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Autore: milla4    19/03/2017    0 recensioni
L'eternità è una parola affascinante, ma anche troppo potente. Eppure, Violet è ancora lì con gli altri abitanti ad aspettare un qualcosa che non verrà mai, o che forse è già avvenuto.
[Murder House]
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Patrick, Tate Langdon, Un po' tutti, Violet Harmon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un piede buttato fuori dal piumone verde bottiglia, una mano sullo stomaco e l’altra che giocherellava con un piccolo pezzo di carta ormai ridotto ad un ammasso informe.
 
Violet teneva gli occhi incollati al soffitto: perché l’avevano coinvolta? Perché Patrick l’aveva coinvolta in tutto quello… schifo?
Non aveva mai amato la sua condizione, e da quando la sua famiglia era scomparsa tutto era diventato ancora più difficile.
Ma aveva imparato a conviverci e perché no, a farselo piacere… Chad IL BABYSITTER, Patrick lo zio fico a cui confidarsi, Moira era Moira mentre gli altri erano comparse che però le rendevano la vita più piena.
 
E ora riusciva a vedere solo sospetto ovunque
.
Era diventato tutto così sporco, così lurido; a ogni sorriso era associato un  pugno nello stomaco, a ogni bisbiglio un tradimento e lei era lì ferma, in quella che un tempo era stata la sua stanza senza sapere dove andare. Non aveva un posto sicuro, nemmeno Bau lo era più e con Patrick era diventato tutto così strano da quando aveva scoperto quel gruppo segreto che le aveva tenuto nascosto da non sapeva quanto tempo.
L’unica sua certezza era quell’ “ok” scritto con una penna blu, sbavato in più parti dal ragazzo che fino  a pochi giorni prima avrebbe desiderato non vedere mai più e che ora invece cercava come l’aria.
Era tutto così fottutamente sbagliato e complicato che quasi rimpiangeva tutto il macello prima della sua morte.
Almeno all’epoca aveva una famiglia e la possibilità di via per rifarsi una vita
 
Sospirò.
 
Uscire sì… quella sera sarebbe uscita da quella casa per l’ora d’aria, la libera uscita che veniva concessa ai fantasmi ad ogni Halloween.
Si alzò di scatto mettendosi quel pezzo di carta in tasca: erano le 19 di sera e tra nemmeno di due ore avrebbe capito qualcosa in più… anche se non riusciva a immaginare in quale modo avrebbero smarcato Nora e i suoi, perché sicuramente aveva qualche aiuto in casa ed era per questo che avevano  fatto trapelare il luogo dell’incontro e l’orario sbagliato per depistarli un po’.
 
 
 
 
 
 
 
 
Toc toc
 Bene, un fantasma educato.
-Umpf… avanti- urlò Violet cercando di nascondere ogni indizio di quella serata Top secret, anche se consisteva in un innocuo “ok”.
-Tutto bene?-.
 Una testa bionda  sbucò dalla porta, Patrick l’osservava da lontano, cercando di capire se lei fosse in vena di parlare o se l’avrebbe incenerito alla minima parola.
Fortunatamente per lui, nella ragazza la confusione prevaleva su qualsiasi sentimento positivo o negativo che fosse.
-Ah ah… così stasera si va a far baldoria, mi porterai a qualche gay bar per ballare sui tavoli al ritmo di canzoni degli Scissor Sisters?- il suo tono voleva risultare velatamente sarcastico, ma nelle orecchie di lui, che ormai la conosceva fin troppo bene, vi erano delle sfumature di agitazione, nervosismo e, soprattutto, paura.
 
-Già, ma non farti sentire da Chad oppure farà di tutto per rovinarmi la serata. Comunque non ti preoccupare, sorellina, non avremo estranei in casa… se non vorrai.-
Tossicchiò sperando che lei avesse capito che il succo della sua frase fosse
Siamo sempre io e te contro il mondo, se non vuoi far parte di questa alleanza nella casa, non ti preoccupare.
 
Lei lo guardò e gli sorrise, o almeno gli sembrò un sorriso quella smorfia sul viso della sua giovane amica; Violet gli si avvicinò poggiandogli goffamente una mano sul braccio.
Sì, aveva capito.
 
 
 
Ebbene,  quella era la sua prima sera fuori, gli altri l’avrebbero aspettata in spiaggia in uno dei tanti falò che i dodicenni appiccavano per dimostrare una loro presunta virilità non visibile con barbe e peluria varia, cercando di conquistare loro coetanee troppo occupate a guardare il sedicenne bagnino per capire i loro vani segnali.
 
Lei sarebbe andata con Patrick in giro per locali per infine raggiungere gli altri verso mezzanotte: avrebbe visto il unico alleato in quella casa flirtare e sfogare un anno di clausura, anche se per questa volta avrebbe dovuto contenersi e stare nell’orario previsto. Chad, se avesse saputo qualcosa, ne avrebbe goduto immensamente di vedergli sprecare “la notte”
 
La giornata passò nel completo anonimato: tutto era andato come la solito, la soap opera, il piccolo da controllare… i barattoli di vernice da sistemare e la noia perenne.
Nessuno sguardo d’intesa, nessun imbarazzo nello scontrarsi in quell’enorme casa che in quel pomeriggio di fine ottobre sembrava ristrettasi all’inverosimile, niente di niente.
 
 
 
-Pronta? Come ti senti?-
Aveva previsto di dover uscire quella sera,Violet, ma mai di dover indossare un vestito; aveva previsto di dove scappare, combattere, picchiare, ma di essere intrappolata in un pezzo di stoffa traslucida, no, non le sarebbe mai venuto in mente.
Eppure  aveva ragione, se voleva risultare credibile doveva vestirsi come una normale diciassettenne che se la sarebbe spassata in discoteca.
 
