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Autore: Rumenna    21/03/2017    3 recensioni
[BOYS LOVE] Ivan studia disegno ed è innamorato di Tina. Tuttavia il suo look lascia molto a desiderare. Si farà consigliare dall'esperto Rosemund. Ma cosa potrebbe accadere se un consiglio dopo l'altro i due si avvicinassero sempre di più?
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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Sono andato a casa di Ashley per prendere del tè e per farmi raccontare le storie d’infanzia di Rose. Adesso lei è andata a preparare le cose in cucina, intanto continuo a guardarmi intorno incuriosito, osservando i quadri all’uncinetto appesi alla parete. Mentre sono concentrato ad osservare il ricamo fatto a mano sulla tenda che dolcemente si lascia cullare dal vento, sento il miagolio di un gatto: è il gattino dal pelo rosso di Ashley, mi guarda e  continua a miagolare, come se mi stesse chiedendo di seguirlo. Mi sono alzato dalla sedia e ho camminato a piccoli passi, seguendo la traiettoria ancora incerta del gattino, che mi conduce verso un’altra stanza socchiusa nel quale si infila scodinzolando, lasciando una piccola porzione di spazio che mi consente di guardare al suo interno.
Sul letto è seduto Rose, senza maglietta. La sua pelle è liscia e ha un bel colore caldo. I fili biondi dei suoi capelli sottili sono spettinati, cadono giocosi sulle ciglia lunghe, cornice perfetta per il blu dalle mille sfumature dei suoi occhi profondi. La linea del suo naso è armoniosa e le sue labbra hanno una forma molto dolce e definita allo stesso tempo, sono carnose e hanno una tonalità forte: sono davvero attraenti.
Rose ha voltato il viso verso un’altra direzione: il suo profilo è arte allo stato più puro, la linea della sua mascella ha uno schema perfetto.
C’è qualcuno? Sembra che ci sia qualcun altro in questa stanza.
L’altra figura si è avvicinata a portata d’occhio: quel viso… occhi scuri, capelli bruni… il classico belloccio all’italiana: Giulio Lisbona. Che diamine, quel verme ha un corpo di un gladiatore romano: è completamente ricoperto di muscoli, ha una vita stretta e ha dieci tasselli di addominali...! Si sta sfilando i pantaloni… ha delle gambe davvero muscolose e definite, non si direbbe che sia un veterinario. Assottigliando gli occhi scuri, si è avvicinato a Rose, cingendolo alla vita e baciandolo.
Ho sentito una fitta al petto.
Rose, tutto questo non può piacerti… vero? Anche la lingua, no, no!
NO!
Mi sono alzato di scatto dal letto, affannato. È stato solo un sogno… anzi, un incubo! Un lungo brivido mi ha percorso la schiena, mentre mi sfrego le braccia con le mani, lanciando un’occhiata all’orologio: segna le dieci. È già giorno… ed io ho passato una nottataccia terribile: ho avuto i crampi allo stomaco tutto il tempo, ho consumato tutte le mie lacrime, ho dormito pochissimo –e solo per merito dell’effetto delle medicine – e ho persino sognato quei due avvinghiati come delle anguille!
Non è davvero un bel modo per iniziare il nuovo anno… com’è che si dice…? Quello che vuoi fare tutto l’anno, fallo nel primo giorno dell’anno? Se è davvero così allora mi aspetta un anno fantastico. FANTASTICO, davvero!
Dovrei controllare il cellulare, ma… non so se sono sufficientemente pronto a farlo. Insomma, so perfettamente cosa aspettarmi, ma avere la conferma ufficiale da Rose mi preoccupa molto… per prima cosa farei bene a darmi una sistemata e a fare colazione.
Dopo aver passato molto tempo davanti allo specchio ad osservare le grandi fosse nere sotto i miei occhi sono andato in cucina, dove Anna mi ha baciato porgendomi un’enorme tazza da latte a forma di rana.
«Hai dormito bene?»
«…No.»
«Mangia tutto, io intanto vado a prendere il termometro! Ah, ha chiamato tuo padre al telefono prima! Non  mi avevi detto che avevate in programma di vedervi oggi per pranzo!»
«…Scusa, non ho fatto in tempo.» Piuttosto che non aver fatto in tempo, ero troppo preso da altro… ah, che vergogna! Mi sono piegato sul tavolo, nascondendo il viso rosso tra le braccia: devo ancora abituarmi a questa condizione.
«Mangia tutto, così puoi prendere le medicine!»
