Anime & Manga > Psycho-Pass
Segui la storia  |       
Autore: Yssis    21/03/2017    0 recensioni
"Fra una settimana, per mezzo di un’operazione, tornerò a vedere. So che Makishima renderà il conto alla rovescia qualcosa di indimenticabile, perciò ho intenzione di tenere aggiornato questo diario; perché un essere umano può vivere senza memoria, ma io non posso vivere senza la memoria di quello che sono con lui.
Che il tempo si occupi del conto alla rovescia, il computer penserà alla memoria. Quando tutto questo sarà finito, non ci sarà più tempo per rinvangare il passato, probabilmente a nessuno nemmeno interesserà. Meglio così, non sono mai stato bravo con le parole."

Dando voce a Choe, compagno e alleato di Makishima, parlo di una storia di fiducia e di sentimenti che crescono. Siamo ancora lontani dagli eventi raccontati dall’anime, siamo ancora lontani dagli attentati e dai sabotaggi. Eppure il Sibyl System ha già cominciato a muoversi e le vite di questi due uomini, così diverse e ambigue, s’intrecciano in un reciproco desiderio di affetto e sostegno.
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Choe Gu-Sung, Shogo Makishima
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

January 31th 2108

Sono in bagno, mi sto tamponando i capelli bagnati; quando bussano alla porta ci faccio appena caso. So che Shogo è in casa, può occuparsene lui. Quello che non so ancora è che Shogo non deve occuparsene.
Comincio ad avere una strana sensazione quando capisco che la porta non è ancora stata chiusa. Cerco di rassicurarmi dicendomi che potrebbero essere amici di Shogo venuti a salutarlo. Oppure sta firmando sul palmare di un drone per ritirare un pacco: è terribilmente lento per queste cose, mi ricorda quei vecchi del passato, che preferivano la carta al computer.
Ma ci sta mettendo davvero troppo anche per questo. Finisco di massaggiarmi il capo con l’asciugamano, passo le dita fra il ciuffo sottile e sospiro con calma.
Qualsiasi cosa sia, è chiaro che me ne debba occupare io: in questi mesi di convivenza devo aver sopravvalutato Shogo.
Esco dal bagno, lasciando la porta socchiusa e avanzo verso la porta d’ingresso. Sento l’aria fredda raffreddarmi le mani, la curiosità cresce esponenzialmente al mio passo.
“Makishima?” Chiamo, per capire dove sia.
Un verso mi risponde: è troppo acuto perché l’abbia prodotto Makishima.
Mi sorge un dubbio atroce.
“Makishima?”
“Choe!” Sento la sua voce rispondermi, fuggevole sollievo.
“Ho sentito un suono strano…” Sto sul vago, per vedere cosa ha il coraggio di rispondermi.
“Oh, quello?” Un altro verso acuto, differente dal primo “Niente di preoccupante, mi è venuto il singhiozzo.” Allungo le mani sul suo viso, sono sicuro di essergli vicino: trovo la fronte, con i polpastrelli scendo sugli zigomi sollevati dalla posizione di riposo, gli angoli degli occhi sono più stretti e il contorno labbra increspato in un sorriso. Penso che deve essere bellissimo, ma dico tutt’altro. “Non è vero. Cosa c’è?” Adesso sorrido io e può vederlo chiaramente, comunque mi tocca gli zigomi e le labbra, imitandomi E’ la cosa più emozionante che mi sia successa da quando sono arrivato in questo Paese.
Un altro verso interrompe i miei pensieri, è piuttosto distante. Le mani di Makishima si allontanano subito e io lo inseguo. Siamo nel cortile di casa, ancora dentro il cancello, ma mi spaventa l’idea di rimanere impalato davanti alla porta. Fuori casa è più difficile concentrarsi sui suoni del corpo per capire gli spostamenti. Mentre cammino celermente cercando di individuare Makishima, sento dei passetti venirmi incontro. Mi sono familiari, eppure non riesco a capire… Sono troppi per essere un uomo. “Shogo…?” Chiamo piano, cercando di mantenere la calma.
La risposta mi arriva troppo tardi: un corpo nudo, peloso e caldo mi butta per terra, sento delle zampe far pressione sul petto e una lingua umida su tutto il volto e il collo. E’ un cane, malezione, un cane!
Evito di dimenarmi, per non farmi mordere. Makishima mi raggiunge, riesce a togliermi il cane di dosso e mi aiuta a tornare in piedi.
Non mi chiede se sto bene, se mi sono spaventato, se sono anche solo lontanamente d’accordo con lui... Dice solo: “E’ un cucciolo, si chiama Gulliver.”

[499 parole]

:: Angolo Autrice ::

“Possiamo tenerlo?”
Okay, pardon, questa era d’obbligo <3
Buonasera a tutti, ecco proposto un altro momento fluff e particolarmente comico della convivenza dei due aspiranti fuorilegge – ma questa è un’altra storia!
Il prompt “cucciolo” è stata una vera tentazione, ne ho discusso assai con chi mi ha sostenuto e consigliato nella stesura di questa raccolta … e alla fine sono riuscita ad avere la meglio e a scrivere una flash a riguardo. Conoscendomi –e sapendo quanto li shippo ** - pensavo avrei reso il tutto molto più demente, invece mi sono stupita di me stessa – e questa sì che è una cosa demente da dire (?)
Ad ogni modo, sono riuscita ad inserire anche una scena che mi premeva molto, vale a dire il riconoscimento tattile molto utilizzato dalle persone che si ritrovano a dover sopperire alla mancanza della vista, come Choe. Spero aver descritto focalizzando l’attenzione che deve esserci data e tutto sommato anche di essere riuscita a farvi sorridere: suvvia, come non chiamare “Gulliver” il cane di Makishima? <3

  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Psycho-Pass / Vai alla pagina dell'autore: Yssis