Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: Kiri94    19/03/2017    1 recensioni
Questa saga tratta eventi successivi alla Kiri no Gemini - Zero Arc, pertanto invito a leggere questa saga solo nel caso si abbia già letto le saghe precedenti.
La storia entra nel suo arco narrativo finale: due anni sono trascorsi dalla battaglia contro gli Zero, ed è il momento di risolvere i problemi alla fonte, confrontandosi direttamente con la mente dietro ogni avvenimento nefasto della storia... gli Insyder!
Ma una cupa ombra nera sta lentamente divagando per il mondo, corrompendo la serenità ed un clima di pace apparente... una minaccia senza precedenti, che rischia di avere pesanti ripercussioni sull'umanità stessa e l'intero ecosistema del pianeta.
Gli Insyder vanno fermati in tempo, mentre le lancette del countdown alla catastrofe scorrono inesorabili, ma l'impresa si rivelerà più ardua del previsto...
In una storia che trascende le barriere del tempo, la Famiglia Kokuyo dovrà dare il meglio di sé per poter, finalmente, mettere la parola "fine" alle macchinazioni della mente dietro tutto e tutti... ce la faranno?
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Mukuro Rokudo, Nuovo Personaggio, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Katekyo Hitman Reborn! - Kiri no Gemini'
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Mirai rimase in silenzio rimuginando sulle parole di Aaron: se ciò che aveva detto corrispondeva al vero, era bloccata in una realtà alternativa editabile a piacimento dall'Insyder in maniera simile al suo Goddess Time, con la differenza che non aveva limiti di tempo, né il rischio di vedere il proprio corpo finire in pezzi in caso esagerasse nell'utilizzarlo.

Distolse quindi lo sguardo al ragazzo e lo volse nei dintorni, analizzando quello che a breve sarebbe diventato il suo campo di battaglia: quella che aveva inizialmente scambiato per una foresta con residui urbani scoprì invece essere una vera e propria città post-apocalittica, ricolma di edifici abbattuti o fatiscenti che la natura aveva riconquistato, e ciò le avrebbe garantito non pochi nascondigli in cui rifugiarsi in caso si fosse trovata in difficoltà durante lo scontro.

Tuttavia, non fu questo a destare realmente l'interesse di Mirai – Hai detto che questo mondo è opera del tuo Emperor, giusto? – domandò seria, continuando a guardarsi intorno in attesa di risposta.

Colto di sorpresa dal tono tranquillo ed impassibile di Mirai, Aaron ci mise qualche istante a rispondere – Esattamente: è un mondo che ho creato a mio piacimento e di cui ho il totale controllo! – disse con una punta d'orgoglio nella voce, che Mirai notò con un impercettibile sorriso maligno decidendo di iniziare a tastare il terreno in maniera più decisa – E sentiamo, questa città fatiscente cosa dovrebbe rappresentare? Il tuo ideale di bellezza, oppure... la tua persona? – domandò con naturalezza, rendendo la frecciatina ancora più dolorosa.

Aaron parve accusare il colpo, perché l'angolo destro della bocca gli s'incurvò in una smorfia nervosa – Forse non ti rendi conto della tua situazione, signorina: sei in trappola in un luogo dal quale non puoi scappare in alcun modo, e in cui non hai alcun potere. Direi che i miei gusti estetici sono l'ultimo dei tuoi problemi – replicò gelido guardandola negli occhi, sguardo che Mirai sostenne senza problema ricambiandolo con un'espressione decisa ed indomabile – Fossi in te, invece, approfitterei del mio interesse verso i tuoi gusti, dal momento che appena inizieremo a combattere diverrai la mia preda. Il luogo dove scegli di combattere è irrilevante, così come lo è il tuo potere: se decido di schiacciarti perché sei un potenziale ostacolo, lo farò. Non riuscirai a impedirmi di riunirmi a Kurai-nii, Kumo-chan e gli altri, né di prendere a calci in culo Augustus – esclamò facendo un passo verso Aaron, che senza nemmeno rendersene conto indietreggiò – Ma perlomeno... puoi provarci! – concluse evocando le catene del suo Hell Gear con il quale si circondò, le quali presero immediatamente ad arroventarsi fino a diventare incandescenti – Andate, Catene dell'Inferno! – esclamò in Italiano, causando un assalto massiccio da parte delle catene che si scagliarono contro l'uomo come decine di serpenti affamati.