Ho aspettato di sentire i passi di Anna allontanarsi prima di sollevare la testa: forse farei meglio a controllare il cellulare mentre faccio colazione. Ma quanta roba da mangiare ha tirato fuori…? Devo davvero sembrarle pietoso… beh, direi che una volta tanto posso lasciarmi coccolare un po’, prenderò una brioche: mentre la immergo lentamente nel latte, do un’occhiata alle chiamate perse: ce ne sono due da mio padre, tre da Ashley, una da Giulia? Chissà che vorrà… poi ce ne sono un altro paio dal signor Simon e cinque da parte di Tina... e nessuna chiamata da Rose. Però ho ricevuto dei messaggi… il primo dice:
“Buon anno! Ho provato a chiamarti tante volte, ma non mi hai risposto, evidentemente stai ancora dormendo… siccome ho da fare più tardi ho deciso di lasciare la tua macchina parcheggiata davanti scuola! Non dimenticarti che dobbiamo finire il nostro compito insieme! Ne approfitto per rinnovare l’invito alla mia festa di compleanno! Tina ♥”
Mi ha lasciato la macchina davanti scuola… direi che va bene per il momento. Questo cuoricino qui mi fa davvero piacere. Leggiamo l’altro messaggio: è dal signor Simon!
“Buon anno nuovo Ivan! Mangiato bene? Digerito bene? Dormito bene? Io, mia moglie e Sophia Loren (la gattina) ci metteremo in viaggio per tornare al nostro paesino di campagna alle dieci di questa mattina! È stato davvero bello passare il Natale insieme e non vediamo l’ora di rivederti! Mi raccomando non litigare con nessuno e rimani sempre un buon amico per Ashley e Rose… a proposito, fai in modo che si trovino dei bravi ragazzi, non mi piace vederli soli e tristi! Ti vogliamo bene, Simon e Miriam!”
Oh… sono le dieci e mezza ormai, credo che siano già partiti… mi dispiace, avrei davvero voluto salutarli. Non posso certo garantire per quello che il signor Simon mi ha chiesto su Rose, ma potrei cercare di fare qualcosa per Ashley… anche se per Rose e Mr. Reputazione-immacolata potrei cercare di dividerli… no, non sarò così perfido… non voglio più essere una cattiva persona, ho già fatto abbastanza casini in famiglia, facendo andare via di casa mia madre… no, sarò un bravo ragazzo d’ora in poi. Per prima cosa niente più alcolici: da non berne affatto ho iniziato ad ubriacarmi un po’ troppo spesso ultimamente, e non va bene. No: niente più alcolici, mai più. L’ultimo messaggio è… di Rose! C’è anche un allegato immagine… ho paura ad aprirlo, non vorrei trovarmi davanti ad una fotografia di coppia, abbracciati come dei fidanzatini di dodicenni…! Ah, quel brutto sogno mi è tornato in mente… che schifo, no! Ma era solo un sogno… no? D’altronde a me non è sembrato che il veterinario fosse così ben messo a muscoli quando l’ho visto nell’ambulatorio l’altra volta… o forse lo era? Non ci ho fatto caso, ero così preso dalle sue parole di scherno che non gli ho guardato la muscolatura…
*Splash!*
La brioche mi è caduta nella tazza… che sfortuna. Ma che cavolo, quando sono nato in ospedale sul davanzale della finestra si è posato un avvoltoio o qualcosa del genere?
«Ivan, siccome non volevo svegliarti ho fatto a meno di usare l’aspirapolvere: lo accendo adesso, va bene? Qui ti lascio il termometro e le medicine… non hai bevuto ancora il latte? Mangia, su! O mi deperisci così! E non è che tu abbia su molta carne o muscoli…»
«Sì, mangio, mangio.» Ho dato un morso alla brioche: è senza farcitura, anche se sulla confezione c’è scritto che sono ripieni di marmellata alla ciliegia! Non ci posso credere! Ho beccato l’unica brioche senza il ripieno! Ma sono davvero così magro…? Sì che lo sono… e in più ho anche due enormi borse sotto gli occhi: sembro uno zombie. Forse è perché sono così brutto che Rose ha finito per innamorarsi di Mr. Reputazione-immacolata invece di innamorarsi di me… “invece di innamorarsi di me”? Sono impazzito del tutto? Aaaahh, sono completamente cotto di lui…! Come ho fatto a non rendermene conto prima d’ora? Sono stupido due volte! Anzi tre! Il rumore dell’aspirapolvere mi spaventa, facendomi sobbalzare dalla sedia. Oh, già… devo leggere il messaggio di Rose! Spero solo che invece della foto di coppia mi abbia mandato la foto di Piero da disegnare…
“Buongiorno! ♥”
Sembra contento… brutto segno. Scorro con l’indice per vedere l’allegato immagine. Un primo piano del viso di Rose affiancato dal piccolo Alastor mi si presenta davanti, luminoso e qualitativamente ottimo: ha il mento poggiato sul tavolo, in prospettiva all’obiettivo della camera. I suoi occhi sono grandi, pieni di armonia e luminosi, nel quale si vedono le tante sfumature di blu e dei piccoli raggi azzurri. Sta sorridendo sereno e felice, con gli angoli delle labbra rosee distesi. La guancia dalla pelle liscia e luminosa è accarezzata dalla coda del piccolo Alastor, grigio e in piedi sulle zampe.
É davvero molto bello…
Mi è scivolato il cellulare, finendo nella tazza ancora piena di latte.
