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Autore: Redferne    20/03/2017    11 recensioni
Tra Nick e Judy sta accadendo qualcosa di totalmente nuovo ed inaspettato.
E mentre Nick cerca di comprendere i suoi veri sentimenti nei confronti della sua collega ed amica, fa una promessa a lei e a sé stesso: proteggerla, a qualunque costo.
Ma fare il poliziotto a Zootropolis sta diventando sempre piu' pericoloso...
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 26

 

 

CITTA’ SENZA LEGGE (TERZA PARTE)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il St. Mandel Hospital si trovava a circa dieci miglia da Haunted Creek, mentre distava sei miglia esatte dalla cittadina confinante con quest’ultima, Crimsonbee.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nick decise di recarvisi il giorno successivo all’incidente, in tarda mattinata.

Dopo un breve tratto di pareti marroni che contraddistinguevano i corridoi di degenza di quel luogo, svoltò deciso per la quarta stanza sulla sinistra.

Non appena entrò vide lo sceriffo supino sull’unico letto presente. Portava un collare rigido attorno al collo ed una voluminosa fasciatura alla testa, da cui fuoriuscivano le robuste corna. Un piccolo tubicino gli fuoriusciva dal braccio sinistro, terminando in una flebo ricostituente. Sembrava assopito, forse per effetto degli antidolorifici.

“Salve, Ricketts.”

Quest’ultimo, non appena l’ebbe udito, sgranò di colpo gli occhi volgendoli nella sua direzione, ed assumendo un’espressione sorpresa.

“W-Wilde?! Salve, giovanotto. Credevo fosse già partito, a quest’ora. Coff, Coff!!”

Due violenti colpi di tosse lo colsero di sorpresa. Cercò di soffocarli con una mano per non sottoporre il collo martoriato a movimenti inopportuni.

“Cerchi di non sforzarsi.” raccomandò Nick. “Ma come é successo?”

“Pare si siano rotti i freni.” precisò l’alce. “Ad un certo punto ho perso il controllo e...mi sono ritrovato a partecipare ad un rally fuori programma. Beh, poteva anche andare peggio, a questa...coff, coff...vecchia pellaccia. Alla fine, me la sono cavata con una brutta botta alla testa condita da un bel po' di lividi e qualche escoriazione. Coff, Coff!!”

“Già. Ha perfettamente ragione. Poteva andarle anche peggio, tutto sommato.” Confermò Nick.

Ricketts tossì di nuovo. Poi quando gli spasmi si calmarono rimase in silenzio, come a voler riprendere fiato.

“Ascoltami, Wilde : é stato Carrington.” buttò lì, dopo qualche istante.

“Come?”

“E’ stato Carrington, ti dico. Li ha fatti manomettere lui i freni. Sarei pronto a scommetterci.”

“Ne é davvero sicuro?”

“Diavolo, la macchina era fresca di meccanico: l’avevo fatta appena controllare da cima a fondo, una settimana fa.”

“E perché lo avrebbe fatto?”

“Probabilmente lo hanno informato della nostra chiacchierata di ieri mattina e ci teneva a far sapere a tutti quanti che non ha approvato per niente la mia iniziativa personale.”

“Ma tutto questo é pazzesco...”

Nick era sempre più allibito.

“Stà a sentire, giovanotto: ieri, ti ho mentito. Non ti ho voluto dire come stanno veramente le cose, in paese. Ho giocato con le carte truccate e ti chiedo scusa.” confessò Tom, dispiaciuto. “L’altra sera, al locale, ero reduce da un’animata discussione avuta proprio con Carrington. Gli ho detto che i suoi ragazzi avevano oltrepassato ogni limite ed abusato fin troppo della mia pazienza. Che ne avevo abbastanza delle loro scorribande e delle loro prepotenze. E che avrei preso seri provvedimenti in proposito se la musica non fosse cambiata. E alla svelta, anche. Lui, naturalmente, ci ha riso sopra a tutto quanto e mi ha invitato a togliermi di torno con una certa sollecitudine. A quel punto ero veramente disperato, credimi. Poi ho visto te che sistemavi a dovere quel balordo, e ho pensato di chiedere il tuo aiuto. Ma ho commesso un grave sbaglio. Non...non avrei dovuto metterti in mezzo, per nessun motivo. E non posso pretendere che qualcun’altro risolva i problemi che io non sono in grado di sistemare. E’ proprio come ha detto Laureen. E ha ragione.”

