Anime & Manga > Kenshiro / Hokuto no Ken
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Autore: hooligans_holiday    19/03/2017    1 recensioni
In un universo in cui tutti sono ancora vivi, Hyo deve finalmente sposare Sayaka. Andare a Las Vegas per festeggiare l'addio al celibato, insieme a tutti i suoi più cari amici, sembrava un'ottima idea...almeno fino al giorno dopo.
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiou, Jagger, Kaioh, Kenshiro, Raul
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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5.
"Aaaallora, ragazzi, che...ah, ma siete voi!" dopo mezz'ora di attesa, un tizio rasato a zero, con un enorme ragno tatuato sulla testa, accolse il quartetto nello studio.
Bene. Almeno, avevano beccato qualcuno che si ricordava di loro. Forse, poteva sapere qualcosa di Hyo...o, almeno, poteva aiutarli a ricostruire quello che avevano fatto quella notte.
"Come va con i tatuaggi? Tutto a posto?" chiese, mentre risistemava dei disegni in una cartellina.
"Lasciamo perdere...siamo venuti per chiederti qualche informazione." sospirò Raoh, pregando tutti gli dei che quella traccia non si rivelasse un altro buco nell'acqua. Correre a destra e a manca per tutta Las Vegas stava cominciando a diventare stancante...
"Se si tratta della cura dei tatuaggi, è tutto sugli opuscoli che sicuramente il mio collega vi avrà dato quando siete andati via. Altrimenti, posso darvene degli altri. Se poi ci sono problemi, posso dare un'occhiata." continuò a mettere in ordine le sue cose.
"No, no...è che..."
Il tatuatore si girò verso Kaioh "Soprattutto il tuo. Con tutte quelle cicatrici, devi dargli più attenzione degli altri."
Il primo Rasho alzò un sopracciglio "...il mio?"
"No, il mio...certo, che parlo del tuo! Ragazzi...mi sembrate un po' rimbambiti, oggi...e dov'è quello con i capelli lunghi, quello che si doveva sposare? E perché lui è vestito da suora?" si fermò, e guardò i quattro.
Kaioh sbattè le palpebre, cercando di metabolizzare quello che aveva appena sentito. Un tatuaggio? SI ERA FATTO TATUARE? DOVE si era fatto tatuare? E COSA si era fatto tatuare? Come se non avessero già abbastanza problemi...E POI, perché lui? Perché non Jagi, o Raoh? PERCHE' GLI DEI CE L'AVEVANO SEMPRE CON LUI?
Intuendo che la situazione rischiava di precipitare, Raoh si intromise nella questione, lanciando qui e là occhiate a suo fratello, per essere sicuro che non attivasse di nuovo la modalità Matoki. Non voleva neanche immaginare la scena...Kaioh che dava di matto di fronte ad altra gente poteva essere problematico...
"...non...a dire il vero, non ricordiamo nulla di quello che è successo stanotte."
Il tatuatore scoppiò a ridere "E lo credo! Eravate ubriachi fradici...però avete firmato la liberatoria, lo studio non è responsabile dei tatuaggi che ci avete chiesto."
Raoh annuì "Lo sappiamo...vorremmo solo che tu ci dicessi quello che abbiamo fatto qui dentro. A che ora siamo arrivati? Sai dove siamo andati, una volta usciti di qui?"
L'uomo alzò le spalle, e rimase pensieroso. Tutti e quattro (anzi, tre. Jagi si era fermato a studiare con occhio rapace le foto di alcune modelle) lo guardarono, speranzosi. Se non altro, già sapere quanto tempo avevano passato lì dentro, poteva essere utile.
"Guardate...siete arrivati poco dopo mezzanotte, ma più di tanto non so dirvi, perché io me ne sono andato appena ho finito il suo tatuaggio." indicò Kaioh.
Kaioh digrignò i denti, e strinse i pugni.
"Quindi...siamo arrivati dopo mezzanotte, loro due si sono fatti tatuare, e poi ce ne siamo andati. E Hyo era con noi..." Raoh cercò di riordinare le idee. Se Kaioh si fosse fatto un tatuaggio molto grande, se ne sarebbero sicuramente accorti...probabilmente, non avevano passato più di un'ora e qualcosina, lì dentro.
"...amico? Guarda che vi siete fatti tatuare tutti. Non ve lo ricordate?" il tizio li guardò, con un'aria sorpresa.
Silenzio.
Si erano fatti tatuare TUTTI? TUTTI? TUTTI E CINQUE? Ma perché? Da dove avevano tirato fuori quell'idea del cavolo? E chi gli aveva dato i soldi?