«Ivan, vuoi finire quel latte si o no? Altrimenti conservalo!» Anna sembra un po’ irritata. Mi affretto a prendere il cellulare – o quello che ne rimane – dandogli uno sguardo per controllare che sia tutto al suo posto, finendo nuovamente con gli occhi sulla fotografia di Rose. Anche se ci sono altissime probabilità, probabilmente il 99,9% che abbia passato la notte a fare numeri da circo con quel viscido verme maniaco, questo cuoricino che mi ha inviato è tutto per me. Sorrido, portandomi la tazza alle labbra, sperando che la fotografia l’abbia scattata appositamente per mandarmi il buongiorno. O forse quel verme era dall’altra parte della camera? Però dall’inquadratura sembra che abbia poggiato la macchina fotografica sul tavolo, quindi dovrebbe essere rimasto solo in casa adesso… sempre che sia una foto appena scattata! Potrebbe avermi benissimo inviato una di quelle vecchie che aveva nell’archivio perché era troppo occupato a farsi le coccole mattutine post-circo! No, no, no! Non devo pensarci! Non devo, mi fa male! No! Ah, mi è tornato in mente il modo in cui si baciavano nel mio sogno… non devo pensarci, non devo pensarci… ho iniziato a darmi piccoli colpi sulla testa sbattendola sul tavolo di legno.
«Che stai facendo adesso…?»
«Eh? Cosa? N-niente!»
«Ti sei rimbambito del tutto?»
«Eh?» Cosa sono queste parole? Dov’è finito l’amore di ieri sera? Me lo sono sognato?
Anna si è messa a ridere di gusto: «Sì, sei proprio andato! Che carino, il mio Ivan sta crescendo così bene!»
Mi sta prendendo in giro!?
«Misurati la temperatura, scemo.»
Aspetterò un po’ prima, altrimenti rischia di arrivare a quaranta gradi. Per prima cosa meglio mettere via il cellulare, altrimenti rischio di fissarmi troppo su quella foto. Però dovrei rispondergli… “Buongiorno” andrà benissimo. Però non sembrerò troppo freddo? Ma se sembro troppo contento potrebbe pensare che me la sia spassata con Tina…
…Un momento.
LUI PENSA, che io me la sia spassata con Tina. Lui non sa niente di quello che provo. Come dovrei comportarmi adesso? Dovrei dirgli che è andato tutto bene? O che è andata bene, ma non benissimo come organizzato? Vorrei davvero dirgli che con Tina non è successo proprio un bel niente, ma… se poi glielo dico e lui mi risponde che invece si è divertito come un matto, che figura ci faccio? “Buongiorno a te! Com’è andata?” così andrà bene: non mi sbilancio e lascio iniziare lui… così posso regolarmi sulla risposta da dargli. Mi ha risposto, mi sta venendo la tachicardia…! Sarà un duro colpo, ma dovrò fare i conti con la realtà prima o poi.
“Caldo e passionale, ma anche molto dolce. È stato davvero fantastico.”
…Mi aspettavo un duro colpo, ma non che facesse così male... dannazione, è successo davvero, quei due sono finiti a letto… e non solo nei miei incubi.
“É stato fantastico”, dice lui… vorrei proprio sapere quanto! Rose ha degli standard davvero bassi, dovrei togliere un po’ di percentuale a tutte le sue affermazioni! Innanzi tutto quel Giulio Lisbona non è tutta questa bellezza, poi è presuntuoso e antipatico… come ha osato scrivere “ma anche molto dolce”? QUELLO LÌ? Ma dove?? Almeno non mi ha mentito quando mi ha detto di avere un pessimo gusto in fatto di uomini… ma come si fa dico io? Schifa tanto la barba e poi si va a mettere con un tizio che ce l’ha… ma la coerenza dov’è finita? È come quando fa le cose e poi si tira indietro all’improvviso… ci sono davvero delle cose di lui che non riesco ancora a capire. Ma con il nuovo anno dovrà mantenere le sue promesse: mi ha detto che voleva diventare un amico migliore ed io non perderò occasione per interrogarlo sul suo passato. Magari se riesco a scavare in fondo al suo animo riesco anche a convincerlo a lasciar perdere quel serpente a sonagli. A proposito, dovrei rispondergli…
“Tina ha davvero delle labbra fantastiche! Non ci sono andato a letto ma c’ero davvero vicinissimo… sembro un idiota stamattina, dovresti vedermi!”
Non ho mai detto bugie a Rose, ma ho sentito il bisogno di sopprimere la verità. Rose non deve sapere cosa mi sta succedendo, soprattutto non adesso che sta cercando di stabilizzare la sua vita sentimentale… per quanto non sopporti quell’individuo.
Però è vero che stamattina sembro un idiota… tra un paio d’ore devo pranzare e sono ancora in pigiama con la tazza di latte davanti.
Un brevissimo suono vivace proveniente dal cellulare mi segnala l’arrivo di un altro messaggio. Devo spegnere quest’affare infernale, portatore di cattive notizie! É un messaggio da Rose:
“Mi piacerebbe davvero tanto vederti, ma devo incontrarmi con Giulio per pranzo. Ci sentiamo presto!”