“Diciamo che avevo intuito che qualcosa non filasse per il verso giusto, nel discorso che mi aveva fatto a colazione.” intervenne Nick. “Sono anch’io del mestiere, e da un bel po'.”

“Vuoi...vuoi dire che...anche tu sei...sei un...”

“Diciamo che si tratta di deformazione professionale, tutto qui. Mi sono fatto una certa esperienza, nel campo. Al punto da capire al volo quando qualcuno ha bisogno di una mano. C’è solo una cosa che ci terrei a sapere: perché non me l’ha voluto dire sin da subito, che era ai ferri corti con quel tizio?”

“Per orgoglio, ecco perché. Per il mio solito, stupido ed ostinato orgoglio. Vedi...non é affatto semplice ammettere di essere un autentico fallimento come individuo e come rappresentante della legge. E, per giunta, di fronte ad uno sconosciuto incontrato per puro caso la sera prima.”

 

Come se fosse la prima volta che mi capita. Pensò ironicamente Nick. Se tu sapessi...

 

“Lasci stare, ora. Comunque, c’é un altro motivo per cui sono venuto qui da lei, stamane.”

“C-che vuoi dire?”

“Voglio dire che ho deciso di ripensarci. E di rivalutare la sua offerta.”

“Dici...dici sul serio, Wilde?”

“Si, Ricketts. Affare fatto. CI STO.”

Il vecchio alce indicò il comodino alla sua sinistra.

“Apri quel cassetto, per favore.”

Nick obbedì: si precipitò al comodino, aprì il cassetto, vi rovistò al suo interno e...gli occhi gli si spalancarono dallo stupore. Non riusciva a crederci. Stava davvero accadendo? Di nuovo?

“M-ma questa...questa é...”

“Prendila, figliolo. E’ tua, ora.”

Nick la afferrò e, subito dopo, la esaminò con cura. Era inconfondibile. Con il suo riflesso dorato. Le sue cinque punte delimitate da un cerchio. La sua forma stilizzata che ricordava in modo inequivocabile un astro luminoso del firmamento. E per tutto ciò che rappresentava.

“Accidenti...mi sarei accontentato anche del posto di aiutante...” esclamò, stringendola nella mano.

“No, Wilde. E’ giusto così, invece. Io ne avrò per un bel pezzo, vista la mia non più giovane età. E ormai, dopo quel che é accaduto, il banco é saltato. Quindi, da adesso si gioca con nuove regole. LE TUE. C’é bisogno di uno con fegato e idee chiare, non di un vecchio inutile senza più energie. Da questo preciso momento, ti nomino NUOVO SCERIFFO DI HAUNTED CREEK.”

“Ma...é sicuro che sia regolare, in questo modo?” Chiese Nick, dubbioso. “Non si dovrebbero svolgere delle elezioni, o qualcosa del genere? E il sindaco?”

“Il sindaco se n’é andato da un bel pezzo, giovanotto. TU – SAI – CHI lo ha minacciato, tanto per cambiare. E quello ha pensato bene di levare le tende e piantarci in asso. E nessuno ha avuto il coraggio di ricandidarsi. Pertanto la massima autorità in paese sono io, al momento. In quanto ai miei concittadini, credo che si abitueranno in fretta alla novità. Così come si sono abituati a me, ai tempi. Ci si abitua in fretta ad ogni cosa, dalle nostre parti. Ma sappi che stavolta voglio essere sincero fino in fondo: ti stai per prendere tra le zampe un’autentica patata bollente, talmente bollente da rischiare di ustionarti per intero. Te la senti ancora, adesso che sai la verità?”

