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Autore: Dea Agnesa    20/03/2017    8 recensioni
MALEC.
Alec è un giovane ragazzo di 18 anni, non potrebbe chiedere di meglio perchè si è appena diplomato e non vede l'ora di trascorrere una serena estate con i suoi amici prima di iniziare il college.
Purtroppo non sempre le cose vanno come ci aspettiamo.
A volte un semplice giorno come tanti altri può trasformarsi in un incubo.
Quando tutto cambia, come si comporterà Alec per superare il dolore? chi potrà aiutarlo?
Genere: Mistero, Romantico, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Alec sapeva che fare la doccia insieme si sarebbe trasformato in un vortice di baci e carezze. Gli fu difficile riuscire a mantenersi lucido mentre le mani di Magnus si stringevano attorno a lui facendo aderire i loro corpi nudi, ecco perché, nonostante il desiderio che cresceva impetuoso, non riuscì a capacitarsi di come Magnus fosse perfettamente a suo agio e sotto controllo. Probabilmente aveva già avuto esperienze simili perciò fare la doccia insieme a lui non aveva più l’ebbrezza della novità. Era semplicemente una copia sbiadita di qualcosa che aveva già vissuto, con amanti migliori e più esperti di Alec.
Il ragazzo era disteso sul letto di Magnus a tormentarsi con tutti questi pensieri. Dopo la doccia  aveva decisamente bisogno di distendersi e rilassarsi, perciò Magnus lo aveva accompagnato fino in camera e poi era scomparso nel suo bagno privato a , sue testuali parole, avviare il “processo di umanizzazione”. Aveva spiegato che in quei giorni si era lasciato troppo andare e aveva la necessità di prendersi cura di sé. Questo voleva dire per Alec, doverlo aspettare per ore.
In realtà non gli dispiaceva restare solo se questo si traduceva nel poter sonnecchiare nel letto di Magnus indisturbato. Essere disteso lì, nel posto in cui l’uomo dormiva abitualmente, era diverso che condividere il letto di un Hotel. Era molto più intimo. Si girò estasiato strofinando il viso sul cuscino, respirando il profumo di Magnus. Si sentì un po' una adolescente innamorata,  ma tanto nessuno poteva vederlo e poi stava troppo bene.
Aprì gli occhi quando sentì un lievissimo movimento proprio vicino al suo viso.
    - P…presidente Miao!!-
Il gatto lo guardava con sospetto e superiorità. Sembrava meravigliato che un'altra persona, che non fosse Magnus , dormisse in quel letto.
    - Bhè, non stavo facendo nulla di male…- si giustificò il ragazzo arrossendo.
Il gatto si girò, con calma ed eleganza, scese dal letto e si fermò sulla porta iniziando a miagolare. Alec sospirò e controvoglia si alzò dal letto per andare verso la porta del bagno. A Magnus piacevano le comodità e il lusso, ormai lo aveva capito, ma avere un bagno in camera, un altro bagno “per gli ospiti”, in cui avevano fatto la doccia e un altro al piano superiore sembrava esagerato ad Alec, abituato a dividere un solo bagno con i suoi fratelli e la madre. Bussò alla porta.
    - Entra, biscottino –
Alec aprì la porta. Guardò Magnus, che di fronte allo specchio si sistemava i capelli, e pensò che nessuno potesse essere più bello di lui. Si dimenticò perfino perché aveva bussato alla porta.
    - Ehm… - fece Alec scuotendosi. – ah…il Presidente Miao…credo, non so, forse ha fame…sta miagolando vicino alla porta. –
    - No, credimi – fece un gesto impaziente Magnus – cerca solo di attirare l’attenzione. È offeso con me. Per averlo lasciato solo quando siamo andati a Tokyo-
    - A proposito di Tokyo…-
    - Lo so, Alexander. – lo interruppe Magnus, facendogli segno di precederlo. – Andiamo in veranda. Ti farà bene prendere un po' d’aria e potremo parlare. –
Alec aveva così tante domande che non sapeva neppure da dove iniziare. In quei giorni che era rimasto chiuso in ospedale si era fatto raccontare da  Jace e Izzy come Magnus, subito dopo essere arrivato a Londra, si fosse fiondato a casa sua per cercarlo, ma aveva trovato solo il piccolo Max che gli aveva riferito che Alec era uscito di fretta prendendo l’auto della madre. Rintracciare poi la sua posizione grazie alla localizzazione GPS della macchina era stato un gioco da ragazzi. Anche suo padre, Robert, aveva contribuito a colmare, in parte, la sua curiosità quando Alec aveva voluto sapere che cosa fosse successo a Jonathan. A quanto pareva il ragazzo, a cui gli investigatori non erano riusciti a far confessare nulla, era stato rinchiuso in un istituto di igiene mentale. Non che gli agenti avessero davvero la necessità di parlare con lui quando bastava interrogare Alec. Il ragazzo aveva raccontato alla polizia la stessa versione della storia così tante volte ad un certo punto si domandò se fossero ottusi loro e lui non si sapesse esprimere.