Ho lanciato il cellulare sul tavolo con ben poca grazia, preso da un isterismo momentaneo. Tra poco urlo, giuro. Ho fatto due grandi sospiri per cercare di calmarmi, prendendo il cellulare e rimuovendo la batteria: almeno non avrò più cattive notizie se lo lascio spento.
Ho misurato la temperatura e mi sono rifugiato sul sofà, con la coperta pesante addosso, a guardare dei documentari, di tanto in tanto ripensando a Rose e mandando giù pesanti ed indigesti bocconi amari. Verso l’ora di pranzo, Anna mi ha chiamato al telefono: «Ivan, è tuo padre! Dice che ha provato a rintracciarti al cellulare, ma senza risultato!»
Con la coperta avvolta sulle spalle ho raggiunto il telefono, provando felicità e dispiacere allo stesso tempo: avevamo promesso di incontrarci per pranzo, ma sono bloccato in casa con la febbre.
«Ivan, ti sei alzato dal letto a quest’ora? Vergognati! Cosa ti avevo detto ieri sera? Di stare attento!» La sua voce mi rimbomba nelle orecchie ripercuotendosi per tutta la testa, come se non fosse già abbastanza dolorante per conto suo.
«Sono sveglio da un po’, è che… n-non sto molto bene stamattina… ho un po’ di febbre…»
«Perché non sei stato attento come ti avevo detto! Insomma, cosa sei, un bambino delle scuole elementari? Ti ammali sempre per delle sciocchezze! Non ti muovere, ti raggiungo immediatamente!» Ha riattaccato. Non mi ha lasciato il tempo di replicare… ma sono davvero contento che si sia preoccupato: voglio davvero vederlo e passare un po’ di tempo con lui... però adesso sarà meglio vestirsi, se mi faccio trovare in pigiama non sarà più così bello vederlo…! Sono corso nella mia stanza iniziando a frugare in giro: sembra il guardaroba di Paperino… vorrei proprio sapere quanti maglioni tutti uguali ho! Sono davvero così spilorcio? E mi sono persino permesso di fare la critica a Rose, sono davvero una persona confusa dentro… prendo questo straccio color verdone, sembra abbastanza caldo: a guardarlo bene è davvero uno schifo di maglione, lo credo bene che me ne hanno venduti tre al prezzo di due!
Mio padre è arrivato presto, portando con sé tre buste della spesa abbastanza colme di roba da mangiare e di medicine, poggiandole sul tavolo con ben poca grazia.
«P-papà, che… q-quanta roba hai portato…?»
«Devi mangiare cibo sano e prendere le medicine! Fa’ vedere la fronte!»
Mi sono avvicinato incerto verso di lui, che con una manata mi ha coperto la fronte, cercando di capire in che condizioni sono: mi sento imbarazzato, non ho mai avuto momenti del genere con mio padre da quando ho superato la prima media.
Intanto Anna ha dato uno sguardo nelle buste, sbuffando irritata: «Mi scusi signor Francesco, io do solo cibo sano ad Ivan! Mi offende se porta qui tutta quella roba, sa?»
«Non è certo per offenderti! Sono le verdure per Ivan, per preparare un buon minestrone fresco fatto in casa! Ti ho portato anche le medicine!»
«P-papà… avevamo deciso che saremo usciti, invece sono bloccato a casa con la febbre… s-scusa…»
«Se vi fa piacere, restate qui a pranzo. Così Ivan si manterrà al caldo e potrete passare del tempo insieme.» Entrambi ci siamo voltati verso Anna: il suo sorriso è sempre pieno d’amore, non importa cosa succeda. «Io andrò al ristorante con le mie amiche.»
«Stai scherzando? Non mi permetterei mai di farti andare via dalla tua stessa casa! Questa è casa tua e ci rimani, non voglio sentire pretesti!»
«Papà ha ragione, Anna! Non voglio che ti metti sempre da parte!»
Papà ha poggiato una mano sulla spalla di Anna: «Anna, tu sei una di famiglia. Non voglio sentire queste brutte cose. Sarò anche un vecchio orso antipatico e altezzoso, ma non mi sono certo dimenticato di chi ha badato ad Ivan mentre ero preso dal lavoro tutto il giorno.»
A queste parole gli occhi castani di Anna si sono riempiti di luce: «Oh… ho fatto solo il mio dovere, io ero la sua tata…»
«Non sei stata solo una tata per me e dovresti saperlo.» Mi sono lasciato sfuggire quest’affermazione a doppio taglio preso dai profondi sentimenti d’amore che provo verso di lei. Allo stesso tempo mi è tornata alla mente la figura di mia madre, così altezzosa ed insopportabile, ma che nonostante tutto riesce a trascinare con sé un senso di vuoto e tristezza. L’atmosfera si è fatta pesante e silenziosa, probabilmente stiamo tutti pensando alla stessa cosa… ho davvero straparlato stavolta.
«Allora inizio a preparare il minestrone! Signor Francesco, si metta a suo agio!»
