È iniziato tutto come un gioco. Per scherzo, quasi.
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Avvicinarsi a Christophe alla prima occasione – una gara, ovviamente, non avrebbe il tempo di andare in Svizzera senza sentirsi dare del lavativo scansafatiche da Yakov – è allo stesso tempo più facile e più difficile di quanto gli sia sembrato quando ci aveva pensato la sera prima: il ragazzino è chiaramente agitato già dagli allenamenti e sembra anche spaventato da qualcosa che Viktor non capisce. Vuole solo rassicurarlo, quando gli posa una mano sul braccio, eppure Christophe arrossisce all’improvviso e si paralizza come folgorato. Forse Yakov ha ragione quando dice che Viktor non ha idea di cosa sia l’empatia…
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