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Autore: Fonissa    19/03/2017    1 recensioni
{Questa Fanfiction partecipa all'iniziativa "Artist Meet Artist" a cura di Fanwriter.it}
[OttavianoxRachel] [AU|Highschool] [Accenni: Percabeth, Jasper, Frazel, Solangelo, Tratie, ClarissexChris, Charlena, Thaluke, Caleo]
Tutta la scuola sa che ci sono due gruppi che si disprezzano. Il primo è formato dai classici amici che amano ridere e scherzare, il secondo da quelli che per un motivo o per un altro non sono simpatici agli altri.
Nel primo c'è Rachel, nel secondo c'è Ottaviano.
Ma per uno strano scherzo del destino, si ritroveranno a dover passare del tempo insieme.
Dal testo:
Il professore iniziò ad annunciare le coppie che avrebbero collaborato.
“Ottaviano e Rachel” disse all’improvviso.
Il ragazzo per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. Poteva andargli bene chiunque, ma non proprio una di loro.
Del canto suo, di certo Rachel non stava gioendo. Tra tutti i ragazzi di quel gruppo, lui era quello che sopportava di meno.
Non sapevano che quello era solo l’inizio.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Octavian, Quasi tutti, Rachel Elizabeth Dare
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alla fine, il giorno della presentazione del progetto di storia arrivò davvero. Per quell'occasione, Ottaviano e Rachel avevano dovuto sedersi vicini per tutta l'ora di storia, nervosi sia per la paura di fare brutta figura o di risultare ridicoli, sia per il timore di sembrare troppo in sintonia davanti all'intera classe. Facevano parte del gruppo più amato e di quello più odiato della scuola, non era raro che si spargessero pettegolezzi su di loro per ogni minima azione.

"Ti senti pronta?" sussurrò piano Ottaviano a Rachel, senza nemmeno girarsi verso di lei.

"Ho paura che la nostra mini recita sembri infantile e che qualcuno ci rida dietro."

"Io sono abituato alle persone di questa scuola che ridono dietro, se va male posso insegnarti come fregartene."

"Grazie mille, questo è molto rassicurante."

Entrambi ridacchiarono, guardando gli altri esporre i propri progetti. La preoccupazione passò non appena si resero conto che probabilmente il loro era davvero il miglior progetto della classe. A quanto pareva, il professor Dionisio aveva un 'talento' nel mettere in coppia persone che a malapena si sopportavano, o più probabilmente l'aveva fatto a posta solo per farsi qualche risata. Rachel e Ottaviano erano tra i pochi che erano riusciti a collaborare e a finire in tempo, anche se per due settimane erano stati fermi.

Quando arrivò il loro turno, presero un bel respiro, per poi alzarsi e andare verso la cattedra. Consegnarono la parte scritta al professore, che non fece nemmeno finta di leggerla, e iniziarono con la loro scenetta. Rachel doveva imitare la Pizia, l'antica sacerdotessa di Apollo che si diceva fosse posseduta dallo spirito di Delfi, mentre Ottaviano faceva la parte di un sacerdote che compiva un sacrificio per predire il futuro (alla fine, l'aveva avuta vinta la sua idea di squarciare un peluche.)

Sorprendentemente, il tutto fu molto apprezzato, soprattutto da Dionisio che addirittura concesse loro un paio di parole dicendo che avrebbero preso il massimo voto. Quando furono mandati a posto, Rachel scrisse un bigliettino veloce a Ottaviano:

Alla fine della lezione seguimi, ti porto in un posto.

Quando suonò la campanella, Rachel uscì subito dall'aula e qualche secondo dopo le andò dietro Ottaviano, che iniziò a seguirla facendo sembrare il tutto solo una casualità. Aveva fiducia nella sua ragazza, ma iniziò a preoccuparsi quando iniziarono a salire sempre più rampe di scale, in una parte della scuola dove lui non era mai stato. La scale erano polverose, tanto che rischiava di scivolare ogni due passi, i muri sporchi e rovinati dal tempo probabilmente non erano mai stati riverniciati e delle mattonelle erano saltate dal pavimento.