«Grazie.» Papà ha abbassato lo sguardo, sospirando deciso: ha un carattere molto chiuso e non esprime mai chiaramente i suoi sentimenti, quindi non riesco davvero a capire cosa gli frulli per la testa.
Anche io sono molto chiuso, ma quello che provo me lo si legge in faccia: è anche per questo che spesso risulto antipatico, perché rifiuto chiunque solo con lo sguardo, non lascio mai che la gente mi si avvicini. Anche se ultimamente le cose sono davvero cambiate: grazie all’amicizia con Rose mi sono aperto di più verso gli altri, adesso mi capita persino di incontrarmi con Tina, Lapo, addirittura con Fernando. Rose ha davvero smosso il mio mondo.
«Ivan, devo parlarti di qualcosa d’importante.»
L’ho guardato negli occhi olivastri dietro gli occhiali: ha una luce diversa oggi, sembra davvero che non sia lo stesso uomo di qualche tempo fa. É come se si fosse liberato di una pesante armatura: seduto in questa postura senza difese, senza la sua postura rigida e con le mani congiunte che si stressano l’un con l’altra sembra un uomo comune, completamente diverso da quel rigido elegant’uomo in giacca e cravatta con cui ho sempre avuto a che fare.
«Ieri sera ero al bar di Nicola e stavo bevendo qualche bicchierino prima di giocare a biliardo… e mentre mi guardavo intorno cercando altri giocatori, ecco che vedo entrare una coppia di gay che si viene a sedere proprio poco distante da dov’ero io: puoi immaginare come ho imprecato.» Ho trattenuto il respiro nervosamente: ho sempre saputo cosa papà pensa dei gay, eppure oggi sentirglielo dire ha su di me un effetto diverso… nonostante io non sia gay – Rose è una straordinaria eccezione – mi sento pungolato ed incredibilmente teso.
«A quel punto Nicola mi ha detto che erano dei clienti abituali e che sapevano giocare bene a biliardo. Ma io non volevo assolutamente averci a che fare, mi capisci?» Mi ha rivolto uno sguardo di intesa ma non riesco a rispondergli, non riesco a dirgli proprio niente in questo momento... respiro così piano dalla tensione che se dovessi aprire bocca rischierei di sembrare uno che ha appena corso i cento metri.
«Allora Nicola mi ha detto: “quei due sono esseri umani, persone come tutti noi, se loro vanno a letto insieme questo influisce in qualche maniera sulla tua vita privata?” É stato come se Nicola volesse darmi una sberla, mi ha messo a tacere…»
Bravo Nicola. «…E… d-dopo…?» Ho deglutito a fatica, riempiendomi un bicchiere d’acqua fino all’orlo.
«E dopo mi sono messo a fissarli. Avranno avuto la mia stessa età, ma sembravano sereni, come se non avessero mai avuto problemi nella vita. Io continuavo a fissarli e a fissarli, ma non riuscivo a capirci proprio niente. É stato in quel momento che Nicola mi ha dato il colpo di grazia: mi ha detto che quei due stavano insieme da ventisette anni!»
Continuo a bere a grandi sorsi completamente rapito, cercando inutilmente di portare avanti il suo discorso per capire dove vuole arrivare, ma senza riuscirci.
«La verità Ivan… è che quei due sembravano davvero uniti. Tra di loro si riusciva a percepire quanto fossero legati l’un l’altro… la fiducia, la serenità, l’intesa, gli sguardi che si scambiavano, il modo in cui ridevano…»
Ho stretto il bicchiere tra le mani, irrigidito in un silenzio tombale, in attesa che continui, inumidendomi le labbra nervosamente.
«Mi sono chiesto: com’è possibile due così siano tanto uniti, nonostante il giudizio e l’atteggiamento cattivo della gente nei loro confronti ed io non sono riuscito nemmeno a mantenere in piedi il mio matrimonio? Ho iniziato a pensare e a tormentarmi su quali cose posso aver mancato con Clarissa…»
I suoi occhi si sono riempiti di lacrime… ed anche i miei. A me non sembrava che le cose andassero così male tra di loro prima di scoprire il tradimento di mia madre... al contrario, papà si è sempre preoccupato di ricoprirla di attenzioni, di regali, di uscite in bei ristoranti, di portarla a fare dei weekend insieme…
«Sai… a lei piaceva l’idea di vivere in un bella città, in una bella casa, di avere una bella automobile… ed io ho fatto tutto quello che lei voleva, per amor suo. Non mi è mai dispiaciuto il fatto che lei avesse un carattere forte e deciso… ma poi ha iniziato a volere sempre più sfarzo, sempre di più, dando importanza a questo e a quest’altro… alle apparenze, voleva che tutti pensassero che fosse una regina: ed io la trattavo come tale.»