    - Magnus?-
Erano appena usciti sulla veranda e Magnus aveva sistemato un cuscino ad Alec, su un divanetto di vimini, per farlo stare più comodo.
    - Stavo pensando una cosa – continuò Alec, mentre Magnus prendeva posto di fronte a lui. – Hai…Hai presente il ragazzo che …mi ha fatto questo?- disse indicandosi la ferita.
    - Il ragazzo con il disturbo di personalità?- chiese Magnus.
    - Si, bhè, per me non era un semplice ragazzo…ma…il mio migliore amico. So che è ricoverato in un ospedale psichiatrico. Vorrei andare a trovarlo.-
    - Alexander…- rispose Magnus, visibilmente agitato – So che credevi di conoscere quel ragazzo e ...- interruppe Alec, con un gesto della mano, quando lo vide aprire la bocca per ribattere. - …so anche che deve essere aiutato, ma è pericoloso. Gli agenti di polizia hanno trovato un diario segreto, nascosto sotto una trave in camera sua. In tutte quelle pagine non faceva altro che parlare di te. È ossessionato da te.-
    - Quello è Sebastian, Jonathan non mi farebbe mai del male…-
    - Alexander – lo interruppe Magnus – promettimi che starai lontano da quel ragazzo. –
    - Ma Magnus..-
    - Promettimelo! –
    - Si…va bene…come vuoi.- si arrese Alec, per niente convinto. 
Magnus si allungò e appoggiò la sua mano su quella di Alec. Il suo tocco era delicato e rassicurante.
    - Non voglio che tu corra più alcun rischio –
    - Certo.- sospirò Alec.  -Allora dimmi…cosa hai fatto dopo che sono andato via da Tokyo?-
Magnus gli fece un sorriso e lasciò andare la sua mano.
    - Ho letto la tua lettera. –
    - Oh..- Alec fu preso alla sprovvista e si irrigidì. Con tutto quello che era successo si era completamente dimenticato della lettera. – Io non sapevo…non credevo che tu…-
    - Per la cronaca – disse Magnus facendogli l’occhiolino – Era stupenda –
    - Grazie – gli rispose Alec arrossendo.
    - Ma …- proseguì Magnus - …scommetto che non è della lettera che vuoi parlare.-
    - No, no infatti, Jonathan…- Alec si fermò a riflettere poi continuò – Sebastian…mi ha detto che eri stato preso da Valentine, come hai fatto a scappare?-
    - Ero davvero nei guai, Alexander. Valentine mi avrebbe cancellato la memoria se non fossi riuscito ad andarmene e da solo non avevo nessuna possibilità…ma per fortuna sono stato aiutato. –
 
 
*****
 
Magnus, nonostante il corpo indolenzito si alzò di scatto al rumore dei passi. Qualcuno stava andando a prenderlo. Gli avrebbero cancellato la memoria e lui non avrebbe potuto impedirlo.
Un uomo si fermò davanti alle sbarre della cella.
    - Signor Bane?- lo chiamò questo.
Magnus si avvicinò circospetto. Arrivato a qualche centimetro di distanza riconobbe l’uomo che aveva di fronte. Era il conducente della limousine che lo aveva accompagnato da Valentine.
    - Vi serviranno più uomini se avete intenzione di cancellarmi la memoria.-
    - Sono venuto per liberarla –
Magnus lì per lì rimase spiazzato, poi scoppio a ridere.