“Forse é proprio ciò che mi serve, in un momento come questo.”

“Pensaci bene, Wilde. Sei ancora in tempo per rifiutare. E, se lo farai, sappi che capirò perfettamente.”

“Ci ho già pensato, Ricketts. E ho già deciso. Sarò il suo nuovo sceriffo.”

“Allora, buona fortuna per il nuovo incarico. Ancora una cosa...”

“Un attimo soltanto, Tom.” lo interruppe Nick, mentre osservava la stella. “Torno subito.”

“Mph. E chi si muove, di qui?” Rispose quest’ultimo, trattenendo a stento una risata.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nella toilette della stanza, Nick era immobile di fronte al piccolo specchio situato sopra al minuscolo lavabo, intento ad osservare la propria immagine riflessa.

“E’ sicuro di quello che sta facendo, Nicholas?” Si chiese.

“Grazie per essere passato da queste parti, DOTTOR PIBERIUS. E’ un pezzo che non ci si vedeva. E non mi risulta che avevamo altre sedute in programma, in questo periodo.”

“Diciamo che mi riservo la facoltà di intervenire anche senza un appuntamento specifico, qundo vedo che il mio paziente preferito nonché unico é sul punto di compiere una sciocchezza di quelle colossali. Ne é ben cosciente che non si tratta né di un gioco né di uno scherzo, quello che sta per affrontare? Una volta appuntato quel distintivo e varcata quella porta, non potrà più tornare indietro, e lei lo sa. Dovrà andare fino in fondo, qualunque cosa accada!”

“Nessuno mi obbliga, dottore. Se la faccenda dovesse mettersi male, posso sempre tagliare la corda e chi si é visto si é visto.”

“Non si prenda gioco del suo psicologo di fiducia, Nicholas. Non lo farà MAI. In nessun caso. La conosco fin troppo bene. Gliel’ho sempre detto che lei e l’agente Hopps siete identici, sotto un certo punto di vista. Anche lei ha la preoccupante tendenza a portare a termine un impegno preso oltre ogni ragionevole buon senso, anche se non in maniera altrettanto plateale e melodrammatica come la sua ex – collega.”

“Lasci in pace Judy, per favore. E’ solo che...pensavo che un po' di terapia d’urto potesse farmi bene.”

“TERAPIA D’URTO?! Mi faccia capire, Nicholas. Lei non ha ancora risolto un’oncia dei dei suoi problemi personali. Non ci ha nemmeno provato, a dirla tutta. E adesso si é messo in testa di farsi carico di quelli di un’intera comunità!!”

“Intanto che cerco di sistemarli, o al massimo aspetto che si aggiustino da soli, almeno farei qualcosa di utile...in ogni caso, sempre meglio che stare seduto o sdraiato da qualche parte ad ubriacarmi.”

“Se lo lasci dire, Nicholas: lei ha davvero una strana concezione di lavori socialmente impegnati. Se ci teneva tanto poteva mettersi a servire pasti caldi ai senzatetto, oppure fare da tutore a qualche adolescente in difficoltà. Invece, lei preferisce tentare di liberare quattro case dal giogo di un ricco industriale senza alcuno scrupolo.”

“Sa com’é. Ognuno si eccita a modo suo. Non le pare?”

“Beh, visto che ormai é fatta, non mi resta altro da fare che augurarle buon lavoro. E si faccia valere, mi raccomando.”

“Grazie, dottore. Quanto le devo?”

“Assolutamente niente. Stavolta mi accontento che ritorni a casa sano e salvo, e con la pelliccia intatta. E comunque, se le occorresse qualche altro consulto non esiti a chiamarmi: mi trova sempre qui, accanto a lei. Zero millimetri, Nicholas: non sono mai più lontano di così. Lo tenga bene a mente.”

“D’accordo, dottore. Me ne ricorderò.”

“Oh, un’altra cosa: porti i miei saluti a Judy, quando si risveglierà.”