Papà viene da un paese di campagna e il suo sogno era quello di avere un agriturismo, coltivare la terra, amava fare lunghe passeggiate e andare a pesca… e quando ero piccolo mi ha portato con lui un paio di volte. Ha messo da parte i suoi desideri viziando a più non posso mia madre. Non ricordo esattamente quando… ma gradualmente lei ha iniziato a volere sempre di più: voleva più sfarzo, più cose costose, più regali, era diventata molto rigida sia con lui che con me: voleva che fossimo impeccabili e sempre all’altezza di ogni situazione, per lei la reputazione valeva più di ogni altra cosa. É diventata sempre più fredda e cinica, ha fatto di mio padre il suo burattino… so bene che era per colpa sua, se ogni volta che c’erano ospiti io dovevo rimanere chiuso in camera fingendo di essere altrove. Si vergognava di dire in giro che suo marito era un amante della pesca, e che suo figlio amava disegnare invece di andare in giro a fare il fighetto di turno nei locali costosi. «Noi… ma noi siamo così, e nessuno… n-nessuno deve più metterci i bastoni tra le ruote…! Nemmeno se si tratta di lei!» Mi sono messo a piangere, liberando la tensione, lasciandomi abbracciare da mio padre, che con amore mi stringe, baciandomi sulla testa.
«Non preoccuparti Ivan… io… io lo so che ti senti in colpa, che pensi di aver rovinato la famiglia… ma non è così! Tu sei stato l’unico abbastanza forte da far emergere i vecchi risentimenti che per troppo tempo sono rimasti chiusi e che tutti noi fingevamo di non vedere, facendocelo inutilmente bastare per forza!»
Papà ha capito tutto quello che provo… mi stringe e mi consola, e prova anche il mio stesso dolore… mi sento così felice di averlo al mio fianco.
«Non devi più preoccuparti di niente, questo sarà il nostro punto di inizio! Il punto di inizio… per diventare una famiglia felice. Ho già pensato a qualcosa…»
«S-s-scusate… eccovi i fazzolettini… sniff…» Anna si è avvicinata con il viso rosso e gli occhi gonfi di pianto: ci siamo guardati gli uni negli occhi degli altri e ne abbiamo sorriso tutti insieme.
«Adesso mangiamo. Si parla meglio davanti ad un pasto bello fumante! Sniff… oh, cielo, i miei occhi…sniff…»
Ci siamo messi a tavola con una strana atmosfera: pesante eppure liberatoria allo stesso tempo… un misto di sensazioni che ben si intonano all’inizio del nuovo anno. Dopo i dovuti complimenti alla sempre impeccabile cucina di Anna, papà si è schiarito la voce.
«Devo fare delle comunicazioni ufficiali.»
Mi sono bloccato di colpo, con il cucchiaio tra i denti.
«Ho lasciato il lavoro e ho intenzione di prendere in affitto un appartamento in uno dei palazzi qui accanto. Così Ivan se nei ha voglia… puoi venire a stare da me… naturalmente con tutti i ritmi necessari, è chiaro.»
«…Hai lasciato il lavoro…?»
«Sì. E non voglio più avere a che fare con quella casa, ci ha portato solo guai. Naturalmente Anna sarai tu l’addetta alle pulizie, non ti lascio di certo in mezzo alla strada!»
«Dica la verità, non ha ancora imparato a piegarsi il pigiama da solo, vero?»
«B-b-beh… ehm… insomma!»
«Hai intenzione di venderla…? Non è intestata ad entrambi?»
«Sì. E a proposito di Clarissa... voglio proporle di ricominciare una vita da zero, di essere finalmente una famiglia… con te e con me… e con Anna, ecco.»
Sarebbe davvero bello se riuscissimo a ritornare quella famiglia che si è smarrita molti anni fa… «M-ma… la mamma, l’hai più vista o sentita…?»
«No, sembra che abbia sempre la segreteria. E anche i vicini… dicono di non averla vista.»
«Beh, non è che i vicini possano sapere sempre tutti i nostri spostamenti… visto che credevano che io davvero fossi a studiare all’estero, no?»
«Macchè, Ivan… i nostri vicini sono dei pettegoli, ne sanno più di una telecamera di sorveglianza! Fingevano solo di non sapere che fossi in casa… a volte quando mi alzavo al mattino erano già con la tenda sollevata a spiare e ci davamo anche il buongiorno!»
Quindi… hanno visto anche me e Rose baciarci?
«Ivan, stai così male? Misurati immediatamente la febbre, sei tutto rosso!»
«N-n-non è niente papà, n-non preoccuparti! S-stavo solo… niente, lascia perdere! Allora, non si sa dov’è?»
«Io sapevo che era dopo aver litigato è andata in un hotel, ma il giorno quando sono andato a controllare, non era più lì… sarà andata a casa del suo… d-di quel tipo, immagino…»
Quindi è andato a cercarla nonostante tutto… dev’essere davvero molto innamorato di lei se è disposto a perdonarla.
«Ivan, tu come l’hai saputo?»
«Eh?»
«So che gli hai rigato tu la macchina, sono stato persino dal carrozziere.»
Forse non avrei dovuto disegnarci sopra, mi ha riconosciuto sicuramente dal disegno…
«Per me è stato un duro colpo senza che abbia assistito ad alcunché, ma tu? Come ti sei sentito quando l’hai vista?»