-Esposta.-
Cercava di tirare giù il vestito che le arrivava poco più su delle ginocchia, ma così facendo inevitabilmente lo scollo scendeva a livelli imbarazzanti e di certo le scarpe con il tacco non aiutava.
 
Maledetta televisione del cavolo! Aveva visto quel completo  in un reality di bassa lega su dei tizi abbronzati e quel vestito le era parso adeguato alla serata… ma non aveva minimamente considerato di chiedersi se fosse stato adeguato a lei.
 
-Su, hai diciassette anni e hai delle gambe stupende e…  - si sporse per vedere dietro di lei- un sedere niente male-
 
-Grazie mille,  Casanova, ma avere complimenti da un maschione gay non aiuta molto quella misera autostima che m rimane-
Patrick alzò le sopracciglia con aria sorpresa e fintamente offesa –Ehi, sono gay mica cieco…-
 
Violet sorrise, le era mancata quella confidenza così spontanea: da quando aveva scoperto quel mondo di sotterfugi si era sentita mancare l’aria.
 
Patrick alzò il braccio scricchiolante nel giacchetto sportivo in pelle che lo fasciava completamente.
 
-Pronta?-
Le mise il braccio sotto al suo – Pronta-
 
 
Un dolore acuto al piede destro, mani che spingono da ogni parte e una puzza di sudore mista ad alcool; Violet era sempre più convinta di odiare profondamente ogni aspetto dell’istituzione Discoteca dalla musica, all’intrattenimento, dai bagni immondi alle persone che frequentavano quel luogo… se non fosse stato per la sua missione avrebbe già mollato il suo compare al ragazzo con cui stava flirtando ormai da una buona mezz’ora e sarebbe tornata a casa a leggere il suo libro.
 
-Schiao bella- un uomo sulla trentina, evidentemente buon cliente del bar, la stava praticamente addosso, sistemandole abusivamente una ciocca di capelli dietro l’orecchio; Violet cercò con lo sguardo il suo accompagnatore, ma non lo trovò -Ehm, ciao-
-Come ti shiami?-
-V… Vana-  si era ripresa giusto in tempo prima di dire chi lei fosse.
-Vana? E che razza di nome è?- si avvicinò di un passo
-Il mio, se vuoi ti faccio vedere un documento: ho lasciato la borsa all’ingresso, vado a recuperarla e torno- due mani le bloccarono i fianchi, era pronta a reagire in qualsiasi modo quando sentì la pressione svanire all’improvviso, poi un rumore di ossa contro ossa e un’imprecazione.
 
-Andiamo, è ora- Violet si girò e vide il trentenne ubriaco steso a terra con una mano sporca di sangue sul naso ed il suo salvatore, Cavalier Patrick, con la mano ancora stretta a pugno. Evidentemente la stava tenendo d’occhio anche mentre era impegnato in altri discorsi più intimi, un uomo multitasking.
 
-Sì, sì, bene perfetto- voleva solo uscire da quel girone infernale quindi si diresse verso l’uscita ma la mano del suo amico la tirò, facendola girare. Le indicava un luogo alla loro sinistra, sembrava un porta incendio. O l’uscita secondaria.
 
Vioet annuì e lo seguì.
Corsero per piccole stradine secondarie, quella serata era come se fossero umani solo un po’ più morti e immortali
 
Mentre correva dicendo le peggiore ingiurie che conoscesse contro quell’oggetto di tortura chiamato scarpa con il tacco, la ragazza non poteva non gettare un pensiero su ciò che sarebbe accaduto da li a poco, lo avrebbe rivisto… Lui, non aveva la minima idea di cosa gli avrebbe detto.
 
Voleva capire se quello strano legame che li legava ancorati l’una all’altra esistesse ancora e perché ancora lo sentiva bruciargli dentro anche dopo quello che le aveva fatto a che dopo averle così tanto male dicendole che l’amava.
Correva e non poteva pensare a quell’unica sera sulla spiaggia, quell’unica sera in cui aveva avuto un assaggio di amore e del male che lui aveva fatto.
Li avrebbe rivisti? Sarebbero stati ancora lì ad aspettarlo per farlo confessare, cercare un motivo, una scusa per averli uccisi.
Non avevano capito che Tate non aveva mai avuto risposte.
 
 
Raggiunsero l’insenatura poco dopo l’ora prevista, se fosse stata ancora umana sarebbe collassata per quella corsa perdifiato… la fortuna di essere già morti!
 
 
-Ce ne avete messo di tempo-   li fissavano con evidente irritazione, il tempo a loro disposizione era limitato, Halloween sarebbe passato presto ed ogni secondo era fondamentale se non volevano aspettare un altro anno.
 
-Si, è vero ma ora siamo qui… lui dov’è?- 
 
Martha sorrise, più un ghigno più che altro, alzò la mano indicando un punto dietro la castana.
 
-Ciao.- una voce maschile, titubante le giunse all’orecchio facendola rabbrividire involontariamente.
 
 
 
 
Note:
Buondì, rieccomi qui,  potete cominciare a lanciare i pomodori.
Scrivere questo capitolo è stato un vero e proprio parto: scritto e riscritto finché l'ispirazione non ha deciso di lasciarmi alla deriva.
Prima doveva essere più lungo, poi più corto e alla fine è uscito questo (che non mi soddisfa appieno,  pieno di ripetizioni scilabo ma non potevo aspettare ancora).
È un capitolo di passaggio, un buon mago non svela i sui trucchi subito.

Bene, ringrazio ancora chi sta seguendo e chi sta recensendo... alla prossima!
   
 
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