"Rachel, dove stiamo andando?" chiese, visto che ormai erano da soli.

"Lo vedrai. Fidati, ti piacerà."

Dopo qualche minuto, arrivorno in un punto cieco, al di sotto di una botola. Rachel l'aprì sicura, arrampicandosi al di sopra. Ottaviano fece lo stesso, per poi guardarsi intorno a bocca aperta. Erano in uno dei pochi posti della scuola proibito agli alunni: il tetto. La vista era mozzafiato, riuscivano a vedere quasi tutto il quartiere e intravedevano i ragazzi nel cortile giù. Rachel si appoggiò di schiena al parapetto, sorridendo.

"Ti piace? Non è bello come il posto in cui mi hai portato tu, ma..."

"E' perfetto. Come hai fatto a scoprirlo?"

"Uno dei primi giorni del primo anno mi persi e trovai quella botola. Solo i miei amici lo sanno, ma non credo che verranno, non sono mai saliti. Hanno paura di prendere qualche punizione, pensanoc he quelle che prendono a causa vostra già bastino."

"Oh certo, come se voi non ci faceste finire mai in punizione."

"Diciamo che siamo pari. A proposito, hai pensato a qualcosa per finire questa lite? Si sarà anche scatenata per una giusta causa, ma penso che due anni possano bastare."

"Dicendo ciò cerchi di farmi sentire in colpa?" chiese ironicamente Ottaviano, mettendosi al fianco della ragazza.

"Mh, forse un pò." rispose Rachel, prendendo le mani di Ottaviano, che sospirò.

"No, non mi è venuto in mente niente. Anzi, da quando si è scoperto che prima o poi Clarisse e Frank andranno a vivere insieme, sembrano ancora più agguerriti."

"E io che speravo che invece li calmasse..."

"Già, anche io... ma parlando d'altro, perchè mi hai portato qui?"

"Per festeggiare il bel voto di storia! Cioè, è più di un bel voto... alla fine, il progetto di storia è ciò che ci ha fatto avvicinare. Quando il professore ci mise in coppia, il primo pomeriggio insieme, che sei rimasto bloccato a casa mia..."

"...e ti ho visto disegnare, innamorandomi di te. Lo scherzo delle rane, la cena, il parco..."

"...lo scherzo della fontana, il secondo pomeriggio, io nascosta nell'armadio, il tuo posto speciale, la sbornia..."

"...la nostra prima volta, il litigio, quando sono venuto sotto casa tua..."

"E alla fine ci ricolleghiamo a oggi e al progetto di storia. Certo che in un mese ne abbiamo fatti di progressi."

"Ti amo, Rachel. E sai cosa? Sarei pronto a urlarlo da questo tetto, se solo tu lo volessi."

"Prima o poi lo saprà tutto il mondo. I nostri genitori saranno felici di ciò, no?"

"Visto? Alla fine abbiamo anche trovato il modo di renderli felici."

Si scambiarono un bacio, prima delicato e dolce, poi sempre più profondo. Rachel si mantenne a Ottaviano mettendogli le braccia dietro al collo, mentre Ottaviano teneva le mani sulla sua vita. Entrambi stavano avendo una mezza idea di farlo lì, sul tetto, e probabilmente l'avrebbero fatto se Rachel non avesse notato, con la coda dell'occhio, una figura a lei familiare correre a tutta velocità fuori dalla scuola. Si staccò all'improvviso, lasciando Ottaviano confuso e guardando giù.

"Frank? Frank! EHY!"

Per fortuna Frank non la sentì, poichè si era completamente dimenticata di avere a fianco Ottaviano.

"Rachel, calma, vuoi farci scoprire così?" le disse questo, mantenendola per i fianchi per la pura che si sporgesse troppo.