«…B-beh… ero… davvero senza parole…»
«Tu sai chi è?» Il suo sguardo è davvero attento come quello di un rapace pronto all’attacco… ho appena sentito una stretta allo stomaco. Come faccio a dirgli che l’amante di sua moglie è un ragazzo molto più giovane di lei? Teso ed esitante, ho mosso la testa verticalmente, stringendo il cucchiaio nella mano.
«Chi è, Ivan?»
«…N-n-non posso dirtelo… p-però posso dirti che lui stava per sposarsi…»
«É qualcuno che conosci?»
«P-più o meno… papà, non voglio dirti chi è.»
Mio padre ha liberato un sospiro e liberandosi degli occhiali, ha appoggiato gli occhi tra le mani, visibilmente stressato e provato. «…Allora è uno più giovane… se sai queste cose significa che ha la tua stessa età…»
«N-no, è molto più grande di me… ho solo ventidue anni…»
«Venti, trenta, sono comunque più di vent’anni di differenza con tua madre…»
«…M-ma tu sei giovane dentro…» La frase più sbagliata che potesse fuoriuscire dalla mia boccaccia.
Improvvisamente si è sistemato sulla sedia e ha ripreso a mangiare con il fare altezzoso. É incredibile come abbia cambiato atteggiamento così in fretta: «Non importa. Vorrà dire che dovrò impegnarmi di più e mostrarle il mio lato giovanile di un tempo. Che ne diresti se facessi un trapianto?»
Un trapianto?? «…Uhm… non credo che sia il caso…»
«Allora è una questione d’altezza? Io sono molto più basso di lei, ma per quella non posso farci niente…»
«Signor Francesco, si fidi di me: le basterà mostrarle il suo impegno e tutto il suo amore: nessuna donna resisterebbe ad un uomo pronto a cambiare tutta la sua vita per lei!»
«Anna ha ragione! L’hai già fatto una volta, pensa a come sarebbe contenta se lo facessi di nuovo! Io ritornerei subito da te!»
«Allora le dimostrerò come ho deciso di cambiare la mia vita: nuovo atteggiamento, nuova casa e nuovo lavoro!»
«Hai già dei contatti per un nuovo lavoro? Conosci così tanta gente…»
«Mi metterò in società con Nicola: amplieremo il locale e lo rimoderneremo. Sai, con quelle cose dei giovani, col barista che fa volare i bicchieri e cose così... però voglio che mantenga il biliardo ed il piano bar! Naturalmente essendo stato un impiegato per tanto tempo posso solo dare una mano con la contabilità, ma... Ivan, cosa ne pensi?»
Papà che amministra un locale con biliardo e piano bar… potrebbe essere una buona idea. «…Penso che sia un’idea fantastica.»
Un piccolo sorriso è finalmente apparso sul suo volto stanco e demoralizzato, segnato dalla sua mezza età.
«Ti sei divertito ieri?»
Il sorriso che stavo riflettendo è appena svanito nel nulla. «…uhm…»
«Pene d’amore anche tu, eh?»
«…Mh…»
«Siamo proprio padre e figlio.»
«…Mh.»
«Non preoccuparti, le cotte da ragazzi passano più in fretta di quel che credi, vedrai che presto troverai una ragazza migliore e più adatta a te… in fondo ti sei aggiustato parecchio, ti sei sistemato i capelli, hai l’orecchino che va di moda…»
Due sfigati in amore – tra l’altro padre e figlio – che cercano di consolarsi a vicenda… che pena. Ho sbuffato poggiando la testa sul tavolo, con un’aria molto triste: «…Dopo tutta quella serata noiosa ho anche capito di star uscendo con la persona sbagliata… la persona che desideravo l’ho mandata io stesso tra le braccia di un altro... »
«Ivan… tirati su, non sono modi, tuo padre ti ha dato un’educazione, alza la testa...» Anna mi scuote sollecitandomi, e solo adesso mi rendiconto di aver spiattellato troppo. Perché ho detto quelle cose così come se niente fosse?? Ah, che cretino… sarà stata per via dell’atmosfera… che cretino, sto iniziando appena stamattina ad accettare i miei sentimenti e ho già fatto il venditore ambulante con mio padre!
«Che brutta storia, Ivan… dai, mangiamo queste cose buone che Anna ci ha preparato per rimetterci in forze!»
Dopo pranzo papà ha cercato di insegnarmi a giocare a poker invano, poi ha deciso che era ora di andare via, dicendo che andava a fare altri tentativi di rintracciare mamma a casa per poi tornare al locale di Nicola per passare la serata. È stato davvero bello parlare con lui, è da così tanto tempo che non accadeva… mi piace il nostro nuovo rapporto, ho visto che davvero si sta impegnando molto per cambiare e questo gli fa molto onore. Vuole riconquistare la sua donna a tutti i costi e ricostruirsi una famiglia che è andata in pezzi con il giusto atteggiamento: vederlo così determinato mi ha dato tanta forza, mi ha davvero trasmesso coraggio, così tanto che non mi sono nemmeno agitato parlando della mia figura pietosa di ieri ed il pastrocchio amoroso che ho combinato con le mie stesse mani.