"Ma dai..."Il vessillo del branco!" dicevate...e poi, eravate su di giri perché avevate vinto al casinò...davvero non vi ricordate niente?"
Di nuovo, silenzio.
"Che figata...non vedevo gente messa così male dal 2009! Lui si è pure addormentato mentre lo tatuavo..." il tatuatore fece un cenno con la testa in direzione di Kaioh. Stava ridendo così tanto, da arrivare alle lacrime.
Il primo Rasho iniziò a inspirare profondamente, mentre i suoi occhi avevano cominciato a mandare lampi furiosi.
Jagi si grattò la testa "...che tatuaggi ci siamo fatti fare?" tanto, ormai...non sarebbe stata la prima volta che prendeva una sbronza, e andava a farsi tatuare. Solo che, l'ultima volta, con lui c'era Amiba, che gli aveva consigliato di farsi fare un teschio, invece di un autoritratto con le corna da cervo, e la scritta "JAGGERMEISTER".
"Guarda...tu ti sei fatto scrivere "BITCH" dietro la schiena, con il numero "69" sotto, tipo maglia da calciatore. Lui..." indicò per l'ennesima volta Kaioh "Lui, un cuore con la scritta "De Puta Madre", e il vostro ami-" l'elenco fu interrotto dal grido straziante di Kaioh, che corse fuori dallo studio.
"...va bene. Direi proprio che qui abbiamo finito..." Raoh sospirò, sull'orlo della disperazione, mentre da fuori arrivavano gli ululati di dolore del fratello. Strinse la mano al tatuatore, e corse fuori.

Kaioh stava piangendo come mai in vita sua. Era seduto sul bordo del marciapiede, stringendosi nelle spalle, e la sua enorme mole continuava a tremare per i singhiozzi.
Raoh gli si avvicinò, e lo guardò. Ecco. Da "Creatore di una Nuova Era", come si faceva chiamare qualche anno prima, a povero disgraziato. E aveva fatto tutto da solo...
"Kaioh..." lo chiamò, col tono più gentile che riuscisse a tirare fuori.
L'uomo non alzò neppure la testa.
Il fratello minore scosse la testa, e si mise a sedere accanto a lui.
"Kaioh...Kaioh, guardami." gli appoggiò una mano sulla spalla. Non si aspettava che consolarlo fosse un'impresa facile...conosceva bene suo fratello. Lo aveva visto piangere solo due volte, nella vita, ed entrambe le volte c'era un'ottima ragione. Stavolta...beh, non se la sentiva di commentare. Anche perché ancora non sapeva che tipo di tatuaggio si era fatto...e, considerando quello che avevano combinato gli altri, non si sentiva affatto tranquillo.
"Ra-Raoh..." singhiozzò il maggiore dei due, con il viso rosso per il pianto.
"Kaioh, va tutto bene. I tatuaggi si possono far rimuovere...oppure lo puoi coprire." lo accarezzò con tutta la delicatezza di cui era capace, cercando di consolarlo.
"TU NON CAPISCI, RAOH! NON E' PER IL TATUAGGIO! E' CHE HO DATO DELLA PUTTANA A MIA MADRE! Perché ho fatto una cosa del genere? Io ho bisogno di uno psichiatra!" gridò, sbattendo i pugni sull'asfalto. Era terribile. Era la cosa peggiore che avesse mai fatto, una delle poche per cui provasse rimorso...anzi...probabilmente, l'unica.
Raoh si morse il labbro. Ah, beh...dopo tutte le volte che glie l'avevano consigliato e lui li aveva minacciati di morte, finalmente se n'era reso conto...
Sospirò di nuovo, e allungò il braccio attorno alle spalle del fratello maggiore "Dai...almeno non è sulla faccia, o sulle braccia..."
"Bella consolazione..." Kaioh spinse via l'altro, cercando di trattenere l'impulso di picchiarlo. Perché tutti avevano quella dannata abitudine di sminuire i suoi problemi?
Raoh alzò un sopracciglio, e lo guardò.
"Raoh, tu non capisci un accidente." il maggiore dei due si girò, dandogli le spalle.
"Giusto...tu hai fatto la stronzata, e io non capisco niente." incrociò le braccia. Va bene. Era stato ragionevole per tutta la giornata, aveva sopportato di tutto, e la sua pazienza stava raggiungendo le soglie minime. Se continuavano su questa linea, avrebbe mandato tutti a quel paese, e se ne sarebbe tornato a casa, lasciando quegli immaturi a risolversi i problemi da soli.
"RAOH!" Kaioh si voltò di scatto, pronto a partire con un pugno.