“Sempre ammesso che si risvegli...lo volesse il cielo, dottore. Lo volesse il cielo.”

“Forse lo vorrà, Nicholas. Forse lo vorrà. Abbia fede.”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Nick uscì dal bagno e si diresse nuovamente verso Ricketts, con il distintivo appuntato all’altezza del cuore.

“Come mi sta?” chiese.

“Sembra che te l’abbiano cucito addosso dalla nascita.” rispose l’alce. “Levami una curiosità, piuttosto: che accidente stavi combinando là dentro, giovanotto? Parlavi da solo, per caso?”

“Oh, niente di che. Stavo praticando una seduta di autosuggestione.”

“Auto...che?”

“Si tratta di una tecnica di meditazione trascendentale che ho imparato da alcuni monaci zen, durante i miei viaggi immaginari in oriente.”

“Ah.” fece Ricketts, dubbioso. Aveva la vaga sensazione che lo stesse prendendo volutamente per i fondelli. Poi disse: “Ascolta, giovanotto: prima che mi dimentichi...lì dentro ci sono anche le chiavi dell’armeria, dell’auto e delle celle. Per qualunque altra informazione, chiedi pure alla mia vice.”

“Ok. Ricevuto.” rispose Nick mentre estraeva il voluminoso mazzo dal fondo del cassetto.

“Beh, si riguardi.” concluse, con fare sbrigativo. “Io vado.”

“E...e dove staresti andando?”

“Semplice. A iniziare a rendere Haunted Creek UN POSTO MIGLIORE. E da quel che ho potuto vedere, c’é un bel mucchio di lavoro arretrato da fare. Stia forte ed in gamba, Tom. E cerchi di riprendersi alla svelta.” Aggiunse Nick, porgendogli la mano.

“Fai pulizia, Wilde.” raccomandò l’alce, mentre gliela stringeva.

“Lasci fare a me. Avrà presto mie notizie.”

Detto questo si voltò di scatto dirigendosi verso la porta, e fermandosi giusto un istante sulla soglia.

“Ci si vede.” disse, mentre portava l’indice ed il medio della mano destra a lato della fronte per poi scostarli al volo, in un gesto repentino di saluto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il vecchio Ricketts era rimasto di nuovo da solo.

Ripensò alle parole di Laureen.

 

Qui non arriva lo straniero senza nome a levarti le castagne dal fuoco.

 

Pensò che forse questa volta aveva torto.

Era piuttosto infantile pensarlo. Equivaleva a dichiarare pubblicamente di credere nella fatina dei dentini. O a quella storiella secondo cui i cuccioli nascono sotto ai cavoli. Fantasie, per l’appunto. Però sono quelle cose in cui é bello credere, ogni tanto, anche se si sa che non sono reali.

Forse lo straniero senza nome esiste per davvero. E a volte, a forza di invocarlo, arriva sul serio. E, a quel punto, sono guai seri per tutti i cattivi.

Un sorriso gli si formò all’angolo della bocca.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Perché aveva accettato?

Nick continuava a ripensarci mentre percorreva il corridoio, in direzione dell’uscita.

Già. PERCHE’ DIAVOLO AVEVA ACCETTATO?

Gli tornò alla mente il vecchio giochino che aveva suggerito a Judy per i momenti di panico da giornalisti.

 

Allora, carotina: ecco l’abc della conferenza stampa. Se ti fanno una domanda a cui non sai o non vuoi rispondere, replica a quella domanda con un’altra domanda e poi rispondi alla tua domanda. Fai un figurone, te l’assicuro. E ne esci fuori alla grande.

 

Ok. Riproviamoci, disse tra sé. Forse il risultato non sarà così disastroso come l’ultima volta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Mi dica, sceriffo Wilde: cosa l’ha spinta ad assumere un simile incarico nelle fragili condizioni psicologiche in cui versa, in una cittadina così turbolenta e senza guadagnarci nulla, a parte il rischio concreto di avere seri problemi con un mucchio di gente alquanto pericolosa?”

“Dunque, vuole sapere cosa mi ha convinto ad accettare, é così? Beh...lasciate che sia io a farvi una domanda, questa volta. Cosa avrebbe fatto IL MIGLIOR AGENTE DI POLIZIA DI TUTTA ZOOTROPOLIS, al mio posto?”

O, meglio ancora: che cosa gli avrebbe detto di fare Judy se fosse stata di fronte a lui, in quel preciso momento?

Gli avrebbe detto: NICK, IL TEMPO DI PIANGERSI ADDOSSO E’ FINITO.

E’ ORA DI MOSTRARE A TUTTI, SOPRATTUTTO A TE STESSO, DI CHE PASTA SEI FATTO.

IO LO SO. L’HO SEMPRE SAPUTO. E’ IL MOMENTO CHE LO SCOPRANO ANCHE TUTTI GLI ALTRI.

CONTINUA A FARE QUELLO CHE FACEVI CON ME, QUANDO ERAVAMO FIANCO A FIANCO A PATTUGLIARE LE STRADE DI ZOOTROPOLIS.

CONTINUA A LOTTARE PER RENDERE IL MONDO UN POSTO MIGLIORE, A PARTIRE DA QUELLA PICCOLA CITTADINA.

 

 

 

 

 

 

 

 

Persino un posto tranquillo e sonnolento come Haunted Creek aveva un lato marcio e oscuro. Un lato marcio e oscuro di nome Quincey Carrington, che aveva ribadito il suo potere e la sua autorità sull’intera vallata tentando di eliminare addirittura lo sceriffo, e solo per aver avuto l’unico torto di parlare con lui e chiedere il suo aiuto. E, cosa ancor peggiore, lo aveva fatto mentre lui si trovava ancora lì.

Glielo aveva fatto in faccia. Come puro spregio nei suoi confronti. Per lanciargli un avvertimento e fargli capire chi comanda.

Per dargli una lezione.

Judy, in qualunque posto si trovasse ora, stava combattendo in silenzio per tornare alla vita. Ne era più che certo. E anche a lui toccava fare la sua parte, in attesa che lei tornasse. Doveva dare inizio alla sua, di battaglia.

Perché é sempre lì che veniamo ricondotti nel corso della nostra esistenza, che lo si voglia o no.

Al campo di battaglia.

 

QUESTE PERSONE HANNO BISOGNO DI TE.

HANNO BISOGNO DEL TUO AIUTO.

A PAROLE TE LA SEI SEMPRE CAVATA A MERAVIGLIA.

VEDIAMO COME TE LA CAVI CON TUTTO IL RESTO, ORA.

 

DATTI DA FARE, NICK.

 

“L’hai detto, carotina. L’hai detto.” ripeté sottovoce, mentre usciva dall’ospedale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve a tutti, rieccomi qua!

Ve lo aspettavate? Penso di sì...comunque, é proprio quello che ci voleva!

Nick é tornato in pista, finalmente. E si prevedono grossi casini all’orizzonte, soprattutto per chi, fino ad adesso, ha fatto impunemente il bello ed il cattivo tempo da quelle parti.

Judy ha fatto davvero un gran lavoro, su di lui, anche se la nostra volpe non lo ammetterà mai. Ne vedremo delle belle.

Colonna sonora: quando il vecchio Tom consegna la stella a Nick, sparatevi HEART’S ON FIRE di John Cafferty & The Beaver Brown Band.

E quando Nick ripensa alle parole di Judy mentre esce dall’ospedale, ascoltatevi STREET FIGHTING MAN dei Rolling Stones.

Ringrazio Plando, salamander92, Nami92, LittleCarrot,MizukiZukishima28, Freez shad e hera85 per le ultime recensioni. Grazie di cuore a tutti, davvero.

E, come sempre, chiunque leggerà la storia e vorrà lasciare un parere.

Ripensandoci, tra non molto sarà quasi UN ANNO ESATTO che sono alle prese con questa long. Incredibile…

Grazie ancora a tutti e alla prossima!

 

 

See ya!!

 

   
 
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