Tuttavia, con un semplice e pulito gesto della mano dal grattacielo crollato su cui erano poggiati uscirono delle spessissime architravi in acciaio che fermarono l'attacco senza troppe difficoltà, spostandosi il ciuffo che gli era finito davanti l'occhio sinistro con un rapido gesto prima di esclamare – A parole sei molto brava, ma se pensi che basterà un attacco simile a fermarmi significa che non hai realmente compreso la forza di chi hai davanti! – muovendo anche l'altra mano con un rapido gesto e generando grossi spuntoni in cemento armato che si diressero verso Mirai talmente rapidamente da non darle nemmeno il tempo di schivarli: tuttavia, essendosi preparata psicologicamente ad un simile contrattacco, riuscì a difendersi appena in tempo – Scudo di catene! – urlò richiamando le catene attorno a sé ed intrecciandole in uno scudo solidissimo nell'arco di un secondo che bloccarono facilmente l'attacco del ragazzo, facendo sì tuttavia che Mirai lo perdesse di vista.

Allertata, Mirai si guardò intorno cercandolo con lo sguardo, appena in tempo per notare uno dei colossali grattacieli in rovina collassare verso di lei – ... cazzo! – imprecò colta di sorpresa, intrecciando più catene che poteva con i detriti intorno a lei fino a generare una grossa figura umanoide di circa 5 metri – Chimera di Catene: Golem! – esclamò Mirai in Italiano per poi correre via dall'edificio in caduta libera approfittando dei pochi secondi in cui il Golem riuscì a reggerlo prima di finire in pezzi sotto le tonnellate di cemento, acciaio e vetro: tuttavia, nonostante tutto non riusciva ancora a scorgere Aaron.

Avvertendo una piccola ma crescente agitazione Mirai si morse d'impulso il labbro inferiore fino a farlo sanguinare in modo che il dolore la distraesse dalla tensione – Ah, è così quindi? Vuoi giocare a nascondino? E sia allora! – mormorò inviperita passandosi una mano davanti all'occhio destro generando la Lente dei Sei Sentieri recante il numero "2" – La Percezione Elettromagnetica di Lily-chan... ho bisogno di quell'abilità! – disse piano, generando attorno a sé un campo magnetico illusorio molto simile a quello del Kaminari Hime di Yuniko, con il quale individuò dei movimenti a circa 8 metri da lei – Eccoti! – urlò scatenando le catene in quella direzione, ma si rivelò essere tutto un bluff, poiché l'attacco andò a vuoto.

Proprio quando Mirai stava per perdere la calma, la voce di Aaron la raggiunse dall'alto – Peccato, c'eri quasi – disse ad alta voce il ragazzo mettendosi una mano davanti la bocca per coprire lo sbadiglio – Ma sto iniziando ad annoiarmi... che ne dici se facciamo sul serio? – domandò stiracchiandosi per poi spostarsi di lato con nonchalance evitando al pelo una catena affilata come un rasoio – ... lo prendo come un sì – e con un primo, rapido gesto verso l'alto il grattacielo caduto su cui poggiava Mirai iniziò a tremare a muoversi verso l'altro, costringendo la ragazza ad attaccarsi ad una trave arrugginita con le catene per evitare di cadere al suolo mentre l'edificio si rimetteva in piedi parallelamente a quello che prima le era quasi cascato addosso, sul cui tetto si posò invece Aaron con inaspettata leggiadria.

Con fatica, Mirai riuscì ad arrampicarsi fino al pavimento di un piano crollato relativamente ancora agibile, pronta a contrattaccare, ma ben presto vide svanire ogni sicurezza in lei.

Muovendo mani e braccia in maniera simile ad un direttore d'orchestra, l'Insyder stava causando un continuo stravolgimento del panorama: dal nulla emergevano montagne, i fatiscenti edifici crollavano e si rialzavano ad intervalli irregolari, il cielo sopra di loro da azzurro e terso divenne rosso sangue e le nuvole si ammassarono in un vortice nero che ben presto divenne un uragano che iniziò a risucchiare detriti, relitti e piante mentre si dirigeva verso di lei e enormi tuoni iniziarono a cadere ovunque, dando alle fiamme la vegetazione colpita e stordendo Mirai con i loro boati.

Come a sottolineare l'apocalisse che stava scatenando, Aaron esclamò ad alta voce – First Concert: Destruction's Crescendo! – dirigendo con i gesti tutto quel caos attorno alla ragazza, mormorando in conclusione – Addio, Mirai! Questo concerto è il mio requiem per te! – con un sorriso soddisfatto stampato in faccia.

Con un profondo sospiro, Mirai prese la sua decisione – E va bene... se è uno scontro di proporzioni apocalittiche quello che vuoi, ti accontenterò. Scarlet! LIMIT BREAKER! – urlò a pieni polmoni un istante prima che i palazzi, l'uragano e un grosso numero di lampi si abbattessero contro il grattacielo in cui si era rifugiata.

Per un momento, Aaron credette che fosse finita... poi, all'improvviso, una forte luce iniziò a dipanarsi dall'interno dell'uragano, a cui seguì l'inconfondibile voce della ragazza – E MIRAI DISSE "SIA PLACATA LA TEMPESTA!" – e subito la luce divenne una vera e propria bolla d'energia dal diametro di un paio di chilometri, dentro la quale i vari edifici tornarono integri come se fosse una città appena costruita sovrastata da un tersissimo cielo azzurro e soleggiato, in cima al quale vi era Mirai con indosso un kimono azzurro inconfondibile.

Con un sorriso soddisfatto, aprì gli occhi esclamando – E sereno fu – fluttuando a diversi metri d'altezza sospesa nel vuoto.

Questa volta fu il turno di Aaron di stupirsi – Non... non è possibile! E' riuscita ad interferire col mio Virtualbox così facilmente?! – mormorò incredulo: tuttavia, ben presto un sorriso sostituì la sua espressione sconvolta – ... interessante. Quindi è questa la forza della più forte dei Kokuyo! – ricominciando ad eseguire i gesti di un direttore d'orchestra causando l'apparizione di diversi Boeing militari, i quali si disposero sopra di lei per poi, appena il ragazzo abbassò la mano, scatenare su di lei una pioggia di missili aria-superficie che le tagliarono ogni via di fuga: tuttavia, Mirai in tutta risposta lo guardò con aria altezzosa – Misero insulso verme che gioca a fare il dio... pagherai la tua blasfemia con la vita! Mirai disse "Avvenga un disturbo elettromagnetico!" – causando all'istante un'interferenza che depistò i missili spingendoli a schiantarsi l'uno contro l'altro o al suolo, causando un susseguirsi di esplosioni che tuttavia non sfiorarono minimamente Mirai.

Non appena il fumo si diradò, Mirai esclamò – E così fu – per poi alzare un braccio verso l'alto con un movimento deciso: nello stesso istante, il grattacielo su cui poggiava Aaron prese a sgretolarsi e nel giro di qualche istante collassò, facendolo precipitare nel vuoto – un infimo essere come te deve guardarmi strisciando per terra! – urlò lei, sfoderando uno dei sui sorrisi carichi di sadico divertimento.

Aaron, poco prima di schiantarsi, riuscì a creare dal nulla un ammasso di materassi che ammortizzarono la caduta, quindi senza esitare urlò – Non montarti la testa! Ti ricordo che questo è il mio mondo, e in quanto tale... IO ho il potere! – spiccando a sua volta il volo posizionandosi faccia a faccia con Mirai, visibilmente irritato dalle umiliazioni subite.

Tuttavia, la ragazza si limitò a lanciargli un'occhiataccia – "Il tuo mondo"? Hai realmente osato dire una cosa così patetica? Quello che tu chiami "mondo"... non è altro che un'illusione! Smettila di giocare a fare il dio, e comportati come l'essere umano che sei! – intimò con aria irritata, alzando il braccio destro verso il cielo per caricare un attacco, ma improvvisamente strabuzzò gli occhi portandosi le mani alla gola, ansimando.

Con un sorriso sprezzante, Aaron si sollevò in aria di un paio di metri sopra di lei, così da guardarla dall'alto in basso – Come come? Non riesci a parlare senza ossigeno? Mah, che strano... sai, ti stavi comportando così tanto da dea che per un momento ci ho creduto perfino io! Come mai un essere divino dovrebbe aver bisogno di un elemento da mortali come l'ossigeno? Può significare forse... – e sfoderò l'espressione più superba che riuscì a fare, come se volesse vendicarsi delle umiliazioni di poco prima – ... che quella che sta giocando a fare il dio sei TU? – concluse generando una grossa bolla d'aria compressa che esplose di fianco a Mirai, causando un'onda d'urto che la spedì a schiantarsi forzatamente contro il palazzo, ma che nonostante l'urto perlomeno consentì a Mirai di tornare a respirare.

Non ebbe però nemmeno il tempo di rialzarsi: Aaron si materializzò davanti a lei sollevandola stringendole la mascella – Vedi, bella, è questo che significa "avere potere assoluto". Generare e modificare oggetti solidi o fenomeni naturali come hai visto so tranquillamente farlo anch'io... ma vuoti d'aria? Cali ed eccessi di ossigeno nell'aria? Agenti patogeni? Tutte queste cose astratte non puoi crearle, mentre io sì... è questo il tuo limite! – mormorò con tono serio, creando nella sua mano una lama da taglio industriale – Adesso sta' ferma, non voglio sporcare più del dovuto – e la guardò negli occhi, aspettandosi un'espressione di terrore o quantomeno rassegnata... e invece, con sua sorpresa, trovò due splendidi ed indomabili occhi eterocromatici che risplendevano di determinazione e che riuscirono per un attimo a farlo vacillare, dando alla ragazza l'occasione di sferrargli un micidiale calcio alla bocca dello stomaco che lo costrinse a cadere in ginocchio – Come... OSI...! – esclamò sputando sangue per terra e dirigendosi verso l'Insyder con occhi ardenti di rabbia – Ti farò pentire per la tua insolenza! Mirai disse "si scateni l'armageddon!" – urlò furiosa, puntando il dito verso Aaron: improvvisamente, il cielo si tinse di rosso sangue e le nuvole scomparvero sospinte da raffiche di vento paragonabili a tifoni, ma solo nel raggio di qualche decina di metri attorno a loro... inoltre, l'aria si stava man mano arroventando e man mano il palazzo sembrava scosso da vibrazioni di crescente intensità.

Con un terribile presentimento, Aaron alzò la testa verso il cielo e lo scorse: un meteorite incandescente dal diametro di un paio di metri stava precipitando nella sua direzione ad altissima velocità – Non ci voglio credere... – mormorò atterrito, iniziando a gesticolare elegantemente con le mani nel tentativo di cancellarlo, ma con orrore scoprì che non gli era possibile farlo – Cosa...?! NO! Non è possibile! Io dovrei avere il totale controllo di questo mondo! IL TOTALE CONTROLLO! – urlò iniziando a temere il peggio, continuando invano a tentare di debellare la tremenda illusione creata dalla sua avversaria.

D'altro canto, Mirai rise di gusto, beandosi del panico dell'Insyder – AHAHAHAH! Sei finito! Sia fatta la mia volont...! – ma prima che potesse terminare la frase, e pochi istanti prima che il meteorite impattasse su Aaron ponendo definitivamente fine allo scontro, la voce di Scarlet annunciò una delle peggiori notizie che Mirai avesse udito nell'ultimo decennio – Tempo scaduto! Tempo scaduto! Il Limit Breaker verrà disattivato e l'Hell Gear sigillato! Perdonami Mirai-san... non posso consentirti più tempo di così! – mentre il kimono lasciava spazio alla divisa Kokuyo e il meteorite svaniva a meno di un metro di distanza dalla faccia di Aaron.

Mirai crollò in ginocchio, sprofondando nella disperazione – No... no... NO! CRISTO, NO! – imprecò mettendosi le mani nei capelli e pronunciando parole irripetibili.

Aaron ci mise un po' a superare lo shock: resistendo a fatica all'impulso di crollare a sua volta per terra, decise invece di sfogare l'adrenalina prendendo in giro Mirai – Ah... ahah... ahahah... ahahahah! Ahahahahahahahah! Oh, me la sono vista brutta, bruttissima! Ahahahahahah! Ahahahahah! Phew, ci sono andato davvero vicino questa volta...! Ma a quanto pare, la fortuna è dalla mia parte – disse con superbia, alzando le spalle e volgendo lo sguardo all'orizzonte – Eheh, non penso di aver mai apprezzato così tanto la vista del cielo! Sono felice di essere vivo! – commentò fra sé e sé, per poi voltarsi nuovamente verso Mirai – Per cui ti concederò una morte istanta... – ma quell'ultimo, fatale attimo di distrazione gli risultò fatale: non aveva messo in conto che Mirai potesse ancora combattere – CREPAAAAAAA! – urlò lei sferrandogli un micidiale gancio destro al volto che gli incrinò l'osso della mandibola spedendolo a terra un buon paio di metri più in là, lasciando Aaron a terra con un'espressione mista fra l'esterrefatto, l'odio verso sé stessi e pura ammirazione per la forza di volontà (e non solo) della sua avversaria.

Tuttavia, l'assalto non finì qui: furiosa come mai in vita sua, Mirai si avvicinò a lui e con forza calpestò la sua testa, immobilizzandolo al suolo sotto il suo stivale – AVANTI, VERME! ARRENDITI! DISATTIVA SUBITO QUESTO CAZZO DI EMPEROR E FAMMI PROSEGUIRE O GIURO CHE SPALMO IL TUO CERVELLO QUI, SU QUESTO CAZZO DI GRATTACIELO! – urlò in una maniera decisamente molto familiare, aumentando la pressione.

Aaron rimase in silenzio per qualche istante, avvertendo la pressione esercitata da Mirai aumentare di secondo in secondo, finché non bofonchiò qualcosa – C...ta...piu... – con molta difficoltà dato il labbro inferiore rotto e la pressione del piede della ragazza che gli premeva sulla guancia rendendo il parlare estremamente difficoltoso: pur conscia della cosa, Mirai non si sognò minimamente di allentare la presa. Furibonda com'era, doveva ringraziare il fatto che non l'avrebbe ucciso all'istante.

Con uno sforzo decisamente maggiore, finalmente Aaron riuscì a pronunciare la frase in maniera nitida... e forse sarebbe stato meglio se non l'avesse fatto – Ca... calpestami ancora, mia dea! Puniscimi – con voce inconfondibilmente libidinosa.

Sorpresa, sconvolta ed anche un po' schifata, Mirai indietreggiò allentando la presa e guardandolo con occhi sgranati – ... c-cosa?! Che cos'hai detto?! – domandò incredula, sperando di aver sentito male, ma l'Insyder decise di non lasciar spazio a fraintendimenti – Erano anni... che sognavo che una donna mi dominasse in questo modo! Vi prego, Mirai-sama! Punitemi ancora! – ripeté con occhi imploranti, mentre Mirai avvertiva un brivido gelido percorrerle la schiena.

In quel turbinio di emozioni confuse, Mirai riuscì a pensare ad un solo aggettivo per descrivere Aaron in quel momento: terrificante.

   
 
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