    - Valentine mi crede davvero così ingenuo?-
    - Non lavoro per Valentine, signor Bane. –
Quell’uomo di così poche parole gli stava dicendo che lo avrebbe liberato, Magnus avrebbe dovuto approfittare senza pensarci troppo, eppure il suo sesto senso gli suggeriva di non fidarsi.
    - Per chi lavora allora? E perché mi sta aiutando?-
    - Non posso dirglielo adesso. Lo saprà a tempo debito.- gli rispose l’uomo.
    - E dovrei fidarmi? Chi mi assicura che non è uno sporco giochetto di Valentine?-
    - Ci pensi…cos’ ha da perdere?-
Magnus afferrò le sbarre con le mani, le strinse forte e guardò l’uomo negli occhi. Non voleva ammetterlo, ma aveva ragione. Non aveva altra alternativa che fidarsi e sperare che fosse sincero.
    - Va bene. – acconsentì Magnus – Mi faccia uscire.-
    - Ad una condizione. –
Magnus alzò le sopracciglia e fece una risata priva di allegria.
    - Certo, avrei dovuto aspettarmelo, c’è sempre una condizione. Cosa volete la te?-
    - Quando arriverà il momento lei dovrà andare dove le verrà indicato.-
    - Non capisco. –
    - Farà quello che le verrà chiesto. Non potrà tirarsi indietro. –
    - Non accetterò mai queste condizioni assurde. Preferisco lasciarmi cancellare la memoria. Può andare – rispose Magnus voltandosi.
    - Quindi è pronto a sacrificarlo…-
    - Di cosa sta parlando?!- ringhiò Magnus voltandosi e afferrando di nuovo le sbarre.
    - Del ragazzo. – quando l’uomo vide di avere di nuovo la piena attenzione di Magnus continuò a parlare. – Se accetta queste condizioni le assicuro che potrà andare a Londra a salvarlo. Senza di lei il ragazzo corre un grave pericolo.-
Magnus chiuse gli occhi impotente e appoggiò la fronte alle sbarre.
    - Non abbiamo tempo, signor Bane. Accetta o non accetta?-
    - Si…- Magnus deglutì – …ci sto. –
La cosa migliore in cui Magnus poteva sperare in quel momento era salvare Alec. In men che non si dica l’uomo aprì la cella con una chiave che recuperò dalla tasca della giacca.
    - Mi segua.- disse a Magnus.
Percorsero un corridoio freddo e spoglio, esattamente come la cella, e poi veloci lungo una scala in pietra.
   - Come ti chiami?- chiese Magnus all’uomo.
Questo sorrise per la prima volta e gli rispose :- Può chiamarmi Augustus. –
    - Bene, Augustus. Da che parte si va per uscire da questo inferno?-
    - Ci basterà raggiungere le scale dell’uscita d’emergenza…-
I due affrettarono ancora di più il passo guardandosi continuamente dietro per timore di essere scoperti. Stavano quasi per raggiungere le scale che un uomo gli si piazzò davanti. Con un movimento fulmineo tirò fuori una pistola. Magnus chiuse gli occhi quando sentì lo sparo. Ma non avvenne quello che si aspettava. Quando li riaprì vide l’uomo a terra e di fronte a lui Adrian che teneva con entrambe le mani una pistola.
    - Magnus!- pronunciò il suo nome con una tale ferocia da sembrare il ringhio di un lupo.
    - Si, lo so. – gli rispose Magnus sorridendo. – Ti sei rotto il cazzo di salvarmi la vita. –
Adrian lo raggiunse a grandi falcate e lo abbracciò forte.
    - Signori. – disse Augustus. – Mi spiace rovinate questo momento ma è il caso di non indugiare ulteriormente.-
    - Chi è questo imbecille?- chiese Adrian mentre tutti e tre aprivano la porta d’emergenza e scendevano le scale.
    - Augustus…- rispose Magnus. – E se tu fossi arrivato prima avrei evitato di stringere un patto con il diavolo. –
    - Se tu non mi avessi lasciato indietro tutto questo non sarebbe accaduto! Dovevamo andarcene quando te l’avevo detto! Ma no, tu sei Magnus Bane e non ragioni con la testa ma con quel tuo cazzo di uccello! –
    - Adrian! – rispose Magnus falsamente sconvolto. – Augustus ti prenderà per un villano. –
    - Signori, fate silenzio, per favore. – rispose Augustus quando arrivarono alla fine delle scale.