"Io ti ho proposto delle soluzioni. Restare lì a piangere non risolverà niente. Anzi, sai che ti dico? Che io me ne torno in albergo...chi vuole, può seguirmi." Raoh si alzò, e se ne andò verso la macchina. Aveva fatto la balia già per troppo tempo.

Secondo la reception, Hyo non era passato di lì mentre loro erano fuori. O, almeno, nessuno l'aveva visto.
Dopo questa ennesima brutta notizia, il quartetto decise che, per quel giorno, non avevano la forza di uscire di nuovo. Si diressero nella loro suite, in silenzio.
"Guardate, non vedo l'ora di buttarmi sul letto. Non voglio nemmeno sapere che tatuaggio mi sono fatto..." Raoh sospirò, mentre apriva la porta. Si sentiva sfinito. Consumato. Distrutto. E non poteva neanche chiamare le sue mogli per sapere come stava Ryu, perché altrimenti avrebbe dovuto fornire spiegazioni sul perché non rispondevano a Sayaka. Prima di quel giorno, non aveva mai provato tanto rispetto nei confronti della pazienza di Toki...anche se, più cose succedevano, più si domandava come facesse suo fratello a non esplodere e uccidere tutti.
Questo filo di pensieri venne brutalmente interrotto da un oggetto contundente che lo colpì in piena faccia.
"SIETE QUI!" la voce di una donna di mezza età gli perforò i timpani. Una donna che indossava solo la sua biancheria intima, e sembrava abbastanza sul piede di guerra.
"E questa chi cazzo è?" Jagi si riparò la testa con le mani, aspettandosi altri lanci di oggetti.
"ANCHE TU! BLASFEMI! DEMONI!" gridò, indicando Jagi.
"Si fa quel che si può..." Kaioh alzò le spalle.
Nei secondi seguenti, la donna fu afferrata da Raoh, che aveva il naso che gli sanguinava, e sollevata con malagrazia dal pavimento. Ormai, era ufficialmente stufo. Non gli importava niente se quella pazza gridava, o si agitava, o aveva paura di essere violentata. Non gli importava più niente neanche della promessa di non usare l'Hokuto a Las Vegas. C'era un punto di pressione per immobilizzare la gente, e l'avrebbe usato.
Una volta risolta la questione, scaricò la donna sul divano.
"E adesso, vedetevela voi con lei, altrimenti faccio una strage." se ne andò in bagno, tenendosi una mano sul naso.
I tre si guardarono, e poi guardarono la donna, che non aveva smesso per un attimo di gridare. Ma perché continuavano a ritrovarsi davanti femmine urlanti?

Dopo qualche incomprensione, erano riusciti a calmare la suora, e avevano anche deciso di "sbloccarla". Certo, aveva costretto Kenshiro a ridarle l'abito, ma quello era più che giusto...
Una volta rivestita, si era mostrata leggermente più collaborativa di Pamela, anche se sembrava furiosa con Jagi, per qualche ragione sconosciuta. Gli aveva raccontato che l'avevano rapita dalla chiesa dove lavorava, e l'avevano portata in giro per tutta la notte. Altro non ricordava, perché era troppo sconvolta per il rapimento. Sapeva solo che sì, quando erano arrivati in chiesa, l'uomo con i capelli lunghi era con loro.
"E adesso che vi ho detto quello che volevate sapere, esigo che mi riportiate in chiesa." aveva incrociato le braccia.
Raoh aveva scosso la testa. No. Non quella sera. Erano troppo stanchi per riprendere la macchina e affrontare di nuovo il traffico di Las Vegas. Erano troppo stanchi per affrontare la vita, in generale. Crestoni, gentaccia, combattimenti all'ultimo sangue...erano niente in confronto a quella situazione del cavolo. Non erano abituati ad avere a che fare con la civiltà.
"Ma come vi permettete?!" si era alzata in piedi, e aveva guardato tutti e quattro, con i pugni serrati.
Prima che potesse decidere di rimettersi a lanciare oggetti, Raoh l'aveva afferrata, e aveva nuovamente premuto lo tsubo per immobilizzarla. Il tutto, senza dire una parola. Dopodiché, era andato a lanciarsi sul primo letto disponibile. Nella vita, non aveva alcun rimpianto, a parte aver accettato di venire a Las Vegas.
"E noi, che facciamo?" Ken, che adesso indossava solamente il tanga di quella mattina, aveva guardato gli altri.
L'unica risposta fu il russare di Jagi, e il cenno di saluto di Kaioh, che seguì l'esempio del fratello minore, e andò a spiaggiarsi su un altro letto.
   
 
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