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Autore: Rosmary    22/03/2017    6 recensioni
{Seconda classificata al contest “Notte buia, niente stelle” di Mary Black}
Ci sono storie che non dovrebbero essere raccontate mai, neanche in un futuro inesprimibile. Questa è una di quelle.
Rose Weasley era candida quanto il suo nome, un prezioso fiore senza spine sbocciato in un inverno innevato...
Genere: Angst, Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Rose Weasley, Teddy Lupin
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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I personaggi presenti in questa storia, salvo Ted Cooper, sono proprietà di J.K. Rowling;
la storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.




 
Rose d’Inverno
 
 
Ci sono storie che non dovrebbero essere raccontate mai, neanche in un futuro inesprimibile. Questa è una di quelle.
 
*
 
Rose Weasley era candida quanto il suo nome, un prezioso fiore senza spine sbocciato in un inverno innevato tra le braccia gentili e inesperte di Ted Cooper – il primo compagno di Casa conosciuto, il primo amico, il primo amore.
 
“Posso chiamarti Teddy?”
“Ti piace di più?”
“Sì.”
 
Da quelle nevi in avanti, il suo stelo s’era irrobustito, il rosso dei suoi capelli s’era fatto più intenso e il verde torbido dei suoi occhi s’era schiarito. Chiunque la vedesse non sapeva ignorare l’appariscente bellezza dei suoi diciassette anni. Tuttavia, più il sole distruggeva le nevi e studiava diffidente i frutti invernali, più lo stelo s’arricchiva di spine.
 
“Chiamami Teddy, allora.”
“Sarai il mio Teddy?”
“Per sempre.”
 
Gli ultimi giorni dell’ultimo anno di scuola, li aveva trascorsi rintanata nello spogliatoio di Quidditch, lasciando che Teddy Cooper la amasse ancora e ancora. Di lui adorava le maniere dolci e cavalleresche, ma ne amava i capelli cenere, gli occhi scuri e il corpo che sembrava modellato sulla sagoma di un uomo nato prima di lui – otto anni prima.
 
“Prometti?”
“Giuro.”
 
Quell’estate era iniziata solo in agosto inoltrato per lei, quando dei capelli cenere e degli occhi scuri erano apparsi nella caotica cucina della Tana, dove la zia Ginny tentava disperatamente di preparare un dolce al miele più buono di quello della zia Fleur – Rose sperava lo bruciacchiasse come al solito, detestava la cucina della zia Fleur.
 
“Rose!”
 
“Bentornato, Teddy.”
 
L’aveva abbracciata come l’abbracciava ogni volta: fraterno. Tutto ciò che aveva mangiato in quei giorni aveva iniziato a danzare in subbuglio nel suo stomaco, riversandosi nel gabinetto al piano di sopra quando Victoire, d’avorio e d’argento come la Luna, era apparsa alle loro spalle.
 
“E se ti innamorassi di un’altra?”
“Non può succedere.”
“È già successo.”
 
“Rosie, ma tu stai male.”
 
La voce allarmata di Teddy Lupin le aveva scaldato l’animo – non voleva che stesse male, gli importava di lei. Lo aveva abbracciato nonostante il lezzo del vomito le insozzasse la pelle, e lui aveva ricambiato – appassionato.
Più le giornate si susseguivano, più le spine ricoprivano lo stelo intero – piccole, forti, appuntite.
 
“Sei impazzita? Tu, per me, sei l’unica.”
“Allora non sei il mio Teddy.”
 
L’ultima notte d’agosto era afosa, la Tana strozzava il respiro. I raggi d’avorio e d’argento schiarivano il cielo e intorpidivano gli occhi verdi di Rose, che aveva raggiunto Teddy in giardino, immobile a fissare l’orizzonte semibuio.
 
“Teddy.”
 
“Rosie, mi cercavi?”
 
“C’è una cosa che devo dirti.”
 
La cenere dei capelli era sparita in favore di un nero pece – il buio di un animo consapevole. Teddy aveva annuito e le sue mani avevano tremato.
 
“Ti amo.”
 
Né un sospiro né una sillaba, Teddy era muto – immobile, terrorizzato, ferito. Aveva chinato e scosso il capo, mimando un rifiuto che non trovava parole adatte. Rose s’era avvicinata, ferita, e lo aveva punito – un pugnale adornato di spine tra le spire del cuore traditore.
 
“Stupida, certo che sono il tuo Teddy.”
“Lo so, Cooper, altrimenti ti avrei già ucciso.”








 

NdA: la storia è stata scritta per il contest Notte buia, niente stelle indetto da Mary Black – pacchetto L, coppia Rose Weasley/Teddy Lupin. Il titolo è un gioco di parole basato sia sul doppio senso di Rose come nome proprio e rose come il plurale italiano del fiore rosa, sia sulla personalizzazione della stagione invernale, scritta con l'iniziale maiuscola, che vede Rose maturare come donna e prendere coscienza dei propri desideri. Come spero si capisca, il dialogo allineato a destra avviene tra Rose e Ted Cooper, personaggio inventato da me. Spero di essere riuscita a rispettare il genere Dark, scrivendo una piccola fiaba sinistra che lascia molto spazio all'interpretazione del lettore. Ad ogni modo, grazie a chiunque abbia letto!
   
 
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