Si fermarono di fronte ad una porta chiusa con un catenaccio, Augustus prese un’altra chiave dalla tasca e la infilò nella fessura per aprire.
    - Lui si che si dà da fare. – disse Magnus indicando Augustus e rivolgendosi a Adrian.
     - Non rompere, Magnus. – gli rispose Adrian – Vado avanti io. – disse spingendo da parte Augustus e aprendo la porta.
Si trovavano nel parcheggio sotterraneo. Magnus lo riconobbe subito. C’erano parecchie auto e fin troppo silenzio.
     - Della macchina nera in terza fila vicino alla rampa d’uscita ho le chiavi – disse Augustus. – Dobbiamo prendere quella. –
    - Non vi sembra strano che…- iniziò Magnus ma le parole gli morirono in gola quando da dietro delle macchine saltarono fuori degli uomini armati.
Magnus diede una rapida occhiata. Dovevano essere almeno una dozzina. E a quanto pareva non sembravano intenzionati a parlare perché alzarono subito le pistole pronti a sparare.
Magnus, Adrian e Augustus si gettarono dietro un auto appena quelli cominciarono a far fuoco. Adrian si sollevò spiando cauto da dietro il nascondiglio e prendendo la mira premette più volte il grilletto. Magnus si guardò attorno. La macchina che aveva indicato Augustus era troppo distante per sperare di poterci arrivare senza finire pieni di buchi come un colabrodo.
    - Piano B. -disse Adrian e tirò fuori dalla giacca una piccola bomba a mano. – Chi è che non si dà da fare, adesso?-
    - Avanti, la tiri!- gridò Augustus.
    - Al mio tre la lancio e corriamo verso la macchina!- disse Adrian – Uno…due…- Adrian si alzò e lanciò con forza la bomba. – TREEEE!!-
Scattarono tutti e tre insieme. Il cuore di Magnus batteva furiosamente nel petto, sentì le grida degli uomini  prima che avvenisse il boato, che all’interno del parcheggio rimbombò rendendolo ancor più terrificante. Arrivarono alla macchina e Augustus passò subito dal lato guida. Magnus sentì uno sparo e si girò appena in tempo per prendere tra le braccia il corpo di Adrian. Guardò oltre il suo amico e vide in piedi poco distante da loro Valentine, con un misto di odio negli occhi e un sorriso compiaciuto per quello che aveva fatto.
    - Salga, Signor Bane, presto!!- disse Augustus mettendo in moto.
Magnus trascinò di peso Adrian dentro la macchina e chiuse forte lo sportello. Augustus partì lasciando un fischio stridulo sull’asfalto. Con il respiro corto Magnus voltò l’amico per poterlo guardare in volto. Aveva gli occhi socchiusi e la maglietta si stava tingendo di sangue all’altezza del cuore.
    - Adrian…- lo chiamò Magnus con gli occhi che già bruciavano per l’affiorare delle lacrime.
    - Cazzo, sto morendo…- biascicò Adrian.
    - No, non stai morendo! Non morirai…hai capito?!- gli rispose Magnus spostandogli una ciocca di capelli dal viso.
Adrian gli sorrise. – Ti ho salvato?-
    - Si…stiamo scappando…-
    - Bene…-
    - Adrian…non farlo di prego…resisti!- disse Magnus disperato quando l’amico chiuse gli occhi. – Chi mi toglierà dai casini se mi lasci?... –
L’amico non rispose. Magnus appoggiò una mano al suo petto e quando si accorse che il cuore non batteva più si lasciò andare in un grido pieno di disperazione.
 
 
*****
  
Magnus aveva lo sguardo perso nel vuoto e Alec gli si avvicinò mettendogli una mano sulla spalla.
    - Magnus?-
    - Mmm…- fece Magnus voltandosi verso Alec.
    - Dicevi che sei stato aiutato…- gli ricordò Alec. – Da chi? –
    - Ah …da un uomo…ha detto di chiamarsi Augustus. – rispose Magnus ancora scosso dai ricordi.
    - E perché ti avrebbe aiutato?- chiese Alec.
