quel colore, gli occhi, ma per tutti gli altri era perfetta così: alta, bella e allegra. Non a caso era stata soprannominata Dea del Sole.
Raquele sospirò. Presto sarebbero rientrati anche sua madre ed il patrigno e lei non intendeva vederli più del necessario. Si preparò per andare al parco. Infatti, stando al suo diario, lì avrebbe incontrato Fumio Osara, un diciottenne noto per il suo canale YouTube. C’era la possibilità che riuscisse a farselo amico, così da diventare sua ospite e conquistare il web grazie alle sue abilità da cosplayer.
Aveva appena messo piede fuori di casa, quando una voce la fece trasalire.
“Salve, Tenth!”
La giovane guardò stupita Mur Mur.
“M- ma che succede? Com’è possibile??”
“Calmati. Cavoli, sei pallidissima, meglio se ti siedi.”
La biondina si sedette, tremendamente confusa. Mur Mur fu tanto gentile da portarle un bicchiere d’acqua. Aspettò che si fosse ripresa un po’ prima di raccontarle tutto sul survival game.
“Dovevo saperlo che c’era qualcosa sotto” commentò Raquele. “Non si riceve mai qualcosa per nulla.”
“Beh, ci sentiamo presto.”
La ragazza si decise ad alzarsi. Non aveva ancora idea di come fare, ma avrebbe vinto a tutti i costi.

Eleventh: Lara Tashio, 19 anni
Lara era seduta contro la corteccia di un albero. Sulle sue gambe era poggiato un album da disegno e lei stava osservando critica l’ultima sua opera. Amava lo stile di Tim Burton e quel giorno aveva rappresentato un cane simile a quello di Frankenweenie. Un gruppo di ragazzi si mise a lanciare un frisbee poco lontano da lei. La ragazza sbuffò irritata. Mise nello zaino le sue cose e si tirò su, facendo una smorfia quando il ginocchio sinistro le mandò l’ennesima fitta di dolore.
I ragazzini la notarono andar via. Smisero di giocare, radunandosi a parlottare fra loro. La conoscevano di fama. Avevano sentito dire che era scontrosa, introversa e molto cattiva, anche se apparentemente sembrava una persona tranquilla: bassa, abbastanza robusta, schivi occhi verdi e capelli neri con le punte bianche. Eppure, se qualcuno la avvicinava, scattava come una furia e i suoi disegni erano decisamente macabri.
Lara li degnò di uno sguardo appena. Sapeva cosa si stavano dicendo. Ma le andava bene così, almeno l’avrebbero lasciata in pace. E pensare che nessuno sapeva della sua speciale agenda. Agenda che era diventata ancora più speciale. Se ne era resa conto quella mattina quando, cercando i necrologi sul giornale per poi ricopiarli, li aveva trovati già scritti. Non solo quelli di quel giorno, la lista era lunga ...
“Ciao.”
I suoi occhi si dilatarono appena alla vista di Mur Mur.
“Avrai scoperto l’abilità del tuo diario, suppongo.”
“Mh.”
“Sempre di poche parole, eh? Comunque sappi che non sei l’unica ad avere un Mirai Nikki. Ne esistono altri undici. Tu e gli altri proprietari vi sfiderete in un survival game per diventare il nuovo dio.”
“O dea” fece lei, pensierosa.
“Già, o dea. Aspettati una chiamata di Deus.”
Lara annuì. Non aveva paura della morte, soprattutto adesso che la poteva prevedere.

Twelfth: Caleb Leclerc, 53 anni
Caleb si lasciò cadere sulla poltrona, esausto. Aveva passato una mattinata d’inferno al ristorante. Si passò una mano fra i capelli castani, tra cui parecchi erano già bianchi, e se li ravviò verso destra. Chiuse gli occhi verde prato, permettendosi un momento di relax. Quel lavoro era stancante, ma lui adorava fare il capo cameriere. I clienti lo apprezzavano molto per l’eleganza, la disponibilità, il suo sorriso aperto. E non guastava neppure l’aspetto, Caleb era ancora un bell’uomo. Queste doti però spingevano alcune persone ad approfittarsi del suo buon cuore. Lui era buono, sì, ma scemo no e a quell’età riusciva a distinguere chi aveva davvero bisogno di aiuto e chi invece cercava in qualche modo di ingannarlo. Come il tipo che ci provava con sua sorella …
Caleb riaprì gli occhi. Quel cuoco era una delle poche persone che proprio non sopportava. D’altronde il sentimento era reciproco, in quanto quel tizio provava sempre ad umiliarlo.
“Ehilà!”
L’uomo sobbalzò e guardò meravigliato Mur Mur sedersi a gambe incrociate sul tavolino di fronte la poltrona.
“Tu non controlli molto spesso il tuo diario, eh?”
Lui si limitò a scuotere la testa, incredulo.
“Avanti, fallo ora” lo spronò lei.
Caleb obbedì. Si alzò, estrasse dalla libreria un diaro blu scuro, si risedette e lo consultò. Notò con stupore che molte pagine erano state scritte e gli indicavano con precisione chi si voleva approfittare di lui.
“Figo, vero? Ma c’è dell’altro. Partecipi ad un survival game per prendere il posto di Deus assieme ad altri undici proprietari.”
“Survival game …?”
“Sì, come Battle Royal o Hunger Games, non so se mi spiego. Finalmente ho avvertito tutti. Per ulteriori chiarimenti Deus vi riceverà tutti fra poco. Arrivederci.”
Sparì. L’uomo poggiò la testa su una mano, allibito. Trovava orribile uccidere una persona. Figuriamoci undici, poi. Rimase seduto a riflettere finché non arrivò la chiamata di Deus.



***Angolo Autrice***
Ora ci sono tutti!
Seventh, Eight, Tenth e Twelth sono di Miky2911, Eleventh di AnnyWolf99. Grazie per il supporto, ragazze!
Partono le scommesse su chi morirà per primo XD
Scusate se Mur Mur è ripetitiva, ma era per far vedere come reagiscono i diversi personaggi.
A presto!
   
 
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