"E' successo qualcosa, Frank non scapperebbe mai dalla scuola cos-"

Nemmeno il tempo di finire la frase che il suo cellulare squillò, mostrando il numero di Annabeth. Rispose subito, poi guardò Ottaviano e mise il vivavoce, facendo segno al ragazzo di stare zitto.

"Rachel, non so dove tu sia e sei perdonata per non esserci stata, ma è successo un casino." Annabeth aveva la voce spezzata e sembrava che facesse fatica a parlare. Il cervello di Rachel iniziò a fare i dovuti collegamenti e già una lacrime scese.

"Cos'è successo?" chiese, anche se ormai sapeva già la risposta.

"La nonna di Frank... è morta."

Eccola, la conferma ai suoi pensieri. Iniziò a piangere a dirotto, mentre Ottaviano si copriva la faccia con le mani. Sembrava dispiaciuto anche lui.

"Annabeth, arrivo subito, non muovetevi."

"Non siamo alla mensa, ci hanno concesso di stare sul retro della cucina appena ci  hanno dato la notizia. Ti aspettiamo."

Rachel attaccò la chiamata e iniziò a correre verso la botola, per poi scendere ancora più veloce, con Ottaviano che la seguiva. Quando poi stava per cadere a causa della polvere sulle scale, Ottaviano riuscì a fermarla in tempo.

"Attenta! Potevi farti male."

"Amore, ti prego, lasciami, devo andare!"

Ottaviano non le rispose, semplicemente la prese in braccio mettendosela sulle spalle e scendendo tutte le scale così, mentre sentiva la spalla bagnarsi a causa delle lacrime di Rachel. Quando fu sicuro che non ci fossero più scale, la lasciò andare.

"Va', corri. Purtroppo non posso accompagnarti fino alla cucina, ci vedrebbero."

Si scambiarono un bacio che durò meno di un secondo, poi Rachel riprese a correre, feramandosi solo quando arrivò sul retro della cucina. Trovò Hazel inginocchiata a terra che piangeva a dirotto, e Bianca e Nico, anche loro a terra, che la stringevano. Tutti quanti avevano gli occhi arrossati o si coprivano il viso.

"Rachel, eccoti... -disse Annabeth avvicinandosi- poco prima di ricevere l'avviso, Frank ci stava spiegando delle cose. Sua nonna si è aggravata ieri..."

Annabeth si lanciò nello stesso racconto che Rachel aveva sentito da Clarisse, quando era stata nascosta nell'armadio a casa di Ottaviano, con la differenza che loro non avevano idea di chi fosse il vero padre di Frank.

"Quindi ora... Frank si dovrà trasferire. Speriamo che almeno vada in una buona famiglia, che non se lo prende solo per obbligo." sussurrò Piper piangendo di più.

"Se sarà così, faremo di tutto per portarlo via." disse deciso Percy, lo sguardo puntato a terra.

"Per stanotte lo farò dormire da me, è meglio così." esclamò Jason, mentre gli altri annuivano.

Rachel si morse la lingua per non dire niente. Da quel che ne sapeva, Ares voleva davvero accogliere Frank nella sua famiglia, quindi questo problema non si sarebbe presentato. Ma ovviamente c'era l'altro problema, quello di Clarisse. L'indecisione si impadronì del suo corpo. Avrebbe dovuto dirlo? Stava tradendo al fiducia dei suoi amici? Cosa sarebbe successo se avesse infranto quel patto con Ottaviano? E sempre quello stesso patto, valeva ancora in questa situazione? Scosse la testa. Non poteva dire nulla. Non potè far altro che guardare Hazel piangere e i suoi amici farsi mille pensieri negativi. Una cos aperò l'apprezzava, una stella in quella che sembrava una notte senza luce: il loro gruppo era sempre stato del tipo 'uno per tutti, tutti per uno' e mai come allora si stava notando.
  
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