    - Forse era un mio ammiratore. – gli disse Magnus alzando le spalle. – Qualcuno nel mondo mi ama. –
    - Ma…- continuò Alec – Non è strano che non ti abbia chiesto nulla in cambio? E poi chi era? Come ha fatto a farti scappare?-
    - Alexander – disse Magnus lasciandogli una carezza sulla guancia. – Non importa chi era quell’uomo…adesso sono qui con te. –
    - Si…hai ragione. – gli sorrise Alec. – E Valentine?- chiese improvvisamente – Che fine ha fatto?-
    - Ho contattato i servizi segreti tedeschi che lo tenevano d’occhio già da un pezzo. Con la mia testimonianza avevano prove sufficienti per poterlo incastrare ma…è riuscito a scappare…- Alec intrecciò le sue dita a quelle di Magnus ma sembrò che l’uomo non se ne accorgesse. - …quel bastardo, figlio di puttana!- tuonò lui, stringendo la mano del ragazzo un po' troppo forte.
    - Ma…Magnus!-
    - Lo ha ucciso…davanti ai miei occhi!- continuò Magnus.
    - Chi? Chi ha ucciso?- chiese Alec voltandogli il volto e facendo incontrare i loro occhi. Quando Magnus si specchiò in quell’oceano azzurro tornò in sé, calmandosi. Allentò la presa dalla mano di Alec, senza lasciargliela.
    - Adrian…-
Da quando era accaduto non l’aveva mai detto ad alta voce. Dirlo ad altri lo avrebbe reso reale. Tenendolo invece dentro di sé poteva illudersi che non fosse successo davvero. Non era ancora pronto ad accettarlo e in generale era sempre stato un bravo attore, soprattutto quando si trattava di nascondere le sue emozioni, soprattutto il dolore. Ma di fronte ad Alec era impossibile. Dai suoi occhi sinceri e puri non poteva nascondersi.
    - Adrian è…Oh mio Dio, Magnus!- rispose Alec. – Non avevo idea…-
Magnus lo guardò. Prima che le lacrime potessero scendere copiose dalle sue guance si aggrappò ad Alec il quale lo abbracciò forte e gli accarezzò i capelli. Con mani dolci e un po' tremanti per via di quella notizia inaspettata. Rimasero così finchè Magnus non si calmò e anche quando fece per sciogliere l’abbraccio Alec non lo lasciò andare senza prima avergli dato piccoli baci sul volto, sentendo il gusto salato delle sue lacrime.
     - Magnus…- gli disse Alec e non sapeva neppure perché lo stava dicendo ma gli sembrava che dovesse farlo – Io…io credo che Adrian ti amasse. –
    - Lo so, tesoro. – gli rispose Magnus. Alec annuì imbarazzato.
    - Se io non…- Alec parlava con difficoltà e Magnus gli alzò il volto guardandolo incoraggiante – Se non ti avessi chiesto…di trovare Max…tutto questo non sarebbe accaduto. –
    - Sono felice di aver ritrovato Max. Non sentirti in colpa…-
    - Ma…in questa storia…hai perso così tanto!- continuò Alec.
Magnus gli prese il volto tra le mani, obbligandolo a guardarlo negli occhi, poi gli accarezzò le labbra con un pollice, seguendone i contorni.
    - Ma mi ha anche dato tanto – gli rispose a fior di labbra prima di baciarlo.
 
 
 
Eccomi di nuovo, ho perso tutto il pomeriggio per scrivere questo capitolo ma dovevo necessariamente pubblicarlo oggi perché probabilmente adesso prima della laurea non potrò scrivere. Quindi per il prossimo capitolo si dovrà aspettare alla prossima settimana. Spero che questo sia di vostro gradimento, non so se ci avete fatto caso ma Magnus non ha raccontato tutta la verità ad Alec u.u cattivello lui…inoltre ci sono altri miiiisteri XD scusate ma mi diverto troppo ad incasinare le loro vite. Stavo anche pensando ad un’ideuzza, per quando arriverò a 100 recensioni volevo scrivere un capitolo extra, scelto da voi lettori. Potreste dirmi se volete qualcosa in particolare e io lo scriverò. Fatemi sapere, sono pronta…penna in mano…o dita sulla tastiera 😊. 
  
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