«Perché non fai come lui, Ivan?»
Mi sono voltato verso Anna, che mi sta fissando con uno sorrisino complice che un po’ mi inquieta e un po’ mi fa ridere: «C-che vuoi dire?»
«Cerca di conquistare Rosemund con la stessa energia con cui si sta impegnando tuo padre!»
Conquistare??? «M-m-ma che dici? E… e poi è troppo tardi, ti ricordo che nella tana del lupo ce l’ho mandato proprio io!» da vero coglione.
«E allora? Tuo padre vuole riconquistare la moglie che l’ha tradito e che in questo momento è a casa dell’amante giovane e fresco! Non credi di disonorare il suo coraggio con questo atteggiamento?»
«M-ma… ma ci hai visti bene tutti e due? Siamo due salami con braccia e gambe! Lui è basso, col la luna in testa e gli occhiali spessi tre centimetri perché da un occhio quasi non ci vede più e io… sono scheletrico, ricurvo su me stesso, con gli occhi a palla come un pesce, le labbra che se ne vanno per conto loro e non sono nemmeno tanto intelligente come mio padre! Come facciamo a competere con quei due fusti belli, giovani, mascelloni e pettinati come delle regine nel giorno del ringraziamento?»
«Intanto entrambi siete riusciti a far brillare gli occhi dell’altra persona. Dai, prova a chiamarlo Ivan!»
«Starà lavorando.»
«Il primo dell’anno? Non essere sciocco, chiamalo!»
«…» Ho preso il telefono cercando il suo numero e facendo partire la telefonata: «Vuoi sentire? Così da farti capire come sono messo male?»
«No, grazie! Non entrerò così a fondo nelle vostre questioni! Fa con comodo…»
«Pronto, Ivan?» È la sua voce… finalmente la sento, non mi piace molto mandare i messaggi.
«Che stai facendo?»
«Sto lavorando… o almeno ci provo! Smettila, dai!» È ancora con quello? Si trattiene  troppo a lungo per i miei gusti… fino alla fine sentirò che si sono messi a convivere, me lo sento.
«Com’è andato il pranzo con… con lui?»
«B-bene, davvero ottimo… a te piuttosto, com’è andata con tuo padre?»
«…Bene, davvero meglio di quel che credessi…» Si sentono dei rumori di fondo, che mi fanno pensare di tutto, non riesco a concentrarmi sul dialogo. Anna intanto mi incita a farmi avanti con qualche idea che non mi arriva alla testa: «Ci vediamo domani?» anche se sono ammalato potrei raggiungerlo o farmi raggiungere.
«D-domani…? Uhm… Vediam… mh… domani devo lavorare, non posso proprio!»
Mi sto davvero agitando ed irritando. «Dopodomani? Andiamo a cenare come facciamo sempre, dai!»
«Uhm…»
«Ti posso portare la pizza in negozio se hai da lavorare!»
«Assolutamente no! C-cioè… ecco… ho… ho davvero molto lavoro arretrato in questi giorni, capisci… e non posso proprio perdere tempo…»
Assolutamente no??
Non posso perdere tempo…? Ma fino a ieri eravamo pappa e ciccia… ha osato dirmi che io gli faccio perdere tempo…? Quindi io sono una perdita di tempo per lui?
Ah, è vero… adesso sarà più difficile per lui badare al lavoro e al fidanzato se ci sono io tra i piedi… Quindi è questo che vuole…
…Va bene, messaggio ricevuto.
«…Hai ragione… a-anche io ho davvero molti compiti in arretrato…» Non posso tentennare adesso, ma… ma come faccio a mantenere un tono tranquillo con l’esplosione che ho nello stomaco? «…M-ma per fortuna ho ancora il compito che devo fare insieme a Tina… a-almeno così possiamo anche stare un po’ insieme…» nonostante i rumori di fondo non si siano fermati, riesco a sentire il tonfo che fanno le mie lacrime schiantandosi sul pavimento.
«…Vedi? Anche tu sei molto impegnato… vorrà dire che ci sentiremo quando tutti e due riusciremo a liberarci… che ne dici?»
Mi fa male il petto. «Sì, facciamo così allora.»
«Allora ciao, ci si risente presto!» Ha riattaccato senza lasciarmi il tempo di rispondergli.
Mi ha chiaramente detto che vuole troncare i rapporti con me… quello che temevo si è realizzato. Io e Rose ci siamo appena detti addio, nella maniera più fredda e schifosa possibile, per telefono, mentre lui era così indaffarato con quel maiale da non riuscire nemmeno a parlare decentemente.
Vorrà dire che tornerò alle origini.
Tornerò alla mia vita da solo, in fondo non sarà la fine del mondo spostare le lancette indietro, come se tutto questo non fosse mai accaduto.
Farò finta di aver fatto un lungo sogno, da domani tornerò alla mia vita di prima.
Senza una vita sociale, senza una famiglia stabile, senza Tina, senza amici… senza Rosemund.
   
 
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