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Autore: Yugi95    20/03/2017    3 recensioni
Immaginate di scoprire che la realtà, in cui avete da sempre vissuto e conosciuto, non sia altro che una parte di un qualche cosa di più grande. Immaginate di scoprire un nuovo mondo di cui ignoravate persino l'esistenza e che adesso è lì, dinanzi a voi, pronto a rivelare i propri segreti. La Dimensione Magica nasconde un terribile segreto, una storia così scellerata che si è addirittura voluta dimenticare. Per Bloom e le sue amiche sarà quasi impossibile risolvere il mistero. Nuovi e vecchi nemici, provenienti dalle tenebre più profonde dell'universo magico, sono pronti a colpire e, questa volta, non ne risentirà solo il corpo ma anche l'anima. Tuttavia una luce, fioca e debole, brilla nell'oscurità. La luce racchiude l'unica speranza di salvezza, ma, per poter ardere, ha bisogno di essere alimentata dai venti dell'amicizia, della fiducia e dell'amore. La battaglia finale è alle porte e l'esito dello scontro deciderà non solo le sorti di Magix ma di tutti i mondi conosciuti.
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Winx
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Winx Club - Cassiopea's Chronicles'
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Capitolo XXXI – Gli Stregoni del Cerchio Nero
 

Bloom strinse a sé il suo amico e, sfiorando delicatamente con le labbra la sua fronte, lo riempì di affettuosi baci. Nel frattempo le altre Winx, gli Specialisti e la Griffin, approfittando della scomparsa della cupola di contenimento eretta dalla Custode della Fiamma del Drago, si diressero rapidamente verso quest’ultima. In particolare il suo fidanzato, facendo appello a tutte le proprie energie, corse più veloce che poté e, una volta che l’ebbe raggiunta, in preda alla collera tuonò:
«Cosa diamine ti è saltato in mente?! Avrebbe potuto ucciderti!».
La rossa, però, non degnò il Principe di Eraklyon neanche di uno sguardo e continuò a concentrarsi su Brendon. Sky allora, indispettito da quell’atteggiamento, si avvicinò alla propria fidanzata e, strattonandola leggermente per la spalla, esclamò:
«Mi hai sentito? Non ti permetto di ignorarmi e sappi che…».
«Fa silenzio!» lo interruppe Bloom con voce gelida.
Il leader degli Specialisti, spiazzato da quella risposta, indietreggiò di alcuni passi e, non sapendo cosa replicare, attese in silenzio che il resto del gruppo li raggiungesse.
«Bloom, Bloom! Stai bene?» gridò, preoccupata, Daphne, mentre correva in direzione della sorella seguita da tutti gli altri.
La rossa, dopo alcuni secondi di totale indifferenza, alzò la propria testa dal viso dell’amico e si limitò a risponderle con un sorriso forzato. In quello stesso istante le Winx e i loro fidanzati la raggiunsero e, disponendosi a semicerchio intorno alla Principessa di Domino, la osservarono con le labbra serrate. Nessuno di loro aveva il coraggio di dire nulla, nessuno aveva il coraggio di sindacare la scelta della Custode della Fiamma del Drago… nessuno aveva il coraggio di avvicinarsi a Brendon. Il ragazzo, infatti, nonostante fosse svenuto e del tutto inoffensivo, incuteva una notevole paura ai presenti. All’improvviso però, dopo aver preso un profondo respiro, Max lasciò la mano di Elizabeth e, inginocchiandosi alla destra di Bloom, le chiese con voce dolce:
«Come sta?».
«È solo svenuto, penso che si riprenderà presto» sibilò l’altra a denti stretti.
«Capisco» replicò, asciutto, il biondo - «Ascoltami… ti ha per caso fatto…».
«Stava per accadere, ma Brendon glielo ha impedito» lo interruppe la ragazza, avendo intuito cosa volesse chiederle Max.
Quest’ultimo, sebbene nell’immediato rimase alquanto sorpreso dall’affermazione della rossa, fu estremamente contento di sapere che Brendon non avesse causato altri danni. A quel punto si rimise in piedi e, porgendo la propria mano a Bloom, disse:
«Forza andiamo: dobbiamo uscire da questa stanza».
«Ma… …ma… …ma lui è ancora incosciente. Non… non possiamo lasciarlo qui» balbettò la Principessa di Domino, stringendo istintivamente l’amico.
«Non preoccuparti, non gli accadrà nulla di male. Io e i ragazzi ci prenderemo cura di lui, te lo prometto» la rassicurò l’altro sorridendole.
La rossa, allora, si lasciò convincere dalle parole del fidanzato di Elizabeth e afferrò il suo braccio al fine di rialzarsi. Nel frattempo gli altri assistettero passivamente alla scena, preferendo non intervenire o pronunciarsi sull’accaduto. Tuttavia, una volta che Bloom si fu allontanata dal corpo privo di sensi di Brendon, Tecna, agendo in maniere del tutto istintiva, la tirò improvvisamente a sé e, assumendo un atteggiamento severo, esclamò:
«Si può sapere cosa ti è saltato in mente?! Volevi farti ammazzare forse?».
«Tecna, avanti non mi sembra il caso…» bisbigliò Max timidamente, ma la fredda voce della fata dei fluidi lo interruppe:
«Io invece credo proprio di sì. Bloom e voi altri avete molte cose da spiegarci, non è vero Sky?».
Il Principe di Eraklyon, però, non prestò ascolto alle parole di Aisha e, senza dare alcuna spiegazione, si allontanò dal resto gruppo raggiungendo l’uscita della Sala. Le Winx e gli Specialisti rimasero alquanto spiazzati da quello strano atteggiamento e, al fine di capirne il motivo, iniziarono a confabulare tra di loro. Nel frattempo Max e Elizabeth si avvicinarono al loro vecchio amico e, inginocchiandosi accanto a lui, si assicurarono del suo stato di salute. I due, alla vista di Brendon, provarono una strana sensazione di déjà-vu e, ricordandosi del lontano giorno in cui si conobbero, non riuscirono a trattenere le lacrime. Allo stesso modo la Principessa di Domino, isolatasi dalle sue amiche, non prese parte a quell’improvvisa discussione e, camminando avanti e indietro per la Sala del Flusso Interrotto, non poté fare a meno di guardarsi intorno. I segni della battaglia tra Acheron e Belial erano ancora evidenti: il pavimento, infatti, era tappezzato da larghe e profonde buche; la tettoia della stanza era stata ridotta ad un ammasso di macerie fumanti e l’altare in pietra si era quasi spaccato in due. L’unico oggetto a non aver riportato danni, come aveva profetizzato la stessa Preside di Torrenuvola, era la Clessidra Frangiflusso. Questa, infatti, si stagliava in tutta la sua lucente maestosità al centro del basamento in pietra, mentre la sua sabbia nera si rifletteva sul vetro cristallino. La rossa ad un tratto sentì sei vocine stridule, che in lontananza si accavallavano tra di loro. Solo allora la ragazza si rese conto che le Pixies erano indaffarate a prendersi cura di Flora, Musa, Roxy, Selina, Brandon e Saladin, i quali, a causa dello scontro con il Creatore del Legendarium, non erano ancora riusciti a riprendersi. Tuttavia le cure delle fatine, per quanto potessero essere attente e amorevoli, si rivelarono del tutto inefficaci soprattutto per la fata della musica e l’ex-strega dei serpenti. Queste ultime, a differenza degli altri, avevano riportato dei seri danni e avevano bisogno di urgenti cure mediche, che le Pixies non erano in grado di fornirgli. A quel punto la Custode della Fiamma del Drago realizzò quanto fosse necessario che i suoi amici fossero trasferiti in una struttura, che sarebbe stata in grado di prendersi cura di loro. Di conseguenza tornando rapidamente sui suoi passi, si avvicinò alla Griffin e con voce sicura le disse:
«Preside Griffin dobbiamo dirigerci al più presto ad Alfea: Brendon e gli altri hanno bisogno di cure immediate».
La donna, sebbene non si aspettasse tutta quella risolutezza, non si scompose e, assumendo il “controllo” della situazione, fece segno ai ragazzi di tacere. Questi, nonostante avessero preferito continuare a discutere, si ammutolirono e attesero in silenzio gli ordini della direttrice. La donna, allora, si rivolse agli Specialisti e con voce sicura esclamò:
«Adesso smettetela di bisticciare come i bambini dell’asilo e ascoltatemi bene. La vostra amica ha pienamente ragione: dobbiamo assicurarci che i feriti non corrano alcun rischio. Faragonda non mi perdonerebbe mai se gli accadesse un qualche cosa d’irreparabile e lo stesso non lo farei io. Saladin e gli altri devono essere assolutamente trasferiti ad Alfea, Ofelia è l’unica in grado di aiutarli. Thoren, tu e i tuoi compagni di squadra scorterete tutti loro fuori dai sotterranei e li porterete nel salone d’ingresso della scuola. Io, invece, andrò nel mio ufficio e contatterò il professor Codatorta e gli chiederò d’inviarci una navetta di Fonterossa. In questo modo il “trasporto” sarà molto più facile. Intanto le ragazze, che ne avranno la forza, voleranno ad Alfea e avvertiranno la preside di quanto è accaduto. In questo modo l’infermeria sarà pronta ad accoglierci e non perderemo ulteriore tempo prezioso. Credo sia tutto, se ci sono domande ponetemele adesso…».
«Anche Brendon viene con noi?» le chiese, all’improvviso, Aisha con fare acido e provocatorio, indicando in maniera quasi disgustata il corpo del ragazzo.
Elizabeth, estremamente infastidita da quell’atteggiamento, si alzò di scatto e si avvicinò minacciosamente alla fata dei fluidi. Quest’ultima, avendo intuito l’ostilità dell’amica, non indietreggiò e assottigliando gli occhi si preparò allo “scontro”. Tuttavia, anticipando le mosse di entrambe, la Preside Griffin si frappose tra loro e con tono severo rispose alla Principessa di Andros:
«Non fare domande inutili Aisha: è ovvio che Brendon viene con noi».
«Ma… ma… lui ha… ha…» balbettò la fata dei fluidi, non riuscendo a capacitarsi della decisione della strega.
«Lui è un vostro compagno come tutti gli altri. Non merita un trattamento di “serie B”, mi sono spiegata?» la incalzò la direttrice di Torrenuvola, alzando leggermente la voce.
Aisha non rispose e, limitandosi a chinare il capo in segno di rassegnazione, fece un cenno di assenso, mentre la direttrice di Torrenuvola, accompagnata dalle Pixies, si dirigeva verso l’ingresso della camera al fine di raggiungere il suo ufficio e avvisare Fonterossa. Allo stesso modo Daphne, Elizabeth, Stella e Tecna si apprestarono ad aiutare i ragazzi nel trasporto dei feriti al di fuori dei sotterranei. Tuttavia la fata della tecnologia, mentre insieme al suo fidanzato stava risollevando da terra Saladin, a causa di un improvviso spavento si lasciò scivolare dalle mani il corpo del povero preside. Timmy, allora, ritrovatosi da solo a sostenere il “peso” dell’uomo, in preda al panico gracchiò:
«Tecna… d’accordo che Saladin non è un “gigante”, ma un tuo aiuto sarebbe gradito».
La ragazza, però, rimase in silenzio ad osservare un punto indefinito della sconfinata Sala del Flusso Interrotto. Lo Specialista, allora, preoccupato da quello strano atteggiamento, adagiò delicatamente il preside a terra e, dopo essersi avvicinato, le chiese con voce greve:
«Ci sono problemi, amore mio?».
«L… …lì… …non ci… non ci avevamo fatto caso» balbettò Tecna, tremando come una foglia e indicando con il suo braccio una precisa direzione.
Di conseguenza Timmy, posizionandosi al meglio i propri occhiali sugli occhi, guardò nel punto in cui gli era stato appena indicando rimanendo immensamente sconcertato. Ad una distanza di circa settecento metri dai due giaceva il corpo ormai privo di vita di Acheron. Lo stregone era immerso in una pozza di sangue parzialmente raggrumito; i suoi occhi, sebbene fossero tornati da tempo alla loro colorazione normale, erano vitrei, mentre la bocca era leggermente spalancata. Sul suo petto, infine, s’intravedeva l’orribile e mortale ferita, che gli aveva inferto una delle code di Belial. La fata della tecnologia e il giovane Specialista, a causa della preoccupazione per lo scellerato gesto compiuto da Bloom, si erano completamente dimenticati dell’atroce fine toccata al Creatore del Legendarium e lo stesso valeva per i loro amici. Quest’ultimi, infatti, avendo notato lo strano “immobilismo” dei due ragazzi, si chiesero cosa potesse averli indotti a comportarsi in quel modo così bizzarro. Tuttavia, non appena realizzarono che cosa o meglio chi avesse prepotentemente richiamato l’attenzione di Tecna e Timmy, rimasero pietrificati per lo spavento e il ribrezzo. Per quanto potessero essere stati preparati psicologicamente ed emotivamente a quella tragica evenienza, alle Winx e ai loro fidanzati il “concetto di morte” era del tutto estraneo. I ragazzi rimasero spiazzati da quell’avvenimento e soltanto allora iniziarono a rendersi conto quanto potesse essere fragile la vita degli uomini. Per anni, infatti, avevano difeso la Dimensione Magica combattendo contro chiunque ne avesse minacciato l’esistenza, senza prendere in considerazione una tale eventualità. Nessuno di loro si era mai preoccupato dei numerosi rischi, che quel ruolo così importante e indispensabile per tutti gli abitanti dell’universo magico comportava. Neanche la morte di Nabu, avvenuta quasi quattro anni prima, era riuscita ad aprirgli gli occhi. L’avevano sempre considerata un semplice inconveniente, una sorta “d’incidente di percorso” e niente di più. Dopotutto il vecchio fidanzato di Aisha aveva deciso di sacrificarsi per un bene superiore: la sua non era stata considerata la “fine” di un qualcosa, ma al contrario l’inizio della rinascita del Regno di Tir Nan Og e delle fate terrestri. Nabu aveva lasciato il mondo dei vivi con il sorriso sulle labbra tra le braccia della sua amata… il suo era sembrato quasi un arrivederci e non un addio. La morte di Acheron, invece, era stata molto più atroce e straziante. Non solo la violenza di Belial aveva spezzato il fisico dello stregone, ma quello stesso scontro ne aveva fortemente provato la psiche e l’animo. Per la prima volta le Winx e gli Specialisti, grazie alla determinazione e al coraggio del Creatore del Legendarium, avevano capito quanto fosse importante combattere per la propria vita… avevano capito quanto potessero essere crudeli i loro avversari. Per diversi minuti le sei fate e i cinque Specialisti da lontano fissarono con incredulità lo scempio compiuto da Belial e senza proferire parola si strinsero tra di loro cercando di farsi forza a vicenda. Tuttavia il surreale silenzio calato improvvisamente all’interno della Sala fu ben presto interrotto dal rumore di passi irregolari: alcuni erano rapidi e leggeri, altri invece sembravano essere molto più pesanti e rumorosi. I presenti si ridestarono quasi subito dal loro “torpore” e con leggera preoccupazione si voltarono per capire chi fosse entrato nella camera. Con loro grande sollievo videro l’esile figura della Preside Griffin affiancata dai due guardiani dei sotterranei. La donna, avendo percepito lo stato d’animo dei ragazzi, si avvicinò lentamente al gruppetto e, abbozzando un triste sorriso, posò la sua mano sulla spalla di una sconvolta Stella. Quest’ultima, cercando di trattenere le lacrime, singhiozzò alcune parole senza senso:
«Ci… ci scusi Preside Griffin. Noi… …ecco… …noi stavamo… stavamo…».
«Non preoccuparti Stella: non sono arrabbiata» la interruppe, dolcemente, la donna, asciugandole gli angoli degli occhi con il pollice - «Sebbene mi aspettassi di trovarvi già nel salone d’ingresso della scuola, comprendo il vostro stato d’animo. A dir la verità speravo che vi allontanaste dalla Sala del Flusso Interrotto senza prestare molta attenzione ad Acheron: sapevo che ne avreste sofferto. Per questo motivo avevo chiesto ai miei due guardiani dei sotterranei, Sangan e Berfomet di accompagnarmi, sarebbero stati loro ad occuparsi dello stregone e a recuperare il Medaglione».
«Quando vuole lei, mia signora» esclamò con riverenza una specie di lucertola antropomorfa con quattro braccia.
La donna, a quell’esortazione, assunse un’espressione seria e rivolgendosi alla Principessa di Domino, le chiese:
«Acheron vi ha per caso detto dove custodisse la reliquia appartenuta al Custode?».
«Si trova all’interno della gemma gialla incastonata nella sua armatura» rispose, sicura, Bloom.
«Sentito Berfomet? Recuperala!» ordinò la Griffin al guardiano.
Quest’ultimo si portò entrambe le braccia destre al petto e chinò leggermente la testa in segno di riverenza. Tuttavia, prima ancora che Berfomet potesse muoversi verso il corpo di Acheron, una sicura voce maschile lo “costrinse” a rimanere fermo:
«Ci penso io a recuperare il Medaglione».
«Nex…» bisbigliò, confusa, Aisha, mentre alzava la testa dal petto del proprio fidanzato.
«Credo sia la cosa più giusta da fare: abbiamo cominciato noi questa ricerca e noi dobbiamo portarla a termine» le spiegò il Paladino, staccandosi dall’amorevole stretta della ragazza.
«D’accordo!» sentenziò, all’improvviso, la Preside di Torrenuvola - «Va pure, ma fa attenzione. Non sappiamo se Acheron abbia protetto la gemma con un incantesimo».
«Non si preoccupi… non sono uno sprovveduto» replicò il ragazzo con un sorrisetto beffardo.
A quel punto il Paladino con passo deciso superò i suoi compagni, alquanto sopresi da quella strana presa di posizione, e si diresse nel punto in cui era avvenuto lo scontro tra Belial e Acheron.
«Sii cauto Nex!» gli urlarono Thoren e Helia all’unisono.
Il ragazzo non si voltò, ma, portando il braccio destro verso l’esterno, si limitò ad alzare il pollice in segno d’intesa. Dopo aver percorso quasi settecento metri Nex giunse a pochi centimetri di distanza dalla spaventosa pozza di sangue, all’interno della quale giaceva il corpo del Creatore del Legendarium. Senza esserne minimamente turbato mosse i primi passi in quel lago rosso cremisi, andandosi a posizionare all’altezza del fianco di Acheron; poi, non curandosi di sporcarsi l’uniforme, s’inginocchiò e con un’estrema freddezza mosse la sua mano destra sul petto dell’uomo.
«Perché ci sta mettendo tutto questo tempo?» chiese, preoccupata, Tecna, mentre insieme a tutti gli altri osservava da lontano il fidanzato di Aisha.
«Non lo so. Forse la gemma è incastrata» le rispose Stella con fare pensieroso.
«Oppure potrebbe essere rimasto vittima di una qualche maledizione» ipotizzò Timmy, ricevendo una gomitata dello stomaco dalla fata della tecnologia e uno scappellotto da quella del sole per la sua mancanza di tatto.
«Basta! Non ce la faccio più a starmene con le mani in mano: adesso lo raggiungo» esclamò, all’improvviso, la Principessa di Andros in preda all’ansia.
«Aspetta Aisha! Diamogli ancora un paio di minuti e…» cercò di tranquillizzarla Elizabeth, sbarrandole il cammino.
La fata dei fluidi, però, non volle sentire ragioni e, scostandola in malo modo, disse:
«Tu non immischiarti!».
«Potrebbe essere pericoloso… lascia che se ne occupi Nex. Non essere la solita avventata: non sei ancora nelle condizioni di poter sostenere un più che probabile tranello di Acheron» piagnucolò l’altra, tirando il polso dell’amica al fine di fermarla.
Aisha si girò velocemente e, liberandosi con facilità dalla sua presa, afferrò con la mano destra il collo del maglioncino di Elizabeth. Quest’ultima, spaventata e confusa dal gesto della Principessa di Andros, non fece nulla per difendersi e, non riuscendo a sopportare il suo sprezzante sguardo, chinò la testa. La fata dei fluidi, allora, tra lo stupore generale dei presenti, strattonò la ragazza dai capelli castani buttandola a terra, poi dandole nuovamente le spalle disse:
«Tu non ne hai il diritto… non hai il diritto di decidere al mio posto. Il mio fidanzato sta rischiando chissà che cosa e tu mi chiedi di farmi da parte?! Io non ho alcuna intenzione di lasciarlo da solo e non sarai certo tu a farmi cambiare idea. D’altronde sei l’ultima persona in questa stanza a potermi fare la “paternale”. Tu, Max e chissà quante altre delle mie presunte amiche avete mentito… avete nascosto la vera natura di Brendon mettendo conseguentemente in pericolo tutti noi. Se quel mostro non avesse attaccato Acheron, avremmo già scoperto l’identità del Custode della Fiamma della Fenice. Io mi fidavo di te… avevi rischiato tutta te stessa per salvarmi quella notte a Magix. Sai, pensavo di aver trovato una nuova amica, una nuova compagna con la quale condividere un pezzo della mia vita. Tuttavia scoprire che ha nascosto a me e alle altre Winx un tale “portatore di morte” mi ha ferito. Quasi tutte le notti mi sveglio in preda al panico: sento il mio corpo bruciare, andare a fuoco… i segni delle fiamme maledette possono anche esse scomparsi, ma il ricordo della sofferenza patita mi perseguiterà finché avrò la forza di respirare. Mi hai profondamente deluso Elizabeth e sappi che, nonostante tu mi abbia salvato la vita, io non ti devo proprio nulla. Di conseguenza da questo momento in poi… ti prego di non rivolgermi più la parola: ormai per me non esisti più».
La Principessa di Andros riprese a camminare e, ignorando gli appelli delle sue amiche, si apprestò a raggiungere il suo fidanzato. Elizabeth, invece, rimase a terra ad osservare il vuoto dinanzi a sé, mentre Max, Stella e Daphne si precipitarono a consolarla. Tuttavia le dolci e affettuose parole dei tre non scalfirono minimamente il “bozzolo” di apatica indifferenza, all’interno del quale si era chiusa la fata degli elementi. Le affermazioni di Aisha l’avevano colpita nel profondo dell’animo spingendola a credere che tutte quelle accuse fossero vere. Intanto la fata dei fluidi aveva quasi raggiunto Nex, quando quest’ultimo si alzò improvvisamente da terra dandole le spalle. La ragazza, allora, con voce tremula gli chiese:
«Tutto bene amore mio? Hai avuto problemi?».
Il Paladino, senza rispondere, si girò verso la sua fidanzata e, sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi, le mostrò la gemma gialla contenente il medaglione. Aisha, non appena capì che il ragazzo aveva avuto successo, corse da lui e gli saltò al collo piena di gioia. L’altro, allo stesso modo, la strinse teneramente a sé e, dopo averle dato un bacio sulla fronte, bisbigliò:
«Scusa se ci ho messo tanto, ma questo affare non voleva proprio saperne di venire via».
«Fa nulla: l’importante è che tu stia bene» replicò la Principessa di Andros, accarezzandogli l’esile volto.
«Che ne dici di tornare dagli altri e di andarcene da questo posto?» le chiese Nex, prendendola per mano.
«Non potevi avere idea migliore» rispose, divertita, la ragazza.
I due si allontanarono dal luogo dello scontro e si diressero dai loro amici. Questi, avendo ormai capito che la “missione” del Paladino fosse pienamente riuscita, tirarono un respiro di sollievo. Tuttavia non vi fu alcuna esultanza: la battaglia con il Creatore del Legendarium e il successivo “gioco al massacro” di Belial li aveva così provati che nessuno di loro riuscì a trovare la forza né un motivo per festeggiare. Di conseguenza, non appena Nex e Aisha si ricongiunsero al gruppo, i ragazzi si limitarono a imbarazzati sorrisi di convenienza; poi Bloom si rivolse al fidanzato della Principessa di Andros e disse:
«Grazie per aver recuperato il Medaglione Nex. Adesso dallo a me».
Il Paladino, allora, tese il proprio braccio lasciando cadere la gemma tra le mani della rossa, poi, senza riuscire a nascondere una strana agitazione, esclamò:
«Cosa aspetti? Libera la reliquia e lascia che sia lei a portarci dal Custode».
«Nex ha ragione! È arrivato il momento di scoprire la verità» la incalzò Aisha, stringendo la mano a pugno.
La Principessa di Domino, sebbene avesse preferito rimandare ad un altro momento un’operazione così delicata, fu convinta dai due e, borbottando alcuni incantesimi, cercò di aprire la gemma. Tuttavia pochi istanti dopo la Preside Griffin le sussurrò:
«Bloom abbiamo tutto il tempo di questo mondo per liberare la reliquia: adesso perché non ci occupiamo di cose più importanti?».
La donna, allora, le indicò i corpi ancora privi coscienza di Brendon, Saladin, Flora, Musa, Selina, Roxy e Brandon, i quali, nonostante avessero già ricevuto le prime cure e fossero stati adagiati su delle barelle a levitazione portate da Berfomet e Sangan, versavano ancora in gravi condizioni. La fata della Fiamma del Drago, resasi conto della cosa, s’interruppe immediatamente e, consegnando la gemma gialla alla Griffin, biascicò:
«Mi scusi Preside… mi sono lasciata trasportare dalla curiosità».
«Tranquilla, dopotutto è normale. Terrò io l’oggetto finché non avremo portato al sicuro i feriti ad Alfea. Una volta che tutto si sarà sistemato, provvederemo a recuperare il Medaglione» replicò la donna, facendole l’occhiolino.
«Mia signora ci è stato appena comunicato dalla professoressa Zarathustra che la navetta di Fonterossa è in arrivo. Credo sia ora di andare» esordì, all’improvviso, Sangan, dopo essere stato contattato telepaticamente dalla docente.
«Perfetto! Usciamo da questo posto» concluse la donna con risolutezza.
A quel punto il gruppo si diresse all’ingresso della Sala del Flusso Interrotto e, superate le macerie della tettoia in legno, attraversò l’imponente portone d’accesso. I guardiani dei sotterranei, però, su ordine della Preside di Torrenuvola rimasero all’interno della camera e si occuparono di trasportare il corpo di Acheron nell’infermeria della scuola prima di dargli una degna sepoltura.
«Forza Berfomet dammi una mano, non posso farcela da solo» esclamò, stizzito, il grande ragno blu.
«Aspetta un momento, c’è un qualcosa che non mi convince» replicò la lucertola dalla squamosa pelle grigia, mentre con le sue dita percorreva il perimetro del foro circolare, all’interno del quale alloggiava la gemma contenente il Medaglione.
Sangan, allora, si posizionò affianco al suo compagno e, dopo aver esaminato con attenzione la corazza di Acheron, esclamò perplesso:
«Ohibò… abbiamo un problema».
«Già, dobbiamo parlarne al più presto con la Preside Griffin» sentenziò Berfomet, assottigliando lo sguardo.
Intanto le Winx, gli Specialisti e la Griffin, dopo essere arrivati nel salone d’ingresso della scuola, si affrettarono ad uscire all’esterno dell’edificio ricongiungendosi con le Pixies e un taciturno Sky. Bloom, nonostante avesse tanto voluto riabbracciare l’amore della sua vita e chiarire con lui quanto fosse accaduto all’interno della Sala del Flusso Interrotto, non se la sentiva ancora di affrontarlo e di scatenare con molta probabilità una violenta lite in un momento così delicato. Di conseguenza la rossa si limitò a fargli un cenno della mano per fargli capire che tutto fosse andato per il meglio. Tuttavia il Principe di Eraklyon le voltò lo sguardo ignorandola. Daphne, avendo assistito alla scena, si avvicinò alla sorella, dispiaciuta e rattristata dall’atteggiamento del ragazzo, e cercò di consolarla in qualche modo. Allo stesso modo Max si mise in disparte con Elizabeth e stringendola a sé le sussurrò dolci parole al fine di farle tornare il sorriso. La fata degli elementi, però, continuò a mantenere la testa bassa e a singhiozzare tra le braccia del suo fidanzato.
«Non ci resta che aspettare l’arrivo dell’Owl» esordì Timmy, appoggiandosi ad uno dei parapetti dell’edificio.
«Speriamo arrivi presto» mugugnò Stella sovrappensiero, mentre accarezzava i capelli del proprio fidanzato.
«Le navette di Fonterossa sono molto veloci: sarà qui tra un paio di minuti» la tranquillizzò Helia, lasciando la mano di Flora anche lei stesa sulla lettiga priva di sensi.
«Accidenti!» gracchiò, all’improvviso, Tecna, agitando il suo palmare per aria.
«Cos’è successo?! Ci sono problemi?» le chiese Aisha con preoccupazione.
Tecna non rispose e, facendo a tutti segno di tacere, toccò in un punto dello schermo del suo cellulare. Non appena cliccò sul vetro touch screen, dai lati della scocca in alluminio si staccarono due sottili asticelle che subito dopo eseguirono una rotazione di circa novanta gradi verso l’interno. Una volta che si trovarono una di fronte l’altra, tra loro si frappose un sottilissimo schermo magico sulla cui superfice comparvero delle immagini in movimento. Quest’ultime, dapprima sfocate e esageratamente ingrandite, con il passare dei secondi divennero sempre più nitide finché non mostrarono perfettamente il contenuto di quell’improvviso videomessaggio. Le Winx, gli Specialisti e la Griffin furono alquanto perplessi da ciò che si mostrò loro: il volto insanguinato e coperto di terra di una giovane ragazza dai capelli rossicci abbelliti dalla presenza di una codina blu scuro. Questa, dopo essersi accertata di aver stabilito una connessione stabile con il palmare di Tecna, esclamò con voce concitata e preoccupata:
«Ragazze era ora che rispondeste alla mia chiamata di soccorso! Sono più di venti minuti che sto cercando di contattarvi senza risultato. Si può sapere dove diamine siete?! Alt… fermate le bocche… non rispondetemi altrimenti perdiamo inutilmente altro tempo: ci sono cose più urgenti di cui dobbiamo parlare. Vi sto contattando dalla torre nord di Alfea, anzi sarebbe meglio dire da ciò che rimane della torre nord. La scuola è stata attaccata e, nonostante la preside e i professori ci stiano dando una mano, non credo resisteremo ancora a lungo. Abbiamo bisogno del vostro aiuto… adesso!».
«Mirta chi ha attaccato la scuola?!» le chiese, allarmata, Daphne.
«Sono stati…» cercò di rispondere la ragazza, ma una forte esplosione proveniente dalle sue spalle causò l’interruzione della videochiamata.
Per alcuni secondi i presenti guardarono come inebetiti lo schermo grigio del palmare della fata della tecnologia, non riuscendo ancora a credere alle terribili parole di Mirta. Tuttavia la Preside Griffin, consapevole della gravità della situazione, riprese immediatamente il controllo di sé e si rivolse risolutamente ai ragazzi:
«Helia… tu, Aisha, Bloom, Max e Timmy aspetterete l’arrivo dell’Owl e conseguentemente trasporterete i feriti nell’infermeria di Fonterossa. Non appena arriverete, avvisate il professor Codatorta e chiedetegli di mobilitare tutte le squadre di primo intervento in modo tale da poterle inviare ad Alfea. Allo stesso tempo, però, assicuratevi che attivi anche il “dispositivo di sicurezza interplanetario”, soltanto così potremo ricevere l’appoggio dei Templari di Roccaluce e…».
«Siamo sicuri di poterci fidare? Dopotutto lavorano per Arcadia e il Consiglio degli Anziani» la interruppe Thoren.
«Temo non abbiamo altra scelta. Sono fermamente convinta che questo attacco sia stato premeditato parecchio tempo fa» replicò la donna, scuotendo la testa.
«Sono d’accordo!» intervenne Tecna con sicurezza - «Le probabilità che l’attacco ad Alfea avvenisse lo stesso giorno in cui ci saremmo dovute assentare per recuperare il Medaglione del Custode sono bassissime. Chiunque abbia attaccato sapeva che la scuola sarebbe rimasta senza la nostra protezione: qualcuno deve averglielo detto».
«No aspetta un momento… stai forse dicendo che c’è una spia tra di noi?» le chiese Daphne con preoccupazione.
«Io una mezza idea su chi potesse essere ce l’avrei» sbuffò, maliziosa, Aisha, lanciando un’occhiataccia ad Elizabeth e Max.
I due, infastiditi e offesi da quell’ennesima accusa, si apprestarono a controbattere per potersi difendere, ma Helia e Timmy furono più rapidi di loro.
«Adesso smettila con queste fesserie! Max e Elizabeth non agirebbero mai alle nostre spalle» la rimproverò, aspramente, il fidanzato di Tecna.
«Elizabeth ti ha salvato la vita e conseguentemente, per quanto tu sia contrariata da questo, merita il tuo rispetto» aggiunse il nipote di Saladin, mostrandosi per la prima volta arrabbiato agli occhi della fata degli elementi.
«Fate come volete, ma non venite a lamentarvi da me quando ci troveremo nuovamente nei guai» tagliò corto, indispettita, la Principessa di Andros, voltando le spalle ai suoi amici.
Elizabeth fu immensamente grata ai due Specialisti e si sentì in un qualche modo risollevata. La sua più grande paura, infatti, era stata appena esorcizzata dal loro gesto: nonostante tutto quello che era successo, i suoi amici continuavano a fidarsi di lei; e questo non avrebbe potuto renderla più felice. Le altre Winx preferirono non intervenire, lasciando alla fata dei fluidi il tempo di sfogare l’arrabbiatura. Di conseguenza le ragazze tornarono a rivolgersi alla Preside Griffin e in particolare Daphne le domandò:
«Preside cosa vuole che facciamo io, Thoren, Sky, Nex, Tecna, Stella e Elizabeth?».
La donna, allora, agitò la sua mano destra nell’aria aprendo un portale dimensionale e, soddisfatta del proprio “operato”, esclamò con aria compiaciuta:
«Voi, poiché avete subito meno danni durante lo scontro con Acheron e quindi avete ancora abbastanza energie per combattere, verrete con me: cercheremo di aiutare Faragonda e le altre studentesse prima dell’arrivo dei rinforzi. Con questo incantesimo di teletrasporto impiegheremo soltanto pochi secondi a raggiungere il cancello d’ingresso di Alfea. Forza muoviamoci: la vostra scuola ha bisogno di noi».
Le ragazze, allora, senza farselo ripetere due volte, si trasformarono nella loro forma Bloomix e, insieme alla Direttrice di Torrenuvola, Sky e i due Paladini, attraversarono il portale. Come aveva affermato la Griffin, il gruppo di salvataggio giunse in meno di un secondo dinanzi al cortile d’ingresso della scuola per fate. Tuttavia, non appena Tecna e le altre realizzarono cosa fosse accaduto alla loro amata Alfea, non riuscirono a trattenere le lacrime e un urlo di rabbia. L’imponente edificio dai colori pastello era ormai stato ridotto ad un informe carcassa di detriti fumanti. Sia la torre sud che quella nord erano state abbattute, mentre le torrette posteriori erano completamente diroccate. L’ala sinistra dell’edificio, invece, era scomparsa lasciando posto ad un cumulo di calcestruzzo, vetri e intonaco. Il corpo centrale della scuola, infine, era stato letteralmente spezzato in due. Una lunga e vistosa crepa, infatti, lo percorreva dalle fondamenta fino alla vitrea cupola trasparente.
«Chiunque abbia fatto questo la pagherà cara» sentenziò, furiosa, Daphne.
«Lasciate che gli metta le mani addosso e… e…» ringhiò Stella, stringendo i pugni, ma la Griffin, alzando leggermente la voce, le rimproverò:
«Calmatevi ragazze! Con i proclami e le minacce non risolviamo nulla. Piuttosto pensiamo a raggiungere gli altri e vediamo di renderci utili in qualche modo».
Le giovani fate e i tre ragazzi annuirono, poi corsero rapidamente all’interno del cortile. Faragonda, Palladium, Avalon e Eldora, affiancati da un gruppetto di studentesse tra le quali per grande gioia delle Winx si trovava anche Mirta, erano schierati in prima linea, mentre gli altri insegnanti si stavano prendendo cura dei feriti.
«Preside Faragonda, Preside Faragonda… siamo qui!» gridarono in coro le Winx a perdifiato, correndo dalla donna.
«È un piacere rivedervi mie care» replicò la direttrice con gioia - «Tuttavia non posso fare a meno di notare che siete pochine. Dove sono tutti gli altri?».
«Ehi… anche Selina manca all’appello. Come mai?» aggiunse Eldora con un tono di voce velatamente preoccupato.
Le fate, prese alla sprovvista da quelle domande, non vollero rispondere temendo di scatenare ulteriore panico e confusione. Tuttavia, non avendo la lucidità e la freddezza necessarie per inventare una scusa o una spiegazione abbastanza credibile, rimasero in silenzio causando un forte sentimento di apprensione nell’animo delle due donne. Di conseguenza, al fine di “tamponare” momentaneamente quella spinosa situazione, la Griffin intervenne prendendo la parola:
«Vi spiegheremo tutto a tempo debito, l’importante è che sappiate che stanno bene. Adesso, però, diteci cos’è successo qui e chi ha avuto la brillante idea di attaccare Alfea».
Faragonda, visibilmente sollevata dalle rassicurazioni della sua vecchia amica, era in procinto di spiegarle chi fossero gli artefici dell’attacco, quando una tagliente e denigratoria voce maschile, stranamente familiare, fecce gelare il sangue ai presenti:
«Oh… ma a questo quesito possiamo rispondervi noi!».
Subito dopo due nubi nere dai contorni grigi, poste ad un centinaio di metri d’altezza, si condensarono assumendo aspetto umano. Le Winx, alla vista di quei due uomini, impallidirono; allo stesso modo Sky, barcollando all’indietro, balbettò:
«Quelli… quelli sono… sono…».
«Ogron e Gantlos, due dei quattro Stregoni del Cerchio Nero» concluse la Preside di Alfea, mettendosi sulla difensiva.
«È un piacere rivedervi Winx, anche se avrei preferito affrontare il gruppo al completo» le schernì Ogron, massaggiandosi il suo pizzetto rosso.
«Beh… anche noi dobbiamo accontentarci solo di te e Gantlos. Capisco l’assenza di Duman, ma Anagan? Per caso il poveretto è ancora surgelato?» esclamò Stella, cercando di non mostrarsi intimorita.
«Diciamo che aveva un impegno» intervenne lo stregone con il cappello, facendo spallucce.
«Tranquille lo rivedrete presto e tutti e tre insieme ci prenderemo la nostra rivincita» ghignò l’altro con voce cupa - «Non oggi però… per me e Gantlos è venuta l’orda di andarcene. Dopotutto abbiamo ottenuto quello che volevamo, anzi anche un ricordino in più».
A quel punto il ragazzo con i capelli rossi fece comparire tra le sue mani il Legendarium e lo mostrò con soddisfazione alle Winx. Quest’ultime, nonostante sapessero che il libro fosse sigillato e quindi inutilizzabile, guardarono con angoscia e preoccupazione la fata madrina, la quale, chinando il capo per la vergogna, sibilò:
«Mi dispiace ragazze… ho cercato di proteggerlo, ma ho fallito».
Gli stregoni, immensamente divertiti dalla reazione delle loro nemiche, scoppiarono a ridere e, riassumendo parzialmente l’aspetto di una rarefatta nebbia nera, si apprestarono a lasciare il campo di battaglia. Poco prima che accadesse ciò però, Nex, cogliendo tutti alla sprovvista, estrasse la sua alabarda e scagliò un fendente magico verso Ogron e Gantlos. Il micidiale colpo viaggiò rapidamente nell’aria; tuttavia a pochi centimetri dal bersaglio fu deviato da una sfera oscura, proveniente da un punto non meglio specificato della Foresta di Selvafosca, ritornando indietro.
«Elizabeth!!! Fa attenzione!» le urlò, invano, Tecna.
La ragazza dai capelli castani, persa nei suoi pensieri, si accorse troppo tardi di essere il nuovo “target” del colpo di Nex e conseguentemente non fu in grado di evitarlo. Elizabeth, sapendo di non avere scampo, chiuse gli occhi è aspettò che l’attacco la colpisse. Tuttavia ciò non avvenne, la fata degli elementi, infatti, pochi istanti dopo riaprì sana e salva le palpebre trovandosi dinanzi Faragonda. La Preside di Alfea si era frapposta tra lei e il fendente dell’alabarda lasciandosi colpire. La donna, poiché aveva assorbito in pieno petto tutta l’energia magica dell’attacco, barcollò all’indietro sfinita e cadde tra le braccia della ragazza. Quest’ultima cercò di sostenerla e con le lacrime agli occhi le chiese:
«Perché? Perché lo ha fatto?».
«Elizabeth mi… …mi… …mi dispiace» mugugnò Faragonda esamine per poi svenire.
La fata degli elementi, scuotendo leggermente il corpo della direttrice, piagnucolò:
«Preside? Riesce a sentirmi? La prego mi risponda…».
La donna, però, rimase con le labbra serrate e gli occhi chiusi. La ragazza dai capelli castani, allora, dopo averla stretta a sé pianse sul suo petto, mentre studenti e professori, visibilmente commossi, le accerchiarono silenziosamente.
«Oh… amica mia, alla fine ce l’hai fatta: sei riuscita a proteggerla» bisbigliò sottovoce la Griffin, scuotendo la testa.
Dopo essersi chiusa alle spalle la porta dell’infermeria di Fonterossa, Bloom s’incamminò lungo uno dei corridoi secondari, che portavano al cortile interno della scuola per Specialisti. La rossa, ricoperta da capo a piedi di bende, lungo il tragitto non poté fare a meno di ripensare a quanto fosse accaduto durante quel lungo giorno. Non si sarebbe mai aspettata che il recupero del Medaglione avrebbe comportato tutti quei sacrifici… tutte quelle perdite. Quella che le aveva affidato Arcadia era la missione più difficile e pericolosa che lei e le sue amiche avessero mai affrontato… missione che era soltanto all’inizio. La Principessa di Domino, infatti, sapeva che la reliquia li avrebbe condotti dall’attuale Custode della Fiamma della Fenice, ma non poteva avere alcuna certezza che lui o lei avrebbero acconsentito ad aiutare la Dimensione Magica oppure che ne fossero stati realmente capaci. Tormentata da questi e altri mille pensieri Bloom uscì all’aria aperta lasciandosi illuminare il suo volto tumefatto dalla pallida luce delle stelle. La fata della Fiamma del Drago raggiunse il centro del cortile dove ad attenderla c’erano Sky, Max, Daphne, Thoren, Tecna, Timmy, Nex, Aisha e la Griffin. Quest’ultima, non appena la vide, le sorrise dolcemente e le chiese:
«Sei sicura di volerlo fare proprio ora?».
«Si! Dobbiamo portare a termine questa missione… lo dobbiamo a tutti gli altri» replicò, decisa, la rossa, aprendo i palmi delle mani a mo’ di coppa.
«D’accordo, come vuoi tu» concluse la donna, consegnandole la gemma gialla appartenuta ad Acheron.
La Principessa di Domino, allora, la strinse tra le mani e pronunciò nuovamente una serie di formule volte a liberare il Medaglione da quella specie di contenitore. Ad un certo punto si sentì un “tac” e la pietra decorativa si aprì facendo uscire dal suo interno un oggetto circolare di fero al quale era legato un sottile laccetto di cuoio. I presenti osservarono con stupore l’antica reliquia fluttuare dinanzi a loro finché la Custode della Fiamma del Drago, sfiorandola con un dito, sibilò:
«Trova il tuo padrone».
Il Medaglione del Custode della Fiamma della Fenice, allora, si sollevò ancora più in alto, poi, muovendosi sempre più rapidamente, compì una serie di giri sopra le teste dei ragazzi. Bloom, Aisha e Tecna, avendo capito che l’oggetto era pronto a ricongiungersi al suo legittimo proprietario, si trasformarono in modo tale da poterlo seguire. All’improvviso, però, il Medaglio si arrestò e, scendendo in picchiata verso il basso, sotto lo sguardo esterrefatto di tutti loro, si cinse al collo del Principe di Eraklyon.
 
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Note dell’autore: Buonsalve a tutti!!! Innanzitutto scusatemi per il titolo del capitolo, che non è propriamente il più adatto per gli argomenti trattati XS. Diciamo che ho voluto essere un po’ cattivello e sviare la vostra attenzione su altro XD. In questo modo, anche a seguito del discorso avuto tra Bloom e la Griffin, nessuno di voi avrebbe mai pensato che già a questo punto della storia il Medaglione avrebbe trovato il suo legittimo proprietario ahahahahahahahahah. Dite la verità non vi sareste mai aspettati una cosa del genere, nevvero? Dopotutto Arcadia, sebbene avesse previsto una minima possibilità del contrario, aveva assicurato alla nostra rossa preferita che il Custode della Fiamma della Fenice si trovasse nella Dimensione di Max, Brendon e Elizabeth. E invece no… il Custode non solo sembra appartenere alla Dimensione Magica, ma è anche una persona che conosciamo molto bene: Sky. Adesso non ci resta che vedere in che modo il Principe di Eraklyon riuscirà a sfruttare l’immenso potere della Fenice e se sarà in grado di salvare il suo stesso universo :D. Detto questo veniamo ad altri due punti fondamentali. Primo: tenete bene a mente il brevissimo dialogo in solitaria che Sangan e Berfomet (nomi presi da carte di Yu-Gi-Oh XD) hanno nella Sala del Flusso Interrotto, mentre cercano di trasportare il corpo di Acheron. Credetemi è importantissimo… soprattutto per quelli che mi odieranno dopo aver letto questo capitolo ;D. Secondo: la scelta di Faragonda di fare da scudo ad Elizabeth è stata dettata da un istinto che va ben oltre quello di sopravvivenza e la stessa Griffin ce lo fa capire. Adesso sta a voi, come dico sempre io… a buon intenditore poche parole ahahahahahaha. Infine vi chiedo di soffermarvi sull’atteggiamento non proprio amichevole della Principessa di Andros. In particolare mi auguro di non avervela fatta odiare troppo, dopotutto non ha tutti i torti… sapere che Brendon sia un demone come quello che le ha causato tutto quel dolore… l’ha davvero distrutta :(. Concludo dicendovi che per vostra immensa gioia questo è l’ultimo capitolo della fanfiction 😊. Ovviamente la storia non finisce qui, ma riprenderà da questo punto esatto nel seguito che inizierà il giorno 9 ottobre 2017. Allo stesso modo anche “Il Mondo oltre la finestra” e “I Racconti di Cassiopea” torneranno in autunno 😉. Purtroppo, a causa di millemila impegni, la pubblicazione dei capitoli si era fatta irregolare… quindi ho preferito dividere la storia in due parti per mettere un punto fermo alla situazione XD. Beh… penso di avervi detto tutto, spero di ritrovarvi ad ottobre e… e niente un saluto :D :D :D.

Yugi